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DOCUMENTO UNICO di PROGRAMMAZIONE (D.U.P.)

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Academic year: 2022

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COMUNE di BANZI

DOCUMENTO UNICO di PROGRAMMAZIONE

(D.U.P.)

PERIODO: 2018 - 2019 - 2020

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INDICE GENERALE

Premessa Pag. 4

1 Sezione strategica Pag. 6

1 Analisi di contesto Pag. 8

1 Analisi delle condizioni esterne Pag. 9

1.1 Scenario mondiale ed europeo Pag. 9

1.2 Scenario nazionale Pag. 12

1.3 Scenario regionale Pag. 20

1.4 Scenario locale Pag. 20

1.4.1 Analisi demografica e condizione socio economica delle famiglie Pag. 20

1.4.2 Analisi del territorio e strutture operative dell’ente Pag. 26

1.4.3 Analisi dell’occupazione e della economia insediata Pag. 28

2 Analisi delle condizioni interne Pag. 32

2.1 Struttura organizzativa Pag. 33

2.2 Enti partecipati ed obiettivi degli organismi gestionali dell’ente Pag. 37

2.3 Accordi di programma Pag. 38

2.4 Funzioni su delega Pag. 39

2.5 Situazione finanziaria Pag. 39

2.5.1 Le entrate Pag. 41

2.5.2 La spesa Pag. 51

2.5.3 Gli equilibri della situazione corrente e generali di bilancio Pag. 53

2.6 Coerenza e compatibilità presente e futura – Pareggio di bilancio Pag. 57

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4.2 Rendicontazione obiettivi 2016 Pag. 120

5 Sezione operativa parte prima

5.1 Le linee guida della programmazione dell’ente

5.1.1 Obiettivi degli organismi partecipati

5.1.2 Coerenza previsioni con gli strumenti urbanistici 5.2 Analisi e valutazione dei mezzi finanziari

5.3 Programmi ed obiettivi operativi

6 Sezione operativa parte n.2

6.1 Le programmazioni settoriali

6.1.1 Il programma dei lavori pubblici

6.1.2 Il piano triennale dei fabbisogni del personale

6.1.3 Il piano degli incarichi di collaborazione autonoma 6.1.4 Il piano delle alienazioni e delle valorizzazioni 6.1.5 Il piano biennale degli acquisti

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PREMESSA

Il principio contabile applicato n. 12 concernente la programmazione di bilancio, statuisce che la programmazione è il processo di analisi e valutazione che, comparando e ordinando coerentemente tra loro le politiche e i piani per il governo del territorio, consente di organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie per la realizzazione di fini sociali e la promozione dello sviluppo economico e civile delle comunità di riferimento.

Il processo di programmazione, si svolge nel rispetto delle compatibilità economico-finanziarie e tenendo conto della possibile evoluzione della gestione dell’ente, richiede il coinvolgimento dei portatori di interesse nelle forme e secondo le modalità definite da ogni ente, si conclude con la formalizzazione delle decisioni politiche e gestionali che danno contenuto a programmi e piani futuri riferibili alle missioni dell’ente.

Attraverso l’attività di programmazione, le amministrazioni concorrono al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale, in coerenza con i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica emanati in attuazione degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione e ne condividono le conseguenti responsabilità.

Il Documento unico di programmazione degli enti locali (DUP)

Il DUP è lo strumento che permette l’attività di guida strategica ed operativa degli enti locali e consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative.

Il DUP costituisce, nel rispetto del principio del coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione.

Per gli Enti locali con popolazione fino a 5.000 abitanti il D. Lgs. 267/00, come aggiornato dal Decreto Ministeriale 20.05.2015, ha previsto il Documento Unico di programmazione nella forma semplificata.

Il Documento individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento e con gli obiettivi generali di finanza pubblica, tenendo conto della situazione socio economica del proprio territorio, le principali scelte che caratterizzano il programma dell’amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo egli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato. Ogni anno saranno verificati gli indirizzi generali e i contenuti della

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Il DUP semplificato, quale guida e vincolo ai processi di redazione dei documenti contabili di previsione dell’Ente, indica, per ogni singola missione/programma del bilancio, gli obiettivi che l’Ente intende realizzare negli esercizi considerati nel bilancio di previsione (anche se non compresi nel periodo di mandato).

Gli obiettivi individuati per ogni missione / programma rappresentano la declinazione annuale e pluriennale degli indirizzi g enerali e costituiscono vincolo per i successivi atti di programmazione, in applicazione del principio della coerenza. L’individuazione delle finalità e la fissazione degli obiettivi per ogni missione/programma deve “guidare”, negli altri strumenti di programmazione, l’individuazione degli atti e dei mezzi strumentali alla loro realizzazione e l’affidamento di obiettivi e risorse ai responsabili dei servizi. Gli obiettivi devono essere controllati annualmente a fine di verificarne il grado di raggiungimento e laddove necessario, modificati, dandone adeguata giustificazione, per dare una rappresentazione veritiera e corretta dei futuri andamenti dell’Ente e del processo di formulazione dei programmi all’interno delle missioni.

Il DUP semplificato comprende inoltre, relativamente all'arco temporale di riferimento del bilancio di previsione : a) gli obiettivi degli organismi facenti parte del gruppo amministrazione pubblica;

b) l’analisi della coerenza delle previsioni di bilancio con gli strumenti urbanistici vigenti;

c) la programmazione dei lavori pubblici,

d) la programmazione del fabbisogno di personale;

e) la programmazione delle alienazioni e della valorizzazione dei beni patrimoniali.

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SEZIONE STRATEGICA

1. LA SEZIONE STRATEGICA

La sezione strategica sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato di cui all’art. 46 comma 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento e con gli obiettivi generali di finanza pubblica, le principali scelte che caratterizzano il programma dell’amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo.

Nella sezione strategica vengono riportate le politiche di mandato che l’ente intende sviluppare nel corso del triennio, declinate in programmi, che costituiscono la base della successiva attività di programmazione di medio/breve termine che confluisce nel Piano triennale ed annuale della performance.

Il Comune di BANZI, in attuazione dell’art. 46 comma 3 del TUEL ha approvato, con deliberazione di C.C. n. 30 del 06.08.2014 il Programma di mandato per il periodo 2014 – 2019, dando così avvio al ciclo di gestione della Performance. Attraverso tale atto di Pianificazione, sono state definite nr.05 aree di intervento strategico che rappresentano le politiche essenziali da cui sono derivati i programmi, progetti e singoli interventi da realizzare nel corso del mandato.

Tali Linee Programmatiche, che attengono a vari ambiti di intervento dell’Ente, sono state così denominate:

1 - PERSONALE 2 - TURISMO 3 - CULTURA

4 - POLITICHE SCOLASTICHE 5 - POLITICHE SOCIALI

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I contenuti programmatici della Sezione Strategica

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DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2016 - 2017 - 2018

ANALISI

DI

CONTESTO

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1 ANALISI DELLE CONDIZIONI ESTERNE

Questa sezione si propone di definire il quadro strategico di riferimento all'interno del quale si inserisce l'azione di governo della nostra amministrazione.

