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IL BARBIERE DI SIVIGLIA

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Academic year: 2022

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Teatro Grande

COMUNICATO STAMPA 12 ottobre 2021

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

GIOACHINO ROSSINI

15 ottobre 2021 ore 20.00 17 ottobre 2021 ore 15.30

Nei giorni 15 ottobre alle 20.00 e 17 ottobre alle 15.30 si terrà il secondo appuntamento con la Stagione d’Opera del Teatro Grande che accoglierà sul palcoscenico bresciano Il Barbiere di Siviglia, celebre capolavoro di Gioachino Rossini che non si rappresenta a Brescia dal 2011.

Il titolo rossiniano è sicuramente tra le opere più amate: nei due secoli trascorsi dalla sua prima messa in scena, Il Barbiere di Siviglia ha conquistato le platee di tutto il mondo e si è prestato alle più diverse contestualizzazioni senza perdere negli anni la straordinaria verve comica che lo contraddistingue.

Regia, scene e costumi del nuovo allestimento sono affidati a Ivan Stefanutti, affermato regista d’opera italiano che spazia dal grande repertorio ai titoli meno frequenti, sino all’opera contemporanea. La sua visione per questo Barbiere trae ispirazione dalla pellicola del 1975 The Rocky Horror Picture Show: una rilettura che mette in luce il sottile umorismo rossiniano in un’ambientazione notturna, ricca di particolari e molto cesellata (una Spagna in cui compaiono draghi, grifoni ed altre creature fantastiche).

Il Maestro Jacopo Rivani – già assistente del Maestro Zedda per la produzione de Il Barbiere di Siviglia in occasione del bicentenario della composizione a Pesaro – coordinerà musicisti e cantanti sulle note della partitura rossiniana. Le luci saranno curate dalla light designer Fiammetta Baldiserri.

Il cast artistico – composto da alcuni dei vincitori del 71° Concorso As.Li.Co. per Giovani Cantanti Lirici d’Europa – vedrà nel ruolo del protagonista Gianni Luca Giuga e al suo fianco Chiara Tirotta (Rosina), Matteo Roma (Conte), Diego Savini (Bartolo), Alberto Comes (Basilio), Pierpaolo Martella (Fiorello), Tiberia Monica Naghi (Berta), Federico Pinna (Ambrogio) e Pietro Miedico (Ufficiale).

Dopo le due recite bresciane lo spettacolo concluderà la tournée nei Teatri del Circuito OperaLombardia il 28 e il 30 gennaio 2022 al Teatro Donizetti di Bergamo.

Anche per questo titolo sarà attivo il progetto di accessibilità OPEN volto a rendere il Teatro e gli spettacoli della Stagione d’Opera fruibili dai disabili visivi e uditivi attraverso una particolare tecnologia che da un lato consente a sordi e ipoudenti di migliorare la propria fruizione dell’opera attraverso una personale modulazione delle frequenze del suono e, dall’altro, consente ai non vedenti di poter ascoltare un’audiodescrizione dello spettacolo appositamente creata nelle settimane precedenti la rappresentazione.

Per tutte le opere in cartellone sono inoltre previsti i sopratitoli in italiano, percorsi in LIS e percorsi multisensoriali in avvicinamento all’opera. Tutte le opere sono inoltre accompagnate. Per informazioni e prenotazioni relative al progetto OPEN è attivo l’indirizzo accessibilita@teatrogrande.it.

Si segnala che con questo spettacolo il Teatro Grande torna a piena capienza di pubblico a seguito delle ultime variazioni normative. Sono pertanto in vendita on line e alla Biglietteria del Teatro Grande anche i posti inizialmente bloccati per garantire il distanziamento.

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BIGLIETTERIA E MODALITÀ DI ACCESSO

I biglietti per gli spettacoli sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Grande e sui siti teatrogrande.it e vivaticket.com. Si ricordano gli orari di apertura della Biglietteria del Teatro Grande: dal martedì al venerdì dalle 13.30 alle 19.00 e il sabato dalle 15.30 alle 19.00; chiusura domenica e lunedì e festivi a eccezione dei giorni di spettacolo.

