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Viggiani trasloca alla Federico II. Il Ruggi sarà commissariato di Andrea Pellegrino

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Viggiani trasloca alla Federico II. Il “Ruggi” sarà commissariato

di Andrea Pellegrino

Vincenzo Viggiani è il nuovo commissario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II. Lascia il “Ruggi d’Aragona” dopo mesi di polemiche ed un avviso di sfratto notificatogli qualche settimana fa dal governatore della Campania Vincenzo De Luca e dai vertici provinciali del Partito democratico. Una nomina quella di Viggiani a Napoli che avrebbe (ed ha) tutto il sapore di una promozione ma che, invece, nasconderebbe la volontà del governatore di liberare definitivamente tutte le caselle del management sanitario nella città di Salerno. D’altronde, Viaggiani ha un rapporto contrattuale ancora in essere con la Regione Campania ed il passaggio a Napoli non aprirebbe contenziosi amministrativi.

La nomina era in parte già nell’aria già da qualche mese (così come anticipato su queste colonne), nonostante i rapporti (politici) tesi tra Viggiani e De Luca. Poi lo scontro sul

“Ruggi” legato soprattutto al caso degli assenteisti ed infine la prematura scomparsa del manager del Policlinico avrebbero accelerato i tempi e dunque il trasloco di Viggiani a Napoli.

Dalla Cisl non mancano forti critiche alla gestione Viggiani:

«Lascia – dice Antonacchio – una azienda allo sbando. Nei due anni di guida la situazione è andata deteriorandosi.

Sicuramente non se ne sentirà la mancanza».

Quanto al “Ruggi d’Aragona”, per ora, tecnicamente la guida sarà affidata ad Angelo Gerbasio, direttore sanitario dell’azienda, anche se – annunciano da Palazzo Santa Lucia – in tempi brevissimi si arriverà alla nomina di un commissario per l’azienda ospedaliera universitaria di via San Leonardo.

Secondo indiscrezioni la nomina potrebbe arrivare già venerdì, o al massimo ad inizio della prossima settimana. In pole resta

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Attilio Bianchi, da sempre vicinissimo alle posizioni di Vincenzo De Luca. Ancora nella rosa c’è il nome di Alfonso Giordano, recentemente alla guida della direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera casertana “Sant’Anna e San Sebastiano”. Giordano era stato anche direttore sanitario dell’ospedale “Mauro Scarlato” di Scafati. Non si esclude, infine, una soluzione tecnica che porti alla guida del

“Ruggi”, un dirigente regionale in attesa di formalizzare, poi, il vero incarico di direttore generale. Una strada, questa, già utilizzata per l’Asl di Salerno con il commissariamento targato Antonio Postiglione.

Speciale sanità, ospedali di Scafati, Nocera, Cava, Mercato S.S, Battipaglia, Eboli, Agropoli, Vallo, Polla e Sapri

CAVA DE’ TIRRENI. Uno spiraglio per salvare il Santa 1.

Maria dell’Olmo

Anche il Governatore De Luca contrario al piano di riassetto deciso dal manger Viggiani dell’azienda universitaria del “Ruggi”

Conferenza dei capigruppo permanente per seguire le sorti dell’ospedale cavese ed oggi consiglio comunale ad hoc. L’intervento della Cgil

CAVA DE’ TIRRENI. «De Luca ha espresso un giudizio

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negativo sul piano di riassetto deciso dal manager Vincenzo Viggiani ed ha espresso la volontà di fare quanto possibile per la salvaguardia dei livelli di assistenza del Santa Maria Incoronata dell’Olmo». A rendere pubblico il pensiero del Governatore della Regione è stato il sindaco Vincenzo Servalli che con il presidente della Giunta regionale ha avuto un incontro p e r s o t t o s c r i v e r e i l P i u E u r o p a . A i m a r g i n i d e l l ’ i n c o n t r o s i è p a r l a t o a n c h e d e l l e s o r t i dell’ospedale di Cavai, che ha parte dell’azienda universitaria di Salerno e che proprio al Ruggi cederà i reparti di ginecologia e ortopedia. Uno svuotamento in terra metelliana che rientra in una riprogrammazione più ampia dell’azienda universitaria e che penalizzerà altri ospedali. Di mezzo c’è il non facile capitolo della riorganizzazione dei turni di lavoro con ll’entrata in vigoro della niova normativa sul lavoro. Contro la sostanziale chiusura dell’ospedale di Cava de’ Tirreni, lunedì scorso, c’era stata anche una manifestazione dei cittadini cavesi e il consiglio comunale di Vietri sul Mare aveva approvato un ordine del giorno per non far chiudere la strurra sanitaria metelliana. Ieri pomeriggio, nel corso della Conferenza dei Capigruppo si è deciso all’unanimità l’insediamento in via permanente della conferenza per monitore l’evoluzione della situazionedel santa Maria incoronata dell’Olmo. Oggi, alle 16.30 si terrà un ulteriore riunione dei capigruppo ed a seguire alle 17.30 una seduta del Consiglio Comunale.

