• Non ci sono risultati.

III. La percezione dei cittadini europei e italiani per i temi biodivesità e mercato verde

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "III. La percezione dei cittadini europei e italiani per i temi biodivesità e mercato verde"

Copied!
14
0
0

Testo completo

(1)

III. La percezione dei cittadini europei e italiani per i temi biodivesità e mercato verde

Premessa

L’informazione e la comunicazione ambientale rappresentano per i decisori politici, gli operatori di settore e i cittadini fondamentali strumenti di conoscenza e di partecipazione.

Numerosi soggetti, istituzionali e non, svolgono una sempre crescente attività di promozione della cultura ambientale, al fine di divulgare e rendere pienamente accessibili le conoscenze scientifiche e tecniche, favorendo l’aumento della consapevolezza e l’orientamento alla sostenibilità di stili di vita e di comportamenti individuali e collettivi.

Nelle ultime due edizioni dell’Annuario dei dati ambientali sono state presentate informazioni statistiche relative alle percezioni e al grado di conoscenza dei cittadini europei e italiani rispetto all’ambiente e alle sue problematiche, utilizzando come fonti dei dati principalmente indagini europee e nazionali rivolte proprio alla misurazione delle opinioni, delle attitudini e dei comportamenti della popolazione (famiglie e/o cittadini) in relazione ai temi ambientali.

Dalla scorsa edizione si è scelto di circoscrivere il monitoraggio a due tematiche di particolare interesse: le risorse idriche e la qualità dell’aria.

Per questa edizione i temi scelti sono la biodiversità e il mercato verde.

III.1. Biodiversità

L’Unione Europea (UE) è impegnata nella tutela della “biodiversità”, ovvero della diversità delle specie animali e vegetali, degli habitat naturali e degli ecosistemi con una legislazione in materia che risale ormai al 1970.

Tuttavia, negli ultimi anni, la perdita di biodiversità ha subito una forte accelerazione a livello mondiale. Oggi rappresenta un'enorme sfida in particolare in Europa, laddove circa una specie su quattro è minacciata di estinzione e l’88% degli stock ittici è considerato eccessivamente sfruttato o significativamente impoverito.

Per affrontare tale sfida, nel maggio del 2011, la Commissione Europea ha adottato un’ambiziosa strategia per arrestare, entro il 2020, la perdita della diversità biologica e dei servizi eco-sistemici.

Tale strategia contiene sei obiettivi principali e venti azioni rivolti a garantire: 1) la piena attuazione della legislazione europea sulla natura;

2) una migliore protezione degli ecosistemi; 3) un’agricoltura e silvicoltura più sostenibile; 4) una migliore gestione degli stock ittici; 5) controlli sulle specie invasive; 6) un contributo più esteso da parte dell’Unione Europea in materia di prevenzione della perdita di biodiversità a livello mondiale.

Strategia europea della biodiversità

(2)

Nel contesto appena descritto si colloca l’indagine condotta dalla Commissione Europea, Flash Eurobarometer sulla biodiversità1. La ricerca, giunta nel 2013 alla terza edizione, è finalizzata a misurare la familiarità dei cittadini europei con il termine biodiversità e con il concetto di perdita di biodiversità.

L’indagine, inoltre, si è focalizzata:

• sul livello di informazione che i cittadini europei ritengono di avere in materia;

• sulla percezione dei cittadini relativamente alle principali minacce;

• sulla consapevolezza della Rete Natura 2000;

• sul perché siano importanti azioni di tutela, eventualmente intraprese anche a livello individuale, per contrastare la perdita di biodiversità.

In particolare, in merito al livello d’informazione circa il termine biodiversità emerge che il 44% degli europei (38% nel 2010) e il 38% degli italiani (22% nel 2010) ne hanno sentito parlare e conoscono il significato del termine biodiversità (Figura III.1). Si riscontra, pertanto, un evidente miglioramento in termini di livelli d’informazione rispetto al 2010, sia tra gli europei (+6 punti percentuali) sia tra gli italiani (+16 punti percentuali).

Il 44% degli europei e il 38% di italiani hanno sentito parlare e conoscono il significato del termine biodiversità.

Figura III.1: Risposte alla domanda: “Hai mai sentito il termine

“biodiversità”?”2

Tra il 2010 e il 2013 il livello di

informazione sul termine biodiversità è aumentato di ben 16 punti percentuali tra i cittadini italiani e di 6 punti percentuali tra i cittadini europei.

Il 96% degli europei ritiene che l’inquinamento dell’aria e dell’acqua (mari, fiumi, laghi, ecc.), così come le catastrofi provocate dalle attività antropiche, pongano in serio pericolo la biodiversità. Ulteriori minacce considerate sono: l’agricoltura intensiva, la deforestazione e la pesca eccessiva (94%); i cambiamenti climatici e la conversione di aree naturali ad altri usi (ad esempio, strade, abitazioni, industrie, espansioni delle aree urbane, conversione in terreni agricoli, ecc.) (91%); le

1 Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards biodiversity, Flash Eurobarometer 379

2 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards biodiversity, Flash Eurobarometer 379

22%

38% 38% 44%

32%

39%

28%

30%

46%

23%

34% 26%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2010 2013 2010 2013

Italia Italia EU27 EU27

Ne ho sentito parlare e so cosa significa Ne ho sentito parlare ma non so cosa significa Non ne ho mai sentito parlare

(3)

piante e gli animali (che normalmente non si trovano nella nostra regione o paese) introdotti nei nostri ecosistemi (78%).

