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La supplica in Euripide:rappresentazioni drammatiche e pratiche rituali

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Academic year: 2021

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Università di Pisa

Dipartimento di Filologia, Leteratura e Linguistica Corso di Laurea Magistrale in Filologia e Storia dell'Antichità

La supplica in Euripide:

rappresentazioni drammatiche e pratiche rituali

Gloria Mugelli Prof. Andrea Taddei

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Indice

Premessa... 1

1.La supplica: studi generali e concetti fondamentali ...6

1.1Il lessico della supplica e il contato con la preghiera ...7

1.2Il valore della postura e del contato ...11

1.3Gli argomenti del supplice: modi per creare un legame ...15

1.4Il rifuto della supplica ed il rischio della contaminazione...25

1.5La supplica come procedura pregiuridica...30

1.6Il rito nelle immagini: dal sacrifcio alla supplica...35

1.7All'incrocio delle vie: la tragedia...39

2.Il corpo dei supplici... 43

2.1Cadere e supplicare, la postura del supplice in Euripide...45

2.2Le Supplici: tra supplica e luto ...52

2.3Il corpo che cade, polivalenze...63

2.3.1Ai piedi degli uomini: cadere e prostrarsi...64

2.3.2Ai piedi degli dei: cadere e pregare...72

2.4Menelao ed Elena, postura e genere ...79

2.5Il corpo efcace, mostrarsi e nascondersi ...87

2.6Ecuba madre e supplice: il corpo immagine di un legame...93

2.7Il corpo dei supplici: qualche conclusione...102

3.I tempi del rituale... 112

3.1Supplici passivi o aggressivi? Variazioni di ateggiamento...114

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3.3Il supplice seduto e l'immobilità degli Eraclidi ...136

3.4Supplici mobili, supplici immobili...148

3.4.1Oreste προστρόπαιος: i tempi della supplica nelle immagini vascolari...158

3.5Tempi della supplica e tempi tragici...166

4.Spazi dell'efcacia... 177

4.1Per una geografa degli Eraclidi...181

4.1.1Margini dell'efcacia a Maratona...195

4.2La costruzione dello spazio nelle Supplici ...203

4.2.1Margini dell'efcacia ad Eleusi: nel segno delle funzioni femminili ...212

4.3Supplicare ai confni di Atene...222

4.4Ai margini dell'οἶκος...233

4.4.1Andromaca: il supplice e la statua ...236

4.4.2La casa di Eracle, tra supplica e sacrifcio...244

4.5Modi per uccidere (o per salvare) un supplice...255

Conclusioni. La supplica: rituale e tragedia...276

Immagini... 304

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Premessa

Uno studio sul dramma di Euripide che voglia, fn dalle premesse, collocarsi nel solco di una disciplina, l'antropologia storica del mondo antico, non può che ricordare in apertura che il fenomeno della tragedia greca era, per i Greci del quinto secolo, un fato sociale totale1.

Nel corso di questa analisi ci poniamo, quindi, l'obietivo di considerare il testo delle tragedie senza mai prescindere dagli elementi di contesto, guardando alle forme di pensiero ed alle forme di società che hanno prodoto il dramma come forma di espressione.

Parlare di contesto, per il dramma di Euripide, vuol dire tracciare precise coordinate, nel tempo e nello spazio: gli agoni tragici si tenevano, nel quinto secolo, nel teatro di Dioniso ad Atene, nel corso delle feste che la πόλις celebrava in onore del dio2.

