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Guida agli impianti di rilevazione incendi

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Guida agli impianti di rilevazione incendi

di Gianfranco Ceresini

5. La centrale di controllo e segnalazione

La

centrale deve essere ubicata in luogo permanentemente e facilmente accessibile, protetto, per quanto possibile, dal pericolo di incendio diretto, da danneggiamenti meccanici e manomissioni, esente da atmosfera corrosiva, tale inoltre da consentire il continuo controllo della centrale da parte del personale di sorveglianza oppure il controllo a distanza attraverso un sistema di trasmissione tramite il quale gli allarmi di incendio e di guasto e lasegnalazione di fuori servizio sono trasferiti ad una o più stazioni di telesorveglianza, dalle quali gli addetti possano dare inizio in ogni momento e con tempestività alle necessarie misure di intervento.

In ogni caso il locale in cui ubicare la centrale, per motivi di sicurezza, deve essere:

 sorvegliato da rivelatori automatici d’incendio, se non presidiato in modo permanente;

 situato possibilmente in vicinanza dell’ingresso principale del complesso sorvegliato;

 dotato di illuminazione di emergenza ad intervento immediato (cioè entro 0,5 s) ed automatico in caso di assenza di energia elettrica di rete.

Qualora la centrale di controllo non sia sistemata in un locale sufficientemente protetto contro l’incendio, essa deve essere realizzata in modo da conservare integra la sua capacità operativa per il tempo necessario ad espletare le funzioni per le quali è stata progettata, cioè deve restare in vita il tempo sufficiente per lanciare gli allarmi, dopo di che può anche spirare.

Pubblicato il 11/10/2007 Aggiornato al: 08/01/2008

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Figura 25 – Esempio di centrale di controllo e segnalazione (DES Fire)

La centrale di controllo e segnalazione deve essere conforme alla norma UNI EN 54-2. Ad essa fanno capo sia i rivelatori automatici sia i punti di segnalazione manuale, con l’obbligo però di poter individuare se l’allarme proviene dagli uni o dagli altri.

Un esempio di un pannello di centrale è in figura 25, dove si individuano:

a destra le segnalazioni generali delle presenza della tensione di rete, dello stato di carica delle batterie, dello stato della funzione di test (per la verifica del trattamento e delle segnalazioni degli allarmi provenienti dalle zone), delle condizioni di guasto (interruzione o cortocircuito di una linea di interconnessione), delle condizioni di fuori servizio (rivelatori che non sono più in grado di segnalare un incendio) e dello stato di allarme incendio (oltre alla segnalazione luminosa, in questo caso occorre anche una segnalazione acustica udibile nelle immediate vicinanze della centrale stessa);

i pulsanti sotto al display sono per le funzioni generali come il reset degli allarmi e dei guasti, il comando di emergenza, l’esecuzione di test e tutto ciò che riguarda la programmazione e la gestione dei segnali provenienti dalle varie zone;

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in basso a destra, infine vi sono le segnalazioni dell’attivazione dei dispositivi di sicurezza (come sistema di spegnimento automatico, porte tagliafuoco, blocco dell’impianto di ventilazione, attivazione dei sistemi di estrazione del fumo e del calore, riporto degli ascensori a piano terra, azionamento dell’illuminazione di emergenza, etc.)

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6. Dispositivi di segnalazione luminosi e acustici

Dei dispositivi di segnalazione cosiddetti interni, vale a dire quelli posizionati nella centrale, abbiamo già parlato nel capitolo precedente. Rimangono quelli acustici e luminosi, distribuiti all’interno e/o all’esterno dell’area sorvegliata, necessari ai fini della sicurezza. Questi ultimi e quelli interni sono obbligatori, mentre sono facoltativi quelli posti nelle stazioni di ricevimento dell’allarme incendio e del segnale di guasto.

Le segnalazioni acustiche e luminose, normalmente costituite da sirene, da campane, da pannelli luminosi con la scritta “Allarme Incendio”, devono essere distinguibili in modo chiaro, rispetto ad altri tipi di segnalazioni e devono essere pensati e concepiti per cercare di evitare situazioni di panico.

I collegamenti tra la centrale e i dispositivi di segnalazione esterna, devono essere realizzati con cavi in tubo sotto traccia, o in alternativa con cavi resistenti al fuoco (rispondenti alle norme CEI 20-36 o 20-45).

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7. Linee di connessione

Le indicazioni fornite per l’utilizzo dei cavi che devono collegare le varie parti di un impianto di rivelazione incendi, sono le seguenti: i cavi devono essere del tipo usato per gli impianti elettrici, ma opportunamente schermati, se connessi ad apparati sensibili ai disturbi elettromagnetici. La sezione minima dei conduttori di alimentazione dei componenti (rivelatori, punti manuali, ecc.) deve essere di 0,5 mm2.

