CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
DI TORINO
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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE (III GRUPPO)
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CRONACHE
ECONOMICHE
cronache
economiche
mensile a cura della camera di commercio industria artigianato e agricoltura di torinonumero 302,3 febbraio-marzo 1968
Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni deb· bono essere Indirizzati alla Direzione della Ri· vista. L'accettazione degli articoli dipende dal ,iudi:z.io insindacabile della Direzione. Gli scrictl firmati e siglati nspecchiano soltanto il pen-.iero dell'autore e non impegnano la Direzione della. Rivista nè l'Amministrazione Camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono es-sere inviate in duplice copia. t vietaca la ri-prodUZione degli articoli e delle note senza ,'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, I"che se non pubblicati, non si restituiscono.
Direttore responsabile; Prof. Dott. Giuseppe Carone
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sommano
L. Malli
3 Pittori italiani dell'Unesco In mostra a Tonno, Galleria Civica d'Arte Moderna
Come inserire le piccole e medie aziende piemon-tesi nei canali commerciali stranieri (Atti del Convegno regionale sul commercio estero) 19 Mozione conclusiva del Convegno
22 Saluto del PreSidente della CCIAA di TOrino, cav. lav. dr. G. M. Vitelli 24 Saluto del Sindaco di Torino, prof. G. Grosso
26 Discorso Introduttivo del ministro per il commercio con l'estero, seno G. Tolloy
RelAZIONI G. Bosso
31 Il potenzia mento delle esportazioni della piccola e media industria alla luce delle esperienze italiane e straniere e di fronte alle nuove prospettive del commercio Internazionale
F. Rota
38 L'assistenza bancaria alle piccole e medie imprese per i problemi del -l'esportazione
G. Bo.ello
46 L'industria enologica piemontese sui mercati internazionali: attualità e prospettive
L. lIIa.io
54 Come si organizza l'esportazione di un gruppo artigianale G. M. Capuani
60 La funzione della Camera di commercio per l'assistenza alle piccole e medie aziende nell'inserimento nei mercati Internazionali
F. Gamba.uto
63 Esperienza associativa nel tema della promozione con particolare rife-rimento alla piccola e media aZienda
INTERVENTI 68 G. Chiesa 70 M. Magliano 70 P. Derossi 73 F. Barbera 74 G. Sella 76 P. N. Rogers 78 C. La Rosa 79 C. Artom 80 C. Scapitta 81 A. Fracassi 82 G. Rocco
84 Discorso di chiusura del ministro per il commercio con l'estero, seno G. Tolloy
89 Tra i li bri 98 Dalle riviste
Direzione, redazione e amministrazione
CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
E UFFICIO PROVINCIALE INDUSTRIA COMMERCIO E ARTIGIANATO Sede: Palazzo Lascaris - Via Vittorio Alfieri, 15.
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BORSA MERCI
10123 Torino - Via Andrea Doria, 15.
Telegrammi: Borsa Merci - Via Andrea Doria, 15. Telefoni: 55.31.21 (5 linee).
GABINETTO CHIMICO MERCEOLOGICO
Laboratorio analisi chimiche -10123 Torino -Via Andrea Doria, 15. Telefono: 55.35.09.
Pittori
italiani
dell' UNESCO
m
mostra alla Galleria Civica
d'arte moderna di
Torino
Luigi
MaZZè
In copertina Q colori: A. TOSI, «Piano di Rovetta}) (1941). (Tor;no. coli. privata)
Non tocca a me dirc del significato e dell'importanza dell'« Ass o-ciazione internazionale delle Arti plastiche - UNESCO » o delle mal1l-festazioni promosse e dell'attività svolta, nel suo ambito, dal Comi-tato italiano, di cui il presidente Enrico Paulucci ha illustrato e ffica-cemente gli aspetti nella presentazione di questa mostra.
Per parte mia, quando il Comitato esecutivo italiano mi ha formulato la proposta d'una esposizione che esemplificasse l'opera di tutti i pittori italiani aderenti al sodalizio, ho accettato con la con-vinzione dell'opportunità - fra le tante manifestazioni culturali della Galleria d'arte moderna di Torino - di sottolineare anche l'attività di quegli artisti che ufficialmente rappresentano l'Italia nella « Associa-tion internaAssocia-tionale des arts plastiques».
Impostata la mostra sul criterio della partecipazione d'ogni pittore con due opere, mi è parso poi più giusto riservare ai diciotto maestri scomparsi negli ultimi anni una più vasta parte, dedicando a ognUl10 di essi, come atto di omaggio - e si tratta, in più d'un caso, di nomi che hanno dominato sulla scena italiana per quasi mezzo secolo - una piccola ma serrata retrospettiva o, se si vuole, « commemorativa ».
Ho creduto, cosi, di caratterizzare meglio questa che vuoI essere la « prima » mostra della sezione italiana dell' Associazione e che quindi ha inteso riassumere più largamente l'attività degli scomparsi, parec-chi dei quali furono tra i (<fondatori» della sezione stessa. Mostra, dun-que, che potrebbe valere come apertura verso una periodica ripresen-tazione - che si auspica diramata nelle più varie sedi e, perché no?, anche trasferita all'estero in qual cuna delle successive edizioni -di quanto l'avvicendarsi dei nomi d'artisti porterà in evidenza, come aspetto rinnovantesi dell'attività degli aderenti, secondo criteri che di volta in volta potranno mutare nelle scelte e nell'impostazione.
Un invito, dunque e un augurio, Vlvlssimo.
BffiOLLI RENATO
Nato a Ve7'ona il 10 dicembre 19 O 6, 1J1 07'tO a 1J1 ilano il 3 maggio 1959,
Dopo inizi all' Accademia Ci -gnC/.?'oli in Ve7'ona, passo a 1Yli-lano' nel 1928 adattandosi a pii~ mestie7'i pe?' vivere; intanto avvi-cinava Ca?'rà ed ent?'ava presto nel vivace g7'UppO milanese capeg -giato da Edoanlo Pe?'sico, dive-nendo amico di NI anz~i" Gut-tuso, Sassu ed esponendo al « Jlilione », Fin dall'inizio ~n contrasto con la staticità e il
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I
CRONACHE ECONOMICHEconf07"lnismo del « Novecento », p1'opugno la necessità d'una cultU1'C~ eU7'opea, t?'ovando con-sentaneità pitto?'iehe e mom-li nell' eS1J7'essionismo dell'ultimo '800 fmncese, Nel 1938 em egli stesso al centro d'un gruppo: « Con'ente l), con una sua galle-7'ia e una sua pubblicazione, Per le tendenze antifasciste del g1'Up-po dovette nel 1941 sposta7'si a Bergamo, Nel 1944-'45 esegui la mimbile se7'ie di 96 disegni (in 07'igine di pitl, in parte da lui distmtti) della Resistenza, 01'a assicW'ati al lliuseo Civico
BIROLLI RENATO - «Aringhe» (1947),
(Raccolta Birolli - Milano),
CARRÀ CARLO
Nato a Qttargnento (Alessan-dria) 1'11 febbmio 188]. 1I10rto (l lYIilano il 13 aprile 1966.
