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II Capitolo National Rifle Association: la lobby, la gun culture, il genere

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II Capitolo

National Rifle Association: la lobby, la gun culture, il genere

In questo capitolo mi propongo di esplorare più da vicino il panorama americano

dei cosiddetti gun enthusiasts. A questo scopo, ritengo opportuno prendere come

esempio un importante polo di attrazione in questo panorama, la National Rifle

Association (NRA) la cui leadership recente ha posto un’enfasi notevole su quella

che è considerata la mission principale di questa istituzione: la difesa

costituzionale e politica dei diritti individuali sanciti dal Secondo Emendamento.

Trovo che questo obbiettivo non riguardi soltanto aspetti giuridici, costituzionali o

politici, ma metta in luce anche degli elementi che confluirebbero in un discorso

culturale sulle armi e sulla storia americana. Ciò che viene definito gun culture,

cioè l’interesse per le armi, è sostenuto da una mitizzazione della storia e delle

figure rivoluzionarie e si assume che tale cultura delle armi costituisca un

elemento fisso nella storia americana. In questo quadro è centrale l’idea che il

Secondo Emendamento sancisca delle libertà individuali su cui il governo federale

non deve porre delle restrizioni.

1

1

<<If the gun culture has an institutional home, it is the National Rifle Association. The NRA is a large, diverse organization whose members hold a range of views. The leadership, however, adduces a more unified message. (...) These leaders consistently cast themeselves as defenders of the people – by which they mean the gun culture – against its enemies, who would steal the people’s guns, leaving it prey to enslavement. Perhaps the three most prominent personalities in the modern NRA have been Tanya Metaska, Wayne LaPierre, and Charlton Heston, all of whom have held various leadership position in the organization. (...) Metaska and LaPierre proffer a sustained analysis of the Second Amendment, and they exhibit the familiar slide from libertarianism to populism. Metaska explains, “The Second Amendment marks the property line between individual liberty and state sovereignty” (...) Similarly, LaPierre argues that the Second Amendment reflects George Mason’s “deep-set belief that the individual armed citizen was the key to protection against government excesses and in defence of freedom”. (...) Metaska and LaPierre agree that only those who protect the Framers’ Second Amendment legacy are part of this true and organic American people. As does the gun culture generally, NRA leaders claim cultural primacy because of their perceived special connection to the Founding Fathers. (...) Those who agree with the NRA are thus faithful children of the Fathers, truer sons and daughters than those

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Sull’interferenza del gun control governativo, emerge uno snodo importante che

ci aiuta a individuare il posizionamento teorico-politico della NRA: se da una

parte nel corso della sua evoluzione storica questa organizzazione ha supportato

politiche di regolamentazione, dall’altra il ruolo del governo, da un certo punto in

poi, ha cominciato ad essere percepito come una minaccia agli interessi

individuali e legittimi di quei cittadini che possiedono armi senza necessariamente

farne un uso criminale.

Dal punto di vista storico-culturale, sembra che sia una certa parte di

popolazione maschile e bianca a essere ritenuta la legittima erede di valori

considerati propri della storia e della cultura americana, quali ad esempio gli ideali

di libertà e indipendenza. Tuttavia, NRA si è anche confrontata negli ultimi

decenni col problema sociale della gun violence, particolarmente acuto negli Stati

Uniti, e con le sue diverse declinazioni, dotandosi di un impianto retorico volto

alla strenua difesa dei gun rights: i cittadini e le cittadine rispettosi della legge,

spesso non potendo contare su un intervento tempestivo e efficace delle forze

dell’ordine, devono poter essere in grado di difendersi dagli attacchi alla loro

abitazione, proteggere la famiglia e la propria vita.

who have left the ways of the people. (...) By contrast, La Pierre deploys rhetoric that will alert members of the gun culture that he is talking about them. Most saliently, he condemns their traditional enemies. Repeatedly, he condemns gun control as a scheme by liberal elites who do not care about the need of ordinary Americans, that is, the people. (...) According to LaPierre, on the subject of gun control and Second Amendment rights, the American people as a whole agree with the NRA rather than with the media and other liberal elities. As a result, in his writing the NRA emerges as the people’s advocate against a distant minority bent on subverting their fundamental freedoms.>> D.C. Williams, The Mythic Meanings of the Second Amendment, pp. 180-183

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1) National Rifle Association: cenni storici

Come accennato in precedenza, la NRA venne fondata a New York nel 1873 in

seguito all’esperienza della Guerra Civile, probabilmente il primo conflitto su

larga scala combattuto con armi capaci di colpire gli obiettivi a lunga distanza

prefigurando, per la sua portata mortifera, le guerre mondiali sul suolo europeo.

Durante la guerra civile emerse nondimeno una generale impreparazione delle

truppe del nord rispetto a quelle del sud nel maneggiare armi di precisione come i

fucili, abituate a uno schema tattico che prevedeva un’iniziale scarica di

cannonate seguita da uno scontro ravvicinato con la baionetta. La NRA in una

prima fase ebbe proprio tra i suoi compiti la promozione e l’avanzamento delle

capacità di soldati e civili nel maneggiare fucili e saper sparare a un obbiettivo, sia

a scopo ricreativo che militare. Si trattava di un programma di addestramento che

fino a quel momento non era stato adottato né dall’esercito regolare né dalla

guardia nazionale.

2

I suoi fondatori furono il Generale George Wingate, il

Colonnello William Conant e il Luogotenente William C. Church, uomini di

guerra desiderosi di porre rimedio a questa lacuna nell’addestramento delle forze

2 <<The National Rifle Association of America exists as a direct result of the Civil War. At the

start of the war, hundreds of thousands of men were taken into service simultaneously. Because of the agrarian economy of the South, the proportion of good marksmen in the Southern forces was much higher than in the relatively urban North. Yet the Union Army, training in marksmanship was almost non-existent. (...) Firing unaimed volleys, followed by closing with the bayonet, was still thought to be the proper tactics for infantry troops. Rifles had previously been issued only to skirmishers and snipers. The Civil War was the first large conflict in which the line infantryman was equipped with accurate, long range weapon. (...) In spite of the lessons of the Civil War, there was no regular target practice in either the Regular Army or the National Guard. (...) The Army, incredible as it sounds, did not even have a manual for target practice. In the West, most “regulars” learned to shoot by hunting or by informal instruction by interested officers.>> F.E. Leddy, The

National Rifle Association: The Evolution of a Social Movement, Dissertation, Doctor of

Philosophy in Department of Sociology & Anthropology, Fordham University, University Microfilm International, 1986, pp.68-72

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4

americane e di promuovere anche l’uso del fucile a scopo sportivo-ricreativo,

creando una struttura capillare sul suolo americano fatta di clubs affiliati a un

organo nazionale, costruendo arene di tiro al bersaglio nelle città, stipulando un

programma di competizioni regolari, nonché un campionato nazionale dal

regolamento standardizzato, cercando supporto finanziario da parte del governo

sottoforma di forniture di fucili, equipaggiamenti e premi.

