Ottobre 2011 Numero 7 / 2011
Parola alla FABI
Steve Jobs (1955 - 2011)
“Penso che se fai qualcosa che risulti essere molto buono, allora devi metterti a fare qualcos'altro di ma- gnifico, non fermarti per troppo tempo. Pensa solo a cosa fare dopo.”
Informativa sindacale a cura della Segreteria del Coordinamento FABI del Gruppo Veneto Banca
PRESSIONI COMMERCIALI: “PASSO GIORNALIERO”,
“LETTERE D’IMPEGNO”, ECC. ECC.
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Il problema delle pressioni commerciali, cioè dell'insistente pressione a raggiungere i bu- dget di vendita, è tornato di grande attualità in molti gruppi bancari e quindi anche nel nostro. A riportarcelo d‟attualità è stata la crisi che ormai mette alle strette le banche, in affannosa ricerca dell‟aumento dei ricavi per compensare la stretta creditizia e l'ero- sione dei margini.
Iniziative quali quella dei report giornalieri, che alcune filiali devono inviare alle funzioni commerciali, sono vissute dai colleghi come una pesante forma di controllo sul proprio operato. Come Sindacato manifestiamo su questo argomento tutta la nostra contrarie- tà, al di là delle pretese di chi le pone in essere che vuole farci credere che risponda- no a un'esigenza puramente statistica dovuta anche a un disallineamento dei dati.
Siamo quindi costretti a segnalare la cre- scente tensione e preoccupazione dei colle- ghi della rete derivante dalle continue pres- sioni commerciali in situazioni di carenza di organici, ben consci che i colleghi vivono un clima pesante che comporta un sensibile peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, con riflessi negativi su professionalità e competenze.
I Responsabili di alcune Aree, alcune volte, mettono in atto iniziative inedite che fini- scono con nuocere alla serenità dei lavora- tori.
Nell‟Area di Bergamo della Veneto Banca, ad esempio, a qualche collega è stato richie- sto il “riallineamento” agli obiettivi prefissati entro determinate scadenze, nulla di male se non che tale necessità è stata accompagnata dalla richiesta ai colleghi di porre una pro- pria “Firma di impegno” su un ben dettaglia- to piano di azione. Di questa iniziativa non ne sarebbe stato informato nemmeno il Responsabile delle Risorse Umane della competente Direzione Territoriale. Ricor- diamo a tutti i colleghi che, nell‟ambito del rapporto di lavoro subordinato, il lavoratore deve lavorare con diligenza, ma non è tenu- to in alcun modo a “garantire” un determi- nato risultato.
Attenzione colleghi!
Se dovessero chiedervi di firmare “per im- pegno” documenti del genere, non abbiate timore a rifiutarvi e a denunciare la cosa al nostro Sindacato. Firmare significherebbe infatti rischiare di essere sottoposti a conte- stazioni e/o sanzioni disciplinari nel caso non si fosse in condizione di mantenere l‟impegno.
A chi avesse già firmato suggeriamo di con- tattarci per valutare insieme quali iniziative assumere.
Sia ben chiaro: non si vuol assolutamente sostenere che i colleghi non debbano dare quella collaborazione attiva e intensa citata sul C.C.N.L., nel rispetto delle direttive dell‟Azienda stessa. Siamo peraltro certi che la maggior parte dei colleghi si impegni a fondo e che pertanto non debbano essere continuamente sottoposti a esasperanti pressioni commerciali e persino a minacce (tipica quella del trasferimento).
Nell‟Area di Roma della Carifac qualcuno, che ricopre anche un ruolo sindacale chiara- mente non nella FABI e dal quale pertanto ci si aspetterebbe un comportamento total- mente diverso, ha richiesto la sistemazione di anomalie inerenti l‟utilizzo delle carte di credito da parte della clientela, addirittura minacciando i colleghi, nel caso di addebiti sequenziali privi di fondi, di provvedimenti disciplinari e sanzioni economiche personali.
Nell‟Area Umbra della Carifac, un Capo- area, anch‟egli Sindacalista della stessa sigla del precedente, si è arrogato il diritto di
SEGRETERIA FABI GRUPPO VENETO BANCA
ALGERI GIUSEPPE Segretario Coordinatore BERGAMO - tel. 347 7341001
RUFFONI LUCA OMEGNA - tel. 347 4612245 VALBUSA DALL’ARMI MARIO
Segretario Amministrativo MONTEBELLUNA - tel. 3479796601
MANZI ERMINIO RHO - tel. 392 4300586
ROGORA SARA GALLARATE - tel. 393 9960467
SEGRETERIA AZIENDALE FABI VENETO BANCA Scpa
ALGERI GIUSEPPE Segretario Coordinatore BERGAMO tel. 347 7341001
RUFFONI LUCA OMEGNA - tel. 347 4612245
BROTTO WLADIMIR MONTEBELLUNA - tel. 3477237189
MANZI ERMINIO RHO - tel. 0392 379519 PORTA EMANUELA MILANO - tel. 02 721082
C.C.N.L. RIPRESO IL CONFRONTO IN ABI
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DIRETTIVO FABI GRUPPO VENETO BANCA
ALGERI GIUSEPPE VENETO BANCA BROTTO WLADIMIR
VENETO BANCA CALDAROLA SERGIO
BANCAPULIA LA MOTTA FRANCESCO
VENETO BANCA LAMBERTINO MILENA
SYMPHONIA SGR MANZI ERMINIO
VENETO BANCA NOVA FRANCESCO
VENETO BANCA PATAFFI LUCA
B.I.M.
