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CAPITOLO I Descrizione dell’opera e scelte progettuali

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Academic year: 2021

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CAPITOLO I

Descrizione dell’opera e scelte progettuali

1.1 Cenni storici sulla città di Rossano

Il comune di Rossano è diviso in Rossano paese, centro storico con numerose testimonianze artistiche, e Rossano Scalo, più recente e moderna, affacciata sul mare e separata dalla prima da pochi chilometri, per un dislivello di circa 300 mt.

Rappresenta una vera miniera storico-artistica di cultura bizantina. Nata come porto della Sybaris Ellenica, ebbe grande splendore intorno ai secoli IX e X d.C. durante la dominazione bizantina quando venne proclamata capoluogo del Thema di Calabria1.

Fig. 1.1 Vista panoramica del centro storico

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Situata su un altopiano di rocce a picco ricche di minio2 (da cui il terreno assume la caratteristica colorazione rossa) fu un baluardo naturale privilegiato dai Romani che vi costruirono una fortezza. Poté respingere Alarico (412), resistere a Totila (548), uscire indenne dalle scorrerie saracene. Anche se diversi segni consentono di congetturare un suo precedente ruolo abitativo ed economico, è proprio con i Romani (inizi II sec. a.C.) che essa entra da protagonista nella storia e proprio dalla famiglia romana Roscius, a cui fu affidato il governo del territorio, secondo l’opinione dominante, trarrebbe il nome (Roscianum).

Dovette già da allora rivestire un ruolo importante, attestato dalla sua presenza nell’Itinerario di Antonino (uno dei tre itinerari imperiali redatti sotto l’Impero Romano, inizi del II sec. d. C.) e l’esistenza, testimoniata da Procopio ed Eliano, di un suo porto-arsenale (sec. V a.C.) e che Adriano fortificò (76-138 d.C.), così vasto da accogliere 300 navi e funzionante ancora nel sec. X, come si legge nel Bìos di San Nilo.

Coi Bizantini (953-1059), che ne determinarono lo sviluppo, visse la sua grande vicenda di caposaldo militare e amministrativo, sede, nella seconda metà del sec. X, dello Strategós, la residenza del Governatore bizantino, al cui seguito venne a formarsi un ceto costituito dai più alti gradi della burocrazia imperiale. Vi si istituì, tra l’altro, la diocesi Greco-Bizantina più importante d'Italia. Fu un florido centro di vita religiosa e culturale, nel quale notevole importanza assunse la presenza monastica, i cui segni gloriosi sono rimasti nell’arte. I Normanni (1059-1196) rispettarono il suo rango di Libera Università3, assicurandole un notevole progresso. Con gli Svevi (1196-1266) e con gli Angioini (1266-1442), che la dotarono di privilegi, si costituì la base di quell’aristocrazia che l’avrebbe guidata per secoli. Coincide con gli ultimi anni del governo angioino la sua feudalizzazione, quando Giovanna II, duchessa di Calabria, la concesse come principato a Polissena Ruffo (1417). Da allora passò per mani diverse, ultimi i principi Borghese (1637), che la detennero fino alla devoluzione della feudalità (1806).

La tradizione religiosa si rispecchia nei numerosi Papi rossanesi: non è ancora sicura l'attribuzione alla città di Rossano di Papa Zosimo (417-418) e Papa Zaccaria

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Ossido derivante dai giacimenti di piombo. Secondo alcuni il nome Rossano sarebbe da attribuire al colore tipico delle rocce su cui sorge il caratteristico centro storico.

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(741-752), mentre furono sicuramente di origine rossanese Papa Giovanni VII (705-707), l’antipapa Giovanni XVI (997-998) e Papa Urbano VII (1590), tristemente famoso per aver retto il pontificato più breve della storia: solo tredici giorni.

Di sicuro l’800 fu il secolo più difficile: il terremoto rovinoso del 1836, l’epidemia di colera del 1867, la gravità del fenomeno migratorio, la recrudescenza del brigantaggio; eppure costante fu il progresso civile, evidente nel numero e nella qualità degli istituti e delle opere pubbliche. Il ’900 annota il grosso tributo di sangue pagato alla grande guerra (1915-18), la sensibilizzazione politica delle masse, un fascismo non avaro di opere ma non privo di episodi di repressione, una vivace politica urbana, che ha favorito la graduale ripresa della città. Il salto economico ha comportato una crescita demografica che oggi fa censire circa 40.000 abitanti e un’esplosione urbanistica che ha privilegiato lo Scalo, facendone una seconda città, ampliato e decorato le frazioni rurali e creato agglomerati nuovi, in cui la popolazione estiva arriva a sfiorare le 80.000 unità.