Tutti gli spettacoli sono realizzati in sicurezza e nel rispetto delle normative legate al contenimento della diffusione del contagio da Covid-19. A tale proposito segnaliamo che, a seguito delle ultime disposizioni normative, l’accesso agli spazi del Teatro sarà possibile solo previa esibizione del Green Pass.

Per evitare code e assembramenti il Teatro sarà accessibile al pubblico a partire da un’ora prima dell’inizio di ogni rappresentazione. Raccomandiamo agli spettatori di presentarsi presso il Teatro non oltre i 30 minuti precedenti l’orario d’inizio dell’evento. Segnaliamo che le disposizioni per il contenimento della pandemia attualmente in corso prevedono l’obbligo della mascherina (chirurgica o di categoria protettiva superiore, no mascherine di comunità) per tutti gli spettatori.

BIGLIETTI INTERO UNDER30 OVER65 UNDER18

Platea - Palchi I-II-III ordine € 60,00 € 35,00 € 48,00 € 15,00 I^ Galleria e Palchi IV ordine € 35,00 € 24,00 € 30,00

II^ Galleria € 20,00 € 15,00 € 15,00

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NOTE DEL DIRETTORE Testo di Jacopo Rivani

La Renaissance rossiniana, condotta e animata da Alberto Zedda ha inizio nel lontano 1969 proprio da Il Barbiere di Siviglia il cui titolo originario è Almaviva, ossia l’inutil precauzione.

Sommersa di critiche alla prima rappresentazione, oggi Il Barbiere di Siviglia non è solo una tra le opere più rappresentate al mondo, ma anche una tra le più impervie per tecnica, stile e colore.

L’ouverture, in cui dominano i legni, alternati ai violini, è utilizzata dal compositore anche per le opere Elisabetta Regina d’Inghilterra e Aureliano in Palmira; è di forma bipartita e costituita da un’introduzione cantabile ed espressiva, che si contrappone all’allegro con brio, in cui l’elemento ritmico è dominante. L’opera conta cavatine di sortita e arie con protagonisti 6 degli 8 personaggi in locandina, pezzi concertati dal duetto al sestetto col coro, oltre al consueto temporale, tipico di tutte quelle situazioni in cui l’unico ‘aggravamento possibile’ sia la pioggia.

La scena, dal colore morbido che evoca l’alba di Siviglia, si scalda con ritmi che ricordano la musica spagnola, grazie anche all’utilizzo della chitarra e delle percussioni.

Sin dai primi episodi concertati, viene in luce lo stile compositivo che attribuisce ai solisti i caratteri vocali di

‘sillabato’ (i solisti velocemente cantano lunghe porzioni di testo) e di sticomitia (nei duetti, i personaggi intavolano un dialogo surreale dicendo una parola a testa). Proprio in questi episodi, il genio rossiniano mette in risalto l’orchestra che non interviene più come solo accompagnamento all’opera - com’era di prassi nel periodo precedente al cigno pesarese - ma si nobilita in una sorta di dialogo con il palcoscenico, dove la linea musicale dell’orchestra diventa il vero traino dell’azione e lo stile rossiniano si completa con ardite trovate orchestrali come i colpi d’arco ‘battuti’ e ‘ricochet’ e, ovviamente, l’inconfondibile crescendo rossiniano, tecnica che crea l’inimitabile effetto di pazzia organizzata, tipica delle parti conclusive dei vari numeri chiusi.

Rossini mette su carta un’alchimia tra ritmo e suoni perfetta e a tratti inspiegabile, attribuendo ai solisti impervie parti rese uniche ed energiche dalla pratica tipicamente rossiniana delle variazioni, parti che mettono in evidenza le abilità belcantistiche dei solisti, impegnati in coloriture e gorgheggi frutto di importantissima padronanza tecnica e da loro stesse, o da chi per loro, inventate, con lo scopo di rendere ogni recita d’opera nuova, inimitabile e personalizzata.