I collegamenti in cavo devono essere eseguiti in uno dei tre seguenti modi: con cavi in tubo sotto traccia, oppure con cavi posati in tubi a vista, oppure con cavi a vista. In quest’ultimo caso i cavi devono però essere con guaina e la loro posa deve garantire che non possano essere danneggiati accidentalmente. Non sono ammessi collegamenti volanti.

I cavi dell’impianto di rivelazione incendi possono essere posati insieme ad altri conduttori non facenti parte dell’impianto, a patto che siano riconoscibili almeno in corrispondenza dei punti ispezionabili.

Devono essere adottate particolari protezioni nel caso in cui le interconnessioni si trovino in ambienti umidi od in presenza di vapori o gas infiammabili od esplosivi.

Le linee, per quanto possibile, devono correre all’interno di ambienti sorvegliati da sistemi di rivelazione di incendio, e devono comunque essere installate e protette in modo da ridurre al minimo il loro danneggiamento in caso di incendio.

Le linee che collegano la centrale con i dispositivi di segnalazione esterna (pannelli ottico-acustici, sirene, etc.) e con i dispositivi di sicurezza (sistema di spegnimento automatico, porte tagliafuoco, sistemi di estrazione del fumo, etc.) devono essere realizzati con cavi in tubo sotto traccia, o in alternativa con cavi resistenti al fuoco (conformi alle norme CEI 20-36 o 20-45), per fare in modo che funzionino anche durante l’incendio. Mentre non è necessario appoggiarsi ai cavi resistenti al fuoco per il collegamento tra centrale e rivelatori, in quanto il segnale di allarme viene inviato quando ancora l’incendio si deve sviluppare.

La norma UNI 9795 non prende in considerazione collegamenti che non siano in cavo, ma d’altra parte non vieta nemmeno esplicitamente l’uso di collegamenti senza fili (è infatti in preparazione un documento normativo che diventerà la norma EN 54-25 sui dispositivi connessi via radio).

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8. Alimentazione dell’impianto

L’impianto di rivelazione deve essere dotato di una doppia alimentazione (in conformità alla norma UNI EN 54-4): un’alimentazione principale ed un’alimentazione di riserva.

L’alimentazione principale deve essere derivata da una rete di distribuzione pubblica e deve essere effettuata tramite una linea esclusivamente riservata a tale scopo, dotata di propri organi di sezionamento, di manovra e di protezione.

L’alimentazione di riserva, invece, può essere costituita da una batteria di accumulatori elettrici oppure essere derivata da una rete elettrica di sicurezza indipendente da quella pubblica a cui è collegata la principale. L’alimentazione di riserva deve essere in grado di assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema

ininterrottamente per almeno 72 h, nel caso di interruzione dell’alimentazione principale. Tale autonomia può essere ridotta a non meno di 24 h, purché gli allarmi siano trasmessi ad una o più stazioni ricevitrici, che garantiscano assistenza e manutenzione.

L’alimentazione di riserva deve assicurare in ogni caso anche il contemporaneo funzionamento di tutti i segnalatori di allarme per almeno 30 minuti a partire dalla emissione degli allarmi. Nel caso in cui l’alimentazione principale vada fuori servizio, l’alimentazione di riserva deve intervenire automaticamente in un tempo non maggiore di 15 s.

Il collegamento tra la centrale di controllo e segnalazione e l’alimentazione di riserva, quando questa non è all’interno della centrale stessa o nelle sue immediate vicinanze, deve essere un circuito di sicurezza, cioè realizzato con cavi in tubo sotto traccia, o in alternativa con cavi resistenti al fuoco (conformi alle norme CEI 20-36 o 20-45).

Se l’alimentazione di riserva viene realizzata attraverso l’uso di batterie di accumulatori, queste devono, per quanto possibile, essere installate il più vicino possibile alla centrale di controllo e segnalazione, ma non nello stesso locale se possono sviluppare gas pericolosi. Il locale dove sono collocate le batterie deve essere ventilato.

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9. Verifica, esercizio e manutenzione dell’impianto

Di verifiche degli impianti di protezione antincendio (e quindi anche degli impianti di rivelazione) si occupa, non solo la norma UNI 9795, ma addirittura un disposto legislativo, il Decreto del Ministero dell’Interno 10/03/98 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”, il quale si applica però, come è evidente dal titolo, unicamente ai luoghi di lavoro.

9.1 Indicazioni del DM 10/03/98

All’art. 3, relativo alle misure preventive, protettive e precauzionali di esercizio, il suddetto decreto afferma che “il datore di lavoro adotta le misure finalizzate a ….garantire l'efficienza dei sistemi di protezione antincendio secondo i criteri di cui all'allegato VI”.