Sul tema la Cgil scrive:«Da quanto è dato apprendere da fonti ufficiose, sarebbero mantenute le attività di alcuni reparti, sospesi nella proposta di Viggiani. Alla Cgil preme sottolineare che è necessario mantenere l’efficienza dei pronto soccorso, e la disponibilità dei radiologi h 24, quindi stabilmente anche in orario notturno. Questo è un aspetto nodale da risolvere, e non può passare per la reperibilità, ipotesi oggi

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manifestata. Occorre riflettere anche, in prospettiva, su una risposta alla possibilità di far nascere bambini nel territorio dell’Azienda Ospedaliera, e non solo al Ruggi, magari definendo con l’Asl l’apertura di Case del parto, come a Cava e a Mercato San Severino».

«Si lavora per salavare gli ospedali di Cava e 2.

Castiglione»

Nessuna fuga in avanti, resta aperto il dialogo. Questo in sintesi la situazione sul riassetto della sanità c a m p a n a d o p o l e r e c e n t i p o l e m i c h e p e r l a riorganizzazione (leggi chiusura e accorpamento di ospedali eo di reparti) in tutta la Campania. In particolare allo studio soluzioni per salvaguardare gli ospedali di Castiglione di ravello e di Cava de’

Tirreni.

Dal consiglio regionale fanno sapere che «Continuano le audizioni dei dirigenti di Asl e Aziende ospedaliere presso la struttura dell’assessorato alla Sanità, per un monitoraggio delle aree di criticità a seguito dell’introduzione dell’orario unico di lavoro europeo.

Questa mattina si è svolto nella sede del Centro Direzionale l’incontro con l’Asl Salerno e l’Azienda Ospedaliere Ruggi. La metodologia di lavoro prevede razionalizzazione dove è possibile, e implementazione del personale attraverso le forme previste dall’ultima legge di stabilità del governo Renzi. Nel mentre si stigmatizzano le deprecabili fughe in avanti e le iniziative estemporanee di alcune Aziende rispetto a decisioni che riguardano il territorio – e che per questo devono prevedere i necessari passaggi politico- istituzioni di condivisione – si è soddisfatti delle soluzioni trovate per la preservazione di attività come quella della struttura di Castiglione di Amalfi e dell’Ortopedia di Cava de’ Tirreni. Durante l’intero periodo delle festività continueranno gli incontri con

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tutte le Asl e le Aziende fiduciosi che ogni criticità verrà brillantemente superata».

NOCERA INFERIORE. Chiudono gli altri e l’Umberto I 3.

collassa

NOCERA INFERIORE. Chiusa Scafat, ridimensionato Cava, ospedalità insufficiente dell’area sud della provincia di napoli e il pronto soccorso dell’Umberto I a Nocera Inferiore collassa. In particolare in queste feste natalizie, il presidio di emergenza nocerino è stato preso d’assalto da un’utenza in cerca di prestazioni sanitarie alle quali ha dovuto far fronte nonostante la grave carenza di personale. In particolare mancavano medici e se fossero arrivate ulteriori emergenze la situazione sarebbe stata ancora peggio del previsto.

Grazie all’aiuto dei colleghi dei reparti, si è evitata un’emergenza non controllabile, ma è anche vero che non s i p u ò a n d a r e a v a n t i i n q u e s t o m o d o . M e d i c i e infermieri, quindi, hanno deciso di intraprendere la strada della denuncia sindacale per cercare di ottenere risposta dalla direzione ospedaliera di Nocera inferiore. Gli utenti sono davevro provati da lunghe attese. per un codice verde, ad esempio, si può attendere anche più di un’ora per essere visitati. Il pronto soccorso sembra una stazione ferroviaria nell’ora di punta, tanto che è affollato. In più, in un Dea di terzo livello non c’è sempre presente un neurologo, nonostante l’alto numero di ictus. Ormai le lamentele sono le solite ma le risposte non arrivano mai.

MERCATO SAN SEVERINO. Allargare il protocollo Asl- 4.