Questa attività deve essere necessariamente svolta prendendo in considerazione:

lo scenario nazionale ed internazionale per i riflessi che esso ha, in particolare dapprima con il Documento di Economia e Finanza (DEF) e poi con la legge di stabilità sul comparto degli enti locali e quindi anche sul nostro ente;

lo scenario regionale al fine di analizzare i riflessi della programmazione regionale sul nostro ente;

lo scenario locale, inteso come analisi del contesto socio-economico e di quello finanziario dell'ente, in cui si inserisce l'azione amministrativa.

Partendo da queste premesse, la seguente parte del documento espone le principali scelte che caratterizzano il programma dell'amministrazione da realizzare nel corso del mandato che l'ente vuole sviluppare nel raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni fondamentali e gli indirizzi generali di programmazione, sempre riferiti al periodo di mandato.

1.1 SCENARIO MONDIALE ED EUROPEO

L'economia mondiale procede su un sentiero di ripresa e mostra un miglioramento graduale nelle prospettive di crescita, anche se con un ritmo contenuto: nel 2016 il tasso di crescita del PIL mondiale è stato del 3,1%, sostanzialmente in linea con il 2015. Le proiezioni macroeconomiche, formulate nell'aprile 2017 dal Fondo Monetario Internazionale, indicano una crescita mondiale in progressivo aumento nel periodo 2016-2019: in termini reali del PIL mondiale le proiezioni mostrano una crescita del 3,5% nel 2017, del 3,6 % nel 2018 e del 3,7% nel 2019. Tuttavia, la distribuzione della crescita evidenzia una diseguaglianza a livello internazionale sia nelle economie avanzate che nelle economie emergenti. Nel 2016 negli Stati Uniti si registra una crescita del 1,6%, in decisa flessione rispetto al 2,6% registrato l'anno precedente; nonostante questo le proiezioni macroeconomiche per gli Stati Uniti mostrano una crescita attesa del 2,3% nel 2017 e del 2,5% nel 2018. In Giappone il PIL è aumentato dello 0,9% nel 2016, in accelerazione rispetto al 2015, e si prevede una crescita del 1,2% nel 2017. La Cina prosegue nel rallentamento della crescita e chiude il 2016 con un PIL del 6,7%, il più debole da 25 anni. Le proiezioni prevedono un'ulteriore decelerazione della crescita in Cina (6,6% nel 2017 e 6,2% nel 2018). Le prospettive di ripresa dell'economia mondiale sono sostenute dall'accelerazione del commercio internazionale, dal rafforzamento degli investimenti in molte economie e dalla spinta delle politiche espansive. Ma il persistere dei fattori di rischio di natura geopolitica contribuiscono a creare incertezza sullo scenario macroeconomico internazionale: in questa direzione sono da considerare le eventuali misure protezionistiche da parte dell’amministrazione statunitense e gli effetti di medio termine di difficile quantificazione della cosiddetta Brexit, data la recente

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formalizzazione del processo di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Inoltre, costituiscono fattore di rischio per la ripresa le sfide sistemiche di natura eccezionale quali la minaccia terroristica, l'emergenza umanitaria in Siria, l'ondata di migrazioni dall'Africa e dal Medio Oriente verso l'Europa e la crisi del Sud America. Se nel 2015 e nel 2016 l'inflazione su scala internazionale ha continuato ad attestarsi su valori nulli, influenzata dal basso livello del prezzo del petrolio e dall'ampio margine di capacità produttiva mondiale inutilizzata, nel 2017 è invece atteso un suo incremento sia nelle economie avanzate che nelle economie emergenti. Nei primi tre mesi dell’anno 2017 l’inflazione, nelle principali economie avanzate, è effettivamente risalita. L’aumento è attribuibile alle sue componenti più volatili (beni energetici e alimentari). Nel 2016 la debolezza degli investimenti ha pesato sul rallentamento del commercio internazionale (2,2% ai minimi dal 2009), ma il graduale rafforzamento degli investimenti atteso per il 2017 proietta il commercio internazionale al rialzo nel biennio 2017-2018 (3,8% e 3,9%).

Andamento del PIL reale proiezioni

2015 2016 2017 2018 2019

Mondo 3,1 3,1 3,5 3,6 3,7

Economie avanzate 1,9 1,7 2,0 2,0 1,9

Area euro 1,6 1,7 1,7 1,6 1,6

Economie emergenti 4,0 4,1 4,5 4,8 5,0

Fonte: Fondo Monetario Internazionale (FMI), aprile 2017 - variazioni percentuali

Nell'Eurozona la ripresa dovrebbe mantenere un ritmo modesto di accelerazione per il biennio 2017-2018, supportata dalla ripresa dei consumi, dal rafforzamento degli investimenti, da una politica fiscale meno restrittiva e da una politica monetaria espansiva. Nel 2016 il PIL è cresciuto del 1,7%, in leggera accelerazione rispetto all'anno precedente (1,6% nel 2015). Il tasso di disoccupazione2 si è mantenuto su livelli elevati raggiungendo il

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all'economia reale. Nel 2016 ha adottato un pacchetto di misure espansive più cospicuo di quanto atteso, ampliando la dimensione e la

composizione degli acquisti di titoli, prevedendo un’ulteriore riduzione dei tassi ufficiali e nuove misure di rifinanziamento delle banche a condizioni eccezionalmente favorevoli. Il Consiglio Direttivo della BCE, per mantenere le condizioni monetarie espansive adeguate ad assicurare l’aumento dell’inflazione, ha esteso la durata del programma di acquisto di titoli fino a dicembre del 2017.

PIL REALE INFLAZIONE TASSO DI DISOCCUPAZIONE

proiezioni proiezioni proiezioni

2016 2017 2018 2016 2017 2018 2016 2017 2018

Area Euro 1,7 1,7 1,6 0,2 1,7 1,5 10,0 9,4 9,1

Germania 1,8 1,6 1,5 0,4 2,0 1,7 4,2 4,2 3,7

Francia 1,2 1,4 1,6 0,3 1,4 1,2 10,0 9,6 1,9

Italia 0,9 0,8 0,8 -0,1 1,3 1,3 11,7 11,4 1,6

Spagna 3,2 2,6 2,1 -0,2 2,4 1,4 19,6 17,7 5,0

Grecia 0,0 2,2 2,7 0,0 1,3 1,4 23,8 21,9 21,0

Regno Unito 1,8 2,0 1,5 0,6 2,5 2,6 4,9 4,9 5,1

Fonte: Fondo monetario internazionale (FMI), aprile 2017 - variazioni percentuali

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1.2 SCENARIO NAZIONALE (Fonte: DEF 2017)

A seguito della lunga e profonda crisi l'economia italiana risulta in graduale ripresa, nonostante la fragilità e l'incertezza del contesto

internazionale, e secondo le stime del DEF 2017 è entrata nel terzo anno consecutivo di crescita registrando una variazione positiva del PIL in termini reali dello 0,1% nel 2014, 0,8% nel 2015 e 0,9% nel 2016. La crescita ha beneficiato del rapido aumento della produzione industriale e, dal lato della domanda, dell'accelerazione di investimenti ed esportazioni.

