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Proposte operative da filiera zootecnia bovina da carne

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CONSORZIO ITALIA ZOOTECNICA ASSOCARNI

Al Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali

Dott. Maurizio Martina

Agli Assessori all’Agricoltura delle Regioni e Provincie Autonome

Roma, 14 maggio 2014

Oggetto: PAC Eu 2020 “zootecnia”: documento dell’8 maggio 2015. Proposte operative da filiera zootecnia bovina da carne.

Egregio Ministro ed egregi Assessori,

in questo periodo, se da un lato abbiamo ricevuto dimostrazione della sensibilità del Ministero verso il settore, poiché ricompreso, sin dall’inizio, nei documenti presentati alle Regioni, dall’altro ci preoccupa molto l’ultima stesura del documento “La nuova PAC: le scelte nazionali”, dell’8 maggio scorso, poiché contiene dei riferimenti programmatici e finanziari, che vanno nella direzione opposta ad un concreto “sostegno accoppiato”

ad un settore che, realmente, dalla nuova PAC 2020, subirà un taglio del 50% dei pagamenti diretti, per l’effetto dell’abolizione dei “premi zootecnia”, che già nelle “vecchia Pac”, tenevano conto di una specificità intrinseca.

Ci permettiamo, quindi, di sottolineare in modo sintetico i seguenti aspetti e fornire le nostre proposte:

- in Italia, il 90% della carne commercializzata proviene da allevamenti italiani storici, specializzati nell’ingrasso dei bovini da carne, che acquistano i ristalli nel mercato europeo (poiché nel nostro Paese non si producono vitelli da carne);

- in Italia, “1 bistecca su due” è straniera. La filiera, per recuperare quote di mercato, sta lavorando ad un Piano Carni Bovine Nazionale (ufficializzato dal Mipaaf il 15/4/2014) che prevede l’identificazione delle carni prodotte in base a disciplinari di qualità con un marchio istituzionale, registrato dal Mipaaf;

- in Italia, esiste un’unica possibilità, economicamente parlando, per produrre vitelli da destinare all’ingrasso e dipendere meno da forniture europee: aiutare i colleghi allevatori italiani di vacche da latte, a valorizzare i vitelli nati esclusivamente da seme incrocio di bovino da carne (il seme sessato può andar loro bene per la rimonta interna, non per produrre vitelli da carne);

- in Italia, la zootecnia bovina da carne, con questa nuova PAC 2020, è veramente a rischio chiusura se non si agirà, come del resto previsto dal legislatore, sul “sostegno accoppiato”, destinando risorse adeguate per:

1) Compensare parte del taglio del 50% dei “premi zootecnici” che le aziende subiranno (bovini da ingrasso, vitelli a carne bianca, vacche nutrici) con un

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plafond adeguato che, sulla base del progetto “Piano Carni Bovine Nazionale” (che ricomprende le tre categorie sopra menzionate), non dovrebbe essere inferiore a 223 milioni di euro di cui:

- 54 milioni di euro per il settore: vacche nutrici con premio a “vitello nato”

- 169 milioni di euro per i settori: bovini da carne, Igp e vitelli carne bianca 2) Avviare al più presto il Piano Carni Bovine Nazionale e prevedere Misure

adeguate, di accompagnamento, nei PSR, attualmente in stesura.

A fronte delle cifre lette nel documento dell’8 maggio u.s. si propone, per rimpinguarle ed adeguarle alle reali necessità del settore zootecnico, l’aumento della percentuale del valore degli “aiuti accoppiati”, utilizzando il parametro del 13%+2% ammesso dal Regolamento 1307/2013, destinando le necessarie risorse alla zootecnia bovina da carne.

Nel confidare che le nostre istanze siano tenute in considerazione, rimaniamo a disposizione per motivare ulteriormente la nostra richiesta, ringraziamo per l’attenzione ed inviamo cordiali saluti.

Il Delegato Zootecnia Il Presidente Il Vice Presidente Legacoop Agroalimentare Consorzio L’Italia Zootecnica Assocarni Gianni Mozzoni Fabiano Barbisan Luigi Scordamaglia

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