Andiamo allora a vedere cosa dice l’allegato VI. All’art. 6.1 si legge che “Tutte le misure di protezione antincendio previste …….per la rivelazione e l'allarme in caso di incendio devono essere oggetto di sorveglianza, controlli periodici e mantenute in efficienza. Per ognuna di queste azioni, il DM 10/03/98 fornisce una definizione:

 Sorveglianza: un controllo visivo atto a verificare che ….. gli impianti antincendio siano nelle normali condizioni operative;

 Controllo periodico: insieme di operazioni da effettuarsi con frequenza almeno semestrale, per verificare la completa e corretta funzionalità delle attrezzature e degli impianti;

 Manutenzione: operazione od intervento finalizzato a mantenere in efficienza ed in buono stato le attrezzature e gli impianti;

 Manutenzione ordinaria: operazione che si attua in loco, con strumenti ed attrezzi di uso corrente. Essa si limita a riparazioni di lieve entità, abbisognevoli unicamente di minuterie e comporta l'impiego di materiali di consumo di uso corrente o la sostituzioni di parti di modesto valore espressamente previste;

 Manutenzione straordinaria: intervento di manutenzione che non può essere eseguito in loco o che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza oppure attrezzature o strumentazioni particolari o che comporti sostituzioni di intere parti di impianto o la completa revisione o sostituzione di apparecchi per i quali non sia possibile o conveniente la riparazione;

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Ma chi si deve occupare della manutenzione ? Chiaramente il datore di lavoro, come specificato all’articolo 6.4 dell’allegato VI del DM 10/03/98, dove si afferma che “Il datore di lavoro e' responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza delle attrezzature ed impianti di protezione antincendio. Il datore di lavoro deve attuare la sorveglianza, il controllo e la manutenzione delle attrezzature ed impianti di protezione antincendio in conformità a quanto previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti. Scopo dell'attività di sorveglianza, controllo e manutenzione e' quello di rilevare e rimuovere qualunque causa, deficienza, danno od impedimento che possa pregiudicare il corretto funzionamento ed uso dei presidi antincendio.

L'attività di controllo periodica e la manutenzione deve essere eseguita da personale competente e qualificato”. Anche se non vengono specificate quale competenza e quale qualifica.

Anche l’articolo 4 del decreto si occupa di manutenzione impianti, affermando che “gli interventi di manutenzione ed i controlli sugli impianti e sulle attrezzature di protezione antincendio sono effettuati nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti, delle norme di buona tecnica emanate dagli organismi di normalizzazione nazionali o europei o, in assenza di dette norme di buona tecnica, delle istruzioni fornite dal fabbricante e/o dall'installatore”. Cosa significa tutto ciò ? Che non esistono alibi per il datore di lavoro, in quanto se anche non esistessero norme nazionali su come effettuare i controlli, deve andare oltre confine e seguire semmai consolidate norme di altri paesi europei (es. la norma British Standard 5839-1, il Codice di pratica professionale per la progettazione, installazione e manutenzione dei sistemi di rivelazione e allarme incendio negli edifici, adottata In Gran Bretagna).

9.2 Indicazioni della norma UNI 9795

Anche la norma UNI 9795 (che, ricordiamolo, si applica ovunque e non solo nei luoghi di lavoro) si occupa di verifiche e manutenzione, affermando all’art. 8 che la verifica comprende:

 l’accertamento della rispondenza del sistema al progetto esecutivo;

 il controllo che i componenti siano conformi alla relativa parte della UNI EN 54;

 il controllo che la posa in opera sia stata eseguita in conformità alla norma UNI 9795;

 l’esecuzione di prove di funzionamento (tra le quali anche quella sulla centrale di controllo), di allarme incendio, di avaria e di segnalazione di fuori servizio;

La norma UNI 9795 indica dettagliatamente quali siano queste prove di funzionamento da effettuare sul campo, sui vari tipi di rivelatori. A verifica avvenuta deve essere rilasciata un’apposita dichiarazione.