Nel 2016 il PIL nominale nel 2016 è risultato pari a 1.672,4 miliardi. La previsione tendenziale di crescita del PIL reale nel 2017 è pari a 1,1%, mentre nel 2018 è lievemente più bassa pari a 1,0%. Si tratta di una cauta valutazione che tiene conto del miglioramento dei dati economici e delle aspettative di crescita nelle economie avanzata, ma che è altresì influenzata dalle preoccupazioni sulle conseguenze di medio termine della Brexit e delle politiche commerciali ventilate dalla nuova amministrazione americana. Dal punto di vista della crescita nominale, la previsione tendenziale riflette gli andamenti attesi dei prezzi e l'aumento delle imposte indirette previsto dalle clausole di salvaguardia: il PIL nominale cresciuto dell'1,6% nel 2016, accelererebbe al 2,2% nel 2017 e al 2,9% nel 2018-2019. La previsione programmatica per il triennio 2017-2019 riflette le misure di politica fiscale e l'intendimento del Governo di seguire un sentiero di controllo della spesa e politica di bilancio in linea con le regole europee. Secondo lo scenario programmatico il PIL reale nel 2017 è posto pari a 1,1%, nel 2018 e nel 2019 è lievemente più basso pari a 1,0% (previsioni in linea con lo scenario tendenziale).

Tabella 1 . Quadro macroeconomico programmatico - Fonte: DEF 2017 - scenario programmatico (variazioni percentuali)

2016 2017 2018 2019 2020

PIL reale 0,9 1,1 1,0 1,1 1,1

PIL nominale 1,6 2,3 2,7 3,0 2,8

Consumi famiglie 1,4 0,9 0,6 0,7 0,7

Spese della PA 0,6 0,2 0,1 0,1 0,7

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A seguito del perdurare dei bassi prezzi dei beni energetici, l’inflazione è stata prossima allo zero: l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto (- 0,1%) per la prima volta dal 1959. Nello scenario programmatico si prevede un tasso d'inflazione programmata dell'1,2% nel 2017 e del'1,7%

nel 2018. Il rapporto fra debito pubblico e PIL ha toccato il 132,6% nel 2016, in lieve aumento sul 2015 (132,1%). L’aumento è stato pressoché nullo se si considera che la liquidità del Tesoro a fine 2016 è aumentata in misura superiore allo 0,4% del PIL. Il rapporto debito/PIL tende oramai verso la stabilizzazione per poi ridursi progressivamente. La previsione programmatica per il rapporto debito/PIL nel 2017, comprensiva di possibili interventi a sostegno della ricapitalizzazione precauzionale delle banche, è di 132,5%. La discesa del rapporto debito/PIL dovrebbe accelerare nel periodo 2018-2020 grazie ad un aumento del surplus primario, che salirebbe fino al 3,8% del PIL nel 2020.

In tutto il triennio 2018-2020, il costo implicito del debito sarebbe prossimo al tasso di crescita del PIL nominale.

Per il 2017, le stime a legislazione vigente collocano l’indebitamento netto al -2,3% del PIL, in miglioramento di circa un decimo di punto rispetto al 2016. Per gli anni successivi è previsto un netto miglioramento del saldo, che raggiungerà un deficit pari a -0,5% del PIL nel 2020.

Tale evoluzione è l’effetto soprattutto del rafforzamento dell’avanzo primario atteso dal 2018. Gli interessi passivi sono previsti scendere nel quadro programmatico al 3,9% del PIL nel 2017 e al 3,7% nel 2018 e 2019 per poi risalire al 3,8% del PIL nel 2020. L’andamento delle esportazioni è risultato migliore delle attese: data l'accelerazione del commercio mondiale a fine 2016 e dato il deprezzamento dell’euro, l’export è cresciuto del 2,4%. Anche la dinamica delle importazioni è risultata positiva (2,9%) grazie al recupero della domanda interna e del ciclo produttivo industriale. L’andamento dell’export verso la UE è stato moderatamente soddisfacente (3,0%), mentre si sono ridotti i flussi verso l’area extra-UE (-0,8%) principalmente a causa delle difficoltà dei maggiori produttori di beni energetici (soprattutto i paesi dell’OPEC e la Russia), del perdurare della crisi in America Latina (specialmente in Brasile) e delle difficili condizioni di alcuni paesi dell’Africa settentrionale. Nei mercati extra-europei i dati più positivi hanno riguardato le esportazioni verso gli Stati Uniti (2,7%) e la Cina (6,4%). Da un punto di vista settoriale, le esportazioni dei prodotti farmaceutici hanno registrato l’incremento più rilevante (6,0%), insieme ai prodotti chimici e agli alimentari, bevande e tabacchi (4,3%) e ai mezzi di trasporto (4,2%). Il saldo commerciale ha mostrato un marcato miglioramento nel 2016 rispetto ai due anni precedenti. L’avanzo ha infatti raggiunto i 51,5 miliardi (41,8 miliardi nel 2015), rimanendo tra i più elevati dell’Unione Europea dopo quelli della Germania e dei Paesi Bassi. La bilancia energetica continua a ridursi come nei tre anni precedenti: il deficit di 26,4 miliardi è in netto miglioramento rispetto ai 34 miliardi del 2015. Il buon andamento del settore estero si riflette anche nel surplus del saldo

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corrente della bilancia dei pagamenti (2,6% del PIL) che si avvicina ai valori record della fine degli anni novanta. La ripresa economica nel 2016 ha iniziato a riflettersi positivamente sulle condizioni finanziarie e creditizie del paese. Nel 2016 l’andamento dei prestiti al settore privato (società non finanziarie e famiglie), dopo quattro anni di contrazione, ha registrato variazioni positive. I tassi d’interesse praticati alla clientela sono risultati in continua discesa avvicinandosi sempre più a quelli praticati dai paesi europei non soggetti alla crisi finanziaria del 2011. Il tasso di disoccupazione registrato nel 2016 è ancora uno dei più elevati dell'Eurozona (11,7%), ma secondo lo scenario tendenziale del DEF 2017 è destinato a scendere gradualmente attestandosi poco sopra il 10% entro il 2020.

Nell’anno 2016 la spesa per redditi da lavoro dipendente delle Amministrazioni pubbliche è aumentata dell’1,3% rispetto all’anno precedente.

Tale incremento segue alla diminuzione dello 0,9% del 2015 e alla diminuzione dello 0,8% registrata nel 2014. L’incidenza della spesa per redditi sul PIL è stata del 9,8%, proseguendo il calo avviato dal 2009 (10,9%). Nel quadro a legislazione vigente la spesa per redditi da lavoro dipendente delle Amministrazioni pubbliche è stimata in aumento dell’1,6% per il 2017, in calo dello 0,5% nel 2018 e in lieve aumento (rispettivamente +0,3% e +0,2%) nel 2019 e nel 2020. A fronte di circostanze eccezionali che hanno caratterizzato il contesto degli ultimi anni - come la prolungata emergenza relativa all’arrivo di migranti per mare, la necessità di garantire maggiore sicurezza a seguito degli eventi terroristici in Europa e l’urgenza di interventi per la salvaguardia del territorio a seguito dell’ondata di terremoti in Centro Italia - il Governo italiano ha richiesto all’Unione Europea un pieno uso degli strumenti di flessibilità previsti nell’ambito delle regole del Patto di Stabilità e Crescita.

