• Non ci sono risultati.

2021_11_02_Studio Preliminare Ambientale (10471 KB)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "2021_11_02_Studio Preliminare Ambientale (10471 KB)"

Copied!
154
0
0

Testo completo

(1)

Sinthesi Engineering s.r.l. sede legale: via Mira, 20/8 - 31053 Pieve di Soligo (TV)

sede operativa: via Bellucci, 35 - 31010 Farra di Soligo (TV) P.iva e C.F. 03930730266 Telefono 0438.82216 Fax 0438.82476 www.studiosinthesi.net

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

(Decreto Legislativo 03 aprile 2006, n.152 e ss.mm.ii.)

COMMITTENTE SOCIETA’ AGRICOLA FIORIN DI LIONELLO & C. S.S.

INDIRIZZO VIA MENSA,3–48022LUGO, LOC.S.MARIA IN FABRIAGO (RA)

OGGETTO VARIAZIONE TIPOLOGICA DI ALLEVAMENTO AVICOLO DA GALLINE OVAIOLE A POLLASTRE

INDIRIZZO

VIA TRENTO,47–31014COLLE UMBERTO (TV)

………..

ING.LUIGI TOFFOLON

(ISCRITTO AL N.A1069 ALL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI TREVISO)

(2)

2/185 INDICE

1 PREMESSA ... 5

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ... 7

3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO ... 8

3.1 ANALISI DI CONFORMITA’ URBANISTICA 8 3.1.1 STRUMENTI URBANISTICI SOVRACOMUNALI – PTRC ... 9

3.1.2 STRUMENTI URBANISTICI SOVRACOMUNALI - PAI ... 12

3.1.3 STRUMENTI URBANISITCI SOVRACOMUNALI - PTCP ... 12

3.1.4 STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI – PAT ... 15

3.1.5 STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI - PI ... 18

3.1.6 RETE NATURA 2000 ... 19

3.1.7 VERIFICA DI COMPATIBILITA’ URBANISTICA ... 20

4 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE ... 21

4.1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO 21 4.2 OPERE DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE 26 5 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ... 27

5.1 INTRODUZIONE 27 5.2 ATMOSFERA ED IMPATTO ODORIGENO 28 5.2.1 INTRODUZIONE ... 28

5.2.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ... 29

5.2.3 DESCRIZIONE DEI MODELLI DI CALCOLO ... 31

5.2.4 ANALISI DELLE COMPONENTI METEOCLIMATICHE ... 34

5.2.5 DETERMINAZIONE DEL FATTORE DI EMISSIONE ... 43

5.2.6 DESCRIZIONE DEGLI SCENARI DI EMISSIONE ... 46

5.2.7 CONCLUSIONI ... 78

5.2.8 BIBLIOGRAFIA ... 79

(3)

3/185

5.3 SUOLO, SOTTOSUOLO ED IDROGEOLOGIA 80

5.3.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO ... 80

5.3.2 CARATTERIZZAZIONE PEDOLOGICA ... 81

5.3.3 CARATTERIZZAZIONE IDROLOGICA ED IDROGEOLOGICA ... 85

5.3.4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ... 86

5.4 RUMORE 88 5.4.1 PREMESSA ... 88

5.4.2 RIFERIMENTI NORMATIVI E CAMPO DI APPLICAZIONE ... 89

5.4.3 DEFINIZIONI E PARAMETRI ... 90

5.4.4 SUPPORTI TECNICO-INFORMATICI ... 92

5.4.5 SCENARI DI STUDIO E MODALITA’ DI ANALISI ... 93

5.4.6 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA E POSIZIONI DI MISURA ... 95

5.4.7 INQUADRAMENTO ED INDIVIDUAZIONE DELLE SORGENTI SONORE . 96 5.4.8 INQUADRAMENTO ACUSTICO ... 98

5.4.9 ELABORAZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO – SCENARIO CALIBRAZIONE ... 100

5.4.10 MODELLAZIONE STATO AUTORIZZATO ... 103

5.4.11 ANALISI ACUSTICA ‘STATO ZERO’ (RUMORE RESIDUO) ... 105

5.4.12 PREVISIONE DI IMPATTO ACUSTICO – ‘STATO DI PROGETTO’ ... 108

5.4.13 CONCLUSIONI ... 118

5.5 FLORA FAUNA ED ECOSISTEMI 119 5.5.1 PREMESSA ... 119

5.5.2 CARATTERIZZAZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO ... 119

5.5.3 VALUTAZIONE DELL’AREALE E DELL’INTENSITA’ POTENZIALE DEGLI IMPATTI SULLE MATRICI AMBIENTALI ... 129

5.5.4 ANALISI DEGLI EFFETTI SULL’IDONEITA’ DI SPECIE DA PARTE DELLE AZIONI DI PROGETTO ... 139

5.5.5 CONCLUSIONI ... 144

5.5.6 BIBLIOGRAFIA ... 145

(4)

4/185

5.6 TRAFFICO 148

5.7 SALUTE UMANA 151

5.7.1 ANALISI DEGLI EFFETTI SULLA SALUTE UMANA ... 151

5.8 CUMULAZIONE DEGLI EFFETTI 152

5.8.1 VALUTAZIONI CIRCA LA POSSIBILE CUMULAZIONE DEGLI EFFETTI

AMBIENTALI ... 152 6 CONCLUSIONI ... 153

ALLEGATI

Allegato 01. Rapporti di prova analisi emissioni ed odorimetriche.

Allegato 02. Matrici risultati e mappe dispersione parametro ammoniaca (NH3) – Esposizione cronica.

Allegato 03. Matrici risultati e mappe dispersione parametro ammoniaca (NH3) – Esposizione acuta.

Allegato 04. Matrici risultati e mappe dispersione parametro polveri sottili (PM10).

Allegato 05. Matrici risultati e mappe dispersione parametro odore.

(5)

5/154

1 PREMESSA

Nell’ambito dello sviluppo strategico aziendale, la SOCIETA’ AGRICOLA FIORIN di LIONELLO & C. s.s. ha intenzione di procedere con la variazione tipologica dei capi allevati presso il proprio stabilimento sito in Via Trento, 47 in Comune di Colle Umberto (TV), passando da galline ovaiole a pollastre di ovaiole.

Il progetto comporta quindi la conversione di n.4 capannoni esistenti in pulcinaie, ove si provvederà alle fasi di accrescimento di pulcini di ovaiole da 1 giorno fino a circa 17 settimane di vita, per un peso finale di circa 1,2 kg/capo ed un peso vivo medio di circa 0,7 kg/capo. Raggiunta l’età della maturazione per l’ovodeposizione gli animali vengono quindi inviati agli allevamenti di produzione, nello specifico nello stabilimento ex-MAIA ubicato in Comune di Pieve di Soligo.

Il progetto comporta un aumento dei capi accasabili (per effetto delle ridotte dimensioni medie degli animali allevati), che varia da 102.974 capi di galline ovaiole (come autorizzato con decreto A.I.A. n. 18/2021 del 20.01.2021) a 177.140 capi di pollastre (pulcini di ovaiole).

Il progetto comporta solo la conversione tipologica dei capi allevati, ma non richiede alcuna modificazione strutturale dei capannoni esistenti, al netto della realizzazione di alcune dotazioni tecniche costituite dall’inserimento di camini sommitali per l’ingresso dell’aria pulita, l’inserimento di cuffie antipolvere sui ventilatori laterali esistenti e la pannellatura di chiusura tra alcuni capannoni. Non sono quindi previste lavorazioni che comportino demolizioni, costruzioni edili (al netto di n.3 piccoli locali per la quadristica, fuori terra) o scavi.

In ragione della tipologia di animali da allevare, l’attività non risulta direttamente compresa nella fattispecie di cui alla lettera ac) dell’Allegato III alla parte II del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. ed inoltre risulta rispettata la anche la soglia dimensionale di cui al punto c) dell’Allefato IV del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.