La storia di Rossano rivive chiaramente nelle testimonianze artistiche lasciate sul territorio e costituenti la principale attrattiva turistica. Il visitatore vi ricerca, ed è

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ovvio, i segni di Bisanzio, che hanno impresso un preminente sigillo alla città: le grotte eremitiche; le chiese di San Marco e della Panaghìa (sec. IX/X), oratori degli anacoreti della zona, segni tra i più vivi della architettura sacra calabrese del tempo; l’icona Achiropita4, cuore della Cattedrale e della città che ha alimentato, tramite la leggenda della “dipinta da Dio” e con la tradizione dei miracoli, da una parte la ricerca scientifica e dall’altra la pittura e la poesia; l’abbazia del Patire, che, costruita in epoca normanna, rappresenta il più alto segno della spiritualità italo-greca nell’Italia meridionale;

Infine il cimelio più prezioso e famoso, custodito dalla Chiesa fin dal Medio Evo e che si trova esposto nel Museo Diocesano: il Codex Purpureus Rossanensis (sec. VI), un evangelario costituito da 376 pagine contenenti i Vangeli di Marco e Matteo ed una lettera di Eusebio. E’ scritto su pergamena purpurea in caratteri onciali greci d’oro e d’argento, arricchito da 16 miniature sulla vita di Cristo. Rappresenta il bene culturale della “bizantinità” di Rossano ed essendo un unicum viene riconosciuto dalla Chiesa come radice e fonte della Civiltà Cristiana Europea.

Fig. 1.3 Illustrazione XVI del Codice Fig. 1.4 Inizio del Vangelo di S. Marco Da questi brevi cenni storici si può intuire come la storia della città sia stata influenzata dalla sua posizione strategica. Essa, infatti, domina il litorale ionico cosentino e le spiagge che a semicerchio la accolgono nella piana di Sibari. E proprio

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il mare è stato e continua ad essere una risorsa imprescindibile per lo sviluppo rossanese. Da una parte la secolare tradizione peschereccia, dall’altra le numerose attrattive storico-paesaggistiche che fanno riscontrare, durante il periodo estivo, una elevata e sempre più esigente domanda turistica che negli ultimi anni ha fatto registrare l’aumento contestuale della domanda nautica (vedi Cap. IV).

1.2 Inquadramento geografico del paraggio

Il litorale oggetto di studio fa parte del versante ionico della Calabria ed è ubicato all’interno del golfo di Corigliano che costituisce una vasta unità fisiografica di forma semicircolare, estesa per una lunghezza complessiva di circa 60 chilometri, delimitata a Nord da Capo Spulico e ad Est da Capo Trionto. In particolare il tratto di litorale ricadente nel comprensorio comunale di Rossano è orientato lungo la direttrice Ovest-Est e costituisce il segmento sudorientale del golfo di Corigliano, localizzato tra il complesso di foce dei fiumi Crati e Trionto.

Fig. 1.5 Vista satellitare del Golfo di Corigliano, tra Punta Coscio e Capo Trionto.

Il paraggio risulta esposto alla traversia geografica delimitata a Nord-Nord Ovest dalla direzione che si appoggia a Punta Coscio e ad Est da quella che si appoggia a

Contrada Ioele Punta Coscio Capo Trionto Porto di Corigliano Corigliano Calabro Rossano

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Capo Trionto. Il settore di traversia risulta compreso, pertanto, tra le direzioni 330°N e 80 °N.

Il fondale antistante il paraggio, nei primi 5.0 mt di profondità, presenta una pendenza media variabile tra il 10% ed il 5%. La fascia litoranea in esame, relativamente alla spiaggia emersa e sommersa, è costituita da materiale grossolano di pezzatura variabile nell’ambito delle sabbie grossolane e delle ghiaie.

La presenza di sedimenti grossolani che caratterizza l’intero sviluppo della fascia costiera comunale è determinata dallo sbocco a mare di una serie di corsi d’acqua, sia a carattere fluviale che torrentizio. In particolare, oltre ai già citati fiumi Trionto e Crati, interessano l’unità fisiografica i torrenti: Malfrancato, Saraceno, Cino, Coserie e Colognati (questi ultimi due sfociano proprio nel tratto prospiciente il litorale oggetto di studio). Come quasi tutti i corsi d’acqua appartenenti alla regione Calabria (fiumare calabre) anche i torrenti citati sono interessati, pur avendo un bacino idrografico di limitate estensioni, da elevata capacità erosiva dovuta alle forti pendenze nei tratti montani. Nei tratti di valle, al diminuire della pendenza dell’alveo, il materiale asportato (prevalentemente detriti e ghiaie grossolane) tende a depositarsi. Questi apporti di materiale solido, unitamente ai flussi di materiale connessi al moto ondoso incidente la costa, influenzano direttamente la dinamica litoranea.

Sarà oggetto del presente studio stimare il trasporto solido che interessa il paraggio e confrontare i risultati con l’evoluzione della linea di riva.

