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Carnia '44

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Academic year: 2021

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Carnia '44

© CinemateatroEden

1. ESTERNO GIORNO - CENTRO CITTÀ

Attilio passeggia per le vie del centro.

Indugia davanti alle bancarelle di un mercato. Passanti frettolosi lo sfiorano, apparentemente senza accorgersi di lui. Si prepara una

sigaretta, che avvicina alle labbra senza accenderla. Si ferma davanti al bancone dei dolciumi, acquistando un sacchetto di caramelle.

ATTILIO (VOCE F.C.)

Sono arrivati improvvisamente verso le sei del pomeriggio. Erano tanti, almeno cinquecento, ma di più. Con autoblindo, mitragliere, mortai, persino un carro armato. Un autocarro si è fermato alla fontana, in borgo Tredolo, e lì è sceso un tenente, mi pare, ma giovane, e ha detto a quelli che erano lì che avevamo dieci minuti per abbandonare le case....

2. INTERNO GIORNO - AUDITORIUM

Primi piani di volti di ragazzi.

Attilio, col sacchetto di caramelle appoggiato sulle gambe, prosegue il suo racconto.

A metà sala, un vecchio proiettore 16 mm, con un film caricato, sul palco uno schermo bianco.

...Tutti si sono messi a gridare, a piangere, a correre per avvisare gli altri, noi bambini siamo andati nelle stalle a slegare le mucche che uscissero nei prati, e i maiali, i conigli e le galline. Abbiamo messo

insieme quel poco che era possibile e siamo scappati su verso il bosco...

...I tedeschi hanno cominciato ad entrare nelle case, dal fondo del paese, rubavano e spaccavano tutto, e se trovavano qualcuno che voleva difendere le sue cose lo pestavano senza pietà, a Nardo Prencis che abitava sopra di me gli hanno rotto un braccio col calcio del fucile. Appena in una casa avevano finito di rubare e di spaccare, gli davano fuoco, proprio per ordine, buttavano benzina, e poi coi

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Il professore gli si avvicina, porgendogli un bicchiere d'acqua.

Attilio allunga il sacchetto al ragazzo del primo banco, che sta masticando gomma americana e lo passa al compagno di banco.

Il sacchetto gira di mano in mano, senza gradimento. Un ragazzo alza la mano.

Il professore si avvicina al proiettore 16 mm e lo attiva.

senza compassione. E intanto coi carri armati

sparavano sui casolari e gli stavoli che erano attorno al paese, buttavano giù proprio tutto… tutto (la commozione ha il sopravvento).

PROFESSORE

Grazie, si fermi pure un momento.

Ragazzi, fra i luoghi che andremo a visitare domani c’è anche Forni di Sotto, il paese del signor Attilio, così potrete vedere con i vostri occhi dove si svolsero i terribili fatti che vi sta raccontando.

ATTILIO

(come per uscire dall'imbrazzo) Beh, io avevo portato qualche caramella... Che il dolce fa passare l'amarezza, eh!

RAGAZZO 1

Ma prof, volevo chiedere: perché i tedeschi facevano tanto i prepotenti? Forni di Sotto è in Italia, mica in Germania!

3. ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DELLA SCUOLA

Uno scuolabus, carico di studenti, si mette in viaggio.

COMMENTO PARLATO DOCUMENTARIO

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4.

5.

6.

ESTERNO GIORNO - STRADA PROVINCIALE 125 - CAMERA CAR

I ragazzi in diverse pose ed atteggiamenti: chi parlotta col vicino, o con quello dietro, chi ridacchia, chi ascolta musica, chi sonnecchia. RAGAZZO 2 guarda fuori dal finestrino con sguardo lontano: sta pensando.

INTERNO GIORNO - SCUOLABUS

ESTERNO GIORNO - PAESAGGIO

Lo scuolabus attraversa paesaggi suggestivi, arrivando dunque su una lunga strada alberata.

PROFESSORE (VOCE F.C.)

...Cominciarono allora a costituirsi i primi nuclei partigiani, gente che si rifugiava nei boschi e sui monti, che si procurava armi e cibo, che preparava azioni di guerriglia per liberare i paesi dai tedeschi. Rischiavano molto, venivano uccisi se scoperti. E a fianco dei tedeschi operavano anche le milizie di fascisti italiani, gli aderenti alla Repubblica Sociale fondata da Mussolini...

...Man mano che gli invasori avevano sentore di questo movimento clandestino dei partigiani, stringevano la morsa del controllo, limitavano la libertà, infittivano le perlustrazioni, o rastrellamenti come li chiamavano allora.

Fu proprio per un fatto accaduto su questa strada che prese vigore in Carnia la lotta armata partigiana.

7. INTERNO GIORNO - CAMION MILITARE

Soggettiva dell’autista che scorge sul ciglio della strada un boscaiolo che avanza.

8. ESTERNO GIORNO - STRADA ALBERATA

Dal cassone del camion qualcuno batte sul lunotto della cabina e fa segno al conducente di fermarsi. Il camionista accosta lasciando il motore del mezzo acceso. Dal cassone

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L'uomo è spaventato, scuote la testa, oppone resistenza, ma i repubblichini lo spingono a forza sul cassone del camion. Il boscaiolo si divincola, riuscendo a darsi alla fuga.

9. ESTERNO GIORNO - BOSCO CON TORRENTE

Candotti corre tra gli alberi, scende sul greto del torrente, lo attraversa, i repubblichini si

arrestano sulla riva e gli sparano, uccidendolo. Il rumore dell'acqua copre tutto, tranne la raffica di mitra, la cui eco tracima nella scena successiva.

10. ESTERNO GIORNO - BOSCO CON TORRENTE

Studenti e professore, ammutoliti, sul luogo dell'omicidio.

11. ESTERNO GIORNO - PRATO, NEI PRESSI DI UN BOSCO

La classe si incammina verso lo scuolabus. Di tanto in tanto il professore, preso dal racconto, arresta il passo, e i ragazzi si addensano attorno a lui.

PROFESSORE

Questo giovane ucciso si chiamava Giovan Battista Candotti. Non era un partigiano, era un boscaiolo di Ampezzo. Aveva solo 28 anni...

...Questo delitto, invece di terrorizzare i giovani e convincerli ad arruolarsi, aumentò lo sdegno della popolazione verso tedeschi e fascisti, e il numero di persone che aderivano alla lotta armata cominciò a crescere. Così, in questa zona e in tutta la Carnia, i partigiani compirono una serie di atti di boicottaggio verso le pattuglie tedesche e i presidii nazifascisti.

STUDENTE 3

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PROFESSORE

Soprattutto con questi attacchi a tedeschi e fascisti: pensate che da giugno al settembre 1944 i partigiani compirono più di centocinquanta azioni di guerra, uccidendo molti nemici e procurandosi un sacco di armi e munizioni. Inoltre gli alleati, cioè gli

americani, che erano sbarcati in Sicilia nel luglio 1943 e risalivano la penisola, facevano dei voli notturni su questo territorio e anche loro lanciavano coi paracadute armi e munizioni, in luoghi

prestabiliti che solo i partigiani conoscevano: in un pianoro sopra il paese di Sauris ad esempio, o in val Pesarina, sul Col Gentile.

12. ESTERNO GIORNO - STRADA ALBERATA

Professore e studenti raggiungono la strada alberata, lungo la quale percorrono l'ultimo tratto che li separa dallo scuolabus.

Il mezzo è fermo sul ciglio della strada, con le frecce di emergenza accese, nel punto esatto in cui, prima, avevamo visto fermarsi il camion della RSI.

STUDENTE 4

Beh, ma i tedeschi che venivano attaccati dai partigiani non reagivano?

PROFESSORE

Sì certo, ma non subito. Anche perché questi attacchi dei partigiani erano quasi sempre fatti di sorpresa: agguati, una mina in mezzo alla strada, un autocarro che saltava, imboscate insomma.

Ma poi... altrochè se reagivano, e lo facevano anche contro gli abitanti dei paesi vicini, quelli che non c’entravano nulla. Tra poco saremo proprio a Forni di Sotto, il paese del signor Attilio - ricordate? - quello che i tedeschi bruciarono completamente.

13. INTERNO GIORNO - SCUOLABUS

VISIONE DI RAGAZZO 2 (dal lunotto

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gruppo di montanari spaventati (un anziano, due donne e una ragazzina) a risalire un fosso con le mani alzate.

Espressione turbata di Ragazzo 2, che ritorna con lo sguardo all’interno dello scuolabus.

13 bis

INTERNO GIORNO - SCUOLABUS STUDENTE IVO

(Perplesso) Mah…

STUDENTE 1

Cosa?

STUDENTE IVO

Non so io, ma se tu fai un’imboscata a un tedesco e dopo questo mi brucia la casa per vendicarsi, mi viene voglia di arrabbiarmi con te, no?

STUDENTE 1

Ma forse i tedeschi le ritorsioni le facevano nei paesi proprio per questo, per mettere la gente contro i partigiani.

STUDENTE IVO

Le… cosa?

STUDENTE 1

Ritorsioni. È come le rappresaglie, vendette insomma.

PROFESSORE

(all’autista) Può fermarsi qui, prima dell’imboccatura della galleria?...

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14.

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ESTERNO GIORNO - STRADA, ALL’IMBOCCATURA DI UNA GALLERIA

Lo scuolabus è fermo in prossimità della galleria del Passo della Morte.

INTERNO GIORNO - SCUOLABUS

PROFESSORE

Voglio raccontarvi un episodio che è proprio collegato con la storia che ci ha raccontato Attilio. Qui, in questo preciso luogo, la mattina del 26 maggio del 1944 una colonna di tedeschi, che stava andando a Forni per catturare i giovani che avevano rifiutato di obbedire ai loro bandi di arruolamento, venne fermata da una mina piazzata sulla strada dai partigiani. Un mezzo corazzato tedesco esplose, e si rovesciò nella scarpata. Rimase ucciso il capitano che comandava la pattuglia e due marescialli. Poi ci fu una sparatoria fra tedeschi e partigiani e alla fine la colonna nemica fece dietrofront e batté in ritirata portandosi via morti e feriti.

STUDENTE 4 - Beh, mica finiva lì…!

PROFESSORE - Certo che no. A quel punto i

partigiani se l’aspettavano prima o poi la rappresaglia dei tedeschi e volevano far saltare questa galleria proprio per impedire che arrivassero fino al paese. Ma non fecero in tempo, perché i tedeschi si presentarono quello stesso pomeriggio alle porte di Forni di Sotto.

16. ESTERNO GIORNO - STRADA, ALL’IMBOCCATURA DI UNA GALLERIA

Lo scuolabus riparte e imbocca la galleria.

17. INTERNO GIORNO - SCUOLABUS

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18. INTERNO GIORNO - AUDITORIUM

Dal nero appaiono uno dopo l'altro i volti dei ragazzi, sui quali sembra riverberarsi la luce di una proiezione.

IMMAGINI DI REPERTORIO: PAESI IN FIAMME

ATTILIO (VOCE F.C.)

Scappavamo tutti con le gerle e i carretti pieni di quello che avevamo potuto portare via, e quando ci voltavamo a guardare il paese ci prendeva la disperazione perché si vedeva il fuoco che saliva al cielo e pian piano sembrava che ardevano perfino le nuvole. Anche le stalle bruciavano e si sentiva qualche bestia rimasta dentro che urlava disperata, era una roba che ci faceva piangere come se fosse un cristiano, ma bisognava scappare che sennò ci bruciavano anche noi. Invece le mucche e i maiali che correvano per i prati i tedeschi li mitragliavano, come il tiro a segno. A tanti di noi per il dispiacere gli ha preso il mal di cuore, ma anche per lo spavento. Le fiamme ormai erano altissime e la cenere che ricadeva sul paese sembrava neve. Mentre veniva buio, dal bosco lassù sentivamo ancora urlare qualche animale, e poi vetri che scoppiavano, travi che crollavano, e fuoco, fuoco dappertutto, santa Madonna!…

19. ESTERNO GIORNO - STRADA, ALL’USCITA DA UNA GALLERIA

CAMERA CAR

Lo scuolabus esce dalla galleria, ripreso frontalmente. La m.d.p. lo anticipa per alcune curve, abbandonandolo quindi progressivamente.

20. ESTERNO GIORNO - PIAZZALE ANTISTANTE LA CHIESA DI FORNI

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INTERNO GIORNO - CHIESA, NAVATA CENTRALE

I ragazzi attraversano la navata, raggiungendo la sagrestia. Uno di loro si ferma davanti al candelabro. Compra tre candele, accendenone solo una. Infila velocemente le altre due nello zaino, raggiungendo in fretta i compagni.

INTERNO GIORNO - CHIESA, SAGRESTIA

ESTERNO GIORNO - SUL SAGRATO DELLA CHIESA DI FORNI

Attilio sta aspettando i ragazzi accanto al portone. I ragazzi e il professore, preceduti dal prete, escono.

PARROCO DI FORNI

Neanche la chiesa hanno risparmiato. Chiesa e canonica. Anche se avevano promesso di non toccarle. Don Pietro mi ha raccontato più volte con le lacrime agli occhi che aveva fatto appena in tempo a mettere al sicuro il tabernacolo e i registri dell’archivio parrocchiale prima che i soldati arrivassero con il lanciafiamme.