Cionondimeno, in ragione dell’aumento dei capi allevati e comunque della consistenza dimensionale dell’impianto esistente, l’azienda ha presentato ed attivato la procedura di Valutazione preliminare ai sensi dell’art. 6, comma 9 del D.Lgs. 152/2006, con documentazione pervenuta alla competente Amministrazione Provinciale di Treviso in data 21.07.2021, ed acquisita al protocollo provinciale al numero 43257. Dopo valutazione della documentazione, il Comitato VIA Provinciale ha deliberato di assoggettare il progetto a Verifica di Assoggettabilità a VIA (screening) con nota prot. n. 2021/051775 del 06.09.2021, indicando espressamente la necessità di produrre un approfondimento tecnico-modellistico riguardante l’impatto odorigeno ed equiparando la riorganizzazione dell’allevamento alla fattispecie di cui all’Allegato IV, punto 8, lettera t) del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.: “modifiche o estensioni di progetti di cui all’allegato III o all’allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che possono avere notevoli ripercussioni negative sull’ambiente (modifica o estensione non inclusa nell’allegato III)”.

In riferimento all’esito della procedura sopra richiamata, la presente relazione costituisce lo Studio Preliminare Ambientale ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., redatto secondo le indicazioni di cui all’Allegato VII alla parte II del succitato decreto ed ai sensi dell’art. 9 della L.R. 10/99 Veneto.

In particolare lo studio si comporrà delle seguenti parti:

 quadro di riferimento programmatico (per la valutazione della conformità dell’intervento nei confronti dei regolamenti vigenti inerenti la gestione del territorio);

(6)

6/154

 quadro di riferimento progettuale (con la descrizione tecnica del progetto sottoposto alla procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale, comprese le sue caratteristiche dimensionali, le emissioni previste, le eventuali mitigazioni già comprese in sede progettuale);

 quadro di riferimento ambientale (per la valutazione qualitativa e quantitativa, anche su base modellistica, dei principali impatti sulle matrici ambientali).

(7)

7/154 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il progetto oggetto di analisi si realizzerà all’interno del perimetro di pertinenza di un allevamento avicolo esistente ubicato in via Trento, 47 in Comune di Colle Umberto, in corrispondenza dell’intersezione tra la SS51 e Via Trento, in prossimità dei confini Comunali verso i territori di Conegliano (ad Ovest) e di San Fior (a Sud), in un’area ad utilizzo perlopiù agricolo e con insediamenti industriali e residenziali concentrati soprattutto lungo l’asse della statale.

Si riporta in Figura 01 un’ortofoto dell’area oggetto di intervento.

Figura 1: Ortofoto con indicazione dello stabilimento oggetto di modifica tipologica dei capi allevati.

Si precisa che l’intervento comporta unicamente la conversione tipologica dei capi allevati ed un aggiornamento dell’attrezzatura di ventilazione/riscaldamento di capannoni esistenti, senza interventi di tipo edile legati ad esempio a demolizione/costruzione e scavi.

(8)

8/154 3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

3.1 ANALISI DI CONFORMITA’ URBANISTICA

L’intervento oggetto di analisi si colloca in una cornice pianificatoria costituita almeno dai seguenti strumenti della pianificazione gerarchicamente ordinati:

 a livello regionale con Delibera del Consiglio Regionale n. 62 del 30 giugno 2020 è stato adottato il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC);

 a livello provinciale è vigente il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato con DGR n.1137 del 23/03/2010, il quale ha segnato il passaggio delle deleghe in materia urbanistica dalla Regione alla Provincia;

 a livello comunale sono in vigore:

- il Piano di Assetto del Territorio comunale adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 50 del 30.11.2010 e successivamente ratificato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 211 del 22.08.2011;

- Il Piano degli Interventi adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 22 del 05.07.2012 ed approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 33 del 15.11.2012.

Ulteriormente per la fattispecie in oggetto si riportano anche le indicazioni del Piano di Assetto Idrogeologico essendo il progetto ubicato in area potenzialmente esondabile.

Di seguito una disamina degli estratti maggiormente significativi degli strumenti urbanistici vigenti.

(9)

9/154 3.1.1 STRUMENTI URBANISTICI SOVRACOMUNALI – PTRC

Il nuovo aggiornamento del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento inserisce il sito di intervento in un’area generalmente indicata come urbanizzata, al margine con aree agricole miste a naturalità diffusa, senza la presenza di particolari vincoli di natura paesaggistica, idrogeologica o ecologico/naturalistica.

Figura 2: Estratto di P.T.R.C. del 2020 – Tav. 01A – uso del suolo – Terra.

Figura 3: Estratto di P.T.R.C. del 2020 – Tav. 01B – uso del suolo – Acqua.

(10)

10/154 Rispetto al sistema idrogeologico si verifica che il sito di intervento è esterno alla superficie interessata da allagamenti per alluvioni negli ultimi 60 anni ed esterno alla superficie ad uso irriguo. Rispetto al sistema di rischi sismico il sito di interesse rientra nella fascia di pericolosità sismica da 0,225 a 0,25.

Figura 4: Estratto di P.T.R.C. del 2020 – Tav. 01C – uso del suolo – Idrogeologia e Rischio sismico.

Il sito è inoltre inserito in un’area ad elevata incidenza dell’uso industriale sul territorio comunale (> 0,05)

Figura 5: Estratto di P.T.R.C. del 2020 – Tav. 05a – sviluppo economico – produttivo.

(11)

11/154 Anche in riferimento alle tematiche di biodiversità e reti ecologiche si verifica come il sito di intervento sia esterno a qualsiasi area di interesse naturalistico e/o di funzionalità ecologica

Figura 6: Estratto di P.T.R.C. del 2020 – Tav. 02 – biodiversità

Figura 7: Estratto di P.T.R.C. del 2020 – Tav. 09 – uso del suolo – sistema del territorio rurale della rete ecologica.

(12)

12/154 3.1.2 STRUMENTI URBANISTICI SOVRACOMUNALI - PAI

Rispetto alla cartografia disponibile della pericolosità idraulica del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Livenza, si può verificare che il sito di intervento è esterno all’area cartografara e quindi esterno a qualsiasi area classificata in pericolosità idraulica.

3.1.3 STRUMENTI URBANISITCI SOVRACOMUNALI - PTCP

La Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale del P.T.C.P. non riporta per l’area dell’insediamento la presenza di alcun vincolo.

Si segnala unicamente il tracciato di un corso d’acqua esterno all’area dello stabilimento, verso il quale lo stesso non opera alcuna influenza. Ulteriormente, sempre all’esterno ed in direzione Sud-Est è presente un’area di corridoio ecologico, costituita da un nucleo boschivo isolato.

Figura 8: Estratto Tav. 1.1.A “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale – Aree soggette a Tutela” del P.T.C.P. della Provincia di Treviso con indicazione dell’area oggetto di analisi.

(13)

13/154 Figura 9: Estratto Tav. 1.2.A “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale – Pianificazione di livello superiore” del P.T.C.P. della

Provincia di Treviso con indicazione dell’area oggetto di analisi.

Figura 10: Estratto Tav. 1.3.A “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale – Aree naturalistiche protette” del P.T.C.P. della Provincia di Treviso con indicazione dell’area oggetto di analisi.

(14)

14/154 Figura 11: Estratto Tav. 1.4.A “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale – Vincoli militari e infrastrutturali” del P.T.C.P. della

Provincia di Treviso con indicazione dell’area oggetto di analisi.

(15)

15/154 3.1.4 STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI – PAT

Per quanto riguarda la pianificazione locale, il P.A.T. di Colle Umberto riprende le indicazioni dei livelli di pianificazione superiori, confermando l’assenza di vincoli territoriali in corrispondenza dell’insediamento produttivo oggetto di analisi, ad eccezione di una porzione in vincolo paesaggistico individuato ai sensi del D.

Lgs. 42/2004 in riferimento al corso d’acqua ad Ovest.