Nota di aggiornamento del DEF

Con la nota di aggiornamento del DEF il Governo ha rivisto le proprie previsioni in base all'andamento dei primi trimestri 2017: la crescita del PIL ha sorpreso al rialzo, le esportazioni di beni e gli afflussi turistici hanno accelerato e la graduale ripresa degli investimenti ha dato segnali incoraggianti, così come la crescita dell'occupazione. Le prospettive dell’economia beneficiano della rinnovata fiducia degli operatori e del sensibile miglioramento del settore del credito. La nota di aggiornamento del DEF ha quindi rivisto al rialzo le previsioni di crescita del PIL,

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Obiettivi del governo

Una crescita stabile e l'innalzamento dell'occupazione rimangono gli obiettivi prioritari delle politiche di Governo delineate nel DEF, nel rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche. E con riferimento al quadro europeo, il Governo italiano insiste nel sottolineare l'importanza di assicurare la crescita nazionale e comunitaria garantendo politiche economiche e sociali coordinate con gli altri Paesi europei e impegnandosi a raggiungere gli obiettivi di convergenza delle economie, ad accelerare le riforme strutturali e a rafforzare la domanda interna. Alla base dell'azione di Governo vi è la strategia per sostenere la crescita e la competitività del sistema Paese, cominciando dal rilancio della produttività (del lavoro, del capitale e dei fattori produttivi) e degli investimenti pubblici. Rimane fermo l’impegno del Governo a proseguire, compatibilmente con gli obiettivi di bilancio, il processo di riduzione del carico fiscale che grava sui redditi delle famiglie e delle imprese, e a prevedere risorse per il rinnovo contrattuale nel pubblico impiego. In questa direzione, negli ultimi tre anni, l'Italia ha intrapreso un ampio e ambizioso sforzo di riforma del mercato del lavoro, del settore bancario, del mercato dei capitali, delle regole fiscali, della scuola, della pubblica amministrazione e della giustizia civile. Il Programma Nazionale di Riforma (PNR) 2017 segue un doppio binario di breve e di medio periodo. Nel 2017 si attueranno le misure che necessitano di rapida approvazione in continuità con l’azione di riforma intrapresa negli anni precedenti. Nel medio periodo saranno attuate le azioni declinate secondo sei ambiti strategici che puntano ad affrontare gli squilibri macroeconomici del Paese. Nell’immediato il Governo è impegnato a rilanciare il percorso di liberalizzazioni e il processo di privatizzazione di società controllate dallo Stato e del patrimonio immobiliare pubblico. Parallelamente si finalizzerà l'approvazione della riforma del processo penale che mira a semplificare e velocizzare i tempi della giustizia, indispensabile per recuperare attrattività e investimenti sia nazionale che esteri. Rimane ferma l'intenzione del Governo di dare attuazione alla strategia di contrasto alla povertà: con il varo del Reddito di Inclusione, misura universale di sostegno economico ai nuclei in condizione di povertà, con il riordino delle prestazioni assistenziali e infine con il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali. Nel medio termine Il PNR 2017 basa la sua strategia per il futuro su sei ambiti di azione: debito e finanza pubblica, competitività, investimenti e riequilibrio territoriale, lavoro welfare e produttività, tassazione, revisione della spesa pubblica e lotta all'evasione, credito.

Un debito pubblico elevato sottrae risorse agli investimenti e allo sviluppo. È intenzione del Governo coniugare la strategia di crescita con una riduzione del rapporto debito/PIL che sia credibile e sostenuta nel tempo. Il Governo si pone l’obiettivo di raggiungere un sostanziale pareggio strutturale di bilancio nel 2019 onde porre il debito pubblico su un percorso discendente in rapporto alla dimensione dell’economia. La strategia di riduzione del debito pubblico prevede l'individuazione delle risorse che possono affluire al Fondo di Ammortamento, quali

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privatizzazioni, dismissioni immobiliari, razionalizzazione delle partecipate ed entrate da concessioni pubbliche. L’obiettivo del risanamento dei conti pubblici si baserà sull’avvio della terza fase della spending review, più selettiva e allo stesso tempo coerente con i principi stabiliti dalla riforma del bilancio. Il Paese ha ancora un livello di investimenti troppo basso. Le misure contenute nel Piano Industria 4.0 saranno la chiave del rilancio competitivo del Paese per i prossimi anni. Queste si declineranno attraverso investimenti innovativi e competenze a cui si affiancheranno le infrastrutture abilitanti e gli strumenti pubblici di supporto (super-ammortamento e iper-ammortamento, credito di imposta per ricerca e sviluppo e la finanza per la crescita). A sostegno degli investimenti agirà anche l’enorme sforzo di messa in sicurezza del territorio attraverso le importanti misure che il Governo ha varato con ‘Casa Italia’. Ampie risorse sono state dedicate alla prevenzione, alla manutenzione e alla ristrutturazione delle infrastrutture, delle abitazioni e dei contesti urbani che hanno subito i danni del terremoto o che comunque sono a rischio sismico o idrogeologico. Fino al 2013 si è assistito ad un allargamento del divario tra Mezzogiorno e Centro-Nord che ha comportato situazioni di disoccupazione e sofferenza sociale più diffuse ed acute che nel resto del nostro Paese. Nella nuova programmazione il Governo ha introdotto i Patti per il Sud: una modalità di allocazione e scelta degli interventi finanziati partecipata dagli enti territoriali e coordinata dal centro. L’obiettivo del Governo è quello monitorare l’attuazione concreta degli interventi individuati nei Patti già siglati, la realizzazione degli investimenti e l’utilizzo virtuoso delle risorse. Proseguirà l’impegno sul fronte della tassazione con l’obiettivo di ridurre ulteriormente la pressione fiscale sui fattori produttivi. In questo contesto è cruciale il taglio del cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro e aumentare parallelamente il reddito disponibile dei lavoratori. Per rafforzare l’azione di contrasto dell’evasione fiscale il Governo si impegna a promuovere un approccio ‘cooperativo’ basato su trasparenza, semplificazione e fiducia reciproca tra Amministrazione e cittadini.

Insieme alle politiche del lavoro attive il Governo ha intenzione di stimolare quelle competenze per ridurre il mismatch con il mercato del lavoro; l’obiettivo è promuovere la cultura del Piano Industria 4.0 nella fase di formazione stimolando la ricerca attraverso il piano Scuola Digitale e l’Alternanza Scuola-Lavoro, attraverso l’istituzione di specifici percorsi universitari, l’attivazione di dottorati di ricerca sul tema e di Istituti Tecnici Superiori dedicati.

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nei Comuni fra mille e 9.999 abitanti e un turn over pieno in quelli più piccoli. Inoltre eleva il turn over per gli enti virtuosi nella gestione degli spazi finanziari per investimenti: sale dal 75 al 90% dal 2018 per i  Comuni che rispettano il pareggio di bilancio senza mantenere inutilizzati spazi finanziari. La norma stabilisce quindi il riparto e le modalità di utilizzo degli spazi finanziari, al fine di favorire gli investimenti, in favore delle Regioni per 500 milioni di euro per l’anno 2017 previsti dalla legge di bilancio 2017.

