• Non ci sono risultati.

Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down"

Copied!
13
0
0

Testo completo

(1)

Sardegna FESR 2014/2020 - ASSE PRIORITARIO I

“RICERCA SCIENTIFICA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE”

Azione 1.1.4 Sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi

Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down

CarBio

(2)

Report Semestrale n. 4 periodo di lavoro dal 23/10/2019 al 23/04/2020

Organismo di Ricerca: Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Agraria, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituito di Scienze delle Produzioni Alimentari – U.O. Sassari

Progetto Cluster Top Down: ”CarBio: carciofo biologico: innovazione e sostenibilità di filiera”

Convenzione prot. n° 4430 del 25/03/2018 CUP: J81I17000820006

Si allegano al presente documento:

- N. 14 registri incontri con le imprese;

- N. 1 nuova adesione al progetto;

Il Report dovrà essere articolato secondo un minimo di cinque sezioni:

Sezione 1: Indicare il grado di conseguimento degli obiettivi fissati nel progetto approvato rispetto al periodo di riferimento e suddivisi per ogni WP. In questa sezione si dovrà inoltre fornire, considerando il periodo di riferimento, uno stato di avanzamento dei WP rispetto al progetto e al cronoprogramma approvato quantificando anche gli indicatori fisici di realizzazione e di risultato previsti nella proposta progettuale.

Con il progetto Cluster Top-Down CarBio: Carciofo Biologico: innovazione e sostenibilità di filiera, si vuole perseguire l’obiettivo specifico di miglioramento della competitività delle piccole e medie imprese sarde aderenti attraverso azioni di collaborazione specifica e trasferimento tecnologico tra Enti di ricerca, Università e imprese agricole stesse.

L’affiancamento agli imprenditori agricoli nelle operazioni di trasferimento tecnologico viene realizzato da parte degli enti di ricerca e dell’università attraverso un supporto ai processi di gestione della filiera agricola dal campo fino alla raccolta, secondo protocolli integrati in pre e post raccolta il cui scopo è quello di sviluppare nella nostra regione una filiera produttiva del carciofo spinoso sardo coltivato in regime biologico.

Il progetto è articolato in diversi obiettivi specifici perseguiti mediante l’attuazione di WP.

L’attività del WP1 (WP Leader Prof. L. Ledda) e del WP7 (WP Leader Dott. S. D’Aquino) riguardante la “Gestione operativa e di coordinamento del progetto, con controllo della qualità e diffusione dei risultati”, si inserisce nell’ambio del più ampio obiettivo 5 di progetto: divulgazione dei risultati e trasferimento delle innovazioni.

I principali indicatori di realizzazione e di risultato prodotti fino ad ora in relazione al cronoprogramma approvato sono:

- n° 1 meeting di progetto tra enti di ricerca coinvolti: UNISS e CNR per programmare l’attività da condurre nell’annata agraria di raccolta del carciofo.

- n°1 giornata di visita ai campi sperimentali dell’azienda Mauro Deidda del Dipartimento di Agraria nell’ambito della Giornata di orientamento dell’UNISS rivolta alle scuole

(3)

superiori svoltasi il 14 febbraio 2020.

- n°14 incontri di progetto in cui Istituzioni Scientifiche e imprese agricole aderenti al progetto dialogano per il trasferimento e recepimento delle innovazioni nel pre e post raccolta della filiera del carciofo spinoso sardo.

L’attività del WP2 (WP Leader Prof. L. Ledda) riguardante “l’analisi della fertilità del suolo quale indicatore della sostenibilità agronomica”, ricade nell’ambito degli obiettivi di messa a punto di una gestione agronomica efficiente con lo scopo di valutare la sostenibilità dei metodi di coltivazione biologica proposti per i sistemi cinaricoli sardi.