Le rappresentazioni drammatiche erano, prima di tuto, uno dei momenti di una celebrazione religiosa in onore del dio del vino e della maschera3. Il pubblico,

scomposto e rumoroso, che nei giorni dedicati agli agoni prendeva posto nel teatro fn dall'alba, portando con sé il cibo e le bevande per tuta la giornata di rappresentazioni, non avvertiva alcuna soluzione di continuità tra i rituali in onore di Dioniso, celebrati nei giorni della festa, ed il momento in cui si

1 Per una storia delle vicende che hanno portato alla defnizione dello statuto epistemologico dell'antropologia storica del mondo antico vd. DI DONATO 1990 e DI DONATO 2013, di cui cfr.,

in particolare, le pp. 25-36, su tragedia greca e pensiero sociale, scrite come prefazione a VIDAL-NAQUET 2002. Dalla collaborazione tra Jean-Pierre Vernant e Pierre Vidal-Naquet sono

nati i primi studi che hanno proposto una letura della tragedia greca come fato sociale totale: VERNANT, J.-P., VIDAL-NAQUET 1972, seguito dal secondo volume, VERNANT, J.-P.,

VIDAL-NAQUET 1986.

2 Per uno studio approfondito sulle feste che ospitavano gli agoni tragici vd. PICKARD

-CAMBRIDGE 1968; per una panoramica generale sul contesto in cui si svolgevano gli agoni tragici vd. anche le fonti raccolte in CSAPO, SLATER 1994, gli studi raccolti in WINKLER, ZEITLIN 1990, SOMMERSTEIN ET AL. 1993 ed in SILK 1998, DI MARCO 2000, pp. 29-50, SOURVINOU-INWOOD 2003, LOSCALZO 2008.

3 Su Dioniso come dio della maschera vd. VERNANT, J.-P., VIDAL-NAQUET 1986, pp. 237-270 in

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rappresentava la tragedia4.

Studiare i rapporti che legano la tragedia alla vita religiosa della Atene del quinto secolo è, di conseguenza, un passo fondamentale per comprendere il fenomeno del dramma antico5.

Molti studiosi si sono concentrati, per rifetere sui legami tra tragedia e religione, sulla dimensione dionisiaca del dramma, e sui rapporti con il dio e con la festa, prestando particolare atenzione al problema delle origini della tragedia ed alle carateristiche rituali della performance tragica6.

In questo lavoro cercheremo, invece, di seguire la linea degli studi che si concentrano sulle carateristiche e sulle funzioni delle pratiche rituali che vengono inserite come elemento delle rappresentazioni drammatiche7.

I motivi che hanno determinato la scelta, per questa rifessione, del rituale della supplica, riguardano principalmente la frequenza e la quantità delle scene che rappresentano il rito nell'intero corpus euripideo, che possono giustifcare, a mio avviso, uno studio che consideri le rappresentazioni della supplica in tragedia come un insieme unico, e che non si debba sofermare sulle funzioni specifche del rito nell'ambito dei singoli drammi.

La maggior parte delle suppliche che ricorrono in Euripide è rappresentata sulla scena. In questo senso ci è sembrato efcace ragionare su come il rito si inserisse

relazione alle Baccanti, e cfr. in particolare VERNANT, J.-P. 1990a.

4 Cfr. in particolare lo studio di LOSCALZO 2008, che si concentra sull'esperienza degli

spetatori del teatro greco, anche in relazione all'aspeto dionisiaco della festa. Sui rapporti tra Dioniso e la tragedia greca vd. anche MASSENZIO 1995.

5 Per uno studio generale sui rapporti tra tragedia greca e religione vd. SOURVINOU-INWOOD

2003.

6 Sul tema dei rapporti tra rituale e tragedia vd. WINKLER, ZEITLIN 1990, la discussione tra FRIEDRICH 1998 e SEAFORD 1998 nella raccolta SILK 1998, EASTERLING 1997, pp. 36-53,

SOURVINOU-INWOOD 2003, GRAF 2006. Si sono concentrati di recente sul problema delle

origini SCULLION 2005, CSAPO, MILLER 2007. Claude Calame, alle cui lezioni sull'aspeto rituale

della tragedia greca ho avuto occasione di partecipare nell'a.a. 2012-2013 presso il centre ANHIMA di Parigi, si concentra sulle caratistiche della voce tragica, ed in particolare della voce corale, in rapporto ai rituali in onore di Dioniso. Vd. in particolare CALAME 1997,

CALAME 1986, CALAME 1999, CALAME 2013.

