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DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

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Academic year: 2022

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COMUNE DI COGOLETO

Città Metropolitana di Genova

DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

2020-2022

(D.Lgs. n. 118 del 23/06/2011 e

s.m.i.)

(2)

2 PREMESSA

Nell’ambito delle “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi”, introdotta dal decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e successive modifiche e integrazioni, il processo, gli strumenti ed i contenuti della programmazione sono illustrati nel principio applicato della programmazione, allegato 4/1 al citato decreto 118, come modificato in ultimo dal Decreto Mef 18/05/2018.

Giova evidenziare che, dalla lettura d’insieme del quadro normativo di riferimento degli enti locali, emerge con chiarezza la scelta di utilizzare la programmazione come metodo ordinario per lo svolgimento delle funzioni e dei compiti negli ambiti di competenza.

Il principio contabile sopra richiamato considera la programmazione come il risultato di più attività, che, sulla base delle risultanze dell’analisi e della valutazione dell’ambiente esterno ed interno, con l’organizzazione delle risorse, permette di progettare, in un certo arco temporale e in modo coordinato con gli altri strumenti di governo del territorio, le politiche da realizzare per soddisfare le esigenze di crescita sociale, di sviluppo economico e civile della comunità amministrata.

Il Documento Unico di Programmazione è lo strumento che permette l’attività di guida strategica ed operativa degli enti locali e consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative.

Esso costituisce, nel rispetto del principio del coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, il nuovo documento di pianificazione di medio periodo per mezzo del quale sono esplicitati indirizzi che orientano la gestione dell’Ente per un numero d’esercizi pari a quelli coperti dal bilancio pluriennale e il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione e dei documenti attuativi.

Il processo di programmazione, si svolge nel rispetto delle compatibilità economico-finanziarie e tenendo conto della possibile evoluzione della gestione dell’ente, richiede il coinvolgimento dei portatori di interesse nelle forme e secondo le modalità definite da ogni ente, si conclude con la formalizzazione delle decisioni politiche e gestionali che danno contenuto a programmi e piani futuri riferibili alle missioni dell’ente.

Attraverso l’attività di programmazione, le amministrazioni concorrono al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale, in coerenza con i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica emanati in attuazione degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione e ne condividono le conseguenti responsabilità.

Dati i bisogni della collettività amministrativa (famiglie, imprese, associazioni ed organismi non profit) e date le capacita disponibili in termini di risorse umane, strumentali e finanziarie, l’Amministrazione espone, in relazione ad un dato arco di tempo futuro, cosa intende conseguire (obiettivi) in che modo (azioni) e con quali risorse (mezzi).

Il DUP si qualifica come un “momento di scelta” in quanto, di fronte alla molteplicità delle classi di bisogno da soddisfare e data, contemporaneamente e per definizione, la scarsità delle risorse, spetta all’organo politico operare le necessarie selezioni e stabilire i correlativi vincoli affinché, negli anni a venire, si possano conseguire le finalità poste, impiegando in modo efficiente ed efficace i mezzi disponibili.

Il DUP si compone di due sezioni: la Sezione Strategica (SeS) e la Sezione Operativa (SeO). La prima ha un orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo, la seconda pari a quello del bilancio di previsione.

Il presente DUP si riferisce al triennio considerato nel bilancio di previsione finanziario 2021-2023. La normativa prevede inoltre che, entro il 31 luglio di ciascun anno, la Giunta presenti al Consiglio il Documento Unico di Programmazione (DUP) in relazione al triennio successivo (2021-2023), che sostituisce la relazione previsionale e programmatica. L’emergenza sanitaria COVID 19 ha rinviato la presentazione del DUP.

L’attuale situazione emergenziale si ripercuote significativamente sulle scelte e sugli obiettivi strategici ed operativi che l’Ente dovrà definire e sulle relative politiche di bilancio.

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3 INDICE

Sezione Strategica (SeS)

Linee programmatiche e obiettivi strategici 1. Analisi strategica delle condizioni esterne

a) Scenario economico internazionale e obiettivi di governo

b) Scenario economico regionale e obiettivi individuati dalla Regione c) Contesto socio-economico e analisi del territorio

d) Parametri economici dell’Ente 2. Analisi strategica delle condizioni interne

a) Servizi pubblici

b) Indirizzi generali di natura strategica relativi alle risorse e agli impieghi c) Gestione delle risorse umane

d) Coerenza e compatibilità con i vincoli di finanza pubblica 3. Modalità di rendicontazione

4. Stato di attuazione degli obiettivi e dei programmi strategici (art. 147 ter TUEL 267/2000) Sezione Operativa (SeO)

Parte I

1. Descrizione dei programmi e obiettivi operativi 2. Indirizzi agli organismi partecipati

3. Valutazione dei mezzi finanziari e delle fonti di finanziamento 4. Fabbisogni di risorse finanziarie

5. Obiettivi di equilibri di bilancio.

Parte II

1. Programmazione dei lavori pubblici

2. Programmazione del fabbisogno di personale 3. Piano delle alienazioni e valorizzazioni patrimoniali 4. Programmazione degli acquisti di beni e servizi 5. Gli acquisti superiori a € 1.000.000

6. La programmazione degli acquisti di beni e servizi informatici effettuata da Agid 7. Piano triennale di contenimento delle spese

8. Programma annuale degli incarichi

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4

SEZIONE STRATEGICA

(SeS)

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5 La Sezione Strategica sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato di cui all’art. 46 comma 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e s.m.i. e individua, di norma, in coerenza con il quadro normativo di riferimento, gli indirizzi strategici dell’ente con un orizzonte temporale pari al mandato amministrativo, in coerenza con il quadro normativo di riferimento, nonché con le linee di indirizzo della programmazione regionale, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica.

In data 22/09/2020 si è insediata la nuova amministrazione a seguito di elezioni comunali, che presenta ai sensi di quanto disposto dallo Statuto Comunale il DUP insieme alle linee di mandato.

Nella sezione strategica vengono riportate le politiche di mandato che l’ente intende sviluppare, declinate in programmi, che costituiscono la base della successiva attività di programmazione di medio/breve termine che confluisce nel Piano triennale ed annuale della performance.

Nelle pagine successive è riportata la struttura del DUP dell’Ente contenete il collegamento tra opportunità, obiettivi strategici, missioni (Dl. 118/2011) e Direzioni/obiettivi operativi e all’interno degli obiettivi strategici vengono indicate le direttrici che l’Ente intende seguire, secondo uno schema :

Aree Strategiche

Obiettivi strategici

Missioni - Programmi

Direzioni e obiettivi operativi

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6

Le Linee Programmatiche

Le Linee programmatiche che attengono a vari ambiti di intervento dell’Ente, declinate nel documento

“LINEE PROGRAMMATICHE DI GOVERNO relative alle azioni e ai progetti da realizzare per il Comune di Cogoleto nel corso del quinquennio di Mandato Amministrativo 2020-2025” possono essere sintetizzate nelle seguenti aree strategiche:

1) EFFICIENZA E TRASPARENZA 2) TERRITORIO E AMBIENTE

3) POLITICHE A SOSTEGNO DELLE PERSONE 4) COMMERCIO E ATTIVITA’ PRODUTTIVE 5) SICUREZZA

6) AREE DISMESSE

Obiettivi Strategici

Le aree strategiche che caratterizzano il Programma di mandato, sono state declinate in obiettivi strategici che evidenziano maggiormente il percorso che l’Amministrazione intende compiere secondo direttrici puntuali e finalizzate a una nuova fase di trasformazione dell’Ente.

Nello schema allegato sub lett. A) sono evidenziati tali obiettivi.

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7 1.

Analisi strategica delle condizioni esterne

Tra gli elementi previsti dal principio applicato della programmazione a supporto dell’analisi del contesto in cui si colloca la pianificazione comunale, sono citate le condizioni esterne. Si ritiene pertanto opportuno rappresentare, seppur sinteticamente, lo scenario economico internazionale, italiano e regionale, al fine di capire con quali premesse ed in quali condizioni, il Comune si trova – e si troverà - ad operare.

