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Camera dei Deputati 17 Indagine conoscitiva 1

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Academic year: 2022

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cui si esprime un orientamento, devono avere una coerenza oggettiva: tale coe- renza impone che non ci siano soggetti che abbiano la duplice veste, perche´ questa e`

la prima delle condizioni che fa poi venir meno il principio dell’assoluta distanza tra i due mondi.

Quali misure legislative lei ritiene ne- cessarie per armonizzare le scelte che fara`

come commissario straordinario per mo- ralizzare il calcio ? Le pongo due quesiti ben precisi. Alleanza Nazionale ha pre- sentato una proposta di legge in ordine all’abolizione del principio della vendita individuale dei diritti televisivi, nella con- vinzione che la vendita collettiva dei diritti televisivi sia un elemento di grande tra- sparenza e abbia la capacita` di rendere il mondo del calcio meno assoggettato e assoggettabile ad interessi di carattere eco- nomico. Allora, l’esigenza di procedere al piu` presto all’approvazione di questa pro- posta di legge lei la ritiene o meno una priorita` ?

Un’altra proposta di legge presentata da Alleanza Nazionale riguarda l’elimina- zione della possibilita` che le societa` spor- tive professionistiche perseguano il fine di lucro. Questo farebbe automaticamente cadere le societa` stesse dalla quotazione di borsa, facendo venir meno un altro tas- sello fondamentale, che a nostro avviso e`

stato alla base della permeabilita` del mondo del calcio rispetto ad interessi di natura diversa.

Vorrei solo ricordare che queste due leggi – quella sulla vendita individuale dei diritti e quella sulla quotazione delle so- cieta` – furono introdotte durante i governi di centrosinistra.

Infine, quali misure ritiene di assumere non solo per riportare correttezza e tra- sparenza nel settore, ma anche per soste- nere le societa` dilettantistiche ? Infatti, non bisogna mai dimenticare la ragione prima per cui e` nata la struttura, l’entita`

che e` alla base degli interessi che lei oggi rappresenta.

CARLO COSTANTINI. Dottor Rossi, sono il presidente del gruppo dell’Italia dei valori nella Commissione cultura e la

ringrazio per la chiarezza della sua rela- zione ed anche per la sua durezza, per il fatto che non contenga zone d’ombra.

Credo che questo rappresenti il presuppo- sto per decisioni chiare, per allontanare ogni dubbio sulla prospettiva, che da qual- che parte emerge, di amnistie e provvedi- menti che, in qualche modo, lederebbero la credibilita` che il calcio, grazie al suo impegno e alla sua fatica, sta pian piano riconquistando.

Ringrazio anche i colleghi, che mi con- sentiranno di essere piu` breve del previsto:

condivido infatti quasi tutto quel che e`

stato detto sia dalla maggioranza che dal- l’opposizione. Lo scandalo degli ultimi mesi e` l’evoluzione della situazione di crisi che risale a qualche anno fa, che si e`

manifestata con fallimenti di societa`, con continue violazioni di regole, con il man- cato pagamento di imposte, con conflitti di interesse e indebitamenti straordinari delle societa` di calcio, molto spesso na- scosti fra le pieghe del bilancio, e che hanno inciso negativamente anche sul piano della concorrenza e del mercato.

Alcuni hanno potuto, dunque, spendere di piu` e indebitarsi di piu` per comprare giocatori che hanno consentito loro di ottenere titoli sportivi; altri, che invece hanno rispettato le regole, questa oppor- tunita` non l’hanno avuta.

A mio parere, questa fase coincide con la riforma delle norme che hanno con- sentito l’apertura delle societa` calcistiche al mercato. Condivido l’ultimo intervento, che considerava proprio il lasso temporale tra l’apertura delle societa` di calcio al mercato e l’inizio di questa fase di grande crisi e di grande difficolta`: forse, questa coincidenza non e` casuale.

Ho esaminato con attenzione il lavoro svolto dalla VII Commissione della prece- dente legislatura che contiene spunti in- teressanti. Lei ne ha richiamati tre con sufficiente chiarezza: l’esigenza di interve- nire sul sistema dei controlli, per evitare la sovrapposizione tra controllore e control- lato; l’introduzione di elementi di redistri- buzione dei diritti televisivi e dei proventi dei diritti televisivi; un intervento forte sugli impianti sportivi per migliorare la

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funzionalita` e consentire alla societa` cal- cistica di utilizzarli. Sono interventi sicu- ramente interessanti, che pero` rischiano di essere parziali rispetto all’evoluzione che c’e` stata dal luglio 2004 ad oggi.

Vorrei esprimere una considerazione in riferimento alle domande poste dai colle- ghi. Secondo lei, in un contesto come questo, l’attuale struttura giuridico-nor- mativa delle societa` di calcio e` compatibile con la possibilita` – anzi, con la necessita`

– di garantire ai milioni di tifosi che l’obiettivo perseguito, prima del lucro, sia il titolo sportivo ? E` compatibile con il perseguimento di un successo di carattere sportivo piuttosto che di un interesse eco- nomico ? In riferimento al dato temporale – l’apertura delle societa` al mercato e l’inizio del processo di crisi delle societa`

calcistiche, – sarebbe auspicabile ripartire da quel momento e riconsiderare questa scelta. Su questo punto mi piacerebbe conoscere la sua valutazione.

LUCIANO CIOCCHETTI. Rivolgo un sa- luto al commissario della Federcalcio. Io sono presidente del gruppo dell’UDC in Commissione cultura e vorrei esprimere alcune brevissime considerazioni e formu- lare domande. Una considerazione la ri- volgo al presidente perche´ siamo molto felici e contenti. Grazie ai biglietti che mi ha fatto acquistare la Federcalcio – dai settori popolari, tengo a precisarlo, degli stadi tedeschi – ho assistito a quattro partite delle sette che l’Italia ha giocato in Germania. Essendo un tifoso, quindi uno sportivo, credo che questo sia un successo di tutta l’Italia. Alcune cose avvenute in questi giorni mi sono parse il tentativo, da parte di qualcuno, di strumentalizzare un successo del paese, un successo di 24 ragazzi, un successo del mondo del calcio e dello sport italiano. Al di la` degli scan- dali, che restano e devono essere combat- tuti, a livello di risultati sportivi, di olim- piadi, di campionati del mondo, in tutti gli sport si ottengono e si continuano ad ottenere risultati eccellenti ed eccezionali.

Credo che questa sia la realta`, pur nelle difficolta` che tutti i colleghi conoscono, essendo esperti del settore ed avendo

avuto, alcuni di essi, anche grandi respon- sabilita` di dirigenza sportiva: ritengo, per- tanto, che cio` debba essere sottolineato.

Voglio consegnare queste riflessioni al presidente, non perche´ ne abbia respon- sabilita`, ma perche´ credo che egli sia in qualche modo il garante di questa Com- missione istituzionale. Probabilmente, sul pullman del successo dell’Italia a piazza Venezia o al Circo Massimo dovevano esserci i 24 giocatori e l’allenatore, non i rappresentanti – sia pur autorevoli – del Governo, che nulla avevano a che fare con il successo dell’Italia: e` solo, ripeto, una sottolineatura.

