PROVINCIA DI PISA
Assessorato Programmazione Territoriale e Urbanistica
LA “VARIANTE DI MANUTENZIONE”
DEL PTC
PER IL TERRITORIO RURALE
Rapporto Ambientale
PARTE PRIMA
Proponente: Dipartimento dello Sviluppo Locale Autorità Competente: Giunta Provinciale
Autorità procedente : Consiglio Provinciale
Responsabile del Procedimento: Arch. Sergio Viti
INDICE
PARTE PRIMA : RAPPORTO AMBIENTALE
1.INTRODUZIONE
La Provincia di Pisa, dotata di Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP), approvato con delibera di Consiglio Provinciale n° 100 del 27/ 07/ 06; ha disposto l'avvio del procedimento per la sua revisione con deliberazione N° °44 del 23 giugno 2011“Avvio procedimento
di variante al PTC provinciale per la disciplina del Territorio Rurale”;
L'Amministrazione ha altresì disposto, con Delibera di Giunta Provinciale n
256 del 16 novembre 2011
l’integrazione all'avvio del Procedimento di variante al PTC provinciale per la
disciplina del territorio rurale e avvio dello
svolgimento di valutazione Integrata (VI) e di valutazione ambientale strategic a (VAS),in quanto il Ptcp, è soggetto, oltre che alla valutazione integrata ai sensi dell’art. 11 della LR.n.1/2005, e del regolamento, n. 4/R del 9.02.2007 , di attuazione dell’articolo 11, comma 5 della L.R. n.1/2005, in materia di valu tazione integrata ( VI), anche alla procedura di VAS valutazione ambientale strategica secondo quanto disposto all’art.23 della LR.n.10/2010 e s.m.i:
Il presente elaborato rientra tra quelli richiesti per lo svolgimento della valutazione Integrata degli effetti ambientali, territoriali, economici, sociali e sulla salute umana delle trasformazioni indotte dal progetto di Ptcp, secondo quanto previsto dal Regolamento di attuazione dell’articolo 11, comma 5, della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio) in materia di valutazione integrata approvato con Dpgr 9 febbraio 2007 n. 4/R.
Gli approfondimenti compiuti sulle dinamiche in atto del territorio,(verifiche dei dimensionamenti complessivi, consumo del territorio nel decennio 95- 05,verifica delle ricadute dei PMAA nello stesso decennio,) la revisione del PIT Regionale ( che mette in evidenza come “gli ambiti rurali a bassa densità insediativa siano individuati come elemento di qualità nel patrimonio collinare in quanto tessuto connettivo di grande rilevanza ambientale e paesaggistica e quindi non suscettibile di trasformazioni urbanistiche che ne sminuiscono la rilevanza e la funzionalità… e evidenzia come l’edificazione e l’urbanizzazione delle campagne avvenga in via del tutto eccezionale quanto eccellente, preservando le aree di maggior pregio e di maggior fragilità paesaggistica- ambientale), l’aggiornamento della LR 1 /2005 e il nuovo regolamento di attuazione relativo al territorio rurale, le sopravvenute disposizioni normative, nonché la sopravvenuta redazione del Piano energetico Regionale (PIER ) del 2008 che Regola la politica energetica regionale favorendo l’installazione di impianti di energia rinnovabile che hanno bisogno di essere regolati nei loro rapporti con il territorio rurale e la LR 11/2011 in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia.
Modifiche allalegge regionale 24 febbraio 2005, n. 39 (Disposizioni in materia di energia) e alla legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1. L’obbiettivo di garantire il presidio delle campagne e dei territori collinari assicurando la presenza di aziende agricole attraverso il potenziamento della qualità e dello sviluppo delle attività, la redazione del PLSR con il proprio apparato conoscitivo e diagnostico, le nuove problematiche dettate dalla Comunità Europea, nonchè l’applicazione pratica delle norme del PTC hanno portato
alla determinazione di configurare una variante relativa al territorio rurale che recepisca le sopravvenute disposizioni normative, ma soprattutto del mutato contesto socio economico del mondo agricolo.
