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1. ANALISI CONOSCITIVA 1.1. Indagine storica sul territorio di Altopascio

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Academic year: 2021

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1.

ANALISI CONOSCITIVA

1.1. Indagine storica sul territorio di Altopascio

Già abitata in epoca romana, Altopascio sorge lungo la via Francigena, una delle più importanti vie di pellegrinaggio medievali, ma anche di rilevanza logistica ed economica, che da Roma conduceva in Francia e proseguiva poi fino in Inghilterra [Figura1].

Figura 1-1- Rappresentazione via Francigena [Associazione Via Francigena]

In questo luogo sorse lo “Spedale di Altopascio” con lo scopo di fornire assistenza ai pellegrini e di provvedere alla manutenzione della via stessa. La prima notizia dello Spedale è del 1084, ma la fondazione è certamente precedente, ed in breve tempo divenne così importante che, per adempiere le funzioni cui era preposto, vennero fondati i Cavalieri del Tau, ordine religioso cavalleresco che da Altopascio si diffuse in tutta Europa (Italia, Francia, Inghilterra, Baviera, e pare anche Spagna e Portogallo). Il nome deriva dal lungo mantello nero che i frati indossavano, sul quale era la croce taumata, a forma di punteruolo, simile alla lettera tau greca. Il tau compare anche in altri luoghi di pellegrinaggio, come Santiago di Compostela, quale simbolo di salvezza. Nel caso dei frati di Altopascio, oltre alla simbologia religiosa, costituiva anche un riferimento agli strumenti di lavoro da loro usati, come martello e punteruolo, o alla stampella che implicava il sostegno offerto ai pellegrini.

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I Cavalieri del Tau sono probabilmente il più antico ordine religioso cavalleresco d'Europa. Oltre all'assistenza dei pellegrini, i frati si occupavano anche della manutenzione delle strade e dei navigli da trasporto; inoltre curavano anche la costruzione e la manutenzione di ponti, cosa che attesta l'alto livello tecnico ed organizzativo raggiunto. La loro abilità è documentata dalla costruzione di ponti per l'attraversamento di diversi fiumi lungo la via Francigena, come l'Arno, l'Elsa, l'Usciana, il Taro e l'Arda.

Le fortune dei Cavalieri prosperarono grazie all'appoggio di Papi e Imperatori per la loro attività filantropica che, con il passar del tempo, trascese quella iniziale, legata all'assistenza ai pellegrini e alla manutenzione della via Romea, per dedicarsi più in generale all'assistenza ai malati.

Nel 1459 Pio II sciolse l'Ordine dei Cavalieri del Tau e ordinò la confisca dei beni, per accorparli a quelli della Congregazione di Betlemme, di sua istituzione.

Il borgo murato, fondato nella seconda metà dell'XI secolo, subì nel tempo diversi rimaneggiamenti, ampliandosi e modificandosi. Il complesso comprendeva, oltre all'Ospedale, la torre campanaria e la chiesa di San Jacopo. Circondato da una robusta cinta da mura, aveva l'aspetto di un fortilizio; vi si accedeva dalla turrita Porta degli Ospedalieri, tuttora esistente, dopo aver attraversato un ponte sul rio Teupascio (o "Theupascio"), ora scomparso [Figura2].

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La Magione di Altopascio era all'inizio un complesso articolato intorno a due ampi cortili, attorno ai quali erano disposti i locali dedicati ai frati e all'accoglienza dei pellegrini. Nel XII secolo, accanto alla chiesa, venne aggiunta la torre campanaria. Di quell'epoca sono rimaste parecchie testimonianze nell' Altopascio attuale, soprattutto in piazza Ospitalieri e nella Chiesa di San Jacopo Maggiore.

Figura 1-3- Pieve Romanica di San Jacopo Maggiore in Altopascio

Dopo il periodo di maggior gloria, dal XIII al XV secolo, nel XVI secolo lo Spedale di Altopascio, come altre istituzioni religiose, attraversò una profonda crisi politica ed economica, cadendo quasi totalmente nelle mani dei Medici attraverso il meccanismo delle commende. Contemporaneamente il Concilio di Trento tentava di riportare la Chiesa al rigore originario, contrastandone la mondanizzazione. In questo clima di contrasti, Altopascio si trovò coinvolto nella alla lotta tra potere politico e religioso. Dopo le due successive soppressioni di Pio II (1459) e di Sisto IV (1587) lo Spedale di Altopascio subì un progressivo declino e vide diminuire la sua importanza, anche se continuò la sua attività di assistenza ai viandanti bisognosi come "ricetto" fino a che il granduca Pietro Leopoldo di Lorena nel 1773 lo soppresse definitivamente in favore dell'ospedale di Pescia. Tra il XV e il XVI secolo lo Spedale divenne prima fortezza, poi fattoria, amministrata dalla famiglia Capponi e successivamente dai Medici.

