Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza
Dal modello a quark alla QCD
Lezione 18
Dal modello a quark alla QCD
• Il modello a quark permette di classificare gli adroni (mesoni e barioni):
– basato su una simmetria SU(2) di isospin forte
– ...estesa a SU(3) con l’introduzione dell’s, SU(4) con il c
• Ma non fornisce una descrizione della dinamica dell’interazione
• Inizialmente solo un’ipotesi matematica:
• Evidenza di costituenti elementari all’interno degli adroni è venuta solo negli esperimenti di scattering profondamente inelastico (DIS) nei primi anni 70.
• Accompagnata dall’evidenza:
– di un grado di libertà interno dei quark:
il colore
– della presenza di particelle mediatrici sensibili alla carica di colore: i gluoni – CromoDinamica Quantistica (QCD)
Dal modello a quark alla QCD
• Modello a partoni
– Descrizione degli adroni come costituiti da quark reali
– Cinematica delle interazioni elettrone-nucleone ad alto momento trasferito:
• definizione di funzioni di struttura
• interpretazione come scattering su partoni puntiformi: i quark
– concetti di libertà asintotica e confinamento – applicazione agli esperimenti a collisori
• Quantum Cromo-Dynamics
– Dinamica delle interazioni tra quark – Evidenza del grado di libertà di colore:
• (anti)simmetria della funzione d’onda dei barioni
• Molteplicità degli stati finali in interazioni elettro-deboli
– Evidenza dei gluoni, mediatori delle interazioni forti:
• indiretta dalla struttura degli adroni
• diretta in collisioni e+e-
• Concetto di simmetria di gauge
Scattering elettrone-nucleo(ne)
• La metodologia usata per studiare la struttura interna dei nucleoni è lo scattering di elettroni:
– processo elettromagnetico – sonda “puntiforme”
• Una lunga tradizione:
– dagli esperimenti di Hofstadter:
• scattering elastico
• misura della dimensione dei nuclei
– alla scoperta di quark a gluoni
• scattering anelastico
• necessità di aumento dell’energia:
– Δx≥ħ/Δp
• esperimento storico SLAC-MIT del 1964
Nobel 1990 Nobel 1961
Robert Hofstadter
Scattering elettrone-nucleo(ne)
• Scattering di una particella su potenziale
– Ripasso: sezione d’urto con la regola d’oro di Fermi – Introduzione del concetto di fattore di forma
• Scattering elastico
– Ripasso: cinematica relativistica dello scattering elastico
– Formule per la sezione d’urto coulombiana in presenza di spin:
• formule di Mott e Rosenbluth
– Esperimento di Hofstadter e dimensione dei nuclei
• Scattering anelastico
– Cinematica relativistica dello scattering anelastico
– Generalizzazione della formula di Rosenbluth al caso inelastico – Esperimento SLAC-MIT
– Concetto di invarianza di scala e interpretazione come partoni
• Struttura del protone
Scattering su potenziale fisso
• La probabilità di transizione da uno stato iniziale i, ad uno stato finale f, causata dall’interazione con un potenziale V, è descritta dalla regola d’oro di Fermi:
• Dove compaiono:
– l’elemento di matrice
– Le funzioni d’onda, sono quelle della particella libera, normalizzate
sul volume – con momenti
