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Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down

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Academic year: 2021

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Sardegna FESR 2014/2020 - ASSE PRIORITARIO I

“RICERCA SCIENTIFICA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE”

Azione 1.1.4 Sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi

Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down

CarBio

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Report Semestrale n. 5 periodo di lavoro dal 24/04/2020 al 23/10/2020

Organismo di Ricerca: Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Agraria, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituito di Scienze delle Produzioni Alimentari – U.O. Sassari

Progetto Cluster Top Down: ”CarBio: carciofo biologico: innovazione e sostenibilità di filiera”

Convenzione prot. n° 4430 del 25/03/2018 CUP: J81I17000820006

Si allegano al presente documento:

- N. 18 registri incontri con le imprese;

Il Report dovrà essere articolato secondo un minimo di cinque sezioni:

Sezione 1: Indicare il grado di conseguimento degli obiettivi fissati nel progetto approvato rispetto al periodo di riferimento e suddivisi per ogni WP. In questa sezione si dovrà inoltre fornire, considerando il periodo di riferimento, uno stato di avanzamento dei WP rispetto al progetto e al cronoprogramma approvato quantificando anche gli indicatori fisici di realizzazione e di risultato previsti nella proposta progettuale.

Il progetto Cluster Top-Down CarBio: Carciofo Biologico: innovazione e sostenibilità di filiera, ha come obiettivo generale la valutazione della sostenibilità agronomica e ambientale della coltivazione del carciofo Spinoso sardo ottenuto secondo protocolli di coltivazione biologica.

L’intento delle attività di trasferimento tecnologico da introdurre nelle aziende aderenti è quello di rendere, mediante la razionalizzazione dell’intera filiera produttiva, più competitivo l’intero settore carcioficolo, proponendo sul mercato un prodotto fresco o semilavorato caratterizzato da un ridotto contenuto in nitrati e residui di pesticidi che possieda al tempo stesso un buon contenuto in vitamine e composti fenolici, spesso superiore rispetto a quello dei prodotti convenzionali.

L’affiancamento agli imprenditori agricoli nelle operazioni di trasferimento tecnologico operate dagli enti di ricerca avviene attraverso un supporto diretto ai processi di gestione della filiera agricola completa, secondo protocolli integrati in pre e post raccolta.

Il progetto è articolato in diversi obiettivi specifici perseguiti mediante l’attuazione dei diversi WP.

L’attività del WP1 (WP Leader Dott.ssa Paola Deligios) e del WP7 (WP Leader Dott. S.

D’Aquino) riguardante la “Gestione operativa e di coordinamento del progetto, con controllo della qualità e diffusione dei risultati”, si inserisce nell’ambito del più ampio obiettivo 5 di progetto: divulgazione dei risultati e trasferimento delle innovazioni.

I principali indicatori di realizzazione e di risultato prodotti fino ad ora in relazione al cronoprogramma approvato e tenendo conto delle limitazioni imposte a causa del diffondersi

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della pandemia di COVID-19 sono stati:

- n° 1 meeting di progetto tra enti di ricerca coinvolti: UNISS e CNR per programmare l’attività da condurre nell’annata agraria di coltivazione e raccolta del carciofo avvenuto in via telematica;

- n°18 incontri di progetto in cui le Istituzioni Scientifiche e imprese agricole aderenti al progetto dialogano per il trasferimento e recepimento delle innovazioni nel pre e post raccolta della filiera del carciofo Spinoso sardo;

- azioni di divulgazione mediante pagine social quali: Twitter (#CarBio, @CarBio 3, https://twitter.com/CarBio3); e Facebook (https://www.facebook.com/carbio.carbio.1), che hanno consentito di dare visibilità alle attività di trasferimento condotte nelle aziende aderenti.

L’attività del WP2 (WP Leader Dott.ssa Paola Deligios) riguardante “l’analisi della fertilità del suolo quale indicatore della sostenibilità agronomica”, ricade nell’ambito degli obiettivi di messa a punto di una gestione agronomica efficiente con lo scopo di valutare la sostenibilità dei metodi di coltivazione biologica proposti per i sistemi cinaricoli sardi.