Precocissimo, esegui da ra-gazzo decorazioni mumli in 1Ili-lano; fu a. Parigi e Londm nel 1900, continuando in quel du?'o l a.vo·ro ma ap?'endosi alla rivelazione degli im-pressionisti. Dal '06 al '09 poté finalmente fr'equentw'c l'Accademia di Brem sotto Cesare Tallone. Spinto da tendenze anarchiche amlni-]"(t Prem'ati e Pellizza da
1 'olpedo e ,il traTne solu-zioni divisioniste lo po?·ta direttamente veno il futu-?'ùmo, con i suoi inizi di tipico atteggiamento sim-bolista. Uno dei cinque fi /"-matcwi del primo manife-sto futw'ista (10 febb?'aio 1910), scrisse fino al '15 per ( Lacerba» e la (( Voce» ma già nel ' 12 era tornato a Pa1'igi per' eSpO?Te da Bernheim-J eune con i fu -turisti. Q'uivi di mwvo nel '14, divenne amico di
1110-digliani, Flaminc!.;, Apol-linaire, sempre dimostTan-dosi battagl'iero e propenso agli incontTi Tivoluzionari. Conosciuti nel ' 16 De Chi-'rico, Savinio e De Pisis, al dinamismo f~ttu?'ista so-stitui la magica sospensione metafisica, con alcuni Ti -sultati altissimi. SC?'isse tra il '19 e il '22 per' la rivista ( ralori plastici)) e già qui andava matu?'ando quel mutamento - è significa-tiva la sua amicizia, in-tanto, con Derain, che aveva
CARRÀ CARLO - «Pino sul mare» (1921).
(Firenze - Col/. Fu/via Nic%di CaseI/o).
pure abbandonato le esplosioni (( fcwves)) e le scomposizioni cubiste - che l'avrebbe 1Jor-tato al (( Novecento »; ftt infatti del '26 la sua partecipazione alla prima mostra milanese del movimento. La p'/'Oduzione piu tarda rinwdita singolarmente _
in una tematica di paesaggi e natura morta - ttn roman-ticismo (bene ha notato il T'al-secchi) nutrito alle migliori fonti tar'dottocentesche lombarde e piemontesi, con sempre viva sensibilità pittorica meditata-mente isolantesi.
CASORATI FELICE - « Brocca e chitarra» (1926).
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CRONACHE ECONOMICHECASORATI FELICE Nato a Novara il 4 dicembre
(Torino· Galleria Narciso).
1886. NE orto a Torino il 1° 111 a rzo
1963.
CORSI CARLO
Nato CI Nizza l'8 gennaio
J879, Morto a Bologna il 27 agosto 1966,
Inizio a T01'ino, all' Alber-tina, con Giacomo Grosso e f01'se nessnn temperamento, fra gli al-lievi di questi, f'u cosi opposto al suo 'insegna,mento, Versatile e '/"ecett'ivo, la sua culttL1'a fu vasta, tenendo d'occhi movimenti f1'(/
i pù~ liberi del ' 900, dal postim-7Jressionismo all' ast1'(/tto,
risol-vendo gli spunti cosi da render li, pitl. che elementi formativi del proprio linguaggio, pure e sem-plici spinte di un sempre gio-vanile impulso di rinnovarsi, Rit1'attista, pittor'e di paesaggi e natuTe m01'te, in nessun campo 1'imase legato a schemi, sovver-tendo dal di dentro la ca1'Cltte-1'izzazione stessa dei gene1'i, Una continua aderenza a dù'etti con-tatti con la realtà 1'isalta nella sua ope1'a lungo tutto l'aTco, in cui non mancano neppuTe echi da JIIl01'andi né dalla piu giovane pittu1'Cl italiana dell'ultimo do-poguerTa, COme non erano
man-cate prima sollecitazioni, pw emotive che formali, dal « fau-visme ", dal ctLbismo, dal primo astrattismo: ogni volta realiz -zando una pittu1'Cl perso nalissi-ma, di intensa anche qtwndo piu bassa e condensata, diafana
lu-minosità, T1'atto anche, con ot-timi esiti, il « collage n, Presente fin dal' 12-' 13 alle maggiori mo-stre italiane e stTanie1'e, fu piu volte alla Biennale di Venezia,
CORSI CARLO -« Grattacieli» (1948), (Torino -Galleria Civica d'Arte Moderna).
DE PISIS FILIPPO (TmERTELLI FILIPPO) Nato a FelTa1'a l' 11 maggio 1896, Morto a Milano il 2 apl'ile 1956, La:ureatosi in lettere a Bologna
nel '20, già da tempo attendeva brillantemente alla pitt'Ltl'a, c ol-tivandola assieme a studi lette -ral'i e di cl'itica d' al'te, I ncontr ò
a FerraTa, nel 1916, De Chù'ico,
Alberto Savinio e Carrà,
rica-vandone alcune s'Ltggestioni, pUl' non ent1"Ctndo nel lOTO clima me -tafisico, Tm il '20 e il '25
sog-giol'nò a Roma e fu insegnante {td Assisi, poi si recò a Pal'igi
esercitando ormai esclusivamente
la pittum. A Parigi restò fino al '39 salvo soggiorni estivi in Cadore, a lVlilano, a Fenezia e
nella S'Lta Romagna. Si
appas-sionò al colorismo e alla tema -tica di Delacroix e di NI anet ma le sue simpatie spazia1'ono nel tempo fino a incl'Ltden F'rancesco G'Ltanli e si potTebbe anche am-plial'e il gù'o delle attrazioni da l'ui subite, comunque t'Lttte di carattere afjettivo, come
propen-sione per modi e tecniche pitto-Tiche immediatamente espl'essive
di fuggevoli stati d'animo, d'in -quietudine inafjerrabile, di pal -p'itazioni emotive, C'Lti aggiunse 'Ltna par'ticolan situazione psi -cologica ove 'Ltna gioia fermen -tante di vivere è unita ad un bruciante senso di disgl'egazione
e di sfacimento. De Pisis, che
nel ' 35 aveva soggiornato a Lon-dra, l'ientl'ò in Italia aZZa fine
del '39, vivendo a ~j\Jilano fino al '44 quando si trasjeri a r
e-nezia, Gli anni tardi vedono ap
-profondirsi un senso addirittura tragico nella sua pittttra, per una angoscia scoperta di fl'onte al consuma1'si e scomparire di t'!Lite le cose, Dal ' 49 le S'Lte condizioni
di salute e di S1Jirito p' rofonda-mente scosso lo costl'insero a
1'in-chiudersi in 'una casa di cura,
dove tuttavia ancora Tealizzò do-lenti e 1JUngentissime opere.