– la densità di stati finali:
(spazio delle fasi)
P = 2π
! f U i 2 ρ
(
Ef)
f U i =
∫
drψ*f( )
r U r( )
ψi( )
rρ
(
Ef)
= dEdNf
= Vp2fdΩ (2π!)3
dpf dEf
ψ
( )
r ∝ 1V e−ip⋅r
pi = p
(
0 0 1)
pf = p(
sinθ cosϕ sinθsinϕ cosθ)
Elemento di matrice
• L’elemento di matrice:
– dove abbiamo introdotto il momento trasferito q=pi-pf
– Nel caso di scattering su potenziale fisso, dato che energia iniziale e finale coincidono, q in pratica coincide con il tetramomento trasferito:
f U i =
∫
drψ*f( )
r U r( )
ψi( )
r =∫
drV1 eipf⋅rU r( )
e−ipi⋅r= V1∫
dre−i p( i−pf )⋅rU r( )
q2 = p22 1 − cos
(
θ)
= p24sin2θ 2q = p
(
−sinθ cosϕ −sinθsinϕ 1 − cosθ)
f U i = 1
V
∫
drU r( )
e−iq⋅r = V1U(q)!q =
(
0 q)
q2 = −q2θ, φ angoli di deflessione della particella incidente
Trasformata di Fourier del potenziale
Sezione d’urto
• Il termine di spazio delle fasi:
– nel caso non-relativistico – nel caso relativistico
• La probabilità di transizione
• Dalla relazione tra probabilità di transizione e sezione d’urto
(lez. 11):
– tenuto conto che vi=vf=v, pi=pf=p, Ei=Ef=E
La misura di sezione d’urto differenziale
è una misura della trasformata di Fourier del potenziale di interazione ρ
(
Ef)
= dEdNf
= Vp2fdΩ (2π!)3
dpf dEf Vm3/2 2Ef
(2π)3 dΩ VpfEf
(2π)3 dΩ P = 2π
! f U i 2 ρ
(
Ef)
= 2π U q!( )2
V2
V (2π)3
p2fdpf dEf dΩ
P = vi 1 V dσ
dσ
dΩ = U q!( ) 2
4π2 1 v
p2dp dE
Fattori di forma
• Nel caso di scattering su carica puntiforme:
• e la sezione d’urto differenziale (relativistica):
• Consideriamo ora il caso del potenziale generato
su una distribuzione di carica generica con densità ρ(r):
• Ovvero
– l’elemento di matrice viene moltiplicato per il fattore di forma:
U!punt.(q) = e2 ε0q2 =
e2
4ε0p2sin2θ 2
dσ
dΩ = α2 4E2sin4θ / 2
drρ(r) = 1
∫
U r
( )
= d ʹr e2ρ( ʹr ) 4πε0 | r − ʹr |
∫
f U i = 1
V dreipf⋅r d ʹr e2ρ( ʹr ) 4πε0 | r − ʹr |
⎡
∫
⎣⎢ ⎤
⎦⎥e−ipi⋅r
∫
= dr d ʹr e2ρ( ʹr ) 4πε0 | r − ʹr |
∫
e−iq⋅r∫
= d ʹrρ( ʹr )e−iq⋅ ʹr dr e2
4πε0 | r − ʹr |
∫
e−iq⋅(r− ʹr )∫
= εe20q2
∫
d ʹr ρ( ʹr )e−iq⋅ ʹr U(q) = !! Upunt.(q)F(q)F(q) =
∫
drρ(r)e−iq⋅rInterpretazione dei fattori di forma
• Se il processo di scattering avviene non in un punto, ma su una distribuzione di densità compare un contributo dovuto alla propagazione delle onde piane
corrispondenti alle funzioni d’onda della particelle incidente e di quella diffusa:
• Per particelle puntiformi
• A basso momento trasferito, q≪1/r, e, sviluppando l’integrale, si ottiene una serie di potenze in q:
– Assumendo ρ a simmetria sferica:
• Se q≫1/r, l’integranda oscilla fortemente e
F(q) =
∫
dreipf⋅rρ(r)e−ipi⋅r =∫
dreiq⋅rρ(r)F(q) = 1
F(q) =
∫
dreiq⋅rρ(r) = drρ(r) 1 + iq ⋅ r − 12
(
q ⋅ r)
2 + ...⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥=
∫
drρ(r) = 1
∫
drρ(r)iq ⋅ r =
∫
0−1
2
∫
drρ(r) q ⋅ r( )
2 =− 16q2 r2 Primo termine dello sviluppo:0ggetto della misura di Hofstadter
F(q2) → 0 per q2 → ∞ F(q) = F(q2)
Cinematica
• Consideriamo un elettrone
incidente su un nucleo a riposo.
– Per fissare le idee definiamo l’asse z come la direzione del moto.
– Possiamo trascurare la massa dell’elettrone.
– mN massa del nucleo.
