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Ente:Ospedale San Raffaele Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (OSR) Via Olgettina n Milano

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Academic year: 2022

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Informativa sui rischi specifici negli ambienti di lavoro e sulle misure base adottate per eliminare le interferenze - Ai sensi art. 26,

comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008

PAG. 1/24 REV. 11 AGOSTO 2022

In adempimento a quanto previsto dalla normativa vigente inerente la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori su sul luogo di lavoro, nel presente documento sono indicate le informazioni previste dall’art. 26 comma 1 lettera b del Decreto Legislativo 81/2008.

Il singolo dirigente o preposto di UO o di servizio in cui si svolgeranno le attività fornirà le informazioni di dettaglio sui rischi e sulle misure di prevenzione e protezione specifiche da adottare.

Denominazione Ente:Ospedale San Raffaele – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (OSR)

Sede Legale: Via Olgettina n° 60 – 20132 Milano Datore di Lavoro: Ing. Marco Centenari

Servizio Prevenzione e Protezione:

Ing. Neva Pasqualini (Responsabile)

Medico Competente: Dr. Gabriele Pellicciotta (Coordinatore)

Dr. Antonio Di Maria (Medico Competente SR Turro)

Dr. Rino Donghi (Medico Competente e Medico Autorizzato) Dr. Gabriele Fragasso (Medico Autorizzato)

Medici Competenti identificati afferenti al Serv. Di Medicina Preventiva Esperto di Radioprotezione:

Dr. ssa Antonella del Vecchio Dr. Riccardo Calandrino Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza:

Ing. Margherita Napoletano Sig.ra Rottoli Daniela

Sig. Elia Aldo Sig.ra Di Rosa Simona (SRT) Sig. Durelli Daniele Sig.ra Armanni Lara

Sig.ra Moro Claudia Sig. Michele Tenace Sig. Guida Salvatore (SRT) Sig. Mulè Angelo Sig. Seggio Vincenzo (manutenzione OSR)

Il Datore di Lavoro, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione, ha elaborato il Documento di Valutazione dei Rischi (art. 17 comma 1 lettera a) D.Lgs. 81/2008), attualmente custodito presso il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Ospedale ed a disposizione per la consultazione dai soggetti previsti dalla normativa vigente.

1. DOCUMENTAZIONE E ADEMPIMENTI GENERALI

Prima dell’inizio dei lavori, ai fini della verifica dell’idoneità tecnico professionale dell’impresa appaltatrice da parte del datore di lavoro committente, dovrà essere consegnata almeno la seguente documentazione:

- Autocertificazione di possesso dei requisiti tecnico professionali (Mod SPP 035) - Certificato CCIAA (non antecedente i 3 mesi dalla presentazione dei documenti)

- Informativa compilata e sottoscritta in cui è necessario indicare eventuali rischi derivanti dall’attività dell’impresa appaltatrice che potrebbero interferire con la normale attività lavorativa del committente (OSR)

- Elenco del personale operante in Istituto - Elenco delle attrezzature in uso

- Elenco delle sostanze chimiche in uso e relative Schede di sicurezza

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 2 di 24 - Documento di valutazione dei rischi per le attività svolte presso la struttura (anche un estratto) - Identificazione del nominativo e ruolo del / dei soggetti che svolgeranno la funzione di

preposto ai sensi del D.Lgs. 81/08 art. 8 bis

- Richiesta di autorizzazione al sub appalto (Mod DAL 010), ove si faccia ricorso a questo, alla quale siano allegate le medesime documentazioni richieste all’appaltatore e in precedenza richiamate.

Nel caso di personale che, attraverso società esterne, svolga attività continuativa presso le sedi di OSR, prima dell’inizio delle attività presso la struttura, la società dovrà fornire:

- Idoneità sanitaria alla mansione rilasciata dal medico competente

- Formazione generale e specifica del personale coinvolto esplicitando il programma svolto soprattutto in relazione alla formazione per svolgere attività in ambito sanitario.

Prima dell’inizio dei lavori che prevedono la presenza di personale esterno presso la struttura si effettuerà una riunione di coordinamento (art. 26 comma 2 D.Lgs. 81/08 e succ. mod) tra SPP e referenti del contratto per la stesura di un documento specifico (DUVRI); tale documento resterà valido, pur aggiornato con modelli semplificati, fino a quando non varieranno le attività oggetto dell’appalto o i rischi specifici ad esse associate.

2. REGOLE GENERALI

Il personale delle imprese appaltatrici è tenuto a:

 rispettare la segnaletica di sicurezza (di pericolo, di divieto, di salvataggio, antincendio) esistente nei locali ed in particolare di prendere visione delle planimetrie con le indicazioni dei percorsi di esodo in caso di emergenza;

 rapportarsi con il coordinatore infermieristico o il responsabile di unità per avere istruzioni specifiche sulle aree interessate e sulle precauzioni specifiche da adottare prima di accedervi, con particolare attenzione alle aree di terapia intensiva, blocchi operatori, medicine e malattie infettive;

 non accedere ad aree riservate se non previamente autorizzato e/o accompagnato da personale dell’Ospedale;

 nel caso di lavorazioni particolari che possano determinare e/o generare problemi tecnici o modifiche parziali dei sistemi/presidi di sicurezza, concordare con il Servizio di Prevenzione e Protezione le modalità dell’intervento in modo da garantire, compatibilmente con l’attività di unità, il rispetto del contratto;

 riordinare la zona nella quale è stato effettuato il servizio, non lasciare attrezzature ed utensili incustoditi;

 non ingombrare con oggetti, materiale, attrezzature le vie di transito, di fuga e le uscite di sicurezza;

 adottare le precauzioni necessarie alla propria ed altrui sicurezza disponibili. Nello specifico si ricorda che è compito del datore di lavoro “appaltatore” mettere a disposizione, e vigilare sul loro utilizzo, i dispositivi di protezione individuale (DPI) identificati in relazione al documento di valutazione dei rischi dopo che lo stesso è stato integrato con le indicazioni circa la valutazione dei rischi specifica della committenza di cui, attraverso il presente fascicolo, si vuole fornire un estratto

 non consumare cibi o bevande sul luogo di lavoro, se non nei luoghi appositamente predisposti;

 transennare opportunamente le aree di intervento affinché le operazioni in atto non costituiscano fonte di pericolo aggiuntiva, ...);

 usare correttamente apparecchiature ed impianti a disposizione ed in particolare, nel caso di utilizzo dei montacarichi, rispettare i carichi massimi consentiti e caricare i carichi pesanti con attenzione onde evitare il danneggiamento dei meccanismi di movimentazione delle cabine e le porte;

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 3 di 24

 segnalare immediatamente al Servizio Manutenzione (n° tel. interno 2533) i casi in cui, a causa del trasporto di materiale, si verificano pericolosi disallineamenti dei piani delle cabine rispetto ai pianerottoli;

 durante le operazioni di carico e scarico di materiale ingombrante che comportano limitazioni di visibilità utilizzare dispositivi acustici di segnalazione e/o personale che segnali la presenza di un rischio ai sensi del Titolo V d.lgs. 81/2008;

 non tenere il cellulare acceso dove sono presenti apparecchiature elettromedicali e comunque ridurne il più possibile l’utilizzo all’interno della struttura. Non guardare lo schermo durante gli spostamenti per evitare il rischio di inciampi o urti;

 non fumare all’interno dell’Ospedale (è vietato in ogni area interna) e, all’esterno, fumare solo nelle aree appositamente identificate con segnaletica

 non utilizzare fiamme libere, se non preventivamente autorizzati dal proprio referente locale e solo dopo aver messo in sicurezza la zona di lavoro (allontanare il materiale combustibile ed infiammabile, dotarsi di estintore, …);

 non deturpare né danneggiare l’ambiente di lavoro;

 non accedere all’interno degli edifici con mezzi di locomozione (monopattini, bici, ecc.)