Attraverso le attività di trasferimento tecnologico condotte in alcune delle aziende aderenti si è cercato di mettere a punto un protocollo di gestione agronomica che preveda la conversione delle aziende verso il regime biologico, adattato alle esigenze delle medesime. A tal proposito sono state portate avanti attività che hanno identificato la successione colturale più idonea sia ad ottenere produzioni agricole soddisfacenti sia ad ottimizzare la coltivazione del carciofo spinoso sardo in regime biologico riducendo l’impiego di input esterni (inserimento di leguminose azotofissatrici nei sistemi colturali). In linea con il cronoprogramma indicato, fino alle restrizioni lavorative imposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, su proposta del Ministro della Salute le attività hanno riguardato la messa a punto di una gestione agronomica efficiente realizzata attraverso la valutazione nelle aziende di:

1) analisi dei bilanci dei macronutrienti (azoto, fosforo e potassio) sui principali dispositivi sperimentali messi a confronto (convenzionale, biologico e in transizione) secondo la metodologia riportato nelle linee guida OECD (2007) per questo tipo di studio;

2) analisi di una lista di criteri di selezione differenziati per areale geografico e in funzione delle epoche di impianto adottate nelle varie aziende per la semina di una coltura di copertura o cover crop nell’interfila della coltura principale di carciofo. La scelta delle leguminose da consociare, e il protocollo di rilevazione dati sono stati definiti in funzione dei risultati ottenuti nei campi sperimentali realizzati nell’ambito della precedente annata di coltivazione partendo dalle basi scientifiche messe a punto nel progetto di trasferimento tecnologico Ecocynara (Innovazione verso la sostenibilità del sistema colturale carciofo a scala aziendale: “Spinoso sardo” in regime biologico).

3) analisi del bilancio della dinamica di mineralizzazione della sostanza organica, per tutti i dispositivi sperimentali a confronto.

I principali indicatori di realizzazione e di risultato fino ad ora raggiunti in relazione al cronoprogramma approvato e a seguito delle restrizioni per l’emergenza coronavirus sono:

- acquisizione di dati tecnici relativi alla coltura principale del carciofo per l’implementazione di data-set sperimentali quali:

- ritmo di emissione dei capolini raccolti per ciascun dispositivo sperimentale;

- peso dei capolini raccolti per ciascuna tesi;

- parametri biometrici dei capolini di carciofo per i tre ordini principali.

- quantificazione delle caratteristiche quanti-qualitative della biomassa del pisello proteico al fine di consentire la stesura del bilancio dei macronutrienti del suolo per tutte le tesi in biologico e transizione;

- monitoraggio settimanale della respirazione del suolo per tutta la durata del ciclo colturale del carciofo e nelle fasi di consociazione della leguminosa con l’obiettivo di studiare le relazioni tra la qualità del suolo e dinamica della sostanza organica per sviluppare dei parametri inediti di sostenibilità del sistema carcioficolo.

(4)

Con particolare riferimento all’obiettivo 2 “Messa a punto di strategie efficaci e a basso impatto ambientale per il contenimento delle infestanti (WP3, WP6)”, nel semestre di riferimento è proseguito, seppur con limitazioni per quanto riguarda la fase di analisi delle infestanti primaverili, lo studio della biodiversità vegetale nei sistemi colturali carcioficoli in regime convenzionale, in transizione e biologico. Nello specifico, il WP 3 (WP Leader Prof. G. Brundu) mira a determinare un schema colturale che vada nella direzione del potenziamento dell’attività biologica del suolo, del sostegno alla produttività a lungo termine ed al mantenimento di una carciofaia “sana”.

L’attività del WP3 è stata condotta, come nel corso dei semestri precedenti, contattando i proprietari delle imprese che sono stati opportunamente convolti ed informati in merito ai rilievi in corso ed hanno presenziato in parte alle attività di rilievo, ponendo diverse domande e/o informandosi sulla corretta identificazione di alcune delle specie infestanti presenti o sulle modalità di introduzione, diffusione, controllo delle stesse. Hanno tutti prestato la massima collaborazione e grande interesse verso le attività di questo WP.

È stato altresì’ avviato lo studio della seedbank per l’azienda di Ottava.