Nella variante si dovranno comunque affrontare alcuni temi che possono così essere riassunti:
- revisione dei parametri sulla base dell’evoluzione dei sistemi agroalimentari e delle necessità aziendali (in particolare alle attività connesse);
- revisione normativa della multifunzionalità (in particolare è stata rilevata una criticità normativa nell’ambito della definizione di tipologie e parametri per le cantine dovute alle mutate esigenze produttive e di mercato),
- la crescente multifunzionalità delle aziende agricole;
- revisione dei parametri per l’esercizio dell’attività zootecnica in funzioni della completa applicazione delle norme sul benessere degli animali;
- verifica, per quanto di competenza, di tipologie parametri degli annessi agricoli con fondi agricoli al di sotto dei parametri;
- istallazione dei manufatti precari;
- annessi agricoli eccedenti le capacità produttive;
- istallazione di serre fisse e di grandi dimensioni;
- problematiche legate all’inserimento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
- problematiche relative allo spandimento dei fanghi in agricoltura;
- verifica dei parametri relativi alle colture ortoflovivaistiche ai fini dei diritti edificatori;
- confronto con le schede paesaggistiche del PIT Regionale;
- ulteriori meccanismi di incentivo- disincentivo per la promozione di una corretta gestione del territorio rurale;
- la necessità di preservare il paesaggio rurale e le aree produttive agricole al fine di garantire la produzione di cibo;
- Tutela del qualità del patrimonio agricolo-rurale- paesaggistico attraverso la valutazione di tipologie insediative non urbane e dalla bassa densità abitativa quale elemento di qualità ambientale e paesaggistico.
- indicazioni finalizzate a individuare un equilibrato sviluppo delle fonti rinnovabili, tenendo conto delle caratteristiche fisiche e sociali del territorio agricolo provinciale, secondo quanto riportato nelle linee guida per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di produzione di elettricità da fonti rinnovabili recependo le disposizioni di cui alla LR n.11 del 23.03.2011, al fine di conciliare le politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio con quello dello sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili, allo scopo di conseguire correttamente gli obiettivi posti dalla programmazione comunitaria, statale e locale.
- migliorare la localizzazione degli impianti di produzione di energie rinnovabili, attraverso l’individuazione di criteri da recepire negli strumenti urbanistici comunali:
- ricorrere a criteri progettuali volti a ottenere il minor consumo possibile del territorio, sfruttando al meglio le risorse disponibili;
- favorire prioritariamente il riutilizzo delle aree degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, quali siti industriali, cave, discariche,,
siti contaminati, al fine di perseguire l’obiettivo della minimizzazione delle interferenze con il territorio e allo stesso tempo non sprecare territorio rurale;
- favorire una localizzazione e una progettazione legata alla specificità dell’area. Con particolare riguardo alle caratteristiche delle aree agricole. In particolare in quest’ultimo punto si dovrà tenere conto della presenza di zone agricole caratterizzate da produzioni agroalimentari di qualità e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico culturale.
- Valorizzare i potenziali energetici delle diverse risorse rinnovabili del territorio (per ogni territorio,l’opportuna fonte rinnovabile).
Nel rispetto di quanto sopra esposto si potrà consentire agli strumenti della pianificazione ai vari livelli, di definire la maggiore o minore idoneità o la totale idoneità delle diverse aree all’utilizzo ai fini localizzativi degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.
Pertanto il territorio rurale con tutte le sue risorse e la sua capacità produttiva diventano il tema dominante delle politiche economiche territoriali della Provincia.
1.1. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO
ll procedimento di Valutazione Ambientale Strategica è disciplinato con legge regionale 12 febbraio 2010, n. 10. “Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza. Tale normativa recepisce la disciplina in materia, contenuta nelle Direttive Europee, (concernente la valutazione di impatto ambientale di determinati piani, programmi, progetti ), nella D.Lgs. 152/06
“norme in materia di ammbiente”e smi.
L’attività di valutazione è preordinata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piano o programma, o loro integrazioni, siano prese in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione.
Cosi come previsto all’art. 7 della L.R. 10/10 il procedimento di VAS è stato avviato dal proponente contestualmente all’avvio del procedimento di formazione del Piano e deve concludersi anteriormente alla sua approvazione. La fase preliminare è stata avviata contestualmente all’avvio del procedimento ai sensi delI’art. 15 della LR 1/2005.
