Esperienze dal punto di vista „vivaistico“ nel dopo-Vaja nell‘ambiente alpino.

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AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Ripartizione 32 – Foreste

Abteilung 32 - Forstwirtschaft

Esperienze dal punto di vista „vivaistico“

nel dopo-Vaja

nell‘ambiente alpino.

11.09.2020 – Pian Cansiglio

Herbert Pernstich – Prov. Autonoma di Bolzano Coordinatore dei vivai forestali provinciali

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AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE

Vaja: esperienze vivaistiche nell‘ambiente alpino, Herbert Pernstich Vaja: esperienze vivaistiche nell‘ambiente alpino, Herbert Pernstich

Pian Cansiglio, am 11. September 2020 Pian Cansiglio, 11 settembere 2020

• Decisioni immediate per adeguare i vivai alle nuove esigenze

• Elementi di valutazione per definire le priorità

• Prospettive di sviluppo dei soprassuoli forestali colpiti

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Decisioni immediate per adeguare i vivai alle nuove esigenze

• La Prov. Autonoma di Bolzano negli ultimi anni ha ridotto il

numero di vivai forestali, quelli rimanenti sono ben funzionanti (superficie totale ca. 10 ettari + arboreto di larice).

• La produzione annua di piantine si aggirava prima di Vaja sulle

350.000 piantine annue.

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• 12 provenienze diverse di abete rosso (totale 143 kg di sementi)

• 3 provenienze di larice (totale 265 kg di sementi)

• 450 kg di seme di pino cembro (estate 2019)

• 100 kg di seme di abete bianco (estate 2018)

Raccolta di strobili subito dopo Vaja (anno di pasciona)

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Cella frigo a +3 e a – 7 gradi (situazione odierna)

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• Stima tramite ispettorati forestali del fabbisogno di piantine prima della semina primaverile e

aggiornamento in autunno.

• Larice, cirmolo, abete rosso, abete bianco, latifoglie

• Distinto per piante a radice nuda (rimboschimenti in primavera) e

• piante in fitocella (rimboschimenti in estate)

• Niente rimboschimenti autunnali per frequenti inverni aridi e freddi

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Piantine richieste per Vaja 2020-2026

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Calcolo della massima produzione possibile nei singoli vivai

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• Contatti con vivai forestali austriaci per produzione di piantine con

sementi nostre

• Contatti con proprietario di terreno adiacente al vivaio di Monguelfo per ampliamento temporaneo

• Aumento delle semine nell’autunno e nella primavera 2019 di abete rosso, larice, cirmolo e abete bianco per

avere una maggiore quantitá di semenzali da trapianto e/o

invasatura. Foto semine

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Aumento delle semine primavera 2019

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• Prove di produzione di diverse tipologie di piantine nei vivai

• Trapianto di specie nuove nei vivai (latifoglie, conifere)

• Invasatura di semenzali di larice e abete bianco in diversi vivai e nuovi contenitori

larice 1+1 abete

rosso 2+1

taglio radici

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• L’aumento della produzione è anche legato al personale qualificato

disponibile.

• Aumento delle risorse finanziarie

• Acquisto di un trattore portattrezzi per il vivaio di Monguelfo (=il più grande)

• Modifica del programma di raccolta semi di latifoglie (2019 e per gli anni

successivi) in base alle nuove richieste

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Elementi di valutazione per definire le priorità degli interventi, analisi delle zone colpite.

• Ca. 6.000 ettari colpiti, di cui 1.000

ettari bosco di protezione . Il ripristino della funzione protettiva è prioritario (opere, rinnovazione)

• Superfici uniche fino a 200 ettari rasi al suolo

---- 1.500 m ---- 2.000 m

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• 1,5 milioni di m³ di legname a terra

• I lavori di esbosco sono incominciati da subito, tutto il 2019 è stato

caratterizzato da questi lavori

• Entro giugno 2019 il 50% del legname è stato asportato, entro febbraio 2020 il 70%.

• Proprietari:ca. 30% enti pubblici e 70%

proprietari privati.

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• Gran parte dei boschi colpiti erano boschi molto produttivi, poco strutturati e producevano legname di buona qualità, tanto abete rosso

• È rimasto in piedi un pò di larice (chiome piccole, in parte già

senza aghi)

• Il 34% delle superfici colpite é ripido, il 5 % molto ripido.

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• Rinnovazione naturale accertata:

• Il 2018 era un’annata di pasciona per l’abete rosso, larice e abete bianco

• La primavera 2019 era umida (=ottimo per la germinazione),

seguita da un giugno molto caldo e secco – ma i semenzali (abete rosso e qualche larice) sono ok.

• Situazione sulle diverse superfici molto differente

• Rinnovazione già presente prima, si sviluppa bene, gode della luce.

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Estate 2019

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• Sulle zone con interventi (costruzione di paravalanghe, parasassi) la

rinnovazione presente viene distrutta dai lavori.

• Oggi queste superfici sono piene di

vegetazione erbosa (alta ca. 50-70 cm, rimboschite con abete rosso e sorbo,

con buona crescita. Per la rinnovazione naturale del larice manca la luce.

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• 2020: anno umido, tante erbacee, una parte della rinnovazione naturale è

stata “oscurata”, meglio sui ceppi,

bene il larice (accrescimento veloce).

• Le piantine piantate nel 2019 e 2020 si sviluppano bene.

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Estate 2020

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Prospettive di sviluppo della stabilità dei futuri soprassuoli forestali.

