BancoPostaFondi SGR
Rendiconto della Gestione al 30 dicembre 2014 del Fondo Comune
di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato
denominato
“BancoPosta Obbligazionario Ottobre 2017 ” istituito e gestito da
BancoPosta Fondi S.p.A. SGR
INDICE
Parte Generale
Premessa………..………1
Considerazioni generali………...1
Mercati……….…3
Prospettive ………..………6
Regime di tassazione ………..………..……..6
Parte Specifica
Relazione degli Amministratori Politica di gestione
Linee strategiche
Eventi che hanno interessato il fondo
Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio Attività di collocamento delle quote
Schemi contabili Situazione Patrimoniale Sezione Reddituale Nota Integrativa
Relazione della Società di Revisione
Premessa
Il Rendiconto della Gestione al 30 dicembre 2014 (ultimo giorno di borsa italiana aperta dell’esercizio 2014) del fondo comune di investimento mobiliare aperto armonizzato denominato “BancoPosta Obbligazionario Ottobre 2017”, istituito e gestito da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, è stato redatto in conformità alle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia con Regolamento dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. Il Rendiconto della Gestione si compone di una Situazione Patrimoniale, di una Sezione Reddituale e di una Nota Integrativa. Esso è accompagnato dalla Relazione degli Amministratori che fornisce, tra l’altro, indicazioni sia sulla politica di investimento seguita nella gestione del patrimonio del fondo nel corso dell’anno sia sulle prospettive di investimento e dalla Relazione della Società di Revisione incaricata della revisione legale del fondo ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 e dell’art. 14 del D.Lgs. 27 gennaio 2010 n. 39.
Considerazioni generali
La dinamica dell’economia globale nel corso del 2014 è stata caratterizzata da una espansione limitata, inferiore alle attese, in linea con il 2013. Dopo una crescita nel primo semestre dell’anno inferiore alle previsioni l’attività economica ha ripreso vigore in USA e nel Regno Unito, mentre è rimasta debole in Europa, Giappone e sostanzialmente stabile nelle economie emergenti.
Stando alle stime più recenti del FMI, la crescita globale, significativamente condizionata anche dal persistere di tensioni geopolitiche sia in medio oriente che tra Russia e Ucraina, dovrebbe attestarsi a fine 2014 intorno al 3,3%, ancora trainata dai paesi emergenti (4,4%), mentre i principali paesi OCSE dovrebbero mantenere un andamento più moderato: USA +2,2%, Europa 0,8%, Giappone +0,9% (Fonte FMI World Economic Outlook, ottobre 2014). Lo sfasamento nell’evoluzione del ciclo economico, in particolare tra Area Euro e USA, ha comportato un progressivo disallineamento delle politiche monetarie - ancor più espansiva nell’Area Euro, in graduale normalizzazione negli Stati Uniti – testimoniato dalla prosecuzione della fase di attivismo delle Banche Centrali che già aveva caratterizzato gli ultimi anni. La BCE, per contrastare il rischio di un periodo prolungato di inflazione troppo bassa e per sostenere il credito e l’attività economica, ha ridotto i tassi ufficiali ai minimi storici, adottando nuove misure non convenzionali di politica monetaria indirizzate a favorire l’afflusso di credito all’economia. La FED, invece, potendo contare su uno scenario economico in via di consolidamento e uno scenario inflazionistico sotto controllo, ha proseguito nel processo di rimozione dello stimolo monetario (Tapering), preparando le condizioni per una inversione della politica monetaria la cui gestione dovrebbe comunque essere prudente e graduale.
Stati Uniti:
in USA, dopo la contrazione del primo trimestre il PIL è tornato a crescere nel secondo, sostenuto in primis dal contributo della domanda interna. L’attività ha continuato a consolidarsi contribuendo alla netta ripresa del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione che è progressivamente sceso verso la soglia del 6% per poi superarla verso il basso (5,8% a novembre). Dopo un primo semestre di contenuto aumento, l’indice dei prezzi al consumo è sceso nella seconda parte dell’anno anche per via del consistente calo dei prezzi dei prodotti energetici; l’inflazione di riferimento per la FED, misurata dal deflatore dei consumi al netto dei prodotti energetici e alimentari, è rimasta piuttosto stabile poco al di sotto dell’1,5%. Tali dinamiche hanno permesso alle autorità monetarie di proseguire con il processo di normalizzazione delle condizioni monetarie, che si è sviluppato riducendo progressivamente gli acquisti mensili di mortgage-backed securities (MBS) e di obbligazioni del Tesoro a lungo termine fino ad annullarli completamente. La FED ha comunque tenuto a mantenere invariata la propria forward guidance, ribadendo che il processo di inversione della politica monetaria verso una fase restrittiva resta improntato a criteri digradualità e prevedibilità.
Area Euro:
in Europa la ripresa ha perso progressivamente slancio, le prospettive di crescita sono state ripetutamente riviste al ribasso sia per l’intera area nel suo complesso che per le principali economie e l’inflazione ha continuato a diminuire.L’attività economica non ha praticamente registrato progressi (0,3 % nel primo trimestre, 0,1% nel secondo e 0,2% nel terzo trimestre); l’interscambio con l’estero ha fornito un contributo appena positivo, mentre l’apporto della domanda interna è stato
sostanzialmente nullo, a causa del calo degli investimenti, della crescita modesta dei consumi e del contributo neutro delle scorte. Il prodotto interno lordo si è mantenuto comunque sopra la media dell’Area Euro in Germania (dove il ciclo si è indebolito fino a contrarsi nel secondo trimestre, per poi riprendere nella seconda metà dell’anno), è sceso in territorio negativo in Italia, ha ristagnato in Francia, mentre è cresciuto oltre le attese in Spagna e nei Paesi Bassi. In tale scenario l’inflazione ha raggiunto in media livelli eccezionalmente bassi, scendendo in termini aggregati fino a 0,3% in settembre e in novembre, raggiungendo minimi storici anche al netto delle componenti più volatili (0,7% in novembre), causando una serie di revisioni al ribasso anche delle prospettive a medio termine ( le ultime previsioni ufficiali parlano di 0,7% nel 2015 e l’1,3% nel 2016). Per contrastare il rischio di un periodo prolungato di inflazione troppo bassa, lontana dal target del 2% la BCE ha ridotto il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali a giugno e a settembre portandolo da 0,25% a 0,05% (e nel contempo ha ulteriormente diminuito il tasso sulla deposit facility, negativo già da giugno, portandolo a -0,20). Le autorità monetarie hanno inoltre varato un programma di acquisti di titoli emessi a seguito della cartolarizzazione di crediti bancari a imprese e famiglie (Asset-Backed Securities Purchase Programme) e obbligazioni bancarie garantite (Covered Bond Purchase Programme). Tale programma, iniziato durante il quarto trimestre di quest’anno, proseguirà per i prossimi due anni e insieme alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Long Term Repo Operations, TLTRO), contribuirà all’erogazione del credito all’economia e ad ampliare in misura significativa il bilancio dell’Euro sistema. Il Presidente della BCE, Mario Draghi, pur ribadendo in più occasioni la necessità che i paesi migliorino l’efficienza del processo di riforme strutturali e perseguano politiche fiscali con l’obiettivo di riequilibrare nel medio termine i principali indicatori di stabilità del debito, ha confermato l’impegno della BCE di ricorrere, se necessario, ad ulteriori interventi non convenzionali che si pensa possano includere anche acquisto diretto di titoli del debito pubblico dei paesi dell’area (c.d. Quantitative Easing). La fine del 2014 ha visto anche i risultati dell’esercizio di valutazione approfondita (Comprehensive Assessment) condotto dalla BCE e dalle autorità di vigilanza nazionali sulle maggiori banche dell’Area Euro. L’esercizio si basa su un’analisi della qualità degli attivi (Asset Quality Review, AQR), volta a verificare l’adeguatezza delle politiche di accantonamento delle banche, e su uno stress test, ovvero una valutazione della capacità degli intermediari di resistere a eventuali shock macroeconomici avversi. L’esercizio, propedeutico all’inizio dell’operatività del Meccanismo di vigilanza unico (Single Supervisory Mechanism, SSM) europeo, ha messo in evidenza, con alcune eccezioni, una solidità del sistema bancario dell’Area Euro, in grado di rafforzare la capacità di contribuire a finanziare l’economia, nonostante durante il 2014 sia proseguita la contrazione dei prestiti alle imprese, la crescita dei prestiti alle famiglie sia rimasta contenuta, e la dinamica dei principali aggregati monetari piuttosto debole. Con riferimento alle emissioni governative, il 5 dicembre 2014 l’agenzia di rating Standard & Poors ha abbassato di un notch il rating della Repubblica italiana da BBB a BBB- con outlook stabile; le agenzie di rating Moody’s e Fitch hanno migliorato l’outlook sull’Italia da Negativo a Stabile, rispettivamente lo scorso 14 febbraio e lo scorso 25 aprile con rating pari a Baa2 per Moody’s e pari a BBB+ per Fitch.