Per poter avere dei dati comparabili, è stata applicata sempre la stessa metodologia di rilievo della flora epigea in apposite aree di saggio preventivamente localizzate con l’ausilio del GPS, nel periodo autunno-invernale (2019). Purtroppo i rilievi primaverili del 2020 non sono stati realizzati in quanto sin dall’inizio del mese di Marzo il Dipartimento ha bloccato tutte le attività, e l’Università di Sassari, con decreto rettorale che ha imposto il divieto di effettuare missioni.

Azienda Gestione Rilievi autunno-invernali

Ottava Convenzionale e Biologico 03.09.2019

Cabras Biologico 20.02.2020

Villasor Biologico 25.10.2019; 19.02.2020

Valledoria Convenzionale 06.02.2020

Uri Transizione 06.02.2020

Nel WP 4 (WP Leader Prof. Q. Migheli) l’obiettivo principale è quello di “studiare gli effetti che strategie a basso impatto ambientale (prodotti ammessi in agricoltura biologica) hanno sul contenimento delle principali patologie fungine (Sclerotium rolfsii, Botrytis cinerea, Leveillula taurica e Bremia lactuce). Il seguente WP in stretta correlazione con il WP2 e WP3 ci consentirà di individuare metodi alternativi per il controllo dei patogeni, con il duplice obiettivo di ridurre l’incidenza delle avversità provocate dai principali patogeni del carciofo e portare sul mercato un prodotto fresco che abbia un residuo di agrofarmaci notevolmente ridotto seppur non constatato sperimentalmente.

Le attività del WP4 che sono state condotte durante il periodo di riferimento indicato e prima della promulgazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) adottato, in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, e hanno riguardato la messa a punto di un protocollo di gestione dei prodotti fitosanitari che sono stati a loro volta forniti alle aziende aderenti e la valutazione sui dispositivi realizzati dell’efficacia dei prodotti impiegati sul contenimento delle patologie.

(5)

Agli imprenditori agricoli sono stati forniti i seguenti prodotti con le relative schede di sicurezza e agli stessi è stato indicato come utilizzarli:

- Contans WG - AQ 10 WG - AMYLO-X

- Prodotti convenzionali quali: Aliette e Folicur per il solo dispositivo dell’azienda sperimentale del Dipartimento di Agraria sito a Ottava per analisi di confronto fra sistemi convenzionali e in transizione verso il regime biologico.

I prodotti sono stati scelti sulla base delle loro caratteristiche in quanto ammessi in agricoltura biologica per la difesa della colture e testati alcuni per la prima volta sulla coltura del carciofo.

In alcune aziende aderenti durante la stagione autunno-invernale sono state identificate nei dispositivi sperimentali delle aree di saggio nei quali a cadenza periodica (intervalli di 10-12 giorni a seconda dei casi) con un volume d’acqua equivalente alle indicazioni indicate in etichetta sul prodotto sono stati eseguiti i trattamenti.

Sin dai primi sintomi della comparsa della patologia, per ciascuna area di saggio, settimanalmente sono stati monitorate i seguenti parametri:

- assenza o presenza di fallanze per effetto di patogeni tellurici (Erwinia sp; Rhizoctonia sp, Scleriotinia sp, ecc);

- superficie fogliare attaccata da Bremia lactucae (peronopora) su scala %;

- solo sui capolini determinazione dell’assenza o presenza di Botritis cinerea (botrite) in scala numerica %;

Il grado di conseguimento degli obiettivi riportati nella WP5 (Leader Dott. Palma Amedeo) e WP7 (Leader Dott. D’Aquino Salvatore) in relazione alla gestione post-raccolta del carciofo segue parzialmente il cronoprogramma indicato nel progetto a causa delle restrizioni lavorative dovute all’emergenza coronavirus per le limitazioni negli spostamenti e per la chiusura dell’Istituto avvenuta dall’11-03-2020. Limitazioni tuttora in vigore.

Nel periodo in oggetto sono state svolte le seguenti attività presenti nella proposta progettuale:

1) incontri periodici con le aziende aderenti al progetto. Presso alcune di queste sono state seguite le diverse fasi riguardanti la gestione del carciofo dopo la raccolta quali lo stoccaggio in magazzino del prodotto in attesa dell’invio alla commercializzazione come prodotto fresco, la lavorazione e mondatura dei capolini destinati al confezionamento e la tipologia di confezionamento adottata al fine di individuare e dare una soluzione ad eventuali criticità rilevate nella filiera.