3

La NRA è fin dai suoi

albori non solo un’organizzazione fondata a scopi di addestramento militare, ma

anche un’istituzione che cerca di coinvolgere i civili nel tiro competitivo col

fucile, arrivando ad attirare l’attenzione anche a livello internazionale. Sul finire

del secolo entrambi gli scopi vengono raggiunti: l’interesse dei cittadini nei

confronti delle attività proposte cresce significativamente e manuali di tiro di

precisione vengono adottati dall’esercito proprio sulla base di materiale

pubblicato dalla NRA.

4

Fino allo scoppio della Prima guerra mondiale il governo federale continua a

appoggiare la NRA nel suo obiettivo di incrementare la familiarità dei civili con

armi generalmente utilizzate nell’ambito militare, in modo da formare dei cittadini

ben addestrati e pronti a prestar servizio. Negli anni Trenta le attività

dell’associazione risentono delle ristrettezze economiche del periodo, ma non per

questo si arrestano: mentre il programma di insegnamento di tiro al bersaglio col

fucile viene ridotto, aumenta la popolarità di armi da fuoco di minor calibro.

5

Anche negli anni Quaranta la NRA è coinvolta nei preparativi di guerra,

specialmente nel momento in cui si teme un’invasione da parte del Giappone. Una

3 Ivi, p. 75 4 Ivi, pp.80-81 5 Ivi, p. 90

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5

volta passato l’allarme, gli incentivi e i rifornimenti di munizioni per

l’addestramento di civili subisce un calo e l’assistenza della NRA nella

preparazione al conflitto perde d’importanza. Nondimeno i programmi di

allenamento nel tiro di precisione continuano durante e dopo la guerra con un

ritorno di manifestazioni competitive. In questo periodo la NRA cerca di

coinvolgere tra i propri affiliati un importante gruppo di proprietari di armi da

fuoco, i cacciatori, gruppo tradizionalmente tralasciato in favore dell’allenamento

e addestramento di soldati e civili. Nel secondo dopoguerra emerge infatti la

necessità – dato l’incremento di uomini dediti alla caccia, addestrati però a sparare

nell’ambito dell’esercito con tecniche non adeguate allo scopo – di inserire un

programma specifico di insegnamento dell’uso di armi legato a tecniche di

caccia.

6

È a partire dagli anni Sessanta e Settanta del Novecento che la NRA comincia

ad assumere un ruolo nel panorama politico statunitense, mantenendo le

caratteristiche di istituzione promotrice di attività ricreative e assumendone delle

nuove. Alcune ricerche mettono in luce proprio una svolta cruciale che in questo

decennio porta alla trasformazione – non immediata, né lineare

7

– della NRA in

6 Ivi, pp. 93-95

7 <<After President Kennedy’s assassination, gun control sentiment rose and the media looked to

the NRA to retort calls for more restrictive firearms legislation. In response, the NRA noted, “Never before has there been such a wave of anti-firearm feeling or such vocal and almost universal demand for tighter controls over the mail-order sale of guns” (Howe, Jenuary, 1964:14). This observation preceded an official NRA statement on gun control views, which affirms that the organization opposes any governmental licensing or registration, among other things. In 1965, separate articles show that the NRA continues to have mixed emotions about gun control, with one piece referring to the problem of “overly” restrictive firearms legislation and another discussing the “vital part” that concealed firearms play in crime in some areas (...) Supporters of gun control, in Congress and the budding gun control movement, argued that more restrictive firearms legislation was needed to prevent further killings (...) The NRA put forth a new counterargument to gun control: enforce the current laws instead of creating new ones.>> S. A. Melzer, The

National Rifle Association: Conservative Politics and Frontier Masculinity, Dissertation, Doctor

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6

movimento sociale e politico promotore dei gun rights e di istanze

individualistiche generalmente ostili o scettiche nei confronti dell’intervento

regolativo del governo federale. Non si tratta, lo sottolineiamo, di un passaggio

immediato. Le origini dell’attuale dibattito sul gun control risiedono in questi anni

cruciali in cui il Presidente Johnson richiama alla necessità di maggiori restrizioni

alla vendita di armi da fuoco in seguito all’assassinio del suo predecessore

Kennedy. Le misure incontrano un generale consenso, dati i conflitti sociali e

politici che scuotono la società americana in questi anni: le restrizioni operate dal

governo federale in questa fase non rappresentano ancora motivo di sdegno o

ribellione, salvo garantire che simili restrizioni atte alla prevenzione del crimine

non vengano a intaccare le libertà costituzionali dei cittadini di possedere le

proprie armi per scopi ricreativi.

8

Il contesto sociale e politico intorno alla

presidenza Johnson è però tutt’altro che sereno: se l’amministrazione democratica

cerca di portare avanti le riforme sociali lanciate nel programma della Great

Society, l’evoluzione della guerra del Vietnam e il massiccio coinvolgimento degli

8

<<Contemporary debate over gun control began in the 1960s, when President Johnson called for restrictions on firearms sales in the wake of President Kennedy’s assassination. The National Rifle Association (NRA) was easily able to spur opposition to the proposed measures. In the 1950s and 1960s, guns were popular, distributed by the government, and glamorized by the media. Even so, there was significant public support for gun control. And the case for gun control grew in urgency in the next several years as the nation was shaken by civil rights conflict, riots in the nation’s cities, rising crime rates, campus slaying, and struggles over Vietnam war – conflicts that imbued guns with a variety of racial meanings. In 1968, with the assassinations of civil rights leader Martin Luther King, Jr., and presidential candidate Senator Robert Kennedy, Congress was ready to impose restrictions on certain classes of purchasers and to bar the interstate mail order sale of guns. In the 1960s, it was a matter of ordinary professional reason that Congress hat power to adopt restriction of this sort. (...) The civil rights concerns of the bill’s proponents were unmistakable. “President J.F. Kennedy was murdered by a rifle. Martin Luther King was murdered by a rifle. Medgar Evers was murdered by a rifle,” the cowboys emphasized, while reassuring the TV audience that the bill’s purpose was “not to deprive the sportsman of his hunting gun” nor deny to “ any responsible citizen his constitutional right to own a firearm”. At this point even the NRA was prepared to support federal gun control laws, and Congress enacted two rounds of legislation in 1968 restricting high-risk purchasers, prohibiting sale of firearms through the mail, barring import of certain guns, and creating the Bureau of Alcohol, Tobacco, and Firearms within the Treasury Department.>> R.B. Siegel, Dead or Alive: Originalism as Popular

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7

Stati Uniti portano a un ridimensionamento della spesa indirizzata alle riforme. Il

che si traduce in una mancanza di fiducia da parte dell’opinione pubblica che vede

l’inasprirsi del conflitto sociale e un aumento di livelli di criminalità. Si comincia

a pensare negli ambienti conservatori che le misure di gun control fin’ora attuate

siano insufficienti: occorre una legislazione più severa che punisca duramente i

criminali e riporti l’ordine, stringendo l’amministrazione Johnson nell’agenda del

law and order. Il risultato è il Gun Control Act del 1968, che sarà considerato da

molti una morsa conservatrice ai diritti connessa ad una criminalizzazione

generale del cittadino che intende procurarsi un’arma da fuoco per scopi

legittimi.