3. RISCHI IN OSPEDALE

I fattori di rischio presenti all’interno dell’Ospedale e che potrebbero, qualora non fossero rispettate le opportune misure di prevenzione e protezione previste, interessare personale dell’impresa appaltatrice o suoi collaboratori, la cui idoneità e istruzione lavorativa devono essere previamente verificati, sono relativi a quanto di seguito specificato.

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 4 di 24

a) Rischio Biologico

Il rischio biologico occupazionale è la probabilità che, a motivo dell’attività sanitaria svolta, l’operatore sanitaria subisca un danno causato da un microrganismo, cioè una infezione.

L'ospedale per definizione costituisce un luogo a rischio biologico, dove è più facile “incontrare” (cioè

“essere esposti a”) microrganismi patogeni e dove quindi corre il rischio di contrarre un’infezione ogni persona che vi entri e, a maggior ragione, chi vi lavora regolarmente.

Nelle aree sanitarie propriamente dette (di degenza, ambulatoriali, di servizi terapeutici o diagnostici) è richiesta a tutti i lavoratori la conoscenza e l’applicazione delle "precauzioni standard"1, cioè

 l'insieme di procedure di controllo delle infezioni che il personale sanitario utilizza per ridurre la trasmissione dei microrganismi in ambito sanitario,

 misure che proteggono sia gli operatori sanitari (rischio biologico propriamente detto), sia i pazienti (rischio infettivo) dal contatto con agenti infettivi.

Attraverso i corretti comportamenti e l'uso di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI), le precauzioni standard richiedono di evitare

 qualsiasi esposizione a tutti i liquidi biologici (eccetto il sudore) e

 il contatto con le mucose e la cute non integra di ogni paziente (come di qualunque altra persona presente).

È di particolare importanza una corretta igiene delle mani, elemento chiave nel controllo della circolazione dei microrganismi in ospedale e misura che si è dimostrata la più importante nella prevenzione delle infezioni, a vantaggio sia dei lavoratori, sia dei pazienti.

La rigorosa adozione delle "precauzioni standard" garantisce la prevenzione della maggior parte delle infezioni, comprese le più temute epatiti da virus B e C e l'infezione da HIV (AIDS).

Tutti gli operatori “non dipendenti dell’Ospedale” (addetti alla pulizia, alla ristorazione, alla manutenzione di apparecchiature, …) che accedono ad aree di assistenza sanitaria al paziente devono avere una formazione specifica su queste misure di base da parte del proprio datore di lavoro.

In alcune circostanze l’assistenza a pazienti con infezioni o colonizzazioni da microrganismi con particolari modalità di trasmissione o caratteristiche peculiari (resistenza ad antibiotici) richiede l’adozione di misure aggiuntive (precauzioni da contatto, per goccioline o per via aerea), che saranno segnalate dal personale dell’Unità Operativa o Servizio, e che sono indicate da apposita segnaletica all’ingresso della stanza del paziente.

In generale il rischio è significativo solo in caso di assistenza diretta ai pazienti che ne sono affetti, quindi a carico degli operatori sanitari propriamente detti, oppure se la persona esposta è in condizioni di compromissione delle proprie difese (ad es. operatore immunocompromesso).

È possibile comunque che anche il personale delle imprese appaltatrici debba adottare alcune misure preventive, quali l’uso di idonei dispositivi di protezione respiratoria (ad es. per l’ingresso nella stanza di un paziente affetto da tubercolosi e altre patologie a trasmissione respiratoria) e/o di guanti monouso e di un camice (ad es. la pulizia di ambienti che ospitano pazienti con infezioni da microrganismi resistenti ad antibiotici): tutti i DPI utilizzati in tali casi devono essere correttamente rimossi e smaltiti, procedendo subito dopo ad un lavaggio delle mani (o all’igiene delle mani con un prodotto a base alcolica).

In conformità a quanto indicato dal titolo x-bis del d.lgs.81/08 i principali dispositivi medici pungenti disponibili in Istituto sono di tipo protetto (Needlestick Prevention Device – NPD) al fine di ridurre il rischio di punture/tagli accidentali.

1Le misure di controllo infettivo in ambito sanitario sono dettate dai CDC statunitensi nel documento “Guideline for Isolation Precautions: Preventing Transmission of Infectious Agents in Healthcare Settings” disponibile alla pagina https://www.cdc.gov/infectioncontrol/guidelines/isolation/index.html

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 5 di 24 Particolare attenzione infine deve essere prestata negli ambienti di laboratorio ed in aree specifiche (ad es. sale operatorie, unità di malattie infettive, terapie intensive, dialisi, pediatria) dove occorre verificare, preliminarmente all'intervento, regole specifiche di comportamento e di protezione con i rispettivi responsabili.

Misure specifiche, per esempio relative al contenimento dell’emergenza pandemica da COVID- 19, possono essere definite da OSR a contenimento del rischio (si rimanda ai documenti informativi specifici relativamente alle misure di contenimento del virus SARS-CoV-2) _ Mod SPP 095 e Mod SPP 094.

b) Rischio Chimico È dovuto alla presenza di:

1. agenti chimici pericolosi (tossici, nocivi, corrosivi, irritanti, infiammabili, cancerogeni) utilizzati prevalentemente nelle aree di ricerca ed analisi (Virologia, Microbiologia, Biologia Molecolare, Anatomia Patologica)

2. disinfettanti e detergenti utilizzati in tutte le aree di degenza (ambulatoriali, mediche, chirurgiche, di pronto soccorso)

3. gas anestetici nelle sale operatorie

4. farmaci antiblastici utilizzati nelle aree oncologiche, nell’Unità farmaci antiblasitici, di degenze ed ambulatoriali.

Le principali conseguenze dovute all’interazione con sostanze chimiche, causa ingestione, inalazione o assorbimento cutaneo, possono essere ustioni, intossicazioni, irritazioni cutanee e mucose acute o croniche.

In generale, ad eccezione delle aree di laboratorio, sala anatomica e anatomia patologica, il rischio è basso per la sicurezza e irrilevante per la salute.

In generale nelle aree sanitarie (ad eccezione dei BO, Anatomia patologica) si utilizzano flaconi preriempiti di formalina.

A contenimento dei rischi sono resi disponibili DPC (cappe chimiche o attrezzature a ciclo chiuso o aspirate) per la manipolazione diretta di agenti chimici pericolosi.

Le cappe possono essere a totale espulsione o a ricircolo con doppia filtrazione.

Vengono eseguiti monitoraggi periodici, ambientali e sulle superfici, di:

- formaldeide

- agenti chimici pericolosi - chemioterapici

negli ambienti a maggior utilizzo di sostanze chimiche pericolose.

Gli esiti di questi monitoraggi sono disponibili in UO è possono essere richiesti al SPP.