PELLACCHIA CECILIA CARIFAC PORTA EMANUELA
VENETO BANCA ROGORA SARA
VENETO BANCA RUFFONI LUCA
VENETO BANCA VALBUSA DALL’ARMI MARIO
VENETO BANCA
DIPARTIMENTI DI GRUPPO MANZI ERMINIO ASSISTENZA SANITARIA BROTTO WLADIMIR
GIOVANI ROGORA SARA PERSONALE FEMMINILE
RAPP ARRIGO PREVIDENZA COMPLEMENTARE
RUFFONI LUCA SICUREZZA E IGIENE NOVA FRANCESCO STRUMENTI DI COMUNICAZIONE
Il mese scorso si è svolto a Roma, presso Palazzo Altieri, l‟incontri tra la delegazio- ne dell‟Abi, guidata da Francesco Micheli, e le segreterie nazionali dei sindacati del cre- dito, FABI in testa, per discutere del rinnovo del contratto dei bancari.
Per la FABI erano presenti il Segretario ge- nerale Lando Maria Sileoni e il Segretario generale aggiunto Mauro Bossola, oltre ai componenti della Segreteria Naziona- le. Durante l‟incontro è emersa la necessità di scrivere regole comuni per gestire il rin-
novo contrattuale.
A tal proposito la FABI e gli altri sindacati hanno messo sul piatto le loro proposte.
Per prima cosa hanno chiesto all‟Abi di non applicare nelle aziende di credito nessuna deroga all‟articolo 18 dello Statuto dei lavo- ratori e alla contrattazione nazionale, come invece previsto dall‟articolo 8 della manovra governativa.
Si è anche parlato dei contenuti del contrat- to, non solo di regole.
Micheli ha ribadito che gli aumenti economi- ci dovranno essere legati alla produttività e che lo scenario economico si annuncia al momento ancora più difficile di quando è stata presentata la piattaforma contrattuale, lo scorso aprile.
Il Segretario generale della FABI, Lando Ma- ria Sileoni, ha messo in chiaro che l‟eventuale accordo sulle regole non potrà essere condiviso se contemporaneamente non ci sarà chiarezza sul complesso delle richieste presentate dal sindacato, a partire da quelle sulla parte economica.
“Vogliamo un contratto vero”, ha ribadito il numero uno della FABI, “non d‟emergenza”.
sospendere la fruizione delle ferie, per moti- vi di budget, da oggi fino a dicembre!
Fa specie che vi siano ancora colleghi che si facciano rappresentare da persone simili…
Ci sembra veramente che si stia esagerando!
Il «mal di budget», cioè la sindrome derivan- te dall'ansia e dallo stress che colpisce i ban- cari sottoposti a un tour-de-force di con- trolli e intimazioni a "fare volumi" di vendita, è ormai diventato un vero problema.
Il 25% dei lavoratori europei dichiara di sof- frire di stress sul lavoro. Lo ha rilevato un‟indagine della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di lavoro, mentre l‟Organizzazione Mondiale della sani- tà prevede che, entro il 2020, la depressione diventerà la causa principale di assenza al lavoro. Nell‟individuo lo stress comporta disturbi psicologici (ansia, depressione, pro- blemi relazionali, incapacità di concentrarsi), disturbi fisici (ipertensione, problemi cardia- ci, deficit immunitari) e disturbi del compor- tamento.
Per le aziende lo stress produce: assentei- smo, frequente avvicendamento del perso- nale, problemi disciplinari, comunicazione aggressiva e, di conseguenza, riduzione della produttività, bassa qualità del prodotto, maggiore frequenza degli infortuni. Dunque, non gestire o gestire in maniera inadeguata questo fenomeno determina elevati costi sia per la salute dei lavoratori e per l‟equilibrio
delle loro famiglie sia per le aziende e la collettività (si pensi, per esempio, all‟aumento dei costi legati alle spese medi- che e agli indennizzi).
Gli aspetti legati allo stress lavoro-correlato sono stati tenuti in considerazione in sede di stesura del Testo Unico di Salute e Sicurez- za sul Lavoro, nel quale viene ribadito e raf- forzato il principio in forza del quale la valu- tazione dei rischi da lavoro, obbligo del da- tore di lavoro pubblico e privato e attività pregiudiziale a qualsiasi intervento di tipo organizzativo e gestionale in azienda, deve comprendere “tutti i rischi” per la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.