Come si evince dalla Figura III.2, le percentuali riferite ai cittadini italiani mostrano, per tutte le opzioni considerate, valori più alti di quelli registrati per i cittadini europei.

Figura III.2: Risposte alla domanda: “Per ciascuno dei seguenti aspetti, quali pensa possano rappresentare una minaccia per la biodiversità?”3

L’inquinamento dell’aria e dell’acqua e le catastrofi dovute ad attività antropiche sono considerate le principali minacce per la biodiversità.

Sebbene solo il 45% dei cittadini europei e il 32% degli italiani si ritengano informati sul significato di perdita di biodiversità, mostrando percentuali in crescita rispetto al 2010, ben nove europei su dieci considerano il declino delle foreste, i cambiamenti climatici, il rischio di estinzione degli animali e delle piante, il declino degli habitat naturali seri problemi correlati al fenomeno.

Nell’ambito dell’indagine, agli intervistati è stato chiesto se ritenessero di aver subito personalmente impatti dovuti alla perdita di biodiversità. In generale, sia gli europei sia gli italiani credono che la biodiversità avrà un impatto su di loro o sui loro figli, ma solo una minoranza pensa che lo stia già avendo. In dettaglio, meno di un cittadino europeo e di un italiano su cinque ritengono di subire già gli impatti della perdita di biodiversità (16% europei; 15% italiani).

Circa un terzo degli intervistati teme che la perdita di biodiversità avrà un effetto su di loro, ma soltanto in futuro (33% europei; 27%

italiani). Per più di quattro su dieci il fenomeno non li interesserà direttamente, ma avrà un impatto sui loro figli (43% europei; 53%

italiani). In merito a quest'ultima risposta si sottolinea che la percentuale relativa agli italiani è la più alta d’Europa,

Il 43% dei cittadini europei e il 53% degli italianiritengono che la perdita di

biodiversità non li interesserà

3Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards biodiversity, Flash Eurobarometer 379

91

91

78

96

96

94 93

94

79

98

98

95

0 20 40 60 80 100

Conversione di aree naturali ad altri usi (ad esempio, strade, abitazioni, industria, espansione delle aree urbane, la conversione in terreni

agricoli, ecc.)

Cambiamenti climatici

Piante e animali introdotti nei nostri ecosistemi (che normalmente non si trovano nella nostra regione o paese)

Catastrofi provocate dall'attività antropica (ad esempio fuoriuscite di petrolio, incidenti industriali, ecc.)

Inquinamento dell'aria, dell'acqua (mari, fiumi, laghi, ecc.)

L'agricoltura intensiva, la deforestazione e la pesca eccessiva

%

UE27 Italia

(4)

probabilmente perché, nonostante il costante declino dei valori nei paesi occidentali, in Italia la famiglia, e quindi i figli, continuano a contare più che in altri paesi dell’Unione Europea. Infine, solo il 6%

dei cittadini europei e il 3% degli italiani ritengono che la perdita di biodiversità non avrà alcun un effetto su di loro.

personalmente, ma avrà un impatto sui loro figli.

Tale fenomeno, inoltre, è percepito come problema serio soprattutto a livello globale, piuttosto che a livello europeo o nazionale e ancora una volta con proporzioni più accentuate tra i cittadini italiani.

L’indagine esplora anche la consapevolezza dei cittadini riguardo alla Rete Natura 2000, il network delle aree naturali protette europee designate come risposta alla perdita di biodiversità.

Essa rappresenta la pietra angolare della politica europea in materia. Tuttavia, nonostante l'importanza acquisita nel panorama legislativo ambientale e pur registrando un leggero miglioramento rispetto a quanto riscontrato nelle precedenti edizioni dell’indagine, la consapevolezza della rete è ancora relativamente bassa e circa tre quarti dei cittadini non ne ha mai sentito parlare.

Tale ignoranza raggiunge i picchi più alti in Italia e in Irlanda con il 92%.

La maggior parte degli intervistati ritiene importanti le aree protette inserite nella Rete Natura 2000 per diverse ragioni: per fornire aria e acqua pulita (98%), per garantire la protezione di animali e piante (97%), per impedire la distruzione di aree terrestri e marine preziose (96%) e per promuovere un uso del suolo più rispettoso della natura (95%).

In Italia, il 92% dei cittadini intervistati dichiara di non aver mai sentito parlare della Rete Natura 2000.