Figura 12: Estratto Tav. b01 “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale” del P.A.T. di Colle Umberto relativo all’area oggetto di analisi.

Si precisa comunque che il progetto non comporta la realizzazione di nuove strutture o comunque modifiche dimensionali e strutturali a quelle esistenti, pertanto si ritiene che lo stesso non possa in alcun modo pregiudicare o anche solo modificare l’integrità storica, architettonica, ambientale o paesaggistica dell’area.

(16)

16/154 Valutando le invarianti, il PAT individua nella tavola gli ambiti del territorio comunale di massima qualità storico – monumentale, ambientale e naturalistica, paesaggistica e agricolo – produttiva.

L’allevamento è già esistente e ricade all’esterno di aree tutelate. Inoltre non sono in progetto opere o costruzioni da parte dell’azienda.

Figura 13: Estratto Tav. b02 “Carta delle invarianti” del P.A.T. di Colle Umberto relativo all’area oggetto di analisi.

Il PAT suddivide il territorio comunale attraverso la “Compatibilità geologica ai fini urbanistici”, in tre zone:

Aree idonee, Aree idonee a condizione e Aree non idonee.

Come è possibile osservare l’allevamento esistente ricade all’interno di un’Area idonea.

Figura 14: Estratto Tav. b03 “Carta delle fragilità” del P.A.T. di Colle Umberto relativo all’area oggetto di analisi.

(17)

17/154 Inoltre, l’area ove è presente l’allevamento è localizzata all’interno di un’area stabile suscettibile di amplificazione sismica, relativamente alla prospettiva sismica del PAT.

La presenza del corso d’acqua in vicinanze dell’allevamento genera una fascia di tutela che insiste su parte dell’area oggetto di valutazione.

Si precisa, come definito precedentemente, che l’allevamento risulta essere esistente e che l’azienda non ha in progetto la realizzazione di strutture o opere progettuali.

Pertanto non si rilevano criticità nella zona oggetto di valutazione.

In riferimento alle trasformabilità Il PAT individua e riassume le linee strategiche progettuali e codifica i valori e le tutele del territorio.

Figura 15: Estratto Tav. b04 “Carta delle trasformabilità” del P.A.T. di Colle Umberto relativo all’area oggetto di analisi.

L’allevamento esistente rientra nella classificazione quale area idonea per interventi diretti alla riqualificazione e riconversione.

Il PAT suddivide il territorio comunale in ATO a norma dell’art. 13 L.R. 11/2004 e l’area ove è ubicato l’allevamento esistente rientra nell’Ambito insediativo integrato ATO R.1.4 Ambito Insediativo del Menarè.

Non si rilevano criticità nell’area oggetto di valutazione.

(18)

18/154 3.1.5 STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI - PI

Il Piano degli Interventi in coerenza ed in attuazione del PAT, individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità.

Per quanto riguarda la zonizzazione funzionale l’area ove sorge l’allevamento viene classificata come zona agricola E – sottozona agricola di riqualificazione e riconversione ES.

Figura 16: Estratto Tav. 2.1 “Zonizzazione funzionale” del P.I. di Colle Umberto relativo all’area oggetto di analisi.

L’allevamento è esistente, pertanto non emergono criticità in relazione alla presenza dello stesso nell’area, in quanto l’azienda non ha in progetto la realizzazione di nuove strutture.

Figura 17: Estratto Tav. 3.3 “Modalità di intervento - menarè” del P.I. di Colle Umberto relativo all’area oggetto di analisi.

(19)

19/154 Nell’area pertinente all’allevamento esistente, insistono le acque pubbliche con relativa fascia di rispetto a vincolo idraulico ai sensi del RD 368/1904.

L’allevamento rientra parzialmente all’interno della fascia sottoposta a vincolo paesaggistico dei corsi d’acqua e delle relative sponde o piedi degli argini.

Non emergono criticità in relazione all’allevamento in quanto è esistente e l’azienda non ha in progetto la realizzazione di opere o nuove strutture.

3.1.6 RETE NATURA 2000

Ulteriormente si verifica che l’area di intervento non interessa alcuna area naturale protetta o altra area con una valenza ecologica di particolare pregio ed interesse (ad es. aree umide, foreste, ecc.), con una distanza dal più prossimo sito inserito nella Rete Natura 2000 pari a circa 2.695 m in linea d’aria, con riferimento al perimetro del sito Z.S.C. IT3240005 – Perdonanze e corso del Monticano.

Figura 18: Ortofoto con indicazione della distanza dell’area di intervento rispetto ai siti di Rete Natura 2000 più prossimi ad essi.

(20)

20/154 3.1.7 VERIFICA DI COMPATIBILITA’ URBANISTICA

La pianificazione territoriale ai vari livelli di gerarchia regionale, provinciale e comunale, consente sostanzialmente di verificare l’assenza di criticità di carattere paesaggistico, urbanisitico e /o pianificatoria per l’intervento oggetto di analisi, essendo lo stesso inerente una modifica unicamente tipologica di uno stabilimento esistente.

In questo senso il progetto, non comportando alcuna modifica strutturale agli edifici esistenti, non risulta in alcun modo compromettere le valenze indicate per il luogo, con particolare riferimento al vincolo idrogeologico generato dal piccolo corpo d’acqua che corre lungo il tracciato stradale ad Ovest.

Ulteriormente non si ravvisano criticità legate a pericolosità idraulica, essendo l’area esterna a quelle potenzialmente esondabili e/o interessate da allagamenti alluvionali negli ultimi 60 anni.

L’intervento non comporta inoltre alcun aumento di superficie occupata al suolo ed in questo senso non richiede quindi la redazione del Piano Aziendale.

Sulla base dell’analisi effettuata, il progetto risulta conforme dal punto di vista urbanistico rispetto ai vincoli ed alle prescrizioni dei vari livelli della pianificazione territoriale e pertanto realizzabile con il ricorso ai normali dispositivi di autorizzazione in materia edilizia ed esercibile nel rispetto dell’ottenimento dei disposti autorizzativi specifici in materia ambientale a livello regionale, provinciale e, se di competenza, comunale.

(21)

21/154 4 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

4.1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Nell’ambito dello sviluppo strategico aziendale la SOCIETA’ AGRICOLA FIORIN di LIONELLO & C. s.s. ha intenzione di procedere con la variazione tipologica dei capi allevati presso il proprio stabilimento sito in Via Trento, 47 in Comune di Colle Umberto (TV), passando da galline ovaiole a pollastre di ovaiole.

Il progetto comporta quindi la conversione di n.4 capannoni esistenti in pulcinaie, ove si provvederà alle fasi di accrescimento di pulcini di ovaiole da 1 giorno fino a circa 17 settimane di vita, per un peso finale di circa 1,2 kg/capo ed un peso vivo medio di circa 0,7 kg/capo. Raggiunta l’età della maturazione per l’ovodeposizione gli animali vengono quindi inviati agli allevamenti di produzione, nello specifico nello stabilimento ex-MAIA ubicato in Comune di Pieve di Soligo.

Il progetto comporta un aumento dei capi accasabili (per effetto delle ridotte dimensioni medie degli animali allevati), che varia da 102.974 capi di galline ovaiole (come autorizzato con decreto A.I.A. n. 18/2021 del 20.01.2021) a 177.140 capi di pollastre (pulcini di ovaiole).

Si riporta di seguito uno schema degli edifici presenti, con indicazione della tipologia e della consistenza di allevamento nella condizione ante-operam e post-operam.