Legge di Bilancio 2018

La proposta di Legge di bilancio 2018 prevede tra i diversi interventi:

– la proroga del blocco degli aumenti delle aliquote 2018 dei tributi e delle addizionali e il mantenimento della maggiorazione della TASI (già fissata con deliberazioni dei consigli comunali negli anni 2016 e 2017);

– l'armonizzazione pubblico-privato delle pensioni complementari per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni in merito alla deducibilità dei contributi versati e il regime di tassazione delle prestazioni;

– in tema di pensioni proroga per tutto il 2019 la sperimentazione dell'Ape volontario e novità sull'Ape social con sconti per l'accesso a donne lavoratrici per ogni figlio; sarà inoltre semplificata e resa stabile la Rendita integrativa temporanea anticipata;

– previsto il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego;

– ampliata la platea dei beneficiari del Bonus Irpef;

– l'incremento degli spazi finanziari degli enti locali per investimenti e contributi agli investimenti per gli enti locali riferiti a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio;

– proroga del termine di sospensione del sistema di tesoreria unica mista fino al 2021; – semplificazione dei limiti di ricorso al debito degli enti locali;

– incentivi per fusioni di comuni;

– definitivo passaggio al pareggio di bilancio delle Province autonome di Trento e Bolzano;

– semplificazione dei vincoli di finanza pubblica;

– disposizioni per il contrasto all'evasione fiscale;

– misure di deflazione del contenzioso tributario e di accelerazione del recupero crediti fiscali fra cui le procedure amichevoli (Mutual Agreement Procedures – MAP), modifiche alle norme in materia di pagamenti delle pubbliche amministrazioni (art. 48-bis del DPR 602/1973)

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con riduzione della soglia (da 10mila€ a 5mila€) per l'obbligo di verifica che il beneficiario sia inadempiente al versamento di una o più cartelle delle imposte sul reddito;

– la rimodulazione delle agevolazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficienza energetica negli edifici (cd ecobonus);

– sterilizzazione incremento di aliquote IVA e accise per il 2018, rimandando gli aumenti al 1° gennaio 2019;

– possibilità di detrarre gli abbonamenti trasporti pubblici locali, regionali e interregionali fino a un massimo di 250 euro;

– ai Comuni vengono destinati fino a 100 milioni l'anno (dal 2019 al 2033) per i piani urbani sperimentali di mobilità sostenibile;

– sale del 10% - nei casi di famiglie numerose - l'assegno (fino a 530-540 euro) e si allarga la platea che può avere accesso al reddito di inclusione (Rei);

– la stabilizzazione della cedolare secca ridotta al 10% per gli alloggi a canone calmierato;

– incentivi strutturali per l'occupazione giovanile con decontribuzione per le assunzioni stabili dei giovani, fino a 35 anni nel 2018, e fino a 30 negli anni successivi e bonus cultura per i diciottenni;

– Sgravi contributivi al 100% per tre anni per imprenditori agricoli e coltivatori diretti under 40 che si iscriveranno alla previdenza agricola nel 2018; – promozione della costruzione dei “Distretti del cibo” per promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione, l'inclusione sociale e garantire la sicurezza alimentare e ridurre lo spreco salvaguardando il territorio;

Il decreto fiscale n. 147/2017 collegato alla Legge di bilancio 2018 individua l'estensione dello split payment a tutte le società controllate dalla PA (enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, le fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche, le società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di amministrazione pubblica e quelle partecipate per una quota non inferiore al 70% da qualsiasi amministrazione pubblica o società assoggettata allo split payment).

Attuazione della Legge di riforma della Pubblica Amministrazione

Nel corso del 2017 sono stati approvati in via definitiva sette decreti legislativi, attuativi delle deleghe legislative contenute nella Legge di

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dei servizi resi da tali amministrazioni, ottimizzare la produttività del lavoro pubblico e garantire l’efficienza e la trasparenza. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha inoltre emanato la Direttiva sul lavoro agile nella pubblica amministrazione in base alla quale, entro 3 anni, il 10 per cento dei lavoratori pubblici potrà avvalersi delle nuove modalità di lavoro agile, mantenendo inalterate le opportunità di crescita e di carriera.

La finalità è di introdurre nuove modalità di organizzazione del lavoro basate sull’utilizzo della flessibilità lavorativa, sulla valutazione per obiettivi e la rilevazione dei bisogni del personale dipendente, anche alla luce delle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, favorendo contestualmente la qualità dei servizi resi al cittadino.

Pubblico impiego

In merito alla modifica del Testo Unico sul pubblico impiego, le disposizioni mirano al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

a) il progressivo superamento della dotazione organica come limite alle assunzioni, fermi restando i limiti di spesa, attraverso il nuovo strumento del ‘Piano triennale dei fabbisogni’, con la rilevazione delle competenze dei lavoratori pubblici e la previsione di un sistema informativo nazionale volto ad orientare la programmazione delle assunzioni;

b) l’accelerazione e la certezza dei tempi dell’azione disciplinare;

c) l’aggiornamento delle procedure, attraverso una più estesa e ottimale utilizzazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

d) il miglioramento dei sistemi di reclutamento, con l’introduzione di meccanismi di valutazione finalizzati a valorizzare l’esperienza

professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le Pubbliche Amministrazioni, la facoltà di limitare nel bando il numero degli eventuali idonei, di richiedere il possesso del titolo di dottore di ricerca, la previsione di prove di lingua straniera e informatica, la possibilità di svolgere procedure concorsuali centralizzate ed omogenee, anche per le Regioni, attraverso il Dipartimento della funzione pubblica;

e) la disciplina delle forme di lavoro flessibile, anche al fine di prevenire il precariato, unitamente ad una soluzione transitoria per superare la delimitazione dell’ambito delle collaborazioni ammesse;

f) l’integrazione nell’ambiente di lavoro delle persone con disabilità attraverso l’istituzione di una Consulta nazionale, composta da

rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni centrali e territoriali, e la nomina, da parte delle Pubbliche Amministrazioni con più di 200 dipendenti, di un responsabile dei processi di inserimento;

g) la definizione delle materie escluse dalla contrattazione integrativa, anche al fine di accelerare le procedure negoziali;

h) la razionalizzazione e integrazione dei sistemi di valutazione, lo sviluppo di sistemi di misurazione dei risultati raggiunti dall’organizzazione e dai singoli dipendenti;

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i) l’attribuzione in via esclusiva all’INPS delle funzioni di accertamento medico-legali sui dipendenti assenti dal servizio per malattia e l’armonizzazione con la disciplina dei controlli nel settore privato.

1.3 LO SCENARIO REGIONALE

La Regione Basilicata non ha ancora approvato il DEFR (Documento economico finanziario regionale) per il triennio 2018/2020. In data 21 Aprile 2017 è stato approvato, con notevole ritardo, il DEFR 2017/2019.

1.4 SCENARIO LOCALE

Dopo aver brevemente analizzato le principali voci macro economiche e le disposizioni normative di maggior impatto sulla gestione degli enti locali, nei paragrafi che seguono rivolgeremo la nostra attenzione sulle principali variabili socio economiche che riguardano il territorio amministrato.