Proprio sul tema delle variazioni giunge a noi l’aneddoto raccontato dallo stesso Rossini che, complimentandosi con un cantante chiese: “Di chi è questa difficilissima aria?” - “Ma è sua, Maestro!”.

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NOTE DI REGIA

Testo di Ivan Stefanutti

C'ERA UNA VOLTA?

Appunti per la messa in scena de "Il barbiere di Siviglia"

"C'era una volta, non molto tempo fa, in una tetra città della Spagna, una fanciulla che veniva tenuta prigioniera dal suo misterioso tutore. La poverella era costantemente vigilata da persone e creature al servizio del perfido Bartolo. Egli si professava "Dottore", ma da quel poco che era dato sapere, si trattava solo di uno scienziato dilettante. La sua mira principale, in realtà, era sposare l'ignara e ricca Rosina usando, senza rimorsi, ogni sorta di trucchi e sotterfugi.

Molte delle creature che popolavano il suo palazzo, non erano altro che esperimenti mal riusciti. Ambrogio ne rappresentava l'esempio più evidente. Se non ci fosse stata la durissima governante Berta a gestire la casa, la situazione sarebbe stata ingovernabile. Il con suo piglio inflessibile e sinistro riusciva a tenere a bada le balorde creature.

Bartolo, aveva un subdolo collaboratore che con la scusa di insegnare musica alla sventurata fanciulla, tesseva trame oscure per favorire il suo datore di lavoro. I suoi suggerimenti erano inquietanti e intrisi di maldicenze. Questo non faceva che confermare quanto il suo mantello oscuro potesse intralciare il bene. Ma ognuno ha il suo prezzo ed anche Basilio non può che cedere al miglior offerente.

La nostra storia inizia a mezzanotte, in piazza, sotto il balcone di Rosina. In quella paurosa casa non si dorme e dietro le tende un occhio vigile osserva tutto. È l'ora delle streghe. Misteriose ombre, come pipistrelli si aggirano. Non è chiaro che cosa intendano fare né chi sia il loro padrone.

Acquattato nel buio c'è anche il principe azzurro della situazione, che in questo caso è solo un conte in cerca di emozioni e ufficialmente innamorato della bella reclusa. Mosso da paladini istinti egli s'ingegna, ma tutte le sue strategie sembrano inefficaci per entrare della magione di colei che ama.

In questa notte che pare non terminare mai, un altro personaggio si aggira furtivo. È Figaro, un inquietante figuro che vaga nell'oscurità di Siviglia. Regge un sacco pieno di capelli ed ha un rasoio in mano. Avrà sinistre intenzioni? No, in realtà non vi è niente di strano. È solo un barbiere che offre le sue prestazioni a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Si continua a cantare l'alba e l'aurora, ma sembra che queste non arriveranno tanto presto, anzi dovremo passare, prima, per un innaturale e rumoroso temporale.

Malgrado i sinistri presagi, gli eroi sfidano la sorte ed entrano nel funereo palazzo. Le fiamme dal grande camino amplificano e allungano le ombre sopra le teste degli animali appese alle pareti. Una strana atmosfera, quasi stregata, li avvolge... per fortuna c'è quel fiore di Rosina... [...]"

Già questo inizio di sinossi può ricordare alcune atmosfere buie e sinistre delle favole scritte per educare le giovani ragazze che si affacciano alla vita, ma qui la situazione è differente, nessuno è veramente cattivo e spaventoso. E la ragazza in questione se la sa cavare benissimo.

Mettere in scena un nuovo allestimento del "Barbiere" è una sfida dove ci vuole coraggio e disinvoltura.

L'opera passa per una delle più divertenti ed in effetti lo è. Ma l'umorismo può transitare attraverso molti linguaggi ed impostazioni. Personalmente le situazioni che mi fanno più ridere non son necessariamente quelle più solari o colorate. L'umorismo nero è una cifra che sento molto vicina e trovo che si addica a questa situazione. In questa messinscena non troveremo la Siviglia sabbiosa e assolata a cui siamo stati abituati, ma la favola, tinta di nero, di una fanciulla segregata in casa da un lascivo tutore.

