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I Appello di Calcolo delle Probabilità

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(1)

Laurea Triennale in Matematica 2012/13 Nome:

30 gennaio 2013 Email:

Se non è espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi è possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non è stata fornita la dimostrazione).

PARTE I (Esercizi 1, 2, 3)

Esercizio 1. Nei quesiti seguenti, con “dado” si intende un dado regolare a sei facce e con “moneta”

si intende una moneta equilibrata.

(a) Si determini la probabilità p (risp. q) che lanciando due dadi (risp. tre dadi) il punteggio totale sia 5.

(b) Gaia è indecisa su quanti dadi lanciare. Per sciogliere questo dilemma, affida la scelta al lancio di una moneta: se esce testa, ne lancia due; se invece esce croce, ne lancia tre. Se accade che il punteggio totale ottenuto è pari a 5, ritenete più probabile che Gaia abbia lanciato due dadi oppure tre? O forse le due eventualità sono equiprobabili?

Si motivi quantitativamente (e, se si vuole, anche qualitativamente) la risposta.

Soluzione 1. (a) Lo spazio di probabilità naturale è dato dall’insieme Ω = {1, 2, 3, 4, 5, 6}2 (risp.Ω = {1, 2, 3, 4, 5, 6}3), munito della probabilità uniforme. Si ottiene p= 364 = 19 (risp.

q= 2166 = 361), perché ci sono 4 (risp. 6) modi possibili di ottenere un punteggio totale pari a 5 lanciando due (risp. tre) dadi.

(b) Introducendo gli eventi A:= “Gaia sceglie due dadi” e B := “il punteggio totale è pari a 5”, si haP(A) = 12 eP(B|A) = p, P(B|Ac) = q per il punto precedente. Quindi

P(B) = P(B|A)P(A) + P(B|Ac)P(Ac) = 1

2(p + q) . Per la formula di Bayes

P(A|B) = P(B|A)P(A)

P(B) = p12

1

2(p + q) = p p+ q, e di conseguenza

P(Ac|B) = 1 − P(A|B) = q p+ q.

Quindi, sapendo che si è verificato B, ossia che il punteggio totale è pari a 5, l’eventualità (condizionalmente) più probabile è che Gaia abbia lanciato due dadi, perché p > q e dunque

P(A|B) > P(Ac|B).

(2)

Esercizio 2. Dieci coppie di sposi partecipano alla seguente lotteria. A ciascuna delle venti persone viene consegnato un biglietto, e tra questi ce ne sono sei “speciali”. Se in una coppia sia il marito che la moglie ricevono un biglietto speciale, la coppia vince un viaggio per le isole Dodo; altrimenti, la coppia in questione non vince niente. [Può essere utile numerare le persone da1 a 20, indicando ad esempio ogni marito con un numero dispari e la rispettiva moglie con il numero pari successivo.

In questo modo, la prima coppia corrisponde a {1, 2}, la seconda a {3, 4}, ecc.]

(a) Si calcoli la probabilità p che una coppia fissata (ad esempio, la prima) vinca il viaggio.

(b) Si calcoli la probabilità q che due coppie fissate distinte (ad esempio, le prime due) vincano entrambe il viaggio.

Introduciamo ora, per ogni i ∈ {1, . . . , 10}, la variabile aleatoria Xi che assume il valore1 se la coppia i-esima vince il viaggio, e0 se non lo vince. Indichiamo quindi con S il numero di coppie che vincono il viaggio, e con T il numero di coppie che non lo vincono.

(c) Si calcolinoE(Xi) e Cov(Xi, Xj) per ogni i, j ∈ {1, . . . , 10}.

(d) Si deducano E(S) e Var(S).

(e) Si ricavino infineE(T ) e Var(T ).

N.B. Se lo si desidera, la risposta a un quesito può essere lasciata espressa in termini delle risposte ai quesiti precedenti.

Soluzione 2. (a) SiaΩ := {ω ⊆ {1, . . . , 20} : |ω| = 6} l’insieme dei sottoinsiemi di {1, . . . , 20}

con6 elementi, munito della probabilità uniforme. Sappiamo che |Ω| = 206. Sia Ai := l’i-esima coppia vince il viaggio .

