• Non ci sono risultati.

CAPITOLO III San Leonardo di Grosseto

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO III San Leonardo di Grosseto"

Copied!
17
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO III

San Leonardo di Grosseto

3.1 Le fonti scritte

Nel Grossetano alto-medievale la Chiesa di Lucca vantava ampi possedimenti, che a Grosseto erano incentrati sulla chiesa di San Giorgio, attestata dall’ agosto 803, allorché il vescovo Jacopo la affidò a Ildebrando, figlo di Ilprando, abate del monastero suburbano lucchese di San Pietro Somaldi, da cui avrebbe avuto origine la casata aldobrandesca1. Da questo

momento e sino al XIII secolo le sorti di Grosseto rimasero legate a quelle degli Aldobrandeschi, che trasferirono da Lucca in Maremma2 il proprio centro di interessi e fecero di Grosseto uno dei

1 M.L.CECCARELLI LEMUT, Le strutture civili del territorio di Roselle-Grosseto nei secoli XI e XII: contea e signorie territoriali in Siena e Maremma nel Medioevo,a cura di M. Ascheri, Siena 2001 (Documenti di Storia),

pp. 85-87.

(2)

punti focali del proprio dominato, per certi versi alternativo alla stessa sede vescovile di Roselle, traslata poi a Grosseto dal papa Innocenzo II con privilegio del 9 aprile 11383.

Già prima della fine del XII secolo l’elevato numero degli enti religiosi nella città attesta il notevole sviluppo del centro, come emerge da un privilegio pontificio del 12 aprile 1188, ove sono menzionate la cattedrale e ben cinque chiese (San Pietro, ancor oggi riconoscibile nel tessuto urbano, San Michele, Sant’Andrea, San Giorgio, Santa Lucia)4, oltre alle quali esistevano

perlomeno anche quella di San Benedetto e di San Leonardo, cui era annesso un ospedale5. L’ospedale di San Leonardo è citato in un atto attribuibile al 1163 6: fin da questa data è ipotizzabile l’appartenenza gerosolimitana, sicuramente attestata nel secondo documento relativo all’ente, del 24 luglio 1226, allorché frate Golferio, «prior hospitalis sancti Johannis Iherosolimitani in Pisis», dichiarò al podestà di Siena di essere stato risarcito dai danni subiti dall'esercito senese in quella domus et mansio 7, danni avvenuti in occasione della conquista senese della città nel settembre 1224.

In età moderna, invece, nell’inventario civile della Cancelleria vescovile (anni 1560/1564 foglio 6), l’allora commendatario di San Leonardo, frà Alessandro Placidi, scrisse che la commenda possedeva «un pezzo d’orto in detta città, nel terzo di San Benedetto a detta chiesa contiguo, al quale da un lato confina la strada che viene dalle monache dritto alla porta della chiesa, dalle spalle verso il pozzo di San Piero, venendo a dritto un Fossone, che già vi era, pigliando detto fosso e girando detto fosso verso il pozzo, che già era dell’Opera, oggi signor Danielle Umidi, seguendo detto fosso verso e fino alla strada, che parte da San Benedetto e va a San Galgano»8.

3 P.KEHR, Regesta Pontificum Romanorum, Italia Pontifica, III, Etruria, Berolini 1908, n. 8, p. 268. 4 J.VON PFLUGK HARTTUNG, Acta Pontificium Romanorum inedita, III, Stuttgart 1888, n. 414, pp. 359-361. 5 G.GARZELLA, Le strutture ecclesiastiche della diocesi di Roselle-Grosseto: chiesa vescovile, sistema pievano, monasteri, in Siena e Maremma nel Medioevo, a cura di M. Ascheri, Siena 2001 (Documenti di Storia), p. 17. 6 KURZE, Codex Diplomaticus Amiatinus, II, cit., n. 340, pp. 323-324.

7 CECCHINI, Il Caleffo Vecchio del Comune di Siena, I, cit, n. 227 pp. 327-328. 8 ANICHINI, Storia ecclesiastica della città e Diocesi di Grosseto, cit. p. 496.

(3)

E’ da questo documento che Francesco Anichini, nella sua scrupolosa ricerca storica sulla diocesi di Grosseto, prese le mosse per un’attenta e accurata analisi delle proprietà della commenda di San Leonardo «spettante alla sagra religione Gerosolimitana».

