CAMERA DI COMMERCIO
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
INDUSTRIA E AGRICOL TURA DI TORINO
266
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7
POSTALE (1110 GRUPPO)CRONACHE
ECONOMICHE
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cronache
economiche
mensile a cura della camera di commercio induslria e agricoltura
numero 266 7 febbraio-marzo 1965
di lorino
Cornspondenu. manoscritti. pubblicazioni deb-bono essere indirizzati alla Direzione della RI-vista. L'accettazione de.-h anicoli dipende dal ,iudizlo Insindacabile della D.rezlone. Gli SCritti firmui e sì,lati nspecchlano soltanto il pen-siero dell'autore e non Impegnano la DireZione della RIVISU nè "Amministrazione Camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono es-sere inViate In duplice copia. E' vietata la ri-prodUZione degl, articoli e delle note senza t'autOrizzazione della DireZione. 1 manoscritti, .lnche se non pubblicati, non si restituiscono.
Direttore responsabile: Prof Dott. Giuseppe Carone
.
sommano
A. Dragone
3 La Galleria Sabauda di Tonno J. Tinbergen
14 Trade between western and communlst countnes R. Corrado
18 L·lnterpretazlone del diritto del lavoro A. Russo-Frattasi
24 ConSideraZioni sulla attendibilità dei campioni nelle indagini di traffico A. Vigna
31 Contributo al ricordo di un economista piemontese dimenticato G. Biraghi
35 Nota breve sull"andamento congiunturale dell"economla tOrinese nel 1964
s. Bono
49 Un aspetto inedito dell"automazione: I"automazlone nell"lnsegnamento P. Cassan
53 Formation professionnelle et développement économlque u. Bardelli
58 RUSSia e Italia viste nel quadro storico agii effetti dell"agncoltura C. Fregola
69 La situazione delle Cantine sociali in Piemonte E. Battistelli
72 Vino, bevanda sovrana E. B.
77 Note e diSCUSSioni: Leggendo la relazione di bilancio della FIAT A. Richetti
80 Tribuna dell"economlsta: La lotta per lo sviluppo economico del nostro tempo di Robert L Heilbroner
R. Zezzos
82 Biografie merceologlche: Vita segreta dei biscott 88 Tra I libri
88 In biblioteca 93 Dalle riviste
Direzione, redazione e amministrazione
CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA E UFFICIO PROVINCIALE INDUSTRIA E COMMERCIO
Sede: Palazzo Lascaris - Via Vittorio Alfieri. 15. Corrispondenza: Via Vittorio Alfieri. 15
- Torino (120) - Casella Postale 413. Telegrammi: Camcomm.
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BORSA VALORI
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Via Andrea Doria. 15.
Telegrammi: Borsa Merci - Via Andrea Doria. 15. Telefoni: 55.31.21 (5 linee).
GABINETTO CHIMICO MERCEOLOGICO
f n ('()JH'rtj Da:
La
Galleria Sabauda
(li Torino
Ing,.{o J)ragol!e
S/ ('oli/piI pro/l!'i" 'I/(('St'al/I/o 1111 ,\'('colo dal 11'1111'0 iII l'Ili Il' Optrt' d'arll' prOi'/'lIil'lIti dalli' col-II':iol/i ,whallr!I' dUI'l'l'ol/l/l't/tl' l'SpostI' al puh-Mi('o, IU'I l'olcI'1' di ('arlo . Jfhl'rlo, lill dal l '32, l' d()t/I/ll (//10 S/(/Io. 111'1 'GU, da/ suo s//ccl's.\'ore '"it!ol'io R/I/(II/1/dl l I ('1'/11111'0 ordiI/aIe Ild ~/I(/ril/i(/I/I) Pahr: .. :'o dI'l ('olll'p,io dei Sobili. di-,'/'1/ ilIo poi ridI'.. J c('(/doll ia delle Scil'l/:'/, do('(' IIIt!al'ia so/tal/to l/ell'ulLimo dopogucrra hallllO tro-l'(/io adl'p,/wta si.l'll'llla::.iollc in seguilo a lUl/ghi l' o I/('I'IIS i lm'ori di l'il/noi'aml'nlo, (~IIl'sli si ira-dl/,\'st'I'O iII I/t/a l'adicale traslorllw::.iollc dI'ilI' salt' «:In iata dallo Stato nel l!),j~ COli/l', 111'/-l'l'pigralc dI'Itala da JJar:.iallo ]Jel'lwrdi, ricorda la la/JÌ/Il' mI/rata 1Ic1 J.9JU e portata a fcliee ('olllpilllt'llto, all"piee animoso Giancarlo Came-rana, ('l'eatore (' prc.,idcnte di un Comitato Ci-vico l l'hl' appllllto III' ,'olle il migliorc riordilla-II/ni/() c /(/ più prollta rillptrlllra, nl'llo spirilo di chi I/( (H'n'a disposi a l'islilw:;iolll'.
L(( Hmlc (,'allcria di PiI/lira H, com'l'l'a siaio dalJ/lrill/a chiall/a/a, Ilei dise!!lIi del prillcipc di'ilo ,'.,'/a/llI0 Il dOl'Cl'a costituire illialli 1111 1I1/0i'0 sll'llIl/l'l//o di cill/llra, se/TI'I/do, come ricorda Ales-s((/ulro lJallfli di l'es III e Ilcll'illtrorlll::.io//i' d'lIl1 ((I/Iico ca/(/Io~() }II/bhlica/o da l"iI/Cl'I/:o BOl/a (/ipo!!'/'{/Io di ,..,' . .lI. l' dI'i R. R, Prillcipi, 1'orillo ]!}()!}) a diletto cd amm:H'"tramento del '>"0 popolo l' dei fOI'(·.,til'ri )).
.l//chl' /alc gl'sto ril'lI/rm'{/ II1'1I'allirta « poli-tica Il rllltl/ralt' illslal/mta da Carlo .1l/J/'I'to, as-SI CI/Ilda/o il/ q I/( .1'/0 da 110m i // i CO 1111' il lIlarchl'sl' R()/wl/o (LI :'t'~lio, siccl/{' da/a Ira l'allro da allora /11 /'l'((/:iol/f dd/li Dcpllla::.iof/i' di s/oria Jla/ria II l'III' }Jfl'l/dl'i'a (ln'io il 20 aprilI' J 3.3, lu'r dol'l' I/t'!!,li lIi ... toriae }latrine monumenta, ilI/li pllb-hlica-iol/I' chI' per ampit,7.za. di do(,ull1enta-ziolw, l' dignitù di stampa, COIllI' III Ilo/a/o ... ta tuttora a fondamento della. <;toriol!rafìa degli ... tati ... ahalldi ), /IIcl/tre dopo anI' dOllato olLl
c-B. Bellotto: Veduti! dell'antiCO ponce sul Po ;I Torino. «(OlO o colOri Rampozzi).
car/I'mia di PiflU1'f1 l' ,,,,'cl/llllra lo co/ll':.io//I' ,ft i Siloi SI'sswlla c((r/olli di lIntichi lII((cstri IJinl/lll/ -Icsi, il ,1'(J<'rfll/O .l'i prOfJOIIITI/ di darI' (J(II'{!.lwla sisll'lI/a:iol/l' all'./ccadl'lIIia s/cssa II('/' 11/ '1/11/11' (/ proprie Spl'SI' 1('('(' ricostrl/ire l'allI/alI' flalll::':'/) chI' nel 183ì /1' dOIl,ì, loml mio/a al/l'l'sì di //1/(/ 1/0tlToie do/a::.iollc pl'r IISSCW'(/rII/ il II/i{!.liort' Il/II ::.iolla 1111'1110.