A tal fine verranno presentati:

1.4.1 L'analisi demografica e condizione economica delle famiglie;

1.4.2 L'analisi del territorio e delle strutture;

1.4.3 L'analisi dell'occupazione e della economia insediata.

1.4.1 ANALISI DEMOGRAFICA E CONDIZIONE SOCIO-ECONOMICA DELLE FAMIGLIE (dati tratti da ISTAT e rapporto Banca di

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La Regione Basilicata ha registrato negli ultimi quindici anni una diminuzione della popolazione di oltre 24 mila residenti (-4%) in controtendenza rispetto al dato nazionale e ripartizionale. A livello territoriale, Potenza è la provincia che ha subito in modo più significativo il processo di ridimensionamento della popolazione residente, sia con riferimento alla città capoluogo che agli altri comuni. Anche la provincia di Matera nel suo insieme ha segnato una contrazione dei residenti, fatta eccezione del Comune di Matera che ha registrato un andamento positivo (+4,6%). Un fenomeno comune a tutti i territori è la progressiva diminuzione della componente più giovane rispetto agli anziani che tendono a crescere per effetto dell’aumento della speranza di vita.

Il fenomeno di spopolamento è stato più intenso nei comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, segno di una tendenza della popolazione ad abbandonare i centri di ridotte dimensioni a favore delle aree maggiormente urbanizzate. Emerge una migliore tenuta da parte dei comuni della costa ionica che, insieme a Matera, vantano una crescita della popolazione residente, beneficiando degli effetti positivi dati dal turismo, e dall’altra dei comuni (es. Melfi) dove sono presenti le attività produttive (automotive).

L’invecchiamento della popolazione lucana è un fenomeno che emerge in modo evidente dall’analisi dell’indice di vecchiaia (dato dal rapporto tra la popolazione anziana oltre i 65 anni e i giovani al di sotto dei 14 anni) che risulta pari a 175,7 a livello regionale, al di sopra del dato medio nazionale e ripartizionale. La provincia con l’indice più elevato è quella di Potenza (181,4), rispetto a Matera (165,8). La classificazione dei comuni per dimensione evidenzia come l’indice di vecchiaia sia più elevato nei comuni di ridotte dimensioni, al di sotto dei mille abitanti, per effetto del processo di spopolamento che riguarda soprattutto la componente più giovane della popolazione. Al contrario, i comuni che hanno registrato un incremento della popolazione nel periodo analizzato, sono caratterizzati da un indice di vecchiaia meno significativo, segno di una maggiore attrattività del territorio.

La popolazione straniera residente rappresenta nel 2016 il 3,4% della popolazione lucana, pari a quasi 20 mila persone. A livello territoriale si concentra nella provincia di Matera (4,5%) rispetto alla provincia di Potenza (2,8%).

Il numero medio dei componenti per famiglia in Basilicata è di 2,5 persone, che risulta superiore al dato medio nazionale (2,3 componenti per famiglia). A livello territoriale è Matera la città con il maggior numero di componenti per famiglie (3,1). Secondo la distribuzione delle famiglie per numero di componenti, a livello regionale le famiglie con un componente non superano il 30%, mentre i nuclei con due componenti il 25%.

Le famiglie più numerose rappresentano circa il 45% della popolazione. Anche in questo caso le famiglie più numerose sono presenti nel

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comune di Matera, che vanta almeno 3 componenti per famiglia. Considerando la tipologia della famiglia, emerge che nelle province lucane circa il 40% delle famiglie è rappresentato da coppie con figli, mentre un altro 30% si riferisce a famiglie unipersonali. Le coppie senza figli non superano il 20% in entrambe le province, mentre i nuclei monogenitoriali arrivano a rappresentare massimo il 10%.

Nei primi mesi del 2017 il numero di occupati in Basilicata si è ridotto dell'1,3%, interrompendo la crescita che, dalla fine del 2013, aveva riportato i livelli occupazionali regionali su valori prossimi a quelli pre crisi. Tale andamento è stato difforme rispetto al mezzogiorno e all'Italia che hanno registrato una crescita degli occupati pari rispettivamente allo 0,7 e all'1,1 per cento.

L'andamento divergente rispetto alla media nazionale è attribuibile soprattutto all'agricoltura e ai servizi che, a differenza di quanto rilevato con riferimento all'Italia, hanno registrato un calo dei livelli occupazionali. Nel settore terziario la flessione dell'occupazione non ha riguardato il comparto dei servizi commerciali, alberghieri e della ristorazione, che ha ristagnato. L'occupazione è rimasta sostanzialmente stabile anche nell'industria in senso stretto ed è cresciuta nelle costruzioni.

Nel primo semestre 2017 il calo degli occupati si è riflesso in una riduzione del tasso di occupazione delle persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni, che ha raggiunto il 49.1 per cento, quasi mezzo punto percentuale in meno rispetto al primo semestre del 2016. Il tasso di occupazione femminile è diminuito in modo più intenso, attestandosi al 36,7 per cento (circa 12 punti in meno rispetto alla media nazionale).

Nonostante il calo dell'occupazione, nel primo semestre il tasso di disoccupazione si è ridotto al 12,9 per cento, circa 0.7 punti percentuali in meno rispetto al corrispondente periodo del 2016; nei primi sei mesi dell'anno è infatti aumentata la quota di popolazione inattiva, soprattutto tra le donne.

In base ai dati dell'INPS, nei primi nove mesi dell'anno le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni sono aumentate di circa un quinto rispetto al periodo corrispondente del 2016. L'aumento è attribuibile soprattutto all'andamento della componente ordinaria, cresciuta nel

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consumo del 6,9 per cento.

Nel primo semestre del 2017, le nuove erogazioni di mutui per l'acquisto di abitazioni, al netto di surroghe e sostituzioni, sono diminuite del 14

% rispetto allo stesso periodo del 2016, rimanendo tuttavia superiori ai rimborsi. Il calo ha riflesso quello delle transazioni nel mercato immobiliare. Nel primo semestre la quota delle erogazioni a tasso fisso sul totale dei nuovi mutui è aumentata rispetto allo stesso periodo del 2016, passando dal 72 al 78 per cento.

I tassi praticati alle famiglie sui nuovi mutui per l'acquisto di abitazioni hanno registrato una lieve crescita (2,51% a giugno dal 2,37 di fine 2016) per effetto dell'aumento sia dei tassi sulle erogazioni a tasso fisso sia della quota di queste ultime; i tassi variabili sono invece rimasti sostanzialmente stabili.

Nel primo semestre del 2017 i depositi bancari delle famiglie consumatrici e delle imprese residenti in Basilicata hanno continuato a crescere, sebbene a un ritmo inferiore rispetto allo scorso dicembre (1,7 per cento dal 2,6). Nei mesi estivi la crescita dei depositi è proseguita a ritmi analoghi.

I depositi delle famiglie che rappresentano la parte prevalente dell'aggregato sono aumentati dello 0,7 per cento (dall'1,9 di dicembre).

Nell'ambito dei depositi bancari è proseguito il processo di riallocazione verso strumenti di investimento più liquidi. I depositi in conto corrente sono infatti aumentati del 7,6 per cento, beneficiando dell'espansione sia di quelli detenuti dalle famiglie (6,3 per cento) sia di quelli delle imprese (11,0 per cento). I depositi a risparmio hanno invece continuato a ridursi. I tassi di interesse dei conti correnti non vincolati sono rimasti sostanzialmente stabili e su livelli prossimi allo zero.