L’indagine ha sondato anche le opinioni dei cittadini sul trade-off tra sviluppo economico e perdita di biodiversità. A volte, infatti, lo sviluppo economico provoca danni o addirittura devasta le aree naturali protette, tra cui quelle inserite nella Rete Natura 2000. In dettaglio, il 45% degli europei e il 52% degli italiani ritengono che occorrerebbe proibire allo sviluppo economico di danneggiare o distruggere le aree naturali protette. Il 42% degli europei e il 38%

degli italiani ritengono invece accettabili eventuali danni soltanto nel caso in cui lo sviluppo economico avesse come output finale grandi progetti d’interesse pubblico e se i danni fossero completamente compensati. Infine, il 9% degli europei e il 7% degli italiani credono che lo sviluppo economico debba avere sempre la precedenza, considerando accettabili eventuali danni o la distruzione delle aree naturali protette.

Il 45% degli europei e il 52% degli italiani ritengono che occorrerebbe proibire allo sviluppo economico di

danneggiare o distruggere le aree naturali protette.

Agli intervistati è stato chiesto di esprimere la loro opinione in merito all’importanza della salvaguardia della biodiversità e alle azioni che dovrebbero essere adottate da parte dell’Unione Europea e a livello individuale per prevenirne la perdita.

Oltre tre quarti dei cittadini europei e l’80% degli italiani ritengono molto importante contrastare la perdita di biodiversità, giacché lo considerano un obbligo morale. Poco più di sei cittadini su dieci reputano importante arrestare il fenomeno, poiché il benessere e la qualità della vita sono basati proprio sulla natura e la biodiversità. Il

Il contrasto della perdita di biodiversità è considerato un obbligo morale da oltre tre quarti dei cittadini europei e

(5)

55% dei cittadini europei e il 56% degli italiani sono molto favorevoli ad azioni di contrasto, perché considerano la biodiversità indispensabile alla produzione di beni come cibo, carburante e medicine. Inoltre, circa tre quarti degli europei e degli italiani reputano importante arrestare la perdita di biodiversità, poiché quest’ultima potrebbe rendere economicamente sempre più povera l’Europa. Infine, le percentuali più alte degli intervistati indicano che la biodiversità andrebbe salvaguardata perché ritenuta essenziale nella lotta ai cambiamenti climatici.

dall’80% degli italiani.

Relativamente alle azioni che l’Unione Europea dovrebbe mettere in campo per contrastare la perdita di biodiversità, gli intervistati sostengono sia necessario: incrementare gli investimenti a favore dell'informazione verso la cittadinanza (72% europei; 83% italiani);

estendere il numero di zone protette in Europa (65% europei; 75%

italiani); elargire sussidi a settori quali l'agricoltura e la pesca che tengano conto anche delle biodiversità (63% europei; 66% italiani);

destinare maggiori risorse finanziare alla protezione della natura (59% europei; 63% italiani). Il 54% dei cittadini europei e il 57%

degli italiani, inoltre, ritengono indispensabili incentivi finanziari per agricoltori e/o pescatori al fine della conservazione della natura.

Circa tre quarti di cittadini italiani ed europei ritengono indispensabile che l’Unione Europea incrementi gli investimenti a favore dell’informazione verso la cittadinanza.

A livello individuale, i cittadini dichiarano di compiere azioni concrete per la protezione della biodiversità (38% europei; 26%

italiani) e con percentuali del 33% tra gli europei e del 38% tra gli italiani di fare qualcosa ma di voler fare ancora di più.

Nel dettaglio, quasi tutti gli intervistati (98% europei; 96% italiani) dichiarano di agire nel rispetto della natura, ad esempio non lasciando rifiuti nel bosco o sulla spiaggia, non disturbando gli animali.

Il 78% degli europei e il 74% degli italiani acquistano prodotti eco- compatibili quali, ad esempio, prodotti organici senza additivi chimici o localmente prodotti. Uno su cinque (15% europei; 16%

italiani) partecipa a progetti civici dedicati alla biodiversità come il lavoro sul campo nelle riserve naturali. Soltanto il 14% degli europei e l’8% degli italiani fanno parte di organizzazioni civiche dedicate alla biodiversità, mentre il 12% degli europei e soltanto il 7% degli italiani contribuiscono a uno o più progetti di monitoraggio ambientale, quali attività di bird e/o butterfly watching.

Il 38% dei cittadini europei e il 26% di quelli italiani dichiarano di compiere azioni concrete per la protezione della biodiversità.

Quasi tutti gli intervistati (98%

europei e 96%

italiani) dichiarano di rispettare la natura non lasciando rifiuti nel bosco o sulla spiaggia.

(6)

Figura III.3: Distribuzione percentuale delle azioni individuali compiute dai cittadini per prevenire la perdita di biodiversità4

La quasi totalità degli intervistati dichiara di prevenire la perdita di biodiversità e di rispettare la natura, ad esempio non lasciando rifiuti nel bosco o sulla spiaggia.