In alcune delle aziende aderenti al progetto, sono state portate avanti le attività di trasferimento tecnologico previste secondo un protocollo di gestione agronomica volto a favorire le basi tecnico-scientifiche per la conversione delle medesime da sistemi di coltivazione convenzionali verso sistemi di coltivazione in regime biologico, adattando le attività sopracitate alle esigenze delle singole aziende.

A tal proposito sono state portate avanti le attività che hanno identificato la successione colturale più idonea per mantenere soddisfacenti le produzioni agricole ottimizzando la tecnica agronomica di coltivazione del carciofo Spinoso sardo in transizione verso regimi in biologico che determinano la riduzione nell’impiego di input esterni quali i concimi, agrofarmaci e diserbanti. In linea con il cronoprogramma indicato, dopo la decadenza delle restrizioni agli spostamenti regionali imposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, le attività condotte hanno riguardato la validazione nelle aziende del protocollo di gestione agronomica efficiente realizzata mediante confronto diretto con gli imprenditori medesimi.

Nello specifico, è stata condotta un attività di:

1) analisi dei bilanci dei macronutrienti (azoto, fosforo e potassio) sui dispositivi sperimentali a confronto (convenzionale, biologico e in transizione) secondo la metodologia riportato nelle linee guida OECD (2007);

2) valutazione di una lista di criteri di selezione, differenziati per areale geografico ed epoca di impianto adottate nelle varie aziende, per la semina di una coltura di copertura o cover crop nell’interfila della coltura principale di carciofo. Il criterio di selezione della cover crop è stato effettuato partendo dalle basi scientifiche messe a punto nel progetto di trasferimento tecnologico Ecocynara (Innovazione verso la sostenibilità del sistema colturale carciofo a scala aziendale: “Spinoso sardo” in regime biologico) ed è stata orientata verso l’impiego di una leguminosa, il pisello proteico.

3) studio della dinamica di mineralizzazione della sostanza organica, per tutti i dispositivi sperimentali a confronto mediante l’analisi dei dati di respirazione del suolo.

I principali indicatori di realizzazione e di risultato fino ad ora raggiunti in relazione al cronoprogramma approvato e a seguito delle restrizioni per l’emergenza coronavirus sono:

- monitoraggio settimanale della respirazione eterotrofa del suolo per tutta la durata del ciclo colturale del carciofo e nelle fasi di consociazione della leguminosa con l’obiettivo di studiare le relazioni tra la qualità del suolo e dinamica della sostanza organica per

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sviluppare parametri inediti di sostenibilità del sistema carcioficolo.

Il WP3 e WP6 (WP Leader Prof. G. Brundu e Dott.ssa Paola Deligios) ricadono nel più ampio obiettivo 2 di “Messa a punto di strategie efficaci e a basso impatto ambientale per il contenimento delle infestanti”.

Nel semestre di riferimento, l’attività in campo del WP3 è stata interrotta, in relazione alle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19. È stato possibile comunque riprendere i rilievi e il lavoro in campo nel mese di giugno con l’obiettivo di studiare la biodiversità vegetale nei sistemi colturali carcioficoli in regime convenzionale, in transizione e in regime biologico. Come nel corso dei semestri precedenti, preliminarmente ai sopralluoghi in campo si è proceduto a contattare i proprietari delle imprese che sono stati opportunamente convolti ed informati in merito ai rilievi in corso ed hanno presenziato in parte alle attività di rilievo, ponendo diverse domande e/o informandosi sulla corretta identificazione di alcune delle specie infestanti presenti o sulle modalità di introduzione, diffusione e controllo delle stesse. Hanno tutti prestato la massima collaborazione e grande interesse verso le attività di questo WP.

Per poter avere dati comparabili, è stata applicata sempre la stessa metodologia di rilievo della flora epigea localizzandosi su apposite aree di saggio preventivamente localizzate con l’ausilio del GPS, nel periodo estivo.

Di seguito viene riportato il calendario dei rilievi eseguiti nelle diverse aziende aderenti al progetto CarBio.

Azienda Gestione Rilievi estivi Rilievi tardo-estivi

Ottava Convenzionale e Biologico 01.07.2020 30.09.2020

Cabras Biologico 09.06.2020 22.09.2020

Villasor Biologico 19.06.2020 22.09.2020

Valledoria Convenzionale 18.06.2020 30.09.2020

Uri Transizione 18.06.2020 30.09.2020

È stato altresì’ avviato lo studio della seed bank per l’azienda di Ottava per valutare gli effetti che le gestioni agronomiche hanno sulla biodiversità della banca del seme in termini di dimensione e composizione.