2) caratterizzazione metabolica del carciofo ‘Spinoso Sardo’ ottenuto in regime biologico e confronto con quello ottenuto con sistemi tradizionali (attività previste nei punti A.5.1; A.5.2 A.5.3 del progetto). I parametri dell’attività respiratoria e traspiratoria sono stati determinati in via preliminare al fine di formulare dei modelli previsionali di shelf-life per il prodotto fresco o confezionato. In particolare, per risolvere importanti criticità rilevate in alcune tipologie di confezionamento adottate dalle aziende, questi parametri sono stati utilizzati per individuare nuove soluzioni tecnologiche per la progettazione del packaging più idoneo in grado di preservare la qualità e prolungare la shelf-life dei capolini evitando che all’interno delle confezioni si verifichino condizioni di anaerobiosi che portano ad un rapido decadimento qualitativo per lo sviluppo di imbrunimenti del cuore del carciofo e sapori e odori di fermentato.

3) trasferimento alle aziende che ne hanno fatto richiesta o che presentavano criticità nel loro

(6)

prodotto confezionato del know-out operativo per la realizzazione di un idoneo packaging in grado di preservare le caratteristiche nutrizionali, nutraceutiche e gustative dei capolini preparati secondo diverse modalità (con parte del gambo, solo capolino o capolino privato della parte apicale).

4) come riportato nelle attività indicate nel progetto al punto A.5.1 è stata effettuata una prova comparativa tra i carciofi ottenuti in regime biologico con quelli ottenuti secondo sistemi agronomici convenzionali al fine di valutare eventuali differenze nei parametri fisiologici, fisici, chimici e di sicurezza alimentare alla raccolta e la loro evoluzione in conservazione refrigerata.

Le due tipologie di carciofo (biologico e convenzionale) sono state fornite dall’azienda “Roberto Simula” di Uri.

5) su richiesta dell’Azienda Agricola Pinna Antonio di Ittiri (nuova azienda aderente al progetto lo scorso 31 gennaio) sono state effettuate delle prove preliminari per l’ottenimento di carciofi disidratati. Le prove hanno riguardato l’ottimizzazione della tecnologia di disidratazione e confezionamento del prodotto in modo tale da preservare le caratteristiche qualitative, organolettiche e di conservabilità.

Tutti i test di valutazione sul post-raccolta e sulla shelf-life del prodotto carciofo sarebbero dovuti proseguire in questa campagna cinaricola ma le limitazioni alle attività lavorativa imposte per contrastare la diffusione del coronavirus non hanno consentito di proseguire i test, così come non è stato possibile portare avanti un’altra attività prevista nel progetto riguardante gli effetti sull’evoluzione delle componenti nutrizionali, nutraceutiche e organolettiche di innovativi sistemi di packaging per il carciofo. Lo svolgimento di queste attività risulta essere in funzione dello sblocco delle limitazioni all’attività lavorativa attualmente in atto che, se si dovessero protrarre oltre la metà del mese di aprile, pregiudicherebbero definitivamente il loro svolgimento per mancanza di prodotto.

Infine il WP 6 (WP Leader Prof. L. Ledda) in accordo con gli obiettivi di progetto, mira ad analizzare i dati raccolti per individuare gli indicatori di sostenibilità ambientale ed agronomica dei dispositivi sperimentali a confronto. Attraverso il monitoraggio della dinamica della mineralizzazione della sostanza organica e la determinazione quanti qualitativa delle biomasse in avvicendamento sono state acquisite le informazioni necessarie al calcolo degli indici di sostenibilità ambientale e agronomica. Il WP si mostra in parte riallineato con quanto fissato dal cronoprogramma ed in linea con gli obiettivi di progetto ma in seguito all’emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) adottato, in attuazione del decreto- legge 23 febbraio 2020, n. 6, su proposta del Ministro della salute le attività sono state in parte limitate e quindi sono insufficienti i dati relativi necessari alla quantificazione degli indicatori agronomici ambientali.