L’evento A1coincide con l’insieme degli ω ∈Ω che contengono 1 e 2. Ogni tale ω è determinato dalla scelta dei rimanenti4 punti in {3, 4, . . . , 20}, che può essere fatta in 184 modi. Quindi

p= P(A1) =

18 4



20 6

 = 6 · 5 20 · 19.

È charo che il risultato è lo stesso per qualsiasi coppia fissata, ossiaP(Ai) = p per ogni i.

(b) Ogni ω ∈ A1∩ A2 contiene per costruzione i punti1, 2, 3, 4 e pertanto restano da scegliere i rimanenti2 punti in {5, . . . , 20}, scelta che ha 162 esiti possibili. Un discorso analogo si può fare per Ai∩ Aj con i 6= j, pertanto

q= P(Ai∩ Aj) = |Ai∩ Aj|

|Ω| =

16 2



20 6

 =

6 · 5 · 4 · 3 20 · 19 · 18 · 17.

(c) Si ha Xi= 1Ai ∼ Be(p) quindi E(Xi) = p e, per i = j, Cov(Xi, Xi) = Var(Xi) = p(1 − p).

Se i 6= j si ha E(XiXj) = E(1Ai∩Aj) = P(Ai∩ Aj) = q, quindi Cov(Xi, Xj) = E(XiXj) − E(Xi)E(Xj) = q − p2.

(d) Si ha S = X1+ . . . + X10=P10

i=1Xi pertanto E(S) =

10

X

i=1

E(Xi) = 10 E(X1) = 10 p ,

Var(S) =

10

X

i=1

Var(Xi) +

10

X

i6=j=1

Cov(Xi, Xj) =

= 10 Var(X1) + (10 · 9) Cov(X1, X2) = 10 p(1 − p) + 90 (q − p2) .

(e) Dato che T = 10 − S, si ha E(T ) = 10 − E(S) e Var(T ) = Var(S), per le proprietà di trasformazione di valor medio e varianza.

(3)

Esercizio 3. Siano X e Y variabili aleatorie reali indipendenti, entrambe con distribuzione N(0, 1).

Definiamo

S := X2, T := Y2, U := S + T .

(a) Si mostri che S e T hanno entrambe distribuzione Gamma(12,12). Si spieghi perché sono variabili aleatorie indipendenti.

[Sugg. Si esprima la funzione di ripartizione di S in termini di quella di X, e poi si ricavi la densità]

(b) Dopo aver spiegato perché la variabile aleatoria U è assolutamente continua, si mostri che essa ha densità fU(x) = 12e−x/2.

(c) Si determini per quali valori di α ∈ R si ha E(Uα) < ∞.

Soluzione 3. (a) Le variabili aleatorie S e T sono indipendenti e hanno la stessa distribuzione, perché sono ottenute applicando la stessa funzione (misurabile) alle variabili aleatorie indi- pendenti e con la stessa distribuzione X e Y . Chiaramente FS(s) = 0 per s < 0, mentre per s ≥0

FS(s) = P(S ≤ s) = P(X2≤ s) = P(−√

s ≤ X ≤√

s) = FX(√

s) − FX(−√ s) . Dato che FX è di classe C1, con derivata FX0 (x) = 1

e−x2/2, segue che FS è C1 a tratti, pertanto S è assolutamente continua con densità data per s ≥0 da

fS(s) = FS0(s) = 1 2√

sfX(√

s) + 1 2√

sfX(−√

s) = 1

√2π√

se12s,

mentre fS(s) = 0 per s < 0. Questa è proprio la densità di una Gamma(12,12), perché Γ(12) =√

π.

(b) Per un risultato visto a lezione, U ∼Gamma(1,12) = Exp(12), perché somma di due variabili aleatorieGamma(12,12) indipendenti. La densità di una Exp(12) è proprio 12e−x/2.

(c) Dato che U è una variabile aleatoria q.c. positiva, il valor medio E(Uα) è sempre ben definito in[0, +∞]. Inoltre

E(Uα) = Z

0

xαfU(x) dx = 1 2

Z 0

xαe−x/2dx = 2α Z

0

zαe−zdz ,

col cambio di variabili x = 2z. L’integrale è finito su ogni compatto di (0, ∞), perché la funzione integranda è continua; inoltre è finito sul dominio[1, +∞), perché zαe−z< e−z/2per z sufficientemente grande. Infine, per z ↓0 c’è una singolarità se α < 0, che è integrabile se e solo se α > −1. In definitiva, E(Uα) < ∞ se e solo se α > −1 e in tal caso E(Uα) = 2αΓ(α+1).