9

L’opposizione al Gun Control Act derivante da queste considerazioni verrà

abbracciata anche dalla NRA, significativamente non in termini di

contrapposizione alla politica del law and order, ma comunque insofferente della

risultante equiparazione tra cittadini rispettosi della legge e criminali: è in questi

ambienti che si va configurando un discorso politico che coniuga la

rivendicazione di un diritto individuale al possesso di armi accompagnato da una

certa ostilità nei confronti delle politiche di governo in merito.

10

Non è

9 <<The Gun Control Act of 1968 seeks to prevent certain classes of people from purchasing

firearms and to make it easier for law enforcement to trace guns used in crimes. (...) Writing to the Court, Justice Kagan began by describing the federal statutory scheme created by the Gun Control Act, noting its principal purpose is “to prevent guns from falling into” certain dangerous hands. To accomplish this goal, the Act “established a detailed scheme to enable the [federally licensed] dealer to verify, at the point of sale, whether a potential buyer may lawfully own a gun”. In addition the statute imposes certain recordkeeping obligations on the dealer “to enable federal authorities both to enforce the law’s verification measures and to trace firearms used in crimes.”

Gun Control Act of 1968 – Material Misrepresentation – Abramski v. United States, Harward Law

Review, 2014. pp. 391- 393

10 In the early 1970s, gun control initiatives continued to gather support, spurred on by

assassination attempt that crippled presidential candidate George Wallace in 1972 (...) As importantly, in this period, gun control initiatives were supported by an uneasy coalition of law and order conservatives and civil rights leadership. (...) But resistance to gun control was growing in the 1970s, both among right activists and in the public at large (...) The NRA pointed to this

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8

probabilmente un caso che tali considerazioni emergano in un momento storico in

cui si sta facendo strada il pensiero politico-economico neoliberista che ripensa il

ruolo dello Stato e l’idea di libertà individuale, per cui il governo deve creare sì un

contesto socio-economico ordinato, ma in cui gli individui possano muoversi

liberamente senza interferenze o limitazioni governative. Significativo appare

allora che proprio in questa congiuntura si cominci a far strada un’interpretazione

individualista del Secondo Emendamento (come esposto in precedenza) e che

proprio Reagan arrivi a esprimere la sua opposizione al gun control in termini

costituzionali. Per quanto riguarda da vicino la NRA, negli anni Settanta avviene

una rifondazione della politica dell’organizzazione volta proprio a sfidare gli

elementi non ostili al gun control: in effetti, questo cambiamento di mentalità

venga percepito dai suoi promotori come una nuova “rivoluzione” di patrioti

contro l’invadente potere del governo federale.

11

La metamorfosi della NRA da organizzazione a scopo quasi esclusivamente

ricreativo a una fucina di idee politiche ostili alle limitazioni da parte dello stato

shift in public support when President Ford proposed more modest restrictions on the sale of inexpensive handguns(...) Whit the continuing rise in crime rates, a conservative insurgency in the NRA questioned the organization’s willingness to support even moderate forms of gun control. In 1975, Harlon Carter, head of the NRA’s newly created Institute for Legislative Action (ILA), testified against a bill that would tighten federal handgun regulation. His remarks sharply differentiated “law abiding...gun owners” from a different group of Americans whom Carter called “criminals” (...) Opposition to gun control was now expressed in law and order frames. The argument for gun rights divided society into two classes – citizen and criminal – and demonstrated deep estrangement from Great Society Government. The gun rights argument did not presume the innocence of the poor or the innocence of the accused. Like law and order discourse, the gun rights claim called for individual accountability and asked government to deliver security – not social justice. Unlike law and order discourse, the gun rights claim voiced a libertarian spirit that was increasingly hostile to the government in any guise.>> R.B. Siegel, Dead or Alive: Originalism as

Popular Constitutionalism in Heller, cit. pp. 207-209

11 <<Harlon Carter and Ronald Reagan were harbingers of change. Within two years, conservative

members of the NRA led by Carter and comrade Neal Knox conducted what insurgents called a “revolt at Cincinnati”, challenging incumbent NRA leaders who supported incremental forms of gun control regulation. (...) The insurgents understood the constitutional struggle through the prism of American Revolution (...) In the revolt of Cincinnati, Harlon Carter and his compatriots had established the fundamentals of the NRA’s new constitutional politics>>Ivi, p. 211

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9

federale è sul punto di compiersi: i gun rights appartengono ai cittadini “onesti” e

“responsabili” e il fatto che il governo possa prevenire il crimine restringendo tali

diritti è visto con crescente diffidenza e ostilità. Emerge e s’impone l’idea che una

soluzione efficace dei problemi sociali legati al crimine e alla violenza causata

dalle armi da fuoco – gun violence – non passi attraverso misure restrittive di

prevenzione attuate dal governo ma, da un lato, facendo sì che la possibilità dei

cittadini di difendersi non venga compromessa da tali leggi, dall’altro, auspicando

pene certe e severe per crimini commessi con armi da fuoco, delineando così una

netta linea di demarcazione tra cittadini “onesti” e “criminali”.

12

Che questa

visione sia ormai consolidata in alcuni ambienti repubblicani, dove si sono cercate

e strette alleanze con la lobby e dove si mobilitano think tanks in cerca di una

giustificazione giuridica- costituzionale di un diritto individuale dei cittadini

sancito dal Secondo Emendamento, lo dimostra l’opposizione di queste forze a un

nuovo tentativo di far passare misure di gun control attraverso il Brady Bill da

parte dell’amministrazione di Bill Clinton negli anni Novanta.

Brady Bill fu un atto

del Congresso emanato il 5 Gennaio 1993 volto a imporre un periodo di attesa precedente

12 <<In the fall f 1975, Viguerie, working with California State Senator H.L. Richardson, fonde

Gun Owners of America (GOA) and soon after celebrated his direct mail fundraising success, identifying “[g]un enthusiasts a[s] one of the great untapped money markets for the new right. (...) A GOA solicitation letter signed by Richardson warned that “if the criminal element knew we could not legally own firearms to protect our families and our property,... crime would be double”, urging “that ‘radical’, ‘gun grabbing’, ‘soft on crime’ politicians must not be allowed to destroy our Constitution and unleash what could well be most terrifying crime wave in modern history (...) GOA began spending money raised by Viguerie’s direct mail campaign in support of political candidates who supported gun rights. At the same time, Viguerie began fundraising on an even larger scale for the NRA, and worked with Harlon Carter of the ILA to build a political donation committee for the NRA modelled on GOA. (...) Together, this emergent coalition helped transform the Republican Party platform on so-called “social issues”, including gun control and the Second Amendment (...) In 1976, Reagan narrowly lost the Republican nomination to Gerald Ford, and the party’s platform adopted a different approach to gun control and the Constitution: “We support the right of citizens to keep and bear arms. We oppose federal registration of firearms. Mandatory sentences for crimes committed with a lethal weapon are the only effective solution to this problem. Statist law and order talk of the Nixon era gave way to the more libertarian law and order talk of the New Right, of the kind that Reagan, Harlon Carter and Viguerie were developing.>> R.B. Siegel, Dead or Alive: Originalism as Popular Constitutionalism in Heller, pp. 214-215