Questo genere di linguaggio umoristico, ha una lunga e prestigiosa tradizione che parte dalla letteratura e, passando per il teatro, arriva all'arte cinematografica, che ne ha veicolato e sdoganato il vocabolario.

Ma stiamo tranquilli perché comunque finirà con "... e tutti vissero felici e contenti"

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VENERDÌ 15 OTTOBRE ORE 20.00 DOMENICA 17 OTTOBRE ORE 15.30 SALA GRANDE

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Dramma comico in due atti

Libretto di Cesare Sterbini dalla commedia Le barbier de Séville di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais Musica di GIOACHINO ROSSINI

Ed. Casa Ricordi, Milano

Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816

Personaggi Interpreti

Il Conte D’almaviva Matteo Roma

Bartolo Diego Savini

Rosina Chiara Tirotta

Figaro Gianni Giuga

Don Basilio Alberto Comes

Fiorello Pierpaolo Martella

Berta Tiberia Monica Naghi

Ambrogio Federico Pinna

Ufficiale Pietro Miedico

Maestro Concertatore e Direttore Jacopo Rivani Regia, Scene e Costumi Ivan Stefanutti

Luci Fiammetta Baldiserri

Assistente alla regia e alle scene Filippo Tadolini Assistente ai costumi Stefano Nicolao Assistente alle luci Gianni Bertoli

Maestro del Coro Massimo Fiocchi Malaspina

Maestro al fortepiano Hana Lee

Orchestra I Pomeriggi Musicali Coro OperaLombardia

Nuovo allestimento dei Teatri di OperaLombardia Coproduzione Teatri di OperaLombardia

TOURNÉE CIRCUITO OPERALOMBARDIA Teatro Sociale di Como, 23 e 25 settembre 2021 Teatro Fraschini di Pavia, 30 settembre e 2 ottobre 2021 Teatro Ponchielli di Cremona, 8 e 10 ottobre 2021 Teatro Donizetti di Bergamo, 28 e 30 gennaio 2022

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Jacopo Rivani, Direttore d’orchestra

Nato a Ravenna, si diploma brillantemente in tromba all’Istituto Musicale della sua città e si laurea a pieni voti in Direzione d’Orchestra al Conservatorio di Musica Gioachino Rossini di Pesaro sotto la guida del Maestro Benzi, con una tesi dedicata alla drammaturgia rossiniana con particolare approfondimento sull’opera Il barbiere di Siviglia. Fondamentali per la sua formazione sono stati gli incontri con i maestri Bellugi e Zedda, che è stato anche correlatore della tesi di Laurea in Direzione d’Orchestra, e di cui Rivani è stato assistente ne Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, in occasione del bicentenario della composizione, a Pesaro. Nonostante la giovane età, ha diretto più di 150 recite d’opera e oltre 50 concerti sinfonici riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Tra i titoli di repertorio figurano: La traviata, Rigoletto, Nabucco, Il barbiere di Siviglia di Rossini, Cenerentola, Don Pasquale, L’Elisir d’amore, Cavalleria Rusticana, Carmina Burana, Otello di Verdi, Madama Butterfly, le Sinfonie I, III, IV, V, VI e IX di Beethoven, IV di Čajkovskij, IV di Mahler, Requiem di Mozart, Messa di gloria di Puccini e molti altri. Da segnalare l’appassionato impegno per il repertorio contemporaneo con un’importante predilezione per le prime assolute, tra cui Milo, Maja e il giro del mondo di Matteo Franceschini (2015) e Ettore Majorana - cronaca di infinite scomparse di Roberto Vetrano (2017) entrambe accolte con grande successo di pubblico e critica. Nel corso del 2021 dirige le prime assolute delle opere Pinocchio di Aldo Tarabella (Teatri di Lucca, Ravenna e Rovigo) e Il viaggio di G. Mastorna di Matteo D’Amico (Teatri di Rimini e Cesena). Nel mese di aprile è stato pubblicato il suo primo lavoro discografico per l’etichetta Da Vinci Classics, che lo vede alla direzione di un programma interamente dedicato a Čajkovskij, con la Serenata per Archi op. 48 e la versione orchestrale, da lui stesso elaborata, dell’Album per la Gioventù op.39. Di quest’ultima pagina nel 2021 è stato pubblicato il materiale musicale per Da Vinci Edition.