SI' dlll/'lUI', comc puhblico is/i/ulo, la ( SI/-bal/{Za Il dI'l'C dirsi di l'l'Cl'lItl' cosli/lI::.iolll', risale pero beli più il/ didro Ill'i secoli CO/l/I' raccol/a prÌi'ata dci dI/chi di Sm'oia. Con gllllll/lIl'lc Fi-liberto l'l'a slata esscnzialmcntl' ['archilel/lIra a trarre un primo ill/pl/lso di ri//II01.'oll/l'lI10, al/che .l'C si puo poi ricordare COIIIl' il Pril/cipl' m'essI' tl'II1110 a corle un buoll ritral/isla qllall'
/11
[,,11'-!!,l'n/a, lacl'lldo lm'orare ]Jcr 81\ Jacopo Bassallo l' l 'alli/a il gim'allc, mCI/tre la duchl's.l'a J/ar{!.herila di Fral/cia sua .l'posa ri1.'ol{!,llIdosi 8elll]J1'l (Ll'elll'::;ia n'chbe, da Paris Bordolll', « un bellis-"imo quadro d'una \'('nere ('on (,lIpido che dormo/lo eu"toditi da un <,el'\ o, tanto ben fatti cOlI/ml'lIlm'a il l-asari //l'lle SI/I' Vite - ('he non .,i pOS ... OIlO lodare ahha.,tan'l.:l .
FII pero Carlo Emanlll'le J ad oal/parsi d"[ palril/lol/io artistico lamilial'l', nOlloslallte /e dii .. lìcoltà tìllan::.iaril' l' l'alterna lortulla dilli' glll'l'rl': allli si dOi'clll', tra l'altro, la cosli/lI:.iol/l' della IIIIII!,{/ !!allt'l'ia l'hl' iII gllis([ di ([IIIJJia //lallica a Toril/o colll'l!,(Ii'a ['al/tico pala::.:.o dl/calc col cas/I'llo ,l cl" sorp,1' al ('('II/l'O della pia:.:.a oll/ollill/a. Omata di piI/lire da Pl'derico hllccaro l'Oli /III lm'orll duralo o/Ire dl/I' ([11 Il i, tra l'l'sta/I' del lGO,j l' ral/II/II/IO del 1601, /a Ill/Iii'a Ualliria 11011 lIIancò di / sSI'r cilala con alli III ira:: io ili' da quallii 1/1' scrissero, /IIcllln ntl 15fJO, il LO//la::.-:..o, ricordando la q/ladrl'l'ia dI'i duchi di Sm'oill IIdlrl sila Idca dcI tempio della Pittura (/lscita iII .l/il'lIIo lIel j.jfJO) , III pOI/I','a al quarto IJosto tra li più iil/-portl/I//i d'El/ropa, dopo Il' colll':.iolli di'l l'l di
Una delle sale dedicate ad autori piemontesi, nel nuovo riordinamento della « Sabauda».
Spagna, dell'Imper'ator'e, e del Gmn Duca di Toscana,
N on r'a1'(~mente gli ambascia-tor'i dei Savoia destinati nelle ca7Jitali in ctà fioTivano le arti, vennero scelti a quel tempo con-sider'ando non soltanto le loro doti di diplomatici ma anche la loro espeTienza in fatto d'aTte, Ed è significativo che peT inca-r'ico di Vittorio A medeo I, al pittor'e r'omano Antonio Della Car'gna fosse r'ichiesto di r'edigere tm vero e propTio inventar'io com-prendente i (( quadri di pittum .. ' Titrovati l'anno 1635 nelle stanze del Palazzo di Tor'ino, a J1!lim-fiori, èt i migliori del castello di Rivoli, con l'espr'essione ,della qualità d'essi e de' nomi de' pittori .. , »,
A centinaia si contavano le opere d'arte nei palazzi S abat~cli
e, per quanto, in più cl'ttn caso,
41
CRONACHE ECONOMICHEfosser'o ottimistiche le attribu-zioni nelle quali r'icorrevano i più bei nomi dell' arte italiana e non - da RafJaello a Miche-langelo, insieme a DiÒ'er, Ti-ziano, C01'1'eggio, Pa1'1nigianino, Rosso, G, C, Procaccini, Pan-filo Nuvolone, il Tempesta e il Nlor'azzone, - non dovevano mancar'e veri e propr'i capolavori, Pt~r'troppo in gmn par'te la qua-dr'er'ia venne rovinata da un incendio che nel 1659 distTusse la galler'ia, così come nel 1691 altTe oper'e d'a'rte andarono peTse nel castello di Rivoli messo a feTro e a fuoco dai fJ'Clncesi del Catinat; tmico superstite dei cen-toquamntotto r'itmtti d'ogni di-mensione e valore che vi si con-seTvavano - tra i quali un bu-sto di Filippo I I si dice del Tiziano - è probabilmente quello di Carlo I d'Inghilterra di
-pinto dal M ytens con la colla-bar'azione del van Steenwiclc peT l'ar'chitettum di fondo, Egual-mente tm le fiamme perirono nel 1861 a Blenheim-Palace i nove quadri da T7ittoTio Amedeo II donati al famoso duca di M arlbo-Tough ch'emno dati a Tiziano,
A medeo I I che, con la guida di Filippo Juvarra, geniale cc ispi-ratore c consigl iere », come scri-veva il Baudi di Fesme, ma vero e proprio cc 1'egista», come oggi si di1'ebbe, numerosi artisti tra i pih noti dell'epoca vennero chiamati a Torino per adornare la 1'eggia: dal Solimena al Tre-visani, dal Fctn Loo al Pannini,
Un acquisto di valore vem-mente inestimabile fu natttral-mente quello che cond7tsse a To-1'ino la qttad1'e1'ia del Principe Eugenio di Savoia, uomo d'a1'mi tm i più illustri del mondo, ma anche colto e finissimo intendi-tore d'arte, come potevano atte-staTe la stupenda sua biblioteca e la ricchissima collezione di incisioni, la più vasta f01'se che, sino allora, fosse stata riunita, Quanto ai dipinti, basti dire che tm i centosettantotto pezzi
ac-quistati nell' ap1'ile del 1741 da Carlo Emanuele 111 (che si trovò a competeTe col 1'e di Polonia Augttsto I l e col generale Luca Pallavicini), v'em quel nucleo di pittu1'e fiamminghe ed olandesi che, insieme alle opere di scuola piemontese, danno particolat'e ca-mUere alla Galleria Sabauda di T01'ino, 1'ichiamando tuttora su di essa l'attenzione ammi1'ata d'ogni studioso o amatore che di quest'arte s'intenda,
Circa quatt1'0 anni erano du-1'ate le t1'attative con l'erede, prin-cipessa T7itt01'ùt di Ca1'ignano, concluse poi con l'acc01'do in f01'za del quale la corte di T01'ino si assicumva l'importante gruppo di opere d'arte pe1' il p1'ezzo di 90 mila liTe piemontesi (delle quali la p1'incipessa non aV1'ebbe potttto pemltTo disporre che nel suo testamento), ment1'e le
sa-l'ebbero state corrisposte a titolo d'interesse annuo 5 mila lire, e pagati mille ducati in conta Ilti per i dieci soggetti delle battaglie clel p1'incipe Eugenio dipinti dal-l'Huchtenb1trg espressamente per il gumde condottiero,
Entrarono allora a fm' 1Jarte delle collezioni torinesi capola-v01'i come l'Erasmo da Rotter-dam di Holbein, otto G, DOtt (fm cui la Donna idropica che insieme all' atto di abdicazione di Cat'lo Emanuele ITT, nel di-cemb1'e del 1798 il genemle Clau-sel portò a Parigi, donde 110n sarebbe più tornata), le nature morte dell' H eem, il gntppo dei Tenier il giovane e quello dei Bt'ueghel detto Velours, i Quat-tro tori del Potte1', Piramo e Tisbe del Nloor, l'Interno di chiesa evangelica del Saem'e-dam, le vedute di Giovanni
Orif-Galleria Sabauda: la sistemazione delle nuove sale dedicate alla Collezione Gualino.