Anichini cercò di rintracciare le origini della commenda, di cui ammise di non conoscere nè l’origine né chi l’avesse eretta ma, partendo proprio dal documento citato, egli arrivò a dedurre che doveva essere di fondazione molto antica perchè:

 La strada che conduceva a San Galgano «non solo non se n’ha memoria veruna ai nostri dì, ma neppure può idearsi dove potess’essere».

 La contrada di San Benedetto «non vedesi più nominata in alcuno qualunque più vetusto manoscritto, che fra noi ritrovasi, né può essere altra che quella che ora dicesi di San Francesco, dove prima del 1220 stavano monaci benedettini [...] sicchè molto più antica deve essere la fondazione della medesima»9.

Infine Anthony Luttrell, dall’esame del capitolo del priorato tenutosi a Siena nel 1337, testimonia l’esistenza della chiesa di San Salvatore di Grosseto 10.

9 Ibid, pp. 496-497.

(4)

3.2 Fonti toponomastiche

Nella toponomastica attuale di Grosseto non appare nessun riferimento all’antica chiesa di San Leonardo.

La dedicazione a San Leonardo appare molto frequente: si trattava di un santo francese altomedievale, venerato specialmente dai prigionieri e dai viaggiatori, il cui culto si diffuse dopo la I Crociata in relazione all'episodio del voto formulato da Boemondo I d’Altavillla, principe di Taranto e poi di Antiochia, liberato nel 1103 dalla prigionia dei Turchi 11. A San Leonardo vennero intitolati numerosi complessi ospedalieri in posizione strategica lungo le grandi vie di comunicazione, non di rado in prossimità di ponti 12.

Nel corso della ricerca, tutti i testi (che citerò nel capitolo relativo allo studio dell’edificio) indicano che il complesso corrisponde all’attuale chiesa della Misericordia, sita in piazza della Palma (fig. 1).

11 B.CIGNITTI, Leonardo di Nobiliacum o di Limoges, in Bibliotheca Sanctorum, VII, Roma, 1966, coll. 1198-1204. 12 Soltanto a titolo di esempio ricordiamo San Leonardo presso il ponte di Stagno, a Porto Pisano, fondato nel 1154,

con tutte le sue dipendenze pure dedicate al santo limosino (cfr. S. FORNAI, L'ospedale di S. Leonardo di Stagno

dalle origini alla cessione al monastero di Ognissanti (1154-1257), tesi di laurea, Università di Pisa, a.a.

1990-1991, relatrice M.L. Ceccarelli Lemut), oppure San Leonardo di Treponzio in Lucchesia, su cui cfr. L. DONATI,

L'ospedale di S. Leonardo di Treponzio, i suoi rettori e una "laudabilis consuetudo" (1105-1412), in L'ospitalità in Altopascio. Storia e funzioni di un grande centro ospitaliero, Catalogo della mostra, a cura di A. Cenci, Lucca 1996,

(5)
(6)

Anche nella cartografia più antica finora rintracciata, cioè il Catasto Leopoldino, non compare nessun toponimo su San Leonardo (fig. 2).

Fig. 2. La chiesa della Misericordia (riquadro in alto) e il Duomo (riquadro in basso) come apparivano nel Catasto Generale Toscano (Leopoldino) del 1825 (Fonte CASTORE).

Nella figura 2 però appare una traccia importante. Se è vero che la piazza della Palma all’epoca non esisteva (in quanto occupata dallo stabile indicato con il numero 153, oggi non più presente), è anche vero che esisteva una piazzetta proprio davanti alla chiesa (indicata con il n° 462) chiamata piazza dei Due Pozzi, visibili entrambi nella mappa. Ponendo attenzione, infatti, possiamo notare un cerchietto tra la scritta «Piazza» e la parola «due», mentre è visibile (anche se parzialmente cancellato) un quadratino sotto la lettera A della parola «Piazza».