• L’elettrone scambia un fotone con il nucleo, trasferendogli un
tetramomento q.
– W massa dello stato adronico finale:
k =
(
E 0 0 E)
k =!
(
E! E sinθ 0! E cosθ!)
p =
(
mN 0 0 0)
q =
(
E − "E − "E sinθ 0 E − "E cosθ)
W2 = p + q
( )
2 = mN2 + 2 pq( )
+ q2e-
e-
N adroni
Cinematica: Invarianti relativistiche
• Ci sono tre tetravettori indipendenti: p, k, k′
– Possono venire combinati a dare tre quantità scalari
• Energia nel centro di massa
• Due a scelta tra:
– Momento trasferito
– Per comodità si definisce Q2 come quantità positiva:
– Frazione di energia trasferita
– xB
• Caso elastico:
– un vincolo aggiuntivo
s = p + k
( )
2 = mN2 + 2mNEq2 = k − "
(
k)
2 = −2 k "( )
k = −2E "E (1− cosθ ) = −4E "E sin2 12θ Q2 = −q2y = 2 pq
( )
2 pk
( )
=E − "E
E 0 < y < 1 x = Q2
2 pq
( )
0 < x < 1 W2 = mN2W2 = p + q
( )
2 = mN2 + 2 pq( )
+ q2 ⇒ mN2 = mN2 + 2 pq( )
+ q2 ⇒ x = −q2
2 pq
( )
= 12E !E (1− cosθ )
2mN
(
E − !E)
= 1 ⇒"
E
E = 1
1+ E / m
(
N)
(1− cosθ ) =1
1+ 2E / m
(
N)
sin2 12θSezioni d’urto di Mott e Dirac
• La sezione d’urto di Rutherford:
è stata calcolata senze tenere in conto del contributo dovuto al momento magnetico dell’elettrone.
• Quando si considera lo spin dell’elettrone, la sezione d’urto di Rutherford viene modificata.
• Si ottiene la sezione d’urto di Mott:
• Se si considera un bersaglio puntiforme con spin ½:
d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
= d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Rutherford
cos
2 12θ d σ
dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Rutherford
= α
24E
2sin
4 12θ
d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Dirac
= d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
1 + Q
22m
N2tan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
Formula di Rosenbluth
• Nel caso generale di una particelle estesa con spin ½, si può usare la formula di Rosenbluth:
• Solitamente le funzioni W sono espresse in termine dei fattori di forma adimensionali F
eed F
m.
• Che si possono interpretare come i termini che contengono l’effetto, nell’interazione e-p, delle distribuzioni:
– F
edella carica
– F
mdel momento magnetico anomalo: κ=g-2 d σ
dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Rosenbluth
= d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
W
2( Q
2)
4m
N2+ W
1( Q
2)
2m
N2tan
2 12θ
⎡
⎣ ⎢ ⎤
⎦ ⎥
W1
( )
Q2 = Q2(
Fe(q2) +κ Fm(q2))
2 W2( )
Q2 = 4mN2 Fe2(q2) + κ4m2Q2N
2 Fm2(q2)
⎛
⎝⎜⎜ ⎞
⎠⎟⎟
• La figura mostra uno schema semplificato della camera di scattering
• Gli elettroni normalmente attraversano la camera di scattering senza interagire con il bersaglio e vengono misurati dal rivelatore monitor che permette così di misurare il numero di elettroni di ogni impulso
Esperimento di Hofstadter
• Occasionalmente gli elettroni interagiscono nel bersaglio
• Gli elettroni deflessi dell'angolo a cui è posto il rivelatore entrano nello
spettrometro.
• Lo spettrometro misura il momento per verificare lo scattering elastico:
E!