In Toscana le campagne si spopolavano, aumentavano i poveri, e per le vie divenute più insicure i rari pellegrini non bastavano più a garantire la prosecuzione della ricettività dell'Altopascio. Ma mentre andava in crisi l'attività ospedaliera, la sopravvivenza economica era assicurata dalle rendite dell'agricoltura, che, proprio perché frammentate

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in un territorio molto vasto, risentirono meno della crisi che aveva colpito la Toscana. Altopascio continuerà a sopravvivere, sostenuto dalle molteplici attività legate alla terra che gli derivano dai possedimenti sparsi in tutta Europa, e dalla rete viaria e di trasporti di cui era al centro, grazie alla fiorente attività del porto fluviale a cavallo tra il bacino di Bientina e il padule di Fucecchio.

Altopascio è oggi uno dei più importanti comuni della Provincia di Lucca, anche se geograficamente appartiene al lembo più estremo della Val di Nievole. La caratteristica di centro viario a cavallo di più territori, che già lo ha reso famoso nel medioevo continua ad essere elemento connotante della cittadina che ormai ha assunto la fisionomia di centro industriale, commerciale e di servizi.

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1.2. Caratteristiche sito

1.2.1. Inquadramento geografico

Il comune di Altopascio è situato in provincia di Lucca (dista da capoluogo circa 15 km) e confina a sud ovest con Capannori, a ovest con Porcari a nord con Montecarlo, a nord est con Chiesina Uzzanese (PT) a sud est con Fucecchio (FI) a sud con Castelfranco di Sotto (PI) e con Bientina (PI).

Figura 1-4- Individuazione del comune di Altopascio nella provincia di Lucca

Il territorio di Altopascio è prettamente pianeggiante con zone che un tempo erano paludose e che oggi, anche a seguito delle varie bonifiche, tendono a saturarsi rapidamente di acqua la quale tende a ristagnare in caso di prolungati periodi di pioggia. Il paese è ubicato vicino a importanti centri della Toscana: 21 km da Lucca, 37 km da Pisa, 27 km da Pistoia, 60 km da Firenze, 12 da Montecatini Terme. Il territorio comunale si estende per circa 28,7 km2 , conta 13845 abitanti (ISTAT 2008) anche se la tendenza dell’incremento demografico sembra attestarsi sull’11,5% decennale a causa del forte flusso immigratorio.

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L’area oggetto di costruzione del centro sportivo occupa un terreno in località “Riatri”, nella sud-est di Altopascio, al limite della vecchia zona di espansione industriale, nella zona compresa tra l’autostrada Firenze – Mare ed il centro storico.

Le sue coordinate geografiche sono: Longitudine: 10° 41’ 44”

Latitudine: 43° 48’ 55”

Altitudine: da 19 m a 22 m slm

Figura 1-5- Planimetria dell’area oggetto di intervento e zone limitrofe

Il lotto presenta un contorno poligonale irregolare a sviluppo prevalentemente longitudinale nella direzione Nord-Est → Sud-Ovest ed è delimitato dalla via della Sibolla a sud, dalla Strada comunale dei Ferranti a Ovest, da aree campestri a Nord e ad Est. I terreni all’interno sono completamente di proprietà comunale, individuati al Catasto Terreni con il foglio 10, mappali 409,117,411. I lotti di terreno inseriti nella perimetrazione di zona presentano una superficie complessiva di 25501 m2.

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1.2.2. Urbanistica e viabilità

Il contesto urbanistico per la realizzazione del Centro sportivo è costituito dal Paese di Altopascio con tutto il suo comprensorio comunale, di circa 15.000 abitanti, e alcuni territori limitrofi. Questo macro comprensorio è costituito da una sorta di paese continuo nel territorio che presenta, tra un nucleo abitativo e l’altro, una sorta di continuità costruttiva costituita da realtà rurali ormai quasi interamente classificate come civili abitazioni. Un tale scenario fa riferimento a comportamenti urbani ormai consolidati, in un’area estesa, (spostamenti giornalieri per lavoro, studio, consumo, uso di servizi, intrattenimento, ecc) dove gli spostamenti quotidiani con lo sviluppo sempre maggiore della motorizzazione dei mezzi di trasporto pubblico, fanno si che la potenziale utenza di un polo natatorio si estenda a un territorio vasto e sempre in crescente aumento.