(7)

La traccia è importante perché sono numerosi i testi contemporanei che riportano l’esistenza di due pozzi legati all’esercizio dell’ospedale che era annesso alla chiesa. Ne parlano studi archeologici13, così come vengono ricordati anche in un altro saggio sulla città14, dove si riporta che «Sul lato della chiesa è stato invece scavato e lasciato visibile un pozzo con cisterna da identificare con uno dei due pozzi di San Leonardo». Anche in uno studio sulla storia della Misericordia di Grosseto15 troviamo che «Le memorie storiche documentano in questo luogo due pozzi di San Leonardo, verosimilmente strutture di raccolta d’acqua per il servizio dell’ospedale medesimo».

Inoltre, nella pubblicazione dei risultati degli scavi archeologici effettuati recentemente in città, vengono identificati due pozzi presenti nella piazza16, dei quali uno, quello a fianco della chiesa, è stato esplorato e misurato17.

Questo pozzo oggi è ben visibile nella piazza, e la sua bocca sporge dall’antica volta a mattoni (fig 4 e 5); inesplorato e poco visibile rimane invece l’altro (fig. 3).

13 R. FARINELLI R.FRANCOVICH, Guida alla Maremma medievale, Siena 2002, p. 138. 14 M. CELUZZA M.PAPA, Grosseto visibile, Grosseto 2013, p. 136.

15 U. CARINI P.BARABESI, La Misericordia a Grosseto: otto secoli di sanità e assistenza, Roccastrada 1998, p. 28. 16 C.CITTER, Archeologia urbana a Grosseto, II, Edizione degli scavi urbani 1998-2005, Firenze 2007, p. 320. 17 Ibid, tabella a p. 322. Il testo riporta un diametro di 1.5 metri ed una profondità di 12 metri.

Fig. 3. Il pozzo inesplorato sul lato Ovest della chiesa.

(8)

Fig 4 e 5. La parte visibile di uno dei due pozzi di San Leonardo.

(9)

3.3 Le fonti architettoniche

La chiesa di San Leonardo oggi non esiste più. Se molti sono i lavori che ne parlano nell’antico tessuto urbano cittadino, quasi niente rimane dell’edificio medievale sede della commenda grossetana. Non è stato però difficile reperire testi che identificano all’unanimità il sito del luogo di culto, indicandolo con chiarezza nell’attuale chiesa cittadina della Misericordia.

Infatti alcuni autori affermano che «meglio sarebbe ricordare questa chiesa con il titolo di San Giovanni Decollato, chiesa di cui si hanno notizie fin dal 120018», o anche che questa era «un’antica chiesa risalente al XIII secolo, intitolata a san Giovanni Battista Decollato e aveva annesso un piccolo ospedale omonimo19», e si afferma anche che «la chiesa della Misericordia è un edificio ottocentesco impiantato sui resti della chiesa medievale di San Leonardo20».

Ed anche coloro che invece vedono nell’ospedale di San Leonardo una presenza templare e non ospedaliera, non mettono in dubbio la sovrapposizione chiesa di San Leonardo – chiesa della Misericordia, riportando che «è verosimile che già prima del 1152 fosse nato a Grosseto uno Spedale Templare, l’antichissimo xenodochio detto appunto di San Leonardo, locato nei pressi dell’attuale chiesa della Misericordia21». Ovviamente i Templari non hanno niente a che fare con questa chiesa: è ben noto come la fissazione per questo ordine infici molti lavori.

La documentazione conferma tale prima fase del futuro passaggio di proprietà. Infatti «Mercè le calorose premure del nuovo governatore Sig. Luigi Micheli [……] ottenne dal Cav. Commendatario Sig. Federigo Spadafuora per uso di Confraternita la Chiesa della commenda di San Leonardo dopo aver ottenuto dal Gran Maestro dell’Ordine di Malta (Emanuele de Rohan) con bolla del 25 Maggio 1792 il permesso di far soddisfare nella chiesa stessa gli inerenti alla commenda medesima»22.

18 G.MINUCCI, Un sigillum del XVI secolo inciso sulla facciata del duomo di Grosseto, Grosseto 2007, p. 39. 19 Solenne riapertura della chiesa di San Giovanni Battista detta della Misericordia nella città di Grosseto,

Grosseto 2010, p.5.

20 FARINELLI -FRANCOVICH, Guida alla Maremma medievale, cit.,p. 137.

21 CARINI - BARABESI, La Misericordia a Grosseto: otto secoli di sanità e assistenza, cit., p. 28. 22Archivio di Stato di Grosseto, Estimo.