E = 1
1+ E
mN
(
1− cosθ)
Energia ~200 MeV
Risultati per idrogeno
• Si noti la scala logaritmica sull’asse delle ordinate:
– dovuto alla singolarità 1/sin4 θ/2
• Le curve indicate:
a) Sezione d’urto di Mott b) Particella di Dirac
c) Sezione d’urto di Rosenbluth per protone puntiforme
La curva sperimentale indica una correzione:
con
F1
( )
Q2 = F2( )
Q2 = 1−Q62 rp2rp2 = 0.74 ± 0.24 fm Fe
(
Q2)
= Fm(
Q2)
= 1dσ
dΩ = dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
Fe2 +κ2Q2 4mp2 Fm2
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ + Q2
2mp
(
Fe +κFm)
2tan2 12θ⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥ dσ
dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Dirac
= dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
1 + Q2
2mN2 tan2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
Risultati per particelle α
• Siccome il nucleo di He ha spin 0, il confronto viene fatto con la formula di Mott
– Scalata per Z2
• Anche in questo caso accordo con un fattore di forma:
F1
( )
Q2 = 1−Q62 rHe2 rHe2 = 1.60 ± 0.10 fm dσdΩ = Z2α2
4E2sin4 12θ* cos
2 12θ*F12
( )
Q2• Studi sistematici sui nuclei furono portati avanti dallo stesso Hofstadter†
• Aumentando l’energia degli elettroni si può esten- dere il range di Q2 accessibile:
– Ricostruzione di ρ(r): input per modello shell – Altri esempi di studi più recenti
• †R. Hofstadter, Electron Scattering and Nuclear Structure Rev. Mod. Phys 28 p.214 (1956)
• http://nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1961/hofstadter-bio.html
Altri nuclei
197Au
16O 109Ag 208Pb
208Pb
Densità uniforme nel centro nucleo
Transizione super- ficiale in ~1 fm
Cinematica
• Consideriamo un elettrone incidente su un nucleo a riposo.
– Definiamo il moto lungo l’asse z.
– Trascuriamo la massa dell’elettrone.
– mN massa del nucleone.
• L’elettrone scambia con il nucleo un fotone di tetramomento q:
k =
(
E 0 0 E)
k =!(
E! E sinθ 0! E cosθ!)
p =
(
mN 0 0 0)
q =
(
E − "E − "E sinθ 0 E − "E cosθ)
s = p + k
( )
2 = mN2 + 2mNEq2 = k − "
(
k)
2 = −2 k "( )
k = −2E "E (1− cosθ) = −4E "E sin2 12θy = 2 pq
( )
2 pk
( )
=E − "E
E 0 < y < 1 x = Q2
2 pq
( )
ω =2 pq
( )
Q2 W2 = p + q
( )
2 = mN2 + 2 pq( )
+ q2• Invarianti relativistiche
(solo tre indipendenti):
– Energia nel centro di massa – Momento trasferito
• Per comodità si definisce Q2=-q2 come quantità positiva.
– Frazione di energia trasferita
x
Bω W
Scattering inelastico
• Caso inelastico:
– parte dell’energia trasferita viene usate per creare nuove particelle:
• Sezione d’urto:
– Si perde il vincolo tra E′ e θ:
• sezione d’urto doppia-differenziale in energia ed angolo
– x e Q
2sono variabili indipendenti
• i fattori di forma possono dipendere da entrambi.
W2 > mN2 W2 = p + q
( )
2 = mN2 + 2 pq( )
+ q2 > mN2 ⇒ 2 pq( )
+ q2 > 0 x = −q2
2 pq
( )
< 12E ʹE (1 − cosθ )
2mN
(
E − ʹE)
< 1 ⇒Eʹ
E < 1
1 + E / m
(
N)
(1 − cosθ ) = 11 + 2E / m
(
N)
sin2 12θd
2σ
dΩd ʹ E = d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
1
E − ʹ E F
2(x,Q
2) + 2
m
NF
1(x,Q
2)tan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
Fattori di forma adimensionali F1, F2 invece di W1 e W2
Interludio: riconduzione allo scattering elastico
• Verifichiamo che la formula
si riconduce alla formula di Rosenbluth per lo scattering elastico.