Il tessuto edilizio che circonda “a macchia di leopardo” il lotto di intervento è variegato e costituito da tipi edilizi residenziali a villette e bifamigliari isolate con altezza massima di 2 piani fuori terra più eventuale mansarda, da edifici industriali del tipo a capannone (altezza >10m), da edifici industriali-commerciali di altezza variabile da 5 a 8 m e da edifici rurali di tipo tradizionale locale con fienile mandolato. Inoltre è da sottolineare la presenza di un cementificio nella zona nord-ovest oltre via Ferranti in prossimità del quale corre anche un elettrodotto di notevole importanza.

La localizzazione dell’area situata a poche centinaia di metri dall’uscita autostradale e a circa 1,5 km dalla stazione ferroviaria del Paese garantiscono l’accessibilità anche dai comuni esterni a quelli sopra citati, anche in previsione di future manifestazioni intercomunali e provinciali che potrebbero essere ospitate dalla nuova struttura. Inoltre, l’accessibilità al sito sarà accentuata dal fatto che nei piani dell’amministrazione comunale è previsto che il tratto di strada (via Galeotta) che congiunge il casello autostradale all’area costituirà un tratto della futura circonvallazione di Altopascio. Tale circonvallazione evitando il passaggio a livello ferroviario e l’attraversamento del centro urbano consentirà un agevole raggiungimento della zona ai potenziali utenti provenienti dai paesi limitrofi. C’è da tenere in considerazione inoltre che l’amministrazione comunale negli ultimi anni si è adoperata molto nei confronti della realizzazione di una pista ciclabile che unisca Altopascio alle sue frazioni.

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Figura 1-6- Individuazione urbanistica e viabilità dell’area di intervento

LEGENDA:

Viabilità Urbana Viabilità Autostradale Viabilità Ferroviaria Delimitazione Centro Abitato Delimitazione Lotto

Delimitazione Zona Industriale

Passando in rassegna le aree confinanti con il lotto in esame troviamo a sud ovest una proprietà privata sulla quale insiste un’abitazione con tanto di giardino e alcune piantumazioni arboree. Il lato ovest rimanente confina con la già citata via dei Ferranti oltre la quale scorre quasi parallelamente il fosso del molino che circoscrive l’estremità ovest della zona industriale, mentre quello a sud con la strada comunale della Sibolla oltre la quale sorge immediatamente una stazione di rifornimento carburante con relativo autolavaggio. A nord ovest troviamo al confine, una contesto campestre incolto; a nord est un piccolo boschetto fa da primo piano allo sfondo dei monti appenninici in lontananza. Ad est si trovano proprietà private sulle quali insiste un una antica casa colonica, denominata dalle carte “Palazzo Del Prete” con annesso pioppeto di recente impianto.

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1.2.3. Clima e Paesaggio

L’utilizzazione attuale del terreno è a prato incolto e ha l’aspetto di un grande campo, posto su livelli differenti, ma non troppo accentuati e solcato da fosse campestri di raccolta delle acque, che individuano altresì una centuriazione regolare con sviluppo approssimativo dei lotti in direzione Nord - Sud.

Figura 1-7- Foto del lotto da Via della Sibolla

L’intera zona è piuttosto protetta, essendo riparata nel versante nord nord-est dagli Appennini tosco emiliani e nel versante sud ovest dai monti pisani. Questi ultimi ostacolano le perturbazioni provenienti dal mare, mentre i primi bloccano i venti freddi provenienti dal nord Italia. Questi fattori geomorfologici e la relativa vicinanza al mare conferiscono per tutto l’anno temperature miti.

Le essenze arboree presenti nella zona sono essenzialmente caratterizzate da pioppi, pini, querce e arbusti di piccole dimensioni e colture di vite, che si sviluppano interamente al di fuori del lotto di intervento lasciando completa libertà nelle scelte progettuali del verde. Soltanto il breve tratto che si affaccia sulla via dei Ferranti ad ovest è piantumato da un filare di querce.