”Ruggi” anche all’emergenza e trasferire il 118 al

“Fucito”

MERCATO SAN SEVERINO. «L’applicazione della normativa europea avra dei riflessi negativi sui turni di guardia ai pronto soccorso che venivano completati con straordinario e con attivita libero professionale integrata. Invito i Sindaci della Valle Irno a chiedere al direttore dell’azienda ospedaliere Vincenzo Viggiani

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ed al commmissario dell’Asl Antonio Postiglione di allargare il protocollo di intesa Ruggi-Asl anche alla emergenza e promuovere il trasferimento del 118 presso l ospedale Fucito». Questa la proposta di Carmine Landi, consigliere comunalòe delegato alla sanità ed ai rapporti con l’università del Comune di Mercato San Severino.

«In questo modo -afferma Landi- avremo un organico completo che fara anche formazione e quindi pronto per la rete dellinfarto e dell ictus cerebrale.I dati sul nostro territorio sono di circa 350 infarti nel 2015 e secondo gli indici di prevalenza nel 2016 saranno circa 400. Siccome gli acuti vengono dall intero territorio irnese e dai territori vicini se vogliamo tutelare queste persone dal rischio di morte abbandoniamo i campanilismi e chiediamo il trasferimento del 118 presso l ospedale .Tal cosa va fatta pure perche per la rete dell’infarto si dovraà ancora aspettare in quanto e’bene chiarire che essa diventa tale solo se le ambulanze possono trasmettere l’elettrcardiogramma alle unita coronariche per via telematica. Ebbene questo richiede il bandire una gara di appalto e di una societa vincitrice cose che i tecnici regionali vicini al governatore devono avere ben chiaro se vogliono essere di supporto rigoroso».

«Sulla programmazione sanitaria della provincia solo 5.

bugie elettorali da parte del Pd».

Per il consigliere regionale Gambino di Fratelli d’Italia non si parla più del pronto soccorso di Scafati e di Agropoli e si accorpono reparti di diversi ospedali (Cava, Mercato San Severino, Ravello, Roccadaspide, Polla, Oliveto Citra, Sapri, Vallo della Lucania, Battipaglia, Eboli

Solo chiacchiere. Il consigliere regionale del Fdi-An, Alberico Gambino, in una nota, scrive che le riforme nel mondo del lacvoro e e il decreto balduzzi sui posti

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letto erano già noti prima delle elezioni regionali ma, nonostante ciò, il Governatore De Luca ed il Pd hanno alnciato una serie di proclami sulla sistema sanitario della provincia finalizzato a mantenere in vita tutti gli ospedali e a riattivare i Pronto Soccorso dei nosocomi di Agropoli e di Scafati. «A distanza di soli pochi mesi “i proclami della campagna elettorale del Pd”

si sono trasformati prima in “ promesse elettorali” e poi definitivamente “ in bugie elettorali” scrive Gambino-. E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, che non si parla più dei Pronto Soccorso di Agropoli e Scafati e che addirittura, adducendo a scusa la legge 161/2014 e il Decreto Balduzzi, le uniche decisioni in attuazione riguardano “accorpamenti di reparti” e “soppressione di Presidi Ospedalieri” sulla scorta di un concetto ragionieristico della sanità che già tanti danni ha fatto con il Decreto 49/2010 adottato dall’allora Commissario ad Acta Bassolino. Il Piano Sanitario programmato dal Pd, ed in parte già attuato, è chiaro e mira alla soppressione di fatto, attraverso una prima fase denominata “ accorpamento di reparti”, degli Ospedali di Scafati, Cava dei Tirreni, Mercato San Severino, Castiglione di Ravello, Roccadaspide, Polla, Oliveto Citra, Sapri e finanche Vallo della Lucania – per non parlare di Battipaglia ed Eboli – per accentrare tutto in pochi Presidi Ospedalieri che, evidentemente, per spazi e posti letto finiranno solo per ingolfarsi e peggiorare anche l’erogazione degli eccellenti servizi che oggi erogano…. In materia di potenziamento organico, infatti, omette di utilizzare gli specialisti ambulatoriali, la stabilizzazione dei precari, l’assunzione di medici e operatori sanitari almeno per le quote di turn over 2012/2015 già sbloccate, la mobilità extra regionale, il convenzionamento degli specializzandi ultimo anno e quello delle cooperative e delle associazioni infermieristiche.