UK:
nel Regno Unito il prodotto ha accelerato tornando ai livelli pre-crisi; la favorevole fase congiunturale unita ad uno scenario inflazionistico sotto controllo ha permesso alla Banca Centrale d’Inghilterra di lasciare invariati il tasso di riferimento (0,5 per cento) e la quantità di attività finanziarie acquisite nell’ambito dell’Asset Purchase Programme (375 miliardi di sterline). Sulla base delle valutazioni più recenti del Monetary Policy Committee i segnali positivi provenienti dal mercato del lavoro – caratterizzato da un tasso di disoccupazione in costante discesa dall’inizio dell’anno e pari in agosto al 6% – indicano un progressivo riassorbimento della capacità produttiva inutilizzata, che permetterà al ciclo economico di stabilizzarsi progressivamente su livelli vicini all’equilibrio.Giappone:
in Giappone la forte contrazione del PIL nel secondo trimestre del 2014 ha più che compensato la crescita in quello precedente, quando l’aumento delle imposte indirette aveva indotto un anticipo delle decisioni di spesa. Nella secondametà dell’anno il prodotto ha solo in parte recuperato la significativa perdita restando comunque in territorio negativo. La Banca del Giappone ha mantenuto invariato il programma di espansione della base monetaria incentrato sull’acquisto di obbligazioni pubbliche a lunga scadenza.
Cina:
tra le principali economie emergenti, in Cina il PIL ha rallentato leggermente mantenendosi nell’intorno del 7,5%. Vi ha contribuito un indebolimento della domanda interna non completamente compensato dalla ripresa di quella estera oltre che una generalizzata debolezza del comparto immobiliare.Mercati
Per quanto riguarda i mercati finanziari, il 2014 è stato un anno positivo per tutti i principali listini azionari internazionali che hanno così proseguito nella fase di rialzo intrapresa negli ultimi anni, anche se in alcuni periodi dell’anno si è assistito a prese di profitto determinate anche da alcune tensioni geopolitiche internazionali. In valuta locale ed al netto dei dividendi, l’indice statunitense S&P 500 ed il giapponese Nikkey 225 hanno guadagnato rispettivamente il 13,0% ed il 7,12% il listino europeo Eurostoxx 50 e l’HSI di Hong Kong si sono limitati ad una crescita di 1,13% e di 1,10%. In tale scenario, i listini statunitensi e quello tedesco hanno raggiunto nuovi massimi storici con lo S&P500 sopra i 2.080 punti, il Dow Jones sopra i 18.000 punti e il Dax tedesco sopra i 10.000 punti, mentre il listino nipponico (rappresentato dal Nikkey 225) ha conseguito i massimi dal 2007.
Le motivazioni sottostanti tali andamenti positivi differiscono a seconda delle aree geografiche in maniera significativa. Negli USA lo S&P 500 è stato sostenuto da buoni risultati societari e soprattutto dal continuo miglioramento dello scenario macroeconomico domestico con una crescita in via di consolidamento (come evidenziato anche dai dati sul PIL e sull’occupazione), che ha favorito la progressiva normalizzazione della politica monetaria da parte della FED. La debole performance dei mercati azionari europei (sintetizzata dall’EuroStoxx50) ha risentito in generale della debolezza dei dati macroeconomici nell’Area Euro (che ha causato anche la revisione al ribasso delle previsioni a medio termine su crescita e inflazione da parte della BCE) e, con particolar riferimento ad alcuni paesi periferici, anche delle tensioni geopolitiche tra Ucraina e Russia. Relativamente a quest’ultima, il crollo delle quotazioni del petrolio nella parte finale del 2014 (il WTI è sceso sotto i 55 dollari al barile) ha alimentato dubbi sulla sostenibilità finanziaria del paese così come testimoniato anche dalla consistente svalutazione del Rublo russo. Tali elementi negativi per i listini azionari europei sono stati compensati dall’atteggiamento particolarmente accomodante della politica monetaria della BCE (con attese di ulteriori azioni espansive e non convenzionali nel 2015), le cui manovre hanno favorito anche una significativa svalutazione dell’Euro vs USD nella parte finale del 2014. In Giappone l’andamento positivo del mercato azionario è da ricondursi principalmente alla politica monetaria espansiva della Banca Centrale del Giappone (BoJ) che ha determinato anche una svalutazione dello Yen vs USD, svalutazione che favorisce i conti delle società esportatrici. Infine, l’andamento sostanzialmente invariato del mercato azionario di Hong Kong è imputabile principalmente al lieve indebolimento del quadro economico e finanziario cinese, con tassi di crescita dell’economia moderatamente inferiori rispetto agli ultimi anni. Con riferimento al mercato dei titoli governativi europei il 2014 è stato caratterizzato da un significativo trend di discesa dei rendimenti in tutti i paesi ad eccezione della Grecia. Al movimento di ribasso dei rendimenti si è accompagnata una sostanziale riduzione della volatilità. Nel corso dell’anno la BCE ha avuto un ruolo centrale per il mercato governativo europeo, attraverso l’adozione di misure convenzionali e non, in crescendo a partire dalla seconda parte dell’anno. Infatti, mentre nel I semestre l’autorità monetaria europea ha definitivamente fugato il rischio di disgregazione dell’Area Euro, agendo sulla ‘forward guidance’, a partire dal mese di giugno sono state ratificate nuove misure espansive di politica monetaria, tra cui il taglio del costo del denaro, progressivamente giunto a 0,05%, la riduzione del tasso sui depositi, divenuto negativo (-0,20%), e la sospensione della sterilizzazione del Securities Market Program. Nonostante ciò, i dati macroeconomici costantemente inferiori alle attese, sia sul fronte della crescita che dell’inflazione, hanno determinato la discesa dei rendimenti governativi, spingendo la BCE ad attuare misure nuove non convenzionali che determineranno anche un ampliamento del bilancio (da 2trln di Euro attuali a 3trln, livello raggiunto nel 2012) attraverso l’acquisto di covered bond, ABS
e nuove LTRO finalizzate a stimolare la ripresa economica attraverso l’incentivazione dei prestiti dalle banche e alla piccola e media impresa. L’obiettivo di espansione del bilancio della BCE è stato tuttavia percepito dagli operatori del mercato di difficile raggiungimento, se non si includono tra gli strumenti acquistabili anche quelli più liquidi, come i corporate bond ed i titoli di stato. Contestualmente sia i dati correnti dell’inflazione (scesa da 0,8% di fine 2013 a 0,3% a novembre 2014) che le misure delle aspettative di lungo periodo (che dal mese di settembre hanno definitivamente abbandonato il target di stabilità dei prezzi del 2% previsto dalla BCE riducendosi fino a 1,7% circa a fine 2014) hanno continuato a diminuire, anche per effetto della significativa discesa del prezzo del petrolio, diminuito da 99$ il barile a fine 2013 a 54$ al 30/12/2014. Lo scenario di stagnazione della crescita ed il progressivo aumento dei rischi di deflazione (già evidenti nei paesi periferici) hanno determinato una significativa discesa dei rendimenti dei titoli di Stato in tutti i paesi dell’area sia core che periferici, con il Bund 10y che è sceso da 1,3% a fine 2013 a 0,54%, minimo assoluto, così come il BTP 10y da 4,09% di dicembre 2013 a 1,88%. Le attese del proseguimento della politica monetaria espansiva della BCE per un periodo di tempo ancora lungo, che probabilmente impegnerà la Banca Centrale per il prossimo biennio, hanno inoltre contribuito ad un appiattimento delle curve dei titoli di stato.