E’ da segnalare inoltre che il sito si trova nelle vicinanze dell’oasi naturalistica protetta denominata “Lago di Sibolla”, piccolo specchio lacustre circondato da un territorio paludoso che conserva un flora ormai quasi totalmente scomparsa altrove. Dal punto di vista botanico sono presenti sia specie palustri che acquatiche, in copiosa quantità si trovano ninfee sia gialle che bianche, le brasche, l’erba vescia, le callitriche, il miriofillo ed altre.

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Figura 1-8- Oasi naturalistica “Lago di Sibolla”

▪ Caratteristiche geomorfologiche e idrologiche del sito

La morfologia del terreno presenta un andamento leggermente inclinato dal vertice nord est verso sud ovest, con quota massima di +4,30 m rispetto al piano stradale, tale quindi da non richiedere particolari spostamenti di terra per la realizzazione degli orizzontamenti previsti.

Dal punto di vista geologico-strutturale si osserva che la regione situata a Nord del basso corso dell'Arno fu occupata, probabilmente a partire dal pliocene inferiore (Rusciniano) secondo gli ultimi studi specifici, da un vasto bacino lacustre impostato su di una depressione tettonica. All'interno di questa depressione si sono depositati un complesso di terreni neogenico-quaternari la cui successione è al momento riconducibile a due cicli principali.

Il ciclo più antico, definito 1° ciclo ("1° Ciclo lacustre" Auctt. o "Ciclo di Montecarlo"), inizia con una serie lacustre basale con sedimentazione prevalentemente argilloso-sabbiosa di età compresa tra il Pliocene inferiore (Rusciniano) ed il Villafranchiano inferiore, per terminare infine con una serie fluviale soprastante in maniera discordante la prima e caratterizzata da sedimentazione a grana grossolana costituita prevalentemente da ciottoli ("ciottoli di Montecarlo"): tutto il ciclo consegue probabilmente ad episodi di sollevamento tettonico intercalati da cicli di erosione e sedimentazione.

Al di sopra dei depositi del 1° ciclo o "Ciclo di Montecarlo" si ritrova una coltre di ciottoli e sabbie fluviali costituente il ciclo Altopascio-Cerbaie ("2° ciclo" p.p. Auctt.). Tali sedimenti, di età pleistocenica media, costituiscono il ripiano morfologico delle

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Spianate di Altopascio e delle Cerbaie e si estendono sino a comprendere i sedimenti dei rilievi di S. Alessio - S. Macario (LU).

I depositi di questo ciclo affiorano solo ad occidente del Padule di Fucecchio e ciò è stato interpretato (Trevisan el Alii, 1971) come testimonianza di un lago di estensione assai minore di quello precedente, confinato alla zona posta ad occidente dell'allineamento dei rilievi di Montecarlo-Cerbaie, il cui sollevamento (post Villafranchiano) avrebbe separato in due distinti bacini la primitiva depressione tettonica estesa tra il M. Pisano ed il M. Albano, ed in pratica prefigurando i due bacini attuali della Piana di Lucca-Padule di Bientina e della Pescia-Nievole-Padule di Fucecchio.

I terreni affioranti nella zona di intervento appartengono esclusivamente alla formazione pleistocenica superiore delle Cerbaie (CTB), costituita da argille sabbie e ghiaie (sparse ed in livelli) di presumibile aspetto fluviale e di piana di esondazione.

Figura 1-9- Carta Geologica

LEGENDA:

Terreni di riporto

Alluvioni recenti ed attuali. (Olocene)

Depositi fluviali e lacustri del ciclo delle Cerbaie

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Questi depositi, che sono disposti a formare un ampio "tavolato" leggermente sopraelevato rispetto alla pianura lucchese ed a quella del Padule di Fucecchio, risultano in superficie interessati da diffusi fenomeni pedogenetici oggi inattivi che in alcune zone hanno alterato anche profondamente l'originaria mineralogia nei primi metri di sedimento.

La stratigrafia media del sito, dedotta dalle indagini eseguite nel corso di carotaggi effettuati nella realizzazione per pozzi d’acqua effettuati nella zona, risulta la seguente:

- In superficie è presente uno strato di 40÷50 cm c.a. di terreno agrario limo sabbioso più o meno argilloso.