III. 2. Mercato verde

Ad aprile del 2013 la Commissione Europea ha adottato la Single Market for Green Products Initiative. Tale iniziativa, accompagnata da una raccomandazione promozionale della stessa, introduce due metodi per la misurazione e una serie di principi per comunicare le prestazioni ambientali dei prodotti e delle organizzazioni.

L’applicazione corretta di questa nuova iniziativa politica implica una migliore comprensione del comportamento e degli atteggiamenti dei consumatori. Con tale finalità l’indagine sulle attitudini degli europei rispetto al mercato “verde”5 esamina proprio la conoscenza dei prodotti “verdi” da parte dei cittadini e le loro considerazioni in merito all'acquisto dei prodotti ecologici.

L’81% dei cittadini europei e il 74% di quelli italiani acquistano spesso o occasionalmente prodotti rispettosi dell’ambiente. Circa un cittadino su cinque (4% europei; 6% italiani), invece, si definisce un consumatore “pronto ad agire”, ossia al momento non acquista prodotti eco-friendly ma è deciso a farlo in futuro.

Inoltre, sono definibili consumatori “in fase di contemplazione”, ovvero consumatori che al momento non acquistano prodotti

“verdi” ma potrebbero farlo in futuro, il 6% dei cittadini europei e l’11% dei cittadini italiani. La percentuale riscontrata tra gli italiani è la più alta a livello europeo per questa categoria di consumatori.

4 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards biodiversity, Flash Eurobarometer 379

5 Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards building the single market for green products, Flash Eurobarometer 367

98

74

14

15

12

96

78

8

16

7

0 20 40 60 80 100

Rispetto della natura (ad esempio, non lasciando rifiuti

nel bosco o sulla spiaggia, non disturbando gli animali

selvatici)

Acquistare prodotti che siano eco-friendly (ad esempio organici, senza prodotti chimici, o localmente

prodotti)

Sono un membro di un'organizzazione che lavora per proteggere la natura e la biodiversità

Partecipare a progetti civici dedicati alla biodiversità (ad esempio il lavoro sul campo in riserve naturali, ecc.)

Contribuisci a uno o più progetti di monitoraggio (ad

esempio, per contare gli uccelli o le farfalle).

%

UE27 Italia

(7)

Pertanto, eventuali azioni di promozione del mercato “verde”

troverebbero “sensibile” una consistente fetta della popolazione italiana in “fase di contemplazione”. Percentuali più basse sono state registrate sia tra chii aveva acquistato prodotti rispettosi dell’ambiente ma poi ha smesso, sia tra chi è assolutamente riluttante a questo genere di acquisti e perciò non compra prodotti simili né ha intenzione di farlo in futuro, sia tra chi addirittura non conosce i prodotti eco-friendly.

Figura III.4: Risposte alla domanda “Tra le seguenti affermazioni, quale descrive meglio il tuo comportamento nei confronti di prodotti ecologici?”6

L’81% dei cittadini europei e il 74% di quelli italiani, acquistano spesso o occasionalmente prodotti rispettosi dell’ambiente.

Tra i cittadini che conoscono i prodotti rispettosi dell’ambiente (95% europei; 97% italiani) il 55% degli europei e il 37% degli italiani concordano sul fatto che abbiano un buon rapporto qualità- prezzo. Questi sono prevalentemente i consumatori “regolari”

Tra i cittadini che conoscono i prodotti rispettosi

dell’ambiente, il 55%

degli europei e il 37%

6Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards building the single market for green products, Flash Eurobarometer 367

26

54

4

6

1

4

2

3 17

57

6

11

1

5

1

2

0 20 40 60 80 100

Spesso acquisto prodotti rispettosi dell'ambiente

Qualche volta acquisto prodotti rispettosi

dell'ambiente

Non acquisto prodotti rispettosi dell'ambiente ma sono deciso a farlo

in futuro

Non acquisto prodotti rispettosi dell'ambiente ma potrei farlo in futuro

Acquistavo prodotti rispettosi dell'ambiente

ma poi ho smesso

Non ho mai acquistato prodotti rispettosi dell'ambiente e non intendo farlo in futuro

Non conosco cosa sono i prodotti rispettosi dell'ambiente

Non risponde

%

UE27 Italia

(8)

(68%) dei prodotti ecologici, rispetto a quelli “occasionali” (53%) o addirittura ai riluttanti (38%). Le proporzioni tra le categorie di consumatori (15 punti percentuali di differenza) portano a ritenere il prezzo un fattore di forte incidenza (Tabella III.1). In altre parole, il prezzo sembra essere il più grande ostacolo per i consumatori

“occasionali” di diventare consumatori “regolari”. Pertanto, è plausibile pensare che la riduzione del divario tra i prezzi dei prodotti ecologici e di altri prodotti alternativi possa favorire un passaggio di “fase”, ovvero possa far aumentare il consumo di prodotti ecologici da parte dei consumatori ad oggi “occasionali”, facendoli diventare “regolari”.