A) Scenario economico internazionale e obiettivi individuati dal Governo LO SCENARIO ECONOMICO INTERNAZIONALE E NAZIONALE

L’impatto economico dell’emergenza sanitaria “Covid-19”

Gli effetti della crisi economica globale prodotta dalla pandemia del Covid-19 restano molto acuti.

L’impatto, che in prima battuta si manifesterà nel crollo del Prodotto Interno Lordo, ha in realtà effetti di più ampia portata, che riguardano i conti pubblici e i livelli di debito e disavanzo pubblico, il mercato del lavoro - con un calo di ore lavorate a livello mondiale nel primo semestre per oltre 430 milioni di posti a tempo pieno e forti ripercussioni su lavoratori poco qualificati e donne – e la conseguente acutizzazione di disuguaglianze e disparità sociali. Il recente aggiornamento delle stime di crescita per il 2020 da parte del Fondo Monetario Internazionale, in linea con le proiezioni OCSE (-6%), prevede una contrazione del PIL mondiale del 4,9% senza soluzione di continuità con le stime precedenti: a gennaio infatti si prevedeva una crescita del 3,3%, mentre lo scorso aprile, quando già l’impatto del “Great Lockdown” produceva i primi effetti, si ipotizzava un calo nell’anno pari al 3%. A livello mondiale, solo la Cina sembra essere in grado di chiudere l’anno con una crescita di segno positivo, benché ai minimi storici nell’ultimo cinquantennio (1%).

Per gli Stati Uniti, che scontano anche forti tensioni sociali, il calo sarà del 9%; nell’Eurozona le previsioni sono ancora più buie (10,2%), trainata al ribasso da Germania (-7,8%), Regno Unito (-10%) e Italia (-12,8%), per la quale anche la Banca d’Italia aveva elaborato proiezioni fra il -9,2% e il -13% nello scenario peggiore.

In Italia, infatti, i segnali di sofferenza sono molteplici. La recente indagine che Istat ha condotto su oltre 90mila imprese da 3 addetti in su relativamente alla situazione e alle prospettive del tessuto imprenditoriale nell’emergenza sanitaria Covid-19, ha rilevato che nella fase 1 dell’emergenza sanitaria (tra il 9 marzo e il 4 maggio) il 45% delle imprese (che assorbe il 28% degli addetti e realizza il 18% del fatturato) ha sospeso l’attività, soprattutto in edilizia e nei servizi. Oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7%

dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 e nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato. Di conseguenza, il fabbisogno di liquidità generato dalla crisi ha trovato lo strumento di risposta principale nel ricorso al credito bancario:

quasi il 43% delle imprese, in prevalenza micro e piccole, ha scelto l’accensione di nuovo debito bancario, anche tramite le misure di sostegno disposte in materia (garanzie pubbliche ex DL 23/2020). In generale, quasi nove imprese su dieci ritengono che la crisi economica che ha colpito il sistema produttivo a seguito dell’emergenza sanitaria abbia prodotto importanti effetti di medio periodo. Sul fronte delle famiglie italiane, il rapporto annuale di Confcommercio – Censis su fiducia, consumi e impatto del Covid-19 ha messo in luce un quadro altrettanto allarmante. A causa dell’emergenza sanitaria e della chiusura del Paese, oltre quattro famiglie su dieci hanno visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito, il 26% ha dovuto sospendere del tutto l’attività e il 23,4% è finito in Cassa integrazione (Cig).

La strada della ripresa, seppur lenta e graduale, si potrà percorrere solo in presenza di strategie di rilancio adeguate, che supportino – anche grazie al rafforzamento di infrastrutture e politiche ambientali – imprese e lavoro, definiti “il motore dell’economia” all’interno del “Piano Colao”, e individui e famiglie, in un’ottica di inclusione sociale, integrazione e lotta alla povertà.

L’eccezionalità della crisi pandemica da Coronavirus (COVID-19) e gli straordinari impegni di finanza pubblica – derivanti dalle misure di contenimento e cura e dalle misure per far fronte alla forte contrazione dell’economia – hanno fatto sì che il DEF 2020 sia più essenziale rispetto ai precedenti. Gli scenari di previsione della finanza pubblica, in linea con gli altri paesi dell’Unione Europea, sono limitati al periodo 2020-2021 e viene posticipata la presentazione del Programma Nazionale di Riforma. Prima fra le nazioni europee ad essere stata investita dalla crisi, l’Italia ha aperto la strada sia alla definizione di politiche di contrasto e di distanziamento sociale, che alla messa in campo di misure economiche di sostegno, sempre più necessarie per far fronte alle chiusure delle attività economiche non considerate essenziali. La marcata revisione dello scenario macroeconomico in confronto a quello che si andava delineando porta la previsione del PIL per l’anno in corso ad una contrazione pari a 8,0 punti percentuali, con un indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche al 10,4% del PIL. Per il 2021, il DEF prevede un rimbalzo consistente dell’economia italiana con il PIL in crescita del 4,7%.

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8 Nel periodo di difficoltà che il Paese sta attraversando, il forte aumento dell’imposizione indiretta previsto dalla legislazione vigente a inizio 2021 (le cosiddette clausole di salvaguardia) aggraverebbe la situazione economica. Il Governo ha pertanto deciso di eliminare gli aumenti dell’IVA e delle accise previsti per i prossimi anni. In questo modo si rafforza anche la trasparenza e la credibilità delle stime di finanza pubblica.

Stralcio della nota di aggiornamento al DEF

Il Documento di economia e finanza (Def) è regolato dalla legge 7 aprile 2011 n. 39 e deve essere presentato alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno. È il principale strumento della programmazione economico- finanziaria e indica la strategia economica e di finanza pubblica nel medio termine. Viene proposto dal Governo e approvato dal Parlamento.

Il Def si compone di tre sezioni:

- Programma di Stabilità, con gli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico;

- Analisi e tendenze della finanza pubblica, con l'analisi del conto economico e del conto di cassa nell’anno precedente, le previsioni tendenziali del saldo di cassa del settore statale e le indicazioni sulle coperture;

- Programma Nazionale di Riforma (Pnr), con l’indicazione dello stato di avanzamento delle riforme avviate, degli squilibri macroeconomici nazionali e dei fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività, le priorità del Paese e le principali riforme da attuare.

Nel mese di ottobre viene presentata la Nota di aggiornamento al DEF che costituisce il presupposto per la legge di stabilità dell’anno successivo. Nella seduta del 14 ottobre la Camera ha approvato la risoluzione sulla Nota di aggiornamento al DEF 2020.

La Nota di aggiornamento del DEF rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull'andamento del quadro macroeconomico. Il documento contiene l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione Europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.

Il contenuto della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza

L’articolo 10-bis della legge di contabilità pubblica n. 196 del 2009, come modificato dalla legge n.163 del 2016 prevede che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza contenga:

l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il restante periodo di riferimento;

l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea;

le eventuali modifiche e integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al PNR;

l'obiettivo di saldo netto da finanziare (SNF) del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;

l'indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa, ai fini del raggiungimento degli obiettivi programmatici;

l’indicazione di eventuali disegni di legge collegati.

Per quanto concerne, infine, i disegni di legge collegati, alla decisione di bilancio i seguenti provvedimenti:

A completamento della manovra di bilancio 2020-2022, il Governo dichiara quali collegati alla decisione di bilancio:

DDL in materia di titoli universitari abilitanti (cd. DDL “lauree abilitanti”)

DDL di riordino del settore dell’alta formazione artistica, musicale coreutica (cd. DDL “riordino AFAM”)

DDL recanti disposizioni in materia di spettacolo, industrie culturali e creative e turismo

DDL per il riordino della normativa ambientale, la promozione della green economy e l’economia circolare (Green Generation)

DDL in materia di riforma degli ammortizzatori sociali

DDL per l’aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro DDL in materia di salario minimo e rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva

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9 DDL delega riforma fiscale

DDL delega riforma giustizia tributaria DDL riordino settore dei giochi

DDL recante “Riordino della disciplina in materia di prevenzione della corruzione, obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”

DDL recante “Disposizioni in materia di lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni”

DDL recante “Semplificazione dei procedimenti amministrativi in materia di contenimento del dissesto idrogeologico”

DDL in materia di sostegno e valorizzazione dell’agricoltura e della pesca

DDL “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, 3 comma, Cost.”