I principali indici di realizzazione che si sono sviluppati in merito allo specifico WP3 sono:

- n. 2 data set sperimentali implementati. Uno riguardante la diffusione delle principali specie infestanti presenti nei diversi areali e nelle diverse epoche di crescita della carciofaia (autunno-inverno, primavera ed estate). Il secondo invece è un data set relativo all’analisi della banca del seme per la sola azienda sperimentale di Ottava.

A tal proposito, sono partite le attività di ricognizione dei data set e di analisi al fine di individuare le modalità ottimali di impiego dei mezzi di controllo non chimici in tutti e tre i dispositivi sperimentali analizzati e la loro eventuale efficacia e per studiare la biodiversità funzionale e le dinamiche di popolazione nei diversi dispositivi analizzati per identificare secondo il principio dell’integrate weed management le tecniche non chimiche più idonee per

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limitare lo sviluppo delle infestanti in carciofaie di Spinoso sardo.

Il WP4 (WP Leader Prof. Q. Migheli) ha come obiettivo principale quello di “studiare gli effetti che strategie a basso impatto ambientale (prodotti ammessi in agricoltura biologica) hanno sul contenimento delle principali patologie fungine (Sclerotium rolfsii, Botrytis cinerea, Leveillula taurica e Bremia lactuce) che attaccano il carciofo. Il seguente WP in stretta correlazione con il WP2 e WP3 ci consentirà di studiare e individuare degli efficaci metodi alternativi per il controllo dei patogeni, con il duplice obiettivo di ridurre l’incidenza delle avversità provocate dai patogeni del carciofo e portare sul mercato un prodotto fresco o semilavorato più salubre, il cui residuo in agrofarmaci sia notevolmente ridotto.

Le attività del WP4 condotte durante il periodo di riferimento indicato hanno riguardato:

1) la messa a punto e validazione di un protocollo di gestione e utilizzo dei prodotti fitosanitari differenziato per azienda in funzione delle singole esigenze tecnico-pratiche. A tal proposito sono stati distribuiti alle aziende i seguenti prodotti con le relative schede di sicurezza e modalità di impiego:

- Contans WG - AQ 10 WG - AMYLO-X

Prodotti convenzionali quali: Aliette e Folicur sono stati invece impiegati nel solo dispositivo dell’azienda sperimentale del Dipartimento di Agraria sito a Ottava per analisi di confronto coi i dispositivi gestiti in regime biologico.

I prodotti sono stati scelti sulla base delle loro caratteristiche in quanto ammessi in agricoltura biologica per la difesa della colture e testati alcuni per la prima volta sulla coltura del carciofo.

In alcune delle aziende aderenti, sono state effettuate prima dell’impianto della carciofaia dei trattamenti a seconda delle esigenze aziendali direttamente su suolo o in concia sugli ovoli da impiantare trattamenti a base di micoparassita quale: Coniothyrium minitans adottato contro i patogeni responsabili del marciume del colletto. Agli agricoltori è stato fornito un protocollo di impiego del prodotto con le rispettive schede tecniche.

In questa fase, sono state inoltre identificate nei dispositivi sperimentali delle aree di saggio da 10 piante ciascuna secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati nei quali a cadenza periodica (intervalli di 7-10 giorni a seconda dei casi) sono stati eseguiti dei rilievi per monitorare i seguenti parametri:

- assenza o presenza di fallanze per effetto di patogeni tellurici (Erwinia sp; Rhizoctonia sp, Scleriotinia sp, ecc) secondo una scala numerica %.

Nelle medesime aziende durante la stagione autunno-invernale sarà valutata nel caso di comparsa l’incidenza di altre avversità di natura fungina quali: peronospora (Bremia lactucae) e oidio (Leveillula taurica) lungo tutta la stagione vegetativa nei sistemi carcioficoli convenzionali e coltivati in regime biologico mediante metodi non distruttivi.