Jean van Eyck, Maeseyck c. 1390-1440: S. Francesco riceve le stigmate.
fer, le Battaglie del H' outcJer-mans, l'Autoritratto di F, van Ai ieris il vecchio con altTe S1te opere, il Ritratto di vecchio CLt-tribuito al Koninclc, cui altre stupende opere si sm'ebbe1'o poi potute aggiw~ge1'e, pe1'ventde at-t1'averso nuovi, fortunati acquisti,
Un alt1'o dipinto t01'nava in-tanto a Torino da T'ienna, il Ritratto equestre del principe Tommaso di Savoia-Carignano, la s1Lperba tela dipinta dal van Dyck in Bruxelles sul fini?' del 1634, inviata nel 1742 in dono a Cw'lo Emanuele III dalla principessa Fittoria che nel frat-tempo aveva pensato di tTasfe-1'irsi a Torino (come infé/.tti di lì a poco tempo fece) per sot-trarsi ai maltrattamenti del prin-cipe Giuseppe di Sassonia-llild-bw'ghàusen, sposato nel 1738 per le pressioni della casa im-periale,
È forse il caso di 1'ic01'dare che la tela - di cui, negli archivi torinesi, esiste una ricevuta auto-grafa dell'autore con la data
61
CRONACHE ECONOMICHEBruxelles 3 gennaio 1635 e l'in-dicazione del compenso avuto (sinque cento Patacconi) per questo e per 'tm alt'ro 1'itratto di minor f01'1nato - fatta venire a T01'ino dal P1'incipe Tommaso, era stata portata in seguito CL Pm'igi da suo figlio, e fatta 1'ientrare poi nella capitale S1L-balpina nel 1694, Di qui passo infine a Vienna, al p1'incipio del secolo, come dono di Vittorio Amedeo II, al cugino che tanta pa1'te aveva aV1do nella vicenda milita're dell' assedio posto dai fumcesi a Torino nel 1706 e concltLsosi vittoriosamente pe1' gli eserciti a1,Lstro-piemontesi,
Carlo Emanuele III ptLO an-C01' essere 1'ic01'dato come mu-nifico mecenate per aver talora mandato a sue spese a Roma, a Venezia e a Parigi alcuni gio-vani m'tisti stwi sudditi, e quale committente di d1te delle più, belle « vedute n della pittura ita-liana settecentesca; quella ap-punto dell' Antico ponte sul Po a Torino - che figura sulla
copertina di questo numero di « Cronache Economiche n - e quella « gemella n di Torino, dal lato del giardino reale, entrambe dovute a Bernardo Bellotto, come lo zio Antonio Canal, detto il Canaletto, che vi attese dnrante l'estate del 1745, ricevendo in pagamento 975 lire 1Jie'l7wntesi 1Jer ciascuno,
A p1'Oposito di questa tela -esemplarme nte ripulita i n qtLesto dopoguerra dal P1'Of. Ettore Pa-t1'ito, cui si devono tra gli altri anche gli eccellenti 1'estaw'i del Potte1', del Ruysdael, del SallrLe1't, e il p1'Odigioso 1'ecupero del Saen-redam che pm'eva irrimediabil-mente perso per gli etJetti d'1m incendio - nel suo volume Ven-tiquattro capolavori della Gal-leria Sabauda di Torino (SET, Torino 1951) che ap1'iva la serie delle monog1'afie della « Biblio-teca d'a1'te n, edita per benemerita inizia,tiva dell' Istituto banca1'io San Paolo di T01'ino, lVIw'ziano Be1'nardi annotava: « L'autore stesso dovette valutarne l'im-portanza, ritraendosi al caval-letto in primo piano a sinistra, con altri due personaggi, pro-babilmente artisti della Corte sabauda, L'opera è importante anche come documento, perchè mostra qual era il borgo di Po alla metà del Settecento, la chiesa del Monte dei Cappuc-cini con la cupola originaria del Vittozzi, l'esatto aspetto - pri-ma di successive aggiunte - del lontano castello del Valentino (il Brinckmann se ne valse per un suo studio su questo monu-mento), e quello assai primitivo dell'antico ponte, metà in legno e metà in muratura con un posto di guardia al centro, un poco più a monte di quello at-tuale napoleonico, terminato sotto Vittorio Emanuele I n,
in-dollo a sacrificm'e dal suo con-jess01'e, pad1'e Giovanni Piet1'o Costa, nonostante ve ne fossero più d'uno 1'itenuti di a1,tisti
I
amosissimi,Di tanto scempio 1'imane un elenco negli Studi storici e ar-cheologici sullc arti del di egno
pubblicati da Roberto d'Azeglio (Le Monnier, Fi1'enze 1861) dove si 1'icordano t1'a gli altri una « Vcnerc nuda corricata con Cu-pido che la baccia», attribuita al (( piftor Michelangelo Buona1'-roti » e una ({ Venere nuda,
cor-ricata sopra un panno rosso con Amorc da canto, et vista di
marina » per la quale si faceva il nome del T1e1'onese, Attribu-zion'i che ci si può augumre fo s-sero etllom dettate da un' otti mi-stica ign01'anza - come spesso potè accadere, nell' antichità -ma che si fanno attendibili al-meno per il caso della sesta opere!. in elenco, ww ({ Venere
nuda corricata sopra un letto
con Amore, un huomo et un
cagnolino a suoi piedi» in cui con molta lJ1'obabilità v' è da ri-conoscere il soggetto dipinto da Pa1'is B01'done lJer la duchessa M argherita e citato dal T1 asari, come più sopm abbiamo 1'icor-dato,
renne poi la Rivoluzione FTClI1cese e l'occupazione napo-leonica durante la qttale non sol-tanto la Commissione detta delle m'ti (i ncaricata di sceglie1'e ovun-que il meglio per a-rricchire il museo del Louv1'e), ma genemli e commissa1'i 1'epubblicani, si pttÒ dir gareggiassero nella ille-galità app1"Opriandosi di decine e decine di quadri e altre open d'arte, Lungo e difficile si dimo-strò il recupero di un sì vasto patrimonio culturale nel quale si prodigarono prÌ1na il sotto archi-vista Simondi, poi un giovane avvocato, Ludovico Costa, Ed è facendo qìwsi un bilancio che ricordando queste vicende il Bau-di di TTesme conclude: ({ ", per
quanto risulta da documenti,
si può dire che la parte
mag-giore, tanto rispetto al numero
che rispetto al valore dei quadri tolti al Real Palazzo dai
gene-rali e dai commissari re
pubbli-cani, ritornò all'antica sede ne-gli anni 1815 c '16; per contro, sessanta o settanta quadri, tra
cui parecchi di pregio inesti -mabilc, e trentaquattro
minia-ture furono irremissibilmente
perduti »,
N ella bufera 1'ivoluzionaria e1'a t1'a l'altro nascostamente emig1'ata anche la Visitazione della
Ver-gine, capolavoro di Rembmndt, 1'ieme1'so più tardi a Londra, nella collezione del ma1'chese di Westm inste1'"
Nonostante le peripezie, al principio dell' Ottocento, il pa-trimonio artistico dei Savoia of-f1"iva ancor campo di vivissimo inte1'esse per gli studi ed è giusto 1'icordare come, per celeb1'an il centena1'io dell' e1'ezione del P a-lazzo dell' Università, nel 1820 vi si 01'ganizzasse una esposi-zione di opere di pittura e di
scultura antiche e modenw t1'a le quali - come si può vede1' documentato in una ({ Notizia » pttbblicata quell' anno in Torino nella Stampe1'ia 1'eale, ottantasei p1'ovenienti dalle collezioni del re, F1.t, questa, forse la p1'ima esposi-zione che di questo tipo si tenesse in Italia ed è ce1'to che qtti s'a p-prese quanto potesse conta1'e per l'elevazione culturale d'un pO-'
polo il lJoter disporre d'1ln sì prezioso materiale che CI. tutti fosse dato cl' accostare,
P?'ima ancora che Carlo Al-berto si ?'1solvesse a far ?'iunire altrove, a questo scopo, la qua-dreria di Palazzo Reale lJe/" of-frirla in pubblico godi?nento, an-che Carlo Felice, che p'u?'e non ebbe mai g?'ande interesse 1Je1' le arti figurative, potè contribttire all' accrescimento delle raccolte reali acquistando (nel 1824) il palazzo elel ma?'chese )J![ arcello Durazzo, eli Genova, S'accrebbero infatti in quell' occasione j01'tu-nata di alctmi capolavo?'i spe-cialm,ente ca?'avaggeschi, lig1.t1'i e veneti tra i quali olt?'e allet Con-sacrazione di un re di Francia, elel fiammingo BenwTCl van 0 1'-ley, il Satiro e baccanti del Castiglione, un Ritratto di guer -riero del Cm'bone, un Ritratto
di prelato e l'Omero dello Stroz -zi, La Sacra famiglia con S,
Francesco e l'Adorazione dei
Pastori del Savoldo, una
Gio-vane donna di Pa?'is Bo?'done,
La Trinità del Tintoretto, ed in-fine quel capo d' opem assoltdo ch'è la Cena in casa di Simone
Fariseo, 1'itenuta dal Palluc-chini, la più bella delle Cene del Ve?'onese,
Dipinta, q'uesw, secondo il R i-dolfi nel 1560 ehm'ante un breve soggiomo di Paolo Calie1'i a
Cosimo Rosselli, Firenze 1439-1507: Il trionfo della castità,
Ambrogio da Fossano (Borgognone), Milano c, 1460 -vivo 1512: La Vergine col Bambino,
Ver'ona, aveva subito attr'atto l'attenzione del Vasari che nel-l'edizione del 1568 delle sue cele-br'i Vite, scrivendo dell' m'tista nella Vita del Sanmicheli,. così lo ricorda: « In Verona, nel r
e-fettorio di S, Nazaro, mona -sterio de' monaci neri, ha fatto in un ,gran quadro di tela la
cena che fece Simon lebbroso
al Signore, quando la pecca-trice se gli gettò a' piedi; con molte figure, ritratti di naturale, e prospettive rarissime, e sotto
la mensa sono due cani tanto
81
CRONACHE ECONOMICHEbelli, che paiono vivi e naturali,
e più lontano certi storpiati otti-mamente lavorati», I B enedet-tini, sostituendo l' or'iginale con
'una copia del Ridolfì, lo ven-dettero ver'so il 1646 per 7 mila scttdi d' w'gento agli Spinola di Genova, dai qttali passo ai mw'-chesi Du?'azzo fìnchè nel 1824 con l'acquisto del lO1'O palazzo completo di ttdto il StW a1'1'eda -mento d' Mte, gitmse in possesso dei Savoia, valutato in quest'oc-casione 100,000 li1'e genovesi.