Ivan Stefanutti, Regista, scenografo, costumista

Dopo una lunga collaborazione con Sylvano Bussotti, agli inizi degli anni Novanta inizia a firmare le sue regie.

La sua attività, in Italia e all’estero, è molto intensa nell’opera lirica, dove spazia dal grande repertorio, ai titoli meno frequentati, all’opera contemporanea. Presente con regia, scene e costumi nei teatri lirici italiani (tra cui Teatro dell'Opera di Roma, Teatro Massimo di Palermo, Gran Teatro La Fenice di Venezia, Arena di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Regio di Torino, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Giuseppe Verdi di Trieste) e stranieri (tra cui New York City Opera, Opera Carolina, Toledo Opera, Teatro dell'Opera di Montecarlo, Teatro Campoamor di Oviedo, Teatro Municipale di Losanna, Anhaltisches Theater di Dessau, WienerKammer Oper di Vienna, Opèra Comique di Parigi, Festival Massenet di Saint-Etienne, Kansai opera di Osaka, A.C.O. di Las Palmas de Gran Canaria, A.B.A.O. di Bilbao, Teatro Nazionale di Belgrado). Mette in scena sia spettacoli di matrice tradizionale come Andrea Chénier, sia personali allestimenti come Aida in versione intergalattica.

Disegna allestimenti per i più diversi palcoscenici: dal Teatro all’aperto allestito dal Teatro dell’Opera di Roma a Villa Borghese, al piccolo Teatro dell’Opera di Montecarlo. Alcuni suoi spettacoli tornano periodicamente in scena. Uno per tutti La Bohème che in pochi anni è stato visto in oltre 28 teatri e Andrea Chenièr andato in scena la prima volta nel 1996 e tutt’ora in repertorio, Adriana Lecouvreur che, nato nel 2002, continua ad essere riallestito regolarmente nel mondo. Parallelamente si avvicina al teatro leggero, al musical e all’operetta, diventando uno dei registi di punta del festival dell’Operetta di Trieste. Nell’estate 2001 debutta l’opera rock Metropolis, ispirato al film di Fritz Lang. Dalla collaborazione con Silver nasce un nuovo musical In bocca al lupo!…e basta!, spettacolo che si avvale di tecnologie che consentono ad attori virtuali (Lupo Alberto) di recitare assieme ad attori reali. Nel 2004 dirige Plácido Domingo in Le donne di Puccini al Festival Puccini di Torre del Lago. Nel 2011 inaugura la stagione del Teatro dell’Opera di Stato Ungherese a Budapest con un nuovissimo allestimento di Simon Boccanegra di Verdi. Nel 2014 e nel 2018 la rivista inglese The Scenographer gli dedica due numeri monografici. Dal libro Il formaggio e i vermi di Ginzburg viene tratta l’opera lirica Menocchio di Renato Miani che mette in scena al Mittelfest nel 2016. Nel 2017, al Teatro Olimpico di Vicenza, cura la regia del vivaldiano La Gloria e Imeneo con I Solisti Veneti. Debutta negli Stati Uniti con La Fanciulla del West a Charlotte, OperaCarolina e al New York City Opera. Lo spettacolo è stato ripreso in Italia in altri sei Teatri nella stagione 2017/18. Nel 2019 una nuova incursione nel Musical con i bellissimi costumi di Singin’ in the rain. Lo stesso anno torna negli Stati Uniti con una nuova produzione dell’opera Macbeth di Verdi.