Il 38% degli intervistati/consumatori “riluttanti” ritiene che i prodotti rispettosi dell’ambiente abbiano un buon rapporto qualità- prezzo. Questo dato indica che il prezzo non sia l’unico fattore che blocca l'acquisto dei prodotti ecologici. Ci sono, infatti, altre motivazioni emerse nel corso dell’indagine e di seguito riportate (Tabella III.1).

degli italiani concorda sul fatto che i prodotti

“verdi” abbiano un buon rapporto qualità-prezzo.

Sempre tra coloro i quali dichiarano di conoscere i prodotti eco- compatibili, una larga maggioranza ritiene che il loro acquisto possa fare la differenza per l’ambiente (89% europei; 90% italiani) e li reputa efficaci quanto i prodotti normali (74% per europei e italiani). Tali percentuali sono più alte per le categorie di consumatori “pro” acquisti verdi ovvero i “regolari”, gli

“occasionali” e i “pronti ad agire” (Tabella III.1).

Una larga maggioranza di cittadini ritiene che l’acquisto di prodotti eco-compatibili possa fare la differenza per l’ambiente (89%

europei; 90%

italiani).

Si riscontra una forte concordanza di opinioni tra i vari paesi circa l’etica dei prodotti ecologici: per il 95% dei cittadini europei (94%

italiani) l'uso di prodotti verdi è “la cosa giusta da fare”; per il 91%

degli europei e degli italiani l’acquisto di tali prodotti rappresenta un buon esempio; per l’80% (82% italiani) tale azione può far pensare a parenti e amici che si stia facendo una cosa buona (Tabella III.1).

Poco più della metà dei cittadini ritiene che i prodotti eco- compatibili siano facilmente reperibili nei negozi (54% europei;

53% italiani) e che sia semplice distinguere i prodotti ecologici dagli altri prodotti (51% europei; 60% italiani) (Tabella III.1).

Rispetto alle varie “categorie” di consumatori individuate, coloro i quali considerano meno di altri la facilità nel reperimento nei negozi sono i consumatori “pronti ad agire” ovvero quelli che al momento non acquistano questo tipo di prodotti, ma sono convinti di farlo in futuro. Così come la categoria di consumatori che, più di tutte le altre, considerano i prodotti ecologici facilmente reperibili nei negozi è quella di coloro i quali acquistavano queste tipologie di prodotti, ma non lo fanno più.

Queste considerazioni suggeriscono che sia la disponibilità a impedire l'acquisto, pur non avendo un ruolo determinante per quanti smettono di consumare prodotti verdi. (Tabella III.1).

Due terzi degli europei non crede che le preoccupazioni per l’ambiente siano esagerate. Tali convinzioni sono fortemente legate alle varie categorie di comportamento. Meno di un terzo dei consumatori “regolari” crede che siano esagerate, rispetto al 54%

Poco più della metà dei cittadini ritiene che i prodotti eco- compatibili siano facilmente reperibili nei negozi (54%

europei; 53% italiani) e che sia facile distinguere i prodotti ecologici dagli altri (51% europei; 60%

italiani).

(9)

dei consumatori “riluttanti”. Le altre categorie si collocano tra le due posizione estreme appena citate. (Tabella III.1).

Tabella III.1: Analisi dei comportamenti delle varie “categorie”

di consumatori europei rispetto agli acquisti di prodotti verdi7

Consuma tori

“regolari

Consum atori

“occasio nali”

Consumat ori

“pronti ad agire”

Consum atori “in contempl azione”

Consuma tori

“relapse”

Consuma tori

“riluttant i”

Spesso Qualche volta

No, ma intende

No, ma potrebbe

Ha comprato ma non più

Mai comprato e non intende 26% del

campione UE

54% del campione UE

4% del campione UE

6% del campione

UE

1% del campione UE

4% del campione UE

Costi e benefici

Prodotti ecologici hanno un buon rapporto qualità-prezzo

68% 53% 50% 40% 44% 38%

Efficacia

Prodotti ecologici hanno un’efficacia pari ai prodotti alternativi

79% 75% 72% 62% 62% 52%

Comprare prodotti ecologici può fare la differenza per l’ambiente

95% 89% 89% 87% 77% 61%

Norme Sociali

Ritieni che usare prodotti ecologici sia “la cosa giusta da fare”

99% 95% 96% 89% 89% 69%

Comprare prodotti ecologici, ritieni sia un buon esempio

95% 91% 93% 87% 78% 64%

Parenti e amici penseranno sia una cosa buona, se tu acquisti prodotti ecologici

88% 81% 83% 70% 65% 48%

Choice architecture

I prodotti ecologici sono facilmente reperibili nei negozi

59% 54% 42% 50% 61% 47%

È facile distinguere i prodotti ecologici da altri prodotti

57% 49% 48% 42% 50% 44%

Convinzioni/Credenze

Credi che le preoccupazioni per l’ambiente siano esagerate

30% 36% 43% 42% 49% 54%

Comportamenti delle categorie di

consumatori europei rispetto agli acquisti di prodotti verdi.