Per entrare nel merito dell’audizione, credo che il problema nasca essenzial- mente dalla aumentata necessita` di risorse economiche per poter competere a certi livelli, e quindi vincere gli scudetti, nelle gare europee ed internazionali. Si tratta chiaramente di un problema italiano, ma credo che sbaglieremmo se lo consideras- simo solo italiano. Faccio presente che le nostre squadre di vertice partecipano alla Champions League, ai campionati della UEFA. Quindi, quando si parla di salary cap, forse dovremmo porci il problema di cosa accade in Germania, Spagna e In- ghilterra e di come le nostre societa` po- tranno eventualmente competere con le squadre inglesi, tedesche e spagnole in merito ad un certo tetto, che puo` essere stabilito solo con un accordo di tipo eu- ropeo, che non sia soltanto il frutto di una decisione nazionale.

Chiedo quindi a lei, che ha fatto questa full immersion in cosı` poco tempo, se condivida quanto finora detto, poiche´ da quanto esposto dal ministro Melandri mi sembra di aver compreso che questo fosse uno dei primi punti che ci si poneva nel dibattito.

Credo che occorra stabilire delle regole che ci facciano tornare a prima del 1996, quando le societa` di calcio erano senza scopo di lucro, quando non era possibile avere societa` per azioni, quando, pur in un sistema condizionato dalle squadre piu` forti, il divario tra grandi e piccole societa`

era inferiore a quello attuale.

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Il cambiamento e la svolta sono certa- mente legati ad una richiesta del sistema, ad alcune vicende gia` verificatesi in altri paesi europei, connesse ad una serie di battaglie interne alla Lega e alla Feder- calcio, che hanno portato il Parlamento ad approvare due provvedimenti: quello di modifica della legge n. 398 del 1991, per la quotazione in borsa e per diventare so- cieta` per azioni a scopo di lucro, e quello relativo ai diritti televisivi. Il primo passo, quindi, e` la modifica della legge sulle quotazioni in borsa e sulle SpA, desti- nando gli utili alla crescita dei vivai delle societa` sportive.

Solo tre questioni in conclusione. Lei parla di terzieta` dei controlli nella giusti- zia sportiva: in che modo ? Ritengo il discorso corretto, ma bisogna pensare a come attuarlo. Lei oggi e` stato costretto a nominare il presidente della CAF: lo ha nominato lei in qualita` di commissario della Federcalcio, e anche cio` rientra tra le disposizioni da modificare. Per quanto concerne l’autonomia degli arbitri, perche´

non pensare ad una federazione autonoma del CONI ? Secondo me si puo` proporre.

VITO LI CAUSI. Professor Rossi, le porgo il mio benvenuto e dichiaro la mia soddisfazione per il risultato conseguito nei giorni addietro.

Parlo a nome dei Popolari-Udeur, che rappresento in Commissione cultura, e tengo a far presente che in questi giorni il ministro della giustizia, onorevole Ma- stella, riferendosi ai recenti scandali del mondo del calcio, non ha mai parlato di amnistia sportiva, bensı` dell’esigenza di punire chi ha sbagliato.

Detto cio`, le chiedo come intenda scar- dinare questo meccanismo di gestione del calcio italiano, che ormai dovrebbe appar- tenere al passato; per il futuro, invece, siamo certi che dovra` essere creato un sistema efficiente e di garanzia.

Ritengo che per i casi di illecito spor- tivo debbano essere applicate sanzioni che abbiano un effetto deterrente nel sistema, cioe` che lascino il segno per fare meglio in futuro, senza con cio` voler interferire in alcun modo sul collegio giudicante, che

emettera` un giudizio sulla responsabilita`

dei singoli. Si tenga comunque presente che non sarebbe neppure giusto punire giocatori, tifosi, societa` quotate in borsa, intere citta` e azionisti per colpe certa- mente attribuibili a determinate classi di- rigenti. Le chiedo come pensa di agire affinche´ i nostri calciatori – che, sia atleticamente sia fisicamente, sono incor- rotti – non finiscano sotto i riflettori, sotto gli occhi del mondo, soprattutto degli adolescenti.

Le rivolgo un’altra domanda: quale ga- ranzia di equilibrio, ma anche di compe- titivita`, potra` offrire per quanto riguarda la vendita dei diritti televisivi ?

Professor Rossi, completo il mio bre- vissimo intervento dicendo che la giustizia sportiva e` diversa da quella ordinaria. Nel primo caso la Federazione puo` intervenire e dare chiarimenti per restituire onore e trasparenza al calcio italiano. Sono certo che lei di tutto questo terra` ben conto.

Infine, una circostanza deve far riflet- tere: tutti abbiamo notato che quanto e`

stato fatto da due dozzine di atleti e un pallone ha portato in piazza, a Roma, piu` di un milione di italiani, ma anche di extracomunitari, con la bandiera italiana.

Questo sicuramente fara` riflettere la sua prestigiosissima persona.

TOMMASO PELLEGRINO. Signor pre- sidente, la ringrazio per avermi consentito di intervenire anche se non faccio parte di questa Commissione. Voglio complimen- tarmi con il professor Rossi per la vittoria di questo mondiale. Mi complimento per la sua grande discrezione e, soprattutto, per il clima di simpatia e di fiducia che si respira intorno alla sua persona. In questo momento molti italiani legati al calcio, che hanno ancora tanta passione per questo sport, sono ottimisti e pensano che pos- siamo ripartire, che il calcio possa essere rilanciato. Devo dire che un grosso merito va attribuito soprattutto a lei.

Intendo fare una semplice premessa.

Per quanto riguarda i festeggiamenti del mondiale, ritengo che, nel momento in cui c’e` una vittoria che coinvolge tutti gli italiani, che manda in piazza milioni e

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milioni di concittadini, chi ha un ruolo istituzionale e rappresenta un paese abbia il dovere di dare un riconoscimento ai protagonisti della vittoria. Cio` non signi- fica soltanto mettersi in mostra: e` sempli- cemente il giusto riconoscimento, facendo sentire la propria presenza istituzionale nei confronti dei calciatori e di tutti coloro che hanno contribuito a questa vittoria.

Non ci sono, dunque, strumentalizzazioni politiche nel modo piu` assoluto.

Desidero anche osservare che l’autono- mia dello sport rispetto alla politica e`

fondamentale: in cio` noi non possiamo intervenire. Premetto altresı` che chi ha infangato lo sport piu` amato dagli italiani deve essere punito in modo deciso. Dob- biamo tuttavia operare delle riflessioni.

Chi pensa che il problema del calcio possa essere risolto mandando la Juventus in serie C, il Milan, la Fiorentina ed altre societa` in serie B, si trova su una strada completamente sbagliata: tra qualche anno avremo esattamente lo stesso problema, non cambiera` nulla.

Abbiamo di fronte un cancro che va curato con un intervento radicale e deciso.