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di efficienza dei sistemi è di competenza dell’utente che deve provvedere:

alla continua sorveglianza dei sistemi;

alla loro manutenzione, richiedendo, dove necessario, le opportune istruzioni al fornitore;

a fare eseguire come minimo due ispezioni di controllo all’anno;

A cura dell’utente deve essere tenuto un apposito registro (da mettere a disposizione dell’autorità competente), firmato dai responsabili e costantemente aggiornato su cui devono essere annotati:

 i lavori svolti sui sistemi o nell’area sorvegliata (per esempio: ristrutturazione, variazioni di attività, modifiche strutturali, etc.), qualora essi possano influire sull’efficienza dei sistemi stessi;

 le prove eseguite;

 i guasti, le relative cause e gli eventuali provvedimenti attuati per evitarne il ripetersi;

 gli interventi in caso di incendio precisando: cause, modalità ed estensione del sinistro, numero di rivelatori entrati in funzione, punti di segnalazione manuale utilizzati ed ogni altra informazione utile per valutare l’efficienza dei sistemi;

 Le operazioni di controllo e manutenzione periodiche evidenziando, in particolare le eventuali variazioni riscontrate sia nel sistema sia nell’area sorvegliata, rispetto alla situazione dell’ultima verifica precedente e le eventuali carenze riscontrate;

Al successivo articolo 9.2, la nuova edizione della norma UNI 9795 riprende frasi e concetti sulle responsabilità del datore di lavoro nell’attività di manutenzione, scritti nel DM 10/03/98 e da noi già ripresi nel paragrafo precedente. Oltre a questo viene detto, sempre in accordo con il decreto, che

“ogni sistema in esercizio deve essere sottoposto ad almeno due visite di controllo e manutenzione all’anno, con intervallo fra le due non minore di 5 mesi”. I risultati delle operazioni di controllo devono risultare, oltre che nell’apposito registro, anche nel certificato di ispezione.

Un’ultima indicazione, la norma la offre riguardo alle operazioni da effettuare occasionalmente dopo che si è verificato o un guasto sull’impianto o un intervento dell’impianto a seguito di un incendio:

 provvedere alla sostituzione tempestiva degli eventuali componenti danneggiati;

 fare eseguire, in caso d’incendio, un accurato controllo dell’intera installazione al fornitore incaricandolo, nel contempo, di ripristinare la situazione originale, qualora fosse stata alterata;

 ripristinare i mezzi di estinzione utilizzati;

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La norma indica la periodicità semestrale degli interventi di controllo, ma non specifica nel dettaglio cosa fare. Vediamo dunque quelli che potrebbero essere gli esami visivi e le prove di funzionamento da effettuare.

Sorveglianza (esami visivi):

 Esame visivo dei rivelatori controllando lo stato del LED di malfunzionamento;

 Esame visivo dei dispositivi di allarme ottico-acustico;

 Esame visivo della centrale di controllo per verificare la correttezza di funzionamento dei componenti collegati;

 Esame visivo dei punti di segnalazione manuale per verificare che siano integri e ben visibili;

 Ispezione del locale nel quale è contenuta la centrale di controllo per verificare che sia sgombro da materiali e che funzioni l’illuminazione di sicurezza;

 Controllo dello stato di carica delle eventuali batterie;

 Verifica che i rivelatori distino almeno 50 cm dai materiali presenti nell’area sorvegliata;

Controlli periodici (prove di funzionamento)

 Esame generale di tutto l’impianto per verificare la rispondenza al progetto e la compatibilità dei rivelatori per la zona sorvegliata;

 Efficienza dell’alimentazione principale e di quella di riserva;

 Prove di funzionamento dei pulsanti manuali;

 Prove di funzionamento dei rivelatori di incendio;

 Prove di funzionamento dei dispositivi di allarme ottico-acustico;

 Prove di funzionamento dei sistemi automatici antincendio (impianto di spegnimento incendio, fermi elettromagnetici delle porte e delle serrande tagliafuoco, sistemi di estrazione del fumo e del calore, disattivazione degli impianti tecnici, etc.);

 Simulazione di guasti e di fuori servizio;

 Pulizia (se prevista) dei rivelatori in base alle istruzioni del costruttore;

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rivelazione incendi, occorre mettere in atto delle misure alternative come l’istituzione di un servizio di vigilanza manuale.

9.3 Indicazioni della norma UNI 11224

Nel marzo 2007, con la norma UNI 11224, “Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi”, l’UNI ha aggiunto nuove disposizioni fornendo la descrizione delle procedure per il controllo iniziale, la sorveglianza e il controllo periodico, la manutenzione e la revisione dei sistemi di rivelazione automatica di incendio. La norma si applica sia ai sistemi nuovi ed a quelli esistenti, preoccupandosi di specificare che la manutenzione si occupa solo di verificare se il sistema ed i suoi componenti funzionano, ma non entra nella valutazione dell’efficacia del sistema stesso (cioè nel fatto che svolga adeguatamente o meno il suo compito), per la quale si deve far riferimento alla norma UNI 9795.