1.3 Individuazione del sito e considerazioni socio-economiche

La realizzazione di un porto turistico ha inevitabilmente un impatto sul territorio. Compito del progettista risulta essere la mitigazione dell’impatto fino, al limite, a renderlo migliorativo per la realtà in cui viene inserito. Questa condizione può verificarsi solo se un’oculata progettazione determina l’aumento delle attrattive locali. Risulta, quindi, evidente come l’eventuale realizzazione di una struttura portuale debba essere ben collegata con l’offerta turistica del luogo. D’altra parte la scelta del sito è anche dettata da esigenze progettuali strettamente legate alla natura dei fondali. Le opere di difesa dei porti turistici sono costituite, infatti, da moli a

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6-8 mt. Se la pendenza dei fondali risultasse troppo elevata il livello batimetrico indicato sarebbe raggiunto a breve distanza dalla linea di riva, rendendo obbligatoria la realizzazione di una struttura parzialmente o, addirittura, completamente interrata con evidente aggravio di spesa. L’ultima e più importante variabile cui è legata la scelta del sito riguarda l’impatto dell’opera nei confronti della dinamica litoranea, a

Fig. 1.6 Contrada Ioele. In fondo si scorge Capo Trionto

volta legata alla direzione del trasporto solido longitudinale netto5. Come indicato nella figura seguente la pendenza dei fondali sul litorale interessato dal centro abitato risulta troppo elevata (mediamente 10%) mentre si abbatte notevolmente (arrivando ad un valore medio del 5%) nelle vicinanze del complesso di foce del fiume Crati, ad una distanza dal centro abitato di circa 5 km. Come si vedrà in seguito, il trasporto longitudinale netto nella zona d’interesse è tra i più bassi registrati all’interno dell’unità fisiografica ed è diretto da Est verso Ovest. In base a queste considerazioni si è individuato come sito ottimale quello alla destra del torrente Nubrica, riconosciuto come contrada Ioele, di cui si può osservare un’immagine in figura 1.6.

Con la realizzazione di un porto turistico non si vuole solo fornire protezione dalle azioni meteo marine alle imbarcazioni in sosta, ma anche assicurare ai diportisti

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le infrastrutture necessarie per la manutenzione e la riparazione delle stesse (cantieri, officine ecc.), il rifornimento di carburante, lo scarico dei rifiuti di sentina e di bordo, la distribuzione di acqua e di energia elettrica, i servizi igienici, i servizi commerciali e le aree di incontro e svago. L’impegno della Regione Calabria, con i numerosi progetti in corso d’opera nell’ambito della nautica da diporto sulle coste ioniche e tirreniche, mira a rivitalizzare l’infrastruttura costiera, per far fronte alla crescente domanda di posti barca da parte di un’utenza da diporto sempre più esigente. Nel nostro caso si tratta di fare coesistere, all’interno del medesimo bacino portuale, la flotta da diporto con una piccola flotta peschereccia, cercando di limitarne il più possibile le reciproche interferenze. A tal fine è stata riservata alla flotta peschereccia l’area del molo di sottoflutto ed a quella turistica quella sottesa dal molo di sopraflutto, prossima agli edifici previsti nell’organizzazione degli spazi a terra, come ad esempio: l’edificio che ospiterà la Torre di Controllo, la Guardia Costiera e il Club Nautico; le aree che ospiteranno l’Hangar per il rimessaggio e la struttura destinata ai servizi cantieristici e di officina. Gli obbiettivi da raggiungere sono principalmente:

• Soddisfare la domanda di posti barca opportunamente attrezzati da parte di un’utenza sempre più esigente e appassionata.

• Recuperare, riqualificare e rivitalizzare un’area di indubbio valore paesaggistico, ambientale e archeologico.

• Regolamentare gli spazi portuali al fine di garantire adeguati standard di sicurezza per gli utenti.

• Risvegliare l’interesse degli operatori locali verso appetibili scenari di interesse socio-economico.

Da recenti studi condotti in Francia negli anni ’90 sull’impatto economico di un marina, si è rilevato che la ricaduta occupazionale, a medio e a lungo termine, può variare da 3 a 35 addetti (con una media di 15-20 nuovi posti di lavoro) ogni 100 posti barca.

Da non sottovalutare, oltretutto, che un porto turistico ben attrezzato e supportato da idonei servizi, oltre a determinare il già citato rilancio socio-economico, permette il prolungamento della stagione turistica, in questi anni concentrata nella sola parte centrale della stagione estiva. Difatti, la rivitalizzazione

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negozi ai ristoranti e bar, dai servizi meccanici richiesti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, fino alla crescita dei piccoli cantieri nautici già esistenti nell’interland ed alla nascita potenziale di altri.