In materia di Presidi Ospedalieri e posti letto, non

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considera la dislocazione di essi in territori disagiati, i tempi di percorrenza di una viabilità provinciale sempre più disastrata, gli incrementi notevoli della popolazione stanziale per gran parte dell’anno, la possibilità di Dipartimentazione dei settori sanitari, le esigenze reali e concrete – costituzionalmente garantite – di tutelare il diritto alla salute di tutti.

Per queste ragioni il Gruppo Consiliare Regionale FDI ha chiesto, a termini regolamentari e statutari, la convocazione di un Consiglio Regionale Monotematico per discutere ed approvare Linee di indirizzo per il Piano Sanitario Regionale da sottoporre alle valutazioni del nuovo Commissario ad acta, al fine di aiutarlo nella conoscenza dei territori su cui inciderà la sua azione, essendo proveniente dalla terra del premier Renzi, in m o d o c h e p o s s a e v i t a r e d i a p p l i c a r e s o l o e d esclusivamente concetti numerici e ragionieristici come già preannunciato in estemporanee e affettate interviste mediatiche».

Inchiesta Le Cronache su pronto soccorsi 2: Nocera, sarno, Ravello, Cava e Mercato S.S.

Dall’emergeza sovraffollamento e scarso organico del pronto soccorso di Nocera, dove le aggressioni al personale sono all’ordine del giorno, alla situazione analoga di quello di

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Sarno, causato dalla chiusura dell’ospedale di Scafati.

L’incerta sorte del nosocomio di Cava, il buon funzionamento di quello Ravello i problemi del “fucito di Mercato San Severino.

A cura di Alessio Vicidomini, Gabriele Musco, Carmine Pecoraro e Lucio Senatore

NOCERA INFERIORE. «Questi sono i risultati della politica dell’Asl salerno e dell’ “Umberto I” , nello specifico. Non siamo tutelati». E’ visibilmente a r r a b b i a t o R o s a r i o F a b b r i c a t o r e , i n f e r m i e r e dell’ospedale “Umberto I”, che assieme ad una sua collega è stato aggredito nei giorni scorsi da due persone al pronto soccorso. Per lui una prognosi di 45 giorni e un intervento chirurgico al naso. «Al pronto soccorso (di Nocera, ndr) si lavora tantissimo per l’utenza. Un’utenza in piccola parte composte da balordi e noi non siamo tutelati –afferma Fabbricatore in un’intervista a Telenuova-. Sono state messe delle guardie giurate e poi si è detto che avrebbero rimesso il drappello, ma tutto questo andava fatto prima. Noi piccoli infermieri o Oss non siamo nemmeno retribuiti per le nostre risorse». Fabbricatore batte sul problema sicurezza non solo del pronto soccorso ma di tutti i reparti della struttura sanitaria nocerina. «C’è una mancanza di tutela non solo per un pronto soccorso del genere ma anche degli altri reparti, dove si sono verificati diversi episodi spaventosi riportati anche dai giornali. E’ necessaria una maggiore tutela». Da anni si verificano violenze sistematiche al pronto soccorso di Nocera Inferiore con utenti che aggrediscono i n f e r m i e r i e m e d i c i o s f a s c i a n o i l o c a l i e l e suppellettili perché stufi di attendere il loro turbo.

Va ricordato che l’ospedale di Nocera Inferiore serve una popolazione non solo dell’Agro nocerino ma anche di parte del vesuviano, dopo la chiusura del presidio di

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Scafati che fungeva da filtro. Chiuso il “Mauro Scarlato”, all’ “Umberto I” si sono riversate almeno una settantina di pazienti in più al pronto soccorso che, in molte ore, rendono affollatissima la struttura e i tempi per somministrare le prestazioni si allungano notevolmente, scatenando litigi e violenze tra utenti e personale ospedaliero. Violenze che sono all’ordine del giorno, perché l’organico è nettamente sottodimensionato ad affrontare una tale mole di utenza. La chiusura del posto di polizia ha aumentato il senso di insicurezza e numerosi sono gli interventi della polizia di stato e dei carabinieri per letteralmente salvare i medici e gli infermieri dalle violenze dei pazienti o dei loro familiari, inviperiti per le necessarie ma lunghe attese per una visita o per trovare un posto letto». Alessio Vicidomini

NOCERA/PAGANI. «La revisione della spesa per il direttore sanitario del presidio di Nocera/Pagani sta a significare solo la chiusura di servizi come avviene a Pagani per il laboratorio di analisi cliniche e r i d u z i o n e d i q u o t e d i s a l a r i o a c c e s s o r i o c o n decurtazioni illegittime ed arbitrarie ma solo per i meno abbienti – infermieri e operatori socio sanitari.