Nella UNI 11224 vengono presi in considerazione anche rivelatori di fiamma, rivelatori multi-criterio e rivelatori ad aspirazione, tutte tipologie non attualmente contemplate dalla UNI 9795. In breve i rivelatori di fiamma sono quelli sensibili alla radiazione emessa dalle fiamme di un incendio, i rivelatori multi-criterio sono sensibili a più di un fenomeno associato ad un incendio, ed infine i rivelatori ad aspirazione sono quelli nei quali un sistema di aspirazione (posto nel locale da proteggere) si occupa di prelevare il fumo e di convogliarlo verso il rivelatore; su una normale tubazione in PVC vengono praticati dei fori di campionamento dell’aria nel locale sorvegliato.

Vengono individuate sei fasi, attraverso le quali esercitare un controllo sul sistema di rivelazione incendi, il cui significato, in ordine cronologico, è il seguente:

 Controllo iniziale: controllo effettuato per verificare la completa e corretta funzionalità delle apparecchiature e delle connessioni e la positiva corrispondenza con i documenti del progetto esecutivo;

 Sorveglianza: controllo visivo atto a verificare che le attrezzature e gli impianti antincendio siano nelle normali condizioni operative, siano facilmente accessibili e non presentino danni materiali accertabili tramite esame visivo. La sorveglianza può essere effettuata dal personale normalmente presente nelle aree protette dopo aver ricevuto adeguate istruzioni;

 Controllo periodico: insieme delle operazioni da effettuarsi con frequenza almeno semestrale, per verificare la completa e corretta funzionalità delle attrezzature e degli impianti;

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 Manutenzione ordinaria: operazione che si attua in loco, con strumenti ed attrezzi di uso corrente. Si limita a riparazioni di lieve entità, e comporta l’impiego di materiali di consumo di uso corrente o la sostituzione di parti di modesto valore espressamente previste;

 Manutenzione straordinaria: intervento di manutenzione che non può essere eseguita in loco o che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza oppure attrezzature o strumentazioni particolari o che comporti sostituzioni di intere parti di impianto o la completa revisione o sostituzione di apparecchi per i quali non sia possibile o conveniente la riparazione;

 Revisione impianto: controllo accurato e particolare del sistema, la cui periodicità e metodologia dipende dalle prescrizioni normative e legislative, relative ai singoli componenti utilizzati o dalle istruzioni del produtore delle apparecchiature impiegate.

Le fasi di controllo e manutenzione devono avere, in base alla norma UNI 11224, la periodicità minima e la documentazione riportate nella tabella 6. Le condizioni nelle quali devono essere svolte le prove e le verifiche sono indicate invece in tabella 7, ricordando che per i sistemi ubicati in luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas devono essere seguite le indicazioni della norma CEI EN 60079- 17 (CEI 31-34).

Fase Periodicità Circostanza

Documenti da produrre e riportare nel

registro

Controllo

iniziale Occasionale

Prima della consegna di un nuovo sistema o nella presa in carico

di un sistema in manutenzione

Rapporti di prova e liste di riscontro e controllo funzionale

Sorveglianza Almeno ogni 30 giorni

Secondo il piano di manutenzione

programmata

Semplice registrazione conforme al piano di

manutenzione programmata Controllo

periodico Almeno ogni 6 mesi Secondo il piano di manutenzione

Registrazione delle

attività e dei controlli

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programmata attraverso liste di riscontro e controllo

funzionale

Manutenzione

ordinaria Occasionale

Secondo esigenza per riparazioni di lieve

entità

Registrazione del documento di

intervento sottoscritto dal personale tecnico qualificato incaricato

della manutenzione

Manutenzione

straordinaria Occasionale

Secondo esigenza per riparazioni di

particolare importanza

Registrazione del documento di

intervento sottoscritto dal personale tecnico qualificato incaricato

della manutenzione

Revisione

impianto Almeno ogni 10 anni

Secondo indicazioni normative e legislative in funzione delle apparecchiature

impiegate o delle istruzioni dei costruttori delle apparecchiature

Rapporti di prova e liste di riscontro e controllo funzionale

(le stesse del controllo iniziale)

Tabella 6 – Periodicità e documentazione dei controlli da effettuare

Fase Condizioni di controllo

Controllo iniziale

Operare in condizioni di ordinaria operatività dei sistemi

Verificare che le segnalazioni e le eventuali attivazioni comandate dal sistema di protezione non costituiscano pericolo per le persone o danno alle cose

Informare preventivamente tutte le persone che possono essere raggiunte dalle segnalazioni ottiche e acustiche

Verificare le condizioni di pulizia delle apparecchiature

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Nel caso in cui il controllo viene effettuato quando ancora i locali sono in fase di cantiere o comunque non ancora operativi:

o controllare che nell’ambiente non sussistano condizioni tali da falsare il funzionamento del sistema e la riproducibilità delle condizioni di reale esercizio;

o verificare che il funzionamento dei dispositivi da sottoporre a prova non sia condizionato da oggetti provvisori, materiali o dispositivi che potrebbero compromettere l’efficacia del sistema