Le scadenze brevi fino a 3y nei paesi core e semicore, Germania, Francia e Olanda, si sono portate a livelli di rendimento negativi, mentre quelle medio lunghe, da 5 a 30 anni, sono state caratterizzate da un movimento di riduzione più significativo per effetto sia delle limitate prospettive di crescita ed inflazione che dell’allungamento sulla curva degli investitori, alla ricerca di rendimenti più elevati. A rimuovere progressivamente il rischio di disgregazione dell'Euro hanno contribuito sia la BCE che l’uscita di Irlanda e Portogallo dal piano di aiuti congiunto ESM/IMF, nonché il loro ritorno al finanziamento attraverso il mercato primario e secondario con successo. In questi Paesi ed in Spagna le riforme strutturali (in particolare quelle relative al mercato del lavoro) hanno iniziato a manifestare gli effetti positivi sulla crescita. In Grecia invece, sul finire dell’anno, sono riemersi rischi politici per effetto del fallimento delle elezioni presidenziali anticipate e la successiva dichiarazione di elezioni governative a gennaio 2015, tali eventi hanno riportato volatilità su tutta la periferia ed un significativo flusso di vendite sui governativi greci. Anche le agenzie di rating hanno premiato i Paesi che hanno portato avanti con maggiore celerità il programma di riforme strutturali, ed in particolare quelle relative al mercato del lavoro, che dovrebbero determinare una maggiore flessibilità ed un incremento della competitività. Tra questi da evidenziare l’aumento del merito creditizio di Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia e Cipro, mentre i Paesi ad essere penalizzati con un declassamento sono stati Francia e Italia, quest’ultima, in particolare, caratterizzata oltre che da una significativa lentezza nell’attuazione delle riforme, anche da un ingente peso dell’indebitamento pubblico. Il sentiero di normalizzazione delle condizioni macroeconomiche e finanziarie dei paesi periferici e la ricerca di rendimenti più elevati hanno determinato un significativo restringimento degli spread tra i rendimenti dei paesi core e periferici su tutte le scadenze (ad esempio lo spread BTP – Bund sulla scadenza 10 anni è diminuita da 216 punti base di fine 2013 a 134 p.b. alla fine del 2014). In USA nel corso del 2014 la FED si è focalizzata sul miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro non soltanto in termini di tasso di disoccupazione, che si è progressivamente ridotto fino al 5,8%, ma anche in termini di altri parametri, tra cui il numero di nuovi occupati del settore non agricolo ed il tasso di partecipazione della forza lavoro. Nonostante la forza del mercato del lavoro e i dati positivi relativi alla crescita, dopo aver concluso il ‘Tapering’ ad ottobre la FED ha espresso la preoccupazione che rischi di rallentamento della crescita a livello globale possano in qualche modo inficiare l’economia statunitense, così come contestualmente, la contrazione delle quotazioni petrolifere possa raffreddare eventuali spinte inflazionistiche. Pertanto nella riunione di dicembre la FED ha continuato ad essere cauta nel delineare il percorso di normalizzazione della politica monetaria, che sarà gestito in maniera graduale e, probabilmente, in maniera attiva solo a partire dal secondo semestre 2015. Questo atteggiamento dell’autorità monetaria USA ha determinato una discesa dei rendimenti dei titoli governativi (con il TNote che è sceso da 2,97% di fine 2013 a 2,19% al 30/12/2014). La moderazione della FED nel procedere ad una politica di normalizzazione dei tassi probabilmente è stata influenzata anche dal trend ancora significativamente espansivo della politica monetaria di BCE e BOJ: anche quest’ultima
infatti nel mese di ottobre ha rafforzato il programma di Quantitative and Qualitative Easing (QQE). Con riferimento al mercato dei corporate bond, nel corso del 2014 si è verificata complessivamente una riduzione degli spread di credito. Gli indici Itraxx si sono riportati su livelli di spread sperimentati tra 2007 e 2008, prima del fallimento Lehman Brothers: nello specifico l’indice Itraxx Main ha terminato l’anno a 63 bps (a fine 2013 era a 70 bps), mentre l’indice Itraxx su Senior Financials ha terminato l’anno a 67 bps (a fine 2013 era a 87 bps). L’indice Itraxx Crossover con scadenza 5 anni, invece, ha registrato un restringimento da inizio 2014 a fine settembre 2014 di 30bps circa (diminuzione da 287 bps a 257 bps). Si segnala che l’indice Crossover ha terminato l’anno a 344 bps, molto più alti rispetto ai mesi precedenti: la ragione è di natura tecnica ed è da attribuire alla nuova definizione del paniere sottostante l’indice, avvenuta ad inizio ottobre 2014 (immediatamente dopo la nuova definizione del paniere, l’indice è aumentato a 335 bps). Complessivamente nel corso dell’anno si è assistito, oltre che ad una riduzione degli spread di credito, anche ad un movimento di riduzione dei rendimenti risk free, riconducibile a bassi livelli di inflazione, politiche monetarie ancora espansive e tensioni di carattere geo-politico. Nello stesso periodo si è verificato inoltre un graduale ritorno degli investitori non domestici sui paesi periferici dell’Area Euro, associato ad una compressione degli spread, quest’ultima legata alla politica monetaria espansiva della BCE, al lieve miglioramento del quadro economico globale e alla riduzione dei rischi sistemici. L’esito positivo del Comprehensive Assessment di BCE/EBA ha delineato un quadro di sostanziale stabilità del sistema bancario europeo: banche che risultano ben patrimonializzate anche in condizioni congiunturali
“estreme”, in concomitanza delle manovre espansive che sta realizzando la BCE (con possibilità di ulteriore ampliamento), dovrebbero ricominciare a prestare anche a società al di sotto dell’Investment grade o con un rating più basso, contribuendo a ricreare condizioni positive per la crescita economica. Infine la ricerca di rendimento da parte degli investitori ha privilegiato le classi di rating di qualità meno elevata e le scadenze più lunghe, segnalando il forte interesse da parte degli investitori anche verso le nuove emissioni collocate sul mercato primario.
