CAPITOLO 5 − CONCLUSIONI
Applicazione della metodologia MAGEC nell'ambito dell'implementazione di un CMMS in un'industria cartaria. 121
CAPITOLO 5
CONCLUSIONI
Per poter valutare nel suo complesso i risultati del modulo manutenzione si deve attender che il sistema vada a regime, il che comporta un’attesa che va al di là dei giorni. Non per questo si deve pensare di non essere in grado di constatare le differenze che ad oggi la sola analisi di una parte della manutenzione ha portato all’interno dell’azienda. L’iniziale difficoltà a comprendere le proposte e le richieste da parte dell’ingegneria della manutenzione hanno lasciato il posto ad una reale comprensione dei percorsi che determinano la scomposizione a livelli di un impianto e le fasi che permettono di inquadrare in maniera attenta e particolare il guasto a partire dalle sedi tecniche fino ad arrivare ai singoli componenti.
In questo momento più che riuscire a generare piani di manutenzione, cosa comunque effettuata, rimane di importanza strategica la necessità di assorbire e digerire un nuovo modo di porsi nei riguardi della manutenzione partendo innanzi tutto dal “linguaggio”(modi, cause, sintomi ed effetti) necessario per una univoca gestione della funzione stessa. Ma la cosa più importante è che grazie alla metodologia MAGEC utilizzata in maniera sinergica con il COREMAINT si è passati da una gestione della manutenzione a ciclo aperto, come descritto nel capitolo 3, ad una manutenzione a circuito chiuso che controlla i risultati e ritara il sistema permettendo un continuo miglioramento. Questo non sarebbe mai stato possibile se si fosse continuato a fare uso dei “Rapporti di turno”, obiettivamente inefficaci e dispersivi. Il lavoro svolto va in questa direzione, con la consapevolezza e la speranza che una finale valutazione dei costi porti ai risultati che l’azienda si è preposta attraverso l’adozione del COREMAINT.
In definitiva, non si può che trarre conclusioni positive da questo lavoro se si pensa che il rapporto fra le piccole e medie imprese italiane e la tecnologia non è buono, anzi, secondo recenti ricerche, è il peggiore di tutta Europa. Difatti proprio in queste aziende nel complesso la spesa per prodotti informatici è la più bassa se confrontata con quella degli altri paesi europei: quindi salvo pochissime eccezioni e qualche caso di eccellenza tali aziende non sono troppo avanti nell’adozione di tecnologie moderne e complesse.
Fortunatamente ci si è trovati di fronte un’industria come la “Cartiera Lucchese S.p.a.” che sentiva la necessità di effettuare un salto di qualità nell’ambito della gestione dei processi
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aziendali e quindi di dotarsi di nuovi strumenti di Information and communication technology. Già in precedenza l’azienda stessa aveva intrapreso la strada dell’innovazione puntando per ben due volte su sistemi per l’implementazione della manutenzione senza però ottenere i risultati sperati: è evidente che non basta possedere un potente software per risolvere una serie di problemi che affondano le radici innanzi tutto su come viene sentita e vista la funzione manutentiva. Infatti il progetto più ampio di cui fa parte questo lavoro ha investito adeguate risorse temporali e mentali puntando soprattutto su un cambiamento della mentalità degli addetti ai lavori.
Proprio in questa tesi si è fatto più volte riferimento all’utilizzo di sistemi semplici di programmazione e gestione dell’attività che rimangono fini a se stessi e che non riescono a contro bilanciare in maniera economicamente positiva le forti perdite che può generare un fermo macchina dovuto ad un guasto. Può sembrare strano ma ancora vige una politica economica aziendale che guarda al breve periodo piuttosto che spendere tempo e risorse che poi frutteranno sicuramente in futuro: questo vale sia per le tecnologie sia per gli operatori di macchina.
Probabilmente con questo lavoro si può cominciare ad avvertire una controtendenza anche perché è più facile far comprendere gli immediati ritorni economici di una efficace ed efficiente gestione della manutenzione. A conferma di ciò vi è il fatto che il lavoro, partito dall’Università di Pisa, sia passato di mano arrivando all’azienda informatica Omega System che ad oggi segue il completamento del COREMAINT.
Sembra evidente che oltre ad essere un semplice lavoro di tesi, questo si è rivelato un lavoro di ricerca di nuove soluzioni nel campo dell’ingegneria manutentiva ed inoltre un’innovazione tecnologica per un’azienda italiana.