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Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down

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Academic year: 2021

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Sardegna FESR 2014/2020 - ASSE PRIORITARIO I

“RICERCA SCIENTIFICA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE”

Azione 1.1.4 Sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi

Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down

CarBio

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da redigersi a cura dell’Organismo di Ricerca in qualità di Soggetto Attuatore del progetto e da inviare tramite pec a protocollo@cert.sardegnaricerche.it con cadenza semestrale entro 15 giorni dal

termine stabilito rispetto alla comunicazione di avvio delle attività

Report Semestrale n. 1 periodo di lavoro dal 23/04/2018 al 22/10/2018

Organismo di Ricerca: Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Agraria, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituito di Scienze delle Produzioni Alimentari – U.O. Sassari

Progetto Cluster Top Down: ”CarBio: carciofo biologico: innovazione e sostenibilità di filiera”

Convenzione prot. n° 4430 del 28/03/2018 CUP: J81I17000820006

Si allegano al presente documento:

- N. 6 Registri incontri con le imprese

Il Report dovrà essere articolato secondo un minimo di cinque sezioni:

Sezione 1: Indicare il grado di conseguimento degli obiettivi fissati nel progetto approvato rispetto al periodo di riferimento e suddivisi per ogni WP. In questa sezione si dovrà inoltre fornire, considerando il periodo di riferimento, uno stato di avanzamento dei WP rispetto al progetto e al cronoprogramma approvato quantificando anche gli indicatori fisici di realizzazione e di risultato previsti nella proposta progettuale.

Durante i primi 6 mesi di attività del progetto Cluster CarBio, ci si è incentrati sul coinvolgimento delle aziende aderenti al progetto medesimo al fine di trasferire delle innovazioni di processo e di prodotto da adottare nelle aziende stesse con il coinvolgimento di tutto lo staff di progetto.

(WP1). Durante i sei mesi di attività sono stati individuate nelle aziende coinvolte, le principali problematiche di gestione riscontate nella coltivazione del carciofo spinoso sardo, in pre e post raccolta, al fine di comprendere come intervenire nella filiera produttiva del carciofo ed ottenere

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concordato con le aziende un protocollo di gestione della coltura, (WP2, WP3, WP4) cercando di individuare le migliori strategie di coltivazione (avvicendamento annuale o biennale) che puntino a migliorare la fertilità del suolo, la gestione delle infestanti e la lotta ai principali parassiti e ottenere cosi un prodotto di qualità superiore. Inoltre è stato concordato con alcune aziende un protocollo di rilievi da effettuare in campo per verificare la dinamica di mineralizzazione della sostanza organica, indicatore essenziale per valutare la sostenibilità del sistema produttivo proposto, la dinamica degli attacchi parassitari e i principali agenti patogeni nei sistemi gestiti in regime biologico e valutare la composizione della flora infestante nei sistemi biologici.

Sezione 2: Descrivere in quali modalità e con quale tempistica si sono svolte le attività di sviluppo e di sperimentazione in contatto diretto con le imprese del cluster. Indicare quali risultati questa attività ha prodotto o quali effetti ha avuto sul gruppo di imprese a cui è stata destinata.

Al fine di coinvolgere le aziende aderenti al progetto e divulgare gli obiettivi del progetto è stato realizzato un kick-off meeting iniziale, in data 09-07-2018 presso il centro polifunzionale di Cabras, il cui scopo è stato quello di esporre alle aziende coinvolte gli obiettivi del progetto, presentare lo staff coinvolto, le prospettive future e i servizi offerti agli agricoltori a seguito della partecipazione alle attività del Cluster. Per valutare quali sistemi introdurre e poter stilare dei protocolli di coltivazione in biologico che siano adeguati alle reali esigenze delle aziende coinvolte è stato messo a punto un questionario di valutazione delle principali problematiche che si riscontrano nella coltivazione convenzionale del carciofo spinoso sardo. Sulla base dei questionari, sono stati concordati dei protocolli di attività personalizzati attivati in alcune aziende all’avvio degli impianti della coltura (luglio 2018) e a tutt’oggi in atto.

Nello specifico tra le aziende coinvolte si sono creati tre differenti gruppi interessati a sviluppare le azioni del progetto in maniera diversa. Alcune di queste, già adottano il sistema di coltivazione in regime biologico “convenzionale”. Ossia adottano tecniche di gestione delle infestanti, dei parassiti e sistemi di concimazione ammessi in agricoltura biologica. In queste aziende, su piccole superfici, messe a disposizione per il progetto, le azioni cluster hanno riguardato la parziale integrazione delle suddette tecniche con un supporto al miglioramento del sistema di coltivazione, inserendo colture di copertura quali leguminose (pisello proteico) al fine di sostituire i concimi biologici forniti durante il ciclo di coltivazione. Inoltre è stata proposta una successione colturale da adottare nel successivo ciclo di coltivazione per mantenere e/o incrementare la fertilità e la disponibilità dei nutrienti.

Sempre nelle medesime aziende a partire dalla prossima annata, in comune accordo con i coltivatori, verranno inoltre valutati in termini di aspetti qualitativi, nutrizionali, nutraceutici e di conservabilità del prodotto i capolini ottenuti a seguito delle azioni di gestione realizzate.