Secondo la definizione dell‟accordo europeo dell‟8 ottobre 2004, recepito in Italia dalle parti sociali il 9 giugno 2008 il datore di la- voro deve tener sempre conto dei rischi di tipo immateriale, tra i quali, espressamente, quelli che riguardano lo stress lavoro- correlato.
Una raccomandazione ai colleghi: non esita- te a contattarci denunciando fatti e casi ac- caduti.
Ricordate che è molto importante il come affrontare la situazione in cui vi trovate, oltre che a chi decidete di dare il vostro mandato perché l‟affronti con voi o per voi.
Noi ce la stiamo mettendo tutta e con il vostro aiuto e crescente consenso riuscire- mo ad ottenere risultati migliori.
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Domanda: Caro Luca, questa settima- na è il tuo turno. Ci racconti qualcosa di te?
Risposta: Sono nato 43 anni fa sul Lago Maggiore. Sono sposato con Rachele una ragazza fantastica conosciuta in banca 10 anni fa che ha fatto scelte professionali di- verse (un bancario in famiglia è sufficiente!).
In Banca sono entrato nel 1997.
Alle spalle un percorso lavorativo e scolasti- co variegato che mi ha permesso di coltiva- re molti interessi: architettura, fotografia, tecnologia e soprattutto la musica, la mia grande passione.
D.: Come ti sei avvicinato al sindacato?
R.: Come sarà capitato senz'altro a molti di voi, durante i primi giorni di lavoro, sono stato avvicinato da un collega che mi ha det- to: “la prossima settimana sarai in cassa e avrai bisogno dell'assicurazione..:firma qui !”.
Per mia grande fortuna il collega, che è stato anche il mio primo “maestro” sul lavoro, è Giovanni Niccoli, eclettico rappresentante sindacale della FABI che molti di voi cono- scono. Il secondo passaggio, quello dell'im- pegno, è stato fatto in un momento molto buio della ex B.P.I. grazie al coinvolgimento di Ivano Parola e di Giovanni Codini, senten- do fortissima l'esigenza di non restare indif- ferente davanti a quello che stava accadendo alla “nostra ex banca”.
D.: Ti sentiresti di consigliare a qualcu- no di intraprendere questa strada?
R.: L'esperienza all'interno del sindacato è stata forse quella più importante e significa- tiva della mia vita. Mi ha permesso di cono- scere e confrontarmi con persone e situa- zioni che mi hanno arricchito dal punto di vista umano e professionale. “Fare sindaca- to” vuol dire essere curiosi, studiare, docu- mentarsi, aiutare i colleghi a risolvere piccoli e grandi problemi, pensando spesso al noi anziché all'io: come in una fami- glia. All'interno dell'attività sindacale ho tro- vato nuove motivazioni e nuovi stimoli. Il consiglio che posso dare? Levatevi gli oc- chiali da sole e lavorate con noi! E molti sono quelli che ci stanno seguendo perché la passione è contagiosa.
D.: La FABI sta rispettando gli impe- gni sanciti con il Congresso del 20 maggio 2011?
R.: Il congresso del 20 Maggio ha segnato
una svolta epocale: è stato creato un Coor- dinamento che ha unito due storie impor- tanti: quella di Banca Popolare di Intra e quella di Veneto Banca e un Coordinamento di Gruppo, rappresentativo di tutte le ban- che del Gruppo Veneto Banca.
Come se non bastasse dovevamo raccoglie- re l'eredità dei due “grandi vecchi” della FABI: Finn Masciovecchio e Ivano Parola.
Abbiamo deciso di unire le nostre forze, perdendo di vista campanilismi e ideologie e di metterci a lavorare come una vera squa- dra. Per nostra fortuna abbiamo trovato anche un grande coordinatore, Giuseppe Algeri, che è riuscito a tonificare la squadra e fare un grande lavoro di sintesi e di indiriz- zo. Lavorare assieme ci ha permesso in que- sti pochi mesi di realizzare numerosi proget- ti: creare una pagina Facebook che conta già più di 260 amici, creare un archivio elettro- nico e un'agenda digitale in cui abbiamo ca- talogato e indicizzato 10 anni di attività sin- dacale, eliminando montagne di carta e ren- dendo facilmente esigibili tutti i contenuti;
curare il nostro Sito www.fabigvb.it ed infine il “giornalino”, nome che gli sta già stretto, Parola alla FABI, appuntamento fisso per tutti i colleghi che vogliono avere un'infor- mazione semplice chiara e trasparente sulla nostra attività sindacale e su quello che suc- cede nel Gruppo Veneto Banca.
D.: Come sono i rapporti tra i vari rap- presentanti della FABI Veneto Banca e del Gruppo Veneto Banca?
R.: All'inizio culture, storie e abitudini diver- se hanno portato inevitabilmente a una fase di necessario assestamento. Ma quando gli obbiettivi diventano comuni e condivisi i campanilismi scompaiono: ci si sente parte di un grande progetto e si iniziano a racco- gliere successi e gratificazioni. Il tema del
I TUOI RAPPRESENTANTI Albenzio Nicola Bancapulia
Caldarola Sergio Bancapulia
Lambertino
Milena Symphonia SGR Pataffi Luca B.I.M.