V' è ancor da notare che quando
nel 1837 CaTlo Alberto intese far portare l'opera a Torino, 1Jer darle quel posto che pur le spet-tava nella nuova galleria, onde evitare il geloso r'isenti mento dei genovesi, si pr'ovvide a sostitttire ancor'a una volta l'originale con un' antica copia di Davide Cm'te, traspor'tando poi nascostamente la tela sino a Torino, in 1m convoglio di aTtiglier'ia,
Pochi lustri dopo, la convi-venza in Palazzo Madama delle opere d'ar'te e del Senato Sttbal-pino si r'ivelava esiziale per il patrimonio artistico, specialmen-te a causa dell'uso dei caloriferi. Ed è verosimilmente dopo inutili ?'accomandazioni che il direttore della Real Galler'ia, mar'chese Rober'to d'Azeglio, nel novembre del 1851 non esita a denuncim'e il per'icolo in termini r'ecisi. « La
degradazione operatasi durante
il corso di quattro anni nelle preziose tavole della
Pinaco-teca aperta agli studi pubblici
dal re Carlo Alberto, dimo
stran-done ogni giorno più in
evita-bile la perdita, qualora essa non venga reintegrata nella specia-lità di condizioni che ne
tute-lano l'esistenza, io sottoscritto,
direttore generale di essa, ho stimato mio formale dovere in-vocare il patrio senso che sì altamente contraddistingue il
Parlamento, onde sia per sua
opera conservato alla nazione
uno dei più nobili monumenti che illustrassero il regno di quel magnanimo principe l),
Toccando poi memor-ie ancor vive, ricor'da come sul veno di molti dei capolav01'i della ?'ac-colta torinese si leggesser'o le pa-r'ole « Tableau envoyé de Tu-rin)l, con la data del 1802 o 1803, accanto alle qtwli f01'tuna-tamente s'er'a per'o potuto simil-mente scrivere Quadro riman-dato da Parigi con la data del
1816, « Pochi anni ancora, o
signori - continuava il d'Aze-glio - e poi questi tesori d'arte che le armi dei francesi
c'invo-larono, che le nostre armi e
restitui-rono, avranno cessato di essere,
La incuria nostra avrà (;ùm-piuto ciò cui non bastarono nè la [alce del tempo, nè il ferro del nemico, nè il duplice valico dell'Alpi '" Allora sulle ultime reliquie di tanti capolavori, al seguito delle due iscrizioni '" una mano vendicatrice segnerà l'iscrizione: Perito in Torino nel palazzo del Senato »,
Quasi tre lustr'i, dovevano quindi passar'e prima che il voto del marchese Roberto d'Azeglio (dimessosi nel 1854) potesse venir soddisf atto sotto la direzione del fratello Massimo, mentre già s'annunciavano cospicui lasciti di benemer'iti privati che di tempo in tempo avr'ebber'o contribuito ad accr-escer'e l'entità delle Taccolte, Si vuol qui ric01'dm'e almeno qualche nome tTa i più antichi: il mar'chese Agostino Cusani di Sagliano, mons, Fea, Vescovo di Alba, i marchesi Tancredi e Gittlia Falletti di Barolo cui si deve tra l'altro la pm'te centTale d'un piccolo tr'ittico con l' In-coronazione della Vergine at-tr'ibuita a Bemardo Daddi, il barone Gamba, dù'ettore della Pi-nacoteca che dono L'andata al pascolo del Fontanesi, Emamtele d'Azeglio che dello zio Massimo lascio il Castagno di Loveno; per accennare poi ai più r'ecenti doni dei conti Siccardi, e di Bernard Berenson, ma specia l-mente dell' avv, Riccar'do Gtta-lino la collezione del quale, fin dal 1928 gene1'osamente donata allo Stato per'chè fosse esposta in ttnCt sezione apposita nella sede della Galleria Sabauda, co-stituisce di per' sè, come accen-neremo, un museo nel museo,
j'\l1 a le vicissitudini di qttesta donazione, qttasi s'intrecciano con l'ultima stor'ia della galleria torinese che, uscita non senza sinistri dall'ttltima g1terTa,
1120-sil'ava evidenti necessità di un mdicale Tior'dino,
Qttesto è stato r'eso possibile per l'esemplare sollecitudine e la perseveranza silenziosa ma fer-ma della soprintendente alle
Gal-Antonio van Dyck, Anversa 1599-1641: Il principe Tommaso di Savoia.
ler'ie dott, Noemi Gabr'ielli che, mer'cè l'interessamento di un gruppo di benemer'iti - primo il compianto conte Giancar'lo Ca-merana - ottenne il consenso e il generoso inter'vento dei mag-gior'i ent'i locali - dal Comttne e dalla Pr'ovincia alla Fiat, dalla Camem di Cornmercio e dal-l'Unione industr'iale alla Cassa di Risparmio, dall'Istitttlo ban-cario San Paolo alla Sip e alla Banca anonima di Cr'e-dito - onde i lavori iniziati dalla Dù'ezione gener-ale delle Anti-chità e Belle Arti, con una spesa di 188 milioni poter'ono essere portati a compimento col
contri-buto dei tOTinesi che attTaver-so gli enti sopmcitati elar'gù'ono al-tri 282 milioni, Ed è significa -tivo che anCOT di recente peT assicurm'ne il f1tnzionamento, messo in crisi dalla penuTia di mezzi destinati al per'sonale di custodia, la Civica amministra-zione di Torino stanziava anCOTa 8 milioni (( attgttmndosi - come ha detto il sindaco pr'of. Grosso -che lo Stato facesse almeno al-tr'ettanto )l,
Dttr'ante l'inter'o corso dei la-vori, per' qnasi sei anni la S a-bauda rimase chiusa al pubblico,
JII[ a opportunamente, nel gen-naio del '56, si organizzo un'
Gaudenzio Ferrari, Valduggia c. 1481-1546: Gioacchino scacciaco dal cempio.