Il secondo gruppo di aziende, invece è costituito da aziende che si approcciano per la prima volta al regime di coltivazione in biologico. Sono aziende che hanno manifestato la volontà di produrre carciofo spinoso sardo in maniera innovativa poiché attenti alle nuove esigenze del mercato e del consumatore in materia di salute e salubrità degli alimenti. In queste aziende è stato condotto un lavoro di indagine sulle principali problematiche che si riscontrano (soprattutto emergono i costi molto elevati dei mezzi tecnici/energetici e le problematiche ambientali legate

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alla coltivazione convenzionale) e si è cercato insieme con l’agricoltore di studiare le migliori strategie che consentano di ridurre gli oneri di coltivazione. Nello specifico è stato proposto e adottato un sistema di coltivazione che introduca nell’interfila della coltura principale una coltura di copertura o cover crop che sarà interrata allo stadio di fioritura per favorire una rapida mineralizzazione e disponibilità di elementi nutritivi. In queste aziende è previsto a partire dal prossimo ciclo di coltivazione il monitoraggio della dinamica della sostanza organica al fine di produrre dati che possano essere utilizzati per la stesura di opuscoli di gestione della nutrizione in sistemi biologici da divulgare tra gli agricoltori. Sempre in queste aziende, è stato concordato un protocollo di monitoraggio delle principali avversità fungine che sarà avviato a partire dalla prossima stagione con l’impianto di carducci trattati con ceppi resistenti alle principali malattie fungine e/o funghi micoparassiti. Anche in questo caso, verranno prodotti dati che serviranno alla stesura integrata dell’opuscolo nel quale verranno indicati i risultati ottenuti dalle prove di sperimentazione.

Infine il terzo gruppo di aziende è costituito da soggetti interessati esclusivamente alla parte di studio sul post raccolta (WP5). In questo caso le aziende hanno espresso interesse nel realizzare in accordo con gli enti di ricerca prove sulla conservazione e trattamento del post raccolta al fine di migliorare per loro un elemento particolarmente critico.

È stata inoltre avviata in accordo con le aziende un azione dimostrativa presso l’azienda sperimentale del Dipartimento di Agraria sita ad Ottava, volta alla verifica della possibilità di gestione della nutrizione minerale della coltura attraverso trattamenti eseguiti per via fogliare.

Un altro risultato che emerge dai primi sei mesi di attività del progetto è l’interesse espresso da nuove aziende ad aderire al progetto. Nello specifico sono quattro le aziende che hanno aderito. Una di queste in zona Masainas, che già coltiva in regime biologico ma che vorrebbe abbracciare la tesi di sostituire i concimi ammessi in agricoltura biologica con le leguminose da noi proposte. L’altra è un azienda sita a Samassi nel quale si vuole intraprendere la coltivazione in biologico di una piccola superficie su romanesco. Infine le atre due aziende sono situate al nord e vorrebbero migliorare il loro prodotto introducendo le azioni cluster per dare un valore aggiunto al proprio prodotto.

In queste nuove aziende aderenti si è concordato di comune accordo di iniziare le attività a partire dalla prossima annata trasferendo le innovazioni su piccole porzioni per osservare i risultati e poter prendere le decisioni migliori da adottare a scala aziendale.

Sezione 3: Indicare quali materiali di divulgazione sono stati utilizzati e prodotti.

Sono state realizzate delle slide di divulgazione del progetto al fine di spiegare gli obiettivi principali e le strategie di intervento nelle specifiche aziende al fine di individuare delle aziende dimostrative che saranno utilizzate sia per il monitoraggio dei sistemi in biologico che convenzionali.

Un'altra forma di divulgazione delle azioni del progetto cluster che è stata prodotta durante i primi sei mesi di attività è stata la realizzazione di un account su principali social: Twitter (#CarBio) e Facebook (https://www.facebook.com/carbio.carbio.1) in cui settimanalmente vengono postate le attività condotte nell’ambito del progetto.

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Nell’ambito delle iniziali aziende coinvolte, una di queste, ha manifestato l’interesse a non voler più aderire al progetto per problemi di tipo familiare.

Sezione 5: Indicare le % di spesa raggiunte rispetto al periodo di riferimento e al budget approvato, utilizzando il modello riportato di seguito.

Categorie di costo Spese proposte (in euro)

Avanzamento finanziario (in % rispetto al budget

approvato) Personale dipendente

Personale non dipendente Costi per la ricerca contrattuale e

le conoscenze e i brevetti e i servizi di consulenza (10%) Strumenti e Attrezzature (25%)

Altri costi diretti Spese Generali (15% su

personale) Costo Totale

Il report dovrà essere corredato almeno dai seguenti allegati:

- registri che certificano gli incontri con le imprese aderenti al cluster;

- documenti divulgativi destinati alle imprese (quali ad esempio slides, video, comunicati ecc…). Il materiale divulgativo andrà allegato al presente documento nel qual caso non sia stato precedentemente trasmesso.

Il sottoscritto Luigi Ledda in qualità di Responsabile scientifico del progetto Cluster Top Down

Timbro e Firma_________________________________ Data __________________________

Riferimenti

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