Edifici Tipologia capi Numero capi

Ante operam

CAPANNONE 6 Utilizzato come magazzino o stoccaggio di emergenza della pollina --

CAPANNONE 7 Galline ovaiole in gabbia 20,672

CAPANNONE 8 Galline ovaiole in gabbia 20.672

CAPANNONE 9 Galline ovaiole in gabbia 20.230

CAPANNONE 10 Galline ovaiole in gabbia 41.400

Totale 102.974

Post operam

CAPANNONE 6 Utilizzato come magazzino o stoccaggio di emergenza della pollina --

CAPANNONE 7 Pollastre di ovaiole 43.470

CAPANNONE 8 Pollastre di ovaiole 43.470

CAPANNONE 9 Pollastre di ovaiole 35.200

CAPANNONE 10 Pollastre di ovaiole 55.000

Totale 177.140

Tabella 1: Tipologia e ripartizione dei capi accasabili nei ricoveri esistenti in situazione ante-operam (autorizzata) e post-operam (in progetto).

Come specificato il progetto non comporta alcuna modifica strutturale agli edifici esistenti adibiti a ricovero (così come all’edificio utilizzato come magazzino), ma, in ragione della differente tipologia di animali accasati, sono richieste delle modifiche inerenti soprattutto la modlaità di ventilazione, con una generale

(22)

22/154 diminuzione dei ventilatori in espulsione e l’inserimento di torrini per la captazione dell’aria fresca dall’ambiente esterno.

Tali modifiche tecnologiche sono riassunte alla seguente tabella.

Edifici Aria in ingresso Aria in espulsione

Ante operam

CAPANNONE 6 -- --

CAPANNONE 7 Finestrature n. 9 ventilatori Ø = 1,2 m

CAPANNONE 8 Finestrature n. 15 ventilatori Ø = 1,2 m

CAPANNONE 9 Finestrature n. 10 ventilatori Ø = 1,2 m

CAPANNONE 10 Finestrature n. 24 ventilatori Ø = 1,2 m

Totale -- n. 58 ventilatori Ø = 1,2 m

Post operam

CAPANNONE 6 -- --

CAPANNONE 7 n. 7 torrini in copertura Ø = 0,75 m n. 7 ventilatori Ø = 1,38 m

n. 3 ventilatori supporto Ø = 0,98 m

CAPANNONE 8 n. 7 torrini in copertura Ø = 0,75 m n. 7 ventilatori Ø = 1,38 m

n. 3 ventilatori supporto Ø = 0,98 m

CAPANNONE 9 n. 5 torrini in copertura Ø = 0,75 m n. 6 ventilatori Ø = 1,38 m

n. 2 ventilatori supporto Ø = 0,98 m CAPANNONE 10 n. 8 torrini in copertura Ø = 0,75 m n. 8 ventilatori Ø = 1,38 m

n. 5 ventilatori supporto Ø = 0,98 m

Totale n. 27 torrini in copertura Ø = 0,75 m n. 28 ventilatori Ø = 1,38 m

n. 13 ventilatori supporto Ø = 0,98 m Tabella 2: Tipologia e ripartizione dei capi accasabili nei ricoveri esistenti in situazione ante-operam (autorizzata) e post-operam (in

progetto).

I ventilatori per la captazione dell’aria (torrini) saranno installati sulla copertura, mentre i ventilatori in estrazione saranno installati su lato lungo dei ricoveri e nello specifico: lato Est (capannon 7), lato Ovest (capannone 8), lato Sud (capannoni 9 e 10).

I ventilatori in estrazione saranno dotati di cuffia singola per la deflessione della polvere verso il terreno, la quale sarà predisposta per un’eventuale futura implementazione di sistema di nebulizzazione dell’effluente di tipo fogging, nel caso di comprovate criticità relative alle emissioni di polveri e di odori nella fase di esercizio.

I ricoveri saranno riscaldati mediante l’inserimento di riscaldatori aria a gas metano tipo Cikki Trermoclima di potenzialità nominale pari a 70 kW, installati sul lato opposto a quello dei ventilatori, al di sotto del sistema di raffrescamento tipo PAD-Cooling (che non subirà variazioni) nel numeri di 4 per i capannoni n. 7, 8 e 9 e di 5 per il capannone n.10.

I vari impianti tecnologici sopra descritti (torrini, ventilatori di estrazione, generatori di calore) saranno oggetto di inserimento di idonee misure di contenimento del rumore così specificate:

 cuffia in materiale fonoassorbente (per i ventilatori in estrazione più prossimi ad abitazioni);

 incapsulamento in materiale fonoassorbente (per i generatori di calore).

Non vi sarà invece alcuna modifica nel sistema di estrazione della pollina, allontanata per mezzo di nastri meccanici e caricata direttamente sui mezzi per il conferimento a siti autorizzati per la produzione di biogas,

(23)

23/154 senza deposito intermedio in azienda, al netto della possibilità di utilizzare il capannone n.6 come area di stoccaggio di emergenza in caso di problematiche di natura prettamente logistica legate all’indisponibilità temporanea di mezzi per il carico (condizioni che vengono comunque generalmente gestite mediante immediata ripianificazione del carico, onde evitare per l’appunto la necessità di dover stoccare pollina in locali diversi dai ricoveri per allevamento).

Si riporta alla seguente figura uno schema planimetrico dello stabilimento nella configurazione post-operam.

Figura 19: Planimetria dello stabilimento in configurazione di progetto.

La pollina prodotta dal sito in oggetto è materiale palabile grazie all’essiccazione della stessa ad opera della ventilazione dei ricoveri, a cui essa è sottoposta per i 2/3 giorni di permanenza del materiale all’interno dei ricoveri.

Posti al di sotto delle voliere vi sono i nastri di raccolta pollina che vengono azionati dagli operatori tramite collegamento ad un quadro generale posto in entrata di ogni singolo ricovero, dal quale si azionano i singoli nastri.

L’asportazione avviene con frequenza pari a 2/3 volte a settimana a seconda del periodo e dell’età dell’animale.

La pollina raccolta dai nastri sotto le voliere viene quindi sottoposta ad un processo di disidratazione per 2/3 giorni ad opera della ventilazione del locale.

Volendo considerare il massimo numero numero di capi accasabili pari a 177.140, si può procedere alla stima della quantità di pollina prodotta giornalmente, ottenendo:

(24)

24/154 177.140 * 0,7 kg/ capo peso vivo medio, per 18 m3 di pollina da normativa per Mg di vivo allevato = 2232 m3 corrispondenti ad una produzione media di 6,11 m3/giorno di pollina.

Dato il peso specificio di 500 kg/m3, otterremo una produzione giornaliera di 3 Mg che, suddivisi per la superficie del nastro – 7680, 40 m2 complessiva - , determina una produzione di circa 400 g/m2 di pollina per unità superficiale di nastro.

Si precisa che il nastro permane in posizione statica per 2/3 gg. Ogni 2/3 giorni vi è lo scarico diretto sul mezzo per l’allontanamento immediato dal sito tramite cessione ad impianto a biogas. Avendo dimostrato le dimensioni e la quantità di pollina deposta sui nastri, nell’ordine di 400 g/m2, è facilmente possibile evincere come la quantità di pollina presente su ogni nastro sia sostanzialmente trascurabile e, comunque, sottoposta ad una ventilazione di essiccazione interna per 3 giorni a flusso costante. La Ditta ha valutato come azione migliorativa per il complesso ed il territorio in cui la stessa è insediata, la cessione continua della pollina ad impianto biogas; quindi ogni 3 giorni viene scaricato il nastro direttamente nel mezzo adibito al trasporto e conferito all’impianto terzo come da contratti di cessione in essere.

Il lavaggio dei capannoni, previsto solamente in condizioni di emergenza (ad esempio per contaminazioni o zoonosi che richiedano anche profondi interventi di disinfezione), sarà svolto tramite l’utilizzo di idropulitrici ad alta pressione; le acque di risulta vengono convogliate in apposite vasche a tenuta installate a servizio dei reicoveri, e quindi successivamente avviate a smaltimento presso ditte terze opportunamente autorizzate con codice E.E.R. 02.02.01, senza quindi rischi di contaminazioni di suolo e falde sotterranee per fenomeni di ruscellamento e percolazione.

L’impianto di illuminazione delle pulcinaie sarà realizzato in conformità ai quanto previsto e prescritto dalla L.R. Veneto 7 agosto 2009, n.17 recante “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici”.