MAFAI MARIO
Nato a Roma il 15 febb1'aio 1902. ilIo'rto a Roma il 31 maTZO 1965.
I n Roma frequento l'Acadé -mie de France e la scuola libera del nudo; temperamento di in -tensa propensione fantastica, non fn senza ascendente sullo stesso
giovanissimo Scipione (Gino
Bo-nichi) pur non avendo, di qttesti, le violente accensioni e le tOTmen-fose sensttalità. Con Scipione
Mafai Mario -« Demolizione" (1936). (Torino - Galleria Narciso).
aveva esposto già nel '29 in Roma, in piena 1'eazione al clas-sicismo convenzionale di « N 0-vecento». Fu quindi a PaTigi, tOTnando poi a espon'e a Roma come pittore pienamente Tico -nosciuto. Si affermo, dopo Sci-pione, come il pittore di se nsi-bilità pùi, acuta e intima della - sia pttT impropriamente de t-ta - « scttola 1'omana», con figure, paesaggi, natu1'e morte, dalle apparenti dimessità e non senza ce1·ti sent01'i di p1'ùniti
-vismo, tuttavia (dopo qualche ori-ginale eccesso e vistosità croma-tici) con pTeziose e m1'e mffi-natezze tonali e simboliche e con acute suggestioni liTi che, dove qualche nota decadente si epura, concent1'ata, esaltata, st1·uggente.
Rimangono vivi nella pittura
italiana del secolo sopmtttdto ce1·ti paesaggi romani del '35-'45. La sua apparentemente mono-cm'de ma intensa e originale vena sembro esaurirsi, negli anni Tecenti, attenuata.
MORANDI GIORGIO
N ato a Bologna il 20 luglio
1890. M01·tO a Bologna il 18 giugno 1964.
COncltLSe i suoi sttLdi all' Ac-cademia di Belle A1·ti di Bologna nel 1913. S'interessava all'im-p1'essionismo f1"CLncese conosciuto nel' 10 a renezia attrave1'SO Re-noi1' e approfondito nel '14 ve-dendo una, mostra di Cézanne a Roma; ma al conte11nJO eTCI attratto, non per mode o volontà cerebrali o sentimentali di pu-rismo, ma per intima conso-nanza di necessità dell' essenzia-le, del limpido, del meditato, dell' esattamente dist1'ibtLito e ac-cordato, dai primitivi toscani os-servati in viaggi degli stessi anni, tra Firenze e Umbria. riaggi che furono poi quasi gli unici. Esor-di in mostre a Bologna, con Licini nel 1914 e, nel medesimo
10
I
CRONACHE ECONOMICHEMorandi Giorgio -« I rami» (1952).
t01'no, alla Secessione romana. Tutt' alt1'o che chiuso alle solle-citazioni pii!, vive del momento, non manco di sentire il valo1'e morale del jutu1'ismo e di ader'ire ai suoi postulati pU1' non ab-bracciandone senza r'iserve i mo-di, anzi deducendone solo par'ti-colm'i stimoli; come f~L - e con esiti stupendi, che oggi appaiono eccezionali - anche per la pit-tUTa. metafisica ch' egli accolse nelle sue possibilità di 1'innova-mento ma « r'iducendola)) ad un pretto clima morandiano che toc-ca anzi, in via p~u di1'etta, le ragioni fondamentali della me-tafisica p~Lra, senza deviazioni di sorta né, in lui cosi mzionale, alcun cerebmlismo (né vero né finto). Si lego fra il '19 e il '22 a « T'alO1'i plastici», anche qui evitando i 1'ischi che a molti degli aderenti avrebbero riservato una maturità discutibile o almeno non
(Torino· Coll, privata)
tutta orientata con chia1'ezza, E continuo in ~Lna pittum pura dove le cose, sentite attraverso uno stratifica1'si del tempo (e dei Tapporti con l'uomo) su di esse, TientraTono semp1'e in una ele-mentare pesata m'chitettwra, 1'i-sultante dalla stessa densità pla-stica delle f01'me cooTdinate, a loro volta costituite da una ma-gica compenetmzione di mate-1'ia e luce, in tmma spoglia e « assol~da)) di valoTi tonali, S'è parlato di T'ermee1', di Cha1'din, di Comt, e sono nomi validi co-me intmnsigenza di visione, esat-tezza e necessità d'ogni dato di ling~Laggio, alta sintesi formale e lirica, in assoluto ripudio d' ogn i episodio, d'ogni dettaglio, d'ogni psicologismo, ma con u.n ca1'ico -senza peso-di vita vissuta, di
PRAMPOLINI ENRICO
Nato a ~Modena il 20 aprile 18M" MOTtO a Roma il17 giugno 1956,
Allievo dell'Accademia di Bel-le Ar'ti di Roma, giovanissimo si legò al gruppo dei futuTisti dopo aver lavorato nello studio di Balla ed espose nel 1914 alla mostra futurista della GalleTia Sprovie1'i di Roma, Firmò poi con altri alcuni manifesti ftdtt-risti: aveva intanto fatto parte nel ' 17 del movimento « da dà » e nel' 19 del « November'g1'u7Jpe )) di Berlino, nel ' 22 si legò al movimento costruttivista olandese
« De Stijl )), Nel 1923 fh'mò il
manifesto per un'arte meccan'ica, riflettendo aspetti Tecenti anche della teorica e dellc6 pittttrct fran-cesi contempo'ranee, Del r'esto,
a questi anni, era entrato in contatto da tempo con Picasso, Gleizes, LégeT e tutto il movi-mento cubista, Nel '22, si in-contTò al Batthaus di TVeimaT con Kandinsky, qui smussando una precedente opposizione al modo di concepiTe l a pittum da pa1'te elel gr'anele astmttista, cui Prampolini aveva dato veste po-lemica nel '15, Pa1'tecipavc6 nel , 24 al congTesso futurista eli 111 ilano, Si tmsfer'iva a Parigi nel ' 25 vivendo vi fino al ' 37, collab01'ando a r'iviste di ptmta, esponenelo, eseguendo scenogTafie mentre animava gruppi artistici come (( CeTcle et Ca1'1'é l) fondato nel ' 30 e il famoso (( Abstraction-cTéation» so'/'to nel '32, Conti-nUa1'ono a fruttificar'e i fer'tili contatti con aTtisti come Jl!lon-dTia.n e 17a.ntonger'loo e con
cri-tici d'avanguardia come 1l1ichel Seuphor, Dal '38, r'imase in ombra a Roma, in 'un ambiente estraneo alla cultura interna-zionale ma dal '45 fLt esponente rilevante d'tm astrattismo italia-no molto libero, in pa1'le 1'icu-perando spunti anC01'a validi elel proprio astmttismo prebellico, in parte con mwvi o'rientamenti di gusto e di tecnica, anche qui rinnovando sue antiche espe1'ien-ze; quelle che, negli ultimi anni, dieelem luogo alle sue TiceTche di automatismo polimaterico e dal , 53 circa porta1'M1,O alla (( seTie bioplastica» di opere, nome allttsivo a una fusione eli ele-menti f01'mali in crescita con un dinamismo che è organico e fan-tastico, rinnovanelo dal p1'ofon-do le possibilità espr'essive della mateTia,