PRINCIPALI INDICI DI MERCATO
Azionario Variazioni*
USA
S&P 500 Index (Dollaro USA) 13,00%
Dow Jones (Dollaro USA) 8,96%
Nasdaq (Dollaro USA) 15,00%
Europa
Eurostoxx 50 Index (Euro) 1,13%
DAX Index (Euro) 2,65%
CAC 40 Index (Euro) -0,71%
FTSE 100 (Sterlina) -2,74%
Pacifico
Nikkei (Yen) 7,12%
Hang Seng Index (Dollaro HKD) 1,10%
Italia
FTSE Mib (Euro) 0,23%
Obbligazionario Variazioni**
Europa
Germania 1-3 anni (Euro) 0,65%
Germania 3-5 anni (Euro) 3,49%
Germania 7-10 anni (Euro) 13,34%
Italia
Italia 1-3 anni (Euro) 2,77%
Italia 3-5 anni (Euro) 8,07%
Italia 7-10 anni (Euro) 19,39%
Corporate Europa
Citigroup Eurobig 1-3 2,07%
Citigroup Eurobig 3-5 5,03%
Citigroup Eurobig 7-10 15,12%
* Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 dicembre 2014, (fonte Bloomberg).
**Variazioni complessive calcolate in base ai livelli degli indici di settore Citigroup, (fonte Bloomberg); gli indici obbligazionari sono rappresentativi dell’andamento dei titoli con scadenza all’interno del segmento considerato (1-3 anni, 3-5 anni, 5-10 anni).
Per quanto riguarda le divise e in particolare la valuta europea, il 2014 è stato caratterizzato complessivamente da un movimento di significativo deprezzamento dell’Euro rispetto al dollaro USA, soprattutto nel secondo semestre. Nei primi sei mesi abbiamo infatti assistito ad una fase di sostanziale stabilità dell’Euro, che ha oscillato all’interno di un intervallo compreso tra 1,35 e 1,40 rispetto al Dollaro. La seconda parte dell’anno è stata invece caratterizzata da un progressivo indebolimento della valuta europea, motivato principalmente dalla politica monetaria espansiva condotta dalla BCE (in procinto di realizzare con elevata probabilità un piano di Quantitative Easing tradizionale) e dalla graduale rimozione delle misure espansive da parte della FED. Nello specifico, il cambio Euro-Dollaro ha registrato nel secondo semestre del 2014 una diminuzione da 1,369 di fine giugno a 1,216 di fine 2014 (deprezzamento del 10% circa). Complessivamente nel corso del 2014 l’Euro si è deprezzato rispetto al Dollaro del 13% circa (il tasso di cambio è passato da 1,38 di fine 2013 a 1,216 di fine 2014).
PRINCIPALI TASSI DI CAMBIO CONTRO EURO Variazioni*
Dollaro USA/Euro 13,48%
Yen/Euro -0,15%
Sterlina/Euro 6,94%
*Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 dicembre 2014 - fonte Bloomberg WMCompany London 16:00.
Prospettive
Nel 2015 l’economia globale continuerà ad espandersi su un sentiero relativamente più solido del 2014. In USA la crescita reale dovrebbe stabilizzarsi su livelli più vicini alla media di lungo periodo in uno scenario inflazionistico sotto controllo: il tasso di inflazione uscirà ancora compresso dal 2014, significativamente condizionato dal prezzo del petrolio per poi aumentare progressivamente durante il prossimo anno spinto da motori più endogeni al sistema, legati in particolare alle dinamiche del mercato del lavoro. La FED, una volta riportato in equilibrio il livello di liquidità procederà gradualmente all’inversione di trend della politica monetaria che diventerà più restrittiva. In Europa i rischi sull’evoluzione del ciclo economico e dell’inflazione restano al ribasso. Come più volte ribadito la BCE utilizzerà nuove misure espansive necessarie per ricondurre l’inflazione in tempi adeguati verso il target del 2% e ancorarne le aspettative di medio lungo termine. Il progressivo indebolimento in atto della valuta europea, in particolare contro il dollaro USA, dovrebbe contribuire a stimolare la crescita in Area Euro ed eliminare definitivamente i rischi di deflazione. Lo scenario descritto potrebbe risultare progressivamente meno favorevole per i mercati obbligazionari dei titoli di stato in particolare per quello USA. Tra i rischi maggiori a livello globale permangono le incertezze legate ad alcune economie emergenti ed in particolare alla Russia, recentemente colpita dal crollo del prezzo del petrolio e della propria divisa.
Regime di tassazione
Per la trattazione dell’argomento si rimanda alla sezione del sito: http://www.bancopostafondi.it/fiscalita.shtml.
FONDO BANCOPOSTA OBBLIGAZIONARIO OTTOBRE 2017 Relazione degli Amministratori
Politica di gestione
Il fondo ha realizzato nel corso dell’anno 2014 un performance negativa di circa il -0,70% espressa al lordo dell’effetto fiscale.
Nel mese di gennaio, è stato distribuito un provento (€ 0,10 per singola quota), pertanto la performance “total return”, comprensiva dell’impatto del provento distribuito, è positiva e pari a +1,27% circa nel corso dell’anno. In relazione allo stile di gestione adottato, non è possibile individuare un parametro di riferimento (benchmark) rappresentativo della politica d’investimento del fondo. A decorrere dal 3 giugno 2014 è stata variata la denominazione del Fondo in “BancoPosta Obbligazionario Ottobre 2017” con l’individuazione di un nuovo Orizzonte temporale d'investimento (fino al 31 ottobre 2017) e la riformulazione dell'oggetto dell'investimento del Fondo stesso. La performance del fondo dal 3 giugno al 30 dicembre 2014 è stata pari a +0,95%. L’anno appena conclusosi è stato caratterizzato da una generalizzata riduzione dei rendimenti sul mercato obbligazionario europeo dei titoli di stato. Tale fenomeno ha interessato in misura maggiore le scadenze a medio lungo termine dei paesi periferici, con conseguente riduzione degli spread verso i paesi core. Le principali cause di questo movimento sono state il persistere di uno scenario di stagnazione economica unito ad un processo disinflazionistico in Euro zona, quest’ultimo aggravato nella seconda parte dell’anno anche dalla discesa del prezzo delle materie prime. Tale scenario, caratterizzato negli ultimi mesi anche da un nuovo aumento dei rischi geo politici in Russia e Ucraina, ha indotto la BCE all’attuazione di una serie di misure sia dirette (riduzione del tasso di riferimento e del tasso di depositi) che indirette (Asset-Backed Securities Purchase Programme; Covered Bond Purchase Programme; Targeted Long Term Repo Operations, c.d. TLTRO) con l’obiettivo di supportare la ripresa del credito a famiglie e imprese, favorire il rafforzamento dell’economia reale e riportare l’inflazione su livelli meno distanti dal target del 2%, ampliando in misura significativa il bilancio dell’Euro Sistema. La politica monetaria espansiva della BCE ha favorito una performance positiva anche per le obbligazioni societarie denominate in euro, i cui rendimenti hanno registrato una significativa e generalizzata diminuzione in relazione sia alla riduzione dei rendimenti risk-free sia alla compressione degli spread di credito, i quali si sono riportati su livelli sperimentati tra 2007 e 2008, prima del fallimento Lehman Brothers.
