Universitäts- und Landesbibliothek Tirol
Il guerriero italico di Capestrano
Moretti, Giuseppe Roma, 1936
Descrizione
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FIG . I - LE ANTICHE POPOLAZIONI DELL * ITALIA CENTRALE
DESCRIZIONE
ELLA RISTRETTA conca distesa sotto le colline di Capestrano e di Ofena (provincia di Aquila ) ha origine la valle che finisce nel passo delhAppennino fra i gruppi della Majella e del Gran Sasso, e per tre fortissime polle sorge il Tirino, che allo sbocco della valle si versa nell5 Aterno . ^
In questo altipiano , com¬
preso nel territorio dei Vestini, fra le sorgenti del fiume, non s’era avuto altro segno della vita antica se non in qualche trascurabile trovamento a Na-
velli, 2) sulla via per Aquila , e in qualche insignificante iscrizione latina riferibile ad abitati romani delle alture circostanti, 3) finché nel settembre del 1934- XII un povero contadino lavorando profondamente a vigna un suo frustolo di terreno , non sco¬
perse una grossa pietra di gran¬
dezza maggiore e di forma diversa dalle comuni . Mentre per rimuoverla le faceva vuo¬
to intorno , si accorse che si
venivano da essa esprimendo forme umane : ma lontano da ogni sospetto che potesse perciò avere un valore e un significato , non se ne diede alcuna cura . E non se ne diede neppure quando a qualche metro scoperse poco dopo anche un elmo grande come uno scudo , e sotto a questo un busto di donna (Tav. IV ) . Per una ventina di giorni i coloni vicini li videro infatti abbandonati sul terreno, finché il comandante della sta¬
zione dei Carabinieri , recatosi anche lui sul luogo , non rilevò che sulla rozza figura , un po’
ripulita dalla pioggia , si comin¬
ciavano a manifestare le parti di un ’armatura e che poteva trattarsi di cosa antica e impor¬
tante . La fece riparare in casa del proprietario Michele Casta¬
gna nel vicino capoluogo : la vide l’ispettore onorario di Ofena , fu informata la Soprin¬
tendenza all’Arte Medievale di Aquila e poi quella alle Anti¬
chità di Roma , la quale , rico¬
nosciutane subito l’importanza,
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La Torretta
FIG . 2 - LUOGO DI RINVENIMENTO DELLA STATUA
6 IL G VERRI ERO ITALICO DI C APESTRANO
provvide senza indugio a trasportarla al Museo Nazionale Romano.
La figura , che Tannatura rivela con sicurezza per quella di un guerriero italico , era spezzata alle gambe alquanto sopra alle ginocchia (fig. 3) ; e il busto di donna , ace¬
falo e tronco alla cintura : non si doveva perciò , dopo aver fatto arrestare il lavoro del colono , rinunziare a quella preliminare ricerca metodica , che il tempo consentì nell’inizio dell’inverno.
Il risultato fu immediato : nel primo giorno di lavoro condotto dalTufficio, si rinvennero infatti in più pezzi proprio sul punto , dove la statua era caduta indietro supina , tutte le parti che le mancavano,
tranne la crista delFelmo (Tavv. I-III e fig. 4) ; nulTaltro invece si trovò della figura muliebre . Ma nei giorni
che seguirono , si scopersero alcune tombe variamente sparse intorno alla statua del guerriero ; primi segni di una necropoli forse vastissima nella estensione dello spazio come è già risultata vasta in quella del tempo.
I . La statua (Tavv. I- III ) . - Scolpita in calcare tenero di una cava locale, in due soli pezzi, la figura e Telmo , ha queste misure:
Altezza con Telmo senza il plinto . Altezza senza Telmo...
Asse della maschera...
m . 2,09
» 1,71
„ 0,20 Diametri della callotta ... m . 0,207 e 0,155 Misure del tassello di
inserzione
7- 8.
9- 10.
11.
12.