Anziche´ preoccuparsi di mandare chi e`

favorevole o chi e` contrario all’amnistia a salvare la societa`, bisogna preoccuparsi di riformare il mondo del calcio in modo serio e incisivo, per evitare di ritrovarci di fronte allo stesso problema tra qualche anno. Non e` possibile che alla fine di questa bruttissima vicenda a pagare siano i tifosi, che sono coloro i quali hanno subı`to tale situazione e che dovrebbero chiedere un risarcimento.

Ricordo che nella finale del mondiale c’erano ben otto calciatori di una squadra che negli ultimi due anni ha vinto il campionato italiano e che oggi agli occhi degli italiani non ha nessun tipo di merito:

rispetto a cio` dobbiamo fare una serie di riflessioni.

In conclusione, ribadisco che e` neces- sario intervenire sulle societa` quotate in borsa, perche´ sono un male del calcio, cosı`

come bisogna fare una legge che regoli il conflitto di interessi anche nel mondo dello sport. Non e` giusto consentire al figlio di un importante dirigente sportivo

di fare il procuratore nell’ambito del suo stesso sport: in questo modo e` chiaro che si verifica quello che e` successo.

Le chiedo, poi, un intervento forte e deciso per rilanciare i tanti vivai italiani che al momento purtroppo stanno pa- gando di piu` questa situazione.

ANTONIO RUSCONI. A nome de L’Ulivo seguo questa problematica gia`

dalla precedente legislatura. Ringrazio il professor Rossi innanzitutto per la paca- tezza e l’equilibrio. Concordo con le os- servazioni espresse dal mio presidente di gruppo, Martella, e ringrazio l’onorevole Pescante delle sue parole, che condivido;

egli ha riconosciuto che sono state intro- dotte buone leggi da parte della minoranza grazie al precedente sottosegretario per lo sport.

La ringrazio inoltre, commissario Rossi, per la ricerca di risposte giuste anche se impopolari. Vorrei ricordare a tutti che lei ha confermato la piena fiducia a Marcello Lippi 45 giorni fa, quando l’opinione pub- blica, tutti i sondaggi e le trasmissioni televisive dicevano il contrario. Dovrebbe essere un impegno per tutti noi che fac- ciamo politica cercare le cose giuste, anche se impopolari.

Le riconosco il merito dei tanti ragazzi delusi che, dopo il successo degli azzurri, torneranno a giocare per divertirsi. Ma devono tornare a giocare, anche se non diventeranno mai dei campioni, con la convinzione che le partite si vincono e si perdono sul campo. Non mi riferisco al singolo dirigente o al singolo personaggio:

e` necessario tornare a credere che tutto si gioca sul campo.

La giustizia sportiva ha la sua autono- mia ed io aggiungo che ha anche la sua autorevolezza. Come parlamentari non ci compete entrare nei giudizi. Ho fatto parte della Commissione anche nella precedente legislatura ed ho partecipato all’indagine conoscitiva svolta, conclusasi con un do- cumento approvato unanimemente. Al mi- nistro Melandri ho detto che da quel documento conclusivo era emersa l’idea unanime di un sistema che non funziona, caratterizzato da enormi contraddizioni.

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Il governo del calcio, nel luglio 2004, aveva preso in questa sede impegni che non ha mantenuto. Certo, anche noi ab- biamo le nostre colpe, perche´ la politica ha fatto poco in questi due anni. Allora ero all’opposizione, oggi sono nella mag- gioranza, ma poiche´ le leggi le fa il Par- lamento, anche noi abbiamo delle colpe.

Questo e` il compito che avremo da oggi in Commissione: esprimere valutazioni e, poi, assumere decisioni.

Dobbiamo rispettare l’autonomia del calcio; occorre, pero`, che il mondo del calcio rispetti il ruolo del Parlamento.

Sono rimasto offeso, come altri colleghi, per un unico dato: l’aver ricevuto il pre- sidente della Lega che con grande com- petenza ci espresse il suo parere, ci disse perche´ era contrario ai diritti collettivi e che avrebbe visto come tutelare le societa`

minori. Una settimana dopo, come ammi- nistratore delegato di una delle tre societa`

piu` importanti, firmo` un contratto in esclusiva. Questo non e` stato rispettoso per il Parlamento e soprattutto per quella Commissione di indagine. Di questo tro- vera` traccia nella relazione finale, natu- ralmente senza i nomi.

Le pongo due semplici domande e pro- vero` a tracciare una conclusione. Innan- zitutto la vendita collettiva dei diritti te- levisivi non vuol dire dare a tutti la stessa cosa. Nessuno pretende di dare al Milan lo stesso che al Chievo, ma vendita collettiva significa che tutti hanno gli stessi diritti e le stesse opportunita`. Vorrei che una cifra simbolica (il 2, il 3, il 5 per cento) andasse al calcio dilettantistico: sono 80 mila le societa` della Federazione, 25 mila gli enti di promozione sportiva, 800 mila i diri- genti e 12 milioni gli atleti. A fronte della flessione del concorso pronostici, se nel 1995 le societa` medie di prima, seconda e terza categoria ricevevano due milioni di euro tramite il CONI e la Federazione, oggi non prendono un euro. In gran parte, si tratta di societa` di base.

La seconda domanda riguarda lo status dei calciatori. Ritengo che una delle peg- giori vergogne sia quella sull’IRPEF. Ab- biamo tante aziende in difficolta` e sap- piamo che quelle piu` numerose che hanno

evaso l’IRPEF negli ultimi anni sono le societa` professionistiche di serie A e di serie B. Non parlo della rateizzazione, che e` stata resa ventennale, ma dei calciatori professionisti con contratti a termine e dei procuratori. Come facciamo ancora a con- siderarli solamente dei lavoratori dipen- denti, per cui tutto il carico fiscale e` un problema della societa` e non del singolo professionista ? So che quello dello status e` un problema non semplice: va inqua- drato a livello europeo, quindi non pos- siamo verificarlo solo a livello italiano.

Concludo con un dato: di questi tempi vanno di moda i rigori, diamoci anche noi un po’ di rigore. Penso che sarebbe opportuno che chi lavora in questa Com- missione parlamentare si autoregolamen- tasse per i prossimi quattro mesi di lavoro, fino ad ottobre. Per non parlare di quello che e` successo e delle sentenze, che non competono a questa Commis- sione. Sarebbe necessaria una forma di autocensura, per cui ognuno di noi do- vrebbe parlare non di queste tematiche, ma delle regole future. Cio` interessa il mondo del calcio ed e` il dovere della politica e di questa Commissione.

PAOLA FRASSINETTI. Signor commis- sario, posso disporre solo di tre minuti, in quanto mi riconosco in toto nell’intervento che ha effettuato il presidente del mio gruppo.