Basso Fabio Carifac Bucaioni Luca Carifac Dallago Domenico Carifac Pellacchia Cecilia Carifac Tesei Cristiano Carifac Vallesi Giacomo Carifac Algeri Giuseppe Veneto Banca Brotto Wladimir Veneto Banca Cicardi Dimitri Veneto Banca Chiesa Natale Veneto Banca Cristina Elisabetta Veneto Banca Danè Fabio Veneto Banca De Regibus Fabio Veneto Banca
“PAROLA A LUCA RUFFONI”:
SEGRETARIO DELLA FABI VENETO BANCA
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SICUREZZA E RAPINE!
CANNOBIO (VB), URGNANO (BG) E GALLARATE (VA) Negli ultimi due mesi altre tre rapine, fortu-
natamente senza conseguenze fisiche a cari- co dei colleghi. Le Filiali rapinate sono le seguenti: Cannobio (VB), Urgnano (BG), Gallarate (VA).
La crisi economica ha determinato un incre- mento della criminalità e siamo sempre più preoccupati per la sicurezza dei colleghi.
L‟Abi non si è ancora seriamente impegnata a imporre forme omogenee di sicurezza, dimostrando chiaramente la totale assenza di una politica complessiva di tutela della clientela e degli stessi lavoratori bancari.
Servirebbe una legge che obblighi le banche ad adottare misure standard di sicurezza e che preveda sanzioni per quelle che non le rispettano. In assenza non possiamo far altro che chiedere alla Banca di adottare le solu- zioni ritenute più adeguate a prevenire que- sti eventi, evitando di limitarsi a porre l‟attenzione solo ai danni di tipo economico.
Le rapine in banca, favorite anche dalla ca- renza degli organici, non devono essere concepite solo come problemi di ordine pubblico, essendo soprattutto eventi in gra- do di incidere profondamente sul benessere psicofisico delle persone coinvolte, e, come tali, vanno gestiti e prevenuti con la massima attenzione.
Ecco qualche utile suggerimento su “cosa fare e cosa non fare” durante e dopo una rapina.
Cosa fare durante: mantenere la calma, cer- care di capire chi comanda, gestire gli im- previsti senza incertezza.
Cosa non fare durante: discutere con il rapi- natore oppure ostacolarlo, familiarizzare con i banditi, fare movimenti bruschi, inner- vosire i banditi, pensare che la pistola sia un‟arma giocattolo, impedire la fuga dei ban- diti.
Cosa fare dopo: bloccare la bussola o l‟uscita di emergenza, verificare se ci sono
Erseni Gabriele Veneto Banca
Falcioni Cristina Veneto Banca Giangrieco
Stefano Veneto Banca La Motta
Francesco Veneto Banca Manzi Erminio Veneto Banca Niccoli Giovanni Veneto Banca Nova Francesco Veneto Banca Parola Ivano Veneto Banca Porta Emanuela Veneto Banca Rancan Daniele Veneto Banca Rapp Arrigo Veneto Banca Rogora Sara Veneto Banca
Ruffoni Luca Veneto Banca Soffiantini
Dominich Angela Veneto Banca Valbusa Dall’Armi
Mario Veneto Banca Viganò Emanuela Veneto Banca Zordan Jennifer Veneto Banca
Congresso è stato Partecipazione - Condivisione - Rinnovamento, uno slogan perfetto coniato da Ivano al quale noi ci sentiamo, oggi, di aggiungere altre due pa- role: Comunicazione e Coinvolgimento.
Il sindacato siamo noi !
D.: A tuo avviso i colleghi apprezzano quanto state facendo per loro?
R.: Alcuni colleghi pensano che Parola alla FABI è talmente fatto bene che non lo fac- ciamo noi! E non è uno scherzo. I colleghi hanno capito l'impegno e la serietà con cui abbiamo intrapreso questa nuova strada.
Alzarsi alle 5 del mattino per andare a Mon- tebelluna a difendere la dignità dei colleghi, rincasare a notte tarda e la mattina seguente presentarsi regolarmente al lavoro non può che raccogliere stima e affetto.
D.: Con molto piacere abbiamo letto l’anteprima di Parola alla FABI del mese di ottobre. Abbiamo visto che c'è una nuova rubrica, "Anche i Banca- ri hanno una vita a colori", e ci hanno detto che è stata una tua idea. Ce ne
vuoi parlare?!?
R.: In questi anni ho scoperto che dietro al bancario si nasconde un mondo incredibile:
ci sono scrittori, poeti, musicisti, atleti. La- vorano fino a sera a testa bassa al nostro fianco, per smaltire tutto il lavoro e poi scappano dall'ufficio per dedicarsi finalmente alle proprie passioni. Abbiamo già ricevuto proposte e adesioni entusiaste di colleghi che ci racconteranno la loro “seconda vita”
fuori dall'ufficio. Vi assicuro avrete sorprese incredibili… non potete immaginare!
D.: Vuoi aggiungere qualcos'altro?