In particolare l’impianto di illuminazione esterna a servizio delle pulcinaie n.7-8-9-10 sarà realizzato con otto armature di tipo stradale a LED con ottica asimmetrica, potenza 60W, installate con apposite staffe nella parte centrale delle testate e controtestate dei capannoni (vedere elaborato grafico) ad un’altezza di 3,5m.

Le armature di tipo stradale avranno le seguenti caratteristiche:

 corpo e telaio in alluminio pressofuso e disegnati con una sezione e bassissima superficie di esposizione al vento. Alette di raffreddamento integrate nella copertura;

 attacco in alluminio pressofuso è provvisto di ganasce per il bloccaggio dell’armatura secondo diverse inclinazioni. Orientabile da 0° a 15° per applicazione a frusta;.

 ottiche combinate realizzate in PMMA ad alto rendimenti resistente alle alte temperature e ai raggi UV;

 diffusore in vetro trasparente sp. 4mm temperato resistente agli shock termici e agli urti (UNI-EN 12150-1 : 2001);

(25)

25/154

 verniciatura standard a polvere composto da una fase di pretrattamento superficiale del metallo e successiva verniciatura a mano singola con polvere poliestere, resistente alla corrosione, alle nebbie saline e stabilizzata ai raggi UV;

 dispositivo di controllo della temperatura all’interno dell’apparecchio con ripristino automatico.

Dispositivo di protezione conforme alla EN 61547 contro i fenomeni impulsivi atto a proteggere il modulo LED e il relativo alimentatore. Opera in due modalità:

 modo differenziale: surge tra i conduttori di alimentazione, ovvero tra il conduttore di fase verso quello di neutro.

 modo comune: surge tra i conduttori di alimentazione, L/N, verso la terra o il corpo dell’apparecchio se quest’ultimo è in classe II e se installato su palo metallico.

 equipaggiamento: Completo di connettore stagno IP67 per il collegamento alla

 linea.

 tecnologia LED di ultima generazione Ta-30+40°C vita utile 80%: 80.000h (L80B20).

Classificazione rischio fotobiologico: Gruppo di rischio esente

 Fattore di potenza >0.9

 dispositivo mezzanotte virtuale;

 verniciatura conforme alla norma UNI EN ISO 9227

 prodotti in conformità alle norme EN60598 - CEI 34 - 21. Hanno grado di protezione secondo le norme EN60529;

 potenza 60W

 flusso luminoso 7684 lumen – 3000°K – CRI >= 70

 superficie di esposizione al vento: L:139cm² F:400cm².

Le linee di alimentazione delle armature saranno derivate dai quadri elettrici di testata e controtestata con cavi FG16OR16 sezione 3x1.5 mmq, protetti da interruttori magnetotermici differenziali 2x6A 6kA 300 mA classe A SI curva B. L’impianto sarà gestito da interruttore orario astronomico

Per ulteriori dettagli si rimanda al progetto illuminotecnico appositamente redatto ed allegato alla documentazione per lo screening di Valutazione di Impatto Ambientale (rif. 02090 Progetto illuminotecnico e 02090 tavola allegata a progetto illuminotecnico).

(26)

26/154 4.2 OPERE DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE

Il progetto di conversione di tipologia di allevamento comporta un sostanziale depotenziamento del sistema di ventilazione in estrazione, che passa dalla configurazione autorizzata per le galline ovaiole con 58 ventilatori a quella futura con 28 ventilatori + 13 mini-ventilatori di supporto, completamente schermati con cuffia, in ragione delle diverse richieste in termini di ricircolo dell’aria per animali mediamente 1/3 più piccoli (peso vivo medio di circa 0,7 kg/capo per le pollastre rispetto a circa 2-2,5 kg/capo per galline ovaiole).

La progettazione consentirà inoltre di prevedere l’installazione di strutture fonoassorbenti anche sugli impianti di riscaldamento dell’aria, in modo da addivenire ad un significativo contenimento dell’impatto da rumore.

La conversione stessa della tipologia di animali da allevare reca intrinsecamente un minor consumo di risorse: da circa 4.063 Mg/anno di mangime e circa 7.224 m3/anno di acqua per abbeveraggio in situazione ante-operam si passa a circa 974 Mg/anno mangime e circa 1.948 m3/anno di acqua per abbeveraggio in situazione post-operam, in ragione sia del minor intake degli animali, sia di cicli di allevamento più corti (circa 120 giorni/ciclo per un totale di 2,5 cicli anno per i pulcini, a fronte di un ciclo lungo più di 365 anni per la gallina ovaiola).

Per le stesse ragioni si stima una minore produzione di pollina, nonchè più contenute emissioni di ammoniaca e polveri e, in relazione, di odore, come sarà meglio dettagliato nei sottoparagrafi specifici nel quadro di riferimento ambientale.

Ulteriormente una minore richiesta di risorse ed una più contenuta produzione di pollina si risolveranno in una diminuzione delle movimentazioni di mezzi da e verso lo stabilimento, contribuendo all’alleggerimento del traffico, soprattutto sulla principale Via Menarè.

L’ammodernamento dei capannoni comporterà anche l’inserimento di nuovi e più efficienti punti luce, da un lato garantendo il minor impatto ambientale in conformità ai vincoli imposti dalla normativa regionale, dall’altro permettendo di conseguire un ulteriore contenimento dell’energia elettrica consumata nello stabilimento.

(27)

27/154 5 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

5.1 INTRODUZIONE

Nel presente paragrafo vengono riportati gli studi specifici e le considerazioni riguardanti gli effetti del progetto sull’ambiente, intesi come significatività (negativa o eventualmente positiva) delle ricadute ambientali connesse alla realizzazione delle opere ed all’esercizio dell’impianto di allevamento nella futura configurazione operativa, valutata su base qualitativa e, ove possibile ed applicabile, quantitativa con approccio matematico-modellistico.

Sulla base della tipologia di progetto oggetto di studio, ed in relazione alle emissioni ed esternalità ambientali ad esso associabili, sono stati valutati i seguenti campi di interesse:

 Atmosfera ed impatto odorigeno

 Suolo e sottosuolo

 Rumore

 Flora, fauna ed ecosistemi

 Traffico

 Salute umana

Per tutti i comparti di valenza ambientale trattati è stato seguito un approccio scientifico basato sulla descrizione dello stato di fatto della matrice/comparto ambientale (basato sulla condizione dell’impianto attualmente autorizzata in A.I.A.), sulla quantificazione degli effetti associabili al progetto che potrebbero comportare un impatto non nullo alla matrice/comparto ambientale, sulla descrizione della metodologia di analisi adottata e dei modelli eventualmente applicati, sulla determinazione quantitativa delle eventuali modificazioni (positive o negative) indotte dal progetto sulla matrice/comparto ambientale, sugli effetti delle eventuali opere mitigative specifiche.

Si specifica già in fase introduttiva che l’allevamento, anche a fronte della conversione tipologica in progetto, non comporta impatti sulla matrice idrica in ragione di scarichi di acque superficiali (assenti anche nello stato autorizzato) e che comunque il progetto genera la totale invarianza strutturale dell’allevamento stesso dal punto di vista dei ricoveri attivi, con un solo aumento del numero di capi accasabili (comunque con individui di 1/3 più piccoli rispetto a quelli previsti dall’attuale configurazione autorizzata). Pertanto l’analisi della matrice specifica è omessa in quanto con impatto trascurabile in senso assoluto ed invariante (se non addiriturra migliorativa, in termini di risorse idriche necessarie per l’abbeveraggio degli animali) in termini di evoluzione tra condizione autorizzata e configurazione di progetto.

(28)

28/154 5.2 ATMOSFERA ED IMPATTO ODORIGENO

5.2.1 INTRODUZIONE

Per lo studio delle modificazioni alla matrice atmosfera è stata condotta un’apposita analisi previsionale di impatto legata alla dispersione degli inquinanti aeriformi ed odorigeni.