– Per scattering elastico, x=1 ed i fattori di forma bi-dimensionali si riducono a:
– usiamo le proprietà della δ:
– per trasformarla in una δ su E′ e poi integrare sull’energia:
d2σ
dΩd ʹE = dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
1
E − ʹE F2(x,Q2) + 2
mN F1(x,Q2)tan2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
F(x,Q2) = F(Q2)δ(x −1) = F(Q2)δ Q
2
2mN(E − ʹE )−1
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ δ( f (α))=δ α
(
− f−1(0))
/ f (ʹ α)=δ E − E +ʹ Q2 2mN
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ d d ʹE
Q2
2mN(E − ʹE ) −1
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ =δ E − E +ʹ Q2 2mN
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ Q2
2mN(E − ʹE )2
δ Q
2
2mN(E − ʹE )−1
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
= dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
d ʹE 2mN(E − ʹE )
Q2 F2(Q2) + 4(E − ʹE )2
Q2 F1(Q2)tan2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥δ E − E +ʹ Q2 2mN
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
∫
dσ
dΩ = dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
F2(Q2) + Q2
mN2 F1(Q2)tan2 12θ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
dσ
dΩ = d ʹE d2σ dΩd ʹE
∫
Stanford Linear Accelerator
Fasci di elettroni, 7-17 GeV
L’area sperimentale
Lo spettromento da 8 GeV
Rivelatore
Spettrometro
Fascio
Bersaglio
Misura della sezione d’urto
Bloom et al., Phys. Rev. Lett. 23 930 (1969)
• Fissati E e θ, si fa variare la selezione energetica dello spettrometro: E′
– E′ varia tra la soglia dello spettrometro (E′min~3 GeV) e
– Coprendo un range
• Nella regione delle risonanze, la sezione d’urto decresce
fortemente con Q2.
• Ad alto W non si osserva una variazione così marcata
Fenomenologia simile
all’esperimento di Rutherford:
eccesso di eventi ad alto momento trasferito.
E = 7 GeV θ = 6°
0.2<Q2<0.5 GeV2
E = 16 GeV θ = 6°
0.7<Q2<2.6 GeV2
E = 17.7 GeV θ = 10°
1.6<Q2<7.3 GeV2
Eʹmax = E
1 + 2E / m( N )sin2 12θ
4E ʹEminsin2 12θ < Q2 < 4E ʹEmaxsin2 12θ W2 < mN2 + 2mN(E − ʹEmin) − 4E ʹEminsin2 12θ
Funzioni di struttura
• Si possono ricavare le funzioni di struttura F a partire dalla sezione d’urto
– storicamente graficate in funzione di ω=1/x invece che x
• A θ e x fissato, diverse E corrispondono a diversi Q
2– Indipendentemente dal valore di Q
2, tutti i punti sembrano giacere sulla stessa curva:
– F(x,Q
2) ⇒ F(x)
θ=10°
F2
θ=6°
F 2
Modello a partoni
• L’osservazione di questo particolare scaling: F(x, Q2)⇒F(x)
• si può spiegare assumendo che le interazioni siano dovute a scattering elastico dell’elettrone con i quark contenuti nel nucleone.
• Consideriamo il caso di energie in gioco molto alte, in modo che si possa trascurare la massa del protone: p2≈0
• Indichiamo fq(ξ) la probabilità di trovare nel nucleone un quark q con una frazione ξ della quantità di moto del nucleone.