Sorveglianza

Operare in condizioni di ordinaria operatività dei sistemi

Controllo periodico

Operare in condizioni di ordinaria operatività dei sistemi

Verificare che le segnalazioni e le eventuali attivazioni comandate dal sistema di protezione non costituiscano pericolo per le persone o danno alle cose

Informare preventivamente tutte le persone che possono essere raggiunte dalle segnalazioni ottiche e acustiche

In caso di sistemi adibiti al comando di sistemi attivi di protezione, quali per esempio comandi di estinzione a gas, mettere in atto misure tali da impedire che,durante le manovre, i dispositivi di comando vengano attivati in modo accidentale

Manutenzione ordinaria

Idem come sopra Manutenzione

straordinaria

Idem come sopra Revisione impianto

Idem come sopra

Tabella 7 – Condizioni ambientali durante le prove e le verifiche

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E’ evidente a tutti che non è possibile effettuare verifiche senza svolgere un lavoro preliminare di preparazione e di raccolta dati. La nuova norma UNI 11224 individua una serie di operazioni da svolgere preliminarmente ad ogni operazione di prova (anche se non tutte sono sempre possibili):

 Reperire la manualistica relativa alla centrale (con relativi software di prova, se esistenti) ed alle apparecchiature installate;

 Reperire i disegni e la documentazione di progetto dell’impianto di protezione aggiornata in conformità a quanto installato:

 Possedere le norme di riferimento o le procedure di prova dei produttori delle apparecchiature installate, ove esistenti;

 Reperire gli strumenti di prova predisposti alo scopo dai produttori delle apparecchiature, ove esistenti;

 Predisporre la strumentazione elettronica adeguata alle prove da eseguire in accordo alle istruzioni fornite dal produttore delle apparecchiature; (è raccomandato almeno l’uso di un multimetro).

 Predisporre un oscilloscopio per controllare la qualità della comunicazione, nel caso di sistemi antincendio comunicanti in modo seriale

Controllo iniziale

Allo scopo di facilitare e standardizzare il più possibile il lavoro di verifica, la nuova norma UNI fornisce degli esempi di prospetti da compilare durante il controllo iniziale ed il controllo periodico. In tabella 8, viene presentato un possibile prospetto da utilizzare, sempre da parte di personale qualificato, per eseguire un controllo preliminare, prima di passare alla fase esecutiva delle prove di un controllo iniziale (o di una revisione, che in pratica deve essere considerata come un nuovo controllo iniziale).

Durante le operazioni di controllo iniziale, deve essere eseguito un controllo funzionale per tutti i sistemi, di tutti i rivelatori,contatti, pulsanti e azionamenti presenti nel sistema. Inoltre vanno verificate l’efficacia dei comandi che interagiscono con le alimentazioni, la ventilazione e i comandi di tutte le macchine e le segnalazioni che possono influenzare l’efficacia del sistema.

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Tipo di controllo (Barrare se obbligatorio)

Scopo della verifica

Note e azioni (Barrare se con esito

positivo)

□ۧ Rispondenza del sistema al progetto esecutivo

□ۧ

Rispondenza alle norme di riferimento (vedere dichiarazione di conformità o di corretta installazione e di corretta posa in

opera)

Controllo visivo documental

e

□ۧ Corrispondenza della documentazione ai componenti installati

□ Chiara identificazione delle interconnessioni □

□ Percorsi dei cavi esenti da interferenze ambientali ed elettriche □

□ Stesura dei tubi senza inclinazioni anomale □

□ Grado di riempimento dei tubi secondo norma □

□ Esecuzione delle curve e delle giunte a regola d’arte □

□ Supporti meccanici stabili ed in numero adeguato □

□ Ingressi dei tubi alle cassette dotati di raccordi adeguati □

□ۧ Controllo positivo della pulizia dei rivelatori □

□ۧ Messa a terra delle alimentazioni di rete □

□ۧ Stabilità dei collegamenti e fissaggio dei morsetti □

□ Impiego dei capicorda su tutti i collegamenti □

□ Chiara identificazione e colori di cavi e morsetti □ Controllo

visivo della parte elettrica del

sistema

□ Collegamento e messa a terra del cavo schermato e suo isolamento rispetto agli altri conduttori □

□ۧ Controllo della messa a terra □

Controllo dei collegament

i di terra e del rumore elettrico

□ Controllo del rumore elettrico □

Note:

COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI VERIFICA

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Data dell’intervento

Tabella 8 – Lista di controllo utilizzabile per le verifiche preliminari all’esecuzione del controllo iniziale su un sistema di rivelazione incendi

Prima di procedere con le prove bisogna documentarsi sulle sequenze logiche previste dai comandi del sistema.