Vorrei premettere che Alleanza Nazio- nale si schiera a favore di quello che sara`

il risultato del processo, ma nonostante cio`

ho delle preoccupazioni. Avendo analiz- zato e seguito questo processo come av- vocato e premettendo il fatto che la giu- stizia sportiva ha delle regole e un’auto- nomia diversa da quella ordinaria, mi e`

sembrato che lo svolgimento dell’istrutto- ria sia stato un po’ compresso, un po’

ridotto. Non ho ravvisato la possibilita` da parte della difesa di effettuare determinati passaggi procedurali che, secondo me, sa- rebbero stati fondamentali. Proprio perche´

tutto il paese aspetta queste sentenze, forse un’istruttoria piu` completa, in un momento cosı` delicato, sarebbe stata una garanzia per l’eventuale decisione futura.

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Non posso perdere l’occasione, senza scadere nel personalismo e nel tifo cam- panilistico che mi sembrerebbe fuori luogo, per dichiarare inadeguate le richie- ste fatte per il Milan, che sono del tutto fuori luogo e avulse da qualsiasi accusa e da qualsiasi effetto in questo senso.

Concludendo, ho notato che c’e` stata molta fretta nel rispettare le scadenze di iscrizione alle coppe europee. Nel caso non ci fosse ancora la sentenza d’appello, come si e` orientati ad intervenire ? Mi sembra una questione non secondaria.

MAURIZIO PANIZ. Professor Rossi, ri- tiene che il principio della responsabilita`

oggettiva e presunta oggi abbia ancora una sua valenza ? Questo principio e` nato quando si trattava di intervenire sui fatti illeciti compiuti negli stadi e non era possibile monitorarne la provenienza, mentre oggi c’e` una normativa che con- sente un controllo di tutti i comportamenti all’interno degli stadi. E` nato come prin- cipio quando non esisteva ancora la pos- sibilita` di quotare in borsa le societa`

sportive, per cui oggi il comportamento illecito di un suo dirigente finisce per tradursi in un danno diffuso e puo` indurre il Parlamento a dover intervenire, come e`

gia` intervenuto con riferimento ai casi Cirio e Parmalat. Il danno che viene subı`to da una serie di soggetti e` consistente: si pensi a giocatori che, senza avere nessuna responsabilita`, si trovano a giocare in serie B o in serie C, e sono campioni del mondo.

I tifosi vengono privati della presenza di una loro squadra in un determinato ter- ritorio e i piccoli azionisti delle societa`

quotate in borsa subiscono danno a loro volta.

Non pensa, insomma, che questa serie di circostanze induca ad intervenire con una normativa nuova che elimini il prin- cipio della responsabilita` oggettiva e pre- sunta ?

Per quanto riguarda la seconda do- manda, non mi sottraggo al dovere di dichiarare che sono stato uno di coloro che hanno parlato di amnistia. L’ho fatto nel momento in cui questo Parlamento si accingeva a votare un provvedimento di

amnistia e di indulto. Tra qualche setti- mana l’indulto per delinquenti autentici sara` una realta` di questo provvedimento e lo sara` senza il mio voto. Non pensa che, nel momento in cui si mette in discussione il diritto alla vita, all’integrita` personale e al rispetto della proprieta`, l’ordinamento sportivo possa anche riflettere sull’oppor- tunita` di intervenire con riferimento a coloro che hanno tentato di truccare un incontro di calcio, che e` un illecito sicu- ramente inferiore rispetto ai delitti di cui stiamo parlando e che otterranno un be- neficio da parte dello Stato ?

Mi permetta di esprimere una terza considerazione personale. Gli organi di informazione hanno scritto che per un certo periodo lei e` stato amministratore o dirigente dell’Inter. Non pensa che nel momento in cui si invoca un’assoluta tra- sparenza comportamentale, il fatto di es- sere stato dirigente o consigliere dell’Inter possa indurre a non apparire trasparente ? Soprattutto nel momento in cui ha fatto una scelta come quella del presidente Ruperto, che con la sua decisione potrebbe determinare...

PRESIDENTE. Deputato Paniz, le que- stioni sono chiare e lei ha parlato per quattro minuti. Il gruppo di Forza Italia ha ampiamente usato il tempo a sua disposizione.

NICOLA TRANFAGLIA. Vorrei porre delle domande abbastanza precise in me- rito al rapporto molto interessante ed esauriente che il professor Guido Rossi ha qui presentato. Le domande riguardano soprattutto un aspetto: la struttura delle societa` di calcio. Anche un osservatore esterno del mondo del calcio, quale sono stato io negli ultimi anni, si e` reso conto di alcune anomalie molto evidenti: im- prenditori di tutt’altra specializzazione en- travano e si impadronivano di societa` di calcio a scopi speculativi o addirittura a scopi di acquisizione di notorieta` politica o imprenditoriale.

Non crede che per le societa` di calcio debba studiarsi una normativa adeguata al ruolo che le stesse hanno in una societa`

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essenzialmente dominata da un sistema mediatico, qual e` quella italiana, e che non si possano applicare regole in tutto simili a quelle di altre societa` ? Questo mi sem- bra un quesito a cui sarebbe interessante avere una risposta.

Il secondo punto si riferisce alla quo- tazione in borsa. Dall’indagine che lei ha iniziato e portato avanti fino a questo momento, per quanto riguarda la borsa, emerge o meno che vi sono stati un controllo ed una vigilanza adeguati nel- l’ambito delle caratteristiche delle societa`

e in merito alla quotazione ? Sarebbe interessante saperlo.

Infine, chiunque si sia interessato al mondo del calcio ha la sensazione che i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, per quanto concerne la politica fi- scale applicata alle societa` e ai giocatori, non abbiano sfruttato tutte le possibilita`

ed esercitato i controlli necessari. Anche su questo argomento sarebbe interessante avere una risposta. Penso che un mondo caratterizzato da un grande utilizzo di mezzi finanziari debba essere rigorosa- mente controllato e vigilato dal punto di vista fiscale, altrimenti si sommano, in qualche modo, da una parte l’uso di grandi risorse, dall’altra una debolezza fiscale dello Stato.

SABATINO ARACU. Signor commissa- rio, parlo piu` da presidente federale e da membro del consiglio nazionale del CONI, quindi da uomo di sport. Lei dice che siamo colleghi; mi auguro che, come ho sentito, lei sia interista come me e, nono- stante io appartenga allo stesso partito dell’onorevole Paniz, la penso esattamente al contrario. Lei ha un’occasione piu` unica che rara di ridare legittimita` e pulizia ad un ambiente che da anni tutti sanno essere sporco e corrotto: lo faccia fino in fondo.

Le voci che si sentono oggi dicono che qualche dirigente con gonnellino – non perche´ sia donna, ma perche´ protetto da certi ambienti – forse prendera` un’ammo- nizione: sarebbe scandaloso e vergognoso.

Sono un uomo di sport e non voglio entrare nel condizionamento della giusti- zia sportiva. Sappiamo tutti che negli anni

passati certi poteri forti sono stati l’es- senza e il condizionamento di tutto il calcio italiano e se non dello sport, almeno di gran parte di esso.

Ho detto cio` anche in varie riunioni quando Pescante era presidente; oggi il presidente e` un altro ed io affermo lo stesso. Lei ha un bel compito, bello per il paese, soprattutto pulito. Cerchi di por- tarlo avanti in modo idoneo: e` l’ultima prova che la gente si aspetta dallo sport italiano.