Sin dai primi sintomi della comparsa della patologia, per ciascuna area di saggio, saranno monitorati i seguenti parametri:

- superficie fogliare attaccata da Bremia lactucae e/o Leveillula taurica (Lév) Arn. su scala numerica %;

- solo sui capolini determinazione dell’assenza o presenza di Botritis cinerea (botrite) in scala numerica %;

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Il grado di conseguimento degli obiettivi riportati nella WP5 (Leader Dott. Palma Amedeo) e WP7 (Leader Dott. D’Aquino Salvatore) in relazione alla gestione post-raccolta del carciofo segue il cronoprogramma indicato nel progetto grazie alla proroga ottenuta per la conclusione del progetto prevista per il 31-03-2021. In considerazione delle restrizioni lavorative dovute all’emergenza coronavirus che hanno visto una limitazione negli spostamenti e l’alternanza tra lavoro in sede e in modalità “lavoro agile”, nel periodo considerato, in assenza di disponibilità di materiale vegetale fresco, sono stati elaborati i dati di una prova preliminare di confezionamento di carciofi provenienti da sistemi colturali convenzionali e sono state concluse le analisi della prova comparativa sulle caratteristiche fisiologiche e qualitative tra il carciofo coltivato in sistemi in regime biologico rispetto a quelli coltivati in sistemi convenzionali.

Nella prova preliminare di confezionamento, la scelta del film plastico è stata effettuata utilizzando le informazioni precedentemente ottenute dallo studio sulla fisiologia dei capolini di carciofo coltivati nei diversi dispositivi a confronto. I parametri che sono stati presi in considerazione per valutare la risposta al tipo di confezionamento sono stati:

1. parametri fisiologici: valutazione dell’attività respiratoria dei capolini confezionati ed evoluzione dell’atmosfera all’interno delle confezioni durante tutto il periodo di conservazione (CO2, O2 ed etilene);

2. parametri fisici: valutazione dell’evoluzione durante la conservazione della consistenza delle brattee del carciofo;

3. parametri chimici: caratterizzazione ed evoluzione durante la conservazione della componente fenolica, nutraceutica, degli acidi organici, della vitamina C, degli zuccheri.

Inoltre, è stata determinata l’attività antiossidante, il contenuto in polifenoli totali e fibre ADF (acid detergent fibre), NDF (neutral detergent fibre) e ADL (acid detergent lignin).

4. parametri visivi, organolettici e microbiologici: valutazione dell’aspetto visivo, dell’imbrunimento esterno ed interno dei capolini, dello sviluppo di muffe o altre alterazioni microbiologiche ed è stato predisposto un panel test per le analisi gustative.

Valutata la positiva risposta al tipo di confezionamento utilizzato in termini di conservabilità e mantenimento delle caratteristiche qualitative dei capolini, lo stesso piano sperimentale è stato utilizzato per la prova comparativa tra carciofi ottenuti in regime biologico e quelli ottenuti in sistemi agronomici convenzionali. Al fine di valutare eventuali differenze nella risposta al tipo di confezionamento e alla conservazione sulle caratteristiche qualitative, nutraceutiche e organolettiche, sui capolini provenienti da sistemi biologici e convenzionali sono state effettuate le stesse analisi eseguite nella prova preliminare di confezionamento.

Altra attività svolta nel periodo in oggetto, ha riguardato il proseguimento delle sperimentazioni e la programmazione per le prossime attività con l’ “Azienda Agricola Pinna Antonio di Ittiri”

sull’ottimizzazione della tecnologia di disidratazione dei capolini di carciofi in modo tale da ottenere un prodotto stabilizzato e duraturo nel tempo che mantenga le caratteristiche organolettiche e qualitative inalterate. In particolare, sono stati effettuati dei test per valutare la qualità del prodotto disidratato e le modalità di preparazione e utilizzo. Per questo scopo è stato contattato uno chef che su un prodotto, con 4 e 7 mesi di conservazione, ha preparato due ricette (spaghetti e riso ai carciofi) con risultati esaltanti ponendo le basi per una possibile utilizzazione dei carciofi anche in periodi in cui non si trova direttamente il prodotto fresco.

Tra le attività riportate nella proposta progettuale, nel periodo in esame, con il termine del periodo di lockdown, sono state riprese le visitate presso alcune aziende facenti parte del progetto con lo scopo di programmare le attività riguardanti il post-raccolta della prossima campagna carcioficola. In particolare, sono stati presi contatti per sviluppare sistemi innovativi di packaging con “l’O.P. Agricola Campinadese” e con l’azienda “Roberto Simula” di Uri per valutare eventuali differenze sulle caratteristiche qualitative dei capolini provenienti da sistemi di coltivazione convenzionali e biologici raccolti in periodi differenti, da fine ottobre a marzo.