13- 14.
*5- 16.
17- 18.
19.
20 .
21 . 22 .
23-
lunghezza.
larghezza . altezza . . Circonferenza della testa alla basedel mento Circonferenza del collo sotto il mento Circonferenza alle spalle...
Circonferenza alla cintura...
Circonferenza ai glutei...
Altezza dal pube alla gola...
Lunghezza delle braccia (esterna ) I ^estro
& l slnlstro
Altezza delle gambe dalle rotule al pube Altezza dalle rotule al malleolo . . , Lunghezza dei piedi
m . 0,115
„ 0,061
„ 0,015
„ 0,56
„ 0,50
- L 35
» ° >77
„ 1,165
„ 0,74
„ 0,82
„ 0,78
„ 0,285
», 0,41
„ 0,27
„ 0,265
„ 0,65
„ 0,235
,, 0,24 sinistro . . .
Diametro delTelmo alla tesa . . . . . Raggio della tesa (lievemente irregolare) Raggio presunto del lophos ...
Diametri della cavità ... m . 0,215 e 0,16 Altezza del [ parte lavorata esposta da m . 0,10 a 0,14 plinto [ parte grezza inserita da „ 0,20 a 0,30
Perimetro ... m . 1,91
» L33
» o,73
„ L34
„ 0,77 . . . t t f , altezza . . .
Asse piramidale destro \ . lt . 1 penm [ . alla base . . . . , . . f altezza . . . Asse piramidale sinistro ■{ . .
r penm ! . alla base
L ’imagine del guerriero forte e un po ’ tozza , si erge diritta , rigida , a piedi perfettamente appaiati e
paralleli sopra un plinto di contorno irregolare e di alto spessore , rozzamente stondato nel terzo superiore e nei due inferiori lasciato di cava : non sono grandi le piante dei piedi nè le gambe sotto le ginocchia al confronto delle cosce, dei glutei , delle anche mas¬
sicce e rotonde , sopra le quali la linea stringe forte¬
mente nella vita a vespa per riaprirsi poi nel petto gonfio e nelle solide spalle . La statica perciò parrebbe manchevole senza i due appoggi laterali . Anche la testa quadrata e il collo , compresso e schiacciato , sono sproporzionati . La callotta cranica , sopra la fronte è tagliata in piano , ma ha nel mezzo un rilievo rettan¬
golare , che trova inserzione in un vuoto corrispondente dentro la cavità delTelmo (fig. j ) . I piedi , le mani in più punti scheggiati ; ma anche nella deforma¬
zione dovuta a queste screpolature , traspare la cura ben riuscita di rendere con verità le forme e le propor¬
zioni di tutti i particolari , quale non appare più (e non avrebbe dovuto mancarvi ) nella sagoma e nei particolari della testa . Tutta la figura è a piombo , salvo le braccia piegate a reggere le armi sull ’addome , e nuda , salvo i piedi , che hanno i sandali ; e pare trovi appoggio e sostegno in due strani assi piramidali , i quali , sorgendo dalla base alla pari dei piedi , salgono , rastremando e inclinando indietro , sino a finire a punta alle spalle, cui
sono attaccati (Tav. III) .
Gli apici di questi due sostegni sui lati esterni sono foggiati , a punte di lance , che sono rappresentate coi loro assi in tutta la lunghezza e con un peduncolo per impedire lo scorrimento della mano nel lancio del colpo.
Tutto il resto dell’apparato guerresco è posto in dosso : armi di offesa, spada , pugnale , ascia; armi di difesa , elmo , corazza , ventriera . La spada eil pugnale sono sovrapposti , asse sopra asse, sorretti e stretti traverso al petto da destra a sinistra : la spada , inguainata , nell ’elsa e nel puntale è decorata di figurine stilizzate di uomo e di fiere ; il pugnale anche esso con la stessa decorazione, purtroppo scomparsa , nell’elsa, a lama nuda : l’ascia sulla spalla sinistra , col manico traverso , incrociato con la spada.