il tutto si inquadra in uno scenario di assenza di organizzazione e riordino delle strutture e dei servizi sanitari». Lo scrive in una nota Pietro Antonacchio Segretario Cisl – FP. «L’ assenza di capacità di gestione dei dirigenti delle strutture periferiche dell’Agro nocerino sarnese con specifico riferimento al presidio di Nocera/Pagani – prosegue Antonacchio – ha raggiunto una situazione non più tollerabile. Speriamo che il manager Squillante intervenga immediatamente per ripristinare sane e corrette relazioni sindacali poiché i processi di riordino e riorganizzazione dei

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servizi senza la partecipazione responsabile del sindacati oltre ad essere vani rischiano di arrecare ulteriori danni ai cittadini in un sistema oramai già al collasso». Ieri mattina la Cisl ha proclamato lo stato di agitazione davanti all’ingresso dell’”Umberto I”. Avrebbero voluto parlare dell’organizzazione dell’ospedale, delle carenze degli organici, del problema sicurezza in una struttura sanitaria, dea di terzo livello, che esegue ben 12.000 ricoveri l’anno i cura mediamente 150 pazienti al giorno al pronto soccorso. Numeri incredibili, se consideriamo che anche altri reparti fanno dei veri e propri record, come ginecologia, il secondo in Campania per numero di nascite. Volevano discutere anche dei materassi non idonei alle esigenze dei pazienti. Tante problemi da risolvere ma la direzione sanitaria dell’ “Umberto I”

non li ha ancora ricevuti. Bisogna una volta per tutte comprendere che i numeri delle prestazioni sanitarie (specie quelli da pronto soccorso) e i tempi di attesa sono diventati insostenibili per la struttura nocerina.

Pochi mesi fa, la stessa direzione sanitaria fu costretta a dichiarare che, vista la situazione, avrebbe prediletto i ricoveri in emergenza che gli interventi chirurgici programmati o di elezione. In alcuni casi, la Tin, la terapia intensiva neonatale non ha potuto più accettare neonati. Quando si metterà mano a risolvere questa situazione? Alessio Vicidomini

SARNO. Il pronto soccorso dell’ospedale “Martiri del Villa Malta” di Sarno vive ormai da anni delle criticità piuttosto serie dovute all’aumento del numero di utenti, in particolar modo dopo la chiusura dell’ospedale “Mauro Scarlato” di Scafati. Da allora Sarno si è sobbarcato di un lavoro immane, in troppi casi i medici e il personale infermieristico sono presi di mira da persone che non

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vogliono rispettare il regolare rispetto dei codici definiti dall’Asl. Una problematica dovuta al grande flusso di utenza che Sarno riceve, non solo dall’Agro nocerino sarnese ma, anche e soprattutto, dai paesi vesuviani che hanno il “Villa Malta” come punto di riferimento. In troppe circostanze i sindacalisti hanno p r o t e s t a t o c o n t r o l a d i r e z i o n e s a n i t a r i a e amministrativa dell’azienda che “lascia soli” i dipendenti. Costretti a turni estenuanti, dovuta ad una cronica e irrisolta carenza di personale, oltre alla mancanza di una struttura idonea ad ospitare il pronto soccorso. L’appello per maggiore sicurezza e una più efficace organizzazione dei reparti emergenziali viene sempre rinnovato ma la soluzione tarda ancora oggi ad arrivare. Tanti sono gli episodi di aggressioni subiti e denunciati, episodi abbastanza seri a cui finora non si riesce a mettere la parola fine. Gabriele Musco

CAVA DE’ TIRRENI. E’ stato uno degli elementi di dibattito nella recente campagna elettorale ma per il

“Santa Maria incoronata dell’Olmo”, ospedale cavese, la situazione certamente non è facile. Ubicato in una struttura antica certamente non è adeguato alle esigenze moderne. Si è cercato di evitarne la chiusura t r a s f e r e n d o l o s o t t o i l m a n t e l l o d e l l ’ a z i e n d a universitaria, ma il rischio chiusura non è certamente scongiurato. Il pronto soccorso non ha più i numeri di un tempo, quando all’ospedale cavese si rivolgeva tutta l’utenza della Costiera amalfitana. Ormai, perlopiù si ricorre a Cava l’utenza cittadina e quella di Vietri sul Mare. Occorrerebbe una seria ristrutturazione e ammodernamento dell’intero edificio, c’è chi ne pensava a una delocalizzazione in altra zona della città, ma il destino della struttura sanitaria cavese sembra attendere un triste declino. I tempi di attesa per le