Ma come si deve operare su ognuno dei componenti costituenti il sistema, allo scopo di verificarne la funzionalità (vedi anche tabelle 9 e 10) ?

 Centrale di controllo: effettuare un’operazione di comando tramite chiave meccanica o elettronica, o azionando la tastiera per verificare che la centrale cambi stato. Controllare poi:

o l’efficienza dell’alimentatore e delle batterie e verificarne l’autonomia;

o l’assorbimento dell’impianto ad essa collegato;

o l’efficienza di tutte le segnalazioni ottiche e acustiche di cui la centrale è provvista;

o la capacità di ricezione degli allarmi provenienti dai rivelatori;

o la capacità della centrale di attivare i mezzi di allarme.

 Rivelatori: occorre predisporre dispositivi di prova suggeriti dai produttori (es. filtri di oscuramento per rivelatori di fumo lineari, dispositivi di riscaldamento per rivelatori di temperatura puntiformi, dispositivi artificiali di produzione del fumo per rivelatori di fumo puntiformi). Ciascun rivelatore deve essere mandato in allarme per verificare:

o l’accensione del LED sullo zoccolo o sul rivelatore;

o la segnalazione congruente dello stato di allarme sulla centrale cioè occorre che il componente mandato in allarme corrisponda a quello previsto dal progetto;

o l’attivazione delle segnalazioni ottico acustiche nell’impianto (le segnalazioni acustiche debbono essere udite distintamente in qualsiasi punto dell’ambiente protetto anche in condizioni di massima rumorosità ambientale;

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o l’attuazione dei comandi previsti dalla logica;

o la segnalazione congruente sul sistema grafico (se presente);

o la segnalazione sul ripetitore (se presente);

o la registrazione dell’evento (se presente)

Oltre ai rivelatori, vanno testate anche le linee che portano i segnali alla centrale. Nel caso di rivelatori su una linea ad anello (loop) è sufficiente rimuovere alcuni rivelatori a campione e verificare la segnalazione congruente dello stato di allarme sulla centrale e l’attuazione dei comandi previsti dalla logica. Nel caso di impianti convenzionali, invece si producono tre anomalie nell’impianto (rimozione di alcuni rivelatori a campione sulla linea tra i quali l’ultimo, creazione di un cortocircuito di linea e interruzione della linea) e si verifica la segnalazione congruente dello stato di anomalia di zona sulla centrale e l’efficacia delle eventuali segnalazioni associate. Nel caso infine di linea di comando monitorata, interrompendo il collegamento della linea con il dispositivo controllato, si deve avere la segnalazione congruente dello stato di anomalia sulla centrale e la verifica di efficacia delle eventuali segnalazioni associate.

 Punti di segnalazione manuale o pulsanti di allarme: occorre predisporre strumenti specifici per l’attivazione dei pulsanti, per esempio speciali utensili e chiavi in grado di simulare la rottura del vetro ed un numero sufficientemente adeguato di vetrini frangibili nel caso le prove ne prevedano la rottura.

 Dispositivi di allarme: in questo caso può essere utile ricorrere all’impiego di un fonometro;

 Dispositivo di alimentazione: bisogna effettuare la simulazione della mancanza dell’

alimentazione primaria togliendo alimentazione di rete e verificare l’efficacia del sistema di commutazione. In specifico si deve verificare che:

la centrale e l’impianto continuino ad operare in modo regolare almeno per un tempo utile a dimostrare la reale efficienza dell’impianto e la sua capacità di operare in assenza di alimentazione primaria;

la mancanza dell’alimentazione primaria sia segnalata sulla centrale.

Tipo di controllo (Barrare se obbligatorio)

Scopo della verifica

Note e azioni (Barrare se con esito

positivo)

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□ۧ Efficienza e commutazione delle alimentazioni, con rimozione

dell’alimentazione primaria

□ۧ Controllo del valore e dello stato delle batterie

□ۧ Efficienza di lampade, LED e segnalazioni ottiche e digitali

Controllo sulla centrale

□ۧ Efficienza delle segnalazioni acustiche

□ Efficienza dei segnali di rinvio degli stati di allarme e guasto su

ripetitori, modem, combinatori □ Se esistenti Controllo

sul sistema di

ripetizione □ Efficienza del sistema di visualizzazione grafica e possibilità di

inviare e ricevere comandi □ Se esistenti

□ Assorbimenti delle linee nei margini di tolleranza previsti □

Solo in controllo iniziale o ricerca

guasti

□ۧ Segnalazione guasto su apertura o corto circuito delle linee di rivelazione o ingresso sorvegliate □ Controllo