(4)

PARTE II (Esercizi 4, 5, 6)

Esercizio 4. Sia(X, Y ) un vettore aleatorio bidimensionale assolutamente continuo, con densità fX,Y(x, y) = 1

x+ y1D(x, y) , dove D := {(x, y) ∈ R2: x > 0, y > 0, x + y < 1} . (a) Si determini la distribuzione della variabile aleatoria Z := X + Y , riconoscendola come

notevole.

(b) Si mostri che le componenti X e Y hanno la stessa densità f(x) = log 1

x



1(0,1)(x) .

(c) Si mostri che la funzione di ripartizione F = FX di X soddisfa la relazione F(x) ∼ x log 1

x



per x ↓0 .

(d) Siano ora {Xk}k∈N variabili aleatorie reali i.i.d. con la stessa distribuzione di X. Definiamo per n ∈ N la variabile aleatoria reale

Wn := (n log n) min{X1, . . . , Xn} .

Si mostri che Wn converge in distribuzione per n → ∞ verso un limite notevole.

Soluzione 4. (a) Applicando la formula mostrata a lezione, Z ha densità fZ(z) =

Z

R

fX,Y(x, z − x) dx = Z

R

1

z1D(x, z − x) dx =

 Z

R

1

z1(0,z)(x) dx



1(0,1)(z) = 1(0,1)(z) , cioè Z ∼U(0, 1).

(b) X e Y hanno la stessa densità per simmetria, data da f(x) =

Z

R

fX,Y(x, y) dy = 1(0,1)(x) Z 1−x

0

1

x+ ydy = 1(0,1)(x)



log(x+y)

1−x 0

= log 1 x



1(0,1)(x) . (c) Si ha

F(x) = Z x

−∞

f(t) dt = − Z x

0

log(t) dt = −x log(x) + Z x

0

1 dt = x

 log 1

x + 1

 , da cui si ottiene che F(x) ∼ x log1x, come richiesto: infatti

F(x)

x logx1 = 1 + 1

log1x → 1 per x ↓0 , (d) Per t ≤0 si ha FWn(t) = 0, mentre per t > 0

FWn(t) = 1 −

 1 − F

 t

nlog n

n

. Per il punto precedente F(x) ∼ x logx1, pertanto

F

 t

nlog n



∼ t

nlog n log n log n t



= t

nlog n



log n + log log n − log t



= t n



1 +log log n − log t log n



∼ t n, pertanto

n→∞lim FWn(t) = lim

n→∞1 −

 1 − t

n

n

= 1 − e−t = FW(t) , con W ∼Exp(1) . Ciò significa che Wn→ W ∼ Exp(1) in distribuzione.

(5)

Esercizio 5. Si ricordi che, per ogni variabile aleatoria reale positiva X, vale la formula E(X) =

Z +∞

0

P(X > t) dt . (a) Si deduca che, se X è una variabile aleatoria reale positiva,

∀ε > 0 : X

n∈N

P(X > εn)

(< +∞ seE(X) < ∞

= +∞ seE(X) = ∞ .

Siano ora {Xn}n∈N variabili aleatorie reali positive, definite sullo stesso spazio di probabilità e con la stessa legge (ma non necessariamente indipendenti). Sia m:= E(X1) ∈ [0, +∞] e definiamo

Wn := Xn

n . (b) Se m <+∞, si mostri che Wn→ 0 q.c..

(c) Se m= +∞ e in aggiunta le variabili aleatorie {Xn}n∈N sono indipendenti (e dunque i.i.d.), si mostri che Wn6→ 0 q.c.. Che cosa si può dire sulla convergenza in probabilità di Wn? (d) Per concludere, si dia un esempio di successione {Tn}n∈N di variabili aleatorie i.i.d. tale che

log Tn

n 6→ 0 q.c. .