Sono state comunque portate avanti le operazioni di elaborazione dei dati raccolti fino al 5 marzo.

Sezione 2: Descrivere in quali modalità e con quale tempistica si sono svolte le attività di sviluppo e di sperimentazione in contatto diretto con le imprese del cluster. Indicare quali risultati questa attività ha prodotto o quali effetti ha avuto sul gruppo di imprese a cui è stata destinata.

Nell’ambito dei diversi incontri realizzati con le aziende agricole e di trasformazione aderenti al progetto CarBio, di volta in volta sono stati programmati gli interventi di trasferimento

(7)

tecnologico da realizzare nelle aziende in funzione delle specifiche esigenze dell’azienda medesima e criticità riscontrate nella gestione sia della coltivazione in pieno campo sia del prodotto da confezionare fresco.

Le attività di sviluppo e sperimentazione che sono state portate aventi nelle aziende aderenti, hanno riguardato:

WP2: Messa a punto di un protocollo di gestione della coltivazione in regime biologico per le aziende in conversione.

L’accompagnamento nelle azioni di trasferimento tecnologico delle aziende del progetto CarBio e la messa a punto di un protocollo di gestione della coltivazione di carciofo spinoso sardo in regime biologico, è stata condotta attraverso la realizzazione di dispositivi sperimentali di circa 1 ha di superficie che sono stati confrontati con la rimanente porzione aziendale condotta invece in regime convenzionale secondo le tradizionali tecniche di gestione agronomica della carcioficoltura sarda.

Nei dispositivi, è stata definita insieme con l’imprenditore, la tecnica agronomica più idonea da realizzare al fine di consentire il giusto apporto di nutrienti alla pianta, senza ricorrere all’impiego di concimi minerali. A tal proposito è stata consigliata agli imprenditori l’introduzione di una cover crop di leguminosa, la specie scelta è stata il pisello proteico, da coltivare in consociazione con la coltura principale del carciofo lungo l’interfila. La semina della cover crop ha un triplice obiettivo:

1) favorire attraverso la trinciatura anticipata allo stadio di fioritura della coltura la rapida mineralizzazione della biomassa verde con rilascio dei nutrienti nel suolo;

Figura 1 Trinciatura dei residui colturali

2) favorire un effetto pacciamante e di contrasto alle infestanti autunno-vernine e primaverili della coltura del carciofo riducendo al minimo i trattamenti erbicidi.

(8)

Figura 2: effetto pacciamante cover crop su infestanti di Oxalis pes caprae 3) agevolazioni nelle operazioni di raccolta agli agricoltori.

Figura 3: operazioni di raccolta dei capolini

Per monitorare la dinamica dei nutrienti del suolo (azoto, fosforo e potassio) sono stati determinati gli input e output al sistema carciofo secondo la metodica di OECD (2007) e quella proposta da Andrist-Rangel et al. nel 2007 su fogli di calcolo.

Gli input considerati sono stati:

1) fertilizzazioni minerali (esclusivamente per il sistema di coltivazione convenzionale);

2) deposizioni atmosferiche (relativamente ad azoto e fosforo, stimate su base bibliografica);

3) quantità di azoto fissato dalle leguminose per il solo bilancio dell’azoto.

La somma di queste tre voci fornirà il quantitativo di macronutrienti apportati al sistema.

Le voci di output rilevate sono state le asportazioni derivanti dalla raccolta del prodotto commerciale per la colture da reddito (capolini di carciofo).

Tali asportazioni sono state calcolate moltiplicando le produzioni osservate per la concentrazione degli elementi nutritivi nei prodotti commercializzabili asportati con la raccolta. Il bilancio apparente per ogni macronutriente sarà infine calcolato come differenza tra il valore degli input e quello degli output.

Contemporaneamente è stato avviato il monitoraggio settimanale della respirazione eterotrofa

(9)

del suolo che è stata sospesa a seguito delle restrizioni lavorative e di movimentazione a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) adottato, in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, con l’utilizzo di una gas analizzatore ad infrarossi (EGM-4, PP Systems Hitchin, Hertfordshire, UK) associato al monitoraggio della temperatura e umidità del suolo. I dati cosi rilevati saranno utili per comprendere al meglio l’evoluzione e la dinamica di mineralizzazione della sostanza organica per fornire agli imprenditori un supporto alle decisioni colturali per migliorare la sostenibilità agronomica e ambientale dei sistemi colturali carcioficoli.