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10

l’acquisto di una pistola - handgun - e per stabilire un sistema nazionale di controllo per

rilevare eventuali atteggiamenti criminali nel compratore (il cosiddetto “criminal

background check system”) di cui il venditore potesse usufruire prima dell’atto di

vendita. Si tratta dunque di una legge che tentò di mettere a disposizione strumenti di

prevenzione del crimine sulla base della verifica dell’identità e degli atteggiamenti del

compratore. L’acquisizione dell’arma da fuoco da parte del cliente sarebbe potuta

avvenire previa verifica da parte del sistema di controllo. Tra le altre disposizioni si

proibiva la compravendita di armi che non rispondessero alla definizione di “handgun”

13

The passage of incremental gun control legislation early in Clinton’s administration worked to provoke and mobilize the NRA, first to oppose the legislation and then to press for its repeal – an aim the NRA pursued by joining forces with House Speaker Newt Gingrich and the Republican Party. The Republican victory in the 1994 election was credited in significant part to the NRA’s “massive effort... to punish Democrats who supported the Brady handgun law and the crime bill including a ban on assault weapons”14

La saldatura tra partito Repubblicano e NRA contribuisce a questo punto a una

precisa definizione dell’universo americano dei sostenitori dei gun rights: da un

punto di vista politico, ci si oppone ai tentativi di prevenzione e controllo da parte

del governo federale, mentre da un punto di vista culturale si proclama l’eredità di

quei valori (tradizionali) repubblicani e rivoluzionari che conferiscono legittimità

ai cittadini armati in ribellione contro un governo tirannico. Leaders della NRA

come Charlston Heston e Wayne LaPierre contribuiscono negli anni Novanta alla

trasformazione del profilo sociale e politico della NRA assumendo una visione

individualista del Secondo Emendamento e proclamando la missione difensiva

dell’associazione delle libertà costituzionali ivi garantite; auspicando la

13 v. https://www.congress.gov/103/bills/hr1025/BILLS-103hr1025enr.pdf

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11

trasmissione alle future generazioni l’importanza delle tradizioni che legano i gun

owners di oggi con i padri fondatori e i pionieri.

Per quanto riguarda la sua opera di propaganda politica, la NRA connette ogni

tentativo federale di porre restrizioni con la ben più antica minaccia alle libertà dei

coloni da parte dell’impero britannico, abbracciando dunque una retorica basata

sull’autosufficienza economica e sociale dell’individuo.

2) Gun culture: miti storici, mascolinità e individualismo

Presentando caratteristiche di un movimento sociale che riesce a esercitare una

forte influenza politica intorno al dibattito sul gun control e costituendo, per

Leddy, l’unica ragione per cui negli Stati Uniti sia stato impossibile far valere

misure di gun control – ad esempio, obbligo di licenza e restrizioni sul tipo di

arma da far circolare in mani private

15

- la NRA rappresenta il punto di

riferimento di cittadini e cittadine americani che intendono imparare a maneggiare

un’arma per svariati motivi

16

. La lobby si rivolge in modo efficace al pubblico di

gun enthusiasts attraverso la sua offerta formativa sull’utilizzo di armi da fuoco in

contesti diversificati. In questo ambiente viene elaborata una particolare

concezione della storia degli Stati Uniti e delle sue figure: l’epopea della frontiera

e il periodo rivoluzionario, l’opera costituente dei Padri Fondatori rappresentano

15

Ivi, p. 1

16

<<At one point, I asked him if there was another method to learn gun safety besides basic NRA training, or if there was another organizations that taught introductory classes. He seemed somewhat puzzled by the question and said that there were other ways to learn, but “Why would you need another organization besides the NRA to learn gun safety?” I didn’t really have an answer formulated at the time, and we quickly moved on to more basics. The NRA’s basic safety rules and regulations as well as their training manuals and classes so dominate the world of shooting that beginners rarely look elsewhere unless they have ready access to a community of shooters already.>> A. Kohn, Shooters. Myths and Realities of America’s Gun Cultures, cit. p. 23

(12)

12

argomenti utilizzati per rafforzare l’idea che l’arma da fuoco sia qualcosa di

inscindibile dalle tradizioni, dai valori di indipendenza e libertà e dall’idea di

cittadinanza. Le figure dei Padri Fondatori sono come esempi “archetipici” di

virtù e risolutezza di cui molti moderni gun owners si sentirebbero i legittimi

eredi.

17

Per i gun enthusiasts, dunque, è difficile che le armi siano oggetti neutri

cui non venga attribuito qualche significato particolare. Al contrario, esse si

dimostrano potenti veicoli di valori storici, sociali e culturali che variano a

seconda del soggetto che le utilizza e il contesto in cui vengono usate. Non

mancano in effetti filoni di studi sul tema gun culture che si servono di un

approccio antropologico per mettere in luce la molteplicità di scopi e motivazioni

che ruotano intorno alla passione per le armi da fuoco.

18

Nondimeno, la gun

culture può essere osservata come una gamma di valori condivisibili da tutti i

cittadini e cittadine che possiedono un’arma e che ne fanno un uso “legittimo”:

per molti americani possedere una pistola o un fucile non significa soltanto

coltivare uno sport, un interesse o incrementare il proprio senso di sicurezza

personale, ma scatena un senso di attaccamento, che è conseguenza della

costruzione di un’identità.

19

17 <<Historical events loomed large when discussed the relationship between guns and freedom.

Being able to own guns at all is seen by many gun enthusiasts as a basic freedom that Americans can enjoy; shooters understood gun ownership to be a key aspect of citizenship under a democratic government. Some shooters suggested that this is one of the freedoms that was fought for during the American Revolutionary War (...) gun are understood to symbolize freedom. Firearms guarantee freedom in the most literal sense: they were used by citizens to fight and win the war of Independence and thus “made” Americans free (...) Shooters sometimes alluded to the idea that they are indeed carrying on an honourable tradition in American history by honing their marksmanship and enjoying the practice of shooting in general..>> ivi, 62-63

18 Si veda A.A. Kohn, Shooters. Myths and Realities of America’s Gun Cultures, New York,

Oxford University Press, Inc., 2004

19

<<The term “gun culture” refers to the sentimental attachment of many Americans to firearms. This attachment is rooted in the connection between guns and the country’s early struggle for survival and independence, the frontier experience, the hunting and the sporting ethos, and the cultural tradition that has grown up about these experiences. (...) Opponents of gun control,

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13

Tra gli elementi che contribuirebbero ad accrescere il senso di appartenenza a

questa cultura delle armi, vi è quello geografico: è stata in effetti individuata una

spaccatura geografica e sociale tra americani per i gun rights e americani per il

gun control, dove il primo gruppo si collocherebbe lontano dai grandi centri

urbani, nelle zone rurali, mentre il secondo è inquadrabile, appunto, nelle grandi

città animate dal multiculturalismo, per questo percepite solitamente come la culla

dell’élite politica e intellettuale e di una cultura avversa allo stile di vita

tradizionale americano che comprende le armi da fuoco.