Il più singolare oggetto dell’attrezzatura è Telmo:
nelle sue enormi proporzioni (cm . 65 di diametro ) po¬
trebbe parere uno scudo , di cui la callotta sarebbe l’um- bone ; ma le alette parallele , indicate con fregio a meandro, che servivano a stringere il cimiero , lunghe quanto un diametro , e le punte ancora conservate dei ciuffi delle penne , le quali per un buon tratto si vedono sopra ad esse con determinata inclinazione , chiariscono subito trattarsi di un elmo se pure affatto nuovo di forma e soprattutto di misura.
Il piano inferiore della tesa , che dalla base della cal¬
lotta sporge così fortemente , è interrotto da tre anelli concentrici , segnati i due maggiori con due cerchi incisi e tinti di rosso ; il minore , semplice, è inciso più vicino all’incavo per la testa.
Non indossa la corazza : quel disco metallico con orlo rafforzato , retto a tracolla , sul petto , da piastrine
IL G VERRIERO ITALICO DI CAPESTRANO 7
FIG . 3 - LA STATUA MUTILA COME FU RINVENUTA FORTUITAMENTE FIG . 4 - LA STATUA , DI DORSO , INTEGRATA E RESTAURATA DOPO LO SCAVO
cui fanno capo due corregge , che altro uguale serrano alla loro opposta estremità sul dorso , è un elemento di corazza, e meglio , un primo rudimento , posto a difesa del cuore.
Dal cinturone , che stringe la vita , scende sull’addome un rivestimento di lamina o di cuoio con bordo raffor¬
zato e decorato di meandro graffito, a contorno curvo in forma di cuore , il quale coprendo ambe le linee inguinali, finisce in basso ad angolo acuto al loro punto di incontro : simile protezione , molto minore e semicircolare , scende sui reni . Ai piedi sono legati sandali della forma rimasta poi sempre immutata e stretti con corregge disposte nel solito modo.
La statua era policroma : non si può dire se avesse un color carneo nel nudo , ma abbondantissimi sono i resi¬
dui del rosso di ocra nelle parti dell’armatura e negli assi di sostegno (Tav. J ). 4>
II . Il busto acefalo di figura muliebre (Tav. IV ) . - Ha le proporzioni di due terzi del vero e comprende il tronco dall’attacco del collo alla cintura , che è conservata in piccola parte tra il dorso e il fianco destro.
Altezza dell’asse fra i seni . . . m . 0,26 Larghezza da spalla a spalla ... „ 0,44 Larghezza alla vita . . ... „ 0,18 Lunghezza esterna del braccio sinistro . . . „ 0,53 Aveva ambedue le braccia attaccate al corpo e piegate al gomito : il sinistro , più fortemente , con l’avambraccio verso la gola e la mano aperta e aderente che tocca per vezzo un ciondolino , l’unico resto della collana ; il destro, rotto sopra al gomito , aveva l’avambraccio in piano sotto al petto come indicano i contorni della frattura e un resto informe della mano . I seni poco sviluppati sono indicati
8 IL GUERRIERO ITALICO DI CAPESTRANO
FIG . J - BUSTO CON CALLOTTA RESEGATA
E RILIEVO DA INSERIRE NEL CAVO CORRISPONDENTE DELL ’ ELMO
sommariamente sotto una fascia orlata , la quale cinge, con aggraziata disposizione , il petto , le spalle e la parte superiore delle braccia senza passare sotto le ascelle.
Due spalline, che muovono dal bordo superiore dietro le spalle, passando di sopra , sono fermate su quello anteriore , sopra il petto , per mezzo di caratteristiche fibule dall’arco a zig- zag. Da queste pendono ciondoli (in ambra o in lamina di bronzo ) in forma di piccole ascie e al braccio sinistro , sopra il gomito , è un braccialetto a semplice anello.