L’analisi dei comportamenti delle varie categorie di consumatori (Tabella III.1) suggerisce che, per aumentare il consumo di prodotti verdi, ci si dovrebbe concentrare maggiormente sul prezzo e sulla “Choice architecture8” piuttosto che sull’efficacia, sulle norme sociali o sulle credenze.

Per aumentare il consumo di prodotti verdi ci si dovrebbe concentrare maggiormente sul prezzo e sulla “Choice architecture", piuttosto

7 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards building the single market for green products, Flash Eurobarometer 367

8La choice architecture include gli aspetti di un prodotto o una marca di prodotti che possano direttamente influenzare la decisione di acquisto. Questa categoria comprende la disponibilità di prodotti rispettosi dell’ambiente e come differenziarli dagli altri prodotti alternativi.

(10)

In merito alla veridicità delle etichette dei prodotti verdi è emerso che i cittadini europei generalmente credono ai contenuti apposti sulle etichette. Tuttavia la sfiducia nei prodotti etichettati come ecocompatibili aumenta in modo significativo per coloro che non consumano questi tipi di prodotti. Pertanto, è verosimile pensare che il loro acquisto potrebbe essere incrementato se i consumatori fossero informati maggiormente sul basso impatto ambientale che generano.

che sull’efficacia, sulle norme sociali o sulle credenze.

Per quanto concerne l'influenza delle convinzioni e delle credenze ambientali sulle abitudini di consumo, la maggior parte degli intervistati afferma di prendere in considerazione fattori ambientali quando effettuano acquisti, ma pochi si sentono pienamente informati su questi temi, soprattutto rispetto agli impatti ambientali dei prodotti di consumo.

Al momento dell'acquisto i cittadini europei si basano su alcune considerazioni personali. Quella ritenuta più importante riguarda la qualità del prodotto (97% degli europei e degli italiani), seguita dal prezzo, (87% europei, 91% italiani) e dall'impatto ambientale (84% europei; 92% italiani). Il fattore meno importante per la scelta d’acquisto risulta essere il marchio (46% europei; 56%

italiani).

L’85% dei cittadini europei che reputa il prezzo importante ritiene altrettanto importante l’impatto sull’ambiente; mentre l’80% dei cittadini che non reputa il prezzo importante tiene comunque in alta considerazione l’impatto.

Questo risultato è rilevante dal punto di vista ambientale, perché dimostra come eventi avversi quali le recessioni, che rendono i consumatori più sensibili al prezzo dei prodotti, non necessariamente limitano la preoccupazione per l’impatto.

Più di tre quarti degli intervistati sarebbe disposta a pagare di più per prodotti rispettosi dell’ambiente, se fossero sicuri che tali prodotti sono veramente ecologici (77% europei; 74% italiani).

Ovviamente, questa disponibilità è maggiormente presente tra i consumatori “regolari” e “occasionali”, ma è espressa anche da più della metà dei consumatori “riluttanti”.

Tali risultati suggeriscono che politiche mirate ad aumentare la fiducia dei consumatori relativamente alla garanzia delle qualità ambientali dei prodotti verdi ne incoraggerebbero un maggior consumo da parte di tutte le “categorie” di comportamento, anche se costassero di più.

Sempre in merito agli aspetti economici, la maggioranza degli intervistati concorda sul fatto che abbassare le tasse su materiali e prodotti ecologici possa favorire una riduzione dell’impatto sull’ambiente.

Qualità del prodotto, prezzo e impatto sull’ambiente sono le principali

considerazioni su cui un cittadino europeo basa le proprie scelte d’acquisto.

Politiche mirate ad aumentare la fiducia dei consumatori relativamente alla garanzia delle qualità favorevoli all’ambiente dei prodotti verdi ne incoraggerebbero un maggior consumo da parte di tutte le

“categorie” di comportamento, anche se costassero di più.

Gli europei sono sempre più portati ad agire e a modificare il loro

comportamento spinti da motivazioni ambientali. Le azioni che potrebbero avere un

(11)

A tal riguardo i cittadini hanno indicato le azioni che potrebbero avere un impatto positivo sull'ambiente: il riciclo e la riduzione dei rifiuti (54% europei; 72% italiani), l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico (39% europei; 37%

italiani) e la compravendita di case/appartamenti con isolamento termico (38% europei; 26% italiani). Ulteriori azioni suggerite sono: l'acquisto di prodotti agricoli locali (35% europei; 29%

italiani), l'adozione di modalità di trasporto sostenibile (34%

europei; 43% italiani) e un minor utilizzo di acqua (31% europei;

27% italiani). Solo un europeo su cinque ritiene importante acquistare direttamente dai produttori ecologici (22% europei;

17% italiani).

impatto positivo sull'ambiente sono principalmente il riciclo e la riduzione dei rifiuti (54%

europei; 72%

italiani).

Figura III.5: Risposte alla domanda: “Secondo lei quale delle seguenti azioni potrebbe avere impatti positivi sull’ambiente?