L’accesso ai depositi di azoto presenti in Istituto (opportunamente segnalati e con accesso solo al personale autorizzato) deve essere preceduta da una richiesta formale di autorizzazione all’accesso richiesta a SPP.

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 6 di 24

c) Rischio Fisico

È legato alla possibile esposizione a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.

Il rischio di esposizione alle radiazioni ionizzanti è concentrato prevalentemente nei Servizi di Radiologia, Radioterapia, Medicina Nucleare, Neuroradiologia, in alcuni locali di ricerca (Camere Calde) ed in misura minore in tutte le Unità Operative dove vengono utilizzate sorgenti radiogene per scopi diagnostici e/o terapeutici (ad es. Endoscopia, Sale operatorie, Terapie Intensive qualora sia necessario l’uso di apparecchi mobili).

L’entità dell’esposizione e del conseguente rischio radioindotto, dipende dalla natura delle sorgenti presenti nel luogo d’intervento. In generale, si precisa che:

1. Le sale dove sono installate le apparecchiature sono classificate ZONA CONTROLLATA solo durante l’erogazione raggi. Sono considerate ZONA LIBERA quando le macchine non sono in funzione. Ove presenti radioisotopi in forma sigillata e/o non sigillata, le sale sono sempre classificate ZONA CONTROLLATA. La dosimetria ambientale eseguita negli ambienti circostanti le zone controllate mediante dosimetri ambientali a TLD e le verifiche di radioprotezione confermano la classificazione. Durante i sopralluoghi effettuati sono sempre verificati tutti gli interlock ed i presidi di sicurezza.

2. Le Norme Interne di Radioprotezione sono affisse in tutte le sale in modo che gli operatori possano prenderne visione prima degli interventi nelle nostre Zone Controllate e Sorvegliate.

3. Per quanto riguarda i Dispositivi di Protezione previsti dalle nostre procedure si fa presente che l’attività di vigilanza è in carico al preposto di Unità Operativa.

4. I documenti generali di valutazione dei rischi sono disponibili e consultabili pressi gli uffici dei Servizi di Prevenzione e Protezione.

5. La mappatura dosimetrica ambientale viene eseguita con periodicità almeno annuale.

6. I presidi di protezione individuale, che riteniamo in numero sufficiente da poter essere utilizzati anche dai vostri collaboratori consistono in:

o Camici piombati o Collari piombati

o Guanti e divise monouso

7. I letti delle apparecchiature per interventistica, sono dotati di tendine in piombo e tutte le sale di paratie mobili a soffitto o a pavimento.

8. I medici addetti alla Sorveglianza medica della radioprotezione sono il dr. Rino Donghi ([email protected]) e il dr. Gabriele Fragasso ([email protected]), entrambi sono reperibili al n. 02 2643 3095;

9. Gli Esperti di Radioprotezione sono la dr.ssa Antonella del Vecchio ([email protected], tel. 3475524869) ed il dr. Riccardo Calandrino ([email protected], tel. 3356709626). Entrambi reperibili anche al n. 02 2643 2425.

10. Gli esperti di radioprotezione di OSR provvederanno a validare la classificazione dei lavoratori ed i vincoli di dose proposti dagli Esperti di Radioprotezione della vostra azienda.

Al fine di coordinare le misure di radioprotezione, ai sensi degli articoli 112 e 115 del D. lgs. 101/2020, qualora il personale frequenti zone soggette a classificazione, si chiede di fornire:

- Un documento redatto dal vostro Esperto di Radioprotezione con indicazione della classificazione del lavoratore, della assegnazione dosimetrica e del vincolo di dose proposti;

- Dichiarazione di idoneità alla mansione;

- L’evidenza della formazione specifica eseguita;

- I nomi ed i recapiti del Medico Autorizzato responsabile della Sorveglianza Medica e dell’Esperto di Radioprotezione responsabile della Sorveglianza Fisica della radioprotezione.

- Il libretto personale di radioprotezione. qualora i vostri dipendenti siano stati classificati lavoratori radioesposti di Categoria A,

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 7 di 24 Il rischio di esposizione alle radiazioni non ionizzanti è dovuto all’utilizzo di apparecchiature che emettono radiazioni, presenti soprattutto:

- nei Servizi di Risonanza Magnetica (RMN);

- nei Servizi Oculistici, di dermatologia, di odontoiatria e igiene dentale, di ginecologia e nelle sale operatorie, in day surgery gastroenterologia, neuroriabilitazione,

emodinamica/elettrofisiologia, area grandi strumenti (laser).

Per quanto riguarda questa area specifica si rimanda alle specifiche misure di prevenzione e protezione elaborate dal Servizio di Fisica Sanitaria.

In relazione al rischio radon si fa presente che, ai sensi delle normative vigenti in materia, si è provveduto ad eseguire i monitoraggi il cui esito si è rivelato negativo ed è in corso una campagna di aggiornamento ai sensi del D.Lgs. 101/2020, i monitoraggi vengono eseguiti secondo le periodicità disposte dalla legge, non si evidenziano situazioni di criticità al momento. E’ importante che venga garantita l’integrità dei dosimetri ove installati ( a parete o a pavimento) tenuto conto che gli stessi devono restare in posizione per il monitoraggio nei locali interrati o seminterrati con permanenza di persone per almeno un anno. In caso di dosimetri a terra contattare il servizio di fisica sanitaria

In relazione al rischio rumore si segnala che, in base al monitoraggio fonometrico effettuato dal Servizio di Prevenzione e Protezione negli ambienti di lavoro, ad eccezione delle zone tecniche degli impianti, il livello di rumorosità in ambiente, in relazione anche all’attività svolta, è inferiore agli 80 dB(A). In relazione a tale fattore di rischio, nell’unità operativa di sterilizzazione, presso le postazioni di lavoro relative al lavaggio della strumentazione, durante l’utilizzo dell’aria compressa il livello di esposizione può essere compreso tra gli 80 e gli 85 dB(A) e sono disponibili otoprotettori ad uso del personale.

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 8 di 24

Rischio di esposizione a campi elettromagnetici.

L’esito dell’indagine circa i campi elettromagnetici effettuata ha evidenziato che l’esposizione personale degli addetti all’area impianti e degli addetti che lavorano in ambienti prossimi alle sorgenti più importanti di quest’area risulta contenuta, decisamente al di sotto delle soglie previste dalle vigenti normative. Le indagini eseguite hanno portato ad escludere un rischio specifico nelle aree sanitarie e di ricerca e nelle aree tecniche “non elettriche”. Il rischio permane nelle aree tecnologiche delle cabine di trasformazione e elettriche.