7 Per una rifessione sulla presenza e sulla funzione dei rituali in tragedia, che discute caso per caso la quasi totalità della produzione tragica tramandata fno ai nostri giorni vd. SOURVINOU-INWOOD 2003. Alcuni studi che si concentrano su singoli drammi sono: ZEITLIN

1965, VERNANT, J.-P., VIDAL-NAQUET 1972, pp. 133-158, REHM 1994, FOLEY 1985, TADDEI 2009a,

DI DONATO 2010.

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nello spetacolo teatrale. La ricostruzione della forma del rituale, quindi, è stretamente legata alle tecniche di rappresentazione del dramma antico, alle carateristiche dello spazio scenico, alle convenzioni che regolavano la recitazione degli atori.

Il rituale risulta, inoltre, stretamente connesso con diversi ambiti della vita quotidiana dei Greci del quinto secolo. La supplica, come vedremo, oltre ad essere un rituale religioso, con una forma ed un signifcato ben defniti, interviene spesso a regolare le relazioni tra gli uomini, nella forma dei rapporti di φιλία e di parentela, e coinvolge di frequente anche alcune delle più importanti istituzioni della πόλις.

La nostra rifessione partirà dal testo della tragedia, l'unica via aperta, e la prima via da percorrere, per gli studiosi moderni del dramma antico. A partire dal testo cercheremo, poi, di ricostruire la messa in scena dei passi che contengono una supplica: il teatro greco è, come dice il nome stesso, un luogo in cui si va per vedere, e gli spetatori sono, prima di tuto, persone che vedono. Considerare la tragedia come spetacolo teatrale ci permeterà di rifetere sulla dimensione visiva della rappresentazione del rituale, nel tentativo di metere a confronto la supplica per come questa appariva in tragedia ed il rito nel suo reale svolgimento8.

Il nostro ragionamento si articola in quatro capitoli, costruiti con l'obietivo di tratare tuti gli elementi che compongono il complesso del rituale.

Nel primo capitolo, di stampo introdutivo, daremo conto delle principali interpretazioni dei moderni sulla supplica. Ogni paragrafo traterà, in particolare, di uno degli aspeti messi in luce dalle diverse linee interpretative degli studiosi, con l'obietivo di getare le basi per una comprensione generale del rito nei suoi diversi aspeti formali. Cercheremo, inoltre, di sofermarci sulle

8 Gli studi che utilizzeremo con più frequenza a proposito della dimensione teatrale della tragedia greca sono: WILES 1997, ROSELLI 2011, DI MARCO 2000, LOSCALZO 2008 per il

fenomeno della tragedia in generale; TAPLIN 1977, TAPLIN 1978, DI BENEDETTO, MEDDA 1997 per quanto riguarda le tecniche drammatiche e la ricostruzione scenica delle singole tragedie; REHM 1988, per quel che riguarda la messa in scena delle tragedie di supplica. Ci saranno utili, inoltre, KAIMIO 1988 sul contato fsico sulla scena tragica ed i due articoli di

Mario Telò sui gesti in tragedia (TELÒ 2002a, TELÒ 2002b).

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principali implicazioni del rituale per il supplice, per il supplicato, per la πόλις. I tre capitoli che seguono entrano, poi, nel merito della supplica rappresentata in tragedia. Abbiamo scelto di rifetere su tre elementi che ci sono parsi fondamentali per il rituale, inteso come sequenza ordinata di gesti e di parole: gli individui che lo compiono, i tempi e i ritmi previsti dall'azione rituale, gli spazi ed i luoghi che vengono coinvolti9.

In ognuna delle tre sezioni, che hanno diretamente a che fare con il testo dei drammi di Euripide, cercheremo di non allontanarci mai dalla tragedia, considerando, nei limiti del possibile, i trati fondamentali della trama. Ogni capitolo sarà costituito, quindi, da paragraf di commento a singole scene di supplica, selezionate perché particolarmente signifcative per rifetere sugli aspeti su cui ci si concentrerà di volta in volta.