Figura 5: Gas analizzatore ad infrarossi e TDR 300

WP3: L’attività del WP3 è stata condotta, nelle stesse modalità dei semestri precedenti, contattando i proprietari delle imprese che sono stati opportunamente convolti ed informati in merito ai rilievi in corso ed hanno presenziato in parte alle attività di rilievo, ponendo diverse domande e/o informandosi sulla corretta identificazione di alcune delle specie infestanti presenti o sulle modalità di introduzione, diffusione e controllo delle stesse. Hanno tutti prestato la massima collaborazione e grande interesse verso le attività di questo WP.

La flora epigea è stata monitorata in opportune aree di saggio (localizzate con GPS), nel periodo autunno-invernale 2019-2020, mediante campionamento stratificato nei diversi dispositivi a confronto, con metodi non distruttivi. I dati raccolti in campo sono utilizzati per il calcolo di indici di biodiversità standard.

Purtroppo i rilievi primaverili 2020 già programmati con le aziende aderenti al progetto non sono stati realizzati in quanto sin dall’inizio del mese di Marzo il Dipartimento ha bloccato tutte le attività, e l’Università degli Studi di Sassari, con decreto rettorale, ha imposto il divieto di effettuare missioni.

Gli ultimi dati raccolti in campo saranno utilizzati per il calcolo di indici di biodiversità standard e per un confronto – per quanto possibile – con le annate precedenti. Nelle aree di saggio individuate sono state rilevate tutte le specie vegetali presenti come infestanti, aliene o locali ed il loro grado di copertura. Le specie non direttamente riconosciute in campo sono state lasciate in sito per un riconoscimento in fase fenologica successiva, oppure sono stati raccolti dei campioni per analisi di laboratorio. Nel corso dei rilievi sono sempre state effettuati delle riprese fotografiche.

(10)

WP4: Individuazione di metodi che riducano l'incidenza dei principali patogeni fungini.

Il seguente WP ha portato avanti attività di ricerca e trasferimento tecnologico a contatto diretto con le imprese cluster attraverso il monitoraggio delle principali patologie fungine in aree di saggio scelte all’interno dei dispositivi sperimentali sin dai primi mesi di impianto della coltura.

Alla comparsa della patologia sono stati eseguiti i trattamenti con i prodotti forniti alle aziende, alcuni adottati in via preventiva, secondo una lotta a calendario concordata con gli imprenditori agricoli e impiegando volumi di irrorazione pari a quelli indicati in etichetta delle case produttrici.

Con gli imprenditori agricoli che sono riusciti ad applicare il protocollo loro fornito è poi proseguito lungo tutto il periodo invernale un dialogo continuo per verificare l’efficacia dei trattamenti proposti in termini di efficacia da loro riscontrata sulle coltivazioni.

Nell’azienda sperimentale del Dipartimento di Agraria sita in località Ottava sono state inoltre condotte delle analisi di valutazione tecnico-scientifica del protocollo e dei prodotti adottati.

Nello specifico sono state individuate nei dispositivi sperimentali a confronto 4 aree di saggio secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 4 repliche costituite da 10 piante ciascuna, per un totale di 40 piante monitorate.

I trattamenti sono stati eseguiti a cadenza di 7-10 giorni secondo un calendario prestabilito alla comparsa della patologia: Bremia lactuca, peronospora, al quale è seguito il monitoraggio della stessa a partire dalla fine di ottobre sulle foglie della piante appartenenti alle aree di saggio.

I sintomi sono stati espressi in 7 classi di intensità secondo la metodologia di Serra et al. 2006 che vanno da:

- 0: foglia sana;

- 1: 1-4% della superficie fogliare colpita;

- 2: 5-9% della superficie fogliare colpita;

- 3: 10-24% della superficie fogliare colpita;

- 5: 25-49% della superficie fogliare colpita;

- 6: 50-75% della superficie fogliare colpita;

- 7: 76-100% della superficie fogliare colpita.