L’indagine è stata effettuata sulle seguenti attrezzature e nei seguenti locali tecnici:

attrezzature:

laser Amb oculistica S1 – settore A

sterilizzatrice Sterilizzazione BO 5B 5° piano settore B

stereotaxis Sala controllo Sala aritmologia piano rialzato settore Q stereotaxis Sala macchine Sala aritmologia piano rialzato settore Q Radioterapia – sala consolle

 Tomoter ON – Linac OFF

 Tomoter. OFF – Linac ON

 Tomoter e linac ON

s.zio radioterapia Piano S2 settore C

Tac – sala controllo S.zio radiodiagnostica S2 settore C

TI generale S1 settore B

SO SRT SRT PR pal F

Stimolatore transcranico Psichiatria 1 S1 pal G

Stazione telemetrica Posto infermieri 3° Dimer

Misure su un elettrobisturi

Misure specifiche su altri elettromedicali in fase di valutazione sulla base della frequenza di funzionamento e delle modalità di utilizzo da parte dell’operatore

Punti specifici dell’area scientifica di ricerca in fase di identificazione Componenti elettriche (circa 60 punti di misurazione)

Quadro Elettrico QE Locale 20A 4Piano settore A

QE posto infermieri Posto infermieri rif 27 Settore C-D lotto Q – piano tipo QE posto infermieri Posto infermieri rif 14 Settore A-B lotto Q – piano tipo Sottocentrale cdz settore Q (QE CDZ,

inverter) Rif item 9 + 27 Piano S2 – settore Q

Locale tecnico settore Q (QE BT) Rif item 1 Piano S2 – settore Q Locale tecnico settore Q (QE BT) Rif item 2 Piano S2 – settore Q Locale tecnico settore Q (trafi, QE BT) Rif item 12 Piano S2 – settore Q Cabina elettrica Dimer (QE inverter, Trafi,

QE BT) Rif item 6A Piano S1 - Dimer

Centrale fluidi settore D (pompe fluidi) Rif item 3C Piano S2 settore D Centrale termica settore D (pompe

acqua, pompe olio, caldaia) Rif item 2C Piano S2 settore D

Locali tecnici DiBit:

locale BT – 9A locale MT – 12A

cabina smistamento – 11A centrali tecnologiche – 1A/2A

Settore A2a/A3a – dibit1 - S2

Centrale di cogenerazione

Locale UPS (UPS, QE GE) e in copertura Settore Q – S1

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interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 9 di 24

d) Rischio Incendio ed esplosioni

E’ dovuto alla presenza sia di materiale combustibile (carta, cartone, materiale di arredo, sostanze infiammabili, combustibili e comburenti) che di fonti di innesco (impianti elettrici, apparecchiature sotto tensione, fiamme libere).

E’ presente in tutte le aree dell’Ospedale, principalmente nei locali tecnici (centrali termiche, cabine elettriche) e di deposito (archivi).

Le principali conseguenze sono ustioni, intossicazione da fumi, asfissia.

L’Ospedale, in relazione alla criticità dei rischi rilevati, ha predisposto una serie di misure precauzionali, preventive e di emergenza da adottare al fine di ridurre la probabilità che un rischio si trasformi in un danno e di affrontare eventuali situazioni di pericolo.

In particolare per le aree classificate ATEX e segnalate con il cartello di seguito riportato

è vietato:

 fumare e/o utilizzare fiamme libere;

 utilizzare telefoni cellulari e simili;

 accedere con indumenti che possono generare scariche elettrostatiche;

 introdurre attrezzature che possono generare inneschi (sia elettriche che non), es. fiamme libere, alte temperature, scintille di origine meccaniche; le uniche attrezzature che possono essere introdotte devono essere certificate ATEX ed adeguate al tipo di zona in cui si trovano ad operare.

Gli utensili utilizzati in zona pericolosa non devono generare scintille pericolose.

In prossimità delle aree pericolose è vietato effettuare operazioni che possano generare scintille multiple (es. molatura, saldatura, ecc.). e che potrebbero interessare le zone con pericolo di esplosione, se non adottando specifici accorgimenti tecnici (es. ripari per proiezione scintille).

Relativamente al rischio da atmosfere esplosive è legato:

- alle aree tecniche in cui sono installati le batterie degli UPS;

- alle postazioni di ricarica dei muletti per il trasporto merci o altri mezzi per il trasporto persone o materiali (es. muletti trasporta pazienti elettrici, lavasciuga, ecc.);

- alle aree identificate quali depositi bombole gas tecnici infiammabili;

- limitatamente alla sede di Turro alla centrale termica.

In generale le batterie stazionarie degli UPS sono del tipo VRLA (a tenuta) nonostante questo è considerata la possibile emissione di gas idrogeno in caso di sfiato delle valvole di sicurezza

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 10 di 24 predisposte sulle stesse batterie. Per questo nelle aree batterie UPS di potenza superiore ai 60KVA sono resi disponibili kit da utilizzare in caso di sversamento a terra degli acidi.

In generale le aree Atex sono o delimitate con accesso controllato (es. locali tecnici) o segregate con barriere fisiche (es, gabbie di ricarica) o segnalate con delimitazione a terra.

Per quanto riguarda le postazioni di ricarica mezzi a trazione elettrica è SEMPRE necessario rispettare una distanza di almeno 0,5 metri dalla batteria durante la ricarica, ovvero mantenere il distanziamento da quadri elettrici, prese, ecc, compreso il carica batterie (raddrizzatore).

Nel caso di nuove installazioni di UPS con batterie stazionarie è necessario, al fine di limitare il più possibile il rischio legato alla presenza di idrogeno, valutare preventivamente l’adeguata aerazione e le distanze rispetto a parti elettriche presenti nel locale tecnico.

Nel caso introduzione di mezzi a trazione elettrica, con particolare attenzione alle aree critiche, è necessario, al fine di limitare il più possibile il rischio legato alla presenza di idrogeno, introdurre batterie del tipo VRLA oppure valutare l’adozione di batterie al Litio; queste ultime di fatto eliminerebbero il rischio potenziale da atmosfere esplosive.

L’accesso del personale alle aree con batterie stazionarie e la possibilità di accesso del personale di manutenzione a tali locali prevede l’utilizzo di i calzature con caratteristiche antistatiche (almeno S1P).

Si rammenta che in applicazione delle norme sul divieto di fumo la policy aziendale dispone del divieto di fumo in tutte le aree interne e nelle aree esterne di pertinenza e distanti almeno 9 m dal perimetro dei fabbricati, fatta eccezione per quelle specificatamente indicate, all’esterno, con l’apposita segnaletica.

e) Rischio connesso alla movimentazione dei carichi e dei pazienti

In relazione alle aree identificate a maggior rischio per quanto riguarda la movimentazione manuale dei carichi, dal documento di valutazione dei rischi si evince che sono maggiormente esposti a rischio coloro che operano nella unità operative di sterilizzazione, farmacia e deposito – ricevimento merci.

Per quanto riguarda gli esiti dell’attività di analisi e valutazione condotte a campione su alcuni reparti rispetto la problematica legata alla movimentazione dei pazienti si è convenuto di suddividere le aree sanitarie ospedaliere in tre gruppi di rischio, con livelli decrescenti in termini di entità del rischio da 1 a 3. Appartengono al gruppo 1 – rischio medio/alto – le unità operative caratterizzate dalla presenza mediamente di un 50% di pazienti non autosufficienti di cui almeno il 25% sono totalmente non collaboranti: ortopedie, medicine, neurochirurgie, neurologie, Terapie Intensive, Riabilitazioni, Reparti di solvenza. Appartengono al gruppo 2 – rischio medio/basso – le unità operative caratterizzate dalla presenza mediamente di un 25% di pazienti non autosufficienti di cui almeno il 10% sono totalmente non collaboranti: neurologie SRTurro, malattie infettive, urologie, chirurgie, ginecologia, UTMO.