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prestazioni del pronto soccorso non sono lunghi ma molti utenti, per patologia più complicate, preferiscono raggiungere l’ospedale di Nocera, distante ouan decina di chilometri) o Salerno, più o meno alla stessa distanza. Lucio Senatore

MERCATO SAN SEVERINO. Un ospedale con qualche problema dove tutto o quasi funziona bene e con diverse eccellenze. Questa la radiografia dell’ospedale “Amico Gaetano Fucito” di Curteri di Meracto San Severino. Il pronto soccorso, diretto da Gaetano Maio, del nosocomio rischia il collasso per carenza di personale e mezzi.

Per il mancato turn over dovuto alla mobilità ed al pensionamento mancano infermieri e medici. Tra i problemi dell’ospedale oltre al fatto di essere a padiglione, anche il mancato aggiornamento tecnologico di tutti gli impianti. Vi è una chiusura parziale del reparto di ortopedia dopo il trasferimento a Sarno, nel gennaio 2012, del primario Antonio Toro. Al suo posto è arrivato il professore Nicola Maffulli, docente all’Università di Salerno e luminare internazionale. Tra le eccellenze dell’ospedale figurano il reparto di urologia diretto dal Giuseppe Barba, di quello di chirurgia Fulvio Casella, oncologia diretto di Nicola Lambiase, l’allergologia guidata da Mario Lo Schiavo, l’

endoscopia guidata da Attilio Maurano, segretario regionale della Cisl Medici e l’angiologia guidata da Enzo Prisco. Il comitato proospedale guidato da Peppe Saggese e Luca Picarella non abbassa la guardia sui problemi della struttura sanitaria della valle dell’Irno. Carmine Pecoraro

Ravello. Non ci sono problemi per il servizio di emergenza in Costiera amalfitana. Un buon servizio di

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accoglienza e di funzionamento contraddistingue l’ospedale di Castiglione. Nonostante le piccole dimensioni, l’ospedale è riuscito a gestire anche diverse emergenze sanitarie, Collaudato anche il sistema di trasporto in elicottero per i casi più gravi. Molti inglesi e americani rimangono sorpresi per la qualità del servizio e per l’assistenza gratuita fornita per il pronto soccorso. Purtroppo, manca la chirurgia di urgenza che avrebbe potuto affrontare molti casi di emorragie interne che adesso devono essere trasferiti a Salerno in eliambulanza. Purtroppo, di notte, l ’ e l i c o t t e r o n o n s i a l z a i n v o l o e q u i n d i i l trasferimento dev’essere effettuato in ambulanza. Lucio Senatore

Inchiesta le Cronache su pronto soccorsi 1: Salerno ed area sud

Le lunghe attese per ottenere una prestazione al pronto soccorso di Salerno-“San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” e a Battipaglia, il nodo dell’ospedale di Agropoli e il conseguente socraccarico di quello di Vallo della Lucania, la situazione più tranquilla di Oliveto citra, Eboli, Polla, Roccadaspide e Sapri.

A cura di Alessia Bielli, Sergio Vessicchio, Carmine Landi e Maurizio Condelli

SALERNO Sette ore per una radiografia. La disavventura è capitata domenica scorsa al figlio di una salernitana c h e h a f a t t o r i c o r s o a l l e c u r e d e i s a n i t a r i

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dell’ospedale di Salerno per problemi respiratori. La signora Fulvia Ritonnale è la terza volta che deve fare i c o n t i c o n i l p r o n t o s o c c o r s o d e l l ’ a z i e n d a universitaria ospedaliera san Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno. Passi per le prime due che l’hanno vista protagonista come diretta interessata delle difficoltà e dei ritardi del pronto soccorso , ma sulla terza , che riguardava il figlio di 27 anni, non ce l’ha fatta piu’ ed è esplosa. Tutto è successo domenica mattina. Il giovane lamentava difficoltà respiratorie. La mamma lo carica in macchina, è giorno festivo e si reca alla guardia medica. Qui, come lei ci racconta, la prima disavventura. La fermano all’ingresso dicendo che non puo’ entrare perchè era stato lavato il pavimento. Superato l’inconveniente arriva la visita con il medico che consiglia al ragazzo di rivolgersi u r g e n t e m e n t e a l p r o n t o s o c c o r s o d e l l ’ a z i e n d a universitaria ospedaliera di Salerno per una radiografia in modo da verificare se ci fosse un’

