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P M M Audiolibro “IL CIELO CAPOVOLTO” su testi di Primo Mazzolari

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Academic year: 2022

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Centro Europeo Risorse Umane, Multimedia San Paolo in collaborazione con Caritas Italiana

Audiolibro “IL CIELO CAPOVOLTO” su testi di Primo Mazzolari

P REFAZIONE DI M INO M ARTINAZZOLI

Don Mazzolari fu un capostipite. Fu l’iniziatore di quella stagione di modernizzazio- ne della presenza cristiana che maturò alla vigilia del Concilio Vaticano II. La sua predica- zione e i suoi scritti, già in vita, irradiavano ben al di là della sua piccola parrocchia e co- stituiranno, insieme ad altre avanguardie, una traccia per l’avvenire.

La sua era la capacità di stare sull’argine (per citare uno dei suoi libri più noti), non per costruire una difesa ma per attraversarlo: uno sguardo del cristianesimo oltre la fron- tiera. Un cristiano fino in fondo, ma senza sacrificare la libertà di coscienza, senza tacere sulle cose che non condivideva, per il quale vale più che mai l’affermazione “in veritate libertas”. Ma anche o soprattutto il suo ribaltamento “in libertate veritas”.

In questo senso, anche l’antifascismo gli fu naturale. Mazzolari, come Bevilacqua, Gobetti e altri, identificò immediatamente la natura del regime. E non era facile in quegli anni. Fu un resistente della prima, non dell’ultima ora. Compì gesti di rifiuto che lo resero pericoloso agli occhi della polizia del fascismo. Non per niente negli ultimi anni, quando la guerra civile incrudelì, quando gli orizzonti si addensarono, la vita di Mazzolari fu in peri- colo.

Poi nel secondo dopoguerra, Mazzolari che aveva immaginato, da sacerdote qual era, di dover stare lontano dalla politica, si impegna allo spasimo dentro il fuoco della po- litica, pagandone spesso gli alti costi. Ma il suo interesse non è immediatamente politico:

la politica è la proiezione del suo credo religioso, della sua opzione evangelica nella storia degli uomini.

È il tempo de “La rivoluzione cristiana” (altro libro famoso) o della nuova cristiani- tà; concetti che si ritrovano anche in Maritain e in Bonhoefer, che Mazzolari ben conosce- va. Ma è anche l’idea di Rossetti o di La Pira (grande amico di Mazzolari), cioè l’idea di un cristianesimo storicamente capace di permeare ogni giuntura della società civile. La posi- zione di don Primo ha, però, una sua originalità, perché la rivoluzione cristiana, di cui par- la Mazzolari, non è la pretesa di un’egemonia, di una imposizione. Non pretende di cam- biare il mondo. Tutte le volte che si è voluto questo, si è illuso, ingannato, ucciso l’uomo.

La nostra rivoluzione, sostiene Mazzolari, è che vogliamo cambiare noi stessi.

In questo contesto nasce anche la difficile, costosa e appassionante operazione del suo settimanale “Adesso”, con un programma che è già tutto nell’intestazione e nella tre- menda didascalia: “ma adesso chi non ha una spada, venda il mantello e ne compri una”.

Era la spada della provocazione di un cristianesimo di battaglia, di combattimento. Mazzo- lari è lì, sta sugli spalti della storia, nella fornace sempre incandescente della lotta per la libertà religiosa e civile.

Ma il suo ricordo sarà tanto più importante se accanto all’uomo della battaglia, del- la controversia, collocheremo l’uomo, il sacerdote della pietà. Uno dei luoghi evangelici che Mazzolari frequentava con abitudine erano le beatitudini. E la beatitudine più indagata fu senza dubbio quella dei giusti: giustizia è una parola che da sola potrebbe definire il pensiero e l’opera di Mazzolari.

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Audiolibro “IL CIELO CAPOVOLTO” su testi di Primo Mazzolari

Ma c’è un’altra beatitudine che forse ancor meglio rappresenta lo stigma, l’im- pronta che Mazzolari ha lasciato nella sua e nella nostra storia.

Fu un mite, non nel senso di accomodante, o accondiscendente, anzi. Fu un mite come vuole il vangelo, perché sapeva che si può combattere contro l’errore, ma lo si deve fare in modo tollerante, perché al fondo della nostra radice, della nostra condizione uma- na, sta un’irriducibile incompiutezza, la quale non può non portare che alla pietà per la tribolazione fraterna.

Conosceva don Primo le pieghe amare della condizione umana e proprio per questo diceva: noi non andiamo né a sinistra né a destra; guardiamo in alto. C’era in Mazzolari una eccedenza del cuore che molto spesso lo portava ad accettare un carico di sofferenza che non fu mai risarcito. C’è insieme l’idea del cristiano che provoca e del cristiano che ha pietà della condizione umana. Il talento che il cristiano può portare in questa storia altri- menti atroce della nostra umanità è proprio questa pietà, che nasce dalla profonda e con- sapevole accettazione della sua imperfezione, dell’impossibilità di un suo compimento to- tale e sereno.

Mino Martinazzoli

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