cezionale selezione di 54 capo -lavori tra i più, alti delle sue collezioni, che venne1'O provviso -Tiamente esposti in Palazzo 1I1a-dama,
JIa intanto, sia pur a 1'ilento, si lcwoTava, Il pTogetto studiato dal prof. Sampaolesi, r'educe dal-l'aver' dato s'uggestiva sistema-zione al 111 useo di San 111 m'tino a Napoli e ad alcune mostr'e come quella memorabile della scultura Pisana, punto sul r'i
-10
I
CRONACHE ECONOMICHEpr'istino di un secondo piano che circa ottant' anni or' sono già esisteva e ch' era stato eliminato per assicw'a1'e con l'inte'l'a al-tezza di 12 metr'i, una più, uni -fanne illuminazione, attTaverso dei gTandi velari,
La sol'uzione adottata non so l-tanto ha consentito di disp01'1'e d'un complesso di 46 ambienti con 35 sale di esposizione (27 TJer dipinti, 7 per la collezione Gualino ed 1 pe1' le stampe,
oltre alla. saletta. in cL~i san state r'iunite alcune sculture) ma. di 11l0dular'e uno spazio di ben 27 mila metri cubi, distribuiti pra-ticamente sui due pia ni, cia-swno di 1950 metri q~Uldrati, ?'aggitmgendo la possibilità di offrire una armoniosa visione delle opC1'e 1Jresentate, lllngo un itineTario che ad t~na limlJida articolazione filologica nnisse tuta svi,luppo assai vario nelle di-verse sequenze prospettiche t alo m giungendo a sistemazioni, a quote diverse e con br'evi pas-saggi, serviti da scale o passa-toie, attmver'so le quali si ?'ag-giungono sapienti efJeiti di fan-tastica spettacolarità in un per-corso che diviene così Il'uido e r'igoroso insieme, consentendo poi ai visitatori di raggiunger'e di -r'ettamente le varie sezioni indi-pendenti tra loro e disimpegnate dal collegamento diretto col gran-de atr'io dominato dal Ritratto equestre di Carlo Alberto di-pinto dal Ve1'net,
Nell' ordinamento accur'ata-mente studiato dalla dott, Ga-br'ielli, il piano d'ingresso ospita da 'l.m lato i maestr'i italiani, e a paTte i Piemontesi,
N on sono molte le opere degli antichi JJI aestr'i prima del Cin-quecento' ma col Daddi, po-tTemmo r'ic01'dm'e la tr'ecentesca
Ironte la Regina di Saba e il Ritrovamento di Mosè del Ve-ronese.
Per il Seicento, dal Reni al Guercino e ad Annibale Cel1"-racci, non mancano le buone
esempl'ificazioni che divengono
eccellenti con 1m'opera come la
vrtsta tela dell'Annunciazione do-nala dal Gentileschi a Ca1'10 Emanuele I, o il Suonatorc di luito di Antivedtdo Gmmatica. Nel gntppo dei lombm'di sono il Cerano, il Proeaccini e Francesco del Cairo, mentre col Settecento
veneto, da l'iepolo et Sebastiano Ricci, si giunge sino ai due de-liziosi Capricci di Francesco Guardi,
Dai frammenti di af/1'eschi che segnano 1tn ce1'to collega-mento fra l'arte Piemontese t1'e-centesca e le con'enti lombarde, al Quattrocento nella « Sabauda »,
sitbito si coglie la significativa presenza dell' a1'te subalpina che nel secolo X V appunto si di-stingue nelle tendenze che fanno capo a Alacrino d'Alba, di cui
v'è la bellissima pala del '94 col San Francesco che riceve le stimmatc, e a· Giovanni ]y1(t1,tino Spanzotti di cui v'è l'unico di-pinto firmato, il 1'1'ittico 1'icom-posto della Madonna fra S. Se-bastiano e un Santo Vescovo. Gandolfino vi è mppresentato in due momenti essenziali: nel po-littico del 1493, ancor goticiz-zante, e in quello, da San Piet1'o di Savigliano, del 1510, sensi-bile al clima 1'inascimentale. Do -1)0 Dejendente, viene Gaudenzio
Ferra1'i, la personalità veramente centrale del Cinquecento piemon-tese, documentata dalle tavolette d'u Il polittico giovanile e dalla
Crocefissione si no alla piccola Natività, in cui giunge un'eco leonardesca, e alla Deposizione, più tarda, con 1'ichiami d'un
velleto tonalismo.
Il Jlanierismo e il Seicentismo si segnono quasi senza soluzione di continuità nella coerenza del -l'evoluzione che dal Giovenone e dai Lanino giunge al 1110ncalvo, al Tanzio e al Alolineri;
Bea'/.t-"Bronzino: Ritratto di dama (Collezione Gualino).
mont e Gallia'l'i 1'iassumono, pe1' altro verso, i caratte1'i più evi-denti del Settecento.
Al secondo piano della Galle-1'ia, accemto ai gmndi dipinti vene ti e quelli del Seicento di cui s'è già detto, settori distinti accolgono Fiammi'nghi e Olan-desi con capolavori stupendi come le Stigmate di S. Francesco di J ean van E yck, le due tetvole di Roger van de1' liVeiden, la Ma-donna con Bambino di PetTus Cristus, deliziosamente Taccon -tata nel suo ambiente casalingo, '/.tn Jl!lemling con la Passione di
Gesù, tutti capolavori di fama internazionale come I Figli di
Carlo I d'Inghilterra, conside-Tato il più alto mggiungimento del van Dyck, nel tardo suo pe-riodo londinese.
N on mancano esempi di mae-stri fmncesi, tedeschi e spagnoli: l'Iverny, i Clouet, Coypel, ed alt1'i. Quanto alle stampe, pro-venienti da acqttisti e donazioni, son circa seimila, con intere se1'ie di Ca.llol, del Della Bella e del Pi1'anesi.
Sempre al secondo piano son sistemate le sette sale della
colle-zione Gualino, testimonianza unica nel StW gene1'e, ben degna di figu1'a1'e accanto al dono Tegale di Carlo Alberto.
Jl!IeTita certo ?'icoTdal'e la pa -gina dei « Frammenti di vita» (Mondador'i, Milano 1931) in cui il gmnde finanzieTe ed indu -stTiale ?'ievoca l'incont?'o con Lio -nello VentuTi, lo stoTico e critico d'cate « che mutò insens
ibil-mente la mia visuale artistica e la fuse con la mia vita, (Che) mi fece capire, senza
dir-mclo mai - continua il Gua -lino - la illogicità di un uomo
che ha una vita dinamica, fer-vente, irrequieta e che si a
d-dormenta fra decorazioni an-tiche e ricostruzioni del passato,
e m'insegnò ad amare l'arte per l'arte, la bellezza per la bel -lezza »,
Della sua mimbile raccolta
ecco quel ch' egli stesso sCTisse: « La collezione degli oggetti d'arte, in buona parte pub-blicati, formata sotto la guida
del Venturi, che fu tuttavia
rispettoso delle mie preferenze
personali, subì l'influsso della
nostra decisa tendenza verso
l'universalità del gusto, Acce -sero indifferentemente l'animo
nostro i colori di Cimabue o del Modigliani, le sintetiche figure egiziane, le stele cinesi dal
sor-riso enigmatico, i cassoni cin
-quecenteschi gloriosi di fasto
veneziano, le nude sculture
ro-maniche, ogni forma d'arte, ogni stile, ogni epoca ci rapì nella contemplazione, La colle-zione ebbe il suo tono, la sua
personalità, nella
subordinazio-ne di ogni motivo al desiderio
dell'arte »,
Ed em q~~indi giusto mantenere tale unità, PU?' nei così diramati
inteTessi alla collezione, messa
insieme dunque pezzo per' pezzo, ciascuno con una vicenda che, almeno per' qualche caso', po -tTemmo anche TicoHlare, aven-done appTeso i par'ticolaTi clù'et-tamente dal singolare twmo d' af-fa?'i clie il Gualino è stato,
atti-vissimo sino all't~ltimo, sino al -l't~ltimo geneTosamente entusia -sta d'ogni iniziativa che mer'itasse
il s~w impegno,
Tm i PTirnitivi, gli er'a nwlto
1
2
1
CRONACHE ECONOMICHEcaTa la Madonna col Bambino, non più data al Cimabue, ma
ad un toscano 1Jreg'iottesco, N a-scosta sotto un' alt'ra pittu?"a dai ca?'atteTi di scnola del Pontorno, fin dal 1920 gli studiosi
ave-vano acceTtato l'esistenza del pTe-gevole dipinto duecentesco, e si pTocedette quindi sino al re -stauTo, Ft~ a Vienna, dov' era
stata esposta, che il Gualino la vide e se ne entt~siasmò su-bito, decidendo di assicw'C/.Tsela, L'acquisto em già stato