ROSAI OTTON E - {( Paese}) (1936), (Torino - Coll, privata),
ROSAI OTTONE
Nato a Fi1'enze il 28 ap,'ile 1895, M01,to a Ivrea il 13 mag-gio 1953,
Di famiglia artigiana, studio all'Istituto fiorentino di Arte decorativa, da cui passo al
-l'Accademia, insofje1'ente pero
alla disciplina di studio, Già
esponeva appena sedicenne, nel
1911; nel 1913 l'u colpito dalla most1'a fio1'entina dei futu1'isti a
« La voce», st1'ingendo amicizia con Ar-dengo Soffici, un « dur-o »
col quale r-iusci a legCf1'e e di cui subi influenze profonde, Nello stesso '13 egli tento, con r-isul-tati molto pe1'Sonali, la pittura fut~rista di cui ebbe a dm'e qualche altra prova ent1'o il '15, Ma, dopo la p,'ima gue1'1'a mon-diale, si 1'ivolse ad una tematica n'uovamente 1'ichiamata dall'
og-getto, condizionata da 'Lm'
ade-sione dir-etta ad una vita popo-lare fatta di persone ed episodi acerbi, wnoristici e un po'
cm'i-12
I
CRONACHE ECONOMICHEcatu1'ali ma intimamente amati, anche questo avvenendo in te'l' -mini d'asp,'ezza di linguaggio
al-leviata e addolcita da
compo-stezza di impianti di '/,t'n pur-i-smo t( p,'imitivo», Di qui usci con una visione lirica e con un celato senso di t1'agicità appe-na sviata dal mordente ironico. Chia'/'o il legame ideale con una antica « narrativa » toscana, sen
-tita in tutto il suo gusto di du1'a ed elabm'ata forma e di vivido (anche se a volte cupo) spirito. Molti di questi elementi e1'ano tali da rendere natu1'ale 'Lm 1'ien-tra1'e in clima « Novecento», ma
cio fu in termini che escludono ogni mate1'ialità di legami e 1'afjTonti. PTosegui lucidamente univoco dopo la seconda gueT -l'a mondiale, solo negli tdtimi anni lasciando scoperta una stanchezza, mentre quella che eTa
stata invidiabile fermezza di
modulazione di pochi temi, par-ve cedere all' adozione d'una for-mula.
SEMEGHINI PIO Nato a Bondanello di QLàstello (Mantova) il 31 gennaio 1878, Jlorto a T'ero/w, l' 11 marzo 196-1, Inizio come scultore alle Acca-demie di Belle Arti di ~lIJodena
e Fù'enze (1897-'98) ma muto presto '1'otta, dedicandosi alla pit-tura senza 1Jil~ frequentare corsi e maestri, Soggiorno a Ginevr({, q1àndi a Pw'igi, dove senti lIna
s1Jontanea attTazione verso gli impressionisti, per 'una sensi -bilità tesa al fenomeno lumi-noso; e pw' senza materiali riag -ganci, tutta la SLLCL opera sarà m'ientata ve1'SO 'Lm «
impressio-nismo » in senso peculiare,
acu-tizzato in confTonto all' imp,'es-sionismo st01'ico da un sottile, anche pungente, velo di inquie-tudini psicologiche, Espose già nel 1904 a Parigi alla GaleTie Chagot dove si p1'esentava anche Picasso, Nei frequenti inter-valli tTCiscorsi a Venezia, di-venne amico di Gino Rossi e di 1111oggioli, con i quali costituiva la « Scuola buranella».
Esclu-dendo le propensioni piu cnL-demente espTessionisl'iche e sim-boliche di Rossi, continuavcL a maturare la sua interpretazione impressionista, in verità nutrita di tanti altr'i filoni di cultura, successivamente filtrando dal tar-do Cézanne, dai « fauves ", dal
postimpressionismo, sem1Jre pii:. tuttavia mettendo a fuoco queste espe1'ienze al fiato e al lume na-tumli e insieme magici di Vene-zia. Giwnse cosi ad tma sua ela-bOTazione cromatica sapiente, fat-ta di epu1'azione appaTentemente f1'agile e sofjocata, in 1'ealtà tesa, Fu assiduo alle mostTe veneziane di Ca' PesaTO del 1919, compa-1'endo alla Biennale nel '26 e '28 (tornerà poi pii. volte dal '48); ma intanto nel '27 lascio Venezia 1Je1' Lucca e poi 1Y1onza ove si stabili come insegnante di pittt.Ta e, con soggio1'ni estivi a BUTano, vi Timase fino al '40, La sua ope'ra successiva si svolge
SEMEGHINI PIO -« Bambina)} (1940), (Torino - Gal/eria Narciso),
SEVERINI GINO
Nato a Cortona il 7 ap1'ile
1883, Morto a Parigi il 26 feb-braio 1966,
Nel 1899 si trasferi a Roma dove fu colpito da Giacomo Balla anco?"Cl divisionista e nutrito di novità francesi t?"Cl
neoimpres-sionismo e interessi veristici d'in-tonazione sociale, Si lego con
i giovanissimi Boccioni e Si-roni nei p1'imi anni del '900, 1 nsoddisfatto, passo a Parigi nel 1906, 1'estandovi
impres-sionato dall''/,~ltimo Cézanne; mentre stringeva amicizia con
111 ax J acob e 1110digliani, s'acco-stava a Picasso che appunto da CéZal/lll' stava per trarre le
1"([-gioni del linguaggio cubista, sic-ché i problemi analitici che
Se-l'crini C!t'l'z'a sV1'luppato sul
fat-SEVERINI GINO - « Natura morta)} (1918), (Torino - Col/, priva'a),
tore luce 01"G li trasferi sulla forma, ciò che lo pose in accordo con posizioni futtlTiste, Finn ò nel' 10 il primo manifesto futu-1'ista dettato da 1\I1arinetti a 1 1ii-lano, p1U' continuando a vivere Cl
P a1'igi, Intanto giungeva a pù~ p1'ecise 1'icerche cubiste, Già toc-cato da una cTisi classicista pTi-ma del '17 (riflessa nel vobme « du cubisme au classicisme» di qualche anno dopo), paTve al-t1'atto dal cubismo sintetico d'tm Juan Gris, piu mentale e pU'ri-sta; poi nuovamente si volse a una figurazione class'icheggiante, neo rinascimentale, che lo alli-neò, in Italia, a « Novecento l), a Parigi al De?"Clin in fase classi-cistica, Le espe1'ienze nel campo del mosaico e dell' afj1'esco accen-tuarono quella posizione 1'az io-nale e semp1'e piu te01'etica che condusse Seve1'ini tardo a
deco-1'azioni p(~rietali sacre
SIRONI MARIO
Nato a Sassari il 12 maggio 1885. M01·to (~ Milano il 14 agosto 1961.