DDL “Implementazione delle forme di raccordo tra Amministrazioni centrali e regionali, anche la fine della riduzione del contenzioso costituzionale”

DDL su semplificazione e riordino in materia di start-up e PMI innovative DDL su statuto dell’impresa

DDL su revisione organica degli incentivi alle imprese

DDL su disposizioni per lo sviluppo delle filiere e per favorire l’aggregazione tra imprese DDL riforma disciplina legge quadro per l’artigianato

DDL di revisione del Testo Unico dell’ordinamento degli enti locali

1. IL QUADRO MACROECONOMICO E DI FINANZA PUBBLICA TENDENZIALE

Le misure di distanziamento sociale e di chiusura di settori produttivi attuate da metà marzo ai primi di maggio in risposta all’epidemia COVID-19 hanno causato una caduta dell’attività economica senza precedenti. Pur in ripresa, l’attività economica rimane nettamente al disotto dei livelli del 2019.

Secondo le ultime stime dell’Istat, il PIL è caduto del 5,5 per cento nel primo trimestre e del 13,0 per cento nel secondo in termini congiunturali e per il terzo trimestre, si stima ora un notevole rimbalzo, superiore a quello ipotizzato nel DEF (9,6 per cento).

Gli ultimi indicatori disponibili tracciano, infatti, un andamento in crescita solo nei mesi estivi. La previsione ufficiale di variazione del PIL reale per il 2020 viene abbassata al -9,0 per cento (-9,1 per cento nella media dei dati trimestrali), dal -8,0 per cento della previsione del DEF (-8,1 per cento sui trimestrali). Il principale motivo della revisione al ribasso risiede nella contrazione più accentuata del PIL nel secondo trimestre, a sua volta spiegata da una durata del periodo di parziale chiusura delle attività produttive in Italia e da una diffusione dell’epidemia su scala globale superiori a quanto ipotizzato in aprile. Si è inoltre adottata una previsione assai più cauta di incremento del PIL nel quarto trimestre (ora cifrata in uno 0,4 per cento, a fronte del 3,8 per cento previsto nel DEF).

I tassi di crescita del PIL della nuova previsione tendenziale sono pari a 5,1 per cento per il 2021, 3,0 per cento per il 2022 e 1,8 per cento nel 2023. Inoltre, nello scenario tendenziale il PIL trimestrale non ritornerebbe ai livelli di fine 2019 fino al secondo trimestre del 2023; infatti, in media d’anno, il livello del PIL reale nel 2023 sarebbe superiore al 2019 di soli 0,3 punti percentuali.

Per quanto riguarda le principali componenti della domanda aggregata, la caduta del PIL di quest’anno interessa tutte le componenti con l’eccezione dei consumi pubblici. Il calo dei consumi delle famiglie sarebbe in linea con quello del PIL, mentre gli investimenti fissi lordi registrerebbero una caduta assai più marcata.

Le esportazioni di beni e servizi sono previste cadere più delle importazioni in media d’anno, il che darebbe luogo ad un contributo netto alla crescita degli scambi con l’estero di segno negativo.

Per quanto riguarda l’inflazione, se ne prevede una moderata ripresa dopo l’andamento mediamente nullo stimato per quest’anno. La previsione è principalmente spiegata dalla ripresa ciclica e dal recupero già in corso dei prezzi delle materie prime e del petrolio.

In tema di occupazione, le unità di lavoro sono previste aumentare in misura solo lievemente inferiore al PIL, dando luogo ad un moderato aumento della produttività.

Le previsioni aggiornate collocano l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche del 2020 al 10,8 per cento del PIL, in marcato aumento rispetto all’1,6 per cento del 2019.

L’aumento del deficit sarebbe il risultato di un peggioramento del saldo primario equivalente ad oltre 9 punti percentuali di PIL (da +1,8 a -7,3 per cento del PIL) e di un incremento della spesa per interessi dal 3,4 per cento del PIL nel 2019 al 3,5 per cento nel 2020 – aumento peraltro dovuto unicamente alla fortissima caduta del PIL, giacché in termini nominali i pagamenti per interessi sono stimati in diminuzione di quasi 2 miliardi in confronto all’anno scorso. Il deficit a legislazione vigente è previsto diminuire al 5,7 per cento del PIL nel 2021 e quindi al 4,1 per cento nel 2022 e al 3,3 per cento nel 2023.

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10 Passando al debito pubblico, la proiezione aggiornata si basa sui nuovi dati di contabilità annuale pubblicati il 22 settembre dall’Istat, i quali hanno comportato una moderata revisione al rialzo del PIL nominale degli anni 2018 e 2019. Il rapporto fra debito lordo della PA e PIL è risultato pari al 134,4 per cento nel 2018 e al 134,6 per cento nel 2019. Nel 2020, la forte espansione di bilancio, l’inedita caduta del PIL nominale e l’impatto di alcune operazioni finanziarie spingeranno il rapporto debito/PIL al 158 per cento. Per i prossimi anni lo scenario a legislazione vigente prefigura una discesa del rapporto debito/PIL pari in media a quasi due punti percentuali all’anno nel 2021 e 2022, e poi una riduzione più lieve nel 2023, anno in cui tale rapporto scenderebbe al 154,1 per cento. La riduzione del debito in rapporto al PIL, pur rilevante nei primi due anni del periodo, non sarebbe sufficiente a soddisfare la Regola di riduzione del debito in nessuna delle sue configurazioni.

Dal punto di vista della finanza pubblica, in via approssimata si può valutare che, a parità di altre condizioni (ad esempio il livello dei rendimenti sui titoli di Stato), il deficit della PA sarebbe pari a circa l’11,5 per cento del PIL nel 2020 e al 7,8 per cento del PIL nel 2021. Grazie al basso livello dei rendimenti sui titoli di Stato correnti e previsti (secondo la metodologia abitualmente utilizzata nelle proiezioni ufficiali), i pagamenti per interessi si ridurrebbero lievemente in termini assoluti nel 2021-2022, per poi aumentare di poco nel 2023.

In rapporto al PIL, essi diminuirebbero dal 3,5 per cento di quest’anno, al 3,3 per cento nel 2021 e al 3,2 per cento nel 2022 e nel 2023.

2. LO SCENARIO MACROECONOMICO INTERNAZIONALE

Nella prima metà del 2020 l’economia mondiale ha affrontato la battuta di arresto più profonda dalla Seconda Guerra Mondiale, a causa del diffondersi della pandemia da Covid-19.

I governi e le banche centrali hanno introdotto misure straordinarie di politica fiscale e monetaria per sostenere i redditi dei lavoratori e il tessuto produttivo. Nonostante tali interventi, il blocco produttivo ha determinato una contrazione del PIL e del commercio mondiale del 3,5 e del 2,7 per cento t/t nel primo trimestre dell’anno, riduzione accentuatasi nel trimestre seguente (rispettivamente di oltre il 5 e del 12,5 per cento).

Nelle principali economie avanzate, la maggiore contrazione del PIL si è manifestata durante il secondo trimestre. Negli Stati Uniti e in Giappone il prodotto è diminuito di circa l’8 per cento t/t, mentre nell’Eurozona si è registrata una diminuzione maggiore (-11,8 per cento t/t); ancor più rilevante la riduzione nel Regno Unito (-19,8 per cento t/t). In controtendenza la Cina che - essendo stato il primo Paese ad essere colpito dal Covid-19 - ha riattivato l’economia all’inizio di aprile, registrando una crescita del 3,2 per cento su base tendenziale nel secondo trimestre.

In questo contesto internazionale, nell’Area dell’euro la pandemia ha avuto risvolti economici particolarmente negativi in aprile, quando si è toccato il punto di minimo. L’attività industriale ha segnato una riduzione profonda tra marzo e aprile, ma i dati più recenti registrano un rimbalzo (12,2 per cento in maggio, 9,5 per cento in giugno e 4,1 per cento in luglio), sebbene l’attività rimanga ancora sotto i livelli pre- Covid. Le indagini qualitative indicavano un recupero nella manifattura e nei servizi nei mesi estivi, con gli indici PMI tornati in area espansione. Si osserva una maggiore resilienza del settore manifatturiero rispetto ai servizi, che appaiono più deboli. L’Economic Sentiment Indicator pubblicato dalla Commissione Europea continua a migliorare, sebbene a ritmi più contenuti, e si sta progressivamente avvicinando ai valori di marzo scorso.