affezione bronchiale. I due salgono in macchine e alle 11.09 fanno l’accettazione. Il ragazzo viene portato dentro e la madre resta fuori. Alle 13.35 viene fatta la radiografia, poi altri esami di routine e alle 17,52 il giovane viene dimesso con una terapia da fare a casa cortisonica ed antibiotica: ” capisco che ci sono difficoltà, dice la signora Fulvia, che medici ed infermieri sono pochi, ma quello che non accetto è il fatto che sono dovuta stare sette ore ad aspettare senza poter parlare con mio figlio e senza che nessuno mi dicesse che cosa stesse accadendo. Io intanto in quel lasso di tempo vedevo che qualcuno aveva dei piccoli favori accompagnato da questo o da quella persona, mentre io , che pur potevo far sentire la mia voce, ho preferito rispettare le regole”. La signora Fulvia Ritonnale ha così aspettato , ma ieri non ce l’ha fatta piu’ e ha voluto denunciare, lo farà anche al tribunale per i diritti del malato, un’avventura incredibile: ”

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Voi mi direte che vado in ospedale forse anche quando non ce n’è bisogno, ma che colpa ne ho io se mio figlio si è sentito male di domenica e alla guardia medica mi h a n n o d e t t o d i r i v o l g e r m i a l p r o n t o s o c c o r s o dell’ospedale di Salerno?”. Ne fa una questione di principio la signora Fulvia e quando cerchiamo di capire se ha un po’ esagerato nella descrizione dell’accaduto, ci accorgiamo che quanto riferito purtroppo corrisponde al vero. A darcene conferma il segretario della UIL medici Lello Albano: ” I nodi purtroppo stanno venendo al pettine e la verità è che al pronto soccorso ma non solo, non riusciamo piu’ a garantire nemmeno l’essenziale. E il peggio deve ancora venire. Il San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno è una struttura complessa e al suo pronto soccorso afferisce un bacino enorme che con l’estate tendenzialmente aumenta. Arrivano i turisti, aumentano le patologie a carico degli anziani, insomma il rischio collasso è vicino. Intanto giovedì 24 giugno alle ore 13.00 avremo un incontro con il direttore generale del Ruggi Vincenzo Viggiani per cercare di valutare la situazione e adottare provvedimenti straordinari da richiedere alla gestione commissariale specifici per l’azienda salernitana. Ma il pronto soccorso non è l’unico reparto che sconta le carenze di organico: pediatria, osservazione breve, chirurgia e medicina d’urgenza, anestesia e rianimazione. In questi reparti dagli operatori socio sanitari ai medici mancano decine di figure professionali. Insomma una situazione insostenibile che rischia di aggravarsi ancora di piu’

proprio con l’arrivo della stagione estiva e mentre per l’ospedale Cardarelli di Napoli si sono trovate delle soluzioni, dice ancora Lello Albano, per l’ospedale di Salerno resta ancora tutto in alto mare” Alessia Bielli

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BATTIPAGLIA/EBOLI/OLIVETO CITRA. È il 7 giugno del 2015.

All’interno dell’ospedale “Santa Maria della Speranza”, a Battipaglia, un uomo usa violenza ai danni di un tecnico del reparto di radiologia. Dice d’esser stato aggredito, e chiede al povero dipendente dell’Asl di fargli comparire sulla lastra una frattura che, di fatto, non c’è. È soltanto un episodio, che all’epoca raccontammo doviziosamente dalle colonne di questo quotidiano, ma dalle parti del nosocomio di via Fiorignano la tensione s’innalza frequentemente: molte volte, infatti, accade che i convenuti si prodighino in urla e schiamazzi. E pare che ciò si verifichi spesso dalle parti del pronto soccorso. Qui, in effetti, i servizi offerti non paiono di certo contribuire a rasserenare gli animi focosi: a occuparsi del contatto immediato con chi si reca all’ospedale, infatti, ci sono soltanto, a turno, tre infermieri, un triagista e un ausiliario. E gli ausiliari, di fatto, non sono neppure sufficienti: la politica di tagli che negli ultimi anni è stata portata avanti in Campania, e in particolare in provincia di Salerno, ha portato ad un vistoso calo di collaboratori sanitari di siffatta tipologia, ed è per questo che si cerca di sopperire con gli straordinari degli infermieri. L’utenza è numerosa: quotidianamente, infatti, un numero compreso tra un minimo di cinquanta e un massimo di cento unità affolla le sale del pronto soccorso. Per quel che riguarda la tempistica, naturalmente è tutto in relazione alle varie tipologie di codici, ma talvolta accade che dal momento della presentazione alla visita passino pure due o tre ore. E il discorso diviene ancor più complesso nel caso dei posti letto: le liste d’attesa, infatti, sono particolarmente lunghe, e spesso, per ottenere il giaciglio invocato in pronto soccorso, occorre attendere pure qualche giorno. Più tranquilla, invece, la situazione dell’ospedale di Eboli, anche se nei mesi estivi, il pronto soccorso registra numerosi accessi per