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Infine il WP 6 (WP Leader Dott.ssa Paola Deligios) in linee con gli obiettivi di progetto, mira ad analizzare l’insieme dei dati raccolti con lo scopo finale di valutare la sostenibilità dei metodi e sistemi applicati individuando degli indicatori agronomici che permettano una valutazione comparata dei dispositivi sperimentali. Il monitoraggio continuo della dinamica di mineralizzazione della sostanza organica, la dinamica dei nutrienti calcolata con la metodica del bilancio apparente e la determinazione quanti qualitativa delle biomasse in avvicendamento saranno dati necessari per acquisire le informazioni utili al calcolo degli indici di sostenibilità ambientale e agronomica nei diversi dispositivi a confronto. Il WP si sviluppa in linea con quanto fissato nel cronoprogramma e la ripresa delle attività di trasferimento sta consentendo di colmare i dati necessari alla quantificazione degli indicatori agronomici ambientali.

Sezione 2: Descrivere in quali modalità e con quale tempistica si sono svolte le attività di sviluppo e di sperimentazione in contatto diretto con le imprese del cluster. Indicare quali risultati questa attività ha prodotto o quali effetti ha avuto sul gruppo di imprese a cui è stata destinata.

Nell’ambito dei diversi incontri realizzati con le aziende aderenti al progetto di volta in volta sono stati individuati gli interventi di trasferimento tecnologico da adottare e implementare nelle aziende sulla base delle criticità e necessità emerse dai colloqui con le aziende sia nelle fasi di pre raccolta e coltivazione in pieno campo sia nelle operazioni di confezionamento e post raccolta del prodotto fresco e semilavorato.

Le attività di trasferimento tecnologico e ricerca che sono state portate aventi nelle aziende aderenti, hanno riguardato:

WP2: Validazione del protocollo di gestione agronomica della coltivazione in regime biologico per le aziende in conversione.

Le azioni di trasferimento tecnologico promosse nelle aziende del progetto CarBio durante questo semestre hanno riguardato la validazione del protocollo di gestione agronomica della coltivazione di carciofo Spinoso sardo in regime biologico, mediante la realizzazione dei dispositivi sperimentali della superficie di circa 1 ha che sono stati comparati con una gestione convenzionale condotta nella rimanente porzione di superficie aziendale.

Nei dispositivi sperimentali, insieme con l’imprenditore agricola, sono state definite le attività di impianto e successiva gestione agronomica più idonea da realizzare nella prossima annata agraria di riferimento 2020-2021, al fine di ridurre l’impiego di fertilizzanti chimici e migliorare la sostenibilità ambientale ed economica del sistema carciofo in un’ottica di innovazione e maggiore competitività per le aziende carcioficole sarde.

A tal proposito è stata consigliata agli imprenditori agricoli, la semina di una cover crop di leguminosa. La specie scelta è stata il pisello proteico varietà Navarro, in consociazione con la coltura principale del carciofo. La semina della cover crop consente il conseguimento di quattro obiettivi principali:

1) favorire attraverso la trinciatura anticipata allo stadio di fioritura della coltura la rapida mineralizzazione della biomassa verde con rilascio dei nutrienti nel suolo utili alla coltura del carciofo;

2) favorire un effetto pacciamante e di contrasto nei confronti delle principali infestanti autunno- vernine e primaverili che si sviluppano nella carciofaia, riducendo al minimo i trattamenti di

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diserbo;

3) contribuire a mitigare gli effetti dovuti agli eventi estremi sempre più frequenti (precipitazioni di elevata intensità) nelle fasi giovanili di impianto della carciofaia, per limitare i danni da erosione idrica;

4) agevolare le operazioni di raccolta per gli agricoltori, creando un tappeto erboso che facilità la transitabilità dei mezzi .

Per monitorare la dinamica dei nutrienti del suolo (azoto, fosforo e potassio) e verificare la reale disponibilità degli stessi per la coltura del carciofo sono stati determinati gli input e output al sistema orticolo mediate l’adozione della metodica di OECD (2007) e quella proposta da Andrist-Rangel et al. nel 2007.