PRESIDENTE. Abbiamo concluso gli interventi dei colleghi. Vista la quantita` di domande poste al professor Rossi, non voglio aggiungerne altre.

Nel prosieguo dell’indagine conoscitiva – se necessario e se le colleghe e i colleghi concorderanno, anche sulla base della di- sponibilita` e cortesia del professor Rossi – potremmo stabilire di incontrarci nuova- mente a settembre o ottobre, in modo da esaminare la situazione in corso d’opera per la determinazione delle scelte che il Parlamento dovra` assumere.

Do quindi la parola al professor Rossi per la replica.

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). Concedetemi una battuta ini- ziale: se fossi in grado di rispondere a tutte le domande che mi sono state rivolte, probabilmente rinuncerei al mandato da domani mattina perche´ avrei gia` concluso tutto. La verita` e` che il mio mandato e`

stato fissato fino alla fine di novembre.

Potrebbe anche essere rinnovato, non so se lo sara` e se sara` necessario farlo.

In questo breve periodo, di meno di due mesi, e` stata fatta l’indagine su quelli che erano i mali. Nello stesso tempo, si sono verificati fatti estremamente impor- tanti: la ricostituzione, ad esempio, degli organi di giustizia sportiva, e molte altre attivita` complementari. Da adesso in poi, non voglio occuparmi di giustizia sportiva.

La scelta di Ruperto, a mio avviso, e` stata la migliore che potessi fare, ma quello che fa Ruperto non mi interessa. Ruperto e`

presidente del CAF ed e` lui che in questo

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momento deve decidere. Io non posso decidere niente, quindi e` bene che questo sia chiaro, fin d’ora.

MARIO PESCANTE. Pero` l’amnistia di- pende da lei !

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). Rispondero` anche sull’argo- mento dell’amnistia. Comincero` a rispon- dere secondo l’ordine degli interventi che sono stati svolti, a partire dall’onorevole Martella.

Abbiamo avuto periodi di emergenza, adesso per me comincia il momento di analizzare il sistema delle regole, cioe` nei quattro mesi in cui devo ancora lavorare dovro` studiare le regole. Su questo non ci sono dubbi. Nonostante non abbia fatto altro in vita mia che studiare, le studiero`

con accanimento, ma con il supporto di una partecipazione straordinaria che ho avuto dalla FIFA, dalla UEFA e dall’Anti- trust, con cui stiamo discutendo. L’Anti- trust ha messo a disposizione cinque per- sone, una task force. In molti settori, i problemi dell’Antitrust confliggono con quelli della giustizia sportiva e dell’ordi- namento sportivo. Quindi, non si possono applicare tutte le regole antitrust al si- stema sportivo del calcio, e il presidente dell’Antitrust e il direttore generale l’hanno ben capito nei colloqui che abbiamo avuto.

Faccio un esempio. Negli Stati Uniti, dove l’antitrust e` nato e dove viene applicato rigorosamente, il sistema sportivo e` la- sciato fuori: non viene applicata nessuna regola di antitrust ai sistemi sportivi.

Da adesso in poi io ho il problema delle regole. Certamente, c’e` anche il problema dei controlli, cioe` come garantire l’auto- nomia del sistema arbitrale. Le tesi sono molto varie. Per esempio, c’e` chi sostiene che sia necessaria la creazione di una autorita` indipendente per il sistema arbi- trario, che potrebbe garantire la terzieta`.

Ma chi nomina le autorita` indipendenti ? Il problema alla fine e` sempre lo stesso: che non siano i controllati che nominano i controllori. E` vero, ho nominato Ruperto, ma per fortuna di Dio non sono stato

nominato con il sistema elettivo con cui vengono eletti i presidenti. Sono stato nominato dal CONI, ma non con il sistema elettivo attraverso il quale veniva eletto il presidente della FIGC.

Per quanto riguarda la giustizia spor- tiva e il controllo dei bilanci, vi sono la Covisoc e la Coavisoc. Stiamo discutendo e abbiamo discusso con loro, anche perche´

ci sono problemi estremamente delicati in tema di bilanci delle societa` sportive. Ad esempio, la questione della differenza tra cessione dei marchi e cessione del titolo sportivo, al fine di aumentare il patrimo- nio netto delle societa`. Anche sotto questo profilo sussistono molti problemi, che sono, in qualche modo, in via di soluzione.

Per quanto riguarda i diritti televisivi, rispondo alle domande che mi sono state rivolte. Condivido solo una vendita collet- tiva dei diritti televisivi, come si e` espresso anche l’Antitrust. La vendita collettiva dei diritti televisivi, secondo me, ha due aspetti che devono essere tenuti presenti con estrema cautela.

Il primo e` che insieme alla vendita collettiva deve entrare un criterio solida- ristico di distribuzione. Questo e` il pro- blema principale: attraverso la vendita collettiva dei diritti televisivi non si deve ripetere l’errore commesso con la vendita individuale, privilegiando enormemente qualcuno rispetto ad altri.

Un secondo aspetto riguarda la vendita collettiva, ecco perche´ la preferisco alla vendita individuale dei diritti televisivi. Mi riferisco al fatto che con la vendita col- lettiva e attraverso la distribuzione di un sistema solidaristico centrato si evita quello che ho chiamato « voto di scam- bio ». La mia personale opinione e` questa, pero` non sono io che decido sui diritti televisivi.

Per quanto riguarda il salary cap, sono d’accordo che ci siano delle sanzioni nei confronti delle societa` che lo violino, ma questo e` un problema che non puo` essere risolto facilmente, se non in sede UEFA.

Bisogna che il salary cap diventi un pro- blema per tutte le societa` che fanno parte del mondo UEFA: allora, si potrebbe ve- ramente introdurre e, probabilmente,

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avrebbe anche un senso. La discussione e`

aperta; lo dico all’onorevole Pescante, che e` uno dei sottoscrittori del famoso rap- porto Arnaud e sa benissimo che ci sono varie tesi al riguardo. Per esempio, quella per cui il salary cap debba essere indivi- duato non a livello individuale, ma a livello di tutti i giocatori. Quindi, c’e` un salary cap nel senso che una parte del patrimonio, o meglio degli introiti delle societa` calcistiche, limitati al salary cap, debba riguardare tutti i giocatori; altri invece sostengono che vi sia un salary cap individuale. Sul salary cap individuale non sarei molto d’accordo, ma esprimo un’opi- nione esclusivamente personale.

Veniamo alla trasformazione della struttura delle societa` di calcio, allo scopo di lucro da un lato e al problema della quotazione in borsa. Francamente non credo che la trasformazione in SpA sia stata una delle ragioni fondamentali della crisi, anche perche´ non penso che attra- verso la SpA, piuttosto che attraverso strutture diverse, si possano dirottare al- trove gli utili che derivano dalle societa` di calcio. Puo` anche darsi che mi sbagli, ma di societa` di calcio che con scopo lucrativo guadagnano moltissimo ne conosco assai poche, mentre ne conosco tantissime che sono indebitate. Quindi, il discorso, se- condo me, non e` tanto quello della strut- tura in SpA; forse, qualche ritocco per farne una societa` per azioni a statuto speciale dovrebbe essere studiato e questo, ovviamente, e` un problema che deve essere affrontato dal Parlamento e non risolto ne´

dalla FIGC ne´ dal CONI.