Appartengono al gruppo 3 – rischio basso – le unità operative caratterizzate dalla presenza occasionale di pazienti non autosufficienti, legata soprattutto alla presenza di pazienti anziani o paraplegici in cura per altre tipologie di patologie che normalmente non comportano l’esigenza di movimentare il paziente: oculistica, cardiologia, aritmologia, otorinolaringoiatria, pediatria, DH chemioterapia e ostetricia.

Sono implementate una serie di misure tecniche volte a ridurre al minimo i rischi: presenza di ausili maggiori e minori nelle UO; letti elettrici a 3 snodi e 4 sezioni, barelle regolabili in altezza, carrozzine con ruote piene.

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OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 11 di 24

f) Rischio elettrico

Il pericolo connesso all’utilizzo di elettricità è presente ovunque all’interno dell’Ospedale. Il rischio che ne deriva va dall’innesco di incendi in seguito a scariche elettriche o surriscaldamento dei cavi, ai danni a persone in seguito a dispersioni o contatto con parti in tensione.

Gli impianti elettrici sono costruiti, installati e mantenuti in tutte le loro parti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con elementi sotto tensione nonché i rischi di incendio e scoppio derivanti da anomalie che si possono verificare nel loro esercizio.

Per elettrocuzione si intende il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano. Si parla di contatto diretto quando si entra in contatto con una parte dell’impianto normalmente sotto tensione (un conduttore, una presa, un morsetto); si parla invece di contatto indiretto quando si entra in contatto con parte dell’impianto che normalmente è NON sotto tensione, ma che ha acquisito una tensione diversa da zero in seguito ad un guasto (involucro metallico di un apparecchio. Le misure di prevenzione e protezione attuate in relazione all’utilizzo di apparecchiature connesse all’impianto elettrico sono volte a ridurre il rischio di contatto sia diretto che indiretto e, tutta l’attività preventiva, e volta a mantenere attive e integre le protezioni installate.

Tra le principali misure di prevenzione e protezione volte a minimizzare il rischio elettrico si possono citare:

1. non manomettere i dispositivi elettrici se non si dispone di sufficiente qualificazione tecnica, e non farli manomettere da persona non qualificata, non competente e non specializzata,

2. riparare immediatamente le parti di dispositivi elettrici guaste o danneggiate, evitando, ad esempio, di lasciare cavi con la guaina danneggiata,

3. utilizzare, ove necessario, apparecchi elettrici impermeabili all’acqua, omologati per impieghi in luoghi umidi o bagnati,

4. utilizzare solo materiale elettrico a norma di legge e certificato per ridurre le conseguenza negative dei sovraccarichi di corrente: tutti gli impianti elettrici, in tutti i loro componenti costitutivi devono essere conformi alle norme CEI e costituiti in modo tale da rendere impossibile qualsiasi contatto accidentale con elementi sotto tensione,

5. non eliminare mai o modificare valvole, interruttori di sicurezza o altri dispositivi di protezione, 6. installare nel circuito elettrico interruttori protettivi a corrente di difetto particolarmente sensibile

(salvavita),

7. non modificare mai spine e prese, evitare l’uso di prese volanti (ciabatte) ed evitare i grappoli di spine nella stessa presa multipla,

8. evitare soluzioni improvvisate quali cavi volanti e l’utilizzo di isolamenti approssimativi, 9. non aprire mai apparecchi elettrici,

10. programmare con cadenza regolare accurati interventi manutentivi di controllo e verifica degli impianti elettrici,

11. non tollerare usi impropri di impianti o attrezzature elettriche,

12. gli interruttori elettrici devono essere tali da evitare ogni rischio di contatto accidentale, avere un adeguato grado di protezione (contro polveri, liquidi, gas, vapori) in relazione all’ambiente, ai prodotti, ai materiali e alle sostanze presente sul luogo di lavoro,

13. le spine devono essere tali da rendere impossibile il contatto accidentale con le parti in tensione della presa e con la parte in tensione della spina durante le fasi di inserimento e disinserimento, 14. i cavi elettrici devono essere dotati di idonea resistenza, anche meccanica, in relazione alle

condizioni di impiego e non devono costituire intralcio, non devono formare lunghi percorsi né presentare intrecci o grovigli;

15. rispettare le destinazioni d’uso dei locali per lo svolgimento di attività sanitaria.

(12)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 12 di 24 Nel caso in cui durante l’effettuazione di interventi tecnici dovessero venire a meno le condizioni di sicurezza dell’area interessata dall’intervento, l’addetto dovrà provvedere a delimitare l’area mettendola in sicurezza e avvisare tempestivamente il personale di responsabile di reparto informandolo sul tipo di guasto in corso.

Tutto il personale delle imprese appaltatrici deve attenersi alle misure di sicurezza disposte per la gestione delle situazioni di emergenza, fornendo il supporto necessario al personale di reparto per:

o segnalare ogni situazione di rischio;

o evacuare parzialmente o totalmente della struttura;

o effettuare ove e quando possibile interventi di spegnimento di piccoli incendi con l’uso dei presidi disponibili.

Coloro che devono intervenire direttamente su parti attive dell’impianto elettrico (manutentori) devono utilizzare attrezzi isolati ed essere dotati di dispositivi di protezione individuale specifici di terza categoria: guanti protettivi (antistatici), elmetto con visiera di protezione; devono inoltre essere specificamente formati e a conoscenza delle procedure di sicurezza per l’intervento.

Gli utenti di impianti ed attrezzature devono, al fine di minimizzare il rischio, non manomettere le protezioni esistenti, rispettare le destinazioni d’uso dei locali prevista dalla Direzione Sanitaria per i locali adibiti ad uso medico e segnalare al Servizio Tecnico o all’UO Ingegneria Clinica ogni guasto o anomalia relativa a impianti e/o attrezzature.

g) Rischi legati alla presenza di pazienti affetti da disturbi mentali

Nei reparti di psichiatria (ubicati nelle sedi di Via Stamina D’Ancona 20 in Milano), di neurologia, in aree solventi, al mac di psichiatria e disturbi cognitivi (anche in sede centrale), di neurochirurgia e di malattie infettive sono curati

 Pazienti affetti da disturbi comportamentali;

 Pazienti affetti da disturbi cognitivi di natura neurologica.

Il paziente in cura in questi reparti spesso si caratterizza per problemi di tipo relazionale e per comportamenti imprevedibili, al di fuori della norma, con possibili manifestazioni comportamentali disequilibrate.

L’assistenza del paziente in questi reparti è garantita anche grazie ad un sistema di sicurezza che limita il più possibile situazioni a rischio per il paziente indotte o volutamente ricercate dallo stesso.

Le misure di sicurezza disposte a livello di Ospedale hanno quindi lo scopo di ridurre il rischio di:

- azioni lesive per la salute del paziente e degli altri ospiti presenti,

- possibili reazioni aggressive verso terzi di tipo verbale o fisico (possibili nei reparti dei disturbi comportamentali dell’alimentazione e dell’ansia),

- tentativi di fuga,

- situazioni di disorientamento tipiche dei pazienti affetti da disturbi di tipo cognitivo.