1.4 Scelte progettuali

Si richiamano le scelte progettuali adottate per le principali componenti della struttura. Sono analizzate opere di difesa, banchine, pontili e distribuzioni delle aree a mare ed a terra.

1. Molo di sopraflutto – Sarà articolato in due bracci, uno ortogonale alla riva per

uno sviluppo di 150 mt ed uno pressoché parallelo alla costa che si sviluppa lungo l’isobata -6.00 mt per uno sviluppo di circa 500 mt, compresa la zona della testata. E’ previsto il banchinamento dell’intera parte ortogonale alla linea di riva e di altri 250 mt per consentire gli approdi delle imbarcazioni dal pescaggio maggiore. La scelta sulla direzione dell’imboccatura, per i motivi commentati in precedenza, ricade sul lato Est della struttura. La testata del molo è orientata verso la costa per chiudere l’imboccatura alle mareggiate del IV quadrante (in cui ricade la direzione dominante) ed a quelle rifratte del I quadrante (in cui ricade la direzione prevalente) e per ovvi motivi di natura statica. Dal punto di vista costruttivo, sarà costituito da un nucleo realizzato in pietrame scapolo, uno strato intermedio costituito da massi naturali di II Categoria6 ed una mantellata in massi artificiali, il cui peso sarà scelto in base a condizioni di stabilità.

2. Molo di sottoflutto – Si estende ortogonalmente alla riva per 120 mt e termina

inclinandosi di 50° rispetto al primo braccio, per uno sviluppo finale di ulteriori 80 mt. E’ previsto il banchinamento del primo braccio che ripara la darsena peschereccia. Se si dimensionasse la struttura con la stessa metodologia del molo di sopraflutto si otterrebbe un sovradimensionamento della mantellata in quanto la stessa viene investita dalle onde con un elevato angolo d’incidenza, riducendo notevolmente le sollecitazioni prodotte.

3. Banchinamento – Come introdotto in precedenza, è previsto il banchinamento di

gran parte della darsena portuale attraverso il principio della minima agitazione. Questo comporta, come spesso avviene nei porti turistici, l’inaccettabilità di muri

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verticali riflettenti che amplificano le onde all’interno dell’opera portuale, con evidente disturbo per le imbarcazioni che vi trovano riparo. Lo sviluppo del banchinamento per il molo sopraflutto è di 400 mt; per il molo sottoflutto è 120 mt. Lo spazio a terra sarà servito da banchine per 140 mt nella darsena peschereccia e per 180 mt nella darsena turistica.

4. Pontili – Saranno disposti secondo l’orientamento delle mareggiate prevalenti. La

scelta ricade sui pontili galleggianti, molto più versatili di quelli fissi per un’eventuale diversa disposizione degli spazi in mare. Costituiti da strutture scatolari, seguono di conseguenza le escursioni del livello del mare. A completamento saranno adoperate delle passerelle galleggianti tipo catways. Le imbarcazioni di grandi dimensioni (> 15-16mt) ormeggeranno lungo lo sviluppo del molo di sopraflutto parallelo alla linea di riva; è prevista, inoltre, una serie di pontili su pali (in corrispondenza delle sez. 7 e 6 del molo di sopraflutto) che presentano una quota del piano di calpestio tale da agevolare il sicuro transito dei viaggiatori. La scelta di questa disposizione, inoltre, mira a semplificare le manovre delle imbarcazioni più grandi e a contenere l’interferenza con quelle di dimensioni minori.

5. Impianti tecnologici - Sono previsti, infine, tutti gli impianti tecnologici necessari

a rendere il porto fruibile in tutte le sue potenzialità: erogazione di acqua ed energia elettrica, servizi igienici, servizio antincendio, illuminazione, pompe per il rifornimento di carburante, impianto fognario e vasca di accumulo dotata di impianto di sollevamento.

6. Scalo di alaggio e travel-lift – A 90 mt dalla radice del molo di sottoflutto è stata

progettata la realizzazione di un piazzale banchinato in cui sono previsti uno scivolo di alaggio e un bacino dotato di elevatore tipo travel-lift.

7. Specchio liquido - Con il completamento strutturale del porto e di tutti i relativi

servizi e arredamenti, si possono ottenere circa 550 posti barca in un’area dello specchio liquido di circa 90.000 m2 netti, suddivisi in base a lunghezza e categoria delle imbarcazioni, e dunque diversamente dislocate per l’ormeggio. Tale numero è potenzialmente aumentabile con l’adozione di ulteriori pontili galleggianti in base all’eventuale domanda futura.

Figura

Fig. 1.2 Chiesa S. Marco, fronteggiata dal caratteristico leone, simbolo di Rossano
Fig. 1.5 Vista  satellitare del Golfo di Corigliano, tra Punta Coscio e Capo Trionto.

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