R.: Non posso non ringraziare una persona a cui mi sento particolarmente legato. Ha lavorato per costruire una squadra vera, dandoci la responsabilità e l'onore di essere, ancora acerbi, protagonisti al tavolo sindaca- le nelle questioni più importanti, facendoci crescere e accompagnandoci pazientemente per mano, facendo così diventare la FABI ancora più forte all'interno del Gruppo Ve- neto Banca.
Grazie Ivano, non ti deluderemo.
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feriti, informare le Forze dell‟Ordine, infor- mare gli uffici competenti della banca, coo- perare con le Forze dell‟ordine, verificare l‟entità del bottino.
Cosa non fare dopo: inseguire il rapinatore, alterare la scena del crimine, parlare della rapina con gli altri presenti, fornire notizie alla stampa o ai media, toccare qualsiasi cosa nell‟area in cui hanno operato i banditi, vi- sionare le immagini della rapina prima dell‟arrivo delle Forze dell‟ordine, rendere pubblico l‟importo del bottino sottratto.
Tornando al nostro Gruppo Veneto Banca:
presso la Filiale Roma 3 di Carifac è stato sospeso il servizio di vigilanza nella Filiale Roma 3 di Carifac. Ciò ha già provocato forti stati di ansia nei colleghi.
Questa Filiale ha subito 4 rapine da agosto 2010 ad aprile 2011 con serie conseguenze sulla salute mentale e fisica dei colleghi.
Abbiamo chiesto subito chiarimenti
all‟Azienda che aveva garantito, dietro no- stra precisa insistenza, che il servizio di vigilanza esterna sarebbe continuato almeno fino al completamento dei lavori di ristrut- turazione dell‟impianto di sicurezza della Filiale (in primo luogo con l‟installazione di una bussola a rilevamento biometrico in grado di impedire l‟ingresso a soggetti con caschi, sciarpe, ecc…).
Il Responsabile delle Risorse Umane della Carifac, Riccardo Miazzo, anche dietro no- stro invito, è subito intervenuto verificando i motivi per i quali l‟Ufficio Sicurezza ha de- ciso di interrompere il servizio e ottenendo il suo immediato ripristino.
Ci ha inoltre anticipato che per la Filiale Roma 3 sono previste alcune novità a garan- zia e tutela della sicurezza dei lavoratori.
La FABI e i colleghi ringraziano il Dottor Miazzo per la tempestività e l‟efficacia dimo- strata in questa circostanza.
Il 23 settembre 2011, presso la Direzione Risorse Umane di Carifac, ha avuto luogo il primo incontro del Tavolo Tecnico, composto dall‟Azienda e dai rappresentanti di tutte le Organiz- zazioni Sindacali presenti nell‟Istituto. Scopo della riunione era avviare un confronto per intraprendere il processo di armoniz- zazione dei trattamenti in essere in Carifac con quelli della Ca- pogruppo Veneto Banca. E‟ volontà certamente nostra ma rite- niamo anche di tutte le parti poter giungere a un contratto che riduca le differenze di trattamento pur tenendo in considerazio- ne i diritti acquisiti in anni di faticosa contrattazione.
CARIFAC: ADAGIO VERSO L’ARMONIZZAZIONE VENETO BANCA: FONDO PREVIDENZA
Le OO.SS., rispondendo alla lettera inviata dal Consiglio di Amministrazio- ne del Fondo Pensione Complementare per il Personale della Banca Popo- lare di Intra l‟8 luglio 2011, hanno ribadito la propria volontà di pervenire alla definizione dell‟armonizzazione della previdenza complementare dei dipendenti della Veneto Banca, possibilmente entro il 31 ottobre 2011.
In attesa della decisione abbiamo invitato il Consiglio di Amministrazione del Fondo Pensione Complementare per il Personale della Banca Popolare di Intra a rinviare l‟annunciato avvio della “predisposizione delle attività finalizzate all‟adeguamento delle forme pensionistiche costituite ante 1992 come fissato dal D.M. 62/2007”.
BANCAPULIA: CASSA ASSISTENZA
Continuano i problemi sui rimborsi nella recente polizza sanitaria.
Interrogato il Broker ha risposto che i disguidi sono spesso dovuti a errori nell‟invio delle richieste di rimborso.
L‟assenza del testo integrale di polizza e del disciplinare indicante i re- quisiti e le modalità di richiesta ha indotto la FABI, con Fisac e Uilca, dopo sette mesi dalla sottoscrizione della nuova polizza, ad inviare una lettera alla Direzione della Banca per chiedere alla stessa di farsi parte attiva con le controparti affinché tutto il personale possa disporre, sen- za ulteriori indugi, degli elementi necessari per inoltrare correttamente le richieste di rimborso.
Non appena ricevuta la risposta provvederemo ad aggiornarvi.
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La
FAVOLA di questo mese
MA LE SCIMMIE SONO POI COSI’ DIVERSE DA NOI ?
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Se non ci credete,fate questo esperimento:
1) Mettete in una gabbia alta e capiente cinque scimmie.