• Per rimboschire 1.000 ettari ci

vorranno ca. 2.000.000 di piantine

• I vivai potranno aumentare la

produzione di ca. 200-250.000 piantine annue, soddisfacendo cosí le

richieste.

• Questo significa, che nei prossimi 7-10 anni potranno essere rimboschite

forse il 15% delle zone colpite.

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• Il periodo di rimboschimento e le

risorse umane sono limitate, per cui anche una produzione maggiore non avrebbe senso.

• Gli anni utili per i rimboschimenti

artificiali sono pochi (erba, cespugli)

• Le specie disponibili adatte per le

zone colpite, oltre l’abete rosso, sono poche: cirmolo nelle zone alte, abete bianco, acero montano, faggio nelle zone basse (dove possibile) e alcune specie come betulla, ontano, sorbo degli uccellatori, ecc. (quest’ultime

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• Il larice si presterebbe a tutte le quote, ma ha bisogno di luce e non gli piace la concorrenza.

• Se l’abete rosso si rinnova bene, in 50-60 anni avremo di nuovo boschi omogenei, in quanto l’abete rosso è nel suo

optimum.

• Le superfici con rinnovazione naturale già presente prima di Vaja e/o nuova,

saranno comunque un pò disomogenei e pertanto più stabili.

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• Selvaggina: bisogna vedere, se la maggiore offerta di cibo per la

selvaggina, permetterá lo sviluppo delle specie “nobili”,

indispensabili per aumentare la stabilità dei futuri soprassuoli , altrimenti ...

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• La situazione in Germania/Austria è

molto differente, in quanto a quote più basse hanno la possibilità di cambiare specie.

• Mi pare utile sfruttare le esperienze ben documentate della Svizzera degli

schianti del 1990 (Vivian) e 1999 (Lothar) in quanto tale situazione è più simile alla nostra.

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• Considerando la produzione limitata di postime e le difficoltá di piantare grandi quantità di piantine ogni anno, bisogna sperare, che la rinnovazione naturale già presente, si sviluppi bene nei

prossimi 2 o 3 anni.

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• La rinnovazione naturale in futuro, sarà molto difficile, perché sono tante le

superfici senza alberi adulti e non

arriverá seme sufficiente delle specie desiderate (50 mt, bosco da 3 parti).

• La crescita concorrenziale dell’erba è spietata.

• Dovremmo aspettare almeno 40-50 anni prima di avere una copertura

soddisfacente con specie forestali di un certo valore economico e con

funzione protettiva adeguata.

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Cosa faranno i proprietari boschivi?

• Nulla (non riusciranno a beneficiare

loro stessi) o chiederanno piantine per rimboschimenti? Al momento la

situazione è incerta.

• Il bosco è da sempre la loro “banca”.

Al momento hanno tanta liquidità dalla vendita del legname, ma in futuro?

• Non potranno fare a meno delle specie economicamente interessanti.

• Contributi potrebbero cambiare tutto e creare forti difficoltà di

approvvigionamento di postime con

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Conclusioni per l’Alto Adige:

• La stabilità dei boschi futuri sarà comunque superiore a prima, in

quanto su una grande parte dei 6.000 ettari colpiti dagli schianti nasceranno boschi da rinnovazione naturale

disomogenea.

• Bisogna risolvere il problema della selvaggina per tutelare le “specie

ecologiche”, altrimenti ritorniamo …

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• Sulle speculazioni dei futuri

cambiamenti climatici non so cosa dirvi, ma sarei molto cauto

sull’introduzione di nuove specie.

• Eravamo bravissimi nell’organizzare le utilizzazioni

• All’interno dei servizi forestali le idee sulla futura gestione di queste superfici sono disomogenee e le indicazioni

finora date sono di tipo generale

(vedasi vari report sulla homepage).

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• Per i boschi di protezione le idee sono chiare: ripristinare quanto prima la funzione protettiva.

• Siamo un pò scarsi di idee riguardo i boschi produttivi senza funzione

protettiva primaria.

• Manca anche l’esperienza.

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• C’è chi sogna una biodiversità nuova, quasi perfetta, che si creerá senza

interventi

• E c’è chi vorrebbe ritornare il prima possibile a un bosco di produzione.

• Mi pare, che manchino le soluzioni intermedie, caso per caso.

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• Possiamo/vogliamo che i proprietari (privati o pubblici) rinuncino per un periodo più o meno lungo alla rendita dei loro boschi?

• Quanto siamo disposti a spendere per creare attivamente una maggiore

diversitá/stabilità?

• A costo zero tutto ció non sarà

possibile e garantire allo stesso tempo la funzione protettiva.

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• Spezzare una lancia a favore del larice!

• Il larice si propone come una specie ideale per migliorare la stabilità.

• Il legno è molto ricercato (stessa cosa vale per il cirmolo alle quote alte).

• Migliora l’aspetto paesaggistico.

• Gli aghi si decompongono meglio.

• Negli ultimi decenni, il larice ha perso quote per la mancanza di tagli a raso.

• Il larice ha bisogno di luce e un

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• Se vogliamo favorire il larice, bisogna fare in fretta e concentrarsi nei

prossimi 3-5 anni soltanto su questa specie, dopo per il larice sarà tardi.

• Giá adesso con l’erba in piena crescita dovrà essere seguito i primi anni, ma

avendo un accrescimento maggiore nel periodo giovanile potrá svilupparsi

bene.

• Lasciamo pure lo spazio alle specie

utili come sorbo, ontani, ecc. ma questi spariranno col tempo, quando l’abete rosso prenderà piede. Il larice rimarrà.

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• Grazie per l’attenzione