Abbandono gli studi ~miver
sitaTi di matematica iniziati a Roma, per dedicarsi alla pit-tum accanto a Seve1'ùni e BazZa, via ape1'ta al suo aderire al f~~
turismo, col trasferimento a Mi-lano nel 1914, chiamato da
Boc-14
I
CRONACHE ECONOMICHEcioni, dando una interp1'etazione del futurismo t~dta sua, piu ti-picamente cubista e tesa alla bloccatum fm'male e alla stasi meglio che al dinamismo pla-stico. F~~ con Boccioni a Parigi e in Germania, nel '15 ando volontario in gue'rra, tornandone - a Milano - con intenti for
-temente mutati cui diede sfogo, dapprima, soprattutto con in-tensa attività giornalistica appog-giata dall'illustmzione. Si lego nel '22, alla Galleria Pesaro di Milano, ai « Sette pittori»
(Buc-StRONI MARIO - « Grande composizione)}
(1956). (Torino - Coli. privata).
ci, Dudreville, Funi, illalerba, 1l1arussig, Oppi, Tosi) che s' o-1'ientavano verso una classicità. ,in termini Titenuti moderni, so-prattutto antiottocenteschi ma al contem.po antirivobzionm'i, co-stit~~endo il movimento che tt~
detto « Novecento» e che nel
, 26 e nel ' 29 avrebbe poi tenuto le sue dt~e mostre di gruppo più discusse ma ormai consacrate dal-l'appoggio di un indù'izzo so-ciale e politico dominante. Tem-peramento di alte doti mentali e pittoriche, Sironi tu, al di là di equivoci e di progmmmi, il mppresentante maggiore di quel
« Novecento», sfondandone, in
molta p1'oduzione, gli stessi sche-mi. I n ~ma pittum tesa fino al tmgico e sorretta da intelligenza fredda, doppiata da sensibilità cromatica mffinata sotto l'appa-renza di povertà e squallore, con 1'ichiami mentali e tematici alla pittur-a e scultura 1'omanica e co-munque p1'imitiva e anche « prei-st01'ica », Sironi colse aspetti della vita singola e collettiva del tempo con vigore, crudezza, patetismo, scoprendo dissidi dmmmatici fm valori imm~dabili dell'uomo e mutabilità vertiginosa della ci-viltà moderna. Dedicatosi al-l'at}1"esco, al mosaico, alla ve-tmta, visti particola1'mente nel lo-1'0 integmrsi all' architettum (spe-cie nel 1933-'43), p1'opugno una « unità» delle m·ti da lui difesa nel piano tecnico in termini non sempre lucidi e obiettivi. Riprese la pittura nel 1943, tornando ai suoi pochi, insistiti temi,
SOFFICI ARDENGO
N alo a Rig nano sull' A mo il 7 aprile 1879, 1I10TtO a Poggio a Caiano il 19 agosto 1964,
.,,'Indio dapprima,
particolaT-mente, alla scuola di m~do (e
dal fondamento teorico di simile inizio sarà 1'ipn~0 pit~ ta1'di con le sue 1'emoTe) all'Accademia di j!"irenze; passo nel '99 a PaTigi dove rimase fino al 1907 - a contatto con (dcuni dei pil.~ illu-stTi pittori e letterati - con un intervallo pe1' eseguire affreschi a Roncegno, Fondo al 1'it01'no, a Firenze, assieme a Giovanni
Papini e Giuseppe Prezzolini (altro nesso significativo per le involuzioni cui tutti e tre sa-mnno soggetti), le Tiviste « La voce» e « Lace1'ba)), aderendo quindi nel 1913 al ftdu1'ismo da
cui si staccava l'anno dopo,
Combattente per tutta la prima guena mondiale e ferito, si ri-presento con una g1'(lnde most1'a a Firenze nel 1920, seguita nel 1926 da una folta personale aZZa Biennale di Venezia, Lo sbocco nel « Novecento » eTa già in lui
pienamente preparato; e lo si
vide neZZa rnost'/'a, con CaTrà e Romanelli (nel 1933), aZZa Gal-leria Pesa1'o di ~Milano, dove pn'Jento addirittu1'a qttCl1'anta 0-peTe, PeTsonalità in posizione
emergente fino alla seconda gt~er
ra mondiale, dopo questa vide
notevolmente discussa la
vali-dità delle sue posizioni, indipen-dentemente dal vigore d'una
atti-vità sempre battagliem, Rimane
importante la SttCl pl'od'uzione let-teraria, giornalistica, saggistica,
SOFFICI ARDENGO - «La casa del Berna»
(1948) (Roma - Col/, pr;vata),
SP AZZAPAN LUIGI
N ato a Gr'adisca d' Isonzo il 18 aprile 1889. M or·to a T m'ino il 18 jebbmio 1958.
Dopo un br'eve insegnamento della matematica, nel '23 si de-dico alla pittura aderendo al gr'uppo futur-ista gù~liano di Car-nelich ed entmndo in amicizia con artisti e letter'ati gor'iziani cui erano familiari le esper'ienze dell' espr-essionismo e del cubi-smo: e Spazzapan ne r'ipropon-à sovente tr·acce. Esposte nel '24
a Pmga; nel' 25 a Parigi, pre-miato alla « Exposition
inteTna-tionale des Arts décomtifs» (de-cm' azione nmmle e disegni di stoffe). Nel '27 esponeva scult'L~m
a Gm'izia e nel '28 giungeva a
Torino per decomre un
padiglio-ne all' Esposiziopadiglio-ne nazionale al Valentino. Comincia ad acco-starsi al gr'uppo dei « Sei)) e a Persico, oltre che, spinto da comunanze di esuberanti e acerbi umori, ai piemontesi legati al
« Selvaggio)) come JIIItwci e Itala Cr·emona. Esegue disegni per' la
« Gazzetta del Popolo )), espone nel '31 con 1I1enzio e Giorgio Soave alla Galleria Codebo; nel '32, a 1I1ilano, disegni e guaz::::i, con Soldati al « 1I1ilione l): torna
ad espon'e con JIIIenzio (piu Pat~ lucci e Levi) a Par·igi. La perso-nale alla II Quadriennale ro-mana nel '35 lo r'ivelo
piena-mente; conferma altissima fu la folta retr'ospettiva alla «
Gaz-zetta del Popolo )) nel 1941,
?"aS-segna di tante e tante t>!swni fantastiche, soprattutto nate tra quotidiane emozioni nel vivo (lel-l'ambiente torinese. Di qt~i, nel dopoguerTa, dopo i paesaggi, le
cacciagioni, i fiori, i cavalli im-biz::::arriti, i fitbmi e i giardi /I i, passo ai « Santoni» e a nuove fonne floreali piz~ accese; il tratto volante si imbr'iglia in stnLtture 1Ji'L~ chiuse. Spazzapan ormai esporrà da Torino a Tokio, da Roma a S. Paulo, trascorrendo ai rnonocromi rigorosi e sugge-stivi, alle geometrie magiche e infine a puntate in 'Lma
astra-zione - pur- sempr-e fl'L~ida e sensitiva - che r'asenta r'icerche informali e r-imane, in sostanza, anche nella cromia, buia o irra-diante, accensione t{~ntastica.