Sui diversi dispositivi sperimentali a confronto (convenzionale, in regime biologico e in transizione) sono stati determinati input quali:

1) fertilizzazioni minerali (esclusivamente per il sistema di coltivazione convenzionale);

2) deposizioni atmosferiche (relativamente ad azoto e fosforo, stimate su base bibliografica);

3) quantità di azoto fissato dalle leguminose (per il solo elemento dell’azoto).

La somma di queste voci determina la quota di macronutrienti o input apportati al sistema orticolo.

Tra le voci di output rilevate invece sono state considerate le asportazioni derivanti dalla raccolta del prodotto commerciale per la coltura da reddito (capolini di carciofo).

Tali asportazioni sono state calcolate moltiplicando le produzioni osservate per la concentrazione degli elementi nutritivi nei prodotti commercializzabili.

La differenza tra input e output al sistema rappresenta il bilancio apparente per ogni macronutriente.

Nei dispositivi sperimentali sono state inoltre avviate operazioni di monitoraggio settimanale della respirazione eterotrofa del suolo, subito dopo l’impianto della coltura, avvenuto tra giugno e luglio. Il monitoraggio della respirazione del suolo, rappresenta un parametro indispensabile per valutare l’attività microbica del suolo e quindi conseguentemente l’andamento della mineralizzazione della sostanza organica del suolo per fornire una guida essenziale agli agricoltori per progettare la migliore strategia di gestione della nutrizione nei sistemi in regime biologico.

La strumentazione impiegata per tale scopo è stata un gas analizzatore ad infrarossi (EGM-4, PP Systems Hitchin, Hertfordshire, UK) dotato di sonda di misurazione della temperatura e il TDR 300 che misura invece l’umidità del suolo. I dati cosi rilevati saranno utili per comprendere al meglio l’evoluzione e la dinamica di mineralizzazione della sostanza organica e fornire agli imprenditori un supporto alle decisioni volte a migliorare la sostenibilità agronomica e ambientale dei sistemi colturali carcioficoli.

WP3: Messa a punto di strategie efficaci e a basso impatto ambientale per il contenimento delle infestanti

WP3: L’attività del WP3 è stata condotta, nelle medesime modalità dei semestri precedenti, contattando i proprietari delle imprese che sono stati opportunamente convolti ed informati in merito ai rilievi in corso. La metodologia di rilievo della flora epigea impiegata ha riguardato l’identificazione di apposite aree di saggio preventivamente localizzate con l’ausilio del GPS, nel periodo estivo e tardo-estivo del 2020.

Successivamente mediante un campionamento stratificato nei diversi dispositivi a confronto, con metodi non distruttivi sono stati raccolti dati riguardati: la principale tipologia di infestanti presenti (specie aliene o autoctone) e il loro grado di copertura i cui dati sono stati poi utilizzati per il calcolo di indici di biodiversità standard. Le specie non direttamente riconosciute in campo

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sono state lasciate in sito per un riconoscimento in fase fenologica successiva, oppure sono stati raccolti dei campioni per analisi di laboratorio. Nel corso dei rilievi sono sempre state effettuati delle riprese fotografiche.

Purtroppo i rilievi primaverili 2020 già programmati con le aziende aderenti al progetto non sono stati realizzati in quanto sin dall’inizio del mese di Marzo il Dipartimento ha bloccato tutte le attività, e l’Università degli Studi di Sassari, con decreto rettorale, ha imposto il divieto di effettuare missioni ma nel giugno del 2020 sono riprese le attività di campo regolarmente.

WP4: Applicazione di metodi di lotta biologica che riducano l'incidenza dei principali patogeni fungini.

Il seguente WP ha portato avanti attività di trasferimento tecnologico e ricerca a contatto diretto con le imprese cluster attraverso un monitoraggio diretto sulla coltura durante tutto il ciclo colturale. Nell’ambito dell’ultimo semestre di attività, sono state programmate diverse attività che saranno poi svolte nell’ambito della prossima annata di coltivazione, iniziata lo scorso giugno-luglio.

Nei diversi dispositivi sperimentali sono stati effettuati trattamenti con il prodotto Contants WG seguendo il protocollo fornito agli agricoltori. Successivamente sui medesimi dispositivi sono state identificate delle aree di saggio scelte casualmente sin dai primi mesi di impianto della coltura.