• Per scattering elastico:
• La sezione d’urto per questa interazione è:
– dove eq è la carica del quark, in unità della carica dell’elettrone
• espressa in forma doppio differenziale:
(ξ p)2 =
(
ξ p + q)
2 ξ2p2 =ξ2p2 + 2(
ξ pq)
+ q2 ξ = −q22 pq
( )
= xd σ
dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
q
( ) ξ = d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
e
q21 + Q
22 ξ
2m
N2
tan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
d
2σ dΩd ʹ E
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
q
( ) ξ = d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
e
q21 + Q
22 ξ
2m
N2tan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ δ E − E + ʹ Q
22 ξ m
N⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Modello a partoni
• La sezione d’urto per collisione elastica con un quark con frazione ξ del momento del protone:
• Il contributo di questo tipo di quark alla sezione d’urto totale si ottiene integrando i possibili valori di ξ, pesati con la rispettiva probabilità :
– esplicitando la δ rispetto a ξ
– e integrando:
d
2σ dΩd ʹ E
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
q
( ) ξ = d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
e
q21 + Q
22 ξ
2m
N2tan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ δ E − E + ʹ Q
22 ξ m
N⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
d
2σ dΩd ʹ E
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
q
= ∫ d ξ f
q( ξ ) ⎛ ⎜ ⎝ d dΩ σ ⎞ ⎠ ⎟
Mott
e
q21 + Q
22 ξ
2m
N2
tan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ δ E − E + ʹ Q
22 ξ m
N⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
= ∫ d ξ f
q( ξ ) ⎝ ⎜ ⎛ dΩ d σ ⎞ ⎠ ⎟
Mott
e
q21 + Q
22 ξ
2m
N2tan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
2 ξ
2m
NQ
2δ ξ − Q
22m
N(E − ʹ E )
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
= ∫ d ξ f
q( ξ ) ⎛ ⎜ ⎝ d dΩ σ ⎞ ⎠ ⎟
Mott
e
q22 ξ
2m
NQ
2+ 1
m
Ntan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ δ ξ − Q
22m
N(E − ʹ E )
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟ d
2σ
dΩd ʹ E
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
q
= d σ dΩ
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟
Mott
e
q2f
qQ
22m
N(E − ʹ E )
⎛
⎝ ⎜ ⎞
⎠ ⎟ Q
22m
N(E − ʹ E )
2+ 1
m
Ntan
2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
Modello a partoni
• Il contributo di un singolo quark alla sezione d’urto è:
– ricordando che
• Sommando su tutti i tipi di quark:
– dal confronto con:
Q2
2mN(E − ʹE ) = Q2
2 pq( ) = x d2σ
dΩd ʹE
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
q
= dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
eq2fq Q2
2mN(E − ʹE )
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ Q2
2mN(E − ʹE )2 + 1
mN tan2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
d2σ dΩd ʹE
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
q
= dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
eq2 fq
( )
x xE − ʹE + 1
mN tan2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ = dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
xeq2fq
( )
xE − ʹE + eq2fq
( )
xmN tan2 12θ
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥ d2σ
dΩd ʹE = dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
x eq2 fq
( )
x∑
qE − ʹE +
eq2fq
( )
x∑
qmN tan2 12θ
⎡
⎣
⎢⎢
⎢
⎤
⎦
⎥⎥
⎥
d2σ
dΩd ʹE = dσ dΩ
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Mott
1
E − ʹE F2(x,Q2) + 2
mN F1(x,Q2)tan2 12θ
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥
F2(x,Q2) = x eq2fq
( )
x∑
q , F1(x,Q2) = 12 eq2 fq( )
x∑
q F2(x) = 2xF1(x)Relazione di Callan-Gross,
verificata sperimentalmente!
Struttura del protone
• Dallo studio di diverse interazioni:
• si possono determinare le fq per i vari quark.
• Si trova in maniera consistente che le sezioni d’urto:
– possono venire espresse in termini di sezioni d’urto elementari
– pesate per le densità di probabilità dei quark interessati
– per un dato adrone sono universali e valide per tutti i processi
• La struttura “partonica” del protone è molto più ricca di quanto ci si potrebbe aspettare:
– è definito il “contenuto di sapore” del protone:
– ma il “numero totale” di quark cresce a x piccoli – esiste un contributo dovuto a particelle neutre: i
gluoni
e + p, e + n, µ± + N,
ν + N, ν + N, p + p, p + p
dx f( u(x) − fu(x))
0 1
∫
= 2 dx f( d(x) − fd(x))0 1
∫
= 1Libertà asintotica e Confinamento
• Nel trattamento dei partoni, si trascura ogni interazione tra i quark all’interno dell’adrone:
– il fatto che questa approssimazione funzioni bene prende il nome di libertà asintotica.
• L’osservazione della libertà asintotica fornisce una prova convincenta dell’effettiva esistenza dei quark come entità reali.
• Sembra però in contraddizione con un’altra osservazione:
– i quark non si osservano mai liberi, – ma solo in stati legati.