(10)

Fig. 5. L’attuale chiesa della Misericordia di Grosseto.

Gli scavi condotti nel centro storico tra il 1997 ed il 2005 hanno rintracciato sul retro della chiesa attuale della Misericordia l’abside dell’antica chiesa di San Leonardo23, tesi confermata anche da altri studi.

23 CELUZZA - PAPA, Grosseto visibile, cit., p. 136; CITTER, Archeologia urbana a Grosseto, cit., p. 381-382;

(11)

Ci viene di nuovo in aiuto Francesco Anichini per informazioni sui trascorsi antichi dell’edificio.

Nella visita del 1575 del vescovo Francesco Bossio, «registrasi d’aver ritrovata la chiesa di questa commenda malamente tenuta e ridotta poco meno che un magazzino perché vi ritrovò riposti due mulini di legno, che ordinò subito fossero levati, siccome sequestrò tutte le rendite della commenda per impiegarsi queste nei risarcimenti di detta chiesa che decretò scialbarsi e provedersi col loro retratto d’ogni bisognevole tanto d’utensili sagri che d’ogn’altro, si elevasse l’altare e se le restituissero le sue campane che rano state trasportate in fortezza e convertite in uso profano, siccome che questo arresto delle medesime continuar dovesse fino a tanto che, e la chiesa fosse ridotta in stato proprio e convenevole al decoro di una casa dedicata al culto divino e resa ornata di tutte le cose necessarie al sagro sagrifizio».

Nella successiva visita nel 1585 del vescovo Claudio Borghese, Anichini riporta che «si nota che di quel tempo avevano l’uffiziatura di essa i padri di San Francesco che vi celebravano messa tutti i venerdì dell’anno e rincontrasi ai libri del loro convento che molti anni dopo ancora continuassero in tale uffiziatura».

La visita del vescovo Clemente Politi nel 1592 rileva invece le precarie condizioni dell’edificio: il prelato ordinò «l’impianellarsi il tetto ch’era di tavole al di sotto, anzi inasserato, s’imbiancasse tutta, e si facessero l’impannate o vetrate alle sue finestre e che ogn’anno vi si facesse la festa del santo titolare, oltre alla messa solita celebrarvisi ogni settimana nel giorno antedetto».

Nel 1594 fu rinnovato il sequestro delle entrate della commenda per provvedere all’occorrente della chiesa24.

A conclusione di questo percorso vi è la distruzione della chiesa di San Leonardo, con la ricostruzione di un nuovo edificio di culto dedicato a San Giovanni Decollato avvenuta nel 185425.

24 ANICHINI, Storia ecclesiastica della città e Diocesi di Grosseto, cit., p. 497. 25 CELUZZA -PAPA, Grosseto visibile, cit., p. 135.

(12)

Cosa rimane quindi oggi di visibile dell’antica chiesa?

La guida di Farinelli e Francovich riporta che nella chiesa della Misericordia è visibile l’antico paramento romanico in travertino nella porzione basamentale del lato Nord26 ed Ovest (fig. 7).

Fig. 7. Basamento della chiesa a destra dell’ingresso (lato Ovest).

Ritengo però interessante notare il paramento in travertino anche del lato Ovest (vale a dire della facciata). Sul lato destro dell’ingresso, infatti, la parte basamentale appare costruita in due modi diversi. Se sotto e a destra del pilastro i blocchi sono di grandi dimensioni e ben squadrati, la porzione tra il pilastro e l’ingresso presenta un materiale di diversa pezzatura e con tecnica edilizia differente (fig. 7).

(13)

Nel corso degli scavi archeologici che hanno riguardato il centro storico di Grosseto negli anni 1998-2005, l’attenzione degli archeologi dell’Università di Siena si è rivolta anche alla chiesa della Misericordia. Oltre all’esplorazione del pozzo di cui abbiamo già detto (pp. 67-68), essi sono andati alla ricerca di tracce archeologiche della chiesa preesistente, al di là della porzione basamentale. Il resoconto degli scavi riferisce che «a ridosso della parete est dell’attuale chiesa della Misericordia è stata rinvenuta la fondazione in pietra dell’abside semicircolare dell’antica chiesa di San Leonardo. Pur non avendo trovato elementi datanti provenienti dalla stratigrafia, la chiesa è menzionata per la prima volta tra il 1152-1163 stabilendo un terminus ante quem»27. Il testo riporta anche il disegno di tale abside (fig. 8)

27 CITTER, Archeologia urbana a Grosseto, cit., p. 381-382.

Fig. 8. Disegno dell’abside semicircolare della chiesa di San Leonardo sulla parete Est della chiesa della Misericordia.