A partire dai mesi di agosto e settembre alla comparsa della patologia di peronospora, sono stati eseguiti i trattamenti con prodotti ammessi in agricoltura biologica adottando i volumi di irrorazione indicati in etichetta secondo una lotta a calendario concordata con gli imprenditori agricoli.

Nell’azienda sperimentale del Dipartimento di Agraria sita in località Ottava sono state inoltre condotte delle analisi di valutazione tecnico-scientifica del protocollo e dei prodotti adottati per ulteriori studi di approfondimento.

Nello specifico sono state individuate nei dispositivi sperimentali a confronto 4 aree di saggio secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 4 repliche costituite da 10 piante ciascuna, per un totale di 40 piante monitorate.

I trattamenti alla comparsa della patologia saranno eseguiti a cadenza di 7-10 giorni secondo un calendario prestabilito alla comparsa delle patologie. Sulle medesime aree di saggio sarà eseguito il monitoraggio della stessa su una scala espressa secondo classi di intensità secondo la metodologia di Serra et al. 2006 che vanno da:

- 0: foglia sana;

- 1: 1-4% della superficie fogliare colpita;

- 2: 5-9% della superficie fogliare colpita;

- 3: 10-24% della superficie fogliare colpita;

- 5: 25-49% della superficie fogliare colpita;

- 6: 50-75% della superficie fogliare colpita;

- 7: 76-100% della superficie fogliare colpita.

I dati cosi raccolti saranno poi utilizzati per calcolare gli indici di diffusione e di gravita della malattia e per calcolare l’indice di McKinney. Il rapporto di collaborazione con le diverse aziende e le valutazioni di carattere scientifico consentiranno nel corso degli ultimi mesi del progetto di valutare l’effetto dei formulati biologici sui patogeni del carciofo in regime biologico.

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WP5 e WP7 Effetto dei metodi di gestione agronomica del carciofo coltivato in sistemi biologici sulla qualità e gestione post-raccolta dei prodotti e divulgazione dei risultati ottenuti

Nel periodo in oggetto, con il termine del periodo di lockdown, sono state riprese le visitate presso alcune aziende facenti parte del progetto con lo scopo di seguire e accompagnare le medesime nelle fasi di gestione del post-raccolta e programmare le attività future da realizzare nella nuovo annata agraria di raccolta dei capolini che inizierà a partire da ottobre 2020.

Nel periodo in oggetto sono state svolte le seguenti attività presenti nella proposta progettuale:

1) caratterizzazione metabolica del carciofo ‘Spinoso Sardo’ ottenuto in regime biologico e confronto con quello ottenuto con sistemi tradizionali. A tal proposito i parametri dell’attività respiratoria e traspiratoria sono stati determinati in laboratorio secondo la metodologia che prevede analisi in grado di identificare dei modelli previsionali di shelf-life per il prodotto fresco o confezionato. I capolini sono stati confezionati utilizzando delle vaschette in polipropilene (due capolini per vaschetta) chiuse con un film plastico macro-forato (fori da 0,5 mm, due fori per confezione) e conservati a 5°C per 5, 10 e 15 giorni. Ad ogni periodo di conservazione a 5°C è stato fatto seguire un periodo di tre giorni di shelf-life a 20°C.

2) altra attività svolta nel periodo in oggetto, ha riguardato il proseguimento delle sperimentazioni e la programmazione per le prossime attività con la “Azienda Agricola Pinna Antonio di Ittiri” sull’ottimizzazione della tecnologia di disidratazione dei capolini di carciofi in modo tale da ottenere un prodotto stabilizzato e duraturo nel tempo e che mantenga le caratteristiche organolettiche e qualitative. In particolare, sono stati effettuati dei test per valutare la qualità del prodotto disidratato e le modalità di preparazione e utilizzo. Per questo scopo è stato contattato uno chef che su un prodotto, con 4 e 7 mesi di conservazione, ha preparato due ricette (spaghetti e riso ai carciofi) con risultati esaltanti ponendo le basi per una possibile utilizzazione dei carciofi anche in periodi in cui non si trova il prodotto fresco.