Nella gabbia appendete al soffitto una ba- nana e sotto posizionatevi una scaletta;
applicate alla scaletta un congegno che al semplice peso esercitato su di essa, rilasci abbondante acqua gelida all‟interno della gabbia.
Quasi subito una scimmia si avvicinerà alla scala per arrampicarsi verso la banana.
Appena tenterà di salirvi le scimmie ver- ranno annaffiate dall‟acqua gelida.
Dopo un po', un'altra scimmia farà un altro tentativo scatenando la stessa reazione:
tutte le scimmie saranno annaffiate.
Questo andrà avanti per un certo numero di volte; ma ben presto osserverete che, se una scimmia cercherà di arrampicarsi, tutte le altre glielo impediranno.
2) Ora, estraete una scimmia dalla gabbia e sostituitela con una nuova. Questa vedrà la banana e cercherà di arrampicarsi sulla scala. A questo punto e con sua sorpresa, tutte le altre l'attaccheranno. Dopo un successivo tentativo questa saprà che, ad ogni tentativo di salire, verrà aggredita dalle compagne.
3) Nella fase successiva estraete un'altra tra le cinque scimmie originali e sostituitela con una nuova. Questa cercherà di salire
Ecco come in tanti casi vengono istituite regole sociali caratterizzate dal fatto che la loro osservanza si fonda non su una reale consapevolezza, ma sull‟adesione istintiva alle con- seguenze che esprimono. Per essere più chiari diciamo che spesso le regole sociali disci- plinano la condotta dell‟individuo in base alla fondamentale distinzione tra ciò che ci fa star bene e ciò che, viceversa, ci fa soffrire.
Molto spesso crediamo giuste (o sbagliate) determinate cose, senza chiederci il perché
… o, meglio: semplicemente è così, si è sempre fatto così …!
Ci può stare un parallelo confronto con le simpatiche scimmiette della storiella? Noi crediamo di sì... per cui ogni tanto sarebbe utile fermarsi a riflettere per sforzarsi di capire cosa è veramente bene e cosa non lo è!
Ognuno di noi potrebbe infine svelare a sé stesso i perché … e, perché no, convincere anche gli altri e riuscire a cambiare le cose.
Ogni riferimento a fatti, situazioni o persone … è da ritenersi puramente casuale.
sulla scala ma verrà aggredita e riempita di botte. La scimmia che è stata introdotta precedentemente prenderà parte anch‟essa al pestaggio con entusiasmo.
4) Ancora, rimpiazzate una terza scimmia del gruppo di origine con una nuova.
Anch'essa riceverà lo stesso trattamento.
Due delle quatto scimmie che la aggredi- ranno lo faranno senza avere la minima idea del perché non si debba salire sulla scala né del perché esse stesse partecipino alla zuffa contro l'ultima arrivata.
5) Dopo aver sostituito anche la quarta e la quinta scimmia, tutte le scimmie che erano state dapprima annaffiate d'acqua gelida non sono più nella gabbia. Nono- stante ciò non accadrà più che una scimmia tenti di salire la scaletta.
Perché!?
Risposta: “Perché 'loro' hanno sempre fatto così e qui …. si è fatto così da sem- pre.”
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Parola agli ISCRITTI
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UN COLLEGA SCRIVE A
IVANO PAROLA
Ciao, ti rispondo volentieri e lo faccio qui, pubblicamente, perché so che come te sono molti quelli che si pongono uguali domande. Pur confessando che per sfortuna al mo- mento non ho con me la famosa sfera, parto dalla prima tua affermazione: “non ci voglio pensare alla pensione”. E‟ un errore! … ma tu sai che, al contrario di quello che dici, ci hai già pensato e non importa se non lo hai fatto tu personalmente, poiché lo abbiamo fatto collettivamente. Proprio per questo motivo e anche per il tuo futuro, molti anni fa abbiamo voluto e creato il Fondo Pensioni Aziendale in B.P.Intra.
Dal lontano 1989 partecipiamo e contribuiamo, insieme alla Banca che in questo modo ha dimostrato un vero interesse per i propri dipendenti, al Fondo Pensioni B.P.Intra.
Per questo motivo quelli come te che, al momento di andare in pensione, avranno dalla Previdenza Aziendale una discreta integrazione alla pensione Inps (sistema contributivo spalmato su tutti gli anni di lavoro), non correranno il rischio, che ormai diviene certezza, di vivere con una pensione in percentuale assai vicina alla metà dello stipendio di uscita.
Grazie al Fondo Aggiuntivo sarà possibile collocarsi su una percentuale più vicina al 70/75 % che non al 40/50 %. Non sappiamo cosa il futuro ci aspetta: sappiamo che la vita si allungherà, ma aumenteranno le necessità mediche/assistenziali, inoltre in quale conte- sto economico vivremo? Chi può dirlo…
Tra gli impegni assunti dopo la fusione di B.P.Intra in Veneto Banca c‟è quello di definire cosa fare della Previdenza Aziendale nella nostra Azienda Veneto Banca e pure nel no- stro Gruppo.
