Mauro Bompani Area Comunicazione Arpae Emilia - Romagna
Tra dati aperti e mercato delle informazioni
Diritti dei cittadini e doveri della pubblica amministrazione
Mauro Bompani
Responsabile Area Comunicazione Arpae Emilia-Romagna
Seminario
Comunicare l’ambiente nell’epoca della conversazione sociale Bologna, 29 settembre 2016
A pubblicare dati aperti però siamo in tanti nella P.A. e fuori, e con molte
e diverse forme organizzative
http://lod-cloud.net/
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Epoca della conversazione sociale Narrazioni civiche
Dovere di informare
Processi educativi Diritti dei cittadini e doveri della P.A.
Competenze trasversali
Patto tra le generazioni
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Be’, faccio il disturbatore, l’anziano brontolone
ma:
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Il resoconto giornalistico ci dice, tra l’altro, che:
•La tecnologia produce dei “citizen science” [semmai, scientist]
•La C.S. può influire sulle decisioni politiche
•La C.S. si contrappone alla scienza “ufficiale” quando ne dubita
•Ci può essere una “strategia” istituzionale manipolatoria smascherata dalla C.S.
•Un avvocato e un epidemiologo possono guidare un’attività di monitoraggio del PM2,5
•In Italia c’è una “visione tecnocratica” che premia la scienza ufficiale Vedremo perché la sola contestazione
sul piano tecnico scientifico è inefficace
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Qualità dei dati
Trasparenza e completezza informazioni Accountability [“contestabilità”]
Riconoscimento reciproco
“Più di due attori”
Per la virtuosità del rapporto ente /cittadini a partire da O.D.
Il primo “colpevole” è Obama: maggio 2009, dati “machine readble”
(e il corollario fondamentale Open Data per Open Government)
Ricadute di O.D. sia verso il settore no profit, sia come fonte di nuove attività
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PSI: Public Sector Information
Opporsi all’opposizione
Sottovalutazione del sapere diffuso (C.S.) VS.
Sfiducia nella P.A., della quale si nega la terzietà.
Senza questo approccio, viene meno
l’obiettivo Open Government
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Modi diversi di utilizzare socialmente i dati. Per es. questi due:
1- (non propriamente legato a O.D.): raccolta diffusa di info su temi specifici e possibilità di organizzarle
2- elaborazione di conoscenze scientificamente affidabili, dotate di metodologie dichiarate, certe e verificabili, di riferimenti
spaziali e temporali, a partire da O.D.
La base comune NON sono i dati stessi, ma la volontà di dare loro un senso su basi rigorose.
come si interpretano i dati, i “fatti”?
ma:
“Il commento è libero, ma i fatti sono sacri”
Charles Prestwich Scott, fondatore del Guardian
“Non esistono fatti, ma solo interpretazioni”
Friedrich Nietzsche
Dialettica tra pre-giudizio e nuovi punti di vista
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O.D. NON sono comunicazione, ne sono “condizione igienica”.
O.D. sono comunicativamente freddi.
La sfida è sia sul rigore, sia sulla capacità di dare un calore “condiviso”.
O.D. “apre archivi”
• Ogni utilizzatore “fa per sé”, aggrega e pubblica come meglio crede.
È un po’ una festa per gli animal spirits concettuali e conoscitivi.
• O.D. sono “liberali” o liberisti, non sono democratici.
Si lotta, a partire dagli O.D., non si converge; a meno che si sia dentro una medesima costellazione interpretativa.
ma:
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Il cambiamento più difficile da fare non è dunque tecnologico, ma culturale.
Possibile “uso manipolatorio” degli O.D. da parte della P.A.
Le ingegnerizzazioni esistenti rischiano di ingessare lo strumento se mancano la permeabilità e flessibilità dell’organizzazione.
O.D. come un “di più” facoltativo anzichè come “primo output”
per l’interno e per l’esterno
PER CONCLUDERE
Per passare da Open Data a Open Government:
•Ingegnerizzazione condivisa di O.D., euristica per la P.A.
•Superamento dei due gap di allineamento
•O.D. come “primo esito”
•“dialogo” non come “Invertising” ma come ascolto e accrescimento reciproco P.A./società civile
•Superamento della situazione schizoide attuale
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Se chi comunica desidera motivare le persone a far propria una linea di pensiero o a compiere un’azione, trasmettere un’informazione nuda e cruda può non bastare: bisogna persuadere [??]
Dice Cicerone: il bravo oratore deve sì
informare (docere o probare), ma deve anche
intrattenere (delectare) per conquistarsi attenzione, e deve coinvolgere emotivamente (movere o flectere) per
guadagnarsi l’adesione del pubblico.
Il paradigma di base resta lo stesso di 2000 anni fa: una comunicazione che persuade deve suscitare attenzione e interesse, deve farsi capire e ricordare integrando
positivamente informazione ed emozione, deve convincere e motivare all’azione. Riuscirci non è facile.
A.M.Testa
Ecoscienza 3/2013 (speciale Open data):
https://issuu.com/ecoscienza/docs/ecoscienza2013_3
Ecoscienza 2/2015 (articolo di aggiornamento, sugli aspetti tecnologici):
http://www.arpae.it/dettaglio_documento.asp?id=5666&idlivello=1171
Un sito sperimentale (ma non tanto):
http://dati.arpae.it
Riferimenti per Arpae
ma:
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L’èra della conversazione può trasformarsi nell’èra della conservazione
(negative Invertising?)
Occorre uno sdoppiamento tra:
1- info primarie, per definizione pubbliche, proprietà dei cittadini, machine readble per chiunque. NON è un fatto comunicativo 2- elaborazioni dei dati in informazioni e conoscenze e report ecc.
per le quali l’ente pubblico è un attore tra gli altri, con un plus di autoregolamentazione etica e di rigore scientifico.
Questa è la sostanza della comunicazione
Per gettare il cuore oltre l’ostacolo bisogna però averlo, un cuore, e farlo vedere (comunicarlo)
ma:
Mauro Bompani Area Comunicazione Arpae Emilia - Romagna
Lascio la parola all’educazione ambientale e alla sostenibilità, l’altra gamba di un approccio comunicativo che sia
empatico e che si rivolga ai comportamenti, agli stili di vita, a
creare un’immagine e un’identità che non siano solo di burocratico Rigore scientifico, per quanto “trasparente”, aperto
e accessibile/manipolabile.
Lo dice anche la colonna sonora,
con la quale potete rilassarvi un attimo.
Dice:
Correndo in cerchio, si vedono le code le teste sono in una scienza a parte [...]
Stavo solo calcolando numeri e cifre Mettendo da parte i tuoi problemi.
Questioni di scienza, scienza e progresso.
Non parlano forte come il mio cuore.
[…]
Coldplay, The scientist