Periodo fino al 3 giugno 2014: così come previsto dalla politica di gestione, nel corso del periodo e fino al termine dell’orizzonte temporale di riferimento (febbraio 2014) lo stile gestionale è stato orientato al tendenziale mantenimento del portafoglio costruito nella fase iniziale del collocamento. Esso è stato costituito da titoli obbligazionari che, avendo avuto vita residua media prossima all’orizzonte temporale del fondo al momento della costruzione dello stesso, hanno evidenziato vita decrescente con il trascorrere del tempo. Con riferimento a tale portafoglio nel corso del periodo non sono state effettuate sostituzioni di emittenti in portafoglio né sono state effettuate strategie di copertura del rischio di credito mediante strumenti derivati. Successivamente al termine dell’orizzonte temporale (febbraio 2014), coerentemente con la politica di investimento del fondo contenuta nella documentazione d’offerta, il portafoglio del fondo è stato costituito, in via esclusiva, da strumenti finanziari che hanno portato ad una duration di portafoglio non superiore a 6 mesi. La performance del fondo nel periodo è risultata in linea con la duration contenuta del portafoglio e pari allo 0,32% comprensiva dell’impatto del provento distribuito.
Periodo dal 3 giugno 2014 al 30 dicembre 2014: a partire dal 3 giugno, a seguito della modifica della politica di investimento e della definizione di un nuovo orizzonte temporale di investimento (31 ottobre 2017) ed alla riapertura del collocamento, si è provveduto alla graduale costruzione del portafoglio in linea con quanto previsto dalla documentazione d’offerta con l’obiettivo di realizzare - in un orizzonte temporale di medio periodo (fino al 31 ottobre 2017) - un rendimento del portafoglio del fondo in linea con quello espresso mediamente da strumenti finanziari obbligazionari corporate e governativi con rating investment grade
di analoga durata, attraverso un investimento in titoli denominati in Euro di emittenti appartenenti principalmente a Paesi europei ed in via prevalente di emittenti italiani. Nel periodo dal 3 giugno 2014 al 30 dicembre 2014, in linea con la politica di investimento, si è provveduto al tendenziale mantenimento del portafoglio iniziale costruito all’inizio del ciclo di investimento e costituito da titoli obbligazionari di emittenti governativi e societari con vita residua media prossima all’orizzonte temporale del fondo e, dunque, decrescente con il trascorrere del tempo. Tale portafoglio è costituito in via prevalente da titoli di Stato italiani e da obbligazioni emesse da società italiane. Nel corso del periodo sono state effettuate operazioni di sostituzione di titoli per migliorare l’efficienza gestionale del portafoglio coerentemente con le caratteristiche del fondo e l’orizzonte temporale di riferimento. Al 30 dicembre 2014 (percentuali comprensive dei ratei e calcolate sul patrimonio netto del Fondo), l’investimento in obbligazioni societarie è pari a circa il 45,3%, l’investimento in obbligazioni governative risulta pari a circa il 54,5%. Al 30 dicembre 2014, con riferimento alla componente investita in obbligazioni societarie (39 emissioni su un totale di 50, ciascuna con un peso alla data inferiore al 4,9% circa), il portafoglio è investito in emissioni del settore finanziario (circa il 31,1%), servizi di pubblica utilità (circa il 4,7%), energetico (circa il 3,3%), telecomunicazioni (circa il 2,7%), consumi discrezionali (circa il 2,6%), consumi durevoli (circa lo 0,5%) ed industriale (circa lo 0,4%). Con riferimento alla componente investita in obbligazioni governative (11 su un totale di 50), il portafoglio è principalmente investito in emissioni dello Stato italiano (circa il 40,3%) ed in emissioni spagnole (circa l’11,2%) principalmente di natura zero-coupon (come ad esempio i titoli per i quali è avvenuta un’attività di separazione della componente cedolare, c.d. “stripping”). Una parte residuale è investita nell’agenzia governativa italiana Cassa Depositi e Prestiti (circa il 3,1%). Il portafoglio nel suo complesso è investito principalmente in emissioni dell’Unione Europea (di cui ad esempio Italia circa il 63,4%, Spagna circa il 21,9%, Francia circa il 4,1%, Regno Unito circa il 3,5%, Germania circa il 2,8%, Paesi Bassi circa l’1,1%) ed in via contenuta in emissioni non UE (Stati Uniti circa il 3,1%). La duration del portafoglio al 30 dicembre 2014 è pari a 2 anni e 10 mesi circa. In conformità a quanto previsto dal regolamento del fondo, la SGR ha adottato un sistema di valutazione interno del merito creditizio che tiene anche conto, in via non esclusiva, dei giudizi espressi dalle agenzie di rating. Sulla base dei giudizi ottenuti da tale sistema di valutazione interno, alla data di riferimento del presente Rendiconto, sono presenti nel portafoglio esclusivamente emissioni con giudizio pari a
“adeguata qualità creditizia”. Con riferimento ai giudizi espressi dalle principali agenzie di rating, alla data di riferimento del presente Rendiconto, sono presenti nel portafoglio esclusivamente posizioni con giudizio pari a “Investment Grade”; nell’ambito del giudizio “Investment Grade” il rating più basso presente nel portafoglio titoli è pari a BBB- (corrispondente al livello più basso della scala Investment Grade) relativo alle seguenti posizioni: titoli di stato italiani e assimilati con un peso del 43,4%, Intesa San Paolo con un peso del 5,5% circa, Unicredit con un peso del 5,7% circa, Ubi Banca con un peso del 4,9% circa e Repsol con un peso del 3% circa. Non sono state attuate strategie di copertura del rischio di credito. Il portafoglio è investito totalmente in emissioni in Euro. La performance del fondo nel corso dell’esercizio è positiva e pari a circa +1,27%. Tale andamento è attribuibile ad una performance positiva nel primo periodo di riferimento (0,32%) - in linea con una duration corta del portafoglio - e ad una performance positiva (0,95%) dall’avvenuto cambiamento della politica di investimento. L’andamento positivo del fondo - dalla modifica della politica di investimento - è attribuibile in maniera significativa agli effetti derivanti dal movimento dei tassi d’interesse, effetti quest’ultimi (positivi o negativi) che a parità di altre condizioni tendono a ridursi con la riduzione delle duration dei titoli inclusi nel portafoglio. A tale performance positiva contribuisce positivamente sia la componente governativa (Italia e Spagna) sia la componente societaria con un contributo positivo di tutti i settori ed in particolare del settore finanziario. Nel periodo dal 3 giugno al 30 dicembre 2014, non sono state effettuate compravendite di strumenti finanziari sia tramite intermediari negoziatori che controparti appartenenti al gruppo di appartenenza di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR; inoltre, nello stesso periodo, non sono state effettuate compravendite di strumenti finanziari emessi o collocati da società appartenenti al medesimo gruppo. Poste Italiane S.p.A. Società con socio unico - Patrimonio BancoPosta,
società controllante BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, rappresenta il Collocatore unico delle quote dei fondi comuni di investimento promossi e/o gestiti da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR.
Tabella per Tipologia di Emissione e per Paesi
Italia Spagna Francia Germania Regno Unito Altri Paesi
Obbligazioni societarie 19,98% 10,71% 4,14% 2,78% 3,48% 4,26%
Obbligazioni con collaterale - - - -
Obbligazioni governative 43,44% 11,21% - - - -
Peso Totale 63,42% 21,91% 4,14% 2,78% 3,48% 4,26%
Linee strategiche
Fino al termine dell’orizzonte temporale (ottobre 2017) la politica di investimento è orientata al tendenziale mantenimento della attuale composizione di portafoglio. Il gestore potrà effettuare sostituzioni di emissioni in portafoglio in coerenza con la politica di investimento del fondo riportata nella documentazione d’offerta.
Eventi che hanno interessato il fondo
Si segnala come in data 3 giugno 2014 abbiano acquisito efficacia le modifiche regolamentari di seguito rappresentate:
variazione della denominazione del fondo (da “BancoPosta Obbligazionario Febbraio 2014” a “BancoPosta Obbligazionario Ottobre 2017”); individuazione di un nuovo Orizzonte temporale d'investimento (fino al 31 ottobre 2017); integrazione delle informazioni già previste nello “Scopo” nel paragrafo relativo alla “Politica di investimento”; riformulazione dell'oggetto dell'investimento del Fondo, al fine di indicare con maggior grado di dettaglio i beni in cui può essere investito il patrimonio del Fondo stesso; possibilità di investimento in strumenti finanziari obbligazionari di emittenti societari (corporate) emessi al di fuori dell'Area Euro; introduzione di apposita previsione volta a recepire le indicazioni degli organi di vigilanza in merito all'utilizzo dei giudizi delle società di rating; in particolare gli strumenti finanziari sono classificati di “adeguata qualità creditizia” sulla base del sistema interno di valutazione del merito creditizio adottato dalla SGR; ampliamento della durata massima del nuovo periodo di collocamento (4 mesi); periodo di applicazione della commissione di uscita (dalla data di chiusura del periodo di collocamento al 31 ottobre 2017); misura della commissione di gestione: 0,45%, dal termine del nuovo periodo di collocamento fino al 31 ottobre 2017; 0,30%, nel nuovo periodo di collocamento e successivamente al 31 ottobre 2017;
introduzione della possibilità di sottoscrivere le quote con importo derivante dal rimborso di altri fondi della SGR. Il nuovo periodo di collocamento ha avuto inizio in data 3 giugno 2014 ed è terminato, con chiusura anticipata, in data 30 luglio 2014;
modifica della Società di Gestione del Risparmio del Fondo da Pioneer Investment Management SGRpA a BancoPosta Fondi S.p.A. SGR. Si segnala, infine, come in data 24 ottobre 2014 abbia acquisito efficacia la modifica regolamentare concernente la misura della commissione di gestione dallo 0,45% allo 0,25%.
Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio
In data 1° gennaio 2015 hanno acquisito efficacia le seguenti modifiche regolamentari:
- aggiornamento dei numeri di iscrizione all’albo delle SGR, di recente mutati in seguito all’evoluzione del quadro normativo di riferimento, scaturente dal recepimento della Direttiva 2011/61/UE;
- possibilità di prevedere per la SGR di escludere o limitare la titolarità diretta o indiretta delle quote del fondo da parte di Soggetti Statunitensi («U.S. Person» secondo la definizione contenuta nella "Regulation S" - Rules Governing Offers and Sales Made Outside the United States Without Registration Under the Securities Act of 1933 come tempo per tempo modificata).
Nel periodo successivo alla chiusura dell’esercizio, in data 12 febbraio 2015, il Consiglio di Amministrazione di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR ha deliberato di distribuire l’importo di € 0,0235 per ciascuna delle quote in circolazione alla data del 12 febbraio 2015 per un importo complessivo di € 743.598, in accordo con quanto previsto dal Regolamento del Fondo (Parte B
Caratteristiche del prodotto, art. 2 Proventi, risultati della gestione e modalità di ripartizione). Tali importi, saranno posti in pagamento a decorrere dal 18 febbraio 2015 contro stacco della cedola n. 1 per il tramite della Banca Depositaria BNP Paribas Securities Services.
Attività di collocamento delle quote
Nel corso dell’esercizio 2014, l’attività di collocamento delle quote del Fondo è stata realizzata totalmente attraverso gli sportelli del Collocatore, distribuiti omogeneamente sul territorio nazionale.
Numero Quote Sottoscritte
Importo Sottoscrizioni
Importo Disinvestimenti
Importo Raccolta Netta
Poste Italiane 25.744.658,683 129.561.622,35 -101.036.441,88 28.525.180,47
Totale collocato 25.744.658,683 129.561.622,35 -101.036.441,88 28.525.180,47
Il numero complessivo dei contratti conclusi nel 2014 è stato di 8.417 (PIC). Al 30/12/2014 i rapporti aperti per il fondo BancoPosta Obbligazionario Ottobre 2017 erano 12.356 (tutti del collocatore Poste Italiane).
Situazione Patrimoniale al 30/12/2014
ATTIVITA’
SITUAZIONE AL 30/12/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore
complessivo
% tot. attività
Valore complessivo
% tot. attività A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri
A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R.
162.139.654
162.139.654 84.160.418 77.979.236
98,916
98,916 51,343 47,573
132.533.209
132.533.209 72.935.287 59.597.922
97,649
97,649 53,738 43,911
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C2.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C3.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F1. Liquidità disponibile
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
625.483 624.443
1.040
0,382 0,381
0,001
433.236 432.996
240
0,319 0,319
0,000
G. ALTRE ATTIVITA’
G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre
1.151.057 1.151.057
0,702 0,702
2.758.241 2.758.241
2.032 2.032
TOTALE ATTIVITA’
163.916.194 100,000 135.724.686 100,000PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/12/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore complessivo Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri
213.963
207.960 6.003
51.279
48.082 3.197
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
56.482 56.476
6
75.376 75.376
TOTALE PASSIVITA’ 270.445 126.655
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 163.645.749 135.598.031
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 32.138.599,964 26.441.101,833
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE 5,092 5,128
MOVIMENTI DELLE QUOTE NELL’ESERCIZIO
Quote emesse
25.744.658,683Quote rimborsate
20.047.160,552Le quote emesse sono in parte relative ai proventi reinvestiti nel fondo per gli importi complessivamente spettanti ai singoli partecipanti non superiori a € 10 connessi allo stacco cedola del 23 gennaio 2014, per un numero di quote pari a 380,283.
SEZIONE REDDITUALE
RENDICONTO AL 30/12/2014
RENDICONTO ESERCIZIO PRECEDENTE
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. PROVENTI DA INVESTIMENTI
A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale A1.3 Proventi su parti di O.I.C.R.
A2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI A2.1 Titoli di debito
A2.2 Titoli di capitale A2.3 Parti di O.I.C.R.
A3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE A3.1 Titoli di debito
A3.2 Titoli di capitale A3.3 Parti di O.I.C.R.
A4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari quotati
2.615.117 2.320.829 2.320.829
- 596.225 - 596.225
890.513 890.513
________________
2.615.117
2.965.032 5.656.134 5.656.134
- 492.510 - 492.510
- 2.198.592 - 2.198.592
_______________
2.965.032 B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. PROVENTI DA INVESTIMENTI B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale B1.3 Proventi su parti di O.I.C.R.
B2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI B2.1 Titoli di debito
B2.2 Titoli di capitale B2.3 Parti di O.I.C.R.
B3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE B3.1 Titoli di debito
B3.2 Titoli di capitale B3.3 Parti di O.I.C.R.