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Matteo Roma, Tenore

Nato nel 1994 a Treviso, nel 2016 si classifica terzo al Concorso Internazionale di Canto Lirico “Fausto Ricci”

di Viterbo. Comincia a cantare in alcuni dei più importanti teatri italiani quali il Teatro Comunale di Ferrara, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Argentina di Roma, il Teatro Mario del Monaco di Treviso, il Teatro Romano di Ostia Antica, il Teatro Comunale di Ferrara e la Fenice di Venezia. Nel 2017 partecipa al Festival Verdi del Teatro Regio di Parma in Jerusalem di Giuseppe Verdi, diretto da Daniele Callegari, per la regia di Hugo De Ana. Nello stesso anno è Don Gaspar in La Favorite di Gaetano Donizetti all'Opéra Royal de Wallonie di Liège, sotto la direzione di Luciano Acocella e la regia di Rosetta Cucchi. Nel 2018 debutta nel ruolo del Cavaliere Belfiore in Il viaggio a Reims di Gioachino Rossini per il circuito di OperaLombardia e nel ruolo di Aronne in Mosè in Egitto, sempre di Rossini, presso il Teatro Verdi di Pisa e il Teatro Coccia di Novara. Canta la Petite Messe Solennelle di Rossini in presso il Grand Amphithèatre della Sorbonne a Parigi per il Rossini Opera Festival e nel 2019 debutta nel ruolo del Conte d’Almaviva in Il Barbiere di Siviglia presso il Grand Thèatre Massenet di Saint-Etienne. Debutta il ruolo di Fenton in Falstaff di Giuseppe Verdi presso i Teatri della Fondazione Rete Lirica Marche e i ruoli di Arlecchino/Peppe in I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo presso il Teatro Carlo Felice di Genova e di Ramiro in La Cenerentola di Rossini in riduzione presso il Teatro alla Scala di Milano. Partecipa all'Accademia rossiniana Alberto Zedda di Pesaro in qualità di "allievo effettivo"

debuttando in Il Viaggio a Reims come Conte di Libenskof.

Diego Savini, Baritono

Inizia i suoi studi musicali, frequentando la Scuola Comunale di Musica Giacomo Puccini sotto la guida del soprano Sabrina Sannipoli. Debutta nel 2012 presso il Teatro degli Illuminati di Città di Castello come Belcore in L’elisir d’amore di Donizetti. È selezionato dal LTL opera studio di Livorno per la messa in scena di Il barbiere di Siviglia di Rossini come Don Bartolo, debuttando nella stagione 2014/15 nei teatri Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca, Verdi di Pisa e Coccia di Novara. Tra gli altri concorsi è stato vincitore del secondo premio al 6°concorso ‘Cleto Tomba’ a Castel San Pietro Terme, del ruolo di Lorenzo in I Capuleti e i Montecchi con Opera Estudio di Tenerife, in scena sia all’Auditorium di Tenerife che al Teatro Comunale di Bologna. È stato allievo effettivo dell’Accademia Rossiniana Alberto Zedda e si è esibito come Don Profondo in Il viaggio a Reims di Rossini. Nel 2020 è stato impegnato a Rossini Opera Festival di Pesaro come Don Profondo in Il Viaggio a Reims. In autunno nel cast di Marino Faliero di Donizetti al Festival Donizetti di Bergamo. Nel 2021 interpreta Taddeo in L’Italiana in Algeri di Rossini al Teatro di Brema. Tra gli altri ruoli ha interpretato Don Carissimo in La Dirindina di Scarlatti (Teatro Torti di Bevagna), Uberto in La serva padrona di Pergolesi (Teatro Comunale di Ferrara), Dulcamara in L’elisir d’Amore (Teatro Morlacchi di Perugia), Norton in La cambiale di Matrimonio (Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza), Taddeo in L'Italiana in Algeri (Auditorium LAC di Lugano e Conservatorio della Svizzera italiana, in collaborazione con il Ticino music Festival), Figaro in Il barbiere di Siviglia di Paisiello (NCPA di Pechino, diretto da Richard Barker, sotto la regia di Alessandra Panzavolta), Leporello in Don Giovanni (Teatro di Varese e di Stradella in collaborazione con Red Carpet Teatro - Teatro Carcano di Milano, diretto da Giuseppe Montesano e con la regia di Mattia Testi).