• Fenomeno che prende il nome di confinamento.
• Come possono coesistere questi fenomeni?
Confinamento: potenziale q-q
• Lo studio degli stati legati di quark pesanti permette di avere delle informazioni circa il potenziale quark-antiquark.
– Il problema consiste nel ricavare dalle posizioni dei livelli la struttura del potenziale che li genera
– Le osservazioni fatte in questo sistema ci dicono che a distanze ~fm il potenziale è della forma:
V (r) ≈ kr
cc bb
Confinamento
• Il potenziale non è superiormente limitato:
– non è possibile estrarre un quark da un adrone fornendogli un’energia maggiore di quella di legame.
• Nel caso di un’interazione fortemente anelastica, qualitativamente:
– il quark riceve un tetraimpulso che ne modifica la traiettoria – man mano che si allontana l’energia potenziale cresce
– ad un certo punto è conveniente estrarre dal vuoto una coppia quark-antiquark e chiudere le linee di forza creando nuovi mesoni e barioni
• questo processo avviene:
– su scale di lunghezza pari alle dimensioni degli adroni ~1 fm – ed in tempi dell’ordine di 1 fm/c = 10-23,-24 s.
V (r) ≈ kr
Confinamento: getti
• Il processo di annichilazione e+e- con produzione di
adroni può venire trattato come produzione di una coppia di quark:
• Ad alta energia il processo di stiramento delle linee di forza e loro taglio può
avvenire multiple volte:
– si generano getti di adroni
e++ e− → q + q
Evento e+e-→adroni
√s = 91 GeV
sistema tracciante
calorimetro elettromagnetico calorimetro
adronico
Applicazioni: produzione di W e Z
• Uno dei maggiori successi del modello a partoni è la predizione del tasso di eventi in collisioni di adroni.
• Esempio: produzione dei mediatori delle interazioni deboli, W e Z
– W+ è prodotto dal processo di annichilazione:
– Consideriamo collisioni protone-antiprotone
u + d → W+
s = (pp + pp)2 = 2m2p + 2 pp ⋅ pp ≈ 2 pp ⋅ pp
• Collisioni avvengono tra quark con momento:
• Perché avvenga la produzione è necessario che :
• La sezione d’urto si ottiene
integrando su tutte le configurazioni elementari:
pu = xupp pd = xd pp
( pu + pd)2 = (xupp + xdpp)2 = mW2
≈ 2xuxd( pp ⋅ pp) = xuxds
σ ( pp → W+) =
dxufu(xu) fd mW2 xus
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
xmin
1
∫
σ (ud → W+)Sezione d’urto per quark liberi
Il “colore”
• Dopo aver descritto le caratteristiche delle interazioni forti si pone il problema di definirne la natura.
• deve esserci qualcosa di analogo ad una “carica” forte
– che però non ha la stessa natura della carica elettromagnetica:
– genera un potenziale
• e permettere la creazione di stati “neutri”
– il breve range delle forze nucleari è dovuto al fatto che due adroni devono avvicinarsi perché i quark di uno vedano le cariche dell’altro – fenomeno simile a quello degli atomi: a breve distanza possono
interagire elettromagneticamente tramite forze di dipolo o di van der Waals, sebbene siano elettricamente neutri.
• Evidenza di un grado di libertà interno ai quark
– può assumere tre stati diversi
– chiamato colore per analogia al fatto che esistono tre colori fondamentali
V (r) ≈ kr, r → ∞
qq, qqq
Evidenza del colore: i barioni
• Consideriamo il decupletto dei barioni:
– stato fondamentale: L=0 – spin totale = 3/2
• I vertici del triangolo (Δ-, Δ++, Ω-) contengono risonanze con tre quark identici:
– la funzione d’onda deve essere
anti-simmetrica per scambio di quark
• Ma:
– funzione orbitale con L=0 è simmetrica
– funzione di spin, con tutti gli spin allineati a dare 3/2 è pure simmetrica
• Possiamo assumere che i quark possano esistere in tre stati:
– r=red, g=green, b=blue,
– e costruire una combinazione antisimmetrica: