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Centri storici sull'asse del Sempione. Tra pianificazione ordinaria e nuove prospettive

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Academic year: 2021

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Politecnico di Milano

Facoltà di Architettura e Società

Tesi di Laurea Specialistica in Pianifi cazione Urbana e Politiche Territoriali

Anno Accademico 2010/2011

CENTRI STORICI SULL’ASSE DEL SEMPIONE.

TRA PIANIFICAZIONE ORDINARIA E NUOVE PROSPETTIVE

Tesi di laurea a cura di:

Raffaele Pietro Pisani

matr. 724950

Relatore:

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INDICE

ABSTRACT

INTRODUZIONE

1

IL “TERRITORIO STORICO” DEL NORD-OVEST MILANESE SULLA DIRETTRICE DEL

SEMPIONE

1.1 IL NORD-OVEST MILANESE

1.1.1 L’INTUIZIONE NAPOLEONICA

1.1.2 LA DINAMICA INSEDIATIVA: UNA RICOGNIZIONE PER SOGLIE STORICHE 1.1.3 LE INFRASTRUTTURE

1.1.4 IL SISTEMA INDUSTRIALE 1.1.5 IL SETTORE TERZIARIO

1.2 LA CITTA’ DEL SEMPIONE: TRA INTENTI DI MODERNIZZAZIONE E PERMANENZA DEL

PALINSESTO STORICO

1.2.1 DA UNA STRUTTURA URBANA DISCRETA AL CONTINUUM URBANIZZATO 1.2.2 L’ASSE DEL SEMPIONE COME CONURBAZIONE LINEARE

1.2.3 LE PROBLEMATICHE AMBIENTALI

1.3 PERSISTENZA E PERMANENZA DEL PATRIMONIO STORICO

1.3.1 FORME DEI CENTRI STORICI DEL SEMPIONE 1.3.2 MATERIALI DEI CENTRI STORICI DEL SEMPIONE

1.3.3 I NUCLEI STORICI DELLE FRAZIONI MINORI: TRA URBANO E RURALE 1.3.4 IL CENTRO STORICO COME NODO DI AGGREGAZIONE SOCIALE

2

CINQUE CENTRI STORICI DELLA CITTA’ DEL SEMPIONE

2.1 RHO

2.1.1 UN PROFILO GENERALE DEL TERRITORIO COMUNALE

2.1.2 IL CENTRO STORICO

2.1.3 TEMI E PROBLEMI

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2.1.4.2 LA STRATEGIA PER I NUCLEI STORICI NELLA VARIANTE GENERALE 1986 2.1.4.3 L’INDAGINE SUL CENTRO STORICO PRINCIPALE

2.1.4.4 LA REVISIONE DELLA STRUMENTAZIONE URBANISTICA COMUNALE NEL PGT IN FORMAZIONE 2.1.4.5 GLI AMBITI DI ANTICA FORMAZIONE NEL PIANO DELLE REGOLE

2.1.4.6 LE POLITICHE DI PEDONALIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO E DI RIORGANIZZAZIONE DEL TRAFFICO URBANO

2.1.5 EFFETTI DEI PIANI, DELLE POLITICHE E DEI PROGETTI: UN COMMENTO CRITICO

2.2 LEGNANO

2.2.1 UN PROFILO GENERALE DEL TERRITORIO COMUNALE

2.2.2 IL CENTRO STORICO

2.2.3 TEMI E PROBLEMI

2.2.4 PIANI E POLITICHE

2.2.4.1 L’EVOLUZIONE STORICA DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE DI LEGNANO 2.2.4.2 CON IL PRG 2003 LEGNANO DIVENTA “CITTA’”

2.2.4.3 LEGNANO E IL PATRIMONIO STORICO: UNA CONSERVAZIONE PER PUNTI E PER AREE 2.2.4.4 L’ADOZIONE DEL PGT E LE POLITICHE DI INTENSIFICAZIONE URBANA

2.2.4.5 LE POLITICHE DEL PGT SUL CENTRO STORICO

2.2.4.6 LE PROPOSTE DI MODERAZIONE DEL TRAFFICO NEL CENTRO STORICO

2.2.5 EFFETTI DEI PIANI, DELLE POLITICHE E DEI PROGETTI: UN COMMENTO CRITICO

2.3 GALLARATE

2.3.1 UN PROFILO GENERALE DEL TERRITORIO COMUNALE

2.3.2 IL CENTRO STORICO

2.3.3 TEMI E PROBLEMI

2.3.4 PIANI E POLITICHE

2.3.4.1 LA CENTRALITA’ DEL PIANO TRA IL 1860 E IL 1990 2.3.4.2 LA VARIANTE GENERALE AL PRG 1991

2.3.4.3 I NUCLEI STORICI NELLE NORME TECNICHE D’ATTUAZIONE

2.3.4.4 L’INDIVIDUAZIONE DEI NUCLEI URBANI DI ANTICA FORMAZIONE NEL PIANO DELLE REGOLE 2.3.4.5 LE POLITICHE DI SETTORE E IL CENTRO STORICO

2.3.5 EFFETTI DEI PIANI, DELLE POLITICHE E DEI PROGETTI: UN COMMENTO CRITICO

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2.4 SOMMA LOMBARDO

2.4.1 UN PROFILO GENERALE DEL TERRITORIO COMUNALE

2.4.2 IL CENTRO STORICO

2.4.3 TEMI E PROBLEMI

2.4.4 PIANI E POLITICHE

2.4.4.1 IL PRG 1976-81 E LE SUE MOLTEPLICI VARIANTI

2.4.4.2 LA VARIANTE DEL 2002 PER LA ZONA OMOGENEA “A1” DEI NUCLEI DI SOMMA E MEZZANA 2.4.4.3 IL PRG DEL 2002, LE RELAZIONI CON LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E IL PROBLEMA DI “CASE NUOVE”

2.4.4.4 I NUCLEI STORICI DELLE FRAZIONI MINORI NELLE NORME TECNICHE D’ATTUAZIONE 2.4.4.5 IL PIANO DEL COLORE PER LA CONSERVAZIONE DEI CENTRI STORICI

2.4.4.6 LA TRATTAZIONE DEI CENTRI STORICI NEL PGT IN FORMAZIONE 2.4.4.7 POLITICHE COMMERCIALI NEL CENTRO STORICO

2.4.5 EFFETTI DEI PIANI, DELLE POLITICHE E DEI PROGETTI: UN COMMENTO CRITICO

2.5 SESTO CALENDE

2.5.1 UN PROFILO GENERALE DEL TERRITORIO COMUNALE

2.5.2 IL CENTRO STORICO

2.5.3 TEMI E PROBLEMI

2.5.4 PIANI E POLITICHE

2.5.4.1 L’INDIVIDUAZIONE DEI NUCLEI STORICI NELLA VARIANTE AL PRG 1988

2.5.4.2 IL PGT IN FORMAZIONE E IL PATRIMONIO PAESAGGISTICO QUALE FONTE PRIMARIA PER LO SVILUPPO

2.5.4.3 L’INDIVIDUAZIONE DEI NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE E LO STUDIO DELLE CASCINE DI FORMAZIONE STORICA

2.5.5 EFFETTI DEI PIANI, DELLE POLITICHE E DEI PROGETTI: UN COMMENTO CRITICO

3

LA PIANIFICAZIONE “ORDINARIA” DEI CENTRI STORICI. RIFLESSIONI SUI CASI

DELL’ASSE DEL SEMPIONE E CONSIDERAZIONI SULLE FORME DI EVOLUZIONE DEL

LAVORO URBANISTICO

3.1 LA PIANIFICAZIONE DEI CENTRI STORICI COME PUNTO FERMO DELL’URBANISTICA

ITALIANA

3.1.1 SPERIMENTAZIONI E PARADIGMI

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3.2 I CENTRI STORICI DEL SEMPIONE E IL LORO PROGETTO URBANISTICO, OGGI

3.2.1 L’ATTUALITA’ DEL TEMA

3.2.2 TRA PIANI URBANISTICI E PIANI DI SETTORE

3.3 EREDITA’ CULTURALI ED ELEMENTI DI CONTINUITA’ NEL PROGETTO DEI CENTRI STORICI

3.4 SCENARI EVOLUTIVI NEL PROGETTO PER I CENTRI STORICI DEL SEMPIONE

3.4.1 UNA POSSIBILE RINNOVATA VITALITA’ 3.4.2 BUONE PRATICHE DI VALORIZZAZIONE

APPENDICE 1

ALCUNI CONCETTI E PAROLE CHIAVE

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

APPENDICE 2

UNA RASSEGNA RAGIONATA DI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

INDICE FIGURE

INDICE TABELLE

INDICE ELABORATI

BIBLIOGRAFIA

DOCUMENTAZIONE TECNICA

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Il lavoro di tesi proposto pone l’accento sulle forme di pianifi cazione dei centri storici localizzati nel nord-ovest

milanese, lungo la direttrice del Sempione, e sui possibili scenari di sviluppo che vi si possono riscontrare, anche in

ragione degli effetti prodotti dai piani e progetti urbanistici su questi insediamenti.

La tesi è suddivisa in quattro parti principali.

La prima illustra le forme generali di sviluppo insediativo che hanno avuto luogo lungo il Sempione e, successivamente,

i modi e le caratteristiche di formazione dei nuclei storici su questa direttrice, presi in esame nel loro rapporto con i

diversi sistemi territoriali locali, e nel loro modo di essere snodo di relazioni socio-economiche durevoli.

La seconda parte prende in considerazione cinque casi di città e di centri storici importanti per questo campo

territoriale, analizzando in maniera approfondita le loro caratteristiche strutturali, le varie politiche di pianifi cazione

urbanistica adottate e le conseguenze che queste hanno prodotto sullo sviluppo urbano e sociale di questi

insediamenti.

La terza parte sviluppa alcune considerazioni conclusive sulle forme “ordinarie” di pianifi cazione urbanistica

applicate ai centri storici presi in esame. Gli esiti migliori e, d’altra parte, le più importanti acquisizioni del dibattito

teorico recente (per cui si veda l’appendice conclusiva) consentono infi ne di sviluppare alcune ipotesi circa le

forme d’innovazione per il progetto di questi particolari insediamenti.

La quarta ed ultima parte fornisce due distinte appendici di supporto ad un’indagine su questo tema. La prima

appendice mette in rassegna una serie di concetti e di parole-chiave importanti, mentre la seconda costruisce un

repertorio ragionato di alcuni tra i più importanti contributi bibliografi ci sui centri storici ed il loro progetto.

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Quando, nell’analisi della città e del territorio, si deve avere a che fare con determinati tipi di realtà territoriali aventi come caratteristiche principali quelle di essere in costante e continuo mutamento, il consiglio più comune è quello di analizzare in maniera profonda le diverse parti e i diversi elementi che compongono queste realtà territoriali. Parti ed elementi non solo caratterizzate dalla loro presenza fi sica e dalla loro localizzazione sul territorio, ma caratterizzate anche dalle loro reciproche relazioni e da quelle che vengono intraprese dai vari attori costituenti che utilizzano le proprie risorse allo scopo di riuscire a sviluppare in maniera possibilmente positiva e durevole quel determinato territorio.

A maggior ragione, quando si tratta di sviluppare degli spunti analitici e delle considerazioni riguardanti i possibili scenari di sviluppo territoriale di una realtà mutevole come il territorio dell’asse del Sempione, si tende maggiormente a sviluppare temi e spunti riguardanti un territorio formato da una moltitudine di elementi che apparentemente sembrano fare fatica a relazionarsi tra di loro, date le loro diverse caratteristiche osservate anche all’interno degli elementi facenti parte dello stesso sistema territoriale, ma che invece, sistemati entro una struttura organizzata (o che vuole tendere a diventare tale) fanno parte di un contesto territoriale di indubbio interesse proprio per la sua intrinseca complessità.

All’interno di questa importante fascia territoriale sono presenti diversi elementi che, appunto, cercano di relazionarsi il più possibile e rappresentano, soprattutto il sistema infrastrutturale della regione urbana milanese, dei cardini fondamentali da cui trarre spunto per lo sviluppo territoriale.

Un’importante fonte di sviluppo territoriale per questo vasto ambito sono sicuramente le varie direttrici infrastrutturali che collegano, in linea di massima, l’ambito del capoluogo lombardo con le zone a nord-ovest della regione urbana milanese fi no al lago Maggiore. L’ambito che si sviluppa a nord-ovest di Milano possiede come spina dorsale l’asse stradale di origine napoleonica del Sempione, che è l’asse principale in cui, in origine, si sono sviluppati i maggiori centri urbani. Successivamente, con lo sviluppo industriale e tecnologico, si sono innestati anche l’asse ferroviario, diramante in varie direzioni, e la fascia autostradale, vera e propria alternativa infrastrutturale al tradizionale asse stradale del Sempione.

Da queste direttrici infrastrutturali si sono poi formati i vari ambiti urbani, di carattere locale e sovra-locale, che confermano maggiormente la caratterizzazione di questo territorio; ambiti dalla forma, dalla sostanza e dal rapporto con gli spazi molto diversi, che raggruppano all’interno di essi una moltitudine di funzioni e di attività, e che raccolgono diverse tipologie di bacini di utenza avvantaggiate dalla quota e dalla complessità delle direttrici infrastrutturali.

All’esterno di questi, il sistema ambientale formato dalle varie aree agricole, dal sistema dei parchi e dal sistema idrografi co che, nonostante le costanti trasformazioni urbane e territoriali, riescono comunque a mantenersi tali e ad avere una loro specifi ca caratterizzazione.

Tutti questi diversi ambiti territoriali che fanno parte della direttrice del Sempione sono stati costantemente messi a fuoco da molteplici pratiche di pianifi cazione urbanistica e territoriale, sia di stampo strettamente comunale e frutto delle recenti riforme legislative regionali in materia urbanistica, sia di concezione e di visione più territoriale, affrontando talvolta anche specifi ci settori non solo di livello urbanistico, ma anche economico, sociale, infrastrutturale, ambientale, ecc., che hanno cercato di consentire un livello di sviluppo compatibile con le singole caratteristiche presenti nel territorio.

Dentro questo territorio in continua evoluzione, ci sono degli elementi caratteristici che si dimostrano tali per essere quelli che, nel tempo, si sono mantenuti maggiormente storicizzati e costanti, a dispetto delle molteplici trasformazioni che nel loro intorno vengono prodotte. Questi elementi sono i centri storici inseriti nell’asse del Sempione, quei nuclei urbani di antica formazione da dove è potuto partire l’intero sviluppo dell’urbanizzato e dove sono nati e si mantengono la maggior parte delle relazioni sociali, fonte di sviluppo socio-economico.

I centri storici principali delle città dell’asse del Sempione ed i vari nuclei storici di dimensioni minori disseminati attorno a questi rappresentano il ruolo di protagonisti principali dell’intero lavoro, che ha inoltre l’intenzione di spiegare come le politiche urbanistiche hanno trattato e trattano questi particolari insediamenti posti all’interno di un territorio in rapida e continua trasformazione, qual è appunto il territorio del nord-ovest milanese e della direttrice del Sempione.

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Questi nuclei sono caratterizzati dall’aver mantenuto, nonostante abbiano comunque subito trasformazioni interne anche di particolare rilevanza, una loro intrinseca identità ed una loro caratteristica storicità, all’interno di un contesto territoriale in continua trasformazione, composto da elementi urbani e territoriali tendenti ad essere costantemente mutevoli ed oggetto delle pratiche di pianifi cazione maggiormente trasformative rispetto a quelle in uso nei centri storici, e di aver mantenuto il più a lungo possibile un senso identitario formato dal rapporto stretto tra le forme urbane e i vari spazi del centro storico, e la cittadinanza che sfrutta ed entra in simbiosi con questi spazi. Questo stretto rapporto tra gli spazi e la società ha fatto in modo che questi ambiti fossero una tra le sedi più importanti della centralità urbana, dove persiste la conferma dell’insieme delle funzioni cittadine principali e del loro ruolo all’interno della città, con la molteplice struttura della società locale.

La caratteristica di presentarsi come entità fi sicamente e socialmente distinta dal resto della città, nonostante la massiccia urbanizzazione diffusa sul territorio che ha contraddistinto la maggior parte della regione urbana milanese, ha fatto in modo che il centro storico, nonostante sembri apparentemente estraneo dai processi di trasformazione della città, abbia mantenuto un livello suffi ciente di salvezza dai pericoli di aggressione e di manomissione che possono essere provocati da politiche di trasformazione urbana che non considerano la parte storica della città come un ambito da valutare in termini di concreto sviluppo urbano e territoriale.

Una componente importante di questo studio è, appunto, lo sguardo approfondito verso le scelte, il modo di lavorare e di trattare i centri storici, e gli scenari propositivi affrontati dalla pianifi cazione urbanistica e territoriale che ha esaminato, in maniera più o meno dettagliata, i caratteri ed i punti determinanti di possibile sviluppo urbano e sociale che sono inseriti all’interno di questi ambiti storici; e la considerazione successiva sulle azioni della pianifi cazione che più hanno infl uito in maniera convincente sullo sviluppo dei centri storici, in modo da poterli considerare come base principale per una politica di valorizzazione duratura.

Per poter comprendere appieno il tema specifi co

analizzato, il contesto entro il quale è localizzato ed in cui si formano relazioni di reciprocità, le problematiche emergenti, gli aspetti urbanistici trattati e gli scenari possibili che si possono raggiungere, la struttura dell’intero lavoro è composta da tre principali capitoli che danno una visione del tema attraverso sguardi sia descrittivi, sia più approfonditamente analitici, cercando quindi di scorgere all’interno di questi sguardi le tematiche più interessanti ed i punti in cui sembra necessario porre delle considerazioni riguardanti le fi nalità del lavoro, allo scopo di poter comprendere che ruolo possono avere i centri storici dell’asse del Sempione dal punto di vista urbanistico e territoriale.

Il primo capitolo descrive il contesto generale entro il quale si cela il protagonista principale di questo lavoro, vale a dire il vasto territorio della direttrice del Sempione. Questo territorio è stato oggetto di politiche di sviluppo economico a partire dagli inizi dell’Ottocento, con una crescita progressiva dovuta sia alle caratteristiche prettamente naturali che connotavano (e connotano tuttora) il territorio del nord-ovest milanese, sia alle componenti di vario tipo che sono state prodotte artifi cialmente in maniera esponenziale nel tempo. Tra queste componenti artifi ciali rientrano principalmente le varie direttrici e i vari assi infrastrutturali, prodotti come supporto ai vari nuclei della produzione industriale che formavano il cuore pulsante ed il motore trainante dell’economia lombarda nei decenni passati, e come collegamento principale tra i vari nuclei urbani che, grazie proprio alla presenza di queste infrastrutture, si sono potuti sviluppare, partendo comunque da delle radici urbane storiche che hanno mantenuto, nonostante i continui cambiamenti, le loro caratteristiche originarie di centralità e di vitalità sociale.

Il territorio dell’asse del Sempione viene quindi qui descritto sia dal punto di vista storico, attraverso delle descrizioni sui modi e sulle cause per cui questo territorio è stato individuato come asse strategico per lo sviluppo a scala sovra-nazionale, con l’ausilio anche di rappresentazioni cartografi che di stampo storico in cui vengono individuate le componenti principali, possibilmente suddivise e gerarchizzate per ruoli, sia dal punto di vista strutturale, individuando quindi le varie componenti che le soglie cartografi che avevano già avuto modo di scorgere, e

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suddividendole per le funzioni principali che vi erano presenti. In questo modo, si è avuta la possibilità di studiare lo sviluppo territoriale dell’asse del Sempione analizzando i vari sistemi presenti: il sistema delle grandi infrastrutture viarie e ferroviarie, vera spina dorsale del territorio dell’asse del Sempione; il sistema insediativo con uno sguardo verso lo sviluppo dell’urbanizzato nelle zone di rilevante interesse economico e produttivo dell’asse; il sistema industriale che è stato per molti anni la principale fonte economica e di reddito delle zone più importanti dell’asse; il settore del terziario che ha in gran parte sostituito e rinnovato il tessuto economico territoriale; il sistema ambientale, sia quello circostante, sia quello che penetra all’interno del sistema insediativo e dell’urbanizzato, e che contribuisce a dare un respiro territoriale di fronte all’incedere dello sviluppo urbano.

Un appunto più approfondito viene dato, nel primo capitolo, alla questione del sistema insediativo dell’asse del Sempione, sia riguardo il territorio dei centri storici presenti, sia riguardo il loro contesto urbanizzato e le loro caratteristiche principali. Il notevole contributo dato dal sistema delle industrie del nord-ovest milanese, affi ancato al crescente sviluppo infrastrutturale che ha fatto da supporto, insieme dalla rete idrografi ca capeggiata dall’Olona e dall’Arno, a questo sistema industriale, ha avuto come conseguenza preponderante una crescita costante ed imponente dell’urbanizzato che è andato ad espandersi fi nanche verso le parti un tempo destinate alla funzione agricola del sistema ambientale, sfruttando in tal modo le caratteristiche morfologiche della pianura asciutta, che ha permesso quindi uno sviluppo territoriale diverso da quello che si è potuto constatare osservando il territorio della pianura irrigua della parte meridionale della regione urbana milanese. Si è formata così, riferendosi soprattutto alla zona tra Legnano e Busto Arsizio, con delle propaggini che raggiungono anche Rho a sud e Gallarate a nord, una conurbazione che si è originata indubbiamente dai nuclei urbani di antica formazione delle singole città, ma che, sfruttando appunto le caratteristiche del territorio e di ciò che successivamente si è sviluppato, è andata ad espandersi fi nendo per non riuscire quasi più a leggere i confi ni amministrativi tra un comune ed un altro, creando problemi anche nel poter riconoscere in maniera immediata i nuclei storici che sono praticamente stati inglobati dall’estesa

conurbazione.

Una volta descritte le caratteristiche più importanti inerenti allo sviluppo del sistema insediativo dell’asse del Sempione, si è potuto descrivere quelli che sono i punti principali riguardanti l’importanza dei centri storici all’interno di questo asse. Nonostante l’ormai defi nitiva saturazione del territorio del nord-ovest milanese e non solo, si è rivelato a questo punto molto interessante volgere uno sguardo verso quelle realtà che sono rimaste pressochè avulse da tutto ciò che gli è successo al loro contesto. Si è avuto modo quindi di poter (ri)scoprire realtà urbane in cui la qualità sia urbanistica che sociale è potuta rimanere immutata, salvo qualche eccezione che il lavoro comunque esplica nei singoli casi analizzati.

In primo luogo, ci si è soffermati sugli aspetti puramente urbanistici e morfologici che contraddistinguono i centri storici dell’asse del Sempione rispetto alla struttura urbana dei tessuti e degli ambiti di contesto. In un’analisi morfologica tradizionale, osservare e studiare la forma urbana dei nuclei di antica formazione si rivela interessante anche per il semplice motivo di metterli a confronto con i tessuti urbani di più recente formazione e di poter capire le molteplici differenze negli stili architettonici, nella distribuzione degli spazi, nel loro rapporto con il sistema stradale, e molte altre. Forma urbana che si rivela differente anche confrontando tra loro i nuclei storici stessi, con una diversità dovuta, tra i vari motivi, alla struttura del sistema viario presente all’interno della città e, conseguentemente, allo sviluppo urbano ad esso connesso.

All’interno di ogni centro storico, indipendentemente dalla loro importanza e dal loro ruolo che detengono all’interno della città, sono presenti diversi materiali urbani che hanno tutti una loro storia, una loro determinata funzione e una loro attrattività che, date le loro caratteristiche, risulta diversa da materiale a materiale. Coloro che rivestono un’importanza maggiore ai fi ni della rappresentatività del centro storico nel territorio circostante sono indubbiamente i singoli materiali di rilevante interesse ed importanza storico-architettonica, e che, al loro interno, nella maggior parte dei casi vengono occupati da funzioni amministrative e religiose di livello primario. Ma il centro storico non è solo formato da questi importanti, ma singoli nella loro formazione, materiali. Infatti questi rimangono abbastanza inerti senza l’apporto dei materiali costituiti dall’edilizia di livello

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e di formazione seriale (sostanzialmente l’edilizia residenziale) e dal sistema dei materiali non edifi cati (o “aperti”) che fanno da supporto basilare a quelli “edifi cati”.

In secondo luogo, i centri storici, oltre ad avere caratteristiche urbanistiche particolari, si possono riconoscere come luoghi in cui si formano determinati tipi di relazioni sociali, causati dalla presenza di quei manufatti di interesse storico cui si è appena accennato, ma anche dalla presenza di spazi che, all’interno del centro storico, assumono funzioni diverse: dalla piazza principale posta nelle zone centrali del nucleo, al sistema di strade in cui si svolge settimanalmente il tradizionale mercato all’aperto, facendoli diventare entrambi i nodi urbani di maggiore interesse sociale; dagli spazi verdi ad uso pubblico, fi no alle corti residenziali dove queste relazioni sociali diventano più intime.

Un’ulteriore diversità che connota i diversi nuclei storici dell’asse del Sempione analizzati, e che completa il primo capitolo del lavoro di tesi riguardante il tema ed il contesto generale in cui questo tema è localizzato, riguarda infi ne le caratteristiche dei nuclei storici urbani di dimensioni minori che, sostanzialmente, connotano le varie frazioni disseminate all’interno di ciascun territorio comunale. Come per l’osservazione rivolta verso i nuclei storici principali, anche per quelli minori sono state osservate le caratteristiche urbanistiche principali, le loro determinate origini che in qualche modo hanno infl uito sulla loro evoluzione, ed il loro rapporto sia con i centri storici principali, che con il territorio aperto circostante, il quale sembra avere rapporti più diretti con questo tipo di nuclei e che invece i nuclei principali, data anche la loro localizzazione nel territorio urbanizzato, faticano ad instaurare.

Con la parte fi nale del primo capitolo si comincia ad entrare più nel merito del tema proposto per il lavoro di tesi, vale a dire lo studio dei centri storici dell’asse del Sempione e del loro ruolo all’interno del sistema urbanistico e della pianifi cazione territoriale. Tema che viene fortemente sollecitato durante tutto il secondo capitolo, dedicato all’analisi e alla considerazione critica di una serie di casi caratteristici di città e di centri storici che testimoniano quanto il territorio dell’asse del Sempione possa essere intrinsecamente diverso quando si va ad osservare le singole realtà urbane e territoriali che lo compongono.

Le città analizzate presentano ciascuna differenti caratteristiche per quel che riguarda la strutturazione del territorio comunale, ed in particolare dei nuclei storici, e la loro relazione con i vari sistemi territoriali che incidono in maniera diretta sullo sviluppo urbano.

La metodologia di osservazione e di analisi è stata omogenea per tutti i casi che verranno citati. Ogni comune viene brevemente descritto nei suoi caratteri generali (“Un profi lo generale del territorio comunale”), vale a dire la consistenza dei vari sistemi territoriali presenti, la descrizione delle funzioni e dei manufatti di maggiore interesse urbanistico e socio-economico, il grado di sviluppo territoriale che ha subito, ecc. Successivamente si entra nel merito del territorio dei nuclei storici (“Il centro storico”), in cui vengono descritti i singoli nuclei urbani di antica formazione che sono contenuti all’interno del territorio comunale in questione, osservando: i loro dati territoriali; il loro ruolo principale che li caratterizzano; i manufatti edilizi (che siano edifi ci monumentali o che facciano parte dell’edilizia residenziale seriale) che rappresentano un’importanza maggiore nel contesto urbano sia per la loro rilevanza storico-architettonica, sia per la loro funzione sociale ed amministrativa; la situazione morfo-tipologica del sistema insediativo; la presenza più o meno diffusa di spazi di interesse pubblico in cuui si concetrano le relazioni sociali più fl oride; la strutturazione del sistema viario, con la descrizione delle funzioni che connotano le varie infrastrutture presenti; la strutturazione del sistema economico, vale a dire la consistenza più o meno rilevante delle attività commerciali presenti al loro interno; la consistenza ed il ruolo che ricoprono i nuclei storici delle frazioni minori, spiegando le funzioni interne principali, la loro strutturazione edilizia, la loro situazione socio-economica, ecc. Dalla descrizione approfondita dei nuclei storici vengono emerse le problematiche più evidenti a cui bisogna dare importanza allo scopo di poter contribuire, in sede di pianifi cazione, al miglioramento ed allo sviluppo dei nuclei storici (“Temi e problemi”); sostanzialmente viene osservato: lo stato di conservazione del sistema edilizio sia del nucleo storico principale sia dei nuclei minori; le criticità presenti riguardo le condizioni socio-economiche, che connotano in particolare i nuclei storici delle frazioni; le problematiche riguardanti il traffi co veicolare ed i punti di maggiore criticità; le criticità derivanti dal sistema

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infrastrutturale che può ostacolare lo sviluppo di questi nuclei urbani; i problemi derivanti da un sotto-utilizzo degli spazi pubblici; i problemi derivanti dalla strutturazione della popolazione, ecc. Per riuscire a far fronte a queste problematiche, entra in gioco il ruolo della pianifi cazione urbanistica e territoriale (“Piani e politiche”). In questa parte viene elencata una rassegna di politiche che hanno interessato sia il territorio comunale e le loro strategie territoriali, sia soprattutto i centri storici analizzati nel loro dettaglio. Viene quindi descritto, all’interno della cornice costituita dagli indirizzi della pianifi cazione comunale generale, il contenuto delle politiche riguardanti lo sviluppo e la valorizzazione dei nuclei storici, sia quelle inserite all’interno dei piani urbanistici comunali sotto forma di parti a loro dedicate, sia quelle che fanno parte della pianifi cazione territoriale di settore, principalmente le politiche sul miglioramento del traffi co urbano e quelle sullo sviluppo commerciale, puntando il dito sugli elementi di maggiore interesse e su quelli che hanno dato delle conseguenze importanti, sia positive che negative, sullo sviluppo dei nuclei storici. Infi ne, per valutare ciò che è stato fatto in sede di pianifi cazione dei centri storici, vengono fatte delle considerazioni conclusive riguardanti le conseguenze che sono state prodotte all’interno di questi nuclei dalla pianifi cazione territoriale (“Effetti dei piani, delle politiche e dei progetti: un commento critico”), creando quindi uno spunto interessante per valutare quanto di positivo è stato fatto per questi nuclei, creando i presupposti per una futura politica urbanistica che possa proprio partire dai punti di maggiore rilevanza e forza.

Queste città sono state individuate in modo da poter comprendere l’intero asse nord-ovest che porta da Milano fi no al lago Maggiore, e quindi far rientrare le maggiori caratteristiche strutturali che connotano la direttrice del Sempione. L’ordine di esposizione riprende, quindi, il tragitto dell’asse in direzione nord-occidentale, partendo da uno dei comuni che attualmente è oggetto di una rilevante politica di trasformazione territoriale, derivata dalla scelta di localizzare nel suo immediato contesto delle funzioni di rilevanza globale, non solo dal punto di vista dell’importanza socio-economica che essi ricoprono, ma anche da quello delle dimensioni puramente fi siche, essendo il Nuovo Polo Fieristico e l’imminente sede dell’EXPO 2015 dei “contenitori” il cui bacino d’affl uenza è di dimensioni non indifferenti; e nella quale, per l’immissione di questi “contenitori”, è stata apportata

una politica trasformazione infrastrutturale che ha sollecitato una moltitudine di servizi viari e ferroviari, creando non poche volte anche qualche disagio dal punto di vista ambientale e della mobilità. Il comune soggetto a questi sviluppi territoriali è Rho, che quindi deve far fronte ai problemi derivanti dall’affl uenza di city users e di utenti vari che usufruiscono (ed usufruiranno) dei servizi e delle potenzialità inserite dentro queste importanti funzioni. Il territorio urbanizzato di Rho, e quindi anche il territorio di formazione storica, viene quindi direttamente sollecitato nella loro dimensione insediativa, facendo in modo da poter ospitare il più degnamente possibile i numerosi fruitori delle varie funzioni che verranno insediate. Per quanto riguarda in maniera stretta la strutturazione dei nuclei storici di Rho, è interessante osservare lo sviluppo del nucleo principale lungo le due strade urbane principali, dove vengono localizzate le funzioni e le attività di maggiore interesse, e come, a corona, si sono sviluppati i nuclei storici delle frazioni, ben divisi dal centro principale a causa della presenza del sistema infrastrutturale che forma la direttrice del Sempione e dei vari spazi aperti che circondano in alcune parti il territorio urbanizzato centrale di Rho. Inoltre, si è rivelato interessante porre uno sguardo verso gli strumenti che hanno analizzato in maniera consistente soprattutto il centro storico principale, sia dal punto di vista analitico, che da quello propositivo, e che hanno raccolto parecchi spunti trattando diverse tematiche territoriali, in ragione dell’importanza che esso detiene nei confonti del suo contesto territoriale.

Proseguendo il cammino, viene analizzato il comune di Legnano, città che nel passato è stata una delle sedi più importanti dell’industria meccanica e tessile lombarda, e le cui sedi attualmente sono oggetto di importanti e potenziali revisioni urbanistiche, soprattutto negli ambiti lungo l’asta fl uviale dell’Olona. Lo sviluppo produttivo ed infrastrutturale ha fatto in modo che il vasto ambito che va da Legnano fi no a Busto Arsizio fosse oggetto di un notevole sviluppo dell’urbanizzato, il che ha avuto come conseguenza l’inglobamento all’interno della conurbazione dei nuclei storici che connotavano l’asse del Sempione. Ciò è valso anche per i nuclei storici di Legnano, i quali sono formati dal doppio nucleo centrale principale attestato tra gli assi infrastrutturali principali e di forma sostanzialmente lineare, sviluppatisi in parallelo agli assi suddetti, e dal complesso di nuclei molto piccoli rispetto a quelli principali, sparsi per la

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città, di destinazione quasi esclusivamente residenziale. Il fatto che questo comune venga analizzato è anche dato dalla trattazione del patrimonio edilizio storico che alcune politiche urbanistiche hanno effettuato, e successivamente della loro evoluzione, che ha interessato inoltre sia il gruppo dei nuclei storici minori, sia la questione della circolazione viaria all’interno dei nuclei storici principali.

Un caso interessante per il fatto di essere un’importante nodo del sistema ferroviario ed autostradale, inserito tra la vale dell’Olona e quella dell’Arno, è quello del comune di Gallarate. È, insieme a Busto Arsizio ed al capoluogo varesino, uno dei comuni più importanti della provincia di Varese, data la sua notevole popolazione, ed inoltre contiene un patrimonio edilizio storico di qualità, almeno per quanto riguarda i manufatti di interesse storico. Inoltre si è rivelato interessante osservare la forma ben defi nita del centro storico principale, in cui ben si intravedono i suoi confi ni esterni, formati dalle strade urbane principali e dal corso del torrente Arno. Come per Legnano, anche per Gallarate si può parlare come di un comune avente uno sviluppo continuo dell’urbanizzato che ha fi nito per inglobare anche i nuclei storici delle frazioni, con conseguenti diffi coltà di riconoscimento nello studio e nell’analisi del territorio comunale, nonostante abbiano al loro interno degli edifi ci di valore storico che contribuiscono alla formazione di una loro precisa identità urbana e sociale. Il caso è altresì interessante anche dal punto di vista delle azioni di pianifi cazione territoriale, soprattutto riguardo alle azioni della pianifi cazione di settore che interessano in maniera approfondita il centro storico principale di Gallarate, soggetto sia a volumi importanti di traffi co (soprattutto nell’immediato esterno del centro), sia alla presenza notevole di esercizi commerciali, il cui insieme è stato oggetto di particolari studi territoriali.

Lo scalo aeroportuale della Malpensa è un’infrastruttura che sicuramente produce delle ripercussioni consistenti sullo sviluppo dei comuni dell’asse del Sempione, e tra i comuni di quest’asse quello che sembra convergere la maggior parte delle problematiche è il comune di Somma Lombardo. Infatti una delle frazioni del comune sommese, nella fattispecie la frazione di Case Nuove, si trova praticamente inserito all’interno dell’area di infl uenza dello scalo aeroportuale, e presenta quindi notevoli problematiche dal punto di vista dello sviluppo

del nucleo storico e delle aree periferiche. Una cospicua parte di questa analisi verte proprio su questo versante, senza comunque trascurare l’analisi sul resto del patrimonio edilizio storico del comune. In questo caso, data la vastità della superfi cie territoriale, i vari nuclei storici sommesi si presentano ben separati l’uno dall’altro (con l’eccezione dei nuclei più grandi di Somma e Mezzana, comunque separati dal sedime ferroviario), dando quindi libero sfoggio ad un vasto sistema ambientale e boschivo di rilevante qualità, sostenuto peraltro dalla presenza del fi ume Ticino. Un’altra parte importante contenuta nell’analisi riguarda i lavori pianifi catori aventi come oggetto principale i nuclei storici maggiori di Somma e Mezzana, a cui è stato dedicato uno strumento di pianifi cazione urbanistica speciale contenente una serie di indirizzi e di campi di applicazione particolareggiati.

L’ultimo comune della direttrice del Sempione analizzato è quello con cui conclude la parte lombarda del territorio di quest’asse, vale a dire il comune di Sesto Calende. È stato analizzato questo comune per vari motivi. Il primo dei motivi è che, nonostante abbia una superfi cie territoriale simile a quella di Somma Lombardo, non contiene al suo interno degli specifi ci nuclei storici notevolmente separati tra loro, ma bensì una serie di nuclei storici, prevalentemente di origine rurale, di dimensioni anche molto modeste, che fanno del comune sestese un comune dotato di particolari peculiarità che lo differenziano dal resto dei conuni esaminati. In secondo luogo, proprio questi piccoli nuclei, oltre al nucleo storico principale, sono stati oggetto da parte della pianifi cazione urbanistica comunale di una serie di studi e di approfondimenti sia analitici, che progettuali, che sicuramente possono far accrescere il loro interesse; in generale, si rivela comunque interessante questo caso per via delle intenzioni di valorizzazione paesaggistica inserite all’interno delle politiche urbanistiche e territoriali sestesi. Infi ne, il complesso dei nuclei storici di Sesto Calende è circondato da un variegato sistema ambientale, formato sia da bacini idrografi ci, sia da sistemi boschivi di qualità.

All’interno di ogni profi lo sono contenute, oltre alle descrizioni approfondite sui temi rilevanti che connotano il territorio dei nuclei storici e le politiche urbanistiche connesse, rappresentazioni grafi che che sintetizzano le caratteristiche principali dei territori comunali e dei singoli nuclei storici presi in

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esame, rappresentazioni fotografi che che offrono uno sguardo ravvicinato sugli elementi urbani di maggior interesse presenti nei nuclei storici, degli stralci cartografi ci in cui vengono rappresentate le politiche urbanistiche più importanti che sollecitano in maniera diretta i nuclei storici, accompagnate da specifi che tabelle che sintetizzano, ad esempio, gli indirizzi di sviluppo urbano, i dati territoriali riguardanti specifi ci ambiti dei nuclei storici, i contenuti presenti all’interno degli stralci cartografi ci inseriti nel lavoro, ecc. Tutto questo corredo di informazioni e di considerazioni servono quindi a poter capire l’effi cacia delle azioni della pianifi cazione urbanistica su queste determinate parti dell’insediamento urbano, inserite all’interno di un territorio in continua evoluzione, e quali, tra queste politiche, possono rendersi utili ai fi ni di un possibile sviluppo degli insediamenti storici.

Nel terzo ed ultimo capitolo si dà infi ne ampio spazio alla pianifi cazione urbanistica dei centri storici ed alle sue molteplici caratteristiche. Per poter spiegare in maniera degna il contesto entro il quale si pone la questione, diventa praticamente automatico l’appoggio verso riferimenti disciplinari di natura storica che hanno posto serie basi per lo sviluppo dello studio e del lavoro degli specifi ci ambiti caratterizzanti i centri storici. È quello che la parte iniziale di quest’ultimo capitolo tende a porre, volgendo lo sguardo verso casi storici esemplari di pianifi cazione urbanistica dei centri storici e della città esistente.

Il ricordo dei lavori esemplari effettuati sui centri storici, sia quelli più datati che quelli realizzati in anni più recenti, fa in modo di osservare quelle politiche, quelle azioni e quegli strumenti che si sono rivelati tra i più utili ed innovativi, e che la pianifi cazione urbanistica attuale ha cercato di porli come riferimento, seppure in realtà, come quelle dei comuni dell’asse del Sempione, che presentano caratteristiche sostanzialmente diverse rispetto ai comuni oggetto della pianifi cazione “storica”.

In questo lavoro, si è optato per una scelta dei piani “paradigmatici” dei centri storici praticando una divisione temporale. Infatti, i casi “paradigmatici” che vengono qui rappresentati sono quelli del Piano di Assisi redatto da Giovanni Astengo alla fi ne degli anni ’50, e del Piano di Urbino redatto da Giancarlo de Carlo nella metà degli anni ’60, che rappresentano i prodotti della pianifi cazione di stampo più prettamente

storico e pionieristico; successivamente, si è osservato lo studio effettuato dal PRG di Palermo sul suo centro storico, elaborato da un gruppo di consulenza formato da Pier Luigi Cervellati, Italo Insolera e Leonardo Benevolo, alla fi ne degli anni ’80, e lo studio sulla Città storica di Roma, contenuto all’interno del PRG redatto nei primi anni del 2000.

Per ogni caso storico analizzato, si sono osservati quegli strumenti, di stampo sia analitico che propositivo, che, soprattutto riguardo al livello di dettaglio posto ed alla quantità di dati e di elementi che vi erano inseriti, hanno avuto il pregio di essere degli strumenti essenziali per la redazione di un piano urbanistico per i centri storici dotato di qualità e chiarezza, e che possono sicuramente diventare molto utili per lo svolgimento di studi e lavori ad hoc che accompagnano la redazione dei piani urbanistici comunali odierni, nonostante l’evoluzione ed i cambiamenti nel modo di fare urbanistica che hanno avuto luogo in sede legislativa. Questi specifi ci strumenti vanno dalla descrizione analitica dei nuclei storici, ai lavori d’indagine urbanistica e socio-economica riguardanti il patrimonio edilizio e le attività ad esso connesse, passando per le rappresentazioni cartografi che che affrontano dettagliatamente determinati temi e questioni importanti al fi ne di raccogliere specifi ci spunti su come porre rimedio, in chiave progettuale, verso le parti del centro storico aventi maggiori criticità, fi no alla descrizione delle principali modalità d’intervento sul centro storico in generale.

Facendo una sorta di aggancio verso il capitolo precedente riguardante le analisi dei singoli casi dei centri storici dell’asse del Sempione, si ripercorrono quelle che sono state le politiche urbanistiche che hanno inciso di più su questi ambiti, e qual è stato soprattutto il ruolo di queste politiche all’interno della più generale pianifi cazione urbanistica comunale. Ruolo inteso come spazio di osservazione concesso dagli stessi piani urbanistici generali, che può risultare diverso nel passaggio da un tipo di pianifi cazione comunale di stampo più regolativo e più normativo, ad un tipo invece più elastico e più propenso a proporre scenari evolutivi e strategici di sviluppo (viene quindi menzionato, all’interno di questa parte, il passaggio da PRG a PGT creato dalla promulgazione della legge urbanistica regionale n. 12/2005); ma anche come importanza di prospettive e di scenari futuri di sviluppo urbano che connotano in maniera dirompente lo strumento urbanistico generale. Importanza

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assunta all’interno non solo della pianifi cazione urbanistica generale, ma anche della pianifi cazione territoriale di settore, che ha avuto un ruolo assolutamente non secondario nel produrre un certo livello di qualità urbana e di fruibilità verso le varie funzioni cittadine, e che ha avuto nel centro storico uno dei protagonisti principali della vicenda.

Il passaggio a forme più evolute di pianifi cazione, rispetto a quelle pionieristiche e paradigmatiche degli anni precedenti, è dovuto in modo particolare all’innovazione delle tecnologie di rappresentazione e di descrizione dei fatti urbani che hanno lo scopo di rendere il lavoro di pianifi cazione territoriale il più completo e vario possibile. L’avvento, quindi, dell’era digitale ha avuto un’importanza evidente nello sviluppo delle tecniche di pianifi cazione territoriale. Inoltre, si è potuto osservare un cambiamento riguardante gli attori principali che hanno contribuito alla redazione dei più importanti piani urbanistici dell’ambito dell’asse del Sempione, in cui all’assegnazione dei lavori verso un determinato tipo di personalità qualifi cate in campo urbanistico, si è passati gradualmente ad un lavoro effettuato prevalentemente all’interno di enti pubblici e di uffi ci amministrativi, al limite collaborando con attori esterni aventi il ruolo di consulenti. Ciò è successo anche per il lavoro sui centri storici dell’asse, in cui gli enti pubblici in maniera particolare, di concerto con consulenti esperti nel settore, sono stati i principali attori che hanno contribuito all’elaborazione di determinati strumenti di rappresentazione ed alla produzione di determinate strutture normative.

Agganciandoci sempre ai temi svolti durante le parti conclusive di ogni profi lo analizzato, in cui sono state descritte le conseguenze che hanno prodotto le politiche urbanistiche sui centri storici esaminati, si sono infi ne poste delle considerazioni ragionate su quelli che sono stati gli effetti più importanti di detti strumenti sulla qualità urbana e sociale dei vari nuclei storici. Si è quindi posto l’accento su come la pianifi cazione urbanistica e territoriale abbia infl uito sulla struttura insediativa e socio-economica dei centri storici dell’asse del Sempione, in riferimento soprattutto ai vari strumenti ed ai vari studi che sono stati elaborati allo scopo di migliorare e valorizzare questa qualità.

Indubbiamente sono stati riscontrati dei cambiamenti in senso positivo nell’osservazione dei vari nuclei storici, soprattutto quelli

centrali principali, grazie alla chiarezza ed alla lungimiranza di determinati strumenti di pianifi cazione territoriale, sia generali che settoriali, sia conoscitivi ed analitici, che propositivi e strategici. Da quegli strumenti è fondamentale partire per poter praticare delle forme di pianifi cazione che abbiano come obiettivo principale quello della salvaguardia, della conservazione e della valorizzazione di questi importanti nuclei urbani. Forme di pianifi cazione che possono essere sicuramente applicate al vasto ambito della direttrice del Sempione che è stato l’oggetto principale dell’elaborazione di questa tesi, applicate sia nei comuni esaminati come continua evoluzione delle politiche già effettuate, sia nel resto dei comuni che fanno parte della direttrice storica e che presentano caratteristiche molteplici e diverse l’uno dall’altro, non solo in fatto di dimensione territoriale dei nuclei storici e della superfi cie urbanizzata, ma anche in fatto di livello della qualità socio-economica ed ambientale, ecc.; ma che possono essere applicate anche in casi di centri storici posti in altri contesti territoriali importanti, confermando quindi l’importanza intrinseca che hanno i nuclei di antica formazione nello sviluppo urbano e sociale della città.

L’intero lavoro riguardante l’osservazione delle politiche di valorizzazione dei centri storici dell’asse del Sempione non sarebbe sicuramente diventato tale se non ci fosse stato l’ausilio nei confronti di particolari temi e concetti che, nella storia disciplinare che ha affrontato la questione dei centri storici, sono stati particolarmente ricorrenti e che sono diventati dei concetti e delle tematiche basilari per poter comprendere appieno il signifi cato più profondo di ogni studio riguardante questa specifi ca disciplina territoriale. La prima appendice posta dopo l’elaborazione del contenuto principale della tesi è sostanzialmente dedicata proprio alla stesura dei singoli concetti-chiave che possono risultare quelli più ricorrenti nei momenti in cui si trattano particolari questioni territoriali che affrontano l’ampio tema dei centri storici. A maggior ragione, durante un’attenta lettura del lavoro di tesi, si può riscontrare in maniera frequente la presenza, anche reiterata, di questi concetti-chiave, abbinati ciascuno a particolari caratteristiche che connotano i centri storici, e a tal proposito l’appendice concettuale può risultare molto utile nei casi eventuali in cui, durante la lettura dell’intero lavoro, possono riscontrarsi

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particolari diffi coltà di comprensione che ostacolano la sua fl uida consultazione. L’appendice concettuale assume, quindi, il ruolo di rimando fondamentale allo scopo di meglio comprendere il signifi cato del lavoro di tesi.

Oltre alla stesura dell’appendice dedicata alla comprensione di specifi ci concetti e parole-chiave che si affrontano nello studio della disciplina territoriale dei centri storici, di fondamentale importanza è stata anche la consultazione di determinati scritti e pubblicazioni che hanno avuto nei centri storici e negli ambiti della città esistente i principali temi di riferimento. I vari scritti consultati sono stati di natura diversa: pubblicazioni monografi che, articoli di riviste specializzate in materia territoriale, raccolte di saggi che riassumono il signifi cato di particolari interventi realizzati in importanti convegni, raccolte di casi-studio esemplari, ecc. Tutti questi scritti e queste pubblicazioni hanno in comune il fatto di essere state elaborate da personalità esperte in materia urbanistica in generale, e nella disciplina della valorizzazione dei centri storici in particolare, e che ricoprono diverse cariche in numerose enti ed istituzioni (università, associazioni specializzate, enti amministrativi, ecc.). Inoltre, ciascun scritto selezionato è stato presentato sotto forma di recensione, anche critica, che pone l’accento sui modi di pensare più signifi cativi dei vari autori interessati, e su come, secondo il loro punto di vista, possono essere studiate e valorizzate queste importanti realtà urbane.

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CAPITOLO 1

IL “TERRITORIO STORICO” DEL NORD-OVEST MILANESE SULLA

DIRETTRICE DEL SEMPIONE

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1.1

IL NORD-OVEST MILANESE

1.1.1

L’INTUIZIONE NAPOLEONICA

L’asse territoriale della direttrice del Sempione è sempre stato connotato, dapprima con la costruzione dell’antico tracciato di epoca romana del Verbano, poi con l’avvento del periodo di Carlo Borromeo e l’installazione di alcuni importanti edifi ci religiosi (ad esempio il Santuario di Rho, la chiesa della Madonna della Ghianda di Somma Lombardo, la statua monumentale di San Carlo ad Arona), infi ne, se non soprattutto, con l’avvento di Napoleone, come un’asse e un territorio di importanza strategica per i rapporti di Milano e della Lombardia con il nord Europa.

Come detto, soprattutto in epoca napoleonica il Sempione viene elevato nella sua dimensione europea, grazie alla costruzione del tracciato storico che collega Milano con l’Oltralpe attraverso il passo alpino, ed alla sua valenza monumentale, che informa la città di Milano attraverso il grandioso disegno del Foro Bonaparte.

L’individuazione dell’asse da parte di Napoleone rivela lo stesso genio territoriale dei Romani, capace di trasformare un’esigenza politico-militare in un disegno urbanistico della città e del territorio. Inoltre, la costruzione del tracciato agevola lo sviluppo delle relazioni commerciali fra l’Europa centro-occidentale e la Pianura Padana. Da ciò, si legge l’intenzione di Napoleone di privilegiare Milano nell’ambito padano come nodo di uno spazio economico corrispondente all’esteso potere politico.

Nel 1807 venne elaborato il piano napoleonico della città di Milano, e fu strutturato in modo da relazionarsi in maniera stretta con il contesto territoriale. Demolite le fortifi cazioni seicentesche del Castello, sullo spazio così liberato viene iniziata la realizzazione dell’Arco della Pace, per segnare l’ingresso monumentale in città della nuova strada proveniente dal

passo alpino. Il punto focale del piano è il Foro Bonaparte. Il progetto, del 1800, di Giovanni Antonio Antolini ingloba il Castello e la retrostante piazza d’armi in un cerchio monumentale di palazzi pubblici, immagine della magnifi cenza civile della nuova era napoleonica: la funzione di centro civico viene così collocata nel punto strategico di congiunzione della città al territorio. Il grande asse penetra nel cuore della città tramite l’attuale via Dante (ex corso Napoleone) collegando il Castello al nucleo medievale. Tale progetto è inserito in un più generale raccordo del tessuto urbano con le principali direttrici territoriali.

Per lungo tempo incompiuto, questo assetto viene riconfermato dal piano del Beruto del 1889, dopo il quale vengono realizzati il Parco Sempione, l’emiciclo di Foro Bonaparte, via Dante e piazza Cordusio.

1.1.2

LA DINAMICA INSEDIATIVA: UNA RICOGNIZIONE PER SOGLIE STORICHE

La lettura della cartografi a storica permette di compiere un’analisi approfondita sullo sviluppo insediativo e territoriale del paesaggio del Sempione.

Le carte redatte fi no ai primi dell’800 sono state elaborate prettamente su basi qualitative, non disponendo di un inquadramento geodetico, ma solo di una buona base geometrica locale. A partire dalla Carta degli Astronomi di Brera del 1806 si ha una rilevazione del territorio su basi scientifi che, grazie alla costruzione della base geodetica di Somma Lombardo e all’impiego dei metodi della triangolazione.

Le carte del periodo pre-napoleonico risultano tuttavia interessanti per comprendere quanto il tracciato del Sempione comincia ad assumere importanza fra le altre infrastrutture del territorio milanese.

Gli elementi sui quali si è basata la lettura delle carte e il tentativo di valutare le trasformazioni territoriali sono stati: localizzazione ed estensione dei centri

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urbani, aree agricole e boschive, fi umi, infrastrutture di collegamento (strade, ferrovie, canali).

- “Carta della Provincia di Milano a norma del Compartimento della Lombardia Austriaca” (1786)

Il tracciato del Sempione è evidenziato come una delle direttrici radiali di Milano. Particolare attenzione viene dedicata alla rete idrografi ca: l’Olona è indicata con rilievo; compaiono i Navigli Grande, Pavese e della Martesana, dei quali è segnato anche il tracciato all’interno delle mura milanesi. Si nota l’estensione della Provincia di Varese, che arriva fi no a Legnano. - “Carta della Lombardia Austriaca” (1794)

Non compare la strada del Sempione, mentre, come raggi viari uscenti da Milano, sono evidenziati i tracciati della Varesina, della Comasina, della Via Emilia e le direttrici verso Boffalora, Pavia e Bergamo. È nominato il fi ume Olona, che attraversa Legnano, ed è riconoscibile il corso del torrente Arno, che lambisce Gallarate. Tra i canali compare il Naviglio Grande nel suo tracciato integrale fi no alla presa sul Ticino. - “Carta del Dipartimento d’Olona della Repubblica Italiana” (1802)

È evidenziata la strada del Sempione che parte da Milano nella zona nord-ovest della città, mantenendo il tratto iniziale del tracciato in comune con la strada per Saronno-Varese. Compaiono i fi umi più signifi cativi del territorio milanese; in particolare, l’Olona e l’Arno che interessano l’asse del Sempione. Sono poste in risalto alcune zone boschive (fra l’Olona e la Varesina, a nord-est di Castellanza) e di brughiera (striscia fra Busto e Gallarate, e fra Gallarate e il Ticino). Lungo il Sempione sono simbolicamente segnati i centri abitati: Cascina del Pero, Rho, Nerviano, San Lorenzo, San Vittore, Legnano e Legnarello, Castignate e Castellanza, Gallarate, Casorate, Somma, Sesto Calende. La grafi a indica tre distinti livelli gerarchici: prevale

Gallarate, capoluogo dell’omonimo ampio distretto; al secondo si situano Rho, Nerviano, Legnano, Somma, Sesto Calende; seguono gli altri centri. Si nota la separazione dei nuclei originari delle città di Legnano e Castellanza, fronteggiantisi lungo l’Olona (Legnano e Legnarello, Castellanza e Castignate).

- “Carta della République Italienne en ses Départements” (1803)

È evidenziato il tracciato completo del Sempione, da Milano al passo alpino: dall’imbocco, in prossimità del Castello, attraverso i centri di Rho, Castellanza, Gallarate, Somma Lombardo, Sesto Calende, Arona, Stresa e Domodossola. È evidenziato il fi ume Olona.

- “Carta degli Astronomi di Brera” (1806) Il lavoro cartografi co degli astronomi ha un’origine che risale alla necessità di dare un inquadramento geodetico alla carta catastale istituita da Carlo VI d’Asburgo. È stato utilizzato con il riferimento della nuova

Fig. 1 Fig. 1

Milano. L’asse del Sempione. Prospettiva aerea dal centro della città verso via Dante, il Foro Bonaparte, il Castello, l’Arco della Pace e corso Sempione (fonte: Fossa, 1996)

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Fig. 3 Fig. 2 Fig. 2

Carta della Provincia di Milano a norma del Compartimento della Lombardia austriaca (1786) (fonte: Fossa, 1996)

Fig. 3

Carta della Lombardia austriaca (1794) (fonte: Fossa, 1996)

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Fig. 4

Fig. 5

Fig. 4

Carta del Dipartimento d’Olona della Repubblica Italiana (1802)

(fonte: Fossa, 1996) Fig. 5

Carta della République italienne en ses Départements (1803)

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Fig. 6

Fig. 7 Fig. 6

Carta degli Astronomi di Brera (1806) (fonte: Fossa, 1996)

Fig. 7

Carta d’Italia IGM (1872) (fonte: Fossa, 1996)

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base geodetica di Somma Lombardo. È evidenziato con chiarezza il tracciato napoleonico della strada del Sempione. Una specifi ca simbologia indica le stazioni di posta (Rho, Cascina del Buon Gesù presso Castellanza) e le stazioni di pesa (Gallarate). Nel sistema viario radiocentrico milanese si leggono, accanto al Sempione, la Varesina, le strade verso Magenta, Monza e la Via Emilia. Milano è nettamente dentro il confi ne delle mura. L’edifi cato si spinge

solo poco oltre la cerchia dei navigli, lungo i raggi viari in uscita dal centro. Legnano si sviluppa sulla destra orografi ca dell’Olona, separata da Legnarello, ubicato in sponda orografi ca sinistra, tra il fi ume e la strada del Sempione; analoga confi gurazione si presenta per Castellanza e Castegnate. La carta evidenzia i diversi ambienti della collina, della pianura asciutta e della pianura irrigua; è ben leggibile la linea dei fontanili. Interessante la distribuzione

Fig. 8

Fig. 9

Fig. 8

Carta topografi ca IGM (1961-63) (fonte: Fossa, 1996)

Fig. 9

Carta PIM (1989) (fonte: Fossa, 1996)

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dei centri, fortemente differenziata nel nord e nel sud di Milano. Nell’alta pianura si ha omogeneità distributiva sul territorio con centri di piccole dimensioni ma con caratteristiche urbane. Nella pianura irrigua si presenta una maggiore diffusione sul territorio di centri che sono però rappresentati da cascinali o da modesti nuclei rurali. Ancora una distinzione tra alta e bassa pianura riguarda le aree verdi; a nord della linea dei fontanili sono messe in risalto prevalentemente aree boschive e arbustive (le aree degli attuali parchi delle Groane e di Appiano Gentile, la fascia del Ticino, la brughiera tra Busto e Gallarate, la spina verde fra il Sempione e la Varesina). A sud prevale la destinazione agricola. - “Carta d’Italia IGM” (1872)

L’evento innovativo del sistema infrastrutturale è costituito dalle ferrovie. Compaiono i primi tracciati ferroviari (da Milano verso Gallarate, Novara, Abbiategrasso e, nella parte nord-orientale, le linee per Monza e per Locate Triulzi). La stazione ferroviaria milanese è ubicata all’esterno del perimetro delle mura, entro il quale è ancora contenuta l’intera città. Sono evidenziate le zone di brughiera e boschive e le zone agricole con alcuni differenti tipi di coltivazione.

- “Carta topografi ca IGM” (1961-63)

Gli assi autostradali costituiscono l’elemento innovativo del sistema infrastrutturale. Si segnala la nuova confi gurazione della rete ferroviaria nella città di Milano. Si nota il forte incremento dell’area urbanizzata per lo sviluppo dei centri oltre il perimetro dei Bastioni. Si innescano fenomeni conurbativi: Busto Arsizio, Legnano e Castellanza si fondono insieme ai loro centri satelliti; Gallarate si unisce a Samarate e a Cardano al Campo. Si osserva la presenza delle FNM (realizzate a partire dal 1879) e del canale Villoresi che era stato costruito tra il 1884 e il 1888 per permettere l’irrigazione di una parte di pianura asciutta, a nord della linea dei

fontanili.

- “Carta PIM” (1989)

Nella rete autostradale compare come elemento nuovo il sistema tangenziale di Milano. Viene evidenziato il collegamento autostradale fra la Milano-Laghi (A8) e Malpensa (SS336). Lungo la strada del Sempione sono evidenti le tre circonvallazioni di Rho, Castellanza, Gallarate, in corrispondenza delle quali la SS33 si differenzia dall’antico tracciato. L’urbanizzato si presenta praticamente senza soluzione di continuità da Milano a Gallarate. Vanno a riempirsi i vuoti tra i centri maggiori e i loro centri satelliti. Si allarga la macchia della conurbazione di Busto Arsizio, Legnano e Castellanza.

1.1.3

LE INFRASTRUTTURE

La realizzazione della strada napoleonica del Sempione ha inizio nel 1801 e si conclude nel 1805, e fu subito classifi cata come strada nazionale.

Nella metà del XIX secolo prevale però l’importanza della ferrovia, grazie soprattutto a motivazioni politico-militari. Il governo austriaco, nel 1858, dà il benestare per la costruzione del tratto ferroviario Milano-Gallarate, con prolungamenti negli anni successivi a Sesto Calende (nel 1865) ed a Arona (nel 1868).

L’apertura del primo dei due tunnel ferroviari del Sempione avviene nel 1906 in coincidenza con l’esposizione fi eristica internazionale di Milano. I vantaggi offerti dal tracciato pressoché piano sotto le montagne pongono la linea del Sempione, in termini di traffi co, allo stesso livello di quella del Gottardo.

Un altro tracciato ferroviario che interessa l’area del nord-ovest milanese è costituito dalla linea Milano-Saronno, aperta nel 1879, che fi nisce per servire fi n dall’inizio un traffi co non internazionale, ma limitato all’area nord-milanese. Tale tratto costituisce il primo nucleo della rete delle FNM, che si estende negli anni successivi fi no

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a Busto e Novara, secando trasversalmente l’asse del Sempione.

L’incremento del trasporto ferroviario è un fenomeno che caratterizza la seconda metà del XIX secolo. La ferrovia raggiunge il suo primo disegno di rete e diviene l’ossatura portante del sistema industriale che sceglie come collocazione preferenziale per i suoi nuovi insediamenti proprio le aree lungo i binari ferroviari.

Parallelamente allo sviluppo delle ferrovie si diffonde una rete di tramvie, prima a cavalli e poi su rotaia, a vapore e successivamente ad energia elettrica; inizialmente a servizio del centro di Milano si diffondono poi nel contesto territoriale lungo le direttrici stradali principali. Nel 1881, infatti, si concluse la tramvia Milano-Legnano-Gallarate, lungo la strada del Sempione (ad eccezione della deviazione per servire il centro di Busto Arsizio). Quelle linee di trasporto su ferro si pongono in concorrenza con le ferrovie tradizionali per ciò che riguarda il trasporto dei passeggeri e dei prodotti da commercializzare sul mercato, con il vantaggio principale di essere sulla strada e di effettuare fermate frequenti.

Lungo l’Olona, da Castellanza verso nord, viene realizzata (nel 1904) la linea ferroviaria della Valmorea, che collega appunto Castellanza con Lonate Ceppino, e successivamente con il confi ne svizzero, collegandosi con il sistema ferroviario d’Oltralpe nel 1926. Questa linea ha però minor successo rispetto alla linea del Sempione e delle FNM, a causa del limitato traffi co passeggeri che, alla fi ne, si è ritenuto non suffi ciente per mantenere in esercizio la linea. Il servizio viaggiatori venne così soppresso nel 1952.

Con l’avvento della motorizzazione privata si arriva all’adeguamento della rete stradale. La maglia viaria si infi ttisce: nel 1925 venne aperta al traffi co l’autostrada Laghi, nel 1931 l’autostrada Milano-Torino.

Inoltre, inizia ad acquistare maggiore importanza la pista aerea della Malpensa,

che nei primi anni del ‘900 diviene la pista sperimentale della nascente industria aeronautica degli Agusta e dei Caproni. Fin dalla prima guerra mondiale svolge la funzione di aeroporto militare. Nel 1948 venne aperta al traffi co civile, costruendo, di conseguenza, le premesse per un suo uso in fatto di risposta ad esigenze intercontinentali. L’area aeroportuale si estende nella brughiera di Gallarate, a circa 40 km da Milano, e viene a completare il quadro infrastrutturale dell’asse del Sempione nella prima metà del XX secolo.

L’evoluzione territoriale e le sempre nuove esigenze del sistema socio-economico portano a continui interventi di ammodernamento e di adeguamento della rete infrastrutturale. La superstrada che collega Busto Arsizio con Malpensa viene risistemata, in occasione del Mondiali di calcio del 1990, con criteri autostradali. L’autostrada Milano-Laghi nel 1989 viene collegata con l’autostrada dei trafori A26 (Alessandria-Sempione), e tale realizzazione rientra nel progetto di collegamento autostradale tra il capoluogo lombardo ed il passo del Sempione.

Negli anni recenti il sistema infrastrutturale dell’asse territoriale del Sempione è

Fig. 10 Fig. 10

Il sistema infrastrutturale del Sempione (fonte: Fossa, 1996)

(31)

stato interessato da numerosi progetti accomunati dall’obiettivo di far fronte alla sempre più pressante domanda di mobilità a livello metropolitano e di integrazione dell’area milanese nella rete infrastrutturale europea.

Il progetto che ha avuto l’interesse più precipuo negli ultimi anni è stato quello di Malpensa 2000, che ha previsto un consistente ampliamento dell’area aeroportuale con la dotazione di nuovi servizi e che attualmente interessa un bacino d’utenza consistente nei cittadini di tutte le regioni dell’Italia settentrionale e del Canton Ticino. Per fare in modo che l’accessibilità verso l’area aeroportuale rinnovata venga soddisfatta, è stato richiesto un miglioramento di queste condizioni attraverso l’incremento e l’ammodernamento dei collegamenti: i collegamenti ferroviari più importanti che servono a questo scopo sono la linea FNM Malpensa-Busto-Milano che si innesta, attraverso il Passante di Milano, sul Servizio Ferroviario Regionale, e successivamente sulle linee ad alta velocità; i collegamenti di Malpensa con la linea del Sempione, riqualifi cata in seguito al previsto traforo del Lotschberg e, via Lugano, con la linea ad alta velocità del Gottardo.

1.1.4

IL SISTEMA INDUSTRIALE

Il territorio dell’asse del Sempione si presenta agli inizi del XIX secolo con una produttività prevalentemente agricola, basata sulla coltivazione del gelso e sulla bachicoltura, alla quale si affi anca un’attività artigianale tessile. Le vicende belliche che contraddistinguono quel periodo non facilitano l’imporsi di uno sviluppo industriale ordinato. Solo successivamente si riesce a notare come la rete viaria napoleonica del Sempione costituisca una risorsa competitiva per il sistema industriale dell’alto milanese, grazie alla connessione con il centro Europa e allo sviluppo dei commerci internazionali.

A partire dagli anni ’30 del XIX secolo, si assiste ad uno sviluppo di attività produttive, prevalentemente di dimensioni ridotte e quasi esclusivamente nel settore tessile, favorito dalla grande disponibilità di materie prime e di manodopera suffi cientemente qualifi cata e a basso costo. I fattori di sostegno e di defi nizione dei modelli localizzativi dell’industria risultano essere l’organizzazione produttiva stessa dell’agricoltura ed i corsi d’acqua, che a quel tempo costituiscono la fonte di energia più diffusa ed a buon mercato. La maggior parte degli opifi ci si localizza lungo le acque dell’Olona e dell’Arno.

Nella seconda metà dell’800 nasce il settore meccanico, al servizio dell’industria tessile. Questo si sviluppa e si localizza preferenzialmente lungo le ferrovie in quanto necessita di un facile e veloce approvvigionamento del carbone. L’avvento del vapore quale nuova fonte di energia motrice rompe infatti il vincolo localizzativo posto dai corsi d’acqua almeno per parte della produzione.

A cavallo tra l’800 e il ‘900, grazie all’apertura della centrale idroelettrica di Vizzola Ticino, si ha l’avvento dell’energia elettrica, che costituisce una svolta decisiva non solo sul piano energetico, ma anche perché consente una gestione delle fabbriche a costi contenuti e allenta

Fig. 11 Fig. 11

Il sistema dell’accessibilitò verso l’aeroporto di Malpensa

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