B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari non quotati
________________ _______________
C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI NON DI COPERTURA
C1. RISULTATI REALIZZATI C1.1Sustrumenti quotati C1.2 Su strumenti non quotati C2. RISULTATI NON REALIZZATI
C2.1Sustrumenti quotati C2.2 Su strumenti non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI
E1. OPERAZIONI DI COPERTURA E1.1 Risultati realizzati
E1.2 Risultati non realizzati
E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA E2.1 Risultati realizzati
E2.2 Risultati non realizzati E3. LIQUIDITA’
E3.1 Risultati realizzati E3.2 Risultati non realizzati
F. ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE
F1. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE
F2. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI
Risultato lordo della gestione di portafoglio
________________
2.615.117
_______________
2.965.032 G. ONERI FINANZIARI
G1. INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI
G2. ALTRI ONERI FINANZIARI
Risultato netto della gestione di portafoglio
- 6
- 6
_________
2.615.111
_________
2.965.032 H. ONERI DI GESTIONE
H1. PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR H2. COMMISSIONI BANCA DEPOSITARIA H3. SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E
INFORMATIVA AL PUBBLICO H4. ALTRI ONERI DI GESTIONE
- 490.275 - 436.736 - 47.776 - 953 - 4.810
- 770.988 - 707.089 - 52.889 - 5.938 - 5.072
I. ALTRI RICAVI ED ONERI
I1. INTERESSI ATTIVI SU DISPONIBILITA’ LIQUIDE I2. ALTRI RICAVI
I3. ALTRI ONERI
Risultato della gestione prima delle imposte
37.185 130 40.267 - 3.212
_________
2.162.021
63.304 1 63.481 -178
_________
2.257.348 L. IMPOSTE
L1. IMPOSTA SOSTITUTIVA A CARICO DELL’ESERCIZIO
L2. RISPARMIO D’IMPOSTA L3. ALTRE IMPOSTE
Utile dell’esercizio
_________
2.162.021
_________
2.257.348
Nota Integrativa
Parte A: Andamento del Valore della quota
(1): In relazione allo stile di gestione adottato, non è possibile individuare un parametro di riferimento (benchmark) rappresentativo della politica d’investimento del fondo. La performance è espressa come “total return”, ossia comprensiva del reinvestimento del provento.
Rendimento annuo del fondo(2)
(2): I dati di rendimento del fondo non includono i costi di sottoscrizione e rimborso a carico dell’investitore e la tassazione a carico dell’investitore.
Nel prospetto seguente si illustrano alcuni dati relativi all’andamento del valore della quota.
Obbligazionario Ottobre 2017
2014 2013 2012*Valore iniziale della quota 5,131 5,157 5,000
Valore finale della quota 5,092 5,128 5,148
*L’operatività del fondo ha avuto inizio il 17/01/2012; pertanto, i valori relativi all’esercizio 2011 non sono disponibili e quelli relativi all’anno 2012 sono riferiti al periodo 17/01/2012 - 28/12/2012.
Nel 2014, il valore massimo della quota (€ 5,133) è stato raggiunto il 07 gennaio 2014, quello minimo (€ 5,014) il 18 giugno 2014. Fino al 03 giugno 2014 la performance del fondo è stata positiva e contenuta coerentemente con il portafoglio obbligazionario e la duration contenuta in cui risultava investito il fondo. Successivamente al 3 giugno 2014, a seguito di
modifica della politica di investimento del fondo, la performance è stata positiva ed in linea con la nuova composizione del portafoglio, beneficiando quindi dell’andamento positivo del mercato governativo e societario prevalentemente italiano in linea con il nuovo orizzonte temporale del fondo, a parte brevi incrementi di volatilità (ad esempio nel mese di ottobre).
Volatilità
La volatilità del portafoglio calcolata come deviazione standard settimanale annualizzata, nel corso dell’anno 2014 è stata pari all’1% circa. Nel 2013 è stata dello 0,7% circa, inferiore rispetto al 2,4% circa del 2012 (nel periodo che va dal 17 gennaio 2012 (prima quota del fondo) al 28 dicembre 2012 (ultima quota dell’esercizio).
Tecniche di gestione dei Rischi di Portafoglio
La principale componente della rischiosità di questo portafoglio fino alla scadenza dell’orizzonte temporale è rappresentata dal rischio di credito associato agli emittenti delle obbligazioni (societarie e governative) in portafoglio. In caso di rimborso antecedente il termine dell’orizzonte temporale di investimento, i principali fattori di rischio risultano essere il rischio emittente e il rischio di tasso. Il portafoglio, oggetto di investimento, viene monitorato costantemente, attuando, se ritenuto opportuno da parte del Gestore, sostituzioni di titoli presenti in portafoglio per finalità di contenimento del rischio, nonché strategie di copertura del rischio di credito e operazioni di arbitraggio di titoli che hanno realizzato elevate plusvalenze con titoli a maggiore potenziale di rendimento e con vita residua coerente con l’obiettivo di investimento. Durante l’esercizio di riferimento non sono state poste in essere politiche di copertura del rischio di credito. La misurazione e l’analisi dei rischi, ed in particolare del rischio di credito degli emittenti, viene effettuata con frequenza periodica, sulla base anche di un modello di giudizio di credito interno basato su valutazioni di tipo fondamentale unitamente ad elementi qualitativi (news pubbliche rilevanti e ricerca esterna), su analisi strutturali, e sullo studio dei dati di mercato (ad esempio andamento dei Cds degli emittenti e degli spread). Nella fase di costruzione del portafoglio, sono state inoltre adottate politiche di mitigazione del rischio di credito attraverso la diversificazione del portafoglio, con eventuali limiti di concentrazione massima per singolo emittente societario e limiti di rating minimo per emittente.
Determinazione dell’importo da distribuire
Sulla base del presente Rendiconto e del Regolamento dei fondi BancoPosta (Parte B Caratteristiche del prodotto, art. 2 Proventi, risultati della gestione e modalità di ripartizione), il Consiglio di Amministrazione della SGR Gestore in data 12 febbraio 2015 ha deliberato di porre in distribuzione € 0,0235 per ciascuna delle 31.642.477,203 quote in circolazione alla medesima data, per complessivi € 743.598 pari al 60,24% del totale dei proventi realizzati, così come definiti dal citato articolo del Regolamento, qui di seguito riesposti:
Importo
Proventi da investimenti:
+/- Saldi netti relativi a: interessi su c/c, operazioni p/t e assimilati, differenziali su operazioni future Oneri di gestione e di funzionamento:
2.320.953 - 490.276
Perdite da realizzi - 596.225
Totale proventi realizzati 1.234.452
Considerata l’entità dell’utile di periodo, pari ad € 2.162.021, il suddetto ammontare posto in distribuzione avrà, per i sottoscrittori del fondo, la natura di provento realizzato in costanza di partecipazione soggetto a tassazione. Le eventuali frazioni di proventi non distribuibili (troncamento della cedola unitaria) rimangono ricomprese nel patrimonio del fondo. I proventi saranno in ogni caso reinvestiti nel fondo qualora l’importo complessivo spettante al partecipante non superi i 10 euro.
Il valore della quota relativa al 18 febbraio 2015 tiene conto dello stacco dei proventi.
Parte B: Le Attività, le Passività e il Valore Complessivo Netto Sezione I – Criteri di Valutazione
BancoPosta Fondi S.p.A. SGR nella predisposizione del Rendiconto di Gestione ha utilizzato i principi contabili ed i criteri di valutazione previsti dal Regolamento Banca d’Italia dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. Tali principi e criteri di valutazione risultano coerenti con quelli utilizzati per la predisposizione del Rendiconto al 30 dicembre 2013, della Relazione Semestrale al 30 giugno 2014 e dei Prospetti di Calcolo del Valore della quota nel corso dell’esercizio.