Sul fronte della politica monetaria europea, il Consiglio direttivo della BCE ha rafforzato l’intonazione espansiva della politica monetaria confermando il programma di acquisto di titoli pubblici e privati per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP).

Proseguirà altresì almeno fino alla fine di quest’anno il preesistente piano di acquisti di titoli (APP), al ritmo di 20 miliardi di euro al mese. Infine, resta invariato il quadro dei tassi di interesse.

QUADRO MACROECONOMICO TENDENZIALE E PROGRAMMATICO

Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2021-2023 presentato nella NADEF include l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2021.

La programmazione finanziaria tiene conto degli interventi straordinari per il sostegno e il rilancio dell'economia che il Governo intende concordare con la Commissione europea attraverso la presentazione a ottobre dello schema del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nell'ambito delle procedure per l'accesso ai fondi stanziati con il Programma Next Generetion EU (NGEU), dotato di 750 miliardi nel periodo 2021-2026.

Nello scenario programmatico, la crescita del PIL reale è prevista pari al 6,0 per cento nel 2021, 3,8 per cento nel 2022 e al 2,5 per cento nel 2023. Rispetto allo scenario tendenziale, si profila un incremento

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11 complessivo del tasso di crescita del PIL di +0,9 punti percentuali nel 2021, +0,8 punti percentuali nel 2022 e di +0,7 punti percentuali nel 2023. La più elevata crescita in confronto al quadro tendenziale è principalmente trainata dagli investimenti fissi lordi.

Gli obiettivi di indebitamento netto sono fissati al -7% nel 2021, -4,7% nel 2022 e -3% nel 2023. Per gli anni seguenti (2024-2026), si prefigura un ulteriore e significativo miglioramento del saldo di bilancio, tale da assicurare una riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL in tutti gli anni della previsione. Gli obiettivi di indebitamento netto si basano a loro volta sul rientro del deficit primario, che dovrebbe scendere dal - 7,3% del PIL di quest'anno al -3,7% nel 2021 e al -1,5% circa nel 2022, per poi tramutarsi in un lieve avanzo (+0,1% del PIL) nel 2023.

INDEBITAMENTO NETTO E DEBITO PUBBLICO

La NADEF di aggiornamento presenta una revisione del quadro di finanza pubblica incorporando, per l'esercizio 2019, l'aggiornamento delle stime di consuntivo. La stima del deficit 2019 (1,6 per cento del PIL) conferma quella già indicata nel DEF 2020, attestando un miglioramento rispetto al saldo registrato per il 2018 (2,2 per cento).

Nella NADEF sono quindi presentate le previsioni aggiornate per il periodo 2020-2023, basate sulla legislazione vigente, che indicano, per tutti gli esercizi considerati, un incremento dell'indebitamento netto rispetto alle previsioni del DEF 2020.

La nuova previsione di indebitamento netto per il 2020 si attesta, in valore assoluto, su 178 miliardi circa. In rapporto al PIL, la stima del deficit 2020 si attesta al 10,8 per cento del PIL. Al riguardo si rammenta che nel quadro tendenziale il DEF 2020 stimava un valore del 7,1 per cento del PIL, ma ciò prima delle misure assunte per favorire la ripresa. Con la Relazione al Parlamento di luglio 2020, finalizzata ad autorizzare lo terzo scostamento di bilancio del corrente anno, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato da ultimo fissato all'11,9 per cento del PIL.

STRATEGIA NAZIONALE E LE RACCOMANDAZIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO A maggio 2020 la Commissione europea ha pubblicato il Pacchetto di Primavera, contenente le Raccomandazioni specifiche per Paese nel contesto di un Semestre Europeo notevolmente modificato per tenere conto delle conseguenze della pandemia da COVID-19.

Le priorità urgenti sono state quindi identificate negli investimenti in campo sanitario, nel sostegno al reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi, nella liquidità delle imprese (in particolare le piccole e medie imprese) e nelle misure volte a sostenere una ripresa simmetrica e a salvaguardare l’integrità del Mercato Unico. In linea con le priorità definite per l’intera UE, le Raccomandazioni specifiche rivolte all’Italia richiedono al Paese di adottare, nel 2020 e nel 2021, provvedimenti volti a:

Attuare tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia e sostenere l’economia e la successiva ripresa. In seguito, quando le condizioni economiche lo consentano, perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, incrementando nel contempo gli investimenti.

Sostenere i redditi e il sistema di protezione sociale attenuando l’impatto della crisi sull’occupazione attraverso politiche attive e il miglioramento delle competenze, comprese quelle digitali.

Garantire l’effettiva attuazione delle misure volte a fornire liquidità all’economia reale, in particolare alle piccole e medie imprese. Anticipare i progetti di investimento pubblici maturi e promuovere gli investimenti privati per favorire la ripresa economica specialmente quelli sulla transizione verde e digitale.

Migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della Pubblica Amministrazione.

Elenco delle

misure Descrizione dettagliata Politiche

invariate

Motivazione: Garantire la continuità di interventi la cui decisione di finanziamento è annualmente riproposta. Contenuto delle misure:

Include, tra gli altri, il rifinanziamento delle missioni di pace, dell'operazione 'strade sicure', del fondo crisi di impresa ed ulteriori risorse appostate su fondi.

Politiche per la famiglia

Motivazione: Promuovere politiche di sostegno alla famiglia.

Contenuto delle misure: Confermati anche per il 2021 l’assegno di natalità e l’estensione a 7 giorni del congedo di paternità, e fino a tutto giugno 2021 il bonus vacanze.

Revisione e rimodulazione della spesa

Motivazione: Promuovere politiche di sostegno alla famiglia.

Contenuto delle misure: Confermati anche per il 2021 l’assegno di natalità e l’estensione a 7 giorni del congedo di paternità, e fino a tutto giugno 2021 il bonus vacanze.

Riforma fiscale

Motivazione: Revisione dell’impianto fiscale per migliorare l’equità, l’efficienza e la trasparenza

del sistema tributario. Contenuto delle misure: Stanziamento di risorse per la riforma fiscale, introduzione dell’assegno unico, revisione delle tax expenditures.

Sanità

Motivazione: finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale.

Contenuto delle misure: finanziamento del Fondo sanitario nazionale, costituzione di un fondo per l’acquisto di vaccini e per altre esigenze correlate all’emergenza Covid.

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Sostegno agli Investimenti

Motivazione: Supporto agli investimenti delle amministrazioni pubbliche.

Contenuto delle misure: Risorse per gli investimenti delle amministrazioni pubbliche, incluse quelle da destinare al Fondo Sviluppo e Coesione. Sono comprese, fra le altre, risorse per: edilizia sanitaria, ricerca, edilizia scolastica e digitalizzazione delle scuole, la tutela del patrimonio culturale e ambientale, ecc..

Sostegno alle imprese

a seguito dell’emergenza Covid e supporto all’ingresso nei mercati internazionali.

Contenuto delle misure: Istituzione di un Fondo per sostenere le imprese in difficoltà a causa della pandemia da Covid, proroga della moratoria sui mutui, risorse aggiuntive al Fondo per l’internazionalizzazione delle imprese, proroga delle misure a sostegno della ripatrimonializzatine delle piccole e medie imprese, nuove risorse per il fondo di garanzia PMI.

Sostegno all'occupazione

Motivazione: sostenere l’occupazione, anche a fronte dell’emergenza Covid Contenuto delle misure: sono finanziate ulteriori settimane di CIG Covid.

Decontribuzione al 100% per 3 anni per le assunzioni di giovani di età fino a 35 anni.

Completamento del taglio del cuneo fiscale

Motivazione: Ridurre la pressione fiscale e il costo del lavoro Contenuto delle misure: E' resa permanente la detrazione di imposta per i redditi oltre i 28.000 e fino a 40.000 euro disposta dal DL 3/2020.

Detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie ed eco-bonus

Motivazione: Favorire gli investimenti sul patrimonio edilizio, anche per aumentare la resilienza e sostenibilità e sostenere la ripresa del settore delle costruzioni.

Contenuto delle misure:

a) Proroga fino al 31 dicembre 2021 della detrazione Irpef al 50% delle spese sostenute per interventi di recupero edilizio.

b) Proroga fino al 31 dicembre 2021 della detrazione delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica, con le stesse aliquote previste per il 2020 (50% per infissi, biomassa e schermature solari, 65% per le rimanenti tipologie).

c) Proroga fino al 31 dicembre 2021 della detrazione Irpef al 50% delle spese sostenute per l'arredo di immobili ristrutturati.

d) Proroga fino al 31 dicembre 2021 della detrazione con aliquota del 90% delle spese sostenute per le opere di rifacimento delle facciate degli edifici ("Bonus facciate").

e) Proroga fino al 31 dicembre 2021 della detrazione Irpef 36% delle spese sostenute per le opere di sistemazione a verde, coperture a verde e giardini pensili.

Incentivi per il Sud

Motivazione: Promuovere la coesione territoriale, colmare i gap di sviluppo regionale, sostegno all’occupazione.

Contenuto delle misure:

a) È reso strutturale l’esonero del 30% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro privati non agricoli con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente per le aziende del Sud.

b) Proroga al 2021 del credito di imposta per gli investimenti nelle Regioni del Meridione.

Interventi vari Ministeri

Interventi vari Ministeri. Sono comprese, fra gli altri, risorse per: Università, Ricerca, valorizzazione aree svantaggiate, indennità per il personale sanitario, ecc..

Politiche invariate

Motivazione: Garantire la continuità di interventi la cui decisione di finanziamento è

annualmente riproposta. Contenuto delle misure: Include, tra gli altri, il rifinanziamento delle missioni di pace, dell'operazione 'strade sicure', del fondo crisi di impresa ed ulteriori risorse appostate su fondi.

Revisione e rimodulazione della spesa

Motivazione: Razionalizzazione e revisione della spesa delle Amministrazioni Pubbliche Contenuto delle misure:

a) Risparmi prodotti attraverso la revisione delle procedure amministrative o organizzative, il definanziamento di progetti in relazione alla loro efficacia o priorità e la revisione dei meccanismi o parametri che determinano le esigenze di spesa.

b) Rimodulazione di altre spese in base alle priorità e della tempistica dei trasferimenti a vari enti in base alle effettive esigenze dello stato di avanzamento dei lavori, mantenendo comunque invariato il totale complessivo delle risorse destinate agli interventi.

Riforma fiscale

Motivazione: Revisione dell’impianto fiscale per migliorare l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario.

Contenuto delle misure:Stanziamento di risorse per la riforma fiscale, introduzione dell’assegno unico, revisione delle tax expenditures.

Sostegno agli Investimenti

Motivazione: Supporto agli investimenti delle amministrazioni pubbliche.

Contenuto delle misure:

Risorse per gli investimenti delle amministrazioni pubbliche, incluse quelle da destinare al Fondo Sviluppo e Coesione. Sono comprese, fra le altre, risorse per: edilizia sanitaria, ricerca, edilizia scolastica e digitalizzazione delle scuole, la tutela del patrimonio culturale e ambientale, ecc..

Sostegno alle imprese

Motivazione: Sostegno alle imprese in difficoltà a seguito dell’emergenza Covid e supporto all’ingresso nei mercati internazionali.

Contenuto delle misure: Istituzione di un Fondo per sostenere le imprese in difficoltà a causa della pandemia da Covid, proroga della moratoria sui mutui, risorse aggiuntive al Fondo per l’internazionalizzazione delle imprese, proroga delle misure a sostegno della ripatrimonializzatine delle piccole e medie imprese, nuove risorse per il fondo di garanzia PMI.

B) Scenario economico regionale e obiettivi individuati dalla Regione

Il Consiglio regionale in data 28/07/2020 con la deliberazione n. 12 ha approvato il documento di programmazione regionale 2021/2023.

La crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria globale ha reso necessaria la revisione in senso peggiorativo delle stime economiche per gli anni 2020-2021-2022: i dati di Prometeia Brief, per quanto riguarda la Liguria, prevedono per il 2020 un calo del PIL del 8,1%, a cui farà seguito un graduale recupero che si assesterà al +4,2% nel 2021 e al +1,5% nel 2022.

1.2 L’Export

In base ai dati Istat aggiornati al II trimestre 2020 le esportazioni liguri hanno registrato una variazione positiva dal 2019 al 2020 pari a 3,7%: nel 2019 le esportazioni liguri ammontano a 3.562 milioni di euro, che

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13 rappresentano 1,5% delle vendite nazionali all’estero, mentre per il 2020 le esportazioni liguri sono pari a 3.693 milioni di euro, che rappresentano il 1,8% delle vendite nazionali all’estero.

1.3 Il turismo

I dati Isnart per l’anno 2019 relativi alla realtà turistica regionale evidenziano come la spesa media pro- capite dei turisti stranieri in Liguria sia stata pari a euro 347,00 (voce è comprensiva delle spese medie giornaliere, di viaggio e alloggio). Il rapporto dell’Osservatorio turistico regionale della Liguria stima oltre 77 milioni di presenze turistiche in Liguria, le quali hanno generato un impatto economico pari a 5,4 miliardi di euro nel 2018, considerando sia le presenze registrate negli esercizi ricettivi che quelle stimate nelle abitazioni private (seconde case, abitazioni private, residenze di amici e parenti).

La componente lavoro del settore ammonta 67 mila unità di cui il 61,2% come lavoro dipendente ed il 38,8% come lavoro autonomo. Le unità di lavoro impiegate a livello regionale rappresentano il 10,3% di quelle impiegate complessivamente dalle imprese liguri a conferma della connotazione del turismo come settore produttivo ad alta intensità di lavoro.

1.4 Le imprese

L’impatto economico della crisi dovuto allo shock provocato dal calo della domanda e dell’offerta di beni e servizi si ripercuote sui risultati del sistema produttivo nazionale.

Gli indicatori congiunturali rilevati da Istat a gennaio 2020 hanno stimato che a gennaio l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumentasse del 3,7% con una diminuzione dell’2,7% a febbraio rispetto al mese precedente. A marzo si stima che tale valore diminuisca del 28,4% e ad aprile il calo previsto è pari al -19,1%. L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo per l’energia (+0,7%), mentre ampie diminuzioni si registrano per i beni intermedi (-24,6%), i beni strumentali (- 21,8%) e, in misura meno intensa, i beni di consumo (-14,0%).

Anche il fatturato dell’industria che a gennaio aveva registrato un incremento rispetto a dicembre scorso del 5,4% a febbraio registrava una diminuzione dell’1,7% rispetto al mese precedente. A marzo e ad aprile al netto dei fattori stagionali il calo è risultato rispettivamente del -25,8% e del -29,4%.

Gli effetti dell’emergenza sanitaria risultano amplificati in una Regione come la Liguria il cui tessuto economico è incentrato su settori che sono tra i più colpiti dalla crisi in atto come ad esempio: il Turismo, la Cantieristica Navale ed il Manifatturiero. A ciò si aggiunge la composizione del tessuto produttivo ligure con una massiccia presenza di micro-piccole e medie imprese che, ad oggi, sembrano essere le più esposte agli effetti della crisi economica.

Nei mesi di marzo e aprile 2020 l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha comportato alcuni provvedimenti da parte del Governo che hanno avuto come conseguenza la chiusura di diverse attività produttive a livello nazionale e quindi a livello locale.

Le attività liguri formalmente sospese in questi due mesi sono state 64.721 che impiegano 277.450 addetti, di cui 102.069 dipendenti.

1.5 L’agricoltura

Le misure di confinamento e di chiusura di molte attività economiche hanno avuto un impatto rilevante sull’agricoltura e sulla pesca in Liguria.