L’analisi è volta alla valutazione previsionale dell’impatto atmosferico generato dall’attivazione di sorgenti di tipo fisso e puntiforme costituiti dalle batterie di ventilazione dei ricoveri.

Le opere in progetto infatti prevedono una ridefinizione delle sorgenti di emissione significative, in relazione all’adeguamento numerico dei ventilatori, alla variazione del numero massimo di capi accasabili e, non da ultimo, alla conversione della tipologia degli animali allevati (da galline ovaiole mature a pollastre di ovaiola pre-maturatià sessuale), con variazione del fattore emissivo delle sostanze prese in considerazione nel presente lavoro di screening.

Sulla base dei dati forniti dalla committenza si procede quindi alla valutazione previsionale dell’impatto atmosferico ed odorigeno nei seguenti scenari di emissione:

 Stato di fatto: configurazione ante-operam dell’allevamento come da autorizzazione vigente

 Stato di progetto: configurazione post-operam dell’allevamento.

Il progetto non comporta fasi di cantiere che prevedano lavori edili pesanti o scavi, ma unicamente l’adeguamento impiantistico e delle strutture interne dei ricoveri, atti all’alloggiamento di pulcini, in luogo di animali maturi.

Per lo stato di fatto e lo stato di progetto, che producono emissioni in primis di tipo odorigeno e legate ad inquinanti aerodispersi, tra i quali il presente studio valuta nello specifico ammoniaca (NH3) e polveri (PM10), i fattori di emissione sono opportunamente dimensionati sulla base di verifiche analitiche su un impianto analogo di proprietà della committenza, in condizioni controllate e sulla base delle indicazioni di emissione deducibili dall’applicazione dei dati BAT-AEL (con Bat-Tools) e dalla letteratura costituita dal BRef Europeo sulle emissioni degli allevamenti intensivi di pollame e di suini a cura di Satonja et al. (2017), nell’ovvia impossibilità di poter disporre di dati direttamente rilevabili nello stabilimento stesso. Con tali fattori di emissione è quindi sviluppato un opportuno modello 3D lagrangiano non stazionario a puff, validato a livello nazionale e riportato alle schede della normativa UNI 10796, con risultati che sono quindi confrontati con i valori soglia per la qualità dell’aria, per la salute umana e per la percettibilità e l’eventuale molestia odorigena, indicati da documenti tecnici specifici di settore a livello nazionale e, se disponibili e pertinenti, regionali.

In particolare in assenza di specifiche normative di riferimento su base nazionale e regionale, la valutazione previsionale dell’impatto odorigeno generato dall’allevamento è condotta seguendo le indicazioni tecniche delle più recenti delibere regionali in materia, tra le quali le linee guida regionali a cura di A.R.P.A. Friuli Venezia Giulia, unitamente alle linee guida della Regione Autonoma Trentino Alto Adige e della Regione Lombardia, nonché in ottemperanza ai criteri indicati all’Allegato 1 del documento A.R.P.A.V. “Orientamento operativo per la valutazione dell’impatto odorigeno nelle istruttorie di Valutazione Impatto Ambientale e Assoggettabilità” del 29 gennaio 2020.

(29)

29/154 5.2.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO

La normativa di riferimento in materia di qualità dell’aria, e segnatamente per i parametri oggetto della presente indagine previsionale, è costituita dal D.Lgs. 13 agosto 2010, n.155 e ss.mm.ii., decreto di attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa.

Si riportano nella seguente tabella i valori limite stabiliti all’Allegato XI, punti 1 e 3 della sopraccitata normativa per il parametro PM10.

Inquinante Nome limite Parametro

statistico Valore Note Data alla quale il

valore deve essere raggiunto

PM10

Limite di 24 ore per la protezione della

salute umana Media 24 h 50 µg/m3 Da non superare

più di 35 volte per

anno civile 01 gennaio 2005 Limite annuale per

la protezione della

salute umana Media annuale 40 µg/m3 -- 01 gennaio 2005

Tabella 3: Valori limite per la protezione della salute umana (D.Lgs. 155/2010 e ss.mm.ii.).

Per quanto riguarda l’ammoniaca non vi sono ad oggi dei valori limite per la qualità dell’aria. In questo caso si utilizzano come valori guida le soglie REL (Reference Exposure Level) definite dall’Office of Environment Health Hazard Assessment (OEHHA) pari rispettivamente a 200 µg/m3 per l’esposizione cronica (valutata in base alla concentrazione media annua) ed a 3.200 µg/m3 per l’esposizione acuta (valutata in base al massimo della concentrazione oraria).

Per quanto riguarda infine l’odore, attualmente, in Italia non esistono riferimenti che riportino limiti di accettabilità in immissione su base nazionale.

Tuttavia è importante sottolineare che Regioni quali ad esempio la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna ed il Trentino Alto Adige e da ultima il Veneto (con linea guida A.R.P.A.V.) hanno emanato linee guida specifiche relative alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno

Le linee guide lombarde specificamente prevedono che “il progettista di un nuovo impianto o di una modifica sostanziale con ripercussioni sulle emissioni odorigene o in caso di conclamate problematiche olfattive, deve, partendo da dati di bibliografia o da esperienze consolidate o da indagini mirate, ricercare tutte le possibili fonti di disturbo olfattivo, associare a queste fonti una portata d’odore (ouE/s) e, sulla base dei dati meteorologici […] e l’orografia del territorio, utilizzare un modello di dispersione […] per verificare quale sarà l’entità del disturbo olfattivo provocato nel raggio di 3 km dai confini dello stabilimento sui ricettori presenti in questa area”.

Le linee guida trentine in analogia richiamano che “le domande di autorizzazione in materia ambientale relative a nuove attività o al riesame dell’AIA o ad attività di trattamento FORSU devono essere corredate da uno studio di impatto odorigeno mediante simulazione di dispersione […]”.

A livello regionale risulta comunque utile potersi riferire alle linee guida ufficiali sull’impatto odorigeno emanate dalla Regione Autonoma Trentino Alto Adige e dalla Regione Emilia Romagna, all’interno delle

(30)

30/154 quali sono proposti dei livelli soglia per il disturbo differenziati per fasce di distanza dalle sorgenti e per destinazione d’uso dei luoghi in cui sono localizzati i recettori, limiti che sono di fatto richiamati anche nel documento operativo di A.R.P.A.V. del 29.01.2020 per la Regione Veneto.

In particolare tale documento, richiamando le linee guide trentine, stabilisce come criterio orientativo di accettabilità valori di concentrazioni orarie di picco (intese come 98° percentile della concentrazione di odore su base annuale) pari a:

per recettori in aree residenziali:

1 ouE/m3 a distanza > 500 m dalle sorgenti 2 ouE/m3 a distanza di 200÷500 m dalle sorgenti 3 ouE/m3 a distanza < 200 m dalle sorgenti

per recettori in aree non residenziali:

2 ouE/m3 a distanza > 500 m dalle sorgenti 3 ouE/m3 a distanza di 200÷500 m dalle sorgenti 4 ouE/m3 a distanza < 200 m dalle sorgenti

(31)

31/154 5.2.3 DESCRIZIONE DEI MODELLI DI CALCOLO

Per la dispersione degli inquinanti è stato utilizzato il modello lagrangiano 3D non stazionario di diffusione a puff costituito da pacchetto software MMS CALPUFF versione 1.14.0 della MAIND S.r.l., che implementa il codice CALPUFF sviluppato dalla Earth Tech Inc. per conto del California Air Resources Board (CARB) e dell’E.P.A.. Il modello di calcolo è corredato dal pre-processore dati meteorologico CALMET per la fornitura di dominio meteorologico ed orografico in 3D (per l’eventuale analisi anche in presenza di orografia complessa) e da post-processore dati RUN ANALYZER della MAIND S.r.l. (per l’elaborazione dei dati di concentrazione e l’ottenimento di medie, massimi, percentili, ecc.).

