Costruzione di una storia sociale
UNA PIZZA CON GLI AMICI!
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A CURA DI Baldassarri Mara Sponticcia Linda
Scuola secondaria di 2° grado, classe 1 ̂ A.S. 2018-2019
Indice
INTRODUZIONE PROGETTO “IO LAVORO IN SICUREZZA”: ANALISI DEL CONTESTO DALL’IDEA ALLA REALZIZZAZIONE: LE DIVERSE FASI VALUTAZIONE DELL’ESPERIENZA
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INTRODUZIONE
Nella prospettiva del Progetto di Vita…
Progettare significa “gettare in avanti”, costruire qualcosa che adesso non esiste; gettare l'immaginazione;
costruire immagini di ciò che sarà nel futuro. La dimensione del progetto ci permette di equilibrare e tra- sformare l'immaginario.
L'immaginazione è una facoltà specifica a cui dobbiamo, in generale, ridare valore.
Ha come parola - chiave il cambiamento. Progettare significa aprire possibilità.
Per le persone con disabilità, quando si parla di Progetto di Vita si intende un progetto individuale attraver- so il quale si creano percorsi personalizzati in cui i vari interventi (educativi, sanitari, socio - sanitari e socio - assistenziali) siano coordinati in maniera mirata, al fine di rispondere in modo armonico e complessivo ai bisogni della persona con disabilità.
Nel Progetto di Vita, vengono valutati, oltre ai bisogni, anche gli interessi della persona, le personali com- petenze e le potenzialità, le quali vengono prese in considerazione in ottica di miglioramento e di sviluppo.
É l'insieme organizzato delle risposte e degli interventi che accompagnano la persona con disabilità nei suoi cicli di vita, seguendone la modifica dei bisogni nelle differenti fasce di età e in relazione agli ecosistemi in cui è inserito, con l'obiettivo di garantirgli la più alta qualità di vita possibile.
É uno strumento che, se adeguatamente redatto, permette di garantire alla persona in situazione di disa- bilità il rispetto dei diritti, qualità della vita ed inclusione sociale, rappresentandone una delle vie possibili.
Serve a focalizzarsi sui punti di forza del soggetto in situazione di disabilità, al fine di elaborare un Progetto di Vita completo, che tenga conto anche della vita affettiva, familiare, sociale.
A tale proposito, abbiamo pensato allo strumento della storia sociale, in quanto ha l’obiettivo di condividere informazioni sociali e preparare il ragazzo ad un evento possibile e verosimile della quotidianità, attraverso frasi brevi e descrittive. Essa ci permette di spiegare situazioni sociali facendo riferimento al volere dell’altro e riduce il fattore dell’imprevedibilità.
Nel nostro particolare caso, abbiamo pensato ad una situazione che riguarda la sfera della socialità (a disca- pito di una situazione familiare o scolastica) in quanto ci sembra fondamentale per un adolescente in cre- scita, fare esperienza in contesti extra-familiari, insieme al gruppo dei pari, nel rispetto dell’idea di Progetto di Vita.
Ecco, quindi, il risultato del nostro progetto.
A chi è rivolto
La storia sociale è stata pensata per un adolescente che frequenta la prima classe della scuola secondaria di secondo grado, con sindrome genetica rara (Sindrome di Mowat-Wilson) che comporta una disabilità
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PRESENTAZIONE DEL CONTENUTO
intellettiva grave, scialorrea (dovuta alla conformazione della mandibola, tipica della sindrome) e difficoltà nell’ambito motorio e fino-motorio.
La ragazza inoltre non comunica verbalmente, ma utilizza le tabelle di Comunicazione Aumentativa, sia cartacee che digitali. La comunicazione è supportata da una buona espressività e dal non verbale (gesti, prossemica..).
ANALISI DI PARTENZA: la classe in cui è inserita la ragazza è particolarmente accogliente; la ragazza stessa si sente appieno parte del gruppo, che è coinvolto e partecipe nel raggiungimento dei suoi traguardi e delle sue competenze.
Inoltre ha instaurato con alcuni compagni un’amicizia più forte e confidenziale.
Le educatrici hanno quindi ipotizzato l’organizzazione di un evento extrascolastico per creare nuove possi- bilità di ben-essere sociale.
MOTIVAZIONE ED OBIETTIVI: la ragazza instaura relazioni positive e affettive con le figure che la circonda- no, sia con le figure di riferimento che con il gruppo dei pari ma alcune modalità risultano inadeguate: ab- bracci troppo energici, la tendenza a mettere le mani su viso e capelli della persona con cui interagisce, il pe- stare i piedi dell’altro per attirare l’attenzione e richiamare l’attenzione colpendo la schiena dell’interessato.
Gli obiettivi della storia sociale sono quindi:
• richiamare l’attenzione in maniera adeguata;
• migliorare nel rispetto della prossemica;
• manifestare l’affetto con modalità appropriate.
CHI COINVOLGE:
• Educatrici: per la stesura della storia e realizzazione delle illustrazioni
• Ragazza con disabilità e compagni (ipoteticamente, nel caso rientri nei progetti realizzati in ambito sco- lastico)
ARTICOLAZIONE:
• Osservazione della situazione di partenza per individuare barriere, facilitatori, potenzialità ed obiettivi.
• Scelta del tema o della situazione che si andrà a verificare.
• Stesura della storia sociale e divisione della storia nei suoi momenti principali. Per le didascalie occorre utilizzare frasi semplici e descrittive. Rendere protagonista il ragazzo stesso o un personaggio con ca- ratteristiche simili.
• Individuazione delle illustrazioni o realizzazione delle stesse con la ragazza (è possibile prevedere anche
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un lavoro in piccolo gruppo nelle ore scolastiche) utilizzando diverse tecniche e strumenti.
• Traduzione in simboli della storia con programma Symwriter
• Unione di illustrazioni e didascalie in simboli
TEMPI DI REALIZZAZIONE: sono previste circa ore 24 per la realizzazione del progetto e della storia da parte degli educatori, considerando la produzione di illustrazioni fatte a mano e personalizzate.
Nell’ipotesi che venga realizzata dalla ragazza e i suoi compagni, è possibile organizzare il lavoro nell’arco di 3-4 mesi considerando 2 ore a settimana (i tempi di realizzazione variano a seconda della scelta delle tecni- che utilizzate per le illustrazioni).
STRUMENTI:
• Programma Symwriter
• Tabelle comunicative
• Materiali di laboratorio per le illustrazioni