Le attività legate alle filiere agro-alimentari non sono mai state chiuse, tuttavia, sono stati chiusi i ristoranti, le mense, i bar e tutti gli altri esercizi che rappresentano una quota rilevante nel mercato dei prodotti agricoli e della pesca.

La chiusura dei ristoranti, in particolare, ha penalizzato i settori del vino di qualità e il settore della pesca, per i quali la ristorazione rappresenta oltre il 50% del mercato. Il settore del fiore reciso ha subito una riduzione rilevante nel volume delle vendite, quantificabile tra il 20% e il 30%, ma ne è rimasto intatto il potenziale produttivo e commerciale. Si è prospettata una situazione peggiore per le produzioni di piante in vaso con particolare riferimento alle piante aromatiche, le quali, concentrando oltre l’80% delle vendite tra fine inverno e inizio primavera, hanno subito una riduzione drastica nel volume delle vendite compromettendo quasi per intero l’annata commerciale.

Risultano altresì molto penalizzati i settori dell’agriturismo e dell’ittiturismo, costituito da agricoltori e pescatori che integrano il loro reddito con la ristorazione e l’ospitalità in azienda.

In riferimento ai settori dell’olio d’oliva e degli ortaggi freschi, le imprese risultano indenni dagli effetti della crisi in quanto hanno trovato nell’incremento del consumo domestico un’alternativa efficace al crollo dei consumi nella ristorazione.

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14 1.7 Lo sport e il tempo libero

Il COVID 19 ha impattato notevolmente su tutti i progetti che insistono sul target giovani e legati alle policy delle politiche giovanili e del servizio civile.

L’emergenza sanitaria del coronavirus ha inflitto, come in tutti i comparti economici, anche per lo sport un durissimo colpo a causa del lockdown e dello stop forzato che ha visto la chiusura delle strutture sportive e l’annullamento, o il rinvio, dei principali eventi, come non accadeva dalla seconda guerra mondiale.

1.8 Lavoro

I dati per il primo trimestre del 2020 dell’Osservatorio del mercato del lavoro evidenziano che i domiciliati in Liguria che hanno almeno una Comunicazione Obbligatoria (CO) di avviamento al lavoro sono 49.376, in flessione rispetto al primo trimestre 2019 pari al 13% circa. Gli avviati sono in calo in tutti i settori di attività ma il dato peggiore riguarda il terziario di cui il turismo che fa segnare -27% per un totale di 3.093 avviati in meno rispetto al primo trimestre del 2019.

L’emergenza sanitaria ha determinato inoltre una ridefinizione degli spazi e delle procedure di lavoro al fine di tutelare la salute dei dipendenti e ha indotto le imprese a modificare le modalità di impiego del lavoro. La misura a cui le imprese hanno fatto maggior ricorso è quella della Cassa integrazione guadagni (Cig) oltre a strumenti analoghi come il Fondo integrazione salariale (Fis). Le imprese hanno adottato altre misure di gestione del personale tra cui lo smart working, che ha coinvolto quasi un quarto delle unità a livello nazionale, l’obbligo delle ferie per i dipendenti, la riduzione delle ore lavorative e la turnazione dei lavoratori.

Mentre a livello nazionale la percentuale di personale necessariamente presente nei locali di lavoro è superiore al 78,1% nelle imprese con almeno 3 addetti, la Liguria presenta un dato più basso (70,8%). Anche dopo la fine del lockdown (maggio-giugno 2020), la quota di lavoratori impiegati a distanza pur in diminuzione resta significativa soprattutto nelle grandi e medie imprese nazionali.

1.9 Il sociale e la sanità

La L. 27-2020 prevede alcune misure per rispondere alle esigenze delle famiglie, nonché misure di carattere sociale necessarie per fronteggiare l'emergenza derivante dalla sospensione di alcuni servizi allo scopo di contenere la diffusione del contagio da Covid-19. Tra le varie misure emerge quella relativa all’autorizzazione per l'anno 2020 dell’ulteriore spesa di 3 milioni di euro per le case rifugio pubbliche e private presenti su tutto il territorio nazionale al fine di sostenere l’emersione del fenomeno della violenza domestica e di garantire un’adeguata protezione alle vittime anche durante l’attuale periodo di emergenza a causa della diffusione del COVID-19 e delle norme di contenimento della stessa (art. 18-bis).

L’impatto che la pandemia ha avuto sulle fasce di popolazione più vulnerabili ha evidenziato maggiormente criticità in un sistema in cui ancora esiste un certo grado di diseguaglianza nell’accesso a servizi e nel riconoscimento dei diritti fondamentali.

L’art. 18, co. 1, del DL. 18-2020 convertito nella L. 27-2020, dispone un’assegnazione alla sanità di 1,41 miliardi di euro che vanno ad incrementare il livello del finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) standard cui concorre lo Stato per l’anno 2020 per:

1. Finanziare misure ed interventi previsti per il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in complessivi 750 milioni di euro e corrispondenti per la Liguria a 20,181 milioni di euro;

2. Reintegrare le risorse a copertura delle misure di incremento delle assunzioni e degli incarichi nel comparto sanitario già deliberati dal DL. 14/2020 ma ancora da coprire finanziariamente per un ammontare pari a 660 milioni di euro. La Liguria si vede assegnare risorse pari a 17.759.007 euro (2,69% del totale);

3. Finanziare interventi per l’emergenza sanitaria gestiti attraverso il Fondo in capo alla Protezione Civile di cui all’art. 44 del DL. 1-2018 tramite la destinazione di 1,650miliardi di euro;

4. Per l’attivazione di aree sanitarie anche temporanee per la gestione dell'emergenza COVID-19 sia all'interno che all'esterno di strutture, pubbliche o private, di ricovero, cura, accoglienza ed assistenza e opere edilizie strettamente necessarie a rendere le citate strutture idonee all'accoglienza, le risorse per la Regione Liguria sono quantificate in 1.345.379 euro.

1.10 Il Territorio e l’ambiente

Gli obiettivi della regione Liguria in tema di pianificazione del territorio sono: la tutela del paesaggio, il rinnovamento urbano e limitazione dei consumi di suoli agricoli e naturali, la valorizzazione delle identità storico-culturali e il miglioramento della qualità della vita degli insediamenti urbani ed extraurbani, la ricerca della sostenibilità sociale, economica ed ambientale in ogni processo di trasformazione territoriale.

Per conseguire questi obiettivi sono state attivate cinque linee di azione:

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15 1. La redazione del Piano Paesaggistico Regionale, ai sensi degli articoli 143 e 135 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, con Atto di Intesa tra la Regione Liguria, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ed il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in data 8 agosto 2017, la cui attività è in via di conclusione;

2. La redazione del Piano Territoriale Regionale, ai sensi dell’art. 8 e seguenti della l.r. 36/1997 e s.m., che si caratterizza per la valenza strategica dei suoi contenuti e per la prospettiva operativa per il lungo periodo;

3. La redazione del Piano regionale Integrato delle Infrastrutture, della mobilità e dei trasporti (PRIIMT);

4. La redazione del Piano della mobilità ciclistica Regionale, ai sensi dell’art. 5 della legge 2/2018.

5. L’attività legislativa volta ad orientare i Comuni verso un a pianificazione urbanistica rivolta alla rigenerazione urbana, al contenimento del consumo di suolo ed al contrasto all’abbandono del territorio agricolo, approvata dal Consiglio regionale con il n. 23 del 29 novembre 2018 ed in fase di applicazione da parte dei Comuni.

La messa in sicurezza del territorio, il rinnovo urbano e il contrasto all’abbandono del territorio agricolo rappresenteranno gli obiettivi da raggiungere da parte della Regione Liguria attuando una politica attenta ai bisogni primari della persona e delle famiglie nel contesto di uno sviluppo sostenibile.

La medesima attenzione sarà focalizzata al miglioramento dell’assetto infrastrutturale, allo sviluppo della logistica e al servizio del sistema dei porti liguri, all’efficientamento del sistema del trasporto pubblico regionale e locale e allo sviluppo e consolidamento della mobilità sostenibile, in particolare di quella ciclabile.