I dati cosi raccolti sono stati poi utilizzati per calcolare gli indici di diffusione e di gravita della malattia e per calcolare l’indice di McKinney. Il rapporto di collaborazione con le diverse aziende e le valutazioni di carattere scientifico favoriranno la possibilità di saggiare nel corso del progetto per valutare l’effetto dei formulati biologici sui patogeni del carciofo in regime biologico

WP5 e WP7:

Nel periodo in oggetto e pima delle restrizioni per l’emergenza coronavirus sono stati realizzati visite periodiche alle diverse aziende aderenti al progetto con lo scopo di seguire e accompagnare le medesime nelle fasi di gestione del post-raccolta quali: 1) lo stoccaggio in magazzino del prodotto in attesa dell’invio alla commercializzazione come prodotto fresco, 2) la

Figura 6: trattamenti con fitofarmaci biologici sulle aree di saggio

(11)

lavorazione e mondatura dei capolini destinati al confezionamento e 3) la tipologia di confezionamento adottata al fine di individuare e dare una soluzione ad eventuali criticità rilevate nella filiera.

Nel periodo in oggetto sono state svolte le seguenti attività presenti nella proposta progettuale:

1) caratterizzazione metabolica del carciofo ‘Spinoso Sardo’ ottenuto in regime biologico e confronto con quello ottenuto con sistemi tradizionali. I parametri dell’attività respiratoria e traspiratoria sono stati determinati in laboratorio secondo la metodologia che prevede analisi in grado di identificare dei modelli previsionali di shelf-life per il prodotto fresco o confezionato.

In particolare, queste analisi consentiranno di risolvere le principali criticità rilevate in alcune tipologie di confezionamento adottate dalle aziende ed per individuare nuove soluzioni tecnologiche per la progettazione del packaging più idoneo in grado di preservare la qualità e prolungare la shelf-life dei capolini evitando che all’interno delle confezioni si verifichino condizioni di anaerobiosi che portano ad un rapido decadimento qualitativo per lo sviluppo di imbrunimenti del cuore del carciofo e sapori e odori di fermentato.

Inoltre è stata effettuata una prova comparativa tra carciofi coltivati in regime biologico con quelli ottenuti secondo sistemi agronomici convenzionali al fine di valutare eventuali differenze nei parametri fisiologici, fisici, chimici e di sicurezza alimentare alla raccolta e la loro evoluzione in conservazione refrigerata. Le due tipologie di carciofo (biologico e convenzionale) sono state fornite dall’azienda “Roberto Simula” di Uri.

WP6: Valutazione della sostenibilità di metodi e sistemi di agricoltura biologica applicata al carciofo.

In relazione a questo WP a supporto delle analisi per la determinazione della lista di indicatori ambientali ed agronomici è stata utilizzata la metodologia di dell’OECD (2007) e di Andrist- Rangel et al. (2007) per la determinazione del bilancio dei parametri in input e output al sistema carciofo per l’annata di riferimento. Tali dati sono stati confrontati per tutte le gestioni a confronto con i dati reali di asportazione della coltura stessa di carciofo rilevati da Ledda e Piras nel 2012. I dati emersi dai bilanci nei vari sistemi a confronto ha permesso di individuare le criticità legate al tipo di gestione adottata dagli agricoltori che ci consentiranno di fornire agli agricoltori uno strumento di supporto per le loro decisioni per guidarli nelle scelte delle migliori tecniche di gestione da adottare per incrementare le produzioni, diffondere la cultura di una carcioficoltura sostenibile che lo scopo ultimo di produrre un carciofo con caratteristiche nutrizionali e di sicurezza alimentare elevate.

Sezione 3: Indicare quali materiali di divulgazione sono stati utilizzati e prodotti.

I materiali di divulgazione prodotti e utilizzati durante il IV° report semestrale hanno riguardato:

Nessun materiale di divulgazione è stato prodotto.