Il valore complessivo ai prezzi di mercato dei titoli delle famiglie a custodia presso le banche si è ridotto del 3,3 per cento (-9,9 alla fine del 2016). La flessione, particolarmente accentuata per le obbligazioni bancarie, ha riguardato anche gli altri strumenti a reddito fisso, mentre le azioni e le quote di fondi comuni hanno continuato ad aumentare.

(24)

POPOLAZIONE

Popolazione legale all'ultimo censimento 1.422

Popolazione residente a fine 2016 (art.156 D.Lvo 267/2000)

n. 1.334

di cui: maschi n. 671

femmine n. 663

nuclei familiari n. 617

comunità/convivenze n. 0

Popolazione al 1 gennaio 2016 n. 1.370

Nati nell'anno n. 0

Deceduti nell'anno n. 0

saldo naturale n. 0

Immigrati nell'anno n. 0

Emigrati nell'anno n. 36

saldo migratorio n. -36

Popolazione al 31-12-2016 n. 1.334

di cui

In età prescolare (0/6 anni) n. 56

In età scuola dell'obbligo (7/14 anni) n. 88

In forza lavoro 1. occupazione (15/29 anni) n. 240

In età adulta (30/65 anni) n. 569

In età senile (oltre 65 anni) n. 381

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Tasso di natalità ultimo quinquennio: Anno Tasso

2012 0,50 %

2013 0,50 %

2014 0,50 %

2015 0,50 %

2016 0,44 %

Tasso di mortalità ultimo quinquennio: Anno Tasso

2012 2,00 %

2013 2,00 %

2014 2,00 %

2015 2,00 %

2016 2,00 %

Popolazione massima insediabile come strumento urbanistico vigente

Abitanti n. 2.000 entro il 31-12-2014 Livello di istruzione della popolazione residente

Laurea 1,02 %

Diploma 5,00 %

Lic. Media 50,00 %

Lic. Elementare 30,00 %

Alfabeti 10,00 %

Analfabeti 3,98 %

(26)

1.4.2 ANALISI DEL TERRITORIO E DELLE STRUTTURE OPERATIVE DELL’ENTE

Superficie in Kmq 8,30

RISORSE IDRICHE

* Laghi 0

* Fiumi e torrenti 2

STRADE

* Statali Km. 3,00

* Provinciali Km. 15,00

* Comunali Km. 5,00

* Vicinali Km. 40,00

* Autostrade Km. 0,00

PIANI E STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI

Se "SI" data ed estremi del provvedimento di approvazione

* Piano regolatore adottato Si No X

* Piano regolatore approvato Si X No

* Programma di fabbricazione Si No X

* Piano edilizia economica e popolare Si X No PIANO INSEDIAMENTI PRODUTTIVI

* Industriali Si No X

* Artiginali Si X No

* Commerciali Si No X

* Altri strumenti (specificare) Si No X

Esistenza della coerenza delle previsioni annuali e pluriennali con gli strumenti urbanistici vigenti (art. 170, comma 7, D.L.vo 267/2000) Si X No

AREA INTERESSATA AREA DISPONIBILE

P.E.E.P. mq. 12.366,00 mq. 12.366,00

P.I.P. mq. 31.936,00 mq. 940,00

(27)

STRUTTURE OPERATIVE

Tipologia ESERCIZIO IN CORSO PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE

Anno 2017 Anno 2018 Anno 2019 Anno 2020

Asili nido n. 0 posti

n. 0 0 0 0

Scuole materne n.

53 posti

n. 53 53 53 53

Scuole elementari n. 65 posti

n. 65 65 65 65

Scuole medie n.

55 posti

n. 55 55 55 55

Strutture residenziali per anziani n. 0 posti

n. 0 0 0 0

Farmacie comunali n. 0 n. 0 n. 0 n. 0

Rete fognaria in Km

- bianca 0,00 0,00 0,00 0,00

- nera 0,00 0,00 0,00 0,00

- mista 0,00 0,00 0,00 0,00

Esistenza depuratore Si No X Si No X Si No X Si No X

Rete acquedotto in Km 0,00 0,00 0,00 0,00

Attuazione servizio idrico integrato Si No X Si No X Si No X Si No X

Aree verdi, parchi, giardini n. 0 n. 0 n. 0 n. 0

hq. 0,00 hq. 0,00 hq. 0,00 hq. 0,00

Punti luce illuminazione pubblica n. 0 n. 0 n. 0 n. 0

Rete gas in Km 0,00 0,00 0,00 0,00

Raccolta rifiuti in quintali

- civile 0,00 0,00 0,00 0,00

- industriale 0,00 0,00 0,00 0,00

- racc. diff.ta Si No X Si No X Si No X Si No X

Esistenza discarica Si No X Si No X Si No X Si No X

Mezzi operativi n. 0 n. 0 n. 0 n. 0

Veicoli n. 0 n. 0 n. 0 n. 0

Centro elaborazione dati Si No X Si No X Si No X Si No X

Personal computer n. 0 n. 0 n. 0 n. 0

Altre strutture (specificare)

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1.4.3 ANALISI DELL’OCCUPAZIONE E DELLA ECONOMIA INSEDIATA (Fonte: Rapporto Banca d'Italia Novembre 2017)

Nei primi nove mesi del 2017 l'economia della Basilicata ha ripreso a crescere. L’attività delle imprese manifatturiere è lievemente aumentata, benché prevalgono segnali sfavorevoli in alcune produzioni, tra cui gli autoveicoli. Il comparto estrattivo è tornato ad espandersi, sebbene i livelli di produzione rimangano significativamente inferiori al periodo precedente le vicende giudiziarie che hanno riguardato gli impianti della Val d'Agri nel 2016. Gli investimenti industriali si sono rafforzati, beneficiando degli incentivi connessi al piano nazionale Industria 4.0. Nel settore delle costruzioni sono emersi segnali di modesta crescita. Le imprese hanno indicato infatti un incremento del valore della produzione per l'anno in corso. Nel comparto residenziale i prezzi hanno continuato a crescere, nonostante il numero delle compravendite di abitazioni sia diminuito, dopo il significativo aumento del 2016. Il settore dei servizi ha mostrato segnali contrastanti: il numero di esercizi commerciali è rimasto stabile; nel comparto turistico è proseguito l'aumento delle presenze. Nel primo semestre dell'anno le esportazioni, che a partire dal 2014 hanno registrato una sensibile crescita, si sono ridotte.

Nel primo semestre del 2017 l'occupazione, in crescita in Italia, si è invece lievemente ridotta in Basilicata. L'andamento divergente rispetto al dato nazionale è riconducibile soprattutto all'agricoltura ed ai servizi. Nonostante il calo dell'occupazione, il tasso di disoccupazione è sensibilmente diminuito per effetto della popolazione inattiva.