Il settore del trasporto pubblico regionale e locale in Liguria, come nel resto del mondo, è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi epidemiologica in corso: infatti nella fase del lockdown si è registrata una contrazione del 90%-95% del numero di passeggeri e di oltre il 90% dei ricavi da traffico, a fronte di una riduzione della produzione di servizio che va dal 35% al 60%.

La conseguenza più grave ed immediata per il settore del TPL è la perdita dei ricavi tariffari, che in Liguria si attestano a circa 175 milioni di Euro annui per l’intero settore, con una media mensile di 14,5milioni di euro .la riduzione dei ricavi nella fase di lockdown ha comportato quindi perdite di circa 13 milioni di euro mensili.

LA NUOVA PROGRAMMAZIONE UNITARIA 2021-2027: CREARE LE CONDIZIONI

In base alla L. 221/2015 (che modifica l’art. 34 del D.Lgs. 152/06), a seguito dell’aggiornamento della strategia nazionale, le Regioni devono dotarsi, attraverso adeguati processi informativi e partecipativi, senza oneri aggiuntivi a carico dei bilanci regionali, di una complessiva strategia di sviluppo sostenibile che sia coerente e definisca il contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia nazionale. Le strategie regionali indicano insieme al contributo della Regione agli obiettivi nazionali, la strumentazione, le priorità, le azioni che si intendono intraprendere. In tale ambito le Regioni assicurano unitarietà all'attività di pianificazione. Le Regioni promuovono l'attività delle amministrazioni locali che, anche attraverso i processi di Agenda 21 locale, si dotano di strumenti strategici coerenti e capaci di portare un contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia regionale.

Considerato il carattere di assoluta trasversalità della materia, la Giunta regionale, con argomento n. 26 del 14/7/2017, ha ritenuto necessario coinvolgere i Dipartimenti e le Direzioni Centrali competenti in materia di ambiente e territorio, conservazione delle risorse naturali, agricoltura, lavoro, formazione ed educazione, sviluppo economico, energia, servizi sociali e salute, risorse finanziarie e statistica, dando mandato al Segretario Generale di costituire un gruppo di lavoro interdipartimentale avente i seguenti obiettivi:

1) sviluppare i contenuti della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, attraverso le seguenti attività:

2) individuazione nei vari ambiti di competenza degli strumenti e delle attività che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Nazionale;

3) coinvolgimento degli enti locali e di tutti i portatori di interesse, attraverso adeguate modalità partecipative e informative;

4) definizione degli obiettivi, degli strumenti e delle azioni di scala regionale, in coerenza con l’agenda ONU 2030 e con gli obiettivi individuati dalla SNSvS.

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16 C) Contesto socio economico e analisi del territorio

C1) Caratteristiche generali della popolazione La popolazione, è tornata a decrescere.

Popolazione al 31/12/2019 8922

Popolazione legale al censimento 2011 9145

Popolazione residente alla fine del penultimo anno precedente 8939

di cui: maschi 4288

femmine 4634

nuclei familiari 3041

comunità/convivenze 4

Tasso di natalità ultimo quinquennio:

2015 0,78%

2016 0,61%

2017 0,50%

2018 0,55%

2019 0,46%

Tasso di mortalità ultimo quinquennio:

2015 1,29%

2016 1,23%

2017 1,20%

2018 1,20%

2019 1,33%

C2) Condizione socio-economica delle famiglie

S i fa presente che sul sito del federalismo fiscale locale gli ultimi dati presenti sono quelli sotto riportati Anno 2019 (redditi 2097) – IRPEF persone fisiche

Numero contribuenti 6.884 Reddito complessivo 158.062.438

Reddito medio pro capite complessivo 23.409,72

I nuclei familiari sono composti mediamente da 2 persone

Numero contribuenti che dichiarano reddito da fabbricati 3418 pari al 49,65% del totale, con reddito complessivo di € 5.724.901, pari al 3,63% del reddito complessivo e un reddito medio di € 1.674,93

Il reddito medio procapite è inferiore al reddito medio procapite su base provinciale del – 1,79%, superiore a quello regionale e a quello nazionale.

L’analisi evidenzia una contrazione sia del reddito complessivo che del reddito medio procapite rispetto all’anno precedente.

Il Comune di Cogoleto è rappresentato da un nucleo abitativo esteso sulla fascia costiera, da due frazioni nell'immediato entroterra (Sciarborasca e Lerca) e da numerose case sparse.

La forte presenza di insediamenti industriali attivi fino agli anni '90 è stata di fatto superata con la chiusura delle fabbriche “Tubighisa”, “Bianchi e Cecchi”, "Stoppani", oltre alla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Pratozanino, questa modifica epocale ha lasciato spazio ad una accentuazione della vocazione turistica del paese sempre esistita ma mai con caratteristiche rilevanti.

Negli ultimi anni, si è notevolmente incrementata la funzione di residenzialità di nuclei familiari provenienti dalla città di Genova.

E' presente una forte componente anziana nella popolazione, sia residente dalla nascita, sia immigrata in età pensionabile dalle regioni del Nord Italia per motivi di maggiore gradevolezza climatica.

Le vicende economiche a livello nazionale e locale si sono ripercosse con intensità su tali cittadini, con conseguente perdita del lavoro. Si è verificato in alcuni casi il rientro al Paese d’origine.

Le aree di rischio prevalenti sono quelle legate alla dipendenza da sostanze in età giovanile, a fronte di scarsità di strumenti di prevenzione e analisi del disagio.

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17 Sono in notevole aumento le dipendenze da alcool e da gioco di persone in età adulta e con responsabilità familiari, Inoltre, nella difficile situazione economica e lavorativa attuale, sono in aumento le problematiche legate all’abitare (sfratti, morosità, ecc) a fronte di minori risorse pubbliche a sostegno di tale aspetto.

Per quanto concerne le dipendenze il Comune sta collaborando con il Sert territoriale per l’avvio di progetti condivisi rivolti ai giovani, con lo scopo di prevenire le dipendenze e promuovere la socialità, tali progetti prevedono la collaborazione anche del Centro “My Space” per la prevenzione della internet addiction disorder e la promozione di attività artistiche rivolte ai giovani.

Il Comune, attraverso il proprio “Ufficio casa” che gestisce alcuni appartamenti di “emergenza abitativa” e grazie ad alcune convenzioni poste in essere, in particolare con la Caritas parrocchiale, offre risposte a tale emergenza seppure con notevoli difficoltà rispetto alle numerose richieste.

E’ attualmente vigente la graduatoria di assegnazione per l’edilizia pubblica, ma attualmente non vi è stata la possibilità di nuove assegnazioni per mancanza di alloggi idonei e siamo in attesa del ripristino degli stessi da parte dell’Ufficio Arte di Genova.

Ormai da più di vent’anni è attivo presso il Comune lo “sportello psicologico” che mette a disposizione della cittadinanza la professionalità di un consulente che, su indicazione degli operatori sociali, interviene a sostegno della genitorialità, a supporto di situazioni di disagio minorile e familiare e lavora in stretto contatto con le Assistenti Sociali per le situazioni di fragilità segnalate dalle Autorità Giudiziarie.

Il Comune di Cogoleto con il supporto di servizio esterno, seguirà tutte le fasi di attivazione, progettazione e avvio delle pratiche del Reddito di Cittadinanza continuerà a lavorare con le nuove misure di Contrasto alla Povertà, in particolare seguendo i percorsi di inclusione sociale previsti dal Reddito di Cittadinanza.

Permane il notevole impegno professionale e finanziario dei Servizi Sociali rispetto all’area minori, anche con interventi di tutela (centro giovani “BREEK” sito in Villa Nasturzio, inserimenti in comunità educative, affidi familiari, incontri protetti) e di sostegno alla genitorialità (affidi educativi, sostegno tramite consulente psicologo, consulenza e segretariato sociale, aiuto economico). In particolare, nel 2017, è stata ampliata l’offerta alla fascia dei ragazzi e dei giovani con l’attivazione dell’educativa di strada attraverso l’impegno di due educatori a tempo pieno che si occupano di diverse attività, prima fra tutte la mappatura e il presidio delle zone di Cogoleto utilizzate dai ragazzi e dai giovani per l’aggregazione spontanea al fine di agganciarli e coinvolgerli in attività più strutturate. Il Breek ha svolto un’importante lavoro durante il periodo estivo di ripresa delle attività con i giovani ragazzi del territorio mantenendo un intervento sia telematico sia in presenza, secondo la normativa vigente in materia di sicurezza da diffusione Covid 19, e dando la possibilità di creare momenti di interazione sociale ed intrattenimento ai giovani del territorio sempre con la supervisione, il supporto e l’accompagnamento di un educatore professionale sul territorio.