ATTILIO

Per tutta quella notte l’incendio ha illuminato la valle, e la mattina dopo un grande nuvolone di fumo copriva tutta la zona. Allora finalmente siamo tornati giù in paese, c’era ancora cenere nell’aria, puzza di carne bruciata, a un certo punto ho trovato Gjovanìn Polo davanti a quello che gli restava della casa, non so se rideva o piangeva, era come

instupidito, e un silenzio di tomba in giro. Eravamo più di millequattrocento persone, in paese: abbiamo perso tutto, la casa, il cibo, la roba, le bestie, i vestiti. Non avevamo più niente… niente.

24. ESTERNO GIORNO - PAESAGGIO

Lo scuolabus prosegue la sua corsa.

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25. INTERNO GIORNO - SCUOLABUS

Scossoni e rumore. L'autista, accortosi di aver forato, arresta improvvisamente il mezzo, imprecando.

I ragazzi scendono dal mezzo, lamentandosi.

AUTISTA

Oh, Cristo benedetto! (accosta al ciglio) Abbiamo bucato, maledizione! (alla scolaresca) Scendete, ché devo cambiare la gomma. Ci vorrà una mezz’oretta…

RAGAZZI (a piacere)

Noo! Porca miseria! Che palle! Prof, possiamo accendere i telefonini?

26. ESTERNO GIORNO - PRATO, NEI PRESSI DI UN BOSCO

La scolaresca, scesa dallo scuolabus, riempie meglio che può una sosta non prevista.

27. ESTERNO GIORNO - BOSCO CON RUDERI

Ragazzo 2 e due compagni ne approfittano per inoltrarsi in un bosco, tra la cui folta

vegetazione scoprono i ruderi di una vecchia casa. Ragazzo 1 si muove tra gli alberi impugnando una videocamera.

27 bis

VISIONE RAGAZZO 2

All’interno del rudere Ragazzo 2 scorge tre partigiani accovacciati, intenti ad assettare alcune armi leggere.

Il richiamo del clacson dello scuolabus

interrompe la sua visione.

28. ESTERNO GIORNO AMPEZZO -PIAZZA DEL MUNICIPIO

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Davanti al Municipio lo sta attendendo il sindaco della cittadina, che sale sul mezzo, accolto e salutato da professore e ragazzi.

29. ESTERNO GIORNO - STRADE DI MONTAGNA

Lo scuolabus si inerpica su una stretta stradina in costa.

30. ESTERNO GIORNO - BELVEDERE

Il sindaco di Ampezzo, davanti allo steccato, parla agli studenti, intenti a guardare il panorama. Uno di loro osserva attraverso un binocolo. Mentre il sindaco parla, la sua voce va fuori campo; la m.d.p. riprende lentamente il panorama che si apprezza dal terrazzo. Uno studente lancia un aereo di carta nel vuoto di fronte.

SINDACO DI AMPEZZO

La Repubblica Libera della Carnia era una zona molto vasta, che comprendeva oltre a quello che vedete, tutta la Carnia, un lembo del Cadore e la montagna sopra Pordenone: quasi 2600 kmq, 45 comuni, 160 paesi e una popolazione di quasi 90.000 abitanti. Ampezzo, è stata la capitale di questa Repubblica. E proprio lì, ad Ampezzo, si è svolta la prima seduta del Comitato di liberazione nazionale della zona libera, cioè la Giunta di

Governo della Repubblica Libera della Carnia, il 26 settembre 1944.

RAGAZZO 5

Ma un governo… governo?

Con un presidente, i ministri e tutto?

SINDACO DI AMPEZZO

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contadini, degli operai, dei giovani e delle due formazioni combattenti partigiane, la Garibaldi e la Osoppo.

Il presidente della Giunta veniva eletto a turno. E le riunioni erano aperte al pubblico, chiunque poteva assistere alle discussioni.

Questa era la Repubblica Libera della Carnia!

RAGAZZO 5

Ma "libera" perché... era libera dai tedeschi?

RAGAZZO 1

Ma sì, dai nazisti e dai fascisti, vero professore?

PROFESSORE

Ma sì, - permetta, signor Sindaco - perché la lotta di liberazione in Carnia non si arrestò certo con

l'incendio di Forni. Gli americani che risalivano l’Italia davano fiducia e coraggio al movimento partigiano: paracadutavano armi e si mantenevano in costante collegamento radio. Così, attaccando caserme, interrompendo strade, e organizzando imboscate a tedeschi e fascisti, i partigiani riuscirono a tenere fuori i nemici.

SINDACO DI AMPEZZO

Vi rendete conto? A quei tempi si sentì parlare per la prima volta di libere elezioni, di comizi popolari, di stampa libera!

RAGAZZO 4

Perché... prima?....

PROFESSORE

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l’occupazione tedesca. Nella Repubblica Libera della Carnia la popolazione vedeva riconosciuti i propri diritti. Purtroppo durò poco: le riunioni della Giunta di questo Governo libero si tennero

praticamente... da luglio fino ai primi di ottobre.

RAGAZZO IVO

Come le vacanze, prof.! (Risate dei ragazzi)

PROFESSORE

Sindaco, ci scusi, ma quando questi hanno fame... le battute gli vengono un po' così.

SINDACO DI AMPEZZO

Beh, non era poi così male... Ma possiamo andare, adesso, che il nostro amico LIBERO ci aspetta con qualcosa di buono...

31. ESTERNO GIORNO - PRATO, NEI

PRESSI DI UNO STAVOLO DIROCCATO

Gli studenti, preceduti dal sindaco e dal

professore, scendono a piedi verso Malga Pani.

32. ESTERNO GIORNO - PRATO, NEI

PRESSI DI UNO STAVOLO DIROCCATO

VISIONE DI RAGAZZO 2

Un soldato tedesco, con l'arma puntata

controlla quattro civili allineati con le mani in alto, lungo il muro di un casolare diroccato.

33. ESTERNO GIORNO - MALGA PANI - CORTILE

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recando su un enorme tagliere una polenta fumante. La macchina da presa la precede rivelando una lunga tavolata nel cortile della casa. I ragazzi si affrettano a prendere posto.

PROFESSORE

Ragazzi, prima di buttarvi come bestie su questa meraviglia, vogliamo ringraziare LIBERO per sua ospitalità e generosità? (segue applauso)

Sintesi visiva di un festoso pranzo all'aria aperta. Coralità e cordialità.

33 bis

ESTERNO GIORNO - MALGA PANI - CORTILE

Man mano che il pranzo volge al termine si vanno creando diversi gruppi di attenzione: - il professore e due ragazzi.

- Libero, dall'altra parte del tavolo, con un gruppo di ragazze incuriosite dalla sua collezione di fotografie.

- alcuni ragazzi/e giocano con un cane, altri a pallone o prendono il sole.

- altri ragazzi si aggirano alla scoperta del luogo.

PROFESSORE (rivolgendosi a Ivo)

...anche se la Repubblica è durata il tempo delle vacanze, come dici tu - in quei tre mesi si

prepararono e si attuarono leggi fondamentali che riguardavano tanti aspetti e problemi molto importanti: come procurare il cibo, le tasse, la scuola, le libere elezioni, la giustizia, la polizia, il patrimonio boschivo, la disoccupazione, la sanità…

RAGAZZO IVO

Tutto, proprio! Come un piccolo stato libero…?

RAGAZZO 3

Seee, ma intanto i tedeschi erano ancora lì, tutti intorno a questo “piccolo stato libero”, no?

PROFESSORE

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l’esercito tedesco concentrò qui in Carnia una gran quantità di truppe e di armamenti, quasi

quarantamila uomini: piombarono nelle vallate e sferrarono un’offensiva che durò ottanta giorni, fino a dicembre inoltrato; uccisero molti partigiani e molti civili, riprendendosi i territori della Repubblica Libera e consegnandoli ai cosacchi.

RAGAZZO IVO

E chi erano i cosacchi?

PROFESSORE

Erano popolazioni russe mandate dai tedeschi a stabilirsi qui in Carnia, con le loro famiglie al seguito...

LIBERO

...e con tanto di cammelli!

RAGAZZO 3

Seee, cammelli!

LIBERO

Non ci credi, eh? Aspetta! (si alza, dirigendosi verso la casa).

RAGAZZO 1

Ma gli Americani non intervenivano?

PROFESSORE

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LIBERO ritorna con una scatola di fotografie. La apre, cercando la foto dei cosacchi con i cammelli.

LIBERO

La Carnia doveva essere la loro Terra promessa e per questo arrivarono in tantissimi, con donne, bambini... e cammelli! (puntando il dito sulla foto).

RAGAZZO 3

(controllando la foto) Oh, è proprio vero!

RAGAZZO Z

(Frugando fra le foto)

C'è anche l’incendio di Forni di Sotto!

LIBERO

No, sembra, ma è quello di Barcis, un paese in Valcellina.

RAGAZZO

Ma allora ce ne sono stati anche altri!

PROFESSORE

Certo, i tedeschi hanno bruciato molti paesi, ma gli incendi più tremendi sono stati quelli di Forni di Sotto, Barcis, appunto, che è bruciato più volte, Esemon, una borgata vicino a Villa Santina, e Bordano, sul lago di Cavazzo.

RAGAZZO 3

Ogni volta per vendetta?

PROFESSORE

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Uno sciame di ragazzi si raccoglie dietro la foto.

comunque contro il paese più vicino al luogo in cui avevano subito un attentato. Era un modo per mettere la popolazione contro i partigiani.

RAGAZZO 4

E ci riuscirono?

LIBERO

Beh, i partigiani erano gruppi di ragazzi e giovani uomini di questi paesi. In Carnia quasi ogni famiglia aveva un figlio partigiano. E quasi tutta la

popolazione stava dalla parte dei ribelli.

PROFESSORE

Sì, però ci furono anche momenti d'incomprensione, tensioni, insofferenze, qualche volta anche rifiuti...

RAGAZZO IVO

Ti credo: vengono lì e ti bruciano case e mucche!

PROFESSORE

Sì, le rappresaglie dei tedeschi sono state devastanti per la popolazione. C'era proprio il terrore.

Ma nel complesso i civili aiutarono la causa partigiana, portando informazioni, nascondendo e sfamando i ricercati, curando i feriti, ostacolando come potevano gli invasori. E quindi rischiando anche la vita.

LIBERO

Guardate qua... una ragazzina impiccata dai tedeschi per avere aiutato i partigiani...

VOCE F.C. RAGAZZO 1

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La m.d.p. inquadra Ragazzo 2 che osserva silenzioso la foto della controbanda. Poi volge lo sguardo fuori campo, alla sua destra.

RAGAZZO 5

Sono… partigiani, no?

LIBERO

(Prende la foto che gli passa Ragazzo 1) I vestiti sono quelli. Ma in realtà erano tedeschi e fascisti. Si travestivano così, con fazzoletti e stelle rosse per ingannare i veri partigiani, avvicinarli e poi

ucciderli. Per questo le chiamavano "controbande".

PROFESSORE

Quel gruppo lì, della foto, ha commesso nell’estate del '44 nella valle del But una delle stragi più crudeli di quel periodo. Il 21 luglio, dopo aver ucciso alcuni pastori in alta montagna, verso mezzogiorno, arrivano a malga Pramosio, sopra Timau, sorprendono sedici persone che stanno mangiando, fra cui due donne e tre ragazzi, e li ammazzano tutti a colpi di mitra. Poi scendono verso il paese, incontrano due donne che salgono alla malga, le violentano, le uccidono e ne sfregiano i cadaveri...

34. ESTERNO GIORNO - MALGA PANI - PASCOLO E CORTILE

Una pastorella sta governando alcune mucche al pascolo. Scende di corsa verso la malga, come per unirsi al pranzo. Mentre si avvicina al cortile, il suo passo si fa più lento, come per un'improvvisa timidezza. Le voci del pranzo vanno affievolendosi fino a scomparire. Ora nel cortile non c'è traccia del pranzo: niente tavoli, sedie, commensali. La ragazzina si avvicina alla porta della malga, come colta da un brutto presentimento.

(19)

35. INTERNO GIORNO - MALGA PANI, CUCINA

La porta della malga si schiude. In primo piano il particolare di una dalmina. Sullo sfondo, vicino al spolert, spuntano due gambe femminili.

33 tris

ESTERNO GIORNO - MALGA PANI, CORTILE

Ragazzo 2 ripreso di spalle e, sullo sfondo, una ragazza che sta uscendo dalla cucina con un vassoio di dolciumi in mano.

Con un'espressione ancora stupita sul volto, il

ragazzo si rivolge al professore. RAGAZZO 2

...Ma per vendicarsi di cosa?

PROFESSORE

Uccidevano per scoraggiare la formazione di bande armate partigiane e l’appoggio che la gente dava a queste bande. Usavano il terrore per riprendersi un territorio che il movimento di liberazione stava sottraendogli.

RAGAZZO Y

(guardando le foto dei componenti della Giunta di Governo) Prof., e questi?

PROFESSORE

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elette con libere elezioni in cui - badate bene - votavano anche le donne se erano capifamiglia. Questo è un fatto insolito per quei tempi, e anticipa un diritto che arriverà a livello nazionale solo nel 1946.

RAGAZZO 1

Prof!. Ma perché i combattenti partigiani, dopo avere cacciato i tedeschi, non comandavano loro le zone liberate?

PROFESSORE

Perché con un potere militare si sarebbe ricaduti in qualcosa di simile alla situazione precedente.

SINDACO

Eh sì! “Muc o Talian, - diceva mia nonna - al è compagn, cul fusil in man”.

PROFESSORE

Infatti. Invece i partigiani avevano il compito di difendere il territorio, mentre i civili

riorganizzavano la vita della repubblica. Separare i due poteri, civile e militare, e dare a ognuno dei due delle diverse mansioni fu un aspetto che distinse la Repubblica della Carnia dalle altre repubbliche libere che si formarono in quel periodo nell’Italia del nord.

RAGAZZO 3

Ma come “altre" repubbliche libere?

LIBERO

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RAGAZZO Z

Ma allora erano proprio in gamba questi qua!

LIBERO

In gamba, sì. Ma soprattutto credo ci abbiano insegnato una cosa: "Che la dignità umana e la libertà che hanno conquistato per noi, non ci sono date una volta per sempre. Dobbiamo impegnarci e lottare ogni giorno per mantenerle vive".

Ragazzo IVO

Prof., l'autista dice che se vogliamo arrivare a Passo Rest prima di notte, dobbiamo darci una mossa!

36. INTERNO GIORNO - AUTOCARRO

Soggettiva dell'autista.

37. ESTERNO GIORNO - AUTOCARRO SULLA STRADA DEL REST

Un gruppo di donne in abiti contadini sedute sul cassone posteriore di un autocarro. Accanto a loro gerle e grandi sacchi di juta.

L'autocarro si arresta rumorosamente.

38. ESTERNO GIORNO - PASSO REST

Dettaglio della ruota dello scuolabus che si arresta proprio di fronte alla m.d.p, posta a livello dell'asfalto.

Si apre la portiera dello scuolabus e il professore e i ragazzi scendono.

PROFESSORE

Vediamo se riuscite a indovinare perché vi ho portati qui...

AUTISTA

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PROFESSORE

Giusto. Onore al merito. Un applauso al nostro autista!

RAGAZZI

(Applaudono scandendo a ritmo) Bra-vo! Bra-vo!

PROFESSORE

E allora? Perché siamo arrivati qui?

RAGAZZO 3

Ehhm… perché ci fu una battaglia importante fra partigiani e nazisti!

PROFESSORE

(In primo piano, scuotendo la testa) Acqua.

RAGAZZO Y

Un bombardamento di aerei!

PROFESSORE

Acquona!

RAGAZZO 4

No, qui fucilarono dei paesani per vendetta!

PROFESSORE

No, no. Una volta tanto di qua non è passata la morte, ma la vita...

37 bis

ESTERNO GIORNO - PASSO REST

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38 bis

ESTERNO GIORNO - PASSO REST

Primo piano di Ragazzo 2 che guarda la giovane donna.

PROFESSORE

Le cose stavano così. Questo è grossomodo il territorio della Repubblica libera. Tutto intorno c’erano tedeschi e fascisti. E questi cosa fanno? Bloccano tutti i rifornimenti possibili alla zona liberata, impediscono l'ingresso di viveri, medicinali, generi di prima necessità, denaro; riducono i ribelli alla miseria per costringerli ad arrendersi.

RAGAZZO 1

Ma la terra non dava cibo?

PROFESSORE

Qualcosa, poco, e quasi solo d’estate, ma per esempio: il sale, l’olio, la farina?

E poi, nel territorio liberato c'erano novantamila persone.

RAGAZZO Y

E quindi?

PROFESSORE

Le autorità religiose - il vescovo, i preti - tentano di negoziare coi tedeschi lo scambio di farina con legname - qui in Carnia ce n’è tanto - ma i partigiani si oppongono, o meglio, una parte si oppone, quella garibaldina.

RAGAZZO X

E perché?

PROFESSORE

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dire prolungare la loro possibilità di combattere.

RAGAZZO 4

Ma così la gente moriva di fame!

PROFESSORE

Sì, e l'unica via d’uscita era proprio questa: un valico ancora sotto il controllo partigiano che metteva in comunicazione la zona libera con il resto del Friuli. Da qui si poteva scendere a Meduno, e poi nella Bassa friulana e nel Pordenonese, a comperare il necessario, o a caricare i rifornimenti che i partigiani di laggiù, attraverso una

organizzazione clandestina, mettevano a disposizione perché la Carnia potesse resistere. E furono le donne a occuparsi di questi trasporti, perché gli uomini o dovevano lavorare o erano nascosti perché partigiani. E i vecchi e i bambini non potevano certo fare tutta quella strada.

RAGAZZO

E se andassimo, prof? Fa un po’ freddino qui.

PROFESSORE

Sì, avete ragione. Vi porto tutti a bere un the caldo. D'accordo?

RAGAZZO

In una bella pasticcieria, prof?

PROFESSORE

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39. ESTERNO GIORNO - LUINT, CASA MAGRINI

Veduta esterna del palazzo, con lo scuolabus fermo accanto al portone principale.

40. INTERNO GIORNO - CASA MAGRINI, SCALINATA E BIBLIOTECA

I ragazzi, preceduti da Giulio Magrini e dal professore, salgono la scalinata di Casa Magrini, raggiungendo la Biblioteca.

GIULIO MAGRINI

Questo è il tascapane che gli fu trovato addosso dopo la sparatoria, queste le carte che aveva nel taschino della giacca, e questo il berretto che indossava quando fu ucciso.

RAGAZZO 3

Io quando ero alle elementari la mia scuola si chiamava “Aulo Magrini”!

PROFESSORE

Ma c’è anche una scuola media a Ovaro che porta il suo nome.

RAGAZZO IVO

Ma allora è uno famoso: la mia scuola elementare si chiamava “Dante Alighieri”!

PROFESSORE

Aulo Magrini fu soprattutto un uomo molto generoso, un medico dalla grande umanità. Lo chiamavano “il medico dei poveri”.

GIULIO MAGRINI

Mio padre cominciò la lotta armata nell’aprile del '44. Le SS lo ricercavano, c’era un mandato di cattura per attività sovversiva, così dovette smettere di fare il medico e passare alla clandestinità.

(26)

RAGAZZO 4

(Indica una foto o il quadro con il ritratto di Aulo) È quello lì suo padre?

GIULIO MAGRINI

Sì, è una foto scattata qualche mese prima della morte.

RAGAZZO X

Prof, ma lo sa che un pochino gli assomiglia lei?

PROFESSORE

Ma va’…

RAGAZZI

Sì… è vero, prof… proprio….

GIULIO MAGRINI

Avevo solo tre anni quando mio papà fu ucciso, non posso dire… Mi ricordo che ci siamo visti proprio la sera prima che morisse. (Prende in mano la foto del padre).

Noi fratelli stavamo nascosti con nostra madre in un paesino che si chiama Collina, e lui arrivò sul tardi, dopo aver partecipato ad un'azione di sabotaggio a Sappada. È l'ultimo ricordo che ho...

41. INTERNO GIORNO - CASA MAGRINI, CORRIDOIO

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42. INTERNO GIORNO - CASA MAGRINI, CAMERA

Il partigiano Aulo sta salutando la moglie che tiene in braccio con un neonato e il figlio Giulio aggrappato alle gonne.

L'uomo solleva il bimbo e lo bacia. Poi stringe le mani della donna tra le sue, baciandole. Accarezza il capo del figlio più grande, ed esce.

39 bis

ESTERNO GIORNO - LUINT, CASA MAGRINI

Sul portone, Aulo trova ad attenderlo due compagni partigiani, assieme ai quali si allontana.

43. ESTERNO GIORNO - CASA MAGRINI, GIARDINO

Alle spalle dello studente sopraggiunge la scolaresca, che si sposta in giardino. Magrini completa il suo racconto mentre accende un fuoco in un braciere.

MAGRINI

Ai suoi funerali c'era davvero tanta tanta gente. Forse è stata la testimonianza che i carnici hanno condiviso gli ideali di mio padre e la causa della Repubblica Libera.

43 bis

ESTERNO NOTTE - CASA MAGRINI, GIARDINO - ATTORNO AL FALÒ

(28)

La m.d.p. inquadra il fuoco e poi si alza a seguire le faville che salgono al cielo.

PROFESSORE

Alla fine si contarono quasi cinquecento morti fra partigiani e civili; se oggi viviamo liberi, un debito lo dobbiamo anche a loro, e anche a tutti quelli che per non piegarsi al volere degli invasori vennero deportati e morirono nei lager nazisti.

Pensate a quello che avete visto e imparato oggi, pensate alla brutalità e alla violenza che avevano attorno gli uomini che nel palazzo di Ampezzo disegnavano un governo democratico,

immaginavano un modo di vivere giusto e pacifico, scrivevano leggi rispettose delle persone e dei loro diritti, leggi che favorivano la pace, la libertà di tutti e di ciascuno, la tutela dei più poveri; leggi che garantivano un’istruzione uguale per tutti, la difesa del bene comune, dell’interesse generale contro quello individuale. Fu una piccola repubblica, durò pochissimo, ma aveva in sé i germi della

Costituzione che oggi ci permette di vivere liberi.

44. TITOLI DI CODA

ESTERNO GIORNO - CLUDINICO, CAMPETTO DA CALCIO

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