20

Nel suo studio sulle origini della NRA come movimento sociale, Leddy

dedica un certo spazio proprio al concetto di adversary culture, vale a dire,

l’attitudine di nuovi gruppi sociali di cittadini americani, emersa dopo le guerre

mondiali, verso il rifiuto e la contestazione delle rappresentazioni culturali

tradizionali della società americana – tra cui la celebrazione della mascolinità e

autonomia dell’uomo di frontiera – cioè proprio di quei miti su cui è basata la

retorica della lobby e che sarebbero nell’attuale scenario culturale americano in

larga parte tramontati.

21

Tra le ipotesi mosse da Leddy vi è infatti quella che, alla

including the NRA, deliberately cast the gun control issue in moral terms to evoke fundamental and personal values underlying the gun culture. The values associated with the gun culture are ideologically related to individualism and opposition to governmental intrusion into private citizens’ lives>> R.M. Wolpert, J.G. Gimpel, Self-Interest, Symbolic Politics, and Public Attitudes

toward Gun Control, in Political Behaviour, Vol. 20, No. 3, Springer, 1998, cit. p. 244

20

<<A Wall Street Journal editorial sees gun ownership as a major cultural division: ‘The real pressure for gun control comes from cosmopolitan America, which sees it as the plainest common sense. The real resistance comes from the redoubts of bedrock America, which sees gun control as another symptom of encroachment by a new culture’.>> E. Mottram, ‘The Persuasive Lips’: Men

and Guns in America, the West, in Journal of American Studies, vol. 10 No. 1, Cambridge

University Press on behalf of the British Association for America Studies, 1976, cit. p. 57

21 << The National Rifle Association image is often dismissed contemptuously as “macho” by

members of the adversary culture. The Western hero described at the start of this section is viewed as an outdated, regressive remnant of the past. Adherents of adversary culture, characteristically do not value the coarseness, self-reliance, and physical aggressiveness symbolised by the frontiersman>> E. F. Leddy, The National Rifle Association: the evolution of a social movement, cit. p. 44

(14)

14

base dell’evoluzione della NRA a movimento sociale, vi sarebbe proprio la

reazione scatenata dall’attacco mosso dall’adversary culture ai miti della cultura

tradizionale

22

. La spaccatura sulla gun culture, che sembra dividere gli americani

proprio sulla scelta di valori in cui identificarsi, riguarda più livelli: abbiamo già

osservato come anche solo l’interpretazione del Secondo Emendamento

rappresenti ancora oggi un problema, non solo accademico, che influenza il

dibattito tra sostenitori dei gun rights e i loro avversari a favore del gun control. In

questo ambito la NRA, in accordo coi propri interessi, sostiene strenuamente la

concezione che la Costituzione americana difenda esplicitamente il diritto dei

privati di tenere e portare le armi.

23

La frontiera, lo spazio selvaggio da “addomesticare” costituisce, oltre che un

vero e proprio paradigma interpretativo del processo di “americanizzazione” , uno

scenario storico utile alla celebrazione di una retorica individualistica che

appartiene a un’organizzazione impegnata, sul piano politico e giuridico, a

difendere quelli che sono ritenuti diritti individuali – per quanto l’interpretazione

del Secondo Emendamento rimanga controversa – fondamentali e universali, dal

momento che sono contenuti nella carta costituzionale. L’opposizione al gun

control non rimane confinata sul piano politico, ma scatena il proprio senso di

appartenenza a una comunità portatrice di una certa eredità del passato: il

22 <<The frontiersman image and attitude also helps to account for some of the opposition to the

National Rifle Association which has come into existence in the post World War II period. There is now a large and influential group which rejects the frontier ideals of the National Rifle Association. It is my thesis that an attack on gun ownership, led largely by this new group, has caused the National Rifle Association to react and become a social movement.>> ivi, p. 35

23 <<Gun control opponents, including the NRA, constantly stress that the Second Amendment

guarantees an inalienable right to bear arms (Spitzer, 1995). The idea that the Constitution protects the right to bear arms may help legitimize the self-interested claims of gun owners against restriction on gun rights>> R.M. Wolpert, J.G. Gimpel, Self-Interest, Symbolic Politics, and Public

(15)

15

desiderio di indipendenza dei Padri Fondatori e quello di misurarsi

individualmente con le sfide ambientali e sociali, alla stregua dei pionieri che

hanno conquistato il West

If the National Rifle Association were to portray itself as a symbolic person, he would be a pioneer heading west with a rifle. He is self-reliant, morally strong, and competent. He is also peaceful by preference, but ready to defend himself from attack. He believe in personal rather than collective responsibility. He is not against government but sees its role as subordinate and supplementary to individual personal efforts. He opposes the arbitrary abuse of government power but is openly patriotic.24

L’esaltazione dell’ambiente e dello stile di vita della frontiera, che richiedono

l’adattabilità e l’autosufficienza dell’individuo, sono tra i termini su cui si

costruisce una certa immagine ideale di cittadino americano che è possibile

rilevare in pubblicazioni periodiche indirizzate al grande pubblico di gun

enthusiasts, come Guns&Ammo

Rugged individualism posits that humans were intended to exercise liberty through natural law (e.g., Nietzsche 1888/1967); that is, individual freedom is God granted and inalienable. From this view, governments and their laws are restrictive mechanisms that hamper freedom of expression and action. (...) In the text examined, perhaps nowhere was this sentiment expressed more strongly than in the pages of Guns&Ammo. Editorials, articles, letters to the editor, and advertisements argued against gun control and warned of the loss of liberty such restriction would cause .25

La ricerca odierna si è spesa, inoltre, nel cercare di individuare nella NRA, oggi

tra i più grossi e influenti movimenti a sostegno dei gun rights, quegli elementi

24 E. F. Leddy, The National Rifle Association: the evolution of a social movement, cit. p. 34 25 Hirschman, E.C., Men, Dogs, Guns, and Cars. The Semiotic of Rugged Individualism in Journal

(16)

16

che consentono di analizzarne le strategie retoriche dal punto di vista del genere.

26

Analizzando le strategie discorsive messe a punto dalla lobby, Melzer riesce a

mostrare come queste abbiano aderito al trinceramento della mascolinità

“egemone”, spesso messa in relazione con l’ethos individualista e con la nostalgia

della frontiera in cui tale ethos si sarebbe realizzato pienamente.

27

Ciò che sembra

affiorare da questo miscuglio di retorica individualistica scettica nei confronti del

ruolo dello stato e delle politiche di welfare

28

nonché di gun control, è un nesso tra

il possedere armi e assolvere compiti specifici previsti da un ruolo di genere

maschile quali la protezione della famiglia e il contenimento del crimine. La NRA

contribuisce a rafforzare questa concezione di gun ownership attraverso la

diffusione e promozione di miti storici maschili e nazionalistici ricchi di esempi di

virilità e virtù americane, esortando i gun owners a difendere e conservare le

tradizioni nazionali e l’ethos individualistico minacciato dal welfare invasivo.