La relazione generale che rappresenta la concentrazione di un inquinante in un generico punto dello spazio (x, y, z) dovuta ad un puff (k) centrato nel punto (x’, y’, z’) e di massa mk è la seguente:

         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1,5 2 2 2 2 2 2

2 exp ' 2

exp ' 2

exp ' , 2

,

z y

z x y x

k

x x y y z z

z m y x

C       

[1]

Nel caso in cui il piano campagna e la sommità del PBL influenzino la dispersione verticale allora la relazione [1] tiene conto dell’effetto di riflessione causato dai suddetti piani, secondo la formulazione seguente:

     

 

 

  

 

 

  

2 2 2 2

2 exp ' 2

exp ' , 2

,

y x

y x

k

g x x y y

z m y x

C    

[2]

dove g rappresenta la dispersione in senso verticale ed è il risultato delle riflessioni multiple del puff col suolo e con la sommità del PBL, ad altezza h:

 







 

  

n z

z

nh

g z

2 2

2 2 exp '

2 2

 

[3]

La relazione [3] risulta comunque applicabile unicamente quando il suolo è pressoché piatto. In presenza di orografia complessa il modello fornisce diverse opzioni di correzione, tra le quali per il presente caso di studio è stata scelta la Correzione Partial Plume Penetration, per la quale l’altezza del puff viene valutata tenendo conto anche della stabilità atmosferica, secondo degli specifici coefficienti per ciascuna classe di Pasquill.

Per quanto riguarda le funzioni sigma di dispersione, esse descrivono il progressivo inglobamento di aria all’interno del puff, associato alla turbolenza. Generalmente non è possibile accertare se la distribuzione rispetto ai due assi coordinati orizzontali (x e y) sia veramente differente, per cui molto spesso viene assunta l’eguaglianza delle relative sigma di dispersione.

Se si valuta inizialmente il contributo alla turbolenza dovuto al PBL, dato un puff con baricentro nel punto P del PBL una formulazione generale per

y

e

zè la seguente (Hanna et al., 1977):

(32)

32/154

 

v y

 

ly

yt

t  tf t t

 

[4a]

 

w z

 

lz

zt

t  tf t t

 

[4b]

dove:

t = tempo di volo del puff (tempo trascorso dalla sua immissione);

w

v

e

= coefficienti di dispersione trasversale e verticale rispetto al vento in P;

fy e fz = funzioni dipendenti dal livello di connettività del PBL e dal tempo.

Le relazioni per determinare i coefficienti di dispersione trasversale e verticale di cui alle formule [4] si differenziano a seconda della stabilità atmosferica e della quota del puff (z), rapportata all’altezza dello strato di miscelazione (h).

Nello strato superficiale (z < 0,1h):

2 1 3 2

* 2

1 3 2

*

4 0,6 ,1 6 2 , 9





 

 

 

 



 

 

 

 L

u z L

u h

w

v

[5]

dove u* è la velocità di frizione del vento ed L è la lunghezza di Monin-Obukhov

Nello strato di miscelazione (0,1h < z < 0,8h):

 3 , 6 u

*2

0 , 35 w

*2

21

w

 ,1 2 u

*2

0 , 35 w

*2

21

v

    

[6]

dove w* è la velocità convettiva caratteristica.

Nello strato neutro:

 0 , 9  ,1 3 exp  0 , 9 

exp 8

,1 z h

w

z h

v

    

[7]

Nello strato stabile:

 1  ,1 3  1 

6

,1 u

*

z h

43 w

u

*

z h

43

v

    

[8]

Per quanto riguarda invece le funzioni f, si utilizzano le seguenti formule proposte da Irwin (1983):

(33)

33/154

 

 

 



 

 

 

 



 

 

 





 

 

 

0 se 100

945 , 0 1

0 se 9 500

, 0 1

9 1000 , 0 1

1 2 1 1 2 1

1 2 1

t L t L f

f t

z y

[9]

Il modello consente quindi di calcolare i coefficienti di dispersione direttamente sulla base delle variabili meteo-climatiche secondo le formule precedenti, oppure consente di utilizzare i coefficienti di dispersione di Pasquill-Gifford (1976) per le aree rurali e di McElroy-Pooler (1968) per quelle urbane. Questa seconda opzione tiene conto del tipo di uso del suolo (categoria land use secondo codifica Corine Land Cover) e della classe di stabilità atmosferica.

Il modello è inoltre in grado di trattare le situazioni di calma di vento senza ricorrere all’eliminazione dal set di dati meteo dei record corrispondenti alle suddette situazioni.

In particolare il trattamento delle calme di vento è descritto al paragrafo 2.14 della guida utente del modello (Scire et al., 2000), specificando che in dette condizioni sui puff rilasciati vengono attuati i seguenti accorgimenti:

 la posizione del centro del puff rimane immutata;

 l’intera massa di inquinante da rilasciare nel corso dell’ora è posta in un unico puff;

 il puff è posto istantaneamente alla quota finale di innalzamento;

 non è calcolato l’effetto scia degli edifici;

 la crescita dei parametri σx e σy è calcolata esclusivamente in funzione del tempo;

 i parametri σv e σw (velocità turbolente) sono eventualmente modificati affinchè non siano inferiori ad un minimo prefissato.

Il modello è inoltre in grado di descrivere correttamente la dispersione nel caso di terreno complesso.

Il modello è pertanto tra quelli espressamente indicati anche per l’effettuazione di studi di impatto odorigeno con validazione a livello nazionale da parte di I.S.P.R.A. ed inserimento nelle schede specifiche della normativa UNI 10796:2000.

(34)

34/154 5.2.4 ANALISI DELLE COMPONENTI METEOCLIMATICHE

Il modello di calcolo sopra descritto fornisce dati di concentrazione al suolo per gli inquinanti prescelti che sono influenzati, oltre che dalla portata massiva di emissione, anche da parametri meteoclimatici quali la velocità e la direzione del vento, la classe di stabilità atmosferica, l’altezza di rimescolamento.

E’ stata quindi condotta una valutazione delle componenti meteoclimatiche dell’area oggetto di studio su base annuale. I dati utilizzati per la modellazione sono stati forniti direttamente da MAIND S.r.l. con formattazione per l’inserimento nel modello di calcolo. Nello specifico i dati forniti sono stati ricostruiti attraverso un’elaborazione mass consistent sul dominio tridimensionale per un’area vasta che comprende anche il sito di intervento,effettuata con il modello meteorologico CALMET con le seguenti risoluzioni (orizzontali e verticali):

Origine SW: x = 285318,00 m E – y = 5082445,00 m N UTM fuso 33 – WGS84 Dimensioni orizzontali totali: 15 km x 15 km

Risoluzione orizzontale: dx = dy = 500 m

Risoluzione verticale: 0-20-50-100-200-500-1000-2000-4000 m sul livello del suolo.

Figura 20: Ortofoto con indicazione del dominio meteorologico, punti generatori ed eventuali stazioni sito-specifiche.

Per il calcolo e la calibrazione del modello sono stati utilizzati i dati della rete delle stazioni sinottiche nazionali ed internazionali certificate SYNOP-ICAO (Organizzazione Internazionale degli Aeroporti Civili)

(35)

35/154 presenti nell’area interessata. In particolare sono state utilizzate sia stazioni di superficie, sia stazioni profilometriche (rif. figura 21).

Figura 21: Stazioni locali e SYNOP-ICAO di superficie e profilometriche più prossime all’area di intervento.