Questo e` il vero problema che riguarda le societa` per azioni con scopo di lucro, ma con oggetto sociale l’attivita` calcistica.

Sono personalmente contrario, nella si- tuazione italiana, alla quotazione di borsa nella struttura di queste SpA. Contraria- mente a quel che avviene in altri paesi, dove si giustifica di piu` , la quotazione di borsa e` fatta su un patrimonio che va al di fuori e al di la` dei valori sportivi. A quel punto, non si quotano i valori dei gioca- tori, ma i valori patrimoniali delle societa`, come il Manchester o il Barcellona, che hanno la proprieta` degli stadi, dove ci

sono una quantita` enorme di altre attivita`:

sono quelle che fanno l’oggetto della quo- tazione di borsa. In Italia, dove questo non avviene e dove al di fuori di cio` che avviene nell’ambito del titolo sportivo non esiste, in realta`, patrimonio di nessun tipo, la quotazione di borsa e` una trappola.

Come si torna indietro ? La relazione del presidente della Consob, Cardia, rivela che, forse, bisogna fare il delisting delle societa` sportive quotate. Attenzione, perche´ egli ha chiesto come si fa a fare il delisting. Bisogna stare attenti a tutelare le minoranze e, per tutelarle, bisognerebbe lanciare una OPA e vedere se chi con- trolla, chi ha in mano il controllo della SpA, e` in grado di fare l’OPA. Allora, tutto il problema diventa nuovamente di carat- tere economico e poi bisogna stabilire il prezzo dell’OPA.

Certamente bisognava non quotare le societa` e questo, secondo me, e` stato un errore. Se poi sulle societa` sportive ci sia stato un controllo corretto da parte della Consob, non sono in grado di dirlo in questo momento, anche perche´ come ex presidente della Consob farei qualcosa di cattivo gusto nel sindacare l’attivita` del- l’attuale presidente, di quelli che lo hanno preceduto e che hanno in realta` condotto questo processo di quotazione delle societa`

sportive.

Mi e` stato chiesto, poi, del diverso sistema elettorale: qui si apre un grosso problema. E` vero, ho attaccato il sistema elettivo perche´ ho detto che in fondo i controllori sono nominati dai controllati, e molto spesso i controllati diventano con- trollori. Io sono molto contento che un grande esperto di mondo sportivo, con l’autorevolezza che ha, come l’onorevole Pescante, abbia detto le cose che ha detto:

concordo pienamente con quanto da lui esposto. Il problema in questo caso esiste e si applica a societa` che prima sono le societa` di calcio delle SpA, poi diventano le leghe, poi la FIGC e, magari, anche il CONI.

Allora il discorso e` che in verita` ci sono, come succede per esempio nel mondo finanziario, nell’ambito della quo- tazione delle societa` industriali e non delle

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societa` sportive, degli strumenti che ven- gono indicati, oramai, in tutti i paesi del mondo. Che poi funzionino completa- mente o meno e` un altro discorso, pero` si parte dagli organi di vigilanza (la Security Exchange Commission negli Stati Uniti, la famosa SEC, la Cob in Francia e la Consob in Italia) e man mano si creano, tra l’altro, degli obblighi a queste societa` o a queste strutture – come potrebbe essere, per esempio, per le leghe, per la FIGC, per il CONI –, in cui ci siano i modi (quelli che si chiamano i compliance programmes) e gli strumenti attraverso i quali, per esem- pio in base alla legge n. 231 del 2001 sulla societa` per azioni, si devono creare dei controlli interni che funzionino, al fine di evitare la responsabilita`. Cosı` come le societa` per azioni: a queste cose non ho mai creduto molto, pero` costituiscono una sorta di argine. Per esempio gli ammini- stratori indipendenti si possono creare e votare nell’ambito delle societa` per azioni.

Allora, perche´ non si possono, anche nel- l’ambito di queste strutture dell’ordina- mento sportivo, creare al vertice delle posizioni di persone che siano notoria- mente indipendenti ?

Credo che questo sia probabilmente uno degli orizzonti che vanno affrontati. A questo punto, potrebbe essere un enorme sconquasso, per esempio, pensare di to- gliere lo scopo di lucro e cambiare la struttura delle societa`, facendole diventare quello che erano prima di diventare SpA.

Anche perche´, con tutto quel che succede in Europa e nel mondo, probabilmente sarebbe una presa di posizione abbastanza antistorica.

Circa l’ipotesi di ridurre il numero dei professionisti nelle societa`, forse sarebbe possibile, ma questo e` un altro dei pro- blemi che dovranno essere affrontati.

Quanto ad aiutare i vivai con una mutua- lita` diversa, credo che sia uno degli scopi fondamentali.

Per rispondere all’onorevole Del Bue, nessuna amnistia. Personalmente, sono contrario, anche se, come ha detto l’ono- revole Pescante, potrei, alla fine di tutto, diventare responsabile della decisione di concedere o meno l’amnistia. L’amnistia e`

una cosa completamente diversa, che non si deve applicare in questo caso. Sara` la giustizia sportiva a svolgere il ruolo che le compete. Mi pare che l’amnistia sia fuori luogo per rifondare quel calcio sano che la nazionale italiana ha dimostrato esistere.

Ovviamente, sono d’accordo con tutti co- loro che hanno iniziato il loro discorso inneggiando a questa vittoria straordinaria che viene dopo 24 anni: infatti erano 24 anni che non vincevamo una coppa del mondo.

La cosa straordinaria e` che sono d’ac- cordo con le dichiarazioni di Gattuso, tant’e` che, scherzando, a chi mi chiedeva in un’intervista se fossi d’accordo con lui, ho risposto che non sapevo se fosse Gat- tuso a copiare me o viceversa, perche´

aveva perfettamente ragione. Questa crisi ha dato a questa squadra la necessita` di dimostrare che il calcio puo` essere una cosa non malata, che, quindi, da questa vittoria si puo` creare un andamento vir- tuoso, cercando di abolire tutti gli anda- menti viziosi e che, invece, la parte che deve essere giudicata dalla giustizia spor- tiva deve essere corretta.

Delle strutture elettive indipendenti ho gia` parlato. E` stato detto che e` stato un errore nominare Borrelli. Io ritengo pro- prio di no e, se mi permettete, spiego anche il motivo. Ovviamente, prima di procedere a queste nomine, mi sono reso conto che avrei dovuto cercare delle per- sone che avessero determinate caratteri- stiche. La scelta del dottor Borrelli e`, intanto, una scelta dell’ufficio indagini, non e` una scelta di chi giudica o del procuratore federale. E` la scelta di chi doveva valutare una quantita` enorme di risultati che provenivano dalle procure, soprattutto dalla procura di Napoli.