Nota assai singolare nelFabbigliamento semplice e quasi elegante di questa figura è un ’appendice piatta e rettangolare attaccata alle spalle, la quale nel lato supe¬
riore è sagomata secondo la linea di queste , stringe in curva dietro il collo e pare salisse all’occipite e avesse perciò rapporto con l’acconciatura dei capelli, di cui forse una treccia scende , come una lista rilevata , nel mezzo:
piccole tenie cadono simmetriche sull’orlo delle spalle sino alla sommità delle braccia.
Tra questo strano oggetto dell’abbigliamento e di protezione e la cintura , si vede per l’altezza di 5 i milli¬
metri un tratto del busto nudo . Abbondanti sono i resti della policromia . È tinta di rosso la cintura e di rosso è tinta l ’appendice piatta nei bordi e nello spessore ; di ocra gialla il fondo di essa.
III . La necropoli , - Lo scavo tra difficoltà non lievi del tempo , fu fatto nel mese di dicembre , per l’estensione irregolare di una trentina di metri in lunghezza e una ventina in larghezza, 5) sul luogo di rinvenimento della statua , e condusse alla scoperta di trentatrè tombe di diversa età e natura , di cui ventuno del VII- VI secolo a. Cr . : cinque a cremazione e a cinerari fittili quasi disfatte e senza corredo , forse di età repubblicana : le altre a inumazione meno profonde , meno antiche e sconvolte.
Le ventuno più remote sono tutte di inumati , in terreno alluvionale negli strati superiori e argilloso compatto in quelli inferiori : in questo i morti furono sepolti a diverse profondità.
Non fu in questo sepolcreto , come in altri, una forma fissa di deposizione , e non fu osservato un rito di orienta¬
mento : prevalse forse soltanto una certa tendenza al parallelismo.
Nella varietà delle tombe si notarono per prevalenza di numero o per singolarità di forma , tre tipi:
i ° deposizione dello scheletro disteso e supino con oggetti di corredo in vari punti , entro contorno rettango¬
lare di pietre informi : il cinturone , quando fu trovato, era posato , dal petto alle ginocchia , sotto gli avambracci incrociati sull’addome;
20 deposizione distesa con suppellettili variamente distribuite : da un lato , presso la testa o presso i piedi , il contorno delle pietre , facendo un ’ansa, racchiudeva un grosso dolio;
30 deposizione rannicchiata con corredo sparso in¬
torno e sopra allo scheletro : un solo esemplare.
La parte superiore della statua fu trovata dal contadino, supina , come era caduta , ragione per cui le offese antiche e nuove sono tutte sul davanti : della parte inferiore, ridotta in più pezzi, fu trovata in situazione normale, su terreno duro e in rispondenza della posizione della statua , metà del plinto con un piede.
Ciò potrebbe far pensare che essa fosse nella origi¬
naria sua collocazione con lo spessore grezzo della base inserito nel terreno sodo , e quello lavorato emergente e a vista : ma potrebbe lasciar meglio supporre che nella caduta tutti i pezzi fossero andati fuori posto e che il simulacro
IL G VERRI ERO ITALICO DI C APESTRANO 9
fosse sorto sopra una tomba non più determinabile e sopra un basamento di pietre (lavorate o non lavorate) fra le quali il plinto sarebbe stato assicurato.
Intorno e dietro ad essa (non fu possibile scavare l’area antistante ) le tombe erano in disposizione irre¬
golare ; ma non è forse fra le esplorate quella riferibile al monumento , perchè nessuna conteneva l’ armatura certamente appartenuta al morto e, in imagine , ripetuta indosso alla figura , mentre tutte erano di una spro¬
porzionata povertà . Tanto meno è possibile far suppo¬
sizione sulla tomba della figura muliebre , che, ridotta al busto , deve ritenersi anche meno prossima al luogo originario.
Ma gli oggetti di corredo , anche se scarsi, hanno rispondenza nelle necropoli coeve della regione e di fuori.