3) infine è stata effettuata una prova comparativa tra carciofi coltivati in regime biologico con quelli ottenuti secondo sistemi agronomici convenzionali al fine di valutare eventuali differenze nei parametri fisiologici, fisici, chimici e di sicurezza alimentare alla raccolta e la loro evoluzione in conservazione refrigerata. Le due tipologie di carciofo (biologico e convenzionale) sono state fornite dall’azienda “Roberto Simula” di Uri.

Queste analisi preliminari e di validazione consentiranno di risolvere le principali criticità rilevate in alcune tipologie di confezionamento adottate dalle aziende e ad individuare nuove soluzioni tecnologiche per la progettazione del packaging più idoneo in grado di preservare la qualità e freschezza dei capolini nonchè a prolungare la shelf-life evitando che all’interno delle confezioni si verifichino condizioni di anaerobiosi che portano ad un rapido decadimento qualitativo per lo sviluppo di imbrunimenti del cuore del carciofo e sapori e odori di fermentato.

WP6: Valutazione della sostenibilità di metodi e sistemi di agricoltura biologica applicata al carciofo.

In relazione a questo WP a supporto delle analisi per la determinazione della lista di indicatori ambientali ed agronomici è stata utilizzata la metodologia di dell’OECD (2007) e di Andrist- Rangel et al. (2007) per la determinazione del bilancio dei nutrienti nei diversi dispositivi a confronto carciofo per l’annata di riferimento. Tali dati sono stati confrontati per tutte le gestioni a confronto con i dati reali di asportazione della coltura di carciofo Spinoso sardo rilevati da Ledda e Piras nel 2012.

Da una prima analisi dei risultati emerge come nei vari sistemi a confronto esistano delle criticità legate al tipo di gestione agronomica adottata dagli agricoltori che spesso identificano eccessi nelle concimazioni per i sistemi convenzionali.

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Al termine dei 36 mesi di progetto, l’analisi complessiva ci consentiranno di fornire agli imprenditori agricoli uno strumento di supporto per le loro decisioni colturali al fine di guidarli nelle scelte verso le migliori e più adatte tecniche di gestione agronomica in funzione per incrementare le produzioni, diffondere la cultura di un carciofo caratterizzato da elevate proprietà nutrizionali e di sicurezza alimentare, sostenibile dal punto di vista ambientale e economico con lo scopo ultimo di migliorare e innovare l’intera filiera produttiva traghettando le aziende del comparto verso nuove tecniche colturali e la produzione e commercializzazione di un prodotto caratterizzato da un valore aggiunto in termini di componenti nutrizionali e nutraceutiche.

Sezione 3: Indicare quali materiali di divulgazione sono stati utilizzati e prodotti.

Continua la divulgazione e l’aggiornamento periodico delle attività di progetto condotte nelle aziende sulle pagine social costituite:

-Twitter (#CarBio, @CarBio 3, https://twitter.com/CarBio3);

-Facebook (https://www.facebook.com/carbio.carbio.1).

Sezione 4: Indicare le criticità eventualmente emerse durante lo sviluppo delle attività.

Criticità sono state riscontate nelle fasi di rilievo e di raccolta dei dati nelle fasi del lockdown indetto per effetto dell’emergenza coronavirus per le limitazioni negli spostamenti e per la chiusura degli istituiti di ricerca avvenuta da marzo fino a maggio-giugno 2020.

Similmente anche le attività settimanali di monitoraggio della respirazione del suolo hanno subito un blocco totale a causa dell’impossibilità di recarsi nelle aziende in monitoraggio a casa dell’emanazione delle restrizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) adottato, in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 e successivi aggiornamenti che sono riprese regolarmente solo nel giugno scorso.

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Sezione 5: Indicare le % di spesa raggiunte rispetto al periodo di riferimento e al budget approvato, utilizzando il modello riportato di seguito.

Categorie di costo Spese proposte (in euro)

Avanzamento finanziario (in % rispetto al budget

approvato) Personale dipendente

Personale non dipendente Costi per la ricerca contrattuale e

le conoscenze e i brevetti e i servizi di consulenza (10%) Strumenti e Attrezzature (25%)

Altri costi diretti Spese Generali (15% su

personale) Costo Totale

La sottoscritta Paola Antonia Deligios in qualità di Responsabile scientifico del progetto Cluster Top Down

Data 22/10/2020

____ Timbro e Firma________________

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