- Segue quindi fino alla massima profondità raggiunta dalle prove (9.6 m) dei limi argillosi più o meno sabbiosi, di consistenza da molto compatta a dura, con ghiaie e livelli e/o orizzonti di ghiaie in abbondante matrice limosa da mediamente addensate ad addensate. Trattasi di un deposito nel complesso prevalentemente coerente e sovraconsolidato, caratterizzato da una Resistenza alla punta del penetrometro statico Rp=30/40÷50/60 kg/cm2, cui corrisponde una coesione non drenata cu = 1.4÷>2.0 kg/cm2 ed un coefficiente di compressibilità

volumetrico mv stimabile in 0.011÷0.003 cm2/kg. La frazione granulare

incoerente è caratterizzata da un angolo di attrito interno φ = 30°÷36° mentre il

coefficiente di compressibilità volumetrica mv è stimabile in 0.004÷0.003

cm2/kg. Dalle prove di laboratorio effettuate su alcuni campioni prelevati in aree vicine tale terreno presenta un Peso di volume naturale γ = 1.95÷1.98 g/cm3, ed un peso di volume immerso pari a 1.1 g/cm3. Dalla stratigrafia di alcuni pozzi per acqua si evidenzia che le ghiaie solitamente si ritrovano sparse nel deposito argilloso sino alla profondità di 9÷10 m, profondità a cui si rinviene un orizzonte ghiaioso in matrice limosa dello spessore di circa 1 m. Da 10 m c.a. di profondità inizia quindi un potente strato di argilla dura (di colore giallo sino a circa 30 m di profondità, e quindi di colore grigio e azzurro) che continua per svariate decine di metri. Al suo interno si ritrovano degli orizzonti ghiaiosi in matrice sabbiosa e limosa dello spessore di 2÷3 m intorno alle profondità di 20 e 32 m. Nel complesso trattasi di un buono/ottimo terreno di fondazione, sovraconsolidato, con elevata resistenza al taglio e bassa compressibilità e in grado quindi di offrire sufficienti garanzie in ordine a tensioni ammissibili e

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cedimenti dei terreni di fondazione. Tali terreni sono caratterizzati però da elevati indici di ritiro e di rigonfiamento in dipendenza delle variazioni di umidità stagionale (cui reagiscono con variazioni di volume importanti che in taluni casi superano il 15÷20%), e che necessitano pertanto di adeguate tecniche fondazionali.

Secondo la cartografia allegata al P.R.G. Comunale, l'area risulta inserita nella Classe 2 di fattibilità geologica e geotecnica [Figura 1-10].

In merito alla compatibilità con le disposizioni del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) la zona di previsto intervento, non risulta compresa nelle aree a pericolosità idraulica, mentre nella cartografia inerente la pericolosità da fenomeni geomorfologici da versante (stralci n°35 e 48) a livello di sintesi (1:25.000) risulta compresa tra le aree a pericolosità P.F.2 (pericolosità media). Gli interventi ricadenti in tale classe non sono assoggettati a prescrizioni e/o limitazioni alcune in quanto la stessa è esclusa dalle misure di salvaguardia delle Delibera del Comitato Istituzionale n. 185 e 187.

Figura 1-10- Estratto Piano di Assetto Idrogeologico

Il comune classifica la zona attraverso la “Carta delle categorie del suolo di fondazione” come suolo di categoria B desunto da elaborazioni indirette su dati stratigrafici.

Dal punto di vista idrogeologico si evidenzia, nella zona, una struttura idrogeologica complessa costituita da più orizzonti acquiferi sovrapposti di cui il più superficiale si presenta con caratteristiche ora freatiche ora artesiane, mentre i più profondi risultano spiccatamente artesiani. I livelli piezometrici delle varie falde risalgono a quote diverse tra loro, ma generalmente si nota che gli acquiferi profondi presentano dei livelli idrici più bassi degli acquiferi superficiali. I livelli piezometrici della falda superficiale, che più ci interessa dal punto di vista geotecnico, in data 27/7/05 stazionano alla profondità di 9.6 m in P1 (nella parte a nord) e di 8.56 m in P3 (nella parte a sud). Trattasi di una modesta falda che nei momenti di massima ricarica può risalire al massimo sino a circa 3 m sotto il piano campagna.

Figura

Figura 1-1- Rappresentazione via Francigena [Associazione Via Francigena]
Figura 1-2- Quadro raffigurante Altopascio ai primi del ‘800 [Viaggio pittorico della Toscana
Figura 1-3- Pieve Romanica di San Jacopo Maggiore in Altopascio
Figura 1-4- Individuazione del comune di Altopascio nella provincia di Lucca
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Riferimenti

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