sulle linee

□ۧ Segnalazione guasto su apertura o corto circuito delle linee di

comando sorvegliate □

□ۧ Esecuzione positiva delle prove di allarme su tutti i componenti

che prevede: □

Segnalazioni coerenti su centrale, lampade, LED, display e altri

ripetitori □

Controllo con esito positivo delle funzioni e delle

temporizzazioni dei comandi □

Controllo di tutti i componenti

Controllo positivo delle congruenze delle segnalazioni su

programma di visualizzazione e stampante □ Se esistente

□ۧ Esecuzione positiva delle prove di guasto a campione con rimozione di alcuni rivelatori dalla base □ Controllo

funzionale

del sistema □ۧ Controllo positivo della udibilità delle segnalazioni di allarme

nell’ambiente protetto □

Note:

COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI VERIFICA

NOME E COGNOME FUNZIONE FIRMA

(20)

Data dell’intervento

Tabella 9 – Lista di controllo utilizzabile per le verifiche relative ad un controllo iniziale su un sistema di rivelazione incendi

Tipo di

controllo (Barrare se obbligatorio)

Scopo della verifica

Note e azioni (Barrare se con esito

positivo)

□ۧ Efficienza e commutazione delle alimentazioni, segnalazioni, rimozione dell’alimentazione primaria

□ۧ Stato delle batterie

□ۧ Efficienza di lampade, LED e segnalazioni ottiche e digitali

Controllo sulla centrale

□ۧ Efficienza delle segnalazioni acustiche

□ Efficienza dei segnali di rinvio degli stati di allarme e guasto su

ripetitori, modem, combinatori □ Se esistenti Controllo

sul sistema

□ Efficienza del sistema di visualizzazione grafica e possibilità di

inviare e ricevere comandi □ Se esistenti

□ۧ Segnalazione guasto su apertura o corto circuito delle linee di

rivelazione sorvegliate □

A campione con rimozione di un

sensore Controllo

sulle linee

□ۧ Segnalazione guasto su apertura o corto circuito delle linee di rivelazione o ingresso sorvegliate □

A campione scollegando un

morsetto Se si, allegare una copia del documento alla presente lista □

Esiste la lista di controllo dettagliata

?

□ۧ Esecuzione positiva delle prove di allarme su tutti i componenti,

ove possibile □

Non barrare se presente la lista di

controllo

□ۧ Controllo positivo delle segnalazioni di allarme presso l’impianto □ Controllo

funzionale

del sistema □ۧ Controllo positivo delle congruenze delle segnalazioni e delle

visualizzazioni □

(21)

Note:

COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI VERIFICA

NOME E COGNOME FUNZIONE FIRMA

Data dell’intervento

Tabella 10 – Lista di controllo utilizzabile per le verifiche relative ad un controllo periodico su un sistema di rivelazione incendi

Come realizzare i controlli di carattere elettrico durante le verifiche

Controllo della messa a terra

Per controllare che la centrale e l’eventuale barra di terra siano collegati all’impianto elettrico di terra è opportuno effettuare, oltre che un controllo visivo, anche una misura di continuità elettrica tra i vari punti di terra.

Verifica della corretta alimentazione ai dispositivi periferici

Per verificare il corretto dimensionamento della sezione dei cavi e del sistema di alimentazione, controllare che la tensione minima di alimentazione misurata sui dispositivi periferici sottoposti ad attivazione con la sola alimentazione secondaria (batteria, UPS, ecc.) sia tale da non pregiudicare il funzionamento dell’impianto

(22)

Metodo di collegamento della schermatura del cavo

Controllare che gli schermi siano accuratamente collegati in modo da assicurare la continuità del collegamento elettrico su tutta la lunghezza del cavo. Si raccomanda che ciascuno schermo sia collegato a terra solo in prossimità della barra di terra della centrale, senza altri punti a terra lungo il percorso dei cavi e nelle cassette di giunzione.

Metodo di verifica del rumore elettrico

Va verificato che i collegamenti elettrici con i dispositivi posti in campo, le comunicazioni e le alimentazioni, siano esenti dalla presenza di rumore elettrico in misura superiore al 5% del valore di picco. Se si è in dubbio, si raccomanda di utilizzare l’oscilloscopio per misurare la presenza del rumore, effettuando la misura in presenza dei carichi elettrici più gravosi ed osservando l’effetto sulla scala dell’oscilloscopio.

Registrazione dei controlli

Deve essere tenuto un registro della manutenzione e dei controlli, all’interno del quale va conservata almeno una copia di tutte le liste di controllo compilate durante le verifiche. Tali liste vanno firmate dal/i tecnico/i che hanno effettuato le prove e da un delegato del datore di lavoro.

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