Quindi, quello che ha scritto il dottor Borrelli e` il risultato di uno che scrupo- losamente ha fatto le sue indagini. Che poi i precedenti del dottor Borrelli confermas- sero soltanto che e` una persona che le indagini le sapeva fare, mi pare che sia indiscutibile

FABIO GARAGNANI. Era politicizzato, sapeva gia` dove andare.

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GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). Non sapeva affatto dove an- dare. Tutti siamo politicizzati, ma il pro- blema e` essere persone indipendenti. Io sono politicizzato, probabilmente come lei, ma sono indipendente.

Il fatto che io sia stato per un brevis- simo periodo di tempo, data la mia ami- cizia con Massimo Moratti, nel consiglio d’amministrazione dell’Inter non mi im- pedisce nulla, tant’e` che, per fortuna, ho un amico che si fa scrupolo e non mi ha piu` telefonato da quando sono diventato commissario straordinario, proprio perche´

non vuole interferire in alcun modo. E` una cosa che, in qualche misura, mi fa sorri- dere perche´ mi pare davvero uno scrupolo eccessivo. Quando dovro` convocare i pre- sidenti delle squadre di calcio, anche con lui dovro` farlo in modo estremamente formale.

Il problema dei ripescaggi riguarda i criteri. I ripescaggi sono gia` in atto e fino al momento in cui non verranno fissate delle nuove regole – compito che mi spetta – il problema rimane cosı` com’era. Io non posso minimamente interferire, se non previe nuove regole.

L’onorevole Del Bue ha avanzato la questione dei campionati europei del 2012.

Certo, ci sono dei problemi strutturali molto importanti e non c’e` dubbio che uno dei miei compiti, nei prossimi mesi, sara`

anche quello di sollecitare il Governo italiano ad intervenire sugli stadi. Ritengo che sarebbe veramente un errore grosso- lano e gravissimo, dopo la vittoria ai mondiali, venire scartati nella corsa per ospitare i campionati europei del 2012 soltanto perche´ non riusciamo a realizzare gli stadi in modo adeguato. Il sistema tedesco a me personalmente e` piaciuto molto.

L’onorevole Luxuria mi ha chiesto se un altro calcio sia possibile. Ha ragione:

secondo me, proprio il campionato del mondo ha dimostrato che un altro calcio e` possibile.

Sulla velocita` della giustizia mi pare che siano state espresse osservazioni estre- mamente corrette, anche per quello che ha

riguardato il comportamento e la sanzione a Zidane, che, tra l’altro, e` stato conside- rato il miglior giocatore dei mondiali, solo perche´ la decisione e` stata presa prima dell’ultima partita. Queste sono decisioni che si prendono prima dell’ultima partita e, poi, hanno deciso la sanzione. C’e` una contraddittorieta` in questo, dovuta proprio a un sistema che non tiene conto di quello che avviene nell’ultima partita.

Clemenza, spugna o rigore ? Neanch’io sono per una squadra o per l’altra. Pen- sare che la giustizia sportiva debba essere una giustizia esemplare e` sbagliato. La giustizia non deve mai essere esemplare, deve essere equa, deve essere corretta. Io non sono per l’esasperato rigore, cosı`

come non sono affatto per la clemenza. Io sono per la giustizia equa e credo che questa battuta l’abbia fatta anche l’onore- vole Ruperto in risposta a qualche avvo- cato che sosteneva la necessita` di una giustizia giusta. Ebbene, egli ha replicato dicendo che sostenere che la giustizia e`

giusta equivale a dire che il ghiaccio e`

freddo. La giustizia dev’essere equa, non giusta.

Di quotazioni in borsa e di salary cap abbiamo gia` parlato. L’onorevole Pescante non mi ha rivolto domande particolari, ma ha, in realta`, dato una visione del suo modo di concepire quanto e` avvenuto nel mondo del calcio, di quali sono i problemi che devono essere affrontati e quali sono le possibili regole. La sua partecipazione al rapporto Arnaud e` stata essenziale. Ono- revole Pescante, le devo dire che a me il rapporto Arnaud e` piaciuto moltissimo, perche´ lascia aperte molte alternative, le esamina tutte, ma indica anche tutte le posizioni diversificate dei vari componenti della commissione che era stata creata.

Indica inoltre le scelte probabilmente mi- gliori, lasciando anche le alternative di carattere diverso. Mi auguro che questa Commissione, per esempio, possa ascoltare Arnaud ed avere veramente un’indicazione precisa sui criteri che hanno dettato que- sto rapporto. Sono, dunque, assolutamente d’accordo con lei sul fine di lucro delle societa`. Forse questo e` un problema da studiare, ma ho gia` detto come la penso

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circa le societa` per azioni con statuto speciale. Probabilmente, questa e` una mo- difica che puo` essere introdotta. Sul salary cap siamo assolutamente d’accordo.

L’onorevole Bono ha parlato di nuove regole. Purtroppo, queste non le ho ancora definite. Lasciatemi un po’ di tempo, sto lavorando come raramente ho lavorato in vita mia. Non e` che sia un pigrone, ma in questo momento l’incalzare dei termini e le cose che capitano tutti i giorni mi costringono a dei tour de force che anche il mio amico Valentini conosce, e soprat- tutto il vice commissario Nicoletti, che, data la sua giovane eta`, evidentemente sopporta la fatica meglio di me.

Per quanto riguarda la domanda di garanzia e di controllo nelle societa`, ho gia`

parlato prima delle autorita` indipendenti.

Sulla vendita collettiva e la priorita`

siamo d’accordo, mentre dei fini di lucro abbiamo gia` parlato. Quanto a sostenere le societa` dilettantistiche, secondo me questo e` uno dei problemi fondamentali che la nuova struttura del calcio italiano deve proporsi.

Per quanto riguarda l’onorevole Co- stantini, sulla struttura giuridica e i fini di lucro credo di aver gia` risposto, mentre sono assolutamente d’accordo su tutto quel che ha detto sui controlli e sui diritti televisivi: quindi, mi trovo in perfetta con- cordanza di intenti.

Onorevole Ciocchetti, si tratta del suc- cesso di un paese e dello sport, sono d’accordo. Anche sul salary cap siamo d’accordo, mentre ha perfettamente ra- gione che debba essere una questione europea.

Quanto a tornare alle regole prima del 1996, vorrei ribadire che il problema della struttura giuridica delle societa` di calcio e`

un problema in verita` solo di carattere formale, non di carattere sostanziale. Non e` che tutta la crisi che ha colpito il calcio sia dovuta al fatto che sono diventate societa` per azioni. Nelle societa` per azioni con uno scopo di lucro tipico delle stesse, questo e` certamente l’obiettivo principale, ma quando nell’ambito della societa` per azioni si crea un oggetto sociale, che lo scopo di lucro lo tenga in conto oppure no,

il lucro passa veramente in secondo piano, e certamente lo scopo dell’attivita` sportiva diventa assolutamente prevalente. Questa e`, forse, la ragione per cui vale la pena di fare una societa` per azioni speciale.