Chiara Tirotta, Mezzosoprano

Nata nel 1990 a Reggio Calabria, inizia gli studi musicali come fagottista e si laurea in canto al Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria studiando col padre, Gaetano Tirotta. Partecipa al V Festival dell'Opera Giocosa e, nel 2014, vince il primo premio al concorso Comunità Europea del Teatro Lirico Sperimentale A.

Belli a Spoleto ed è invitata a partecipare al Festival dei due Mondi dove debutta in Gianni Schicchi nel ruolo di Zita e in Alfred di Franco Donatoni nel ruolo di Eleonor sotto la direzione di Marco Angius. È solista nell’Alleluja di Niccolò Jommelli con il Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Invitata dalla commissione della Comunità Europea per i festeggiamenti solenni di Cristina di Svezia a Palazzo Farnese a Roma, canta un programma di autori del Barocco Romano. Vincitrice del concorso per l’Accademia di Alto Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala di Milano, nelle stagioni scaligere debutta come Angelina in La Cenerentola di Rossini, Laldomine in La Cena delle Beffe di Giordano, Un pâtre in L'Enfant et les Sortilèges di Ravel e Annina in La Traviata di Verdi. È stata Dorabella in Così fan tutte di Mozart al Teatro Carlo Felice di Genova, nel suo debutto al Nuovo Teatro d’Opera di Dubai e al Teatro Verdi di Trieste, il mezzosoprano solista nella Petite Messe Solennelle ad Alba Regia (Ungheria), diretta da J. Acs, Angelina in La Cenerentola al Teatro Cilea di Reggio Calabria, dove è stata anche Dorabella in Così fan tutte, Suzuki in Madama Butterfly al Teatro

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di San Carlo di Napoli, dove torna come Nicoletta in L’amour des Trois Oranges e Enrichetta di Francia in I Puritani. Ha debuttato al Teatro Filarmonico di Verona nel ruolo di Rosina in Il barbiere di Siviglia di Rossini, e torna come Dorabella in Cosí fan tutte. Sarà Angelina in La Cenerentola al Teatro Comunale di Bologna, Isabella in L’Italiana in Algeri al Concertgebouw di Amsterdam, sarà Marianna in Il Signor Bruschino al ROF con il quale andrà in tournée al Müpa Budapest e a Pecs con Tancredi.

Gianni Giuga, Baritono

Nato a Siracusa nel 1992, si diploma presso la Scuola d’Arte Drammatica Giusto Monaco. Intraprende studi di recitazione, e continua i suoi studi con il tenore Marcello Giordani insieme al quale nel 2017 fa il suo debutto in I Pagliacci (Silvio). Canta al Teatro Comunale di Modena in La Cenerentola (Dandini) e L’Elisir d’amore (Belcore) nell’ambito del Festival Appennino Incanto. Nel 2019 vince il concorso AsLiCo ed è insignito della borsa di studio Mario Orlandoni all’Associazione Carducci di Como. Si aggiudica in seguito il primo premio al concorso AsLiCo 2020 vincendo il ruolo di Figaro nel Barbiere di Siviglia. Ha debuttato al Teatro Lirico di Cagliari ne La Fanciulla del West dove poi è tornato per Madama Butterfly e Carmen (Morales). È di recente stato protagonista ne Lo Schiavo di Gomes prima italiana per l’apertura della stagione al Teatro Lirico di Cagliari, diretto da John Neschling con la regia di Davide Garattini e Taddeo in L’Italiana in Algeri all’Opéra de Tenerife e al Comunale di Bologna. Ha preso inoltre parte alla produzione dell’Andrea Chénier di Trieste (2019), al progetto speciale per le scuole La spada nella roccia al Teatro Regio di Parma, alle produzioni di Tosca e Turandot in Sicilia (Teatro Greco di Siracusa) e in La traviata al Teatro delle Muse di Ancona. Nel 2019 torna all’Auditorio de Tenerife in Rigoletto (Marullo) e nel giugno 2020 partecipa alla produzione di Rigoletto del Teatro Regio di Parma. Nel settembre 2020 fa parte della prima edizione di Wexford Factory e debutta alla Wexford Opera House in Falstaff (Sir Ford). Partecipa all’Accademia Rossiniana Alberto Zedda 2020 in cui canterà il ruolo di Don Profondo ne Il viaggio a Reims. In luglio fa il suo debutto al Festival Puccini di Torre del Lago, cantando il Sagrestano in Tosca. Tra i prossimi debutti quello di Figaro ne Il barbiere di Siviglia al Teatro Sociale di Como. Nel 2022 sarà Morales nella Carmen che andrà in scena a Parma in gennaio.