TOSI ARTURO - « Paesaggio di Rovetta» (1940) (Torino - Coli. privata).
TOSI ARTURO
Nato a Busto ATsizio il 25 luglio 1871. M OTtO a Milano il 31 gennaio 1956.
Allievo della scuola libeTa di nudo di BreTa, preferi poi av
-viarsi sulla scia della « Scapi-gliatura» milanese, non senza qualche p~mta espressionistica e pet'fino di anticipo « fauve ».
Di-venne poi amico di Vittore Q1'u-bicy che lo spinse al divisioni-smo, tendenza tuttavia tTOppO ela
-bOTata mentalmente e pitt01'ica-mente per il suo tempeTamento semplice e immediato, si che egli preferi seguire le propensioni
gw avviate, alla1'gandole fino a
coglie1'e valori di « sfumato » tipi-camente lombardo antel'i01'i alla
« scapigliatuTa» stessa e interes
-sandosi anche alle dense atmo-sfel'e di Fontanesi, in anni in cui gli cresceva accanto il movimento futurista. Dopo la guen'a si uni al g1'UppO degli espositoTi della Galleria PesaTO, aderendo al « Novecento », partecipando poi alle gTandi mostTe del 1926 e 1927. Ma seppe sfuggire alla morsa delle piu fatue convenzioni del « Novecento» gTazie ad una sensibilità pittoTica intima ed atJettiva; matul'o anche su
lon-tane memorie impressioniste e
piu vicine o vicinissime postim-pTessioniste: su un arco che da Cézanne scende a Bonnard Tag-giunse una intensa esp1'essione lÙ'ica gTadevolmente alleggeTita,
fondendo luce e spazio, SOpTat-tutto ?"aggiungendo squisiti va-lO1'i tonali. Prese parte a nume
-l'osissime esposizioni, a comin-cim'e dal '91 a Bl'eTa e poi nel '96 alla PTomotTice di T01'ino,
nel '98 a Venezia dove fu pre-sente alle Biennali dal 1909, ininten'ottamente fino al '32 e poi di nuovo dal '48, l'icevendovi nel '56 l'omaggio d'una vasta mo-st1"G. commem01·ativa. Fu anche squisito incisore.
Come inserire
le piccole e medie aziende piemontesi
nei canali commerciali stranieri
ATTI DEL CONVEGNO REGIONALE DEDICATO ALLE PICCOLE E MEDIE AZIENDE
Promosso dal Ministero del commercio estero ed organizzato dalla Camera d i commercio industria arti-gianato e agricoltura di Torino, in collaborazione con le CCIAA del Piemonte - Torino, 5 giugno 1967.Mo
z
i
o
n
e conclusiva del Convegno
Il Convegno
è
stato
O1'gani
zza
to
per
esaminare
quali
possibi-lità
vi siano in concTeto
di
assumeTe iniziative atte a fav01'il'e
una maggior
pa1'tecipazione agli scambi con
l
'este1
'o
in ispecie
delle piccole e medie aziende
della
Tegione,
quali
debbano
essere
tali
iniziative,
q~~alel'a
z
ione
congiunta
dello
Stato, degli
01'
gani
pubblici pe1'ife1'ici, delle
Associazioni
di
categ01'ia
e
degli
op
em
-tori
,
anche per
far
si che
l'esigen
za
di
espoTta?'e
sia
sentita
non
piu
solo sotto
la
spinta
di fattori
congiuntumli,
come
nel passato,
bensi quale
continuativa ed
oTganica font
e
di ass01'bimento della
pTodu
zi
one
,
ben
consci
dell'importan
za c
h
e
la
c
ompon
en
t
e estera
è
venuta
oggi
assumendo nell' assetto e nello sviluppo dell'
econo-mia nazionale
.
Il
Convegno
èstato
p1'onwsso dal
]linisteTo del commercio
con
l'estero
ed
01'gani
zz
ato dalla CameTa di
commercio industria
artigianato e
agricolt~~m di TOTino,
in collabomzione con
l
e
Con-s01'elle
del Piemonte.
I lavoTi
si
sono svolti sotto
la P1'esiden
za
dell' on
o
signa?'
M
i-nistTo
peT il
commercio estero, seno Giusto
Tolloy.
Sulla t?'accia delle
indicazioni che
dalle
relazioni
e
dai
succes-sivi
dibattiti
sono emerse,
delle
esigenze e
d
e
lle
aspimzioni che
nell'
ambito
Tegionale e
locale
sono sentite
dagli ope?'atori
econo-mici,
nonché
degli oTientamenti
governativi attuali, che
l' ono
signo?'
Minist
'
ro Tolloy ha
esaurientemente
posto
in
luce
nei
discorsi
di ape1·tu?'a
e
di chiusum,
al
termine del Convegno
ed
all'unani-mità
è
stata
approvata una mo
zi
one finale, della quale qui di
se-guito
si
ripoTta
il
testo.