Per le ragioni sopra esposte è quindi opportuno accedendo a questi reparti, attenersi alle seguenti disposizioni:

a. rapportarsi con il personale di reparto, prima di accedere agli spazi personali dei pazienti (bagni e stanze di degenza);

b. limitare al massimo rapporti relazionali con i pazienti, interagendo il meno possibile;

c. nei reparti di degenza con accesso controllato non lasciare aperti gli ingressi al reparto e non consentire l’uscita di persone/pazienti che si accostino all’uscita durante l’ingresso dell’operatore: per la sicurezza dei pazienti tutti i piani di degenza hanno le porte di accesso permanentemente bloccate chiuse e apribili solo con badge; l’acceso o l’uscita deve essere

(13)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 13 di 24 dei sistemi di emergenza antincendio le porte si sbloccano in posizione aperta; in tal caso fornite il vostro supporto al personale di reparto per presidiare gli accessi);

d. non lasciare locali normalmente chiusi aperti;

e. non lasciare mai aree di lavoro con la presenza di opere provvisorie senza alcun presidio;

f. non lasciare aperti finestre e/o porte di accesso ai balconi che di norma sono tenuti chiusi a chiave, senza l’autorizzazione del personale di reparto;

g. non lasciare prodotti/sostanze pericolose (tossiche/nocive) a disposizione dei malati (i carrelli delle pulizie devono essere conservati negli apposti locali di depositi assegnati dall’Ospedale chiusi a chiave nel caso in cui contengano prodotti;

h. non lasciare liberi e/o senza presidio attrezzature, ponteggi, corde, funi libere, carrelli, utensili, materiale acuminato o comunque a rischio di taglio o urto;

i. non dare alimenti o bevande ai pazienti;

j. non dare sigarette ai pazienti;

k. segnalare tempestivamente al personale di reparto comportamenti anomali da parte dei pazienti che lascino presagire a reazioni inconsulte, lesive o autolesive.

h) Rischi legati alla presenza di spazi confinati

In diverse zone dell’insediamento, soprattutto ai piani seminterrato e interrato, sono presenti alcune aree che si configurano quali Spazi Confinati ai sensi della normativa vigente (D.Lgs 81/08 e s.m.i. e D.P.R. 177/11).

La Committenza dispone di opportuno Documento di Valutazione del Rischio relativamente a questa problematica specifica, che è disponibile presso gli uffici della DAT e del Servizio di Prevenzione e Protezione.

Le aree definite come Spazi Confinati sono chiaramente identificate da parte della Committenza;

l’eventuale accesso deve essere rilasciato da DAT in conformità alla IOG 365 vigente..

In generale sono stati individuati gli spazi confinati suddivisi nelle 5 macrocategorie: Vasche acque chiare, vasche acque nere, cavedi, autoclavi e generatori di vapore, serbatoi. Esistono tuttavia anche altri spazi confinati, non appartenenti a queste macrocategorie, che sono comunque stati opportunamente identificati e valutati dalla Committenza.

Tutti i lavoratori delle imprese appaltatrici presenti nelle aree dell’Ospedale San Raffaele NON DEVONO ACCEDERE - per nessun motivo – SENZA PERMESSO SCRITTO E FIRMATO DA UN RESPONSABILE DELLA DIREZIONE AREA TECNICA (D.A.T.) alle zone contrassegnate con il seguente cartello:

Nessuno deve accedere alle aree indentificate quali spazi confinati senza preventiva autorizzazione formale da parte di DAT.

Non è altresì consentito entrare in tombinature, anche prive di cartellonistica, senza prima ottenere formale autorizzazione dall’Istituto secondo le procedure in essere.

______________

(14)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 14 di 24

Tutto il personale delle imprese appaltatrici che può essere interessato, e quindi preventivamente autorizzato da DAT, a svolgere lavori in Spazi Confinati DEVE OTTEMPERARE ALLE PRESCRIZIONI SEGUENTI.

Nel caso di autorizzazione rilasciata da parte di OSR dopo aver verificato il rispetto di quanto previsto dal DPR 177/2011 art. 2, occorre comunque almeno rispettare quanto di seguito indicato:

a. segregare le zone di accesso agli spazi confinati oggetto dell’attività secondo le indicazioni del Rappresentante del Datore di Lavoro (come da DPR 177/2011, di seguito inteso come RDL) contenute nel verbale di coordinamento e nel Permesso di Accesso a Spazi Confinati;

b. impedire l’accesso alle zone interessate all’attività ai non addetti ai lavori;

c. coordinarsi con il RDL o persona identificata all’interno della DAT per le eventuali modifiche alla viabilità dei mezzi di manovra, qualora la viabilità stessa sia modificata da fatto di dover eseguire attività in spazi confinati;

d. attenersi rigidamente alle indicazioni / prescrizioni contenute nel verbale di coordinamento e nel Permesso di Accesso a Spazi Confinati, rilasciato dalla DAT, relative al governo dei rischi per l’attività da svolgere nello spazio confinato;

e. non lasciare mai aree di lavoro con la presenza di aperture e/o accessi a spazi confinati senza alcun tipo di presidio;

f. coordinarsi sempre - anche a conclusione dei lavori negli spazi confinati - al fine di formalizzare la restituzione dell’area, evitando così rischi di mancato riavvio impianti, mancato sezionamento di energie pericolose o altri pericoli similari;

g. in caso d’emergenza, attenersi ai piani di soccorso formalizzati per l’attività in oggetto senza prendere iniziative diverse da quanto riportato nei suddetti piani di soccorso ed emergenza.

i) Rischio aggressioni

In applicazione della circolare ministeriale n°8 del 2007 l’Istituto persegue la policy di lotta degli episodi di aggressione/violenze (sia fisiche che verbali) verso il personale dipendente da parte di terzi/pazienti/ tra gli stessi lavoratori; si invita pertanto a darne tempestiva comunicazione anche attraverso il ricorso delle segnalazioni, soprattutto in caso di aggressioni fisiche o minacce verbali intimidatorie o fortemente lesive della propria dignità come eventi sentinella subite o da parte di altre persone. Resta il fatto che sono messi in atto interventi tecnici, organizzativi, procedurali e formativi volti a contenere il rischio.

j) Rischi connessi ai luoghi di lavoro

Le attività di manutenzione svolte in copertura degli edifici possono esporre, ove non presenti parapetti, a rischio di caduta dall’alto. In generale tutti gli ambienti sono stati dotati di parapetto di protezione, qualora non ci fossero le condizioni di sicurezza per intervenire coinvolgere immediatamente il SPP per valutare eventuali interventi correttivi per permettere l’esecuzione in sicurezza delle attività.

In alcune aree del Settore I e della Basilica (Cupola) le attività di manutenzione, giardinaggio e pulizia prevedono l’utilizzo di linee vita o sistemi di ancoraggio per lavori in quota (Terrazzo primo piano settore I, terrazzo settore I per manutenzione e pulizia vetrate) .L’autorizzazione all’esecuzione delle attività deve essere preceduta dalla verifica del possesso dell’idoneità alla lavorazione , della formazione del personale, dell’addestramento all’uso dei DPI e delle attrezzature necessarie.

Sempre al Settore I sono presenti al primo piano nel giardino pensile e nel solaio esterno del cavedio interno dei lucernari, in generale NON sono calpestabili per cui occorre definire di volta in volta misure di coordinamento.

(15)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 15 di 24 Nelle aree tecniche, sui terrazzi e nelle centrali tecnologiche (accessibili solo a personale di manutenzione, tecnico o pulizia) possono essere presenti passaggi con ostacoli a terra o con travi di sostegno ad altezza inferiore a 2 metri (es. piano tecnico dello stabulario del DB2, terrazzo del settore I primo piano, ecc), in generale sono segnalati ma opportuno che l’accesso in tali aree preveda la protezione del capo.