Alberto Comes, Basso

Nato a Monopoli nel 1992, si è diplomato con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari sotto la guida del soprano Maria Grazia Pani. Ha vinto Concorsi Lirici Internazionali tra cui: Città di Pesaro, Lams di Matera, Valerio Gentile, il Premio Internazionale di Canto Lirico “Beppe De Tomasi”. È vincitore del ruolo Don Basilio ne Il barbiere di Siviglia di Rossini alla 71esima Edizione del Concrso AsliCo per giovani cantanti lirici. Nel 2015 debutta il ruolo dell’Impresario ne Le Convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti a cui segue il ruolo di Strabinio in L'impresario in angustie di Cimarosa a Basilea, quello di Dulcamara in L’elisir d'amore al Teatro Nuovo di Milano, Kalil in Medico turco di Isouard a Bari e il Calotta ne Il cavaliere errante di Traetta. Nel 2017 al Teatro Petruzzelli, debutta il ruolo di Ernesto ne La gazza Ladra di Rossini, L’oste in Manon Lescaut di Puccini e il Mago/Sultano in Aladino e la sua Lampada di Scardicchio.

Successivamente debutta il ruolo di Simone in Gianni Schicchi di Puccini a Taranto, e il ruolo di Seneca ne L’Incoronazione di Poppea di Monteverdi a Bari. Nel 2018 presso il Teatro Petruzzelli interpreta il ruolo di Fouquier Tinville in Andrea Chénier di Giordano, Il Re di Bordonia ne Il gatto con gli stivali di Scardicchio/Pani, Il Conte di Ceprano in Rigoletto di Verdi e infine il ruolo di Orbazzano in Tancredi di Rossini. Nel 2019 è stato selezionato dall’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” di Martina Franca, nel cui ambito ha preso parte alle produzioni nel cartellone 2019 del Festival della Valle d’Itria. Nell’ottobre 2019 ha interpretato i ruoli di Domestico/Sicario/Medico, nel Macbeth di Verdi, nei Teatri di OperaLombardia con direttore Gianluigi Gelmetti e la regia di Elena Barbalich. Nel 2020 ha partecipato al Festival della Valle d'Itria nell'opera Il Marchese gentiluomo in qualità di solista nella produzione concertistica. Nell’ottobre 2020 ha interpretato il ruolo di Le Bailli, nel Werther di Massenet, nei Teatri di OperaLombardia, direttore Francesco Pasqualetti e la regia di Stefano Vizioli. Nel repertorio sacro è stato basso solista nel Requiem di Mozart e nello Stabat mater di Haydn. Nel maggio 2021 il suo talento è stato premiato con una Borsa di Studio elargita dal Rotary Club di Martina Franca, in accordo con la Fondazione Paolo Grassi. Nell’agosto 2021, debutta nel ruolo di Mustafà ne L’Italiana in Algeri di Rossini presso il Bregenzer Festspiele.

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