(14)

Nel 2010 la chiesa della Misericordia è stata riaperta dopo estesi lavori di restauro, che hanno riguardato anche il portone d’ingresso, costruito e scolpito da Antonio Rossi nel 1856, come riporta la scritta incisa nel riquadro in basso dell’anta destra.

Il portone presenta tre riquadri per ognuna delle due ante: quelli centrali rappresentano una scene dei Vangeli in uno spazio rettangolare, quelli in alto e in basso raffigurano personaggi all’interno di un rosone circolare. Il riquadro dell’anta sinistra mostra la decapitazione di San Giovanni Battista (fig. 9).

(15)

Se è vero che l’Ordine di Malta ha sempre avuto il santo come patrono, non possiamo purtroppo utilizzare questo immagine come prova di antiche vestigia della chiesa, in quanto San Giovanni Decollato è anche il patrono della Misericordia.

Forse un collegamento più interessante con il passato è rappresentato dal rosone in alto dell’anta destra (fig. 10), poichè uno studio specifico sul portone afferma che in quell’immagine «è cesellata, forse, la figura di San Leonardo a ricordo dell’omonima chiesa “commenda

gerosolimitana »28.

28 MINUCCI, Un sigillum del XVI secolo inciso sulla facciata del duomo di Grosseto, cit., p. 44.

Fig. 10. Rosone con immagine di San Leonardo sul portone della chiesa.

(16)

Altra traccia importante del passato è il rosone in basso sull’anta di sinistra, ove «è scolpita la figura di un pellegrino riconoscibile dal caratteristico bastone detto bordone e dalla ciotola che regge con la mano sinistra29».

29 Ibid, p. 43.

Fig. 11. Rosone con immagine di un pellegrino sul portone della chiesa.

(17)

3.4 Conclusioni

Fin dall’inizio dello studio da me intrapreso sula chiesa grossetana di San Leonardo è apparso chiaro che essa sorgesse sul sito dell’attuale chiesa della Misericordia. I testi tutti, moderni o contemporanei che siano, confermano la sovrapposizione dei due edifici e che fin dalla metà dell’Ottocento San Leonardo non esiste più.

La toponomastica sembrerebbe confermare tale sovrapposizione, aiutandoci ad indentificare i due pozzi che erano di uso dello Spedale.

Gli scavi archeologici confermano invece le datazioni del vecchio edificio, anche se poche sono i resti archeologici dell’antica costruzione. .

Riferimenti

Documenti correlati

Relativo allo strato più' recente ( risalente alla seconda metà del XVI secolo), troviamo, a destra della cena e non ben leggibile, la raffigurazione dell'Arcangelo

Ultima modifica scheda - data: 2020/10/06 Ultima modifica scheda - ora: 14.50 PUBBLICAZIONE SCHEDA. Pubblicazione scheda -

Denominazione struttura conservativa - livello 1: Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco Denominazione struttura conservativa - livello 2: Raccolta delle

Nel 1492, nell’isola di San Cristoforo della Pace, la Scuola dei Barcaioli del traghetto di Murano, che aveva stazio al Ponte di San Canzian, vicino alla chiesa omonima, stipulò

Nell’archivio di Verona restano ancora documentate le investiture feudali alla vicinia di San Giovanni, rinnovate ogni dieci anni dalla Commenda di San

portare l’abito con cappuccio a punta; ricevere candidati; portare la barba; ritirarsi nei romitori, e mendicare ovunque; godere aeque princip aliter dei

Giovanni, il gran figliuol di di Zaccheria, che vero Iddio protesto, e verrà certo, come boce che <io> grido per diserto.. Drizzi l’ingegno ognun che ’ntende,

Soggetto bene finale/originale: Veduta del coro della chiesa di Brou a Borg-en-Bresse Autore bene finale/originale: Bisi, Luigi. Datazione bene