Le attività di divulgazione che dovevano essere realizzate nell’ambito dell’invito degli enti di ricerca e delle aziende all’evento 30° Sagra del Carciofo da tenersi a Uri il 6 marzo 2020 è stato rinviato a causa del coronavirus.

Continua la divulgazione e l’aggiornamento periodico delle attività di progetto condotte nelle aziende sulle pagine social costituite:

-Twitter (#CarBio, @CarBio 3, https://twitter.com/CarBio3);

-Facebook (https://www.facebook.com/carbio.carbio.1).

(12)

Sezione 4: Indicare le criticità eventualmente emerse durante lo sviluppo delle attività.

Criticità sono state riscontate nelle procedure di attuazione del protocollo di distribuzione dei formulati biologici forniti alle aziende aderenti. Nello specifico da parte di alcuni imprenditori agricoli è stata espressa l’impossibilità di impiegare i prodotti a causa delle avverse condizioni meteorologiche che avrebbero pregiudicato l’efficacia dei trattamenti eseguiti.

Inoltre tutte le altre attività di valutazione sul post-raccolta e sulla shelf-life del prodotto carciofo che sarebbero dovuto proseguire in questa campagna cinaricola non sono proseguite a causa delle restrizioni lavorative dovute all’emergenza coronavirus per le limitazioni negli spostamenti e per la chiusura dell’Istituto avvenuta dall’11-03-2020. Limitazioni tuttora in vigore. Lo svolgimento di queste attività risulta essere in funzione dello sblocco delle limitazioni all’attività lavorativa attualmente in atto che, se si dovessero protrarre oltre la metà del mese di aprile, pregiudicherebbero definitivamente il loro svolgimento per mancanza di prodotto.

Similmente anche le attività settimanali di monitoraggio della respirazione del suolo hanno subito un blocco totale a causa dell’impossibilità di recarsi nelle aziende in monitoraggio a casa dell’emanazione delle restrizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) adottato, in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 e successivi aggiornamenti.

Sezione 5: Indicare le % di spesa raggiunte rispetto al periodo di riferimento e al budget approvato, utilizzando il modello riportato di seguito.

Categorie di costo Spese proposte (in euro)

Avanzamento finanziario (in % rispetto al budget

approvato) Personale dipendente

Personale non dipendente Costi per la ricerca contrattuale e

le conoscenze e i brevetti e i servizi di consulenza (10%) Strumenti e Attrezzature (25%)

Altri costi diretti Spese Generali (15% su

personale) Costo Totale

(13)

Il sottoscritto Luigi Ledda in qualità di Responsabile scientifico del progetto Cluster Top Down

Timbro e Firma_____ ___________ Data __22-04-2020__

Riferimenti

Documenti correlati

Nell’ambito delle abituali attività di ricerca e disseminazione effettuate dall’Organismo di ricerca, alla fine del mese di gennaio 2019, è stata organizzata una giornata di

Per ciascuna di tali postazioni è stato messo a disposizione un visore HTC Vive dotato del software di visualizzazione di ambienti interni realizzato dallo staff

- n° 2 meeting di progetto tra enti di ricerca per programmare l’attività da condurre nella.. prossima annata agraria di impianto del carciofo. - n°1 giornata di visita ai

Luca Pulina, responsabile scientifico del progetto, ha illustrato i primi risultati ottenuti durante i 15 mesi di vita del progetto, mentre la Dott.ssa Francesca Palumbo ha

Nel segmento dedicato all’edilizia sostenibile e alla rappresentazione digitale di ambienti, è stato presentato il progetto DigitArch in generale e lo stato attuale dei lavori,

Il progetto nasce all’interno del laboratorio IDEA dell’Università degli Studi di Sassari grazie all'esperienza che i proponenti hanno consolidato nel corso di anni di

Il 30 aprile 2020 DigitArch ha presentato i suoi contenuti divulgativi, uniformandosi alle direttive imposte dal Dpcm dell’11 marzo 2020, trasferendo tutti i contenuti di conoscenze

Successivamente mediante un campionamento stratificato nei diversi dispositivi a confronto, con metodi non distruttivi sono stati raccolti dati riguardati: la