Ove possibile, per le dimensioni dei corridoi, i percorsi promiscui interni agli edifici (pedoni /mezzi) sono separati (es. piano 1s)

Non sempre però è stato possibile procedere ad una suddivisione fisica, anche solo temporale, dei percorsi.

Il piano 2s (interrato) in alcuni punti vede un passaggio promiscuo di mezzi uomo a bordo (distribuzione vitto, trasporto rifiuti), pazienti (trasporto da UO a settore I) e personale e la larghezza del corridoio non è tale da suddividere i percorsi.

Pertanto si è proceduto con:

- Installazione di specchi nei punti ciechi

- Affissione di cartelli di attenzione sulle porte che aprono verso i corridoi di transito merci - Segnalazione di allerta locali

Pertanto è indispensabile sensibilizzare il personale al rispetto delle misure di sicurezza che prevedono

a) All’interno della struttura il bull può trainare max due carrelli (fatto eccezione per i rifiuti della cucina per i quali si possono utilizzare 3 carrelli);

b) I carrelli devono essere chiusi e nulla deve essere appoggiato sulla copertura dello stesso;

c) All’esterno possono essere trainati max tre carrelli (fatto eccezione per i rifiuti della cucina per i quali si possono utilizzare 4 carrelli);

d) I carrelli devono procedere a passo d’uomo;

e) I carrelli non possono essere lasciati incustoditi con chiavi inserite nei bulls.

(16)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 16 di 24

4. PROCEDURE DI SICUREZZA VIGENTI

Qualora vogliate avere ulteriori informazioni in relazione alle procedure di prevenzione e protezione vigenti all’interno dell’Ospedale, al fine di integrare il Vs documento di valutazione dei rischi, Vi comunichiamo che:

 sono disponibili come documenti

o “Linee guida di igiene delle mani”

o “Guida all’uso di antisettici e disinfettanti”

o “Precauzioni d’isolamento in ospedale”;

o “Manuale per la corretta gestione dei rifiuti ospedalieri e relativi contenitori per taglienti e rifiuti speciali”

o “Linee guida per i cantieri in ospedale”

 esiste un elenco, specifico per i laboratori, di raccomandazioni per la protezione degli operatori di laboratorio dal rischio di infezione da materiale biologico;

 è regolamentato l’accesso nelle aree a rischio specifico;

 l’Ospedale pianifica corsi di informazione-formazione sui rischi specifici;

 nelle aree di laboratorio sono installate docce e lavaocchi di emergenza;

 nelle aree a maggior rischio vi sono rilevatori di gas e fumo e, se necessario, sono presenti impianti automatici di spegnimento incendi;

 le attrezzatura antincendio (idranti interni ed esterni, estintori mobili e fissi automatici, armadi) sono facilmente accessibili ed evidenziate da idonea segnaletica;

 esiste un sistema organizzato ed evidenziato di vie di fuga ed uscite di emergenza;

 nelle unità operative è apposta idonea cartellonistica di sicurezza indicante le procedure di base da attuare in caso manipolazione di materiale biologico, di sostanze e/o preparati pericolosi;

 segnali di pericolo e divieto sono collocati in corrispondenza degli accessi alle aree a maggior rischio;

 sono a disposizione dispositivi di protezione collettiva specifici (cappe aspiranti, centrifughe con protezione, camere in depressione, contenitori per taglienti e rifiuti speciali);

 sono disponibili, per i lavoratori dell’Ospedale, in relazione ai rischi residui di esposizione, dispositivi di protezione individuali specifici (guanti in vinile e in nitrile, camici vari, mascherine varie con e senza visiera, occhiali di protezione).

5. Gestione delle emergenze

Per la segnalazione delle situazioni di pericolo è attivo il numero telefonico interno per le emergenze 7000 (02 – 2643 7000 se si utilizza un telefono non dell’Ospedale), per sede via Olgettina e per SRT, per le sedi dei poliambulatori esterni il numero di emergenza è, come sempre, indicato sulle planimetrie affisse in loco e corrisponde al numero unico di emergenza (112 per le sedi della Lombardia e 115 per le sedi del Veneto).

All’interno dell’Ospedale è presente un gruppo di persone, opportunamente addestrato, addetto alla gestione di eventuali situazioni di emergenza.

In caso di incendio e/o presenza di fumo nell’area interessata da Voi frequentata, si prega di avvertire il personale di servizio presente o dare l’allarme attivando il numero di emergenza, di mantenere la calma, di non utilizzare gli ascensori e di indirizzarsi alla più vicina uscita di emergenza e, quindi, al punto di raccolta.

In generale in Istituto, oltre ai normali presidi previsti per la difesa attiva (estintori, idranti, evacuatori di fumo e calore, rete di rilevazione incendi, personale formato) e passiva (compartimentazioni, porte tagliafuoco) sono presenti:

- Armadi antincendio distribuiti a copertura dell’intera superficie delle sedi di SRT e Olgettina - Coperte antifiamma in aree a rischio specifico (BO e TI)

- Kit per contenimento sversamenti acidi nei locali batterie UPS,

(17)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 17 di 24

Per le emergenze sanitarie e mediche tutto il personale sanitario medico e infermieristico è addetto alle operazioni di primo soccorso, in aree non sanitarie (laboratori di ricerca, aree amministrative) il riferimento è la procedura di primo soccorso in aree non sanitarie (IOG 055 Primo Soccorso nelle aree comuni dell'ospedale e nelle aree esterne limitrofe).

6. Valutazione dei rischi

Al fine di fornire una mappatura dei rischi presenti nelle differenti aree dell’Ospedale si è provveduto a raggruppare in aree omogenee per fattori di rischio gli ambienti di lavoro assegnando ad ogni elemento di pericolo identificato una valutazione del rischio elaborata sulla base dei criteri di seguito specificati.

Nell’individuazione dei fattori di rischio associati agli impianti, ambienti ed attività di ricerca, diagnosi e cura, si è fatto quindi riferimento a tutto quanto possa costituire un rischio per i lavoratori che, a qualunque titolo, operino all’interno dell’Ospedale.

Il procedimento logico che si è seguito per la valutazione dei rischi parte dall’identificazione degli stessi, a cui è stata associata la probabilità del verificarsi dell’evento dannoso ed il livello di gravità delle conseguenze per gli esposti (R = circa P x D).

Per valutare l’entità dei rischi si procede con l’attribuzione di un valore per definire la probabilità di accadimento e per definire la gravità del danno atteso.

La probabilità di accadimento è valutata seconda una scala di quattro livelli di valore numerico 1, 2, 3 e 4. Il danno atteso è valutato secondo una scala di quattro livelli di valore 1, 2, 3 e 4.

L’entità del rischio associato ad una Sorgente per ogni possibile Argomento è rappresentata dal prodotto del valore della magnitudo del danno potenziale D per il valore della probabilità di accadimento P relativi a quel rischio.

Nelle tabelle seguenti sono descritti i livelli di danno e probabilità considerati.

Tabella 2 – SCALA DELL’INDICE “D” (DANNO POTENZIALE)

VALORE CRITERI

1 - Lieve

Si sono verificati o si possono verificare danni che hanno prodotto o che potrebbero produrre effetti rapidamente reversibili.