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l’arrivo di molti emigranti che rientrano nei vari piccoli paesi della zona e per i turisti che affollano l’area costiera. Stesso discorso per Oliveto Citra che, inoltre, come anche per Eboli, spesso diventa presidio dove ricoverare persone che non trovano posto negli ospedali dell’Agro nocerino e in quelli di Salerno.

Carmine Landi

Agropoli. Da quando hanno chiuso l’ospedale di Agropoli non c’è nemmeno più il pronto soccorso. Il Psaut è solo un ambulatorio dove possono praticare al massimo delle medicazioni tanto è vero che quando è chiamato ad intervenire il 118 invia l’ambulanza con il paziente a bordo o a Vallo della Lucania o a Roccadaspide. Agropoli quindi è senza alcun presidio reale di soccorso, i danni fatti da Caldoro e Squillante per la chiusura dell’ospedale sono tantissimi e hanno svuotato il territorio di quell’assistenza primaria importantissima.

Per circa 30 anni il pronto soccorso ad Agropoli era stato assicurato dalla clinica Malzoni convenzionata dalla Regione Campania. Dopo l’apertura dell’ospedale fu chiuso quel pronto soccorso e ora non è stato riattivato quello della clinica privata. La situazione è gravissima, specie d’estate. Nelle more di un’eventuale quanto improbabile riapertura dell’ospedale almeno il pronto soccorso potrebbe essere attivato presso la clinica Malzoni. Una popolazione mortificata e umiliata che senti il disagio specie nei mesi estivi, quando le coste e i paesi interni si ripopolano e diventano meta di numerosi turisti. Sergio Vessicchio.

Vallo della Lucania. Il pronto soccorso dell’ospedale vallese è considerato un’eccellenza per come è strutturato e per il servizio che offre. Tuttavia da quando è chiuso l’ospedale di Agropoli anche Vallo della Lucania ha fatto registrare clamorose battute di arresto

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per il troppo lavoro e per l’intasamento che hanno provocato sovente numerosi arrivi di ambulanze. Un tempo, all’ospedale di vallo della Lucania si rivolgevano la metà degli utenti di quelli di Agropoli, ma dalla chiusura della struttura sanitaria agropolese, i pazienti sono triplicati e il presidio di Vallo della Lucania serve un territorio vastissimo che va da Palinuro – Marina di Camerota fino a Paestum passando per l’alto Cilento. Sapri è lontanissimo e poco attrezzato. Togliere Agropoli ha causato uno sconquasso viste anche le condizioni in cui sono ridotte le strade in special modo la Cilentana e per un’ambulanza è molto difficile percorrere le strade. La professionalità del pronto soccorso di Vallo della Lucania comunque non può essere a rischio tuttavia le proteste dei sindacati negli ultimi tempi si fanno sempre più copiose per il sovraccarico di interventi e di lavoro che penalizza soprattutto gli utenti. Un altro buon motivo per riaprire l’ospedale di Agropoli. Sergio Vessicchio

SAPRI/POLLA/ROCCADASPIDE. Gli ospedali di Sapri, Polla e Roccadaspide sono tre realtà tranquille dove gli accessi, tranne nei mesi estivi non sono numerosi e i tempi di accesso per ottenere una visita rientrano nella norma. Certamente, non si tratta di strutture attrezzatissime ma svolgono una funzione di presidio, almeno per la gestione ordinaria dell’emergenza. Nei mesi estive si registrano un numero maggiore di prestazioni ma comunque non tali da fare andare in tilt l’organizzazione sanitaria delle tre aree più lontane del capoluogo nella provincia di Salerno. In particolare quello di Sapri vede aumentare gli accessi di utenti in estate: potrebbe essere utile anche per la zona a sud di Agropoli, ma le distanze e le condizioni non ottimali delle strade non ne consentono un reale utilità.

Difficile, inoltre, il trasferimento in ambulanza di pazienti gravi, con trasferte che durano anche due e più ore. Maurizio Condelli

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