Alla luce dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Nostro Paese dallo scorso marzo 2020 il Servizio Sociale si è ritrovato in prima linea per il supporto ai nuclei in difficoltà economica e fragilità sociale con molteplici servizi.

Si è avviata in collaborazione con La Farmacia Comunale e le farmacie territoriali, La Croce d’Oro di Sciarborasca, la Croce Rossa di Cogoleto e la Caritas il servizio del Cesto solidale grazie alla generosità dei cittadini di Cogoleto, con consegna a domicilio di pacchi alimentari.

Si è inoltre attivato gratuitamente il servizio di spesa a domicilio per i nuclei più fragili con presenza di over 65 o disabili.

In base alle indicazioni Nazionali si è avviata l’erogazione di buoni acquisto di generi di prima necessità grazie alle convenzioni stipulate con i negozianti presenti sul territorio di Cogoleto, rivolgendosi ad un bacino di circa 200 famiglie.

Con l’insediamento della nuova Giunta Comunale sarà nostra priorità ristabilire i rapporti con il Territorio e le Associazioni e ricostituire la Consulta Giovanile che, attraverso le proprie proposte progettuali e iniziative promosse in collaborazione con il Breek, potrà spingere al coinvolgimento dei giovani nella vita del paese e nella realtà dell’Amministrazione Pubblica, attraverso un confronto costante con gli organi politici.

Per ciò che concerne la popolazione anziana, l’Amministrazione offre un servizio di Assistenza Domiciliare che è stato affidato con apposita gara d’appalto ad ottobre 2020. Il servizio – la cui attivazione può essere richiesta attraverso lo “Sportello di Domiciliarità” sito nel palazzo comunale – viene svolto da tre OSS, Operatori Socio Sanitari, in collaborazione con gli assistenti domiciliari comunali che partecipano alla stesura del PIA (Piano Individualizzato di Assistenza) e al monitoraggio del progetto.

Importante iniziativa è lo “Sportello Informa Anziani” attivo nella sede di via Isorella, da AUSER in collaborazione con il Comune e ASL 3. Allo sportello è possibile richiedere informazioni relative ai diversi servizi e prestazioni sociali e sanitarie attive a livello locale e regionale, inoltrare pratiche e conoscere le attività delle Associazioni di Volontariato. Allo sportello quindi è possibile ricevere informazioni circa il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, l’assegno per la Gravissima disabilità e il Fondo per la Vita

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18 Indipendente; si tratta di assegni mensili, su copertura finanziaria regionale, che possono essere richiesti in base ai parametri decisi dalla Regione Liguria.

A causa dell’emergenza Sanitaria lo sportello per l’anno 2020 è stato sospeso con disponibilità ad accogliere le richieste ed i bisogni del cittadino attraverso il Segretariato Sociale del Comune di Cogoleto che riceve su appuntamento e orienta il cittadino sui bisogni sociosanitari.

Punti di aggregazione fondamentali all'interno del paese - per bambini, ragazzi, giovani, famiglie, adulti e anziani - sono le varie Associazioni di volontariato, sociali, culturali e sportive presenti e attive sul nostro territori.

Le Associazioni sono state, anche in questo momento delicato, riferimento e sostegno per le iniziative del Comune, con propositività ed impegno costante.

Un ulteriore ruolo di affiancamento agli operatori sociali viene svolto dalla Caritas parrocchiale che collabora all’appoggio alle famiglie in difficoltà.

Il lavoro di rete svolto da anni dal Comune con il terzo settore ha contribuito ad una migliore conoscenza tra Associazioni diverse e spesso vengono realizzate attività con compartecipazione e aiuto reciproco.

Inoltre sempre più prende consistenza l’attività sociale svolta dalle Associazioni in collaborazione e su mandato comunale con conseguente partecipazione finanziaria pubblica, per la realizzazione di interventi ed azioni a sostegno delle fasce deboli.

Il Comune si impegnerà per il rinnovo del Piano di Zona che è arrivato alla conclusione dei suoi primi 3 anni di lavoro, con un lavoro svolto tra Associazioni e Istituzioni Pubbliche attraverso tavoli di lavoro, grazie alla partecipazione di tutti con la volontà di creare obiettivi comuni concreti e lavorare in rete per la realizzazione degli stessi con quattro grandi tematiche: anziani, fragilità, responsabilità genitoriali e giovani.

Ugualmente, sia a livello regionale che locale, le Associazioni sono chiamate alla collaborazione anche nel momento di co-progettazione dei servizi. In particolare, è stato presentato dall’Amministrazione il rinnovo per il progetto SIPROIMI, Sistema di Protezione Rifugiati e Richiedenti Asilo, per il triennio 2021-2023. Il progetto è stato realizzato con il sistema della co progettazione, con un’ATS – associazione temporanea di scopo – formato da Croce Bianca Genovese, Croce d’Oro Sciarborasca e API, Associazione Polizie Italiane con ottimi risultati e ottima partecipazione da parte della rete delle Associazioni, ricevendo anche i complimenti dal Monitoraggio effettuato dal Servizio Centrale di Roma e gennaio 2020.

Ad oggi comunque, grazie anche all’impegno dell’amministrazione e di alcune associazioni di volontariato, alcuni migranti ospiti del SIPROIMI sono coinvolti nell’attività dei “Patti di Volontariato”, per cui il Comune ha aperto apposita posizione INAIL: in questo modo si è offerto ai migranti la possibilità di conoscere il territorio e di arrivare ad una maggiore integrazione mettendo a disposizione le proprie risorse a favore della cittadinanza.

Inoltre, altri progetti specifici di sostegno alle fasce deboli (Borse lavoro disabili, percorsi di inclusione sociale per giovani “messi alla prova” dall’Autorità Giudiziaria) possono essere realizzate a livello di Distretto Sociosanitario, in collaborazione tra i vari Comuni facenti parte del DSS n. 8 ed i diversi servizi dell’Asl 3 Genovese.

Come Distretto Socio Sanitario n.8 l’impegno è rivolto anche alla creazione di una rete per le Famiglie Affidatarie, rivolto alle famiglie del territorio che vogliono avvicinarsi a questo importante impegno e percorso, la volontà del Distretto è quella di creare un’equipe Distrettuale che possa essere di riferimento e possa avviare percorsi di sostegno e valutazione per le famiglie che vogliono avvicinarsi all’accoglienza e al supporto di minori in situazione temporanea di difficoltà.

Le richieste più frequentemente portate all'attenzione dell’Ambito Territoriale Sociale n. 31 riguardano principalmente:

Problema casa: mancanza di alloggio dovuto a sfratti con impossibilità di reperire un'abitazione stabile e a costi accessibili; costo eccessivo degli affitti mensili;

Lavoro: Estrema difficoltà a reperire attività lavorative stabili soprattutto per donne in necessità, sole e generalmente con figli a carico. Tale bisogno è spesso esteso anche ad altre fasce sociali deboli (invalidi civili, portatori di handicap).

E’ intenzione dell’amministrazione Comunale creare un punto di accoglienza e orientamento al lavoro per giovani ed adulti sul territorio comunale per garantire supporto alla cittadinanza in un momento così delicato per la ricerca occupazionale.

Difficoltà economiche: Tale problematica attraversa numerose fasce deboli, sia in età giovane o adulta, sia in età avanzata in presenza di basso reddito ed elevate spese di mantenimento, di alloggio e di cure sanitarie.

Per la frequente riduzione di risorse a fronte di una domanda in continuo aumento e per garantire quindi i servizi senza penalizzare le fasce deboli della popolazione e aumentare le disuguaglianze, si pone con forza l’esigenza di un utilizzo attento e fortemente razionale delle risorse assegnate.

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