Le Camere di commercIO,
i
ndustria, artigianato
e
agricol-tura del Piemonte
PRESO ATTO
che
nella regione piemontese, a fronte di un incremento
presso-ché costante de
ll
e esportazioni, non risulta un adeguato
au-mento de
l
numero de
ll
e aziende che co
ll
ocano a
ll
'estero
i loro
prodotti;
che soltanto
un
a
mod
es
t
a
p
e
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e
di
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con continuità
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mercati
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e
rn
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li;
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e
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ontinuità
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portativ
a
anche nella
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pie-montes
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parte ricorrent
e
motivo di
cessaz
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dell'attività
di num
e
rose
piccole
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CONSTATATA
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e
un
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iende
nei
canali commerciali stranieri
m
e
diant
e
l
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e congiunta
e concorde
d
e
ll
o
Stato,
degli
organi
pubblici
periferici, dell
e
As-sociazioni
di
categorie
e
d
eg
li
operatori;
ESPRIMONO
il loro plauso alle iniziative assunte dal Ministero del commercio
estero
per
sostenere e
incrementare l'esportazione delle piccole
e medie aziende,
ed
il piu vivo compiacimento per il Convegno
indetto in Torino;
MANIFESTANO
il
loro
pieno
consenso
ad una collaborazione organica
e
perma-nente con il
suddetto
Ministero, collaborazione per
la
quale
di-chiarano
la
loro piena disponibilità;
AUSPICANO
il perfezionamento delle strutture
centrali e
periferiche
esi-stenti per facilitare i movimenti delle merci destinate
all'espor-tazione; il migliore completamento della rete di uffici
all'estero-con compiti di all'estero-concreto appoggio per l'incremento delle
espor-tazioni
ed
il reperimento di nuovi mercati; il perseguimento di
una azione concreta per coordinare
e perfezionare le forme
asso-ciative e
consorti
li
già esistenti o per costituirle ove
man-chino;
la
realizzazione di efficienti case
commerciali aventi
il
compito di agevolare il collocamento della produzione
sui
mer-cati esteri;
l'emanazione
di norme per l
'
incentivazione di form
e
associative fra piccole e medie aziende;
SOLLECITANO
la
costituzione
pr
esso
l'Unione r
eg
ional
e
delle Camere
di
com-m
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rcio della r
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e
i
ca
nali
co
mmer
c
iali
s
trani
e
ri
.
Saluto del Presidente della Camera di commercio
industria artigianato
e
agricoltura di Torino
Debbo innanzi tutto
rmgra-ziare il signor Ministro per il
commercio con l'estero, seno
Tolloy, anche a nome dei
Presi-denti delle Camere di commer
-cio del Piemonte e delle
asso-ciazioni di categoria, per aver voluto scegliere fra le Regioni nelle quali il Ministero del
com-mercio estero ha in programma
di promuovere Convegni come
quello odierno, la regione
pie-montese come oggetto di studio
e la Camera di commercio di
Torino come sede.
Il mio ringraziamento va
pure rivolto a tutte le autorità ed a tutti gli operatori che
hanno voluto partecipare a
que-sto Convegno e sottolineare la validità dell'iniziativa.
Il Convegno, organizzato dal-la Camera di commercio di
Torino in collaborazione con
22
I
c R o N A C H E E C o N o M I C H Ecav.
del
lav
o dr. Giovanni
M. Vitelli
le Consorelle della regione, è
stato promosso dal Ministero del commercio estero, al fine
precipuo di discutere ed
appro-fondire le modalità di
attua-zione di concrete iniziative, che sulla base delle caratteristiche
aziendali e produttive locali, siano ritenute idonee per il raggiungi mento delle finalità che ci si propone, vale a dire per l'inserimento delle aziende mi-nori del Piemonte nei canali
commerciali internazionali.
Come ho già accennato in
precedenza, è il Piemonte la
regione che in questo consesso
è oggetto di studio; pertanto si
è ritenuto necessario ed
oppor-tuno che più voci, ed autorevoli
voci, ci pervenissero dalle varie
provincie per evidenziare le
si-tuazioni in atto, indicare le
aspirazioni delle categorie
inte-ressate, portare un contributo
di esperienza sulla traccia delle
iniziative già assunte.
Dalla viva voce di S.E. il
ministro Tolloy avremo modo
di sentire quali sono le lincc
direttrici dell'azione pubblica
intesa ad incentivare gli scambi con l'estero.
Alla relazione introduttiva di
S.E. il ministro Tolloy, segui-ranno quindi relazioni .
peci-fiche, dalle quali - è fuori
dubbio - verrà un notevole
apporto, attesa appunto l'alta
competenza di coloro che le
svolgeranno.
E desidero vivamcnte
ringra-ziare i signori Relatori che cosi fattivamente ed aut
orevolmen-te hanno voluto contribuire al
migliore concretarsi
dell'inizia-tiva: il sen Ing. Giacomo Bosso,
il cav. del lavo dr. Francesco
Rota, il dr. Ferruccio
Gamba-ruto ed i colleghi presidcnti
delle Camere di commercio eli
Asti, Alessandria e Novara.
I vari relatori potranno mc-glio e piu particolarmente
scen-dere in profondità. Comunque,
a proposito del nostro
Pie-monte, desidero qui dire che per
l'economia regionale il 1966 è stato un anno positivo, un anno
in cui una consistcnte e
su[-fici'entemente generalizzata
ri-presa ha permesso di superarc
gran parte delle difficoltà con-giunturali ed ha posto le
pre-messe per una nuova fase di
sviluppo.
Il movimento di ripresa
01-tre che da una espansione della
domanda interna, da un ult
e-riore forte sviluppo delle espor-tazioni.
Vorrei pure porre in evidenza alcuni fenomeni che cos
titui-scono aspetti interessanti del nostro Convegno e che si sono chiaramente evidcnziati:
- Innanzi tutto, a fronte
di un marcato incremento delle
esportazioni, non sembra si sia
avuto un corrispondente au -mento del numero delle aziende che hanno collocato all'estero
i loro prodotti. A parte qualche
eccezione, sono state le aziende che abitualmente esportano a bcneficiare del trend espansivo; almeno, per quanto concerne
la provincia di Torino, questo
è assodato ed incontrovertibile.
- In secondo luogo, su un
totale di 8.600 aziende
pie-montesi (di cui '1.000
torine-si), iscritte al Centro
meccano-grafico istituito dal Ministero
del commercio estero e che quindi hanno compiuto in
que-sti ultimi anni almeno una ope-razione con l'estero non più
del 15
%
operano con una certa continuità sui mercatiinter-nazionali, salvo qualche punta
piti elevata nelle zone del
no-varese.
- Da ultimo, sempre
rife-l'endomi alle 8.600 aziende pic
-montesi summenzionate,
an-nualmente cessano la propria
attività, per essere sostituite da
altre che la iniziano, almeno il
25
%
delle aziende dellacir-coscrizione camerale torinese,
mentre nelle circoscrizioni di Cuneo e Novara tale per ce n -tuale scende circa al lO
%.
Questi fenomeni, indubbi
a-mente, stanno a significare
ap-punto la necessità di int
erve-nire con ogni mezzo per inse
-. .
nre un sempre magglOr numero
di aziende nei canali comme
r-ciali stranieri, attraverso forme
di associazioni o forme
con-sortili, ed io ritengo che le
Camere di commercio, quali
centri propulsori di iniziative
economiche provinciali, siano
gli Enti piu qualificati per
apportare un valido contributo
alla soluzione del complesso
pro-blema, soprattutto esplicando
una fattiva azione di
convinci-mento per superare le disa
r-monie iniziali tra i
parteci-panti e, successivamente, per
intensificare al massimo l'a
tti-vità di assistenza, ponendo a
disposizione i propri Servizi di
commercio estero, e svolgendo
attività promozionale all'estero
con la partecipazione a
mani-festazione fieristiche intern
a-zionali, organizzate anche nel
quadro dell'Unione regionale delle Camere di commercio.
Sono convinto che le
asso-ciazioni di categoria, che già
hanno intrapreso validissime
i-niziative in tal senso, non
man-cheranno di sviluppare la loro
azione.
Il signor Ministro ed i Rela
-tori, in questa prima giornata
di lavoro, e tutti coloro che suc
-cessivamente, anche nella mat-tinata di domani, vorranno in-tervenire o presentare delle co
-municazioni, potranno fornire tutta una serie di lumi sugli
aspetti del problema esporta
-tivo regionale e formulare le possibili soluzioni.
Prego quindi S.E. TolIoy af
-finché, con la competenza che
gli è riconosciuta, voglia
pre-sentarci la relazione
introdut-tiva e Lo ringrazio a nome mio
e di tutti i presenti per l'alto
contributo offerto alla soluzione
di questo importante problema
della piccola e media azienda.
Saluto del Sindaco di Torino
lo avrei voluto vemre a
l-l'apertura del Convegno per recare il saluto della Città; non mi è stato possibile. Ade m-pio in ritardo al gradito com -pito ché non ho voluto ma n-care di sottolineare l'importa n-za che la città di Torino a
ttri-buisce a tutte queste manife
-stazioni, e particolarmente a
questo Convegno, che è stato
promosso dal :lVIinistl'o per il commercio estero - al quale
voglio rivolgere qui anche un
particolare saluto - nelle varie
regioni, e oggi in Piemonte. È
stato già da altri sottolineato che l'importanza di questo
pro-blema, e il valore nevralgico
che esso assume, richiede delle
strutturazioni, che però non
24
I
c R o N A C H E E C o N o M I C H Edevono essere prefabbricate per
tutti, ma debbono precisamente
essere adeguate a quella che è la situazione e la condizione delle varie regioni. Soprattutto in questa epoca, in cui si
af-ferma l'esigenza di una
pro-grammazione, in cui si afferma, e anche giustamente, l'esige n-za di eq uili brare la posizione delle diverse regioni - e del
resto questa esigenza di rie-quilibrare si presenta non sol -tanto nell'ambito di uno Stato, ma in quello ben piu vasto dei
Continenti e appunto anche nei
rapporti dei Continenti - è
necessario a pprofondire quelli che sono gli strumenti per im-pedire che un semplice slancio,
che possa avere un carattere
prof. Giuseppe Grosso
romantico, sia pure ispirato da un sentimento giustificato, pos-sa portare a dei risultati chc siano diversi da quelli che ci si ripromette.
Cioè non si può mai pe
n-sare che l'incentivare
l'econo-mia di date regioni
sottosvi-luppate possa derivare soltanto dal disincentivare l'impulso di
altre regioni. In questa mia
affermazione non c'è nessuna espressione polemica; anzi c'è una effettiva e reale
preoccu-pazione. Quindi questa
inda-gine, questo studio circa il mo-do di inserire la piccola indu-stria nei canali di esportazione,
in una regione ad un certo
li-vello di industrializzazione co-me è appunto il Piemonte, as -sume oggi, da questo punto di vista, un particolare signiflcato
cd un particolare valore. Si
tratta di fare in modo chc
ef-fettivamente quest'opera di ri
e-quilibrazione che oggi si vuole
fare nei rapporti fra le regioni, sia tale da realizzarsi appunto col concorso e con lo sviluppo di tutte le regioni, adeguato a quello sviluppo chc le regioni
possono avere. E il problema
delle possibilità di sviluppo
del-la nostra regione piemontese è
particolarmente legato all
'ap-profondimento di tutti i
pro-blemi, ed è particolarmente an-che legato a questa ricerca del
modo di favorirc le
esporta-zioni, di inserire anche la pic-cola e media industria nei
ca-nali di esportazione. Questo
proprio perché il Piemonte è
da un particolare indirizzo della
grande industria; perché ap
-punto là dove la qualifica è
data dalla grande industria, questo problema dell'industria
minore assume anche un
par-ticolare significato ed un suo
particolare valore.
Questo ci tenevo a dire, so
l-tanto per dimostrare che la
città di Torino è presente a questa manifestazione, anche
se io non ho potuto
stamat-tina e non potrò essere pe
rso-nalmente presente a questi
di-battiti, che del resto si svo
l-gono fra competenti. La Città
è presente a questa manifest
a-zione per sottolineare il valore
e il significato che assume OggI
- e proprlO ai fini della
solu-zione dei vasti problemi che si presentano sulla sfera inte
r-nazionale, sulla sfera piu vasta
europea e anche nell'economia
interna - l'approfondimento
particolare delle possibilità di
sviluppo che i vari settori, e
specificamente le varie regioni, presentano.
Discorso introduttivo
del Ministro per
il
commercio con l'estero
Ringrazio l'Unioncamere pie-montese e la Camera di
com-mercio di Torino per avere
organizzato questo Convegno. Come lor Signori sanno, l'ini-ziativa di questi Convegni par-ti dal Ministero del commercio
con l'estero l'anno scorso, dopo
26
I
c R o N A C H E E C o N o M I C H Ela mIa nomina all'attuale
fun-ZlOne. Il fatto che siano le
Camere di commercio e gli ope-ratori stessi a richiedere oggi
che questi convegni vengano
tenuti, è per me .la dimos tra-zione che l'iniziativa è valida, che essa corrisponde ai precisi
seno
Giusto
Tolloy
intenti delle categorie int
eres-sate e che il metodo con cui
essa viene attuata costituisce la piu ampia garanzia di favo-revoli risultati.
Mi si consenta oggi di ricor-dare gli scopi di questi
con-vegni. Perché nacquero?
Co-me nacquero? A quali
risul-tati siamo finora pervenuti?
Uno dei motivi di carattere
generale che mi ha suggerito la loro attuazione è stata
an-zitutto la constatazione che nel
-l'attuale fase storica del nostro Paese la componente estera è
diventata un elemento
strut-turale fondamentale della no-stra economia. Se si
consi-dera che nel 1966 si sono sup
e-rati i lO mila e 500 miliardi di lire in import-export, di cui
piu di 5 mila all'esportazione, e che per il 1967 ci si avvia ai 13 mila miliardi, è facile desu-mere quale riflesso tali cifre
avranno sul recldito lordo it
a-liano medio.
Tutti sanno che ormai la ri-presa congiunturale è in atto e che nel 1966 si è registrato un aumento del reddito nazionale
lordo pari al 5,5
%
anziché al previsto 5%.
Esaminando l'in-terscambio nello stesso annonotiamo che mentre le imp
or-tazioni hanno confermato le
previsioni con un aumento del 17
%
circa, le esportazioni sonoinvece aumentate, anziché del previsto 8%, del 12%.
È chiaro che tale incremento
è risultato a tutto vantaggio
del reddito lordo, facilitando