GUGLIELMO ROSITANI. Non e` un problema il fatto che sia una societa` per azioni e che non ci sia il lucro, sono gli azionisti che controllano la societa` per azioni e che fanno incidenza sul calcio:

sono cose diverse.

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). Su questo sono d’accordo.

GUGLIELMO ROSITANI. Come diceva il collega Ciocchetti, lei esamini i bilanci delle societa` prima e dopo il 1996: si rendera` conto del perche´ vi sia del marcio in quei bilanci.

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). Accetto il suggerimento, non ho purtroppo guardato.

LUCIANO CIOCCHETTI. I costi sono decuplicati.

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). I costi sono decuplicati, cosı`

come le entrate.

PRESIDENTE. Abbiamo concesso una breve domanda all’onorevole Rositani in quanto aiuta forse a capire, ma non in- terrompiamo troppo perche´ altrimenti ab- biamo difficolta` a seguire la replica del dottor Rossi.

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). E forse anche il mio dire diventa meno lucido.

Una cosa, pero`, vorrei a questo punto chiarire. Io analizzero` tutto questo, ma allora diventa un problema diverso: il falso in bilancio.

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Quanto alla autonomia degli arbitri, ne stiamo discutendo, e` una delle grandi discussioni che stiamo conducendo con il commissario Agnolin, con il quale ab- biamo affrontato tutti questi problemi, e ovviamente su tale questione stiamo di- scutendo anche con la UEFA.

Quanto all’intervento dell’onorevole Li Causi, le regole con l’UEFA sono quelle che ci aiutano di piu` . Si chiedeva se non fosse giusto punire le societa`. Qui si in- troduce l’altro problema che allora vale la pena di trattare, quello posto dall’onore- vole Paniz se sia ancora valida la respon- sabilita` oggettiva e presunta. La responsa- bilita` oggettiva e presunta esiste nel calcio in tutti gli altri paesi, non e` che sia una invenzione italiana. Quindi, a questo punto, mettersi a discutere se, per esem- pio, le societa` non debbano essere punite qualora ci sia l’illecito dei dirigenti o altro diventerebbe un problema di anomalia dell’Italia. Allora, il problema e` se dob- biamo essere noi anomali rispetto agli altri o se, invece, in un sistema – come ho detto nella mia relazione, che e` una sorta di ius gentium – separato ma autoreferenziale, non dobbiamo invece seguire le regole poste a livello di UEFA e FIFA.

MAURIZIO PANIZ. Anche Bosman ha cambiato le regole.

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). Quella, pero`, era la Corte di giustizia.

Onorevole Pellegrino, la ringrazio molto dei complimenti che mi sono stati rivolti.

Quanto all’intervento con regole, per evitare che con qualunque tipo di riforma si possano ripresentare gli stessi vizi e si ripetano poi le crisi – perche´ i conflitti di interesse, ovviamente, non sono nati solo nel calcio – ho scritto abbastanza recen- temente un libro intitolato Il conflitto epidemico, per dimostrare come nell’am- bito dell’economia il conflitto di interessi alberghi quasi dovunque. Nel calcio e`

esploso in un modo addirittura catastro- fico, pero` il conflitto di interessi e` una

delle malattie maggiori del capitalismo finanziario, inutile negarlo. Il conflitto di interessi aumenta, soprattutto, laddove au- mentano i flussi di denaro: dove c’e` piu` denaro ci sono piu` conflitti di interesse, piu` c’e` denaro piu` ci sono conflitti e piu` si cerca di sfuggire maggiormente a tutte le maglie che vengono poste per evitare i conflitti di interesse.

Per i giovani, certo, quello suggerito e`

uno degli scopi assoluti che la Federazione deve porsi come obiettivo finale.

Onorevole Rusconi, i diritti televisivi e la vendita collettiva (ne abbiamo gia` par- lato) devono andare al calcio dilettanti- stico, non c’e` dubbio: su questo sono assolutamente d’accordo. Quanto allo stato dei calciatori, come si fa a considerarli dipendenti in una situazione tale ? Questo e` certamente uno dei problemi da affron- tare, che si aggiunge pero` soprattutto ad una trasversale questione di carattere fi- scale, che riguarda non solo i calciatori, ma soprattutto le societa`. Quindi, uno dei problemi che, probabilmente, dovranno essere considerati dal Parlamento sara`

quello del trattamento fiscale delle societa`

di calcio.

C’e` poi tutta la questione relativa allo

« spalma-debiti », il pagamento al fisco di quello che e` dovuto: in quanti anni, am- mortamenti e quant’altro, e` un problema spigoloso, che va trattato in modo globale.

All’onorevole Frassinetti dico che io non discuto lo svolgimento dell’istruttoria, questa e` una sua opinione. Invece, sulla domanda specifica che mi ha rivolto ri- spondo subito che, in base alle regole UEFA, la sentenza di primo grado e` im- mediatamente esecutiva; quindi, anche se non arriva in tempo utile la sentenza di secondo grado, il problema non si pone e su questo siamo gia` d’accordo con la UEFA. Naturalmente, sarebbe meglio che arrivasse in tempo utile anche la sentenza di secondo grado, eventualmente con lo slittamento di un giorno o due – che la UEFA ci concederebbe – ma se questa ultima mancasse, la sentenza di primo grado sarebbe immediatamente esecutiva.

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All’onorevole Paniz ho gia` risposto, mentre alla domanda sulla struttura delle societa` quotate, formulata dall’onorevole Tranfaglia, ho gia` risposto di no.

Sulla politica fiscale, come avevamo detto, dobbiamo affrontare un problema di carattere globale.

All’onorevole Aracu rispondo che andro` fino in fondo, non abbia dubbi. Ho accettato questo incarico, per me molto gravoso dal punto di vista personale e anche fisico, per andare fino in fondo, altrimenti non lo avrei accettato.

GABRIELLA CARLUCCI. L’onorevole Paniz le aveva rivolto tre domande e lei ha risposto solo ad una.

GUIDO ROSSI, Commissario straordi- nario della Federazione italiana giuoco cal- cio (FIGC). Della responsabilita` oggettiva ho gia` parlato, cosı` come dell’amnistia.

L’amnistia e l’indulto riguardano reati molto precisi. Quelli che riguardano la giustizia sportiva non sono illeciti penali, ma disciplinari. Quindi si puo` concedere anche l’amnistia, ma in questo caso mi pare che sia fuori luogo.

Come fa a dire che non ho risposto alle domande ?

PRESIDENTE. Ringrazio il commissa- rio Rossi per la disponibilita` manifestata e per aver risposto ampiamente a tutti, an- che al deputato Paniz.

Lo ringrazio altresı` per la precisione della sua relazione e la concretezza delle sue risposte. Voglio aggiungere che, al di la`

di qualche opinione differente, e` molto importante che in questa Commissione sia venuto un sostegno trasversale e, direi, unanime all’azione di rifondazione del calcio che e` stata intrapresa.

Dichiaro conclusa l’audizione.

La seduta termina alle 16,40.

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTI ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. FABRIZIO FABRIZI

Licenziato per la stampa il 2 ottobre 2006.

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

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