29

La promozione e la difesa dei gun rights viene agganciata dalla lobby inoltre con

l’idea di una “guerra culturale” in cui i gun owners avrebbero la storia e le

tradizioni dalla loro parte, costituendo una comunità morale a difesa della “vera”

26 Cfr. A. Melzer, The National Rifle Association: Conservative Politics and Frontier Masculinity,

pp. 42-43

27 A. Melzer, The National Rifle Association; Conservative Polities and Frontier Masculinity, cit.,

p. 87

28

<<Although few people actually endorse crime, some are willing to excuse it, saying that criminals are themselves victims of large social forces: poverty, lack of parental guidance, poor education. All are cited as reasons for treating criminals more leniently and focusing attention on social programs rather than punishment. Personal responsibility is seen as only a minor facet of the problem. >> W. LaPierre, Guns, Crime, and Freedom, cit. p. 156

29 <<The American Patriot analogy is not lost on Charlton Heston as he accepts a third term as

NRA President: “George Washington hung around until the Revolutionary War was won. Roosevelt hung around until World War II was won. Reagan hung around until the Cold War was won. If you want, I’ll hang around until we win this one, too”. Extrapolating the defence of gun rights to the defence of individual rights and freedom itself represents the NRA’s implicit acknowledgment that it benefits from a conservative reactive mobilization responding to various cultural and political threats to white men’s status. (...) The NRA aligns itself with this upwising by emphasizing its anti-big government stance (against gun control), a position consistent with other concerns (i.e., taxes, “special benefits” to women/people of color) that resonate with those new conservatives opposing increased government influence on their lives.>> A Melzer, The

(17)

17

identità americana e dello spirito “autentico” dei padri fondatori esaltati come i

primi esempi di difensori della libertà e del diritto di portare le armi che, in

quest’ottica, vanno a coincidere.

30

La mitizzazione delle armi da fuoco prende proprio le mosse dall’epoca

rivoluzionaria in cui le armi servirono ai padri fondatori per conquistare la propria

indipendenza dall’impero britannico. Il Secondo Emendamento costituisce

pertanto l’emblema di questo sforzo per l’indipendenza e della difesa della libertà

guadagnando, secondo i leaders della NRA, un posto di primo piano tra le altre

libertà garantite nel Bill of Rights. In particolare, i padri fondatori e gli odierni

americani gun owners vengono messi in una relazione di discendenza, essendo

accumunati proprio dalla passione per la libertà e dallo sforzo di difenderla,

elementi che costituiscono valori americani degni di essere trasmessi alle future

generazioni che apprezzeranno gli sforzi odierni per la difesa del diritto alle armi

minacciato dal governo e dai liberals.

31

L’esaltazione della mascolinità all’interno

30 <<Guns, crime and freedom, by current National Rifle Association executive Vice President

Wayne LaPierre, strategically dedicated the work “To Our Founding Fathers for Giving me the Freedom to Write This Book”, alluding to one of the central myths on which the NRA maintains a semblance of validity: that the Founding Fathers of the United States so strongly believed in an inherently fundamental independent right “to keep and bear arms” that they enshrined it in the Second Amendment of the Constitution. Subsequently, the NRA is an inherently “American” institution, situated on the side of the Founding Fathers – the right side – of, as Charlton Heston, former NRA president described it, a “great civil war, a cultural war that’s about to hijack your birthright” of gun ownership.>> E. R. Eitches, The National Rifle Association and the White Male

Identity. Examining the intersection of identity with regard to race, gender, and citizenship status within the parameters of the NRA and its espoused rhetoric, Columbia University, 2012, p. 4

31 <<The NRA casts its members’ financial commitment to the organization as parallel to the

sacrifices made by America’s first freedom fighters – the Founding Fathers. A LaPierre fundraising letter says “[The Founding Fathers] took a risk – and made a sacrifice – that you and I still reap the benefits of 225 years later. I’m asking for your sacrifice today... that our descendents can reap the benefits of 225 years from now” August, 2001) LaPierre message is clear: today we can reflect upon and appreciate the Founding Fathers’ contributions to freedom. These individuals, the earliest examples of virtuous white masculinity, fended off the “savages” and then won the Revolutionary war. In the 23rd century, Americans will reflect upon and appreciate NRA members’ financial contributions to the organization and not that by fending off threats to gun rights, this new generation of virtuous white men defended the RTKBA (Right to Keep and Bear Arms), and thus freedom itself, and won the cultural war. Both groups will be remembered as Freedom

(18)

18

della gun culture è quindi riconducibile sia al richiamo fatto dagli esponenti della

lobby alla responsabilità personale e morale dell’individuo, che deve poter essere

in grado di difendere se stesso e la propria famiglia (impostata sul modello

nucleare ed eterosessuale) sia all’evocazione di scenari storici mitizzati come la

rivoluzione e la frontiera dai quali si vorrebbe far discendere l’ethos

individualistico e la ricerca di indipendenza e autonomia dal governo centrale,

ritenuto inadeguato e oppressivo. The American Rifleman, - il giornale ufficiale

della NRA – è anche degno di nota per il suo continuo riferimento al cittadino

armato, “the armed citizen” con conseguente richiamo all’epoca rivoluzionaria e

ai valori repubblicani di cui la cittadinanza armata è portatrice. Mito della

frontiera, mascolinità ed ethos americano dell’individualismo sono dunque

concetti presenti nelle strategie comunicative messe in atto nell’ambiente della

gun culture dove, sia da parte della lobby, che nell’editoria commerciale delle

armi ci si rivolge primariamente a cittadini bianchi e maschi.

32

La popolarità che l’organizzazione è riuscita a crearsi negli ultimi decenni è

anche frutto delle capacità dei suoi vertici di aver saputo coinvolgere pubblico e

allargare la propria rete di affiliati. Tra le personalità più influenti a guidare la

lobby tra gli anni Novanta e Duemila vi è sicuramente quella di Charlton Heston

(1923-2008), nome d’arte di John Charles Carter, noto principalmente per la sua

Fighters and true American Patriots who relied on firearms and the Second Amendment to win their wars, whether against Native Americans or the British Monarchy, or more symbolically, against revisionist historians, liberals, and Socialists; regardless of who they are, these defeated enemies are incapable of American democracy and freedom.>> S. A. Melzer, The National Rifle

Association; Conservative Polities and Frontier Masculinity, 2004, pp. 110-111

32 <<The NRA has consistently dealt with issues of race, class, and gender by framing issues from

a perspective that appeals to conservative white men. (...) Despite the NRA’s claims of being nonpartisan and having no gender or racial preferences, the organization (leadership and membership) war clearly dominated by white men, especially those affiliated whit the military>>. A. Melzer, The National Rifle Association: Conservative Politics and Frontier Masculinity p. 86

(19)

