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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 181

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MALARIA D’IMPORTAZIONE PRESSO L’OSPEDALE SANTA CHIARA DI TRENTO:

ANALISI RETROSPETTIVA DAL 1998 AL 2004 Menghini L.G., Sartori R., Ober P., Caola I., Caciagli P.

Laboratorio di Microbiologia Ospedale di Trento

Introduzione. In Italia la malaria la malaria non è più ende-mica da circa cinquanta anni, ma rappresenta la malattia d’importazione più comune, sia per il crescente flusso di immigrati da aree endemiche, sia per l’incremento del nume-ro dei viaggiatori che si recano in paesi malarici.

Scopo dello studio è di definire il profilo epidemiologico tra-mite l’analisi dei casi diagnosticati dal nostro laboratorio. Metodi. La ricerca dei plasmodi è stata eseguita con esame microscopico (striscio sottile e goccia spessa) e contempora-neamente, dal 2000, con test immunocromatografico (OptiMAL Rapid Malaria Test della DiaMed). L’analisi della casistica riguarda il periodo 1998-2004.

Risultati. Sono stati diagnosticati 44 casi di malaria, la mag-gior parte (79,5%) provenienti da Paesi africani, dove predo-mina Plasmodium falciparum (80,0%). Il 63,6% dei pazienti aveva un’età inferiore a 40 anni e il 77,3% era di sesso maschile. La specie responsabile del maggior numero di infezioni è stata P. falciparum (72,7%), seguita da

Plasmodium vivax (20,5%) e Plasmodium ovale (6,8%). Il

59,1% dei casi totali è stato registrato in cittadini italiani, di questi solo il 23,1% aveva effettuato correttamente la che-mioprofilassi antimalarica (nel 34,6% dei casi questo dato non era noto). I Paesi nei quali hanno contratto la malaria sono stati 17: 13 in Africa, 3 in Asia e 1 in America centrale. I principali Paesi per numero di casi sono stati il Madagascar e il Mozambico. Il 40,9% dei casi riguarda invece cittadini stranieri, in maggioranza (88,9%) provenienti da Paesi Africani (Burkina Faso, Costa D’Avorio, Nigeria, Tanzania, Angola, Uganda e Senegal). Negli italiani, il maggior

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Microbiologia Medica 182 ro di casi (15,4%) è stata rilevata nel mese di febbraio,

perio-do che segue quello di maggior flusso turistico per ferie invernali trascorse in Paesi tropicali. Negli stranieri invece, il maggior numero di casi è stato registrato nel mese di settem-bre (33,3%), periodo seguente quello di visita nei Paesi d’o-rigine.

Conclusioni Dall’analisi dei dati si evince che, a fronte di un numero costante di casi osservati in stranieri provenienti da Paesi dove la malattia è endemica, l’infezione malarica inte-ressa spesso connazionali che si recano sempre più frequen-temente, soprattutto per turismo, in zone a rischio. Pari importanza causale riveste l’irresponsabilità individuale che, sottovalutando il rischio reale, porta al rifiuto o all’inadegua-ta chemioprofilassi antimalarica.

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