Sarà utile, in qualche caso, incrociare i dati che emergono dalla tragedia con quelli ricavati da altre fonti, in particolare l'epica omerica, le opere degli storici e le rafgurazioni vascolari.

Il capitolo secondo, che ha per tema il corpo dei supplici, traterà del valore della postura e del contato fsico in tragedia, considerando i gesti ed i movimenti dei personaggi che compiono il rituale. Prenderemo in considerazione, in particolare, due carateristiche del corpo del supplice: la sua natura di immagine polivalente, che genera negli spetatori associazioni diverse, e la sua streta relazione con la linea di efcacia del rituale.

Utilizzeremo la nozione di “immagine” in un senso che è legato al metodo della polyvalence des images, teorizzato da Louis Gernet per lo studio della leggenda greca come documento di protostoria sociale10. Cercheremo di studiare, in

particolare, le associazioni evocate nella mente dello spetatore dall'immagine del corpo del supplice che cade ai piedi di qualcuno11. Meteremo quindi in

9 Per gli elementi fondamentali che compongono qualisiasi rituale vd. GERNET, BOULANGER

1932, 163–195.

10 Sul metodo della polyvalence des images vd. gli inediti di Louis Gernet pubblicati in GERNET

2004. Sugli studi di Gernet sulla leggenda greca vd. DI DONATO 1990, pp. 119-130, DI DONATO

2013, pp. 47-53. Per una applicazione del metodo della polivalenza delle immagini all'epica vd. la raccolta di studi TADDEI, MARRUCCI 2007.

11 Il procedimento dell'associazione di immagini è stato ideato da Gernet nel contesto del 4

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rapporto il frammento del rituale rappresentato in teatro con immagini simili, rintracciabili in tragedia, nel mito, ma anche e sopratuto nell'esperienza quotidiana degli Ateniesi del quinto secolo.

Nel capitolo terzo trateremo della resa in tragedia dei tempi del rito. Proveremo a suddividere lo svolgimento della supplica in momenti diversi, per considerare ognuno di questi momenti con i suoi ritmi e le sue diverse implicazioni.

Rifeteremo sul modo in cui i tempi della supplica sono infuenzati dalle convenzioni drammatiche della messa in scena, e cercheremo di capire, anche atraverso la comparazione con le scene di supplica di una particolare serie iconografca, come i diversi momenti del rituale siano utilizzati di volta in volta per costruire scene diverse, anche in rapporto all'ateggiamento del supplice e alle intenzioni del supplicato.

Nel quarto ed ultimo capitolo trateremo, infne, degli spazi del rituale, in rapporto con gli spazi della scena tragica. Cercheremo di analizzare le corrispondenze tra la gestione dello spazio prevista dalla supplica e la costruzione drammatica degli spazi visibili ed invisibili per gli spetatori.

Trateremo, in particolare, delle suppliche che si svolgono nei luoghi a margine della πόλις di Atene e di quelle che, invece, coinvolgono gli spazi dell'οἶκος. Ci concentreremo quindi sul modo in cui la scelta del luogo in cui supplicare sia diretamente connessa con le carateristiche e con le esigenze dello spazio scenico in tragedia ma anche, e sopratuto, con le principali linee di efcacia del rituale. Il quarto capitolo si concluderà con un paragrafo che segue diretamente il ragionamento sugli spazi dell'efcacia, ma se ne distacca in parte. Trateremo, in conclusione, dei modi utilizzati in tragedia per minacciare un supplice di morte, in particolare la messa a morte per fame ed il rogo, e, infne, dell'interferenza tra la morte del supplice, immaginata come morte all'altare, e l'uccisione sacrifcale.

metodo della polyvalence des images, come strategia per studiare la leggenda. Gernet ha studiato le immagini del mito sia dal punto di vista delle connessioni, rapporti tra immagini dello stesso episodio, sia dal punto di vista delle associazioni, cioè la sovrapposizione ed il confronto di immagini di miti diversi.

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