1JeTfe-zionato quando il me?'cante ebbe da Boston un'oi]er'ta maggioTe e, senza teneT conto che non aV?'ebbe più potuto dispome, la spedì in A 11wTica, ma Ricca?'do Gtwlino r'iuscì a fe'l'marla con un seq1.~e str'o giudiziaTio mentre em già stata imba?'cata,
TOTnarono viceve?'sa dall' Ame-Tica, con numeTosi altri pezzi, la
Madonna o?'a attr'ibuita ad Er'-cole de Rober'ti e la piccola tela del Vener'e e M aTte, tTa le più belle del Ve?'onese, ricoTdata tTe
secoli fa dal Ridolfi a Venezia, in casa di CTistofor'o Orsetti,
FOTtunato acq'nisto è stato que l-lo della Testa femminile mo-dellata da F?'ancesco Law'ana,
Em in vendita a Londm, e l'avv, Gualino aveva pr'egato di paTtecipa?'e all' asta, in vece sua, un impiegato del Vict01'ia and Albert Muset~m. Unico competi-to?'e em un funzionario del Br'i -tish 1I1t~seum che, riconoscendo il collega, penso che non fosse
il caso di insistere, potendo pro-babilmente t?'ova?'e in seguito l'ac -car'do attraver'so un cambio tra i due istituti, Quando lJotè chia-rire l'equivoco nel quale er'a ca -duto, fece subito tm'oi]erta sei volte maggiore del pTezzo di ag-giudicazione, ma la bella scultur'a
venne po?'tata in Italia,
Oltr'e ad un impor'tante nucleo di altr'i dipinti, tm i qtudi non si possono dimenticaTe l'Asce
n-sione d'un Giottesco r'iminese e il bellissimo Crocefisso d'uno scul-tor'e renano del XII secolo, l' Ad-dolorata e San Giovanni
Evan-gelista att'/"ibt~iti a Lor'enzo Ve
-ne~iano, nna Sacra Famiglia del Signorelli, il S, Girolamo nel
deserto eli Benvenuto di Gio-vanni, un Gesù del 1JIontagna, la Venere dclla Tartaruga di Sebastiano del Piombo, Wl Ri-tratto di gioyane di Ferdinando Bol e un Paesaggio n~bensiclllo,
e il Ritratto della sorella di Rosalba Carriera - la
colle-zione comprende con mobili a n-tichi e pr'eziosi merletti, Wl g
rnp-po eli aVOTi bizantini, le oreficerie p?'ovenienti dalla ?"accolta Stro-ganoi], scultu?'e ?'omane tra le quali una decina di « novacllle »
(-rasoi con 11wnici el' osso), una
stele egizia e alcune eccezionali
sculture cinesi e giapponesi, Co-nosciuto, tramite il Fenturi, O. Sir'én, notissimo studioso eli arte orientale, il G'ualino s'era da questi fatto presentare ad alcuni
mer'canti specializzati eli Londm e Par'igi, attmve?'so i quali potè a?Ticchir'e lc~ StW mccolla eli pezzi stupendi. Tm questi il ligneo Bodhisattva seduto della dinastia T' Ang (X secolo), già esposto al, Jl!I t~seo CeTm~schi di Pa-rigi nel ]924, in ct~i l'imma -gine è colla nel camtteTistico atteggiamento della «
ar'gomenta-zione», con la mano destr'a pro-tesa nel gesto della predicazione
e la sinistm, col palmo verso la persona ma con le dita
incli-nate verso il basso, che invoca la testimonianza della terTa alle in -fallibili conclusioni del Buddha.
Il « pezzo » O1'ientale più bello è pero la Stele votiva della d'i-nastia HTei (pr'ima metà del sec.
VI) che il Gttalino aveva
acqui-stato a Par'igi e per la quale pr'opr'io nei gi01'ni in cui stava
per r'iapTirsi la S abauda un isti -tuto giapponese ebbe ad oi]rÌ1'e
una somma favolosa. Sul
da-vanti il Bt~ddha Sakia-muni, ad alto ?'ilievo, tende la mano destra verso i fedeli quasi per r'assicurarli, mentre la sinistr'a ha un gesto come di carità; lo fiancheggiano due Bodhisattva, J(uan Yui e Maitreya, il fondo
è invece elegantemente inciso con
Collezione Gualino: « Stele votiva ». arte cinese della dinastia Wei (prima metà del sec. VI).
con 1J1'cc07i Bt~ddha sedtdi; la stessa figw'azione che decora an-che la parte postel'iore della stele,
Questa, secondo il Si'rén, ve' /'-l'ebbe dai dintorni di Hua Y in, nel Schàn-si orientale e docu-menta splendidamente quella
se-r'enità di contemplazione cui per la prima volta l'arte or'ientale
gùmge appunto nel periodo lVei,
Tutto questo comp7esso, pre-sentato ai torinesi in una memo-1'abile mostra del 1928, come s'è accennato, venne fin da allOl'a donato allo Stato e destinato
secondo la volontà dell' avv, Gua-lino alla città di cui, per circa
un decennio, era stato l'impa
-l'eggiabile animatore cultu1'{tle, dando vita, tm l'altro, al Teatl'o di Torino, nel quale, fin dal-l'autunno del Z 925, si allesti-rono spettacoli quali soltanto wn grande centro inteTnazionale avrebbe potuto allo1'{t o tJrire ,
lJ1 a tanto mpida f7.~ l'acce
tta-zione del dono (basti 'l'ic01'daTe come quando si tl'atto della
con-segna delle p1'ime opere, s tabi-lda pel' il 20 settembr'e 1930, da Roma si invitctrono i funzionari
torinesi alle Belle ATti a non pro-cmstinar'ne le operazioni, anche se cadevano in una festività
na-zionale) - quando lenti e 1'illut-tanti si fu, poi, nell' ottempem1'e
agli impegni presi col donatore, riguw'do alla destinazione,
Deludendone infatti le più
le-gittime aspettative, le « cento
ope-re II che la provvidenziale gene-rosità dell' avv, Gualino, aveva di lì a poco salvato dalle
conse-guenze della difficile situazione in ctti egli s'era trovato
all'in-, domani, del tracollo della bancct « OustTic )), non si salv(/,1'ono dal-l'ambizione del nostr'o ambascia-tore presso S, NE, Br'itannica,
Dino Grandi, che pretese fosse1'O scelte {( alcune fra le migliori e pill adeguate opere)) - come
egli stesso ebbe a sC1'ive1'e ai
p1'imi di febb1'aio del 1933, fa -cendo naturalmente 1'iferimento a « disposizioni date personal-mente da S, E. il Capo del GovernO)l - pC?' adornarne la sua sede londinese, Sicchè il 27 lttglio di quello stesso anno, men-tl'e altr'i pezzi venivano poi dati in consegna a vari musei ita-liani, una trentina di capolavor'i pw,ti1'Ono pel' l'I nghilter'l'a di dove alcttni dovevano t01'1wr'e so l-tanto nel 1958,
Nonostante fin dal 1946 il buon dir'itto di Torino fosse in-fatti pubblicamente r'iconosci7.do, quasi tre l'ustri dovevano
pas-sar'e pr'irna che la Collezione G7.talino fosse l'estituita alla sua sede natur'ale, Cio che s'ottenne soltanto per la costanza con la q7.tale ci si è continttati ad ado-pmr'e per' il suo r'ecupe1'O nel q7.bCtle la dl'. Gab1'ielli ebbe infine il pTezioso appoggio dell'on, Pe l-la, allor'a ministro degli ester'i,
coadiuvato dal 1Jr'of, Gandolfo Vice Pr'esidente della Famiia Piemonteisa di Roma, del sin-daco Peyr'on, e di altr'i beneme -riti, tra i quali lo stesso avvocato G7.talino che, ad un cer'to mo -mento, si sobbar'co ancora l'oner'e
di alcune sostituzioni, pUT di f acilita1'e quel ch' em nel f1'{tt -tempo divenuto voto d'ogni t01'i -nese desider'oso di vedeT r'itor'-nar'e l'impor'tante collezione nella città che l'aveva vista sOTger'e e che giustamente teneva or'mai al vanto di poteTla custodir'e,
Trade between western and communist
countries~::
1. It is well known that the volume of trade between "\Ve-stern and Communist Countrie, is relatively small. But in order to judge the degl'ee of isolation between the t\Vo worlds one must have a mea uring l'od. Is there a possibility to know what « normally » trade would have been between any one Western country anel the Com-munist block or any one Com-munist country anel the Western block? This requires some knowleelge of the most impor-tant factors which govern the size of the flow of trade between any tvvo countries. An attempt has been made by the Nether-lands Economics Institute, R ot-terdam, to discover these fa-ctors and to estimate their in-fluence (l). In oreler to eliscover the factors one has to have an
« explanation » of the volume of trade. It stands to reason to assume that trade wiU be the more important the bigger the countries involveel are - a big country exerts a large demand on the one hand and is able to offer a large supply on the other hand. In addition, one may expect less traele thc larger the distance between the coun -tries. But there may be a va-riety of other factors at work, such as the eliversity of gooels produced by the supplying country as weH as by the im-porting country - the former acting positively and the latteI' negatively on the volume of traele. Still other factors may be of a cultural or political character, there being more trade between countries of s i-milar cultural and political
out-Gli scambi commerciali
fra i paesi
occid
entali e
i
paesi
comunisti
1. È noto che il ,Iolume degliscambi commerciali fra i paesi occ i-dentali ed i paesi comunisti è a l-quanto ridotto. Ma per poter g iudi-care quanto sia grande l'isolamento fra i paesi elei due blocchi, bisogna ricorrere a termini quantitativi. E si-ste la possibilità di conoscere quale sarebbe « normalmente II il volum,~ degli scambi commerciali fra un qU[! -lunque paese occidentale ed il bloccJ dei paesi comunisti, o di un qualunquc paese comunista ed il blocco dei paesi occidentali? Per rispondere a .questo quesito occorre possedere una certa conoscenza dei pitl importanti fat-tori che influiscono sul volume degli scambi fra qualsiasi paese. Il Nethe r-lands Economic Institute di Rotte r-dam ha cercato di scoprire questi fat-tori e eli valutare la loro influenza (1). Per poter determinare questi fattori bisogna saper « spiegare II come f un-zionano gli scambi fra un paese e l'altro. È ovvio che più grande sarà il paese e più sarà considerevole il
141
CRONACHE ECONOMICHEvolume di questi scambi; un paese grande, da una parte esercita una forte richiesta, e dall'altra è in grado di ofl'rire considerevoli eccedenze di beni. Inoltre gli scambi si riducono se la distanza fra i due paesi consi -derati è notevole. Ma possono sorgere anche altri fattori, come per esempio la diversità fra i beni proelotti da l paese esportatore e da quello che importa; il primo fattore agisce favo-revolmente sul volume degli scambi mentre il secondo è negativo. Altri fat -tori possono essere di carattere cultu -rale o politico, essendovi maggiori scambi commerciali fra paesi aventi
le stesse concezioni culturali e poli -tiche che non fra quelli culturalmente o ideologicamente differenti. Varie serie di calcoli eseguiti dall'Istituto per il Commercio nel 1957 dimo, trano che circa 1700 correnti di scambi com-merciali fra 42 paesi dipendono prin-cipalmente dai 3 primi fattori sopra menzionati e che la ricerca di altri fattori ben poco aggiunge alla nostra
J
an Tinbergen
look than bct\Vcen countries diverging in thesc rcspccts. Va-rious 'cts of calculations under-taken by the Institute for trac1e in thc year 1957 show that a very gooel explanation of thc some 1700 trade flows bctween 42 countries can be given with the aiel of the threc factors mentioned first and that little improvement of the explanation is obtaineel by thc introduction of the other factors. Moreover the relationship giving thc best explanation if the three factors(*) La riproduzione di questo mticolo avviene per gentile conces ione del-l'Autore e di Nato's Fifteen Nations.
(1) Proc' JAN TrNBERCEN, Sha1Jing /he M'ol'ld Economy, SlIggestions for an International Economic Policy, Ncw York, The Twenticth Century Fund, 1962, Appendix VII, pages 262-293. This appendix was written by Hans Linneman.
spiegazione. Inoltre il rapporto esi-stente fTa queste correnti viene illu-strato nel modo migliore quando si adoperano solamente questi tre fat-tori e elimostra che il volume degli scambi tende ad essere proporzionale alle entrate nazionali sia del paese esportatore che eli quello importatorc e inversamentc proporzionale a se-conda dclla distanza fra i due paesi. Con l'aiuto di questo rapporto è facile calcolare un livello « normale» eli scambi commerciali fra duc paesi. È
interessante far rilevare che quasi contemporaneamente e i ndipendente-mente dagli studi cseguiti dal Nether-lanels Economic Institute, due stu-diosi finlandesi sono giunti all'incirca alle stesse conclusioni, disponendo eli
(1) Prof. JAN TIN13ERCEN, Shaping /he
only are used shows that the volume of tI'ade tends to be proportionai to the nationai ineomes 01' both the exporting and thc importing country and invcl'sely proportionai to the distancc between the two. With thc aicl of this reiationship a « normal » lcvei of tI'ade can be
calculatcd betwecn any two countrics. It is interesting to note that almost at the same time and independently of the Nctherlands Economics Insti-tutc two Finnish scholaI's aI'-rivecl at almost the same con-elusion, using an even 'l'l'ideI' statisticai materiai (2).
2. On tbe basis of the rela-tionship found Peter A. Cor -nelisse of the N ether1ands School for economics caicuiated, for 1957, tbc trade flows to be expected unde!' normai condi-tions bctween a number of Western countries and a group of Communist countries and vi cc versa (2). He then com -puted the ratio between actuai and normai tI'ade and obtained the following resuIts,
un materiale di studio ancora pitl importante (2),
2. In base a questo rapporto, Peter
A. Cornclis e della NetherIands School
for Economics ha calcolato le
cor-renti di scambi prevedi bili per il 1959,
in condizioni normali, fra un gruppo di pae i occidentali ed un gruppo di paesi comunisti, e viceversa (2).
Egli ha poi calcolato il rapporto fTa il commercio che si svolge attual-mente c quello normale e ha ottenuto i segucnt i risultati:
Tabella A
R.\PI'ORTO FR.\ CO~DlERCIO .ITTUALE E QUELLO NORM.ILE DI Ar.CUNI PAESI
OCCI-DENT-\LI CON Cll'IQUE PAESI COMU?\ISTI, 1957. Canacb Franci,l Germanin (O cc.) Italia Svezia Regno Unito Stati Uniti ESPOR-
I
blPOR -T.\ZIONE TAZIONE 19 17 46 .J...l 35 21 11 6 18 36 36 37 37 5 Table 11R.\TIO or .ICTUAL A~D NOR~I.IL TRADE OF SO)fE \\'ESTEn?\ COU?\TRIES WITI[ FII'"
CO)DiUNIST COUNTRIES, 1957. EXPORTS! blPORTS
I
('anadn 19 6 France 17 18 German)', F.R. oi 46 30 [t,tI)" 44 36 Sweden 35 37 United Kingdom 21 37 Unitcd States 11 5 l'able BRATTO 01' .ICTU.IL AND NORMAL TRA DE OF SOME CO)!MUNIST COUNTRIES WTTfI SEVEN
WESTERN COU"TRIES, 1957. EXPOR'rsl hlPORTS Czechoslovakia 44
I
30 1Iungitry 32 46 Poland 3HI
39 U.S.S.R. I 11 9 Yugoslavia 103 165 The five Communist cou n-tries referred to in the table A are those shown in tabie B and the seven countries referred to in tabie Bare those shown in table A.AIthough the tables show interesting dctaiIs, their generaI
Tabella B
RAPPORTO FRA COillfERCIO ATTUALE E QUELLO NORMALE DI ALCUNI PAESI COMU -NISTI CON SETTE PAESI O Cill E)/TX LI , 1957.
Cecoslovacchia Ungheria Polonia U.RS.S. Jugoslavia , EsPon-' hlPon -l'AZIONE TAZIONE
44 30
52 46
36 39
11 9
103 165
I cinque paesi comunisti a cui si riferisce la tabella A sono gli stessi della tabella B ed i sette paesi occ i-dentali elencati nella tabella B sono i medesimi della tabella A.
Anche se queste tabelle indicano
dettagli interessanti, esse dimostrano
e senzialmente che gli scambi com -merciali fra i paesi occidentali e quelli
comunisti - ad eccezione della Jugo -slavia - sono eli metà inferiori a quelli che si potrebbero avere in co n-dizioni normali. I cambiamenti avve -nuti dopo il 1957 non sono di grande rilievo e dimostrano opposte
ten-feature substantiates the p1'o-position that trade between the 'Vestern and the Communlst count1'ies - cxcept Yugosla -via - was less than half of what it normally would be. Thc changes after 1957 are not important, showing opposite tendencies for individuaI coun-tries. This is illustrated by thc figures in table C.
Table C
'lìUDE or-A NUMJlER or-« SOCIALIST"
COL:X-TRIES \VITI[ (l) « SOCI.\I.l T" ,INO (2) « NO~ SOCl.\LlST" COU"TRIES IN 1958 ANO 1962 AS PERCEKT.IGES OF TOT.lL TRADE OF E.\Cll
COUNTRY.
I
l!:JfJ8 1902 (1)I
(2) (1)I
(2) Blùgaria 86 14 80 20 Czechoslovakia 70 30 73 27 East-Gennany 80 20 78 22 Poland 58 42 63 37 Rllmania 78 22 67 33 I-Iunga,ry 72 28 72 28 U.R.S.S. 7.! 26 66 34 SOlU"ce: Probleme EcononlÌce, quoted inEast-Europc, n Montly Review of East
Elll"opean Affairs, 13 (1964) Nr. 8, p. 22. (2) PETER A. CORNELISSE, T/w Voltome oj East-West Trade, Coexistence (To -ronto) (I) (1964) N. 2.
denze per ciascun paese. Lo descri-vono le cifre elencate nella tabella C. Tabella C
SCA:unI COi\lJtlEnCIALI DI ALCUNI P .\ESI
« SOCIALISTI" CON PAESI (1) « SOCIALISTI»
E (2) «1'WN SOCIALISTI» "EL 1958 E NEL 1962 COME PEnCENTUALE DEL VOLUME TOTALE DEL CO~[MER(,IO DI OGNI P.IESE.
1 1958 1 1962 (1) 1(2) (1) 1(2) Bulgaria 86 14 80 20 Cecoslovacchia 70 30 73 27 Germania-Orient. 80 20 78 22 Polonia 5 42 63 37 Romania 78 22 67 33 Ungheria 72 28 72 28 U.R.S.S. 74 26 66 3.!
Fonte: « Probleme Economice", redatto in Europa orienta.le, una rivista mensile dell'Europa orientale, 13 (1964) nr. 8, p. 22.
(2) PETER A. ConNELIs 'E, T/w Volume oj East-West Twde, Coexistence (T
o-ronto) I (1964) N. 2.
3. The explanation of these
facts is well-known too. On the one hand, the Communist coun-tries have long believed that they should grow in « splendid isolation l). This was what thc
Russian example seemed to
show; in fact the U.S.S.R. in its early stages was almost compelled to isolate itself and at the same it could afford to do so. Although the smaller coun-tries of the blocle cannot af-ford, there has been a tendency venertheless and anyway they ha ve tried to tl'ade primarily between themselves and the U.S.S.R.
On the other hand, 'iVestern countries have put a curb on trade vl'ith the communist coun-tries in « strategie goods)) and some Western countries, mainly the United States, have applied a very broad interpretation of this concept.
For a number of years the Communist countries are now striving for increased trade with the West. The main reason for this changed attitude seems to
3. Anche la spiegazione di questi fatti è molto nota. In primo luogo i paesi comunisti hanno creduto per molto tempo di doversi sviluppare
« completamente isolati ll. L'esempio
russo 'embrava volesse dimostrarlo;
effettivamente nel prinlO periodo l'U.n..S.S. è stata quasi obbligata ad
isola l'si e poteva anche permette
r-scIo. onostante il fatto che i piLl
piccoli paesi del blocco sovietico non possono permetterselo, vi è stata
comunque una tendenza ad isolarsi ed in ogni modo questi paesi hanno
cercato nella prima fase, di COITlmer-ciare fra di loro e con l'Unionc
So-vietica.
D'altra parte i paesi occidentali hanno posto delle restrizioni sugli
scambi commerciali per quanto
ri-guarda i « beni strategici ", e alcuni paesi occidentali, particolarmente gli
Stati Uniti, hanno applicato questo
concetto in senso molto lato.
Da qualche anno i paesi
comu-ni ti cercano di incrementare i loro
scambi commerciali con l'Occidente.
Il motivo principale di questo cam
-biamento sembra sia il desiderio di far avere alla loro popolazione un
161
CRONACHE ECONOMICHEbe the desire to make available to their populations more con-sumer goods than their pro-ductive apparatus is capable to produce. Agricultural devc-lopment has been a weak spor for years if not always and the well-known preference for the heavy industrics has led to a higher rate of expansion of capitaI goods and raw mate-rials industries than of con -sumer goods industries. An ad-ditional reason may be the quality difference between We-stern and Communist countries produce, to which a population with an increasing standard of living becomes increasingly su-sceptible. Finally it should not be excluded that the Commu-nist leaders consider an increase in trade as a contribution to peace in that it malzes the two blocks more dependent upon each other. Amongst the rea-sons mentioned both the first and the second may only be temporary: the quantity as well as the quality of communist consumer goods may rise in
maggior numero di beni di consumo
di quanto non possa produrre la lOTO
propria industria. Lo sviluppo agri
-colo (di questi paesi) è stato per molti anni, se non sempre, un punto debole
e la ben nota preferenza che essi
danno all'industria pesant.e ha creato
una maggiore espansione delle
indu-strie di beni strumentali e di materie
prime a scapito di quella dei beni di
consumo. Un altro motivo potrebbe
essere costituito dalla differenza quali-tativa del prodotto occidentale
ri-spetto a quello dei paesi comunisti ed un crescente livello di vita della popolazione può infiuire sulla
richie-sta. Infine non è da escludere che i dirigenti comunisti considerino un aumento del volume degli scambi
commerciali come un contributo alla
pace mondiale in quanto rende i due blocchi maggiormente interdipen-denti.
Fra i motivi menzionati, sia il primo quanto il secondo pOSSOllO essere solo
transitori: la quantità nonchè la
qualità dei beni di consumo prodotti nei paesi comunisti può aumentare e
migliorare nel futuTO dopo che siano stati portati
a:
buon fine gliinvesti-the future, after the neces ary investments haye been con;-pleted. This ma)', howe"cr, tuke considerable time, since therc are many other pressing pro-blerns to be solved by the economics of the communi t countries.
4. Since by itself it is rela-tively easy to meet this dc ire of the communist countl'ies - in fact much easicr than several others of their de ircs
-it is in the interest of world peace to investigate somewhat more precisely the possible
ad-vantages and disadvantages for the West to expand trade with communist countries.
Generally speaking the ad-vantage of more trade between two areas consists, first of all, of the wider choice available to the consumers of either area, and of lower prices for the sa me imports than if these have to be bought elsewhere. In the particular case under discussion
it is not easy to give precise content to this aspect. In alI probability it wiU consist of
menti. Ciò però può richiedere molto tempo pcrchè vi sono molti altri
problemi import.'lnti da risolvere ne l-l'economia dei paesi comunisti.
4. Siccome è l'elativamentc facile
venire incontro alle richieste commer
-ciali dei paesi comunisti - infatti molto più facile che venir loro
in-contro in altre questioni - è ne
l-l'interesse della pace mondiale
prcn-dere più seriamente in considerazione
in qualche modo i possibili vantaggi e svantagrrÌ che una espansione del commercio verso i paesi comunisti costituirebbe per l'Occidente.
In linea di massima il vantaggio
di un aumento di scambi commerciali
fra due aree consiste in primo luogo
nella maggiore possibilità di scelta
per i consumatori in ognuna delle aree
considerate, ed in una diminuzione
del prezzo peI' determinati prodotti,
rispetto a quello applicato da altri
paesi. Per il caso particolare di cui ci occupiamo non si possono dare
pI'ecise definizioni a questo proposito.
Probabilmente si tratterà di ottcncre