Nell’ambito dell’attività e stata individuata una tipologia di incidente durante una fase dell’attività che può causare danni lievi a persone o cose.

2 - Modesta

Si sono verificati o si possono verificare danni che hanno prodotto o che potrebbero produrre inabilità temporanea con prognosi ≤3 giorni di guarigione. Nell’ambito dell’attività e stata individuata una tipologia di incidente durante una fase dell’attività che può causare danni moderati a persone o cose e/o produrre una limitata contaminazione dell’ambiente. Infortunio o esposizione acuta o cronica con inabilità reversibile (totale recupero delle capacità lavorative)

3 - Grave

Si sono verificati o si possono verificare danni che hanno prodotto o che potrebbero produrre inabilità temporanea con prognosi ≥ 3, ≤ 30 giorni di guarigione. Nell’ambito dell’attività e stata individuata una tipologia di incidente durante una fase dell’attività che può coinvolgere più persone e con effetti parzialmente invalidanti.

(18)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 18 di 24

4 – Gravissima

Si sono verificati o si possono verificare danni che hanno prodotto o che potrebbero produrre danni che hanno prodotto sulle persone effetti irreversibili (morte, perdite anatomiche e/o funzionali). Si sono verificati danni che hanno prodotto inabilità temporanea con prima prognosi > 30 giorni di guarigione. Nell’ambito dell’attività è stata individuata una tipologia di incidente durante una fase dell’attività che può causare danni gravi a persone o cose e/o produrre alta contaminazione dell’ambiente.

Tabella 3 - SCALA DELL’INDICE "P" (PROBABILITÀ - FREQUENZA EVENTI)

VALORE CRITERI

1 -Improbabile

Non sono noti episodi verificatesi a causa di tale carenza. La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di

Più eventi poco probabili e indipendenti

2 –possibile

Il fattore di rischio può provocare un danno solo in circostanze occasionali o sfortunate di eventi. Non esiste una correlazione tra attività lavorativa e fattori di rischio. Esiste una correlazione tra l’attività e un migliore andamento infortunistico e/o di malattie professionali su un periodo significativo (tre, cinque anni). Il verificarsi del danno ipotizzato, susciterebbe grande sorpresa

3 - probabile

Il fattore di rischio può provocare un danno, anche se non in maniera automatica o diretta. E’ noto qualche episodio che, per la tipologia considerata ha dato luogo a danno.

L’attività lavorativa comporta la necessità di intervento su attrezzatura di lavoro in funzionamento. Esiste una correlazione tra l’attività e/o il fattore di rischio e le anomalie dell’andamento infortunistico e/o di malattie professionali su un periodo significativo (tre, cinque anni). Il verificarsi del danno ipotizzato, susciterebbe una moderata sorpresa

4–Molto probabile

Si sono registrati danni per la tipologia considerata (incidenti, infortuni, malattie professionali). L’attività lavorativa richiede una particolare organizzazione del lavoro perché presenta interferenze, sovrapposizioni, incompatibilità di operazioni, ecc. Esiste una correlazione tra l’attività e/o il fattore di rischio ed il peggioramento dell’andamento infortunistico e/o di malattie professionali su un periodo significativo (tre, cinque anni).

Sono state segnalate situazioni di rischio potenziale per danni gravi. Il verificarsi del danno alla mancanza rilevata non susciterebbe alcun stupore (in altre parole l'evento sarebbe largamente atteso

La scala di valutazione del rischio pertanto sarà:

Danno →

4 4 8 12 16

3 3 6 9 12

2 2 4 6 8

1 1 2 3 4

1 2 3 4

Probabilità →

(19)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le

interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 19 di 24 Nella tabella seguente sono rappresentati sono individuati i valori del rischio per le varie combinazioni di probabilità di accadimento e magnitudo del danno potenziale e le misure di misure di miglioramento che vengono definite nel seguente modo:

Tabella 4 – Definizione del livello di rischio Valore di

Rischio Definizione Azioni da intraprendere

Tempistiche di attuazione delle misure di miglioramento

≥ 9 Elevato

Azioni correttive immediate di protezione e prevenzione per ridurre sia la probabilità che il danno potenziale

Il prima possibile

6-9 Medio

Azioni correttive urgenti di protezione e prevenzione per ridurre sia la probabilità che il danno potenziale

Sei mesi

2-4 Basso Azioni correttive da programmare a medio

termine Un anno

1 Molto basso I pericoli potenziali sono sufficientemente

sotto controllo Continuative

Nella tabella seguente è rappresentato, in forma schematica, il livello di rischio residuo (P x D) identificato all’interno dei vari ambienti di lavoro dopo che sono state prese in considerazione le misure tecniche, organizzative e procedurali in essere. Il valore “0” è utilizzato per identificare l’assenza del fattore di rischio.

Si segnala inoltre che, per qualsiasi ulteriore informazione o approfondimento, è possibile fare riferimento al documento di valutazione dei rischi depositato presso il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Ospedale ([email protected]).

(20)

OSR Informativa sulle misure base adottate per eliminare le interferenze - Ai sensi art. 26, comma 1 lettera b) d.lgs. 81/2008 Pag. 20 di 24

Area Omogenea Agenti Biologici

Agenti cancerogeni e mutageni (inclusi chemioterapici)

Agenti chimici

pericolsi Amianto Gas

Anestetici Aggressione Ambienti

confinati Atex Attrezzature

di lavoro Elettricità Luoghi di lavoro

Incendio MMC/MMP Radiazioni non ionizzanti

Radiazioni

Ionizzanti Rumore Altro

Area uffici amministrativi Front office (ingressi, sportelli accettazione, serv.

generali, rappresentanza sindacale, logistica, centro congressi, biblioteca, studi medici, portineria, spogliatoi, ecc.

2 (contatto con pubblico)

0 0 0 0

1/ 2 (in relazione all'accessibilità dell'area)

0 0 1 2 4 0 0 0 0 /

DAT/SIC/SI/DAL _ altre UO il cui personale svolge attività nelle strutture

3 0 0

0 (valutare casi specifici in caso di cantieri)

0 (in generale non si lavora in SO durante induzioni)

0 3 (DAT e SIC) 3 (access o ad aree ATEX)

3 2 4 1 0 o 2 accesso ad

aree segnalate

0 (accesso ad aree controllate o sorvegliate)

1 /

Area uffici amministrativi back office

1 0 0 0 0 0 (accessi

limitati) 0 0 1 2 4 0 0 0 0 /

Ambulatori (anche esterni), punti prelievo, centro trasfusionale

3 1

1 (può essere presente azoto liquido in dermatologia)

0 0

1/ 2 (in relazione all'accessibilità dell'area)

0 0 1 2 4 1

1 o 2 (sono presenti laser di classe fino a 4 negli ambulatoridi oculistica, ginecologia, dermatologia).

Negli ambulatori di dermatologia possono essere presenti anche strumenti con UV e altre fonti di NIR.

0 o 2 (Tra i poliambulatori esterni unica presenza di Rx a San Donato)

1 (Aria compressa nei locali decontaminazi one)

/

Odontoiatria 4 0 2 0 0 1 0 0 3 2 4 1

2 (sono presenti box predisposti e segnalati per l'utilizzo di appaecchiature laser)

2 (presenti apparecchiature per radiografie che non richiedono la presenza del personale in quanto dotate di comando a distanza)

1 (aria compressa nei locali decontaminazi one)

/

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