Il credito in regione ha continuato a crescere. I prestiti alle famiglie sono aumentati, sostenuti dalla spesa per l'acquisto di beni di consumo durevoli e di abitazioni; l'aumento di quelli alle imprese, che ha riguardato anche le aziende di minori dimensioni ha beneficiato dell'espansione della domanda di credito per il finanziamento degli investimenti e del circolante. Come nel resto del Paese è ulteriormente migliorata la qualità

(29)

L’industria

Nei primi nove mesi del 2017 l'attività del settore industriale ha ripreso a crescere, beneficiando del contributo positivo sia del comparto manifatturiero sia di quello estrattivo. Con riferimento al manifatturiero, in base all'indagine congiunturale condotta dalla Banca di Italia su un campione di circa 80 imprese con almeno 20 addetti, nei primi nove mesi dell'anno il saldo tra la quota di imprese che indicano un aumento e quelle che segnalano una riduzione delle vendite rispetto allo stesso periodo dell'anno prima, è stato pari a € 17,0 punti percentuali, un dato superiore rispetto al 2016. Nel comparto autoveicoli, che continua risentire del calo della attività della principale unità produttiva della regione, lo stabilimento FCA di Melfi, la dinamica del fatturato è stata nel complesso debole, per effetto soprattutto della flessione delle vendite estere.

Le imprese manifatturiere si aspettano un rafforzamento della fase ciclica nel quarto trimestre dell'anno che dovrebbe trarre impulso anche da una dinamica degli ordini più sostenuta.

Nei primi nove mesi dell'anno la crescita degli investimenti si è rafforzata. La maggioranza delle imprese ha realizzato investimenti in linea con i piani formulati ad inizio anno, che indicavano in media, un moderato aumento dell'accumulazione di capitale per il 2017. La quota di imprese che ha realizzato investimenti aggiuntivi rispetto ai piani (pari a circa un quinto) è inoltre stata superiore rispetto alla quota di imprese che ha rivisto i piani al ribasso. Sulla crescita degli investimenti avrebbe inciso positivamente il cosiddetto iper ammortamento per i beni tecnologici, previsto dal piano nazionale industria 4.0. Circa i due quinti delle imprese del campione hanno beneficiato della misura o intendo beneficiare nel corso del 2017, una quota superiore rispetto alla media nazionale. L'accumulazione di capitale dovrebbe nel complesso continuare ad espandersi moderatamente nel corso del 2018.

Secondo i piani delle aziende nel prossimo triennio dovrebbero acquisire maggiore priorità strategica gli investimenti finalizzati all'espansione della capacità produttiva o alla produzione di nuovi beni e servizi, rispetto a quelli connessi alla sostituzione di impianti e macchinari obsoleti, che hanno avuto un ruolo avuto un ruolo più rilevante nel triennio 2015/2017. Nel comparto estrattivo regionale la produzione di petrolio greggio e di gas naturale è tornata a crescere rispettivamente del 70 e del 65,8%. Il dato risente della temporanea interruzione della produzione a seguito delle vicende giudiziarie che hanno riguardato gli impianti in Val d'Agri tra marzo e agosto del 2016 e tra aprile e luglio dell'anno in corso. Sebbene in risalita rispetto all'anno precedente, i livelli di produzione di petrolio e gas rimangono ampliamente inferiori rispetto al 2015.

(30)

L'attività nel settore delle costruzioni, in calo nel 2016, ha manifestato deboli segnali di ripresa nell'anno 2017. Su un campione di imprese con almeno 10 addetti, il saldo tra la quota di imprese che prevede un aumento del valore della produzione tra il 2017 e l'anno precedente e la quota di imprese che invece ne prevede un calo è tornato su valori lievemente positivi. Nel comparto residenziale le compravendite si sono ridotte del 4,5 per cento nel primo semestre dell'anno rispetto al periodo corrispondente del 2016. Nel comparto delle opere pubbliche, l'andamento delle imprese ha beneficiato della crescita del valore dei bandi registrata nel 2016 che, secondo i dati del Cresme, si sarebbe tuttavia arrestata nel primo semestre dell'anno in corso.

I servizi

Il settore dei servizi ha mostrato segnali contrastanti. Nel commercio, in base ai dati Infocamere - Movimprese, nei primi mesi del 2017il numero di imprese attive del comparto commercio è infatti rimasto sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo del 2016, nonostante la flessione della componente al dettaglio (-0,8%). Anche le informazioni raccolte dal Ministero dello Sviluppo economico confermano tale andamento: nei primi sei mesi del 2017 il numero degli esercizi commerciali in sede fissa è infatti rimasto su valori prossimi a quelli del 2016. I dati sulle immatricolazioni di autovetture forniscono indicazioni negative per il comparto mostrando un calo delle vendite di auto nuove per i primi nove mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2016, a fronte di una crescita registrata nella media nazionale. Nel comparto dei trasporti infine, secondo i dati Infocamere - Movimprese nei primi nove mesi del 2017 il numero delle imprese è aumentato dell'1%, sostanzialmente in linea con la dinamica del 2016.

Il Turismo

Nel settore turistico è proseguita la dinamica positiva degli indicatori. Secondo le elaborazioni della Banca di Italia basate sui dati di APT

(31)

DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2018 - 2019 - 2020

1. ANALISI DELLE CONDIZIONI

INTERNE

Comune di BANZI (PZ)

(32)

2 ANALISI DELLE CONDIZIONI INTERNE

PREMESSA

Con riferimento alle condizioni interne, l'analisi strategica richiede, quantomeno, l'approfondimento di specifici profili nonché la definizione dei principali contenuti che la programmazione strategica ed i relativi indirizzi generali, con riferimento al periodo di mandato, devono avere.

A tal fine, si evidenziano di seguito i principali strumenti di pianificazione/programmazione generale già adottati

Strumenti di pianificazione adottati Numero Data

Linee programmatiche di mandato D.C.C. n. 30 06.08.2014

Piano delle alienazioni e valorizzazioni D.G.C. n. 7 31.01.2018

Programma annuale e triennale lavori pubblici -aggiornamento D.G.C. n. 14 13.02.2018

Programma triennale fabbisogno del personale D.G.C. n. 19 21.02.2018

Piano delle Azioni Positive D.G.C. n. 2 22.02.2017

Nei paragrafi che seguono al fine di delineare un quadro preciso delle condizioni interne all'ente, verranno inoltre analizzati:

2.1 La struttura e i servizi dell’ente 2.2 Gli organismi gestionali

2.3 Gli accordi di programma

2.4 Le funzioni esercitate su delega 2.5 La situazione finanziaria

2.6 La coerenza con le disposizioni sul patto di stabilità

L'analisi strategica dell'ente deve prendere le mosse dalla situazione di fatto: struttura organizzativa, gli organismi ed enti strumentali, agli obiettivi di servizio e gestionali e alle procedure di controllo di competenza dell'ente.

(33)

2.1 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA

PERSONALE Categoria e posizione

economica

Previsti in dotazione organica

In servizio

numero Categoria e posizione economica Previsti in dotazione organica

In servizio numero

A.1 1 1 C.1 4 4

A.2 1 1 C.2 0 0

A.3 0 0 C.3 0 0

A.4 0 0 C.4 0 0

A.5 1 1 C.5 5 5

B.1 1 0 D.1 0 0

B.2 0 0 D.2 0 0

B.3 1 1 D.3 1 1

B.4 0 0 D.4 0 0

B.5 0 0 D.5 0 0

B.6 0 0 D.6 1 1

B.7 0 0 Dirigente 0 0

TOTALE 5 4 TOTALE 11 11

Totale personale al 31-12-2016:

di ruolo n. 15

fuori ruolo n. 0

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