Si noti che è sufficiente specificare la distribuzione di T1 (come si preferisce: discreta, assolutamente continua, . . . ).

Soluzione 5. (a) La funzione t 7→P(X > t) è decrescente, pertanto per ogni ε > 0 e n ∈ N P(X > εn) · ε ≤

Z εn ε(n−1)

P(X > t) dt ≤ P(X > ε(n − 1)) · ε , da cui segue che

εX

n∈N

P(X > εn) ≤ E(X) = Z

0

P(X > t) dt ≤ εX

n∈N

P(X > ε(n − 1)) . Questo mostra che la convergenza/divergenza della serieP

n∈NP(X > εn) è equivalente a E(X) < ∞ / E(X) = +∞.

(b) Per un criterio visto a lezione, corollario del lemma di Borel-Cantelli, per avere Wn→ 0 q.c.

basta mostrare che per ogni ε >0 X

n∈N

P(|Wn| > ε) = X

n∈N

P(Xn> εn) = X

n∈N

P(X1 > εn) < ∞ il che avviene seE(X1) < ∞, per il punto precedente.

(c) Per il punto precedente, in questo caso X

n∈N

P(|Wn| > ε) = X

n∈N

P(Xn> εn) = X

n∈N

P(X1 > εn) = ∞ . Dato che gli eventi {|Wn| > ε} sono indipendenti, per Borel-Cantelli si ha

P

lim sup

n→∞

{|Wn| > ε}

= 1 , ∀ε > 0 .

Questo chiaramente mostra che Wn6→ 0 q.c. (abbiamo anche visto un criterio a lezione).

Tuttavia continua a valere la convergenza in probabilità Wn→ 0. Infatti per ε > 0 P(|Wn| > ε) = P(Xn> εn) = P(X1 > εn) = 1 − FX1(εn) ,

e dato chelimx→+∞FX1(x) = 1 per ogni funzione di ripartizione, si ha P(|Wn| > ε) → 0.

(6)

(d) Per il punto precedente, è sufficiente cheE(log Tn) = +∞. Ad esempio, si può scegliere FXn(x) =

 1 −1

x



1[1,∞)(x) , così cheP(Xn> x) = x1 per x >1. Ponendo Tn:= eXn, si ha

E(log Tn) = E(Xn) = Z

0

P(Xn> x) dx = +∞ .

(7)

Esercizio 6. Si consideri la catena di Markov X= {Xn}n∈Na valori nell’insieme E= {1, 2, 3, 4, 5}, corrispondente al seguente grafo:

1

2 3

5 4

1 1

1 1

1 4

1 4

1 4 1

4

(a) Si scriva la matrice di transizione della catena, si identifichino le classi di comunicazione e si classifichino gli stati (transitori, ricorrenti positivi, ricorrenti nulli), determinandone il periodo.

(b) Si mostri che esiste un’unica probabilità invariante e la si determini, notando che non è reversibile. Se la catena parte inizialmente dallo stato 4, per tempi lunghi è più probabile trovarla nello stato2 o nello stato 3?

Soluzione 6. (a) La catena è irriducibile e finita, quindi tutti gli stati sono ricorrenti positivi e hanno lo stesso periodo. Per determinarlo, si noti che si ha p(2)11 ≥ p12p21 >0 e p(3)11 ≥ p13p32p21>0, e dato che il M.C.D. tra 2 e 3 vale 1, la catena è aperiodica.

(b) Essendo irriducibile e ricorrente positiva, esiste un’unica probabilità invariante. Imponendo l’equazione πi =P

k∈Eπkpki per i= 1, 2, 3, 4 si ottiene









π1= π2

π2= π11 4+ π3

π3= π114+ π4 π4= π11

4+ π5

,

da cui, ponendo π1:= α, si ricava facilmente













 π1= α π2= α π2= 34α π3= 12α π4= 14α

.

Imponendo che π1+ π2+ π3+ π4+ π5 = 1 si ottiene infine π1 = π2 = 2

7, π3= 3

14, π4= 1

7, π5 = 1 14.

Per il teorema di convergenza all’equilibrio si halimn→∞P(Xn= j|X0= i) = πj, pertanto è più probabile che per tempi lunghi la catena si trovi nello stato2 invece che nello stato 3, essendo π2> π3.

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