Oggi nel Gruppo abbiamo una molteplicità di forme previdenziali:
- 2 fondi integrativi aziendali chiusi “pre-esistenti”: B.P.Intra e Carifac;
- 3 fondi aperti: ARCA, GENERALI e INSIEME di RAS;
- 1 fondo interno ad una ns. controllata: SYMPHONIA Sgr, per i colleghi di B.I.M..
Ciao Ivano,
ti ho visto ieri a Intra, ma ero con una per- sona e non potevo lasciare a metà il discor- so, così ho pensato di scriverti oggi.
So già che quello che risponderai avrà per me una valenza importante e quindi ecco quello che voglio chiederti: avendo io an- cora più di 20 anni di lavoro (non ci voglio pensare alla pensione…) cosa mi devo a- spettare per il futuro? In generale e in que- sta banca e in particolare qui a Intra, dove lavoro oggi?
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Dovendo optare per un sistema che sfrutti le economie di scala e contribuisca a unifor- mare le condizioni tra i colleghi dei vari istituti del Gruppo, con il fine di ottenere i mi- gliori benefici per tutti quanti, dobbiamo oggi stesso prendere una decisione molto im- portante. In questi giorni Sindacati e Azienda, secondo gli impegni sottoscritti, devono condividere la decisione di scegliere quale forma di previdenza complementare privilegia- re per i dipendenti della Veneto Banca e del Gruppo Veneto Banca. Nei mesi scorsi ab- biamo discusso ed esaminato proposte diverse, ascoltato tutti i referenti dei Fondi inter- ni e delle Compagnie assicurative presenti. Abbiamo volutamente scartato l‟ipotesi di prendere decisioni senza aver prima analizzato accuratamente ogni alternativa ed è per questo motivo che abbiamo chiesto un aiuto a tecnici esperti, consulenti sindacali a livel- lo nazionale, i quali si sono occupati di previdenza aziendale per numerosi istituti bancari tra quelli più importanti. Abbiamo la responsabilità di prendere la strada giusta e lo vo- gliamo fare non in modo superficiale, ma a ragion veduta e con convinzione.
Io personalmente avrei già individuato la scelta migliore: far si che il Fondo Pensioni Banca Popolare di Intra possa divenire il Fondo Pensioni di Veneto Banca e del Gruppo Veneto Banca. In questo modo ritengo che anche l‟Azienda confermerebbe un forte se- gnale di attenzione verso i propri dipendenti.
Naturalmente per raggiungere questo risultato sarà necessario effettuare alcune opera- zioni e in particolare adeguare l‟attuale Fondo B.P.Intra alle attuali normative di legge.
La gestione del Fondo dovrà essere esternalizzata e affidata a un gestore scelto con un regolare bando di gara e valutato sia per i costi, ma ancor più per la una riconosciuta competenza e professionalità. Il gestore dovrà operare sotto la stretta sorveglianza di una commissione di vigilanza (composta da colleghi eletti dal personale nel C.d.A.).
Dovrà inoltre essere individuata una Banca Depositaria presso la quale verrà conferito il patrimonio del Fondo. Caro collega nella tua mail mi chiedi anche cosa potrai aspettarti per il tuo futuro. In generale, mettendo da parte i misteriosi teoremi Maja che lasciano il tempo che trovano, direi che, se ritroviamo tutti quanti insieme la strada, negli ultimi anni abbondantemente smarrita, possiamo sperare di cavarcela. Ci sono però alcuni ma e se e, senza voler urtare le suscettibilità personali, le tendenze politiche, di credo o di altro genere, mi limiterei ad un brevissimo e personalissimo elenco di buoni auspici:
cacciare (in senso letterale) le infami odierne caste di politicanti affaristi e mal-affaristi, che usurpano e inquinano la “politica”, se così si può ancora definire ("politica" dovrebbe significare l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano); sconfiggere i distruttori della solida- rietà civile: cosche, consorterie, logge, evasori, ecc…; introdurre un art. 41 ter (carcere con regime particolare) per tutti coloro che compromettono la salute del genere umano (inquinatori, contraffattori) e quelli che non rispettano la persona (a partire dai minori e dalle donne); infine riformare le regole fondamentali della convivenza civile sgombrando il campo da pregiudizi (razziali o religiosi che siano). Io sono tra quelli convinti che, prima o poi, saranno i Giovani quelli a cui spetta salvare questa società malata. Perciò cari giovani rimboccatevi le maniche e prendetevi più responsabilità!