Registrazione delle Operazioni
1. La rilevazione delle operazioni di sottoscrizione, rimborso e passaggio delle quote viene effettuata in conformità alle previsioni contenute nel Regolamento del fondo.
2. La rilevazione delle operazioni di compravendita degli strumenti finanziari avviene alla data di effettuazione delle operazioni, indipendentemente dalla data di regolamento. La rilevazione delle operazioni di sottoscrizione di strumenti finanziari di nuova emissione avviene alla data di attribuzione certa dei titoli.
3. La rilevazione degli interessi nonché degli altri proventi e oneri avviene nel rispetto del principio di competenza temporale, indipendentemente dalla data di incasso e di pagamento. Gli interessi e i proventi vengono registrati al netto delle relative ritenute d'imposta quando soggetti.
4. La rilevazione delle cedole per interessi viene effettuata al momento di “data stacco”.
5. Il criterio di registrazione contabile dei rimborsi fiscali richiesti alle Autorità fiscali estere al fine di evitare la doppia imposizione, nel rispetto dei trattati internazionali stipulati con lo Stato Italiano, per i proventi percepiti dal fondo relativamente agli strumenti finanziari presenti in portafoglio (cedole e dividendi) è il criterio di “cassa”.
6. La commissione di gestione è calcolata quotidianamente sul Valore Complessivo Netto del fondo e prelevata dalla disponibilità di quest’ultimo nel primo giorno lavorativo del mese successivo.
7. La commissione di Banca Depositaria è calcolata quotidianamente sul Valore Complessivo Netto del fondo e liquidata trimestralmente.
Valutazione degli Strumenti Finanziari
La valutazione degli strumenti finanziari detenuti in portafoglio è effettuata secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Banca d’Italia, con Regolamento dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. BNP Paribas Securities Services, soggetto al quale BancoPosta Fondi S.p.A. SGR ha conferito, a far data 15 luglio 2011, il compito di svolgere l’attività di Banca Depositaria e di calcolo del valore della quota, ha definito i principi generali del processo valutativo e fissato i criteri di valutazione da adottare per le diverse tipologie di strumenti finanziari. Il documento “Criteri di valutazione degli strumenti finanziari e significatività dei prezzi”, concerne:
- i criteri di valutazione degli strumenti finanziari detenuti nel portafoglio del fondo, concordati con la SGR;
- i criteri e le procedure organizzative poste in essere ai fini dell’individuazione e del controllo della significatività dei prezzi relativi agli strumenti finanziari quotati, concordati con la SGR e sottoposti al parere dell’organo di controllo.
1. Il valore degli strumenti finanziari ammessi alla negoziazione sui mercati regolamentati è determinato in base al prezzo di riferimento o all'ultimo prezzo disponibile rilevato sul mercato di negoziazione. Per gli strumenti trattati su più mercati o circuiti alternativi (di negoziazione ovvero di scambi efficienti di informazioni sui prezzi) si fa riferimento alla fonte di prezzo ritenuta più significativa avendo presenti le quantità trattate, la frequenza degli scambi nonché l'operatività svolta dal fondo.
2. I titoli non ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati sono valutati al costo di acquisto, rettificato al fine di ricondurlo al presumibile valore di realizzo sul mercato, anche tenendo conto della situazione dell'emittente, del suo Paese di residenza e del mercato; al riguardo, si applicano i criteri previsti dal documento.
3. Gli strumenti finanziari illiquidi (classificati tra gli strumenti finanziari quotati e tra quelli non quotati), vale a dire gli strumenti finanziari per i quali i volumi di negoziazione poco rilevanti e la ridotta frequenza degli scambi non consentono la formazione di prezzi significativi, sono valutati rettificando il costo di acquisto al fine di ricondurlo al presumibile valore di realizzo sul mercato secondo i criteri applicativi previsti dal documento.
4. I titoli di nuova emissione vengono valutati, dalla data di acquisto fino alla data di inizio contrattazione ufficiale, al minore tra il prezzo di acquisto e quello di emissione.
5. Ai fini della determinazione del valore di libro delle rimanenze finali, si utilizza il metodo del costo medio ponderato. Tale costo è determinato tenendo conto dei costi di acquisto sostenuti nel corso dell’esercizio. Relativamente alle quantità detenute in portafoglio, le differenze tra i prezzi di valorizzazione dei titoli ed i costi medi ponderati determinano le plusvalenze o le minusvalenze. Gli utili e le perdite da realizzi riflettono invece la differenza tra i relativi valori di realizzo e i costi medi ponderati.
Sezione II – Le attività
II. 1 STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per Paese di residenza dell'emittente Paese di residenza dell’emittente
Italia Altri Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE Altri Paesi Titoli di debito:
- di Stato
- di altri enti pubblici - di banche - di altri
65.862.145 5.012.850 25.984.986 5.436.655
18.298.273 17.583.143 18.506.146
4.716.618 738.838 Titoli di capitale:
- con diritto di voto - con voto limitato - altri
Parti di O.I.C.R.:
- aperti armonizzati - aperti non armonizzati - altri
Totali:
- in valore assoluto
- in percentuale del totale delle attività
102.296.636 62,408%
54.387.562 33,180%
5.455.456 3,328%
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per mercato di quotazione Mercato di quotazione
Italia Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE Altri Paesi
Titoli quotati 102.296.636 54.387.562 5.455.456
Titoli in attesa di quotazione Totali:
- in valore assoluto
- in percentuale del totale delle attività
102.296.636 62,408%
54.387.562 33,180%
5.455.456 3,328%
Movimenti dell'esercizio
Controvalore acquisti Controvalore vendite/rimborsi Titoli di debito:
- Titoli di Stato - altri
219.200.226 138.424.134 80.776.092
189.888.069 127.847.334 62.040.735 Titoli di capitale:
Parti di O.I.C.R.:
Totale 219.200.226 189.888.069
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per settore di attività economica
Titoli di capitale Titoli di debito Parti di O.I.C.R.
Alimentare Bancario Comunicazioni Diversi Elettronico Finanziario Titoli di Stato
Chimico - Idrocarburi Farmaceutico
Enti pubblici economici Meccanico - Automobilistico Assicurativo
204.552 48.284.747 4.406.418 8.023.892 580.530 238.574 84.160.418 5.183.661 86.802 5.012.850 4.248.320 1.708.890
Totali 162.139.654
II. 2 STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
In portafoglio non sono presenti strumenti finanziari non quotati. Non si evidenziano movimenti di alcun genere nel corso dell’esercizio.
II. 3 TITOLI DI DEBITO
Duration modificata per valuta di denominazione.
VALUTA
Duration in anniminore o pari a 1 compresa tra 1 e 3,6 maggiore di 3,6
EURO 19.881.573 142.258.081
Totali 19.881.573 142.258.081
Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni su titoli strutturati.
II. 4 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in strumenti finanziari derivati.
II. 5 DEPOSITI BANCARI
Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in depositi bancari.
II. 6 PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in pronti contro termine e operazioni assimilate.
II. 7 OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI
Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni di prestito titoli.
II. 8 POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
Importo Liquidità disponibile:
custodita presso la Banca Depositaria 624.443
Totale 624.443
Liquidità da ricevere per operazioni da regolare:
crediti da operazioni di vendita, stipulate ma non ancora regolate alla data del Rendiconto 1.040
Totale 1.040
Liquidità impegnata per operazioni da regolare:
debiti da operazioni di acquisto, stipulate ma non ancora regolate alla data del Rendiconto
Totale
Totale posizione netta di liquidità 625.483