(massimo tre risposte)”9

Le azioni che potrebbero avere un impatto positivo sull'ambiente sono principalmente il riciclo e la riduzione dei rifiuti (54%

europei; 72%

italiani).

Ai cittadini è stato chiesto, inoltre, di indicare in quali azioni individuali per la tutela dell’ambiente siano stati impegnati nell’ultimo mese.

Quattro europei su cinque hanno dichiarato di aver differenziato la maggior parte dei propri rifiuti per il riciclo (84% europei; 88% italiani) e l’80% (europei e italiani) di aver ridotto i propri consumi energetici. A seguire, nell’ordine, hanno: ridotto il consumo di acqua (70% europei;

68% italiani) e dei prodotti “usa e getta” (66% europei; 58%

italiani); scelto generi alimentari e prodotti locali (64%

europei; 62% italiani); acquistato prodotti rispettosi

A tutela dell’ambiente, quattro europei su cinque hanno differenziato la maggior parte dei propri rifiuti per il riciclo.

9Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Comunità Europea, Attitudes of Europeans towards building the single market for green products, Flash Eurobarometer 367

54

39

38

35

34

31

22

1

1

2

72

37

26

29

43

27

17

1

0

2

0 20 40 60 80 100

Riciclo e riduzione dei rifiuti Acquisti elettrodomestici a basso consumo

energetico

Acquisto di case/appartamenti con isolamento termico

Acquisto di prodotti agricoli locali Viaggiare di meno e con modalità di trasporto

più sostenibili

Sforzarsi a usare meno acqua Acquistare prodotti direttamente da produttori

eco-friendly

Altro

Nessuno

Non Sa

%

UE27 Italia

(12)

dell’ambiente contrassegnati da un’etichetta verde (52%

europei; 44% italiani). Più della metà (56%) degli intervistati europei e il 44% degli italiani hanno riferito anche di aver scelto un modo più ecologico per viaggiare. Quattro cittadini europei su dieci hanno affermato, infine, di aver usato meno la propria auto e di non averla sostituita con mezzi alternativi (38% europei; 40% italiani).

L’indagine, esamina anche le informazioni che i cittadini europei vorrebbero avere a disposizione sugli impatti ambientali delle aziende e dei loro prodotti.

Gli intervistati ritengono l'etichetta ambientale il mezzo più idoneo per diffondere le informazioni sul prodotto, pur sostenendo che, ad oggi, darebbe soltanto una vaga indicazione sull'impatto ambientale. Anche se auspicherebbero maggiori informazioni, i cittadini si fidano dell’etichetta, ma sono meno propensi a credere alle autodichiarazioni dei produttori riguardo alle prestazioni ambientali dei propri prodotti. Il livello di fiducia è basso anche per i livelli di perfomance ambientali dichiarate dalle aziende. Solo il 44% di cittadini europei e il 42% di quelli italiani si fida di queste dichiarazioni ambientali.

A livello europeo vi è una forte spinta, da parte dei consumatori, affinché le imprese siano obbligate a pubblicare dichiarazioni sulle proprie prestazioni ambientali complessive e relative ai singoli prodotti. Tale pressione è riferita particolarmente alla convinzione che l’acquisto di prodotti ecologici possa fare la differenza per l’ambiente. Infatti, l'88%

di quei cittadini che reputano l’acquisto dei prodotti verdi essenziale per l’ambiente, supporta anche l’obbligo per le imprese a riferire sulle proprie prestazioni ambientali. Mentre (con una differenza di ben 15 punti percentuali) soltanto il 73% dei cittadini che non crede in una ricaduta positiva per l'ambiente sostiene questa politica di obbligo.

I cittadini europei ritengono l'etichetta ambientale il mezzo più idoneo per diffondere le informazioni sul prodotto, pur sostenendo che, ad oggi, darebbe soltanto una vaga indicazione sull'impatto

ambientale.

Sono prese in esame, infine, le opinioni su alcuni temi ambientali legati al cibo, quali la data di consumo dei cibi indicata sulle etichette oltre la dicitura “consumare preferibilmente entro…”, e il consumo specifico di carne.

Nel primo caso, quasi la metà dei cittadini europei (45%) ritiene non sicuro il consumo di prodotti alimentari dopo la data indicata sull'etichetta, il 51% crede invece sia sicuro.

Gli italiani sono meno fiduciosi, soltanto il 27% crede sia sicuro consumare i prodotti dopo la data indicata, mentre il 67% non lo è per nulla.

L’istruzione rappresenta un fattore chiave per una risposta

“fiduciosa”, infatti, il 54% degli intervistati europei con il più alto livello d’istruzione ritiene sia sicuro consumare prodotti

Quasi la metà dei cittadini europei (45%) ritiene non sicuro consumare prodotti alimentari dopo la data indicata sull'etichetta, il 51%

crede sia sicuro.

(13)

alimentari dopo la data di scadenza, contro percentuali più basse per persone meno istruite.