Oltre alle fondamentali rassomiglianze , che l’armatura della statua presenta e rileveremo in seguito , i vasi d’impasto , i buccheri italici, gli oggetti in bronzo lami¬
nato (vasi di varie forme — lebeti , oinochoai , bacinelle — grattugie ) e gli oggetti di ornamento (armille , pettorali, pendagli ) trovano esemplificazioni numerose ed esaurienti nella grandissima necropoli di Audifena,6) in quelle apparse e non esplorate del territorio dei Peligni7) e dei Marsi, 8) nelle vastissime quasi ignorate dei Marrucini e dei Pre- tuzi, 9) nelle innumeri e fastose del Piceno. Io) E tutti i raf¬
fronti concordano a delineare l’affinità del costume , l’uni¬
formità del gusto , lo sviluppo contemporaneo e parallelo della tecnica e dell’industria.
Da questo ambiente culturale primitivo a vastissima base e a fondo in gran parte comune , che nella prima età del ferro dalle regioni sabelliche alle sannitiche , dalla Marsica al Piceno , si andò evolvendo intorno ai due capi¬
saldi dell’Appennino Centrale , il Gran Sasso ela Majella, e con prevalenza intorno al primo , è uscito , come Nume della virtù guerresca delle razze italiche dell’Italia media, il cimelio insigne di Capestrano.
IL GVERRIERO DI CAPESTRANO NEL QVADRO DELLE CIVILTÀ ITALICHE DELL’ITALIA CENTRALE
L ’arte italica figurata nell ’Italia centro - meridionale ci era stata finora documentata soltanto per molti idoletti di bronzo , lamine sbalzate o graffite 1 e per qualche relitto di scultura , saggio massimo la testa galeata in calcare di Numana (Tav. 4): I2) occorreva andare nell’Etruria per trovare (non è da tener
conto dei rilievi special- mente sulle stele),I?) fram¬
menti o parti di statue a tutto tondo : esempi fondamentali le figure del tumulo della Pietrera. I4)
Il guerriero di Capestrano perciò , unico per la integrità, per le novità grandi che porta nell ’ambito delle comuni conoscenze ,per il chiarimen¬
to eil coordinamento di ele¬
menti ignoti o malnoti , per caratteri etnici riferibili alla razza, non ha progenitori nella storia dell’ arte ed è un cimelio che illumina di luce propria un periodo della civiltà italica.
La sua singolarità co¬
mincia dal modo come è stato scolpito . Lo £óocvov del più alto arcaismo greco conserva quasi la forma cilindrica del tronco d’ al¬
bero , da cui, con sommaria modellazione , fu espressa la
figura ; questa statua di guerriero mostra d’essere stata tratta fuori ugualmente da un dado oblungo di pietra, di cui un ’estremità è ancora integra nel plinto e le parti superiori modellate , specialmente quelle piatte anteriori del corpo , che non vanno fuori della verticale sulla base, e i due puntelli danno ancora le misure . An¬
che da questa strana forma di monumento , però , che presenta la figura a tutto tondo , quasi come ancora incassata e poi raddrizzata, nella inquadratura d’una stele, uno schema figurativo (tanto più importante per¬
chè tradotto a espressione realistica di un tipo etnico ) è delineato , parallelo a quello del Koupos dell’arte greca primitiva.
Allo scultore locale non potè mancare la conoscenza come di tante suppellettili funebri , anche di saggi mag¬
giori dell’arte egea, minoica, micenea greca , in esemplari pervenuti da empori delle sponde tirrene o piuttosto delle adriatiche , dove più che non si creda , i segni degli scambi con la Grecia e con l’Oriente in genere, vanno affiorando via via e
FIG . 6 - LA TESTA DEL GUERRIERO
CON LA MASCHERA E CON L’APPARECCHIO DI PROTEZIONE ALL ’ORECCHIO