19

professione di attore e regista e per le sue interpretazioni in colossal di argomento

storico-biblico (premio Oscar 1960 per Ben Hur). Durante la sua leadership la

NRA sviluppa la propria agenda politica di radicale difesa costituzionale del

Secondo Emendamento – di cui si occupa dal 1975 l’Institute for Legislative

Action (ILA) – un istituto legale affiliato all’associazione – mette a disposizione

del pubblico materiale informativo su legislazione federale e statale in materia di

possesso e utilizzo di armi

33

– accompagnata a quella dei valori tradizionali

americani e dell’eredità dei padri fondatori

34

. Il suo altrettanto influente

successore, Wayne LaPierre, ha contribuito a sua volta a portare avanti questo tipo

di retorica. In Guns, Crime, and Freedom – significativamente dedicato: To Our

Founding Fathers Who Guaranteed Me the Freedom to Write this Book –

LaPierre espone, da leader della NRA, la propria concezione del dibattito sulle

armi da fuoco, appropriandosi di una certa concezione del Secondo Emendamento

e, soprattutto, attribuendo ai Padri Fondatori un ruolo di primo piano nella difesa

dei gun rights, dunque della libertà tout-court:

33 V. https://www.nraila.org/ 34

<<The NRA board skilfully restored the integrity and credibility of the organization of the 1990s by recruiting Heston to move well beyond his intermittent role as spokesperson and assume the presidency of the organization. The Huston regime succeeded in reunifying the organization, increasing its membership and improving its relationship with mainstreams Americans. Doing so, however, exposed Heston to widespread criticism. (...) When he assumed the presidency of the NRA, he defended not only the Second Amendment of the U.S. Constitution but also the traditional cultural values for which the organization stood. (...) The organization honoured Heston in 1989 by naming him the keynote speaker for its 118th members banquet in St. Louis. In his speech, Heston reminisced about hunting in the Michigan woods and explained the necessity of firearms in a free society. (...) “I went to the war they asked me to go to. I raised my family, none of them are in jail. I pay my taxes, I contribute to charity, I vote in every election”, he told the audience. “Now, because I support the Bill of Rights, I am a zealot? Like hell!” The drama continued at the speech’s finale when, on receiving the handmade musket given to all NRA annual honourees, Heston held aloft the rifle and growled: “From my cold, dead hands” E. Raymond,

From my cold, dead hands. Charlton Heston and American politics, University Press of Kentucky

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20

Our Founding Fathers clearly understood that, once armed, Americans would defend their freedoms to the last breath (...) This fundamental right – the importance of an American’s ability to defend his liberties – became the principal argument of our Founding Fathers for independence.35

LaPierre contesta l’interpretazione del Secondo Emendamento come diritto

collettivo, indirizzato a una milizia. A questo riguardo, è significativo come egli

faccia appello alla ricerca storica, menzionando strategicamente proprio quegli

studiosi come Malcolm, Kates e Halbrook (le cui ricerche hanno suffragato la

concezione giuridica individualistica dell’emendamento) per screditare così la

retorica anti-guns dei media.

36

Il gun control è visto da questa prospettiva come la

prova del fatto che il governo, incapace nello sforzo di prevenire il crimine, non

ponga nemmeno fiducia nell’autonomia dei suoi cittadini e ciò implicherebbe la

volontà da parte dei vertici della società di controllare le persone comuni:

The fact that gun control is an elitist effort at people control is easily verifiable. Go to New York or any big city and see who gets the gun permits. The small shopkeeper or the retail clerk actually exposed to crime? NO, the elite, like William F. Buckley and the publisher of The New York Times. Gun control is not about guns or crime. It is about an elite that fears and despises the common people...37

Come i rivoluzionari difesero la propria libertà dai soprusi dell’esercito inglese,

così i moderni gun owners hanno il compito di difendere un diritto considerato

inalienabile dalle restrizioni del governo federale e dalle mistificazioni costruite

dai media e dai politici anti-guns, proprio perché lo stesso tentativo messo in atto

dalla corona inglese secoli fa sta avvenendo anche oggi, con un governo che

35

W. LaPierre, Guns, Crime,and Freedom, Regnery Publishing, Inc., Washington DC, 1994, pp. 6-7

36 Ivi, pp. 14-17 37 Ivi, cit. p. 28

(21)

21

“invade” la sfera privata dei cittadini restringendo l’esercizio di un diritto

fondamentale e con una retorica “anti-guns” che travisa del tutto l’intento

originario dei Padri Fondatori, i quali sapevano bene quanto le armi fossero

necessarie non solo per sgominare il potere tirannico, ma anche per salvaguardare

un diritto naturale: l’autodifesa.

The politicians, in the name of fighting crime, are attacking the sacred constitutional rights of law-abiding American citizens. Today, it is politically correct to ignore the Founding Fathers and their clear intent. For the sake of political expediency, the anti-gun lobby, the anti-gun media, and the anti-gun politicians, including the president, have twisted, tangled, and reinterpreted their words. (...) The Founders’ purpose in guaranteeing the right to keep and bear arms was not merely to overthrow tyrants. They saw the right to arms as crucial to what they believed was a prime natural right – self-defense.38

A dover essere protetto, in quest’ottica, non è solo il Secondo Emendamento in sé,

ma anche il diritto incontestabile della persona rispettosa della legge (law- abiding

citizen) di essere in grado di proteggere se stessa e i propri cari da chi commette

crimini contro di loro. Lo spostamento del problema della gun violence sul piano

morale operato da LaPierre mette in luce il forte discredito nei confronti

dell’intervento statale in merito alla prevenzione del crimine: fin troppo evidente è

la tendenza del sistema di welfare a osservare l’azione criminale come

conseguenza di condizioni socio-economiche che inducono un individuo a

delinquere, sminuendo così il peso della responsabilità personale. Dal punto di

vista di LaPierre, invece, è principalmente sull’individuo che cade la decisione e

la responsabilità morale di infrangere la legge e commettere crimini poiché, per

(22)

22

quanto possano sussistere difficoltà materiali e sociali, sta all’individuo attraverso

il suo senso morale astenersi dal compiere atti criminosi:

As horrid as someone’s childhood may be – and many, many people have suffered scarring experiences – no hardship can eliminate the moral responsibility of individuals for their own actions (...) Crime should be understood most fundamentally as a moral problem. Those who murder, rape, and steal are committing evil acts. (...)39

Il ruolo dello Stato nel regolare il rapporto tra i cittadini è dunque fortemente

ridimensionato, o quanto meno considerato con grande scetticismo, e anche le

politiche sociali ricevono un forte discredito. Secondo LaPierre, per quanto le

misure messe in atto dallo stato possano essere utili nel combattere e prevenire il

crimine, niente si rivelerà mai più efficace di punire i diretti responsabili e far sì

che nella società vengano rispettati i valori morali:

Although few people actually endorse crime, some are willing to excuse it, saying that criminals are themselves victims of large social forces: poverty, lack of parental guidance, poor education. (...) Personal responsibility is seen as only a minor facet of the problem. Yet an increased emphasis on individual moral responsibility is the key to controlling crime. Government, particularly at the local level, can and should do more to catch and punish wrongdoers and to deter would-be criminals more effectively. Better social policies might decrease the likelihood of some people to commit crimes. But we will markedly reduce crime rates only by reinstituting respect for morals in society as well as punishing individuals for their crimes.40

Ciò che LaPierre auspica da parte dello stato, non è dunque un intervento volto a

ridimensionare le ingiustizie e ineguaglianze economiche e sociali, ma un

rafforzamento della certezza della punizione per i criminali violenti, e non ci

sorprende nel vedere che, seguendo la sua argomentazione, la misura anti- crimine