Relativamente al consumo di carne, l’82% dei cittadini europei (73% italiani) dichiara di mangiare carne più di due volte a settimana e solo il 3% sia di europei sia di italiani non mangiano mai carne. Nonostante quest’alto consumo di carne, molti europei sembrano disposti a cambiare le proprie abitudini di consumo per ragioni ambientali.

Quattro su cinque sarebbero disposti a mangiare meno carne purché sia di origine certificata (80% europei; 86% italiani); il 72% (79% italiani) sarebbe disposto a sostituire manzo o maiale con pollame o pesce; il 50% (60% italiani) sostituirebbe la maggior parte della carne con le verdure.

L’82% dei cittadini europei e il 73% di quelli italiani dichiarano di

mangiare carne più di due volte a settimana.

Quattro cittadini su cinque sarebbero disposti a mangiare meno carne purché sia di origine certificata.

III. 3. Conclusioni

Dall’indagine sulla biodiversità è emerso che i livelli d’informazione sul termine “biodiversità” sono lievemente cresciuti rispetto al 2010. Rimangono ancora pressoché sconosciute, soprattutto in Italia, alcune tra le principali

“risposte” messe in campo a livello europeo, ormai da diversi anni, quale ad esempio la Rete Natura 2000, pietra angolare della politica europea sulla biodiversità.

Più della metà degli italiani considera la perdita della biodiversità non tanto un problema che impatterà su di loro personalmente quanto sui propri figli. Questa sensibilità per le generazioni future in Italia ha raggiunto le percentuali più alte registrate in Europa. I cittadini si aspettano maggiori investimenti da parte dell’Unione Europea in favore dell'informazione sull’importanza della biodiversità.

In merito alle azioni concrete che i cittadini attuano individualmente per prevenire la perdita di biodiversità, la quasi totalità degli intervistati ha dichiarato di agire nel rispetto della natura, non lasciando ad esempio rifiuti nei boschi o sulle spiagge, non disturbando gli animali selvatici.

Dall’indagine sul mercato verde è emerso che più di tre quarti degli intervistati sono già consumatori “regolari” o

“occasionali” di prodotti ecologici. Tali percentuali, soprattutto in Italia, potrebbero aumentare se venisse ulteriormente promossa questa tipologia di prodotti, poiché una consistente fetta di popolazione risulterebbe comunque

“sensibile” all'acquisto.

Altri aspetti che potrebbero incrementare il mercato “verde” e rendere i consumatori “occasionali” consumatori “regolari”

sono il prezzo e una più agevole reperibilità dei prodotti ecologici nei negozi. Quest'ultimo interesserebbe soprattutto i

(14)

consumatori “pronti ad agire” ovvero quei cittadini che pur non acquistando attualmente prodotti eco-friendly pensano di farlo in futuro. L’efficacia dei prodotti ecologici, le norme sociali e le credenze o convinzioni non determinano in modo consistente un mutamento di opinione delle diverse categorie di consumatori.

Anche le etichette ambientali potrebbero incrementare il mercato verde. I cittadini, infatti, vi ripongono la loro fiducia, pur auspicando maggiori informazioni soprattutto sui reali impatti ambientali dei prodotti ecologici. Sono, invece, meno propensi a fidarsi delle autodichiarazioni dei produttori sulle prestazioni ambientali.

Per i cittadini le azioni che potrebbero avere un impatto positivo sull'ambiente sono principalmente il riciclo e la riduzione dei rifiuti. Tali azioni sono anche quelle attuate in prevalenza a livello individuale.

Riferimenti

Documenti correlati

Il 58% dei cittadini europei e il 55% di quelli italiani ritiene di essere, attualmente o in futuro, influenzato dal degrado della natura e dal declino o l’estinzione delle specie:

Tra coloro i quali hanno dichiarato invece di aver fatto “qualcosa” per contrastare il fenomeno, le azioni maggiormente indicate sono: la riduzione dei rifiuti e la regolare

Al fine di favorire gli investimenti, sono assegnati agli enti locali, per spesa di progettazione definitiva ed esecutiva, relativa ad interventi di messa in

➙ Giovedì 26 febbraio 2009 (14.30 – 18.00) Cultura, lingue e sistemi giuridici dei nuovi cittadini europei della Polonia. − Cultura e letteratura polacca e riferimenti al

Un’aula magna gremita di studenti, quella del rettorato di Santa Maria in Gradi che, lunedì 21 maggio 2018, ha ospitato l’incontro dedicato agli studenti dal titolo “Europa Cittadini

Si tratta di un appuntamento previsto da tempo e dedicato agli studenti, che giunge alla conclusione dei corsi di studio del Dipartimento di Economia,

Sempre con il CERN e altri partners europei l’INFN avvia nel 2001 il progetto DataTAG (http: // www.cern.ch/datatag) che affron- ta il problema dell’interoperabilità con le Grid

⅓ delle nuove auto vendute in Europa sono are SUVs, e quasi lʼ87% delle nuove omologazioni nel 2019 erano auto a benzina e diesel..7. Gli Obiettivi