Veniamo al tuo futuro in questa Banca, “Qui” dove lavori. Beh, in questa banca non vedo in discussione il tuo futuro! Il futuro delle Banche difficilmente potrà divenire a rischio avendo le stesse, a dispetto di quanto avviene oggi in tema di stretta creditizia, un ruolo comunque fondamentale per sostenere l‟economia e sapendo anche che non converrà loro dimostrarsi impreparate a cogliere le opportunità della ripresa, quando questa ri- tornerà nonostante oggi si allunghino i tempi della ripresa. Probabilmente cambierà il modo di lavorare, si assisterà a una contrazione generale dei servizi e ad una spinta al maggior utilizzo di strumenti elettronici: moneta elettronica, home banking e servizi automatici che via via sostituiranno molti tra quelli che fino ad ora si potevano effettuare solo allo sportello. Autorevoli previsioni dicono che ci si relazionerà con la clientela in modo diverso, per telefono, per e-mail e, non è da escludere, potremmo assistere ad una contrazione dell‟affluenza allo sportello. Sia ben chiaro: non dobbiamo farci spaventa- re! Tutti questi cambiamenti, che si dovrebbero realizzare in tempi medio-lunghi, potran- no essere affrontati con serenità, purché rientrino nel quadro di relazioni e regole tra- sparenti che valorizzino le persone attraverso la soddisfazione e la motivazione. Per quel che riguarda la tranquillità di poter continuare negli anni a lavorare “qui a Intra, dove ti trovi”: non possiamo che attenerci, fiduciosi, alle assicurazioni ricevute dalla Banca, anche nel recente passato, tuttora finalizzate a salvaguardare il grande valore, umano prima che economico, di una storica presenza bancaria.
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Anche i bancari
hanno una vita
a colori
Siamo su internet:
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chi siamo: Quando abbiamo iniziato a pensare a Parola alla FABI volevamo creare uno strumento non per noi, ma per tutti i nostri iscritti e anche per coloro che avessero avuto voglia di conoscerci e di confrontarsi con noi.
Parola alla FABI pertanto non è il nostro strumento, bensì il vostro strumento e in quan- to tale siete voi nostri iscritti titolati a dirci come debba essere utilizzato.
Stiamo ricevendo diverse mail da parte di colleghi che vogliono condividere i propri inte- ressi e le proprie passioni.
Ci sono sempre più colleghi che, non trovando piena realizzazione nella loro principale attività, la ricercano altrove: nelle sport, negli hobbies, nel volontariato, nella scrittura, nella musica, nel ballo, ecc...
Per questo motivo questo mese inauguriamo una nuova rubrica dal titolo:
“Anche i bancari hanno una vita a colori”
Noi della FABI ci stiamo impegnando per convincere la banca che solo se sereni e con una autentica motivazione, i colleghi, spesso dotati di capacità inimmaginabili, sono in grado di dare risultati sempre migliori!
Ci auguriamo che i colleghi sappiano riconoscere quanto stiamo facendo, senza altri fini se non quelli di ricercare il bene di tutti, e ci sostengano aderendo alla nostra sigla.
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Inauguriamo questo spazio dedicandolo a Pietro Brambilla.
Collega in servizio presso la Filiale di Lodi, dove ricopre il ruolo di Gestore Privati, ha due grandi amori: la famiglia e la lettura. Ed è proprio un libro per bambini “rubato” alla figlia che fa nascere nell‟autore la voglia di cimentarsi nella scrittura di qualcosa di di- verso dal solito. Nasce così “Una vacanza in camper” (Altromondo Editore, 2009), il suo primo romanzo che narra di un fine settima- na un po‟ particolare in cui due famiglie di amici, protagoniste del racconto, saranno costrette da alcune „circostanze impreviste‟, a riflettere sul proprio cammino di genitori nella società odierna.
Poco dopo pubblica "Amici oltre ogni limi- te" (Altromondo Editore, 2010) ambientato in un ambiente di lavoro dove quotidiana- mente un gruppo di operai si ritrova per completare la lavorazione di materie plasti- che e componenti chimici da destinare poi alla grande distribuzione farmaceutica.
Un giorno, però, un tragico ‟incidente‟ scon- volge la vita di Paolo Trevigiani dipendente della ‟TKS Brefar‟, azienda in cui lavora da qualche anno al fianco di Tony, Beppe e Cris, suoi amici più cari e compagni di turno.
La trama vuole essere anche una denuncia affinché gli incidenti in ambito lavorativo che uccidono ogni giorno e purtroppo sotto silenzio ragazzi e uomini usciti di casa per guadagnarsi onestamente il pane quotidiano, possa smuovere le coscienze di chi, solo per la sete di soldi e di guadagno, è disposto a mettere la sicurezza in secondo piano pur di arricchirsi senza scrupoli ed alle spalle di gente onesta.
Tratto da „AMICI OLTRE OGNI LIMITE‟:
„Una delle più grandi verità che ho cercato di prendere ad esempio, è che l‟industria farmaceutica è grande e potente come e quanto l‟industria delle armi. Con la diffe- renza che le guerre finiscono prima o poi, ma le malattie no, finché c‟è qualcuno che le tiene in vita‟.
PIETRO BRAMBILLA: GESTORE PRIVATI/SCRITTORE
I nostri complimenti Pietro. Continua a coltivare la tua passione.
Speriamo di vederti presto nelle prime posizione delle classifiche dei migliori Best Seller.
Invitiamo tutti i colleghi a leggere questi romanzi e a farci sapere come li hanno trovati.