39 Ivi, pp. 157-158 40 Ivi, p. 156

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23

più efficace, la pena più certa e giusta che possa esserci nei confronti di questi

individui risulti essere la pena di morte. La pena capitale dovrebbe essere estesa e

rafforzata da parte dello stato poiché consentirebbe di eliminare dalla società gli

elementi più pericolosi che non riceverebbero, a causa di un sistema giudiziario

troppo morbido e soggetto a disfunzioni, il trattamento loro dovuto:

Not only does the death penalty serve permanently to incapacitate the most violent criminal offenders, it allows society to exact just retribution (...) The criminal justice system in the United States has cracked. Innocent Americans are dying at the hands of criminals who are set free by a system that seems to accord criminals more rights than victims. Criminals do not respect the justice system. They do not fear retribution from society and therefore have no incentive to be law-abiding citizens. Violent criminals are particularly insolent. In short, citizen are fearful while criminals are fearless. Government must stop this spiral toward chaos. 41

Questa visione moralizzata della violenza e del crimine ottiene una certa risonanza

tra il pubblico dei gun owners, in cui circola la concezione del “criminale” come

soggetto completamente privo di morale il cui scopo è attaccare i cittadini

“rispettosi della legge”.

42

Un cittadino che dunque possiede un’arma e la porta

con sé, diventa un individuo responsabile e consapevole dei rischi, perciò pronto a

difendersi rifiutando di mettersi nelle condizioni di essere vittima. La sua azione

difensiva personale è peraltro ritenuta più efficace dell’intervento delle forze

dell’ordine, non sempre tempestivo.

43

Viene dunque proposta una dicotomia tra

41

Ivi, pp. 149-155

42

<<One of the most consistent features of shooters’ discourse in relation to gun violence and gun crime is their reference to “bad guys”. (...) There is evidence from some criminological studies that wide swaths of American society hold ideas about crime and criminality that jibe with the belief that the country is full of people who are simply immoral or amoral, people who purposefully set out to harm or victimize average or “good” people.>> A. Kohn, Shooters, p. 150

43 <<No would-be victim should be required to surrender his or her dignity, safety, property, or life

to a criminal; no person should be required to retreat in the face of attack. Counterattack – self-defense – has proved to be a more effective deterrent to crime than any of the laws on the books.

(24)

24

cittadini onesti e criminali, categorie che il governo dovrebbe saper ben

distinguere, piuttosto che imporre restrizioni indiscriminate che andrebbero

pericolosamente a negare il diritto all’autodifesa:

There are currently no laws that prohibit self-defence, but the gun control and gun ban zealots are clearly moving in that direction. Some courts have ruled that victims have “a duty to retreat” rather than stand their ground in their own homes and defend themselves. These absurd rulings defy logic and fly in the face of the Constitution.44

I leaders della NRA riscono a esercitare la propria influenza attirando l’opinione

pubblica verso alcune idee fondamentali: la legge dovrebbe punire i criminali e

non i possessori di armi in regola; c’è poi da dubitare fortemente che il governo

federale sia in grado di regolare in materia di possesso di armi senza in qualche

modo limitare i diritti e le libertà dei cittadini. La vera soluzione al problema della

gun violence sarebbe invece un rafforzamento e inasprimento delle pene per

criminali accompagnata da una cittadinanza armata che sia in grado di contrastare

il crimine autonomamente.

45

L’attacco da cui i gun owners devono schermarsi

avviene dunque su più livelli: sussiste, da un lato, una minaccia all’incolumità

fisica da parte dei criminali da cui è necessario, anzi doveroso rispondere,

dall’altro, col gun control viene messo a serio rischio proprio questo diritto così

tenuto in considerazione dai padri fondatori, ma che i politici attuali sembrano

voler smantellare servendosi di argomentazioni faziose:

Criminals don’t fear the law – but they do fear armed citizens.>> W. LaPierre, Guns, Crime, and

Freedom, cit. p. 26

44 Ivi, p. 25

(25)

25

More than ever before, politicians are clamouring to restrict Americans’ constitutional right to own guns and the right of self-defence. Yet we, individually as armed citizens, are the best deterrent to violent criminal attack. We, collectively as an armed law-abiding populace, are the best protection against the taking-over of American by criminals, or, should it come to that, the tyranny of government.46

Non è dunque sufficiente che un governo contribuisca a creare le condizioni

socio-economiche che indurrebbero probabilmente alcuni soggetti a evitare di

delinquere. Lo stato può giocare soltanto un ruolo molto limitato nel risanamento

morale della società: da questo punto di vista, tutto quello che gli è richiesto

consiste nel fornire esempi di virtù pubbliche e personali:

There is little that the state can do directly to improve moral tone of society: public officials possess no special qualification to lecture others about morality. The best way that we can hope for – indeed, should expect – is that political leaders exercise high standards in their personal and public lives, thereby acting as good role models.47

Sta insomma all’individuo percepire attraverso il suo senso morale che

commettere un crimine è sbagliato, dal momento che le difficoltà

socio-economiche o gli abusi subiti non rendono automaticamente un soggetto incline a

delinquere. Continuando la sua analisi del problema della criminalità, per LaPierre

è evidente che alla sua radice vi sia principalmente la degradazione morale della

società nel suo complesso a cui, sia gli individui che il governo, con una maggiore

enfasi sui primi, devono porre rimedio. La responsabilità del governo viene

ancora una volta individuata nell’adozione di misure di welfare che avrebbero

46 W. LaPierre, Guns, Crime, and Freedom,cit. p. 28 47 Ivi, p. 162

(26)

26

contribuito alla disgregazione familiare, causando la tendenza a non formare

famiglie nucleari incentivando, invece, il fenomeno delle “madri single”

The rise in the crime rate over the last three decades largely tracks the rise in government welfare spending. First, the problem of the family breakup – even the lack of forming a family – has grown far more serious as government anti-poverty programs have expanded (...) Young women, that is, may in effect “marry” welfare to set up their own households and have babies, no matter whether the fathers ever contribute to the children’s upbringing. This is not to say that inner-city women are having children for the money; it is to say that federal funds enable them to escape the normal, social, and moral pressures against illegitimacy.48

Anche il divorzio viene enunciato come fattore disgregante il nucleo familiare,

come pure la possibilità, grazie alle misure di welfare, che le donne crescano i

propri figli senza un padre quando, in quest’ottica, è precisa responsabilità paterna

quella di provvedere alla sicurezza della propria casa e dei propri figli. L’esistenza

di conformazioni familiari che si allontanano dal modello classico basato su una

coppia di genitori di sesso differente sembra costituire un forte pericolo per la

sopravvivenza del tradizionale nucleo familiare visto come l’unica opzione

autenticamente morale.

Families and community organizations need to teach morality, a moral code of conduct. All need to preach against crime, irrespective of the hardship the family is undergoing or the societal affliction a person has suffered. All need to work to address destructive social problems, such as promiscuity, illegitimacy and divorce. All need to emphasize the overriding responsibility of parents, particularly absent fathers, to provide safe, stable, and secure homes for their children.49

48 Ivi, p. 163 49 Ivi, p. 162

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