Nel dettaglio i dati delle stazioni della rete SYNOP-ICAO sono i seguenti:

Stazioni di superficie

 TREVISO LIPH 160990 [45,648°N – 12,194°E]

Stazioni di radiosondaggio

 UDINE RIVOLTO 16045 [45,97°N – 13,05°E]

I dati delle stazioni della rete SYNOP-ICAO sono stati integrati con i dati disponibili (nello stesso intervallo temporale) dalle seguenti stazioni meteo della Rete A.R.P.A.V. Veneto:

 Conegliano [45,234°N – 12,2825°E]

L’analisi si è concentrata sulla serie oraria elaborata da CALMET in un periodo campione di 1 anno solare, per un totale di 8760 ore valide su 8760 (100%), ed ha considerato i parametri di temperatura oraria, direzione prevalente del vento, velocità media del vento, altezza di rimescolamento, classe di stabilità atmosferica. I dati rilevati hanno permesso di ricostruire gli andamenti dei vari parametri su base annuale.

(36)

36/154 Il campo meteorologico tridimensionale così creato è stato opportunamente formattato in modo da poter essere direttamente inserito nel software di calcolo modellistico, il quale pertanto permette di effettuare dei run in short-term, con valutazione su base oraria (per un totale di 8760 simulazioni) di tutti i principali parametri meteorologici connessi con le dinamiche che regolano la dispersione dei puff di inquinanti (temperatura, direzione e velocità del vento, classe di stabilità atmosferica, altezza della quota di inversione termica).

Nei sottoparagrafi seguenti si riporta la sintesi dei risultati dell’analisi statistica dei dati elaborati da CALMET per la definizione delle principali caratteristiche meteorologiche dell’area di analisi, presentando i valori riferiti alla cella in cui sono presenti le sorgenti emissive (Nx = 15, Ny = 15).

(37)

37/154 Temperatura

L’analisi delle medie giornaliere del campo termico calcolato da CALMET per la cella di Colle Umberto ha permesso di evidenziare un range termico di -1,2°C – 35,1°C, con una media annuale di 14,9°C.

Figura 22: Valori di temperatura minima, massima e media su base annuale stagionale e mensile.

(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto).

Figura 23:Andamento dei valori di temperatura minima, massima e media su base annuale.

(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto).

(38)

38/154 Direzione e velocità del vento

L’analisi preliminare volta all’identificazione della direzione prevalente del vento nell’area ed alla quantificazione della sua intensità media ha preso in considerazione un anno campione per un totale di 8760 dati orari validati.

Per ogni ora sono stati considerati i parametri di direzione prevalente di provenienza del vento e valore della velocità del vento, espressa in m/s, così come elaborata da CALMET.

La soglia per la definizione di calma di vento è posta cautelativamente a u < 0,1 m/s.

Figura 24:Distribuzione generale della velocità del vento su base annuale per singolo settore angolare di provenienza.

(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto).

(39)

39/154 La nuova versione del modello consente di estrapolare anche i dati stagionali di velocità e direzione del vento, che sono riassunti alla seguente figura.

Figura 25:Distribuzione stagionale della velocità del vento per singolo settore angolare di provenienza.

(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto).

I dati statistici generali tabellati di cui alla precedente figura 24 sono inoltre riproposti schematicamente alla seguente figura.

(40)

40/154 Figura 26:Distribuzione annuale della direzione prevalente del vento.

(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto).

In ottemperanza a quanto richiesto e previsto al punto 4 dell’Allegato A.1 delle Linee Guida della Regione Veneto, in relazione alla valutazione delle eventuali anomalie conseguenti alla trattazione delle calme di vento, vengono riassunte di seguito le informazioni statistiche riguardo alla distribuzione della velocità del vento nel set meteorologico utilizzato.

Percentuale dei dati validi di velocità e direzione del vento: 100%

Percentuale dei dati di velocità del vento debole con valori inferiori a 0,5 m/s: 14,77%

Percentuale dei dati di velocità del vento nullo con valori inferiori a 0,1 m/s: 1,35%

Valore minimo della velocità del vento: 0,00 m/s

Valore massimo della velocità del vento: 9,74 m/s

Valore medio della velocità del vento: 1,58 m/s

Moda della velocità del vento: 1,00 m/s

Mediana della velocità del vento: 1,34 m/s

25° percentile della velocità del vento: 0,76 m/s

75° percentile della velocità del vento: 1,35 m/s

Il modello delle calme di vento è applicato in condizioni di vento pressoché nullo (u < 0,1 m/s, con incidenza

< 2%), condizione che permette di ottenere una simulazione più cautelativa per i recettori.

(41)

41/154 Classe di stabilità atmosferica

La categorizzazione delle classi di stabilità atmosferica dipende dalla velocità media del vento e dal valore di radiazione solare (in periodo diurno) e di copertura nuvolosa (in periodo notturno).

Per la determinazione percentuale dell’occorrenza delle varie classi di stabilità nel presente studio sono stati considerati i valori medi calcolati sulla base dell’elaborazione oraria prodotta da CALMET per l’area di Colle Umberto fornita da MAIND Srl, per un totale di 8760 dati orari validati nell’anno campione.

I valori considerati sono quindi riassunti e riportati nella seguente tabella.

A B C D E F+G Totali

Anno 1,67 19,00 18,66 16,28 3,75 40,64 100

Primavera 2,04 20,65 18,93 21,65 5,43 31,30 100

Estate 4,39 29,53 18,03 8,56 2,67 36,82 100

Autunno 0,14 13,23 17,99 19,51 3,89 45,24 100

Inverno 0,09 12,45 19,69 15,43 2,98 49,36 100

Fonte: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto.

Tabella 4: Classi di stabilità atmosferica. Frequenze annuali e stagionali.

Figura 27: Distribuzione delle frequenze annuali di accadimento delle classi di stabilità atmosferica per l’area di analisi.

(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto).

(42)

42/154 Figura 28: Distribuzione delle frequenze stagionali di accadimento delle classi di stabilità atmosferica per l’area di analisi.

(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Colle Umberto).

La distribuzione delle classi di stabilità per l’area oggetto di studio presenta quindi una prevalenza delle condizioni di stabilità forte (F), seguite dalle condizioni di neutre (D) e di instabilità medio-bassa (B e C).

Risultano meno rappresentate le condizioni di instabilità forte associabile a giornate con forte radiazione solare e scarsa ventilazione e di stabilità moderata associabile a nottate con vento moderato e copertura nuvolosa media.

Si ricorda che il modello utilizza coerentemente i dati meteorologici specifici di ogni singola cella del dominio meteorologico, a seconda dell’ubicazione geografica dei punti di calcolo. I dati presentati nei paragrafi precedenti sono quindi indicativi e rappresentativi della cella specifica che contiene le sorgenti connesse all’allevamento oggetto di studio.

Si certifica inoltre che il modello è stato condotto considerando le variabili continue meteorologiche elaborate dal pre-processore CALMET, con i risultati sintetizzati in precedenza.

Riferimenti

Documenti correlati

Dall’esame degli elaborati si evince che l’area oggetto di studio (Zona industriale del Comune di Orsago ) non risulta interessata da elementi di natura critica. 3.1.2

La ditta ricade in ambito pedemontano, ed in particolare in ambito di riequilibrio territoriale. Il PTRC si propone di proteggere e disciplinare il territorio per migliorare la

Il territorio interessato dalla realizzazione dell’intervento è compreso nell’Ambito 16 - “Prealpi e colline trevigiane”. L’ambito, centralmente attraversato dal

“In conclusione, come anche dai risultati precedenti i risultati ottenuti dalla valutazione previsionale sulla base delle informazioni fornite si ritiene

La mutata tipologia impiantistica richiede, in sede di rilascio AUA, il contestuale riesame dello screening presentato il 16.05.2018 (prot. 152/2006 ed esente da impatti

Il presente elaborato costituisce lo studio preliminare ambientale redatto nell’ambito della “Campagna di trattamento rifiuti mediante impianto mobile, da eseguire

del Piano Regionale di Tutela delle Acque, ha individuato specifiche tipologie di insediamenti (Allegato F) e gli altri casi per i quali risulta necessario assoggettare ad

“destinatario”, con indicazione del peso verificato a destino se prevista. In ogni caso, il conferimento dei rifiuti può avere inizio solo una volta ricevuta l’autorizzazione da