Si tratta infatti della variante al Piano territoriale di coordinamento Provinciale (PTC) per la parte relativa:
- alla disciplina Proviciale del territorio rurale, in recepimento dell regolamento Regionale per il territorio rurale, e per puntualizzazione di problematiche relative alle nuove esigenze del mondo del lavoro agricolo;
- all’installazione di impianti per la produzione e il trasporto di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia che necessitano di essere regolamentati nei loro rapporti con il territorio rurale;
- all’ adeguamento del PTC al Piano Paesistico Regionale relativamente agli approfondimento degli ambiti secondo i criteri stabiliti nel PIT;
nonchè approfondimenti di altre tematiche non sufficientemente trattate nel PTC vigente.
La variante al PTC, ai sensi della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1"Norme per il governo del territorio"e s.m.i.,si propone di adeguare lo strumento territoriale di coordinamento, al nuovo regolamento Regionale per il territorio rurale ai sensi del regolamento n.7/R del 9/2/2010 “regolamento di attuazione
del titolo IV capo III ( territorio rurale della LR 3 gennaio 2005 n.1 ( norme per il governo del territorio) .
1.2. SCOPO DEL RAPPORTO AMBIENTALE
Il presente rapporto ambientale costituisce il Documento della Valutazione Ambientale Strategica (di seguito VAS) - elaborato ai fini dello svolgimento della VAS di cui aII'art. 24”Rapporto ambientale” della LR 10/10.
Tale documento riguarda gli aspetti di rilevanza ambientale del documento di avvio del procedimento di variante del PTC e individua i contenuti minimi e le indicazioni necessarie riguardo ai possibili effetti ambientali significativi conseguenti l‘attuazione del piano stesso ed I criteri e l‘approccio metodologico che verrà seguito per la successiva redazione del Rapporto Ambientale che costituisce parte integrante della variante al PTC
In particolare esso contiene:
- l’individuazione, la descrizione e valutazione degli impatti significativi derivanti dall’attuazione del piano;
- l’individuazione, la descrizione e valutazione delle ragionevoli alternative del piano tenendo conto di quanto emerso dalle consultazioni di cui all’art.23;
- la definizione degli obbiettivi e delle strategie del piano;
- l’indicazione dei criteri di compatibilità ambientale, le misure previste per impedire, ridurre e compenzare gli eventuali impatti negativi sull’ambiente gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio.
- da atto delle consultazioni ed evidenzia come sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti.
1.3. OBIETTIVI GENERALI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)
.
Con la Valutazione Ambientale strategica VAS si è attivata una procedura di valutazione ambientale applicata a livello di politiche, piani, e programmi intesa ad individuare, a livello strategico, i potenziali impatti ambientali suscettibili di insorgere nel corso dell’attuazione della politica, del piano. La procedura seguita intende:
- attivare un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte(politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi) ai fini di garantire che tali cnseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale .
- attuare la verifica della rispondenza politica, piano o programma con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, sia valutando i principi di sviluppo sostenibile, al suo interno, sia verificando il complessivo impatto ambientale, ovvero la diretta incidenza sullo stato dell’ambiente.
Pertanto la valutazione strategica si propone di verificare che gli obiettivi individuati siano coerenti con quelli propri dello sviluppo sostenibile, e che le azioni previste nella struttura di piano siano coerenti e idonee al loro raggiungimento.
La procedura di VAS, ha lo scopo di evidenziare la congruità delle scelte pianificatorie rispetto agli obiettivi di sostenibilità definiti a livello internazionale, nazionale, regionale e locale.
Il processo di valutazione individua le alternative proposte nell’elaborazione del Piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione di cui si dovrà tener conto nelle successive fasi di attuazione del piano o nei successivi livelli di pianificazione e programmazione.
La VAS è avviata durante la fase preparatoria della variante al PTCP, ed è estesa all’intero percorso decisionale, sino all‘adozione e alla successiva approvazione dello stesso.
Essa rappresenta l’occasione per integrare nel processo di pianificazione territoriale i seguenti elementi:
• aspetti ambientali costituenti lo scenario di partenza rispetto alla quale valutare gli impatti prodotti dalle scelte di Piano;
• valutazione degli scenari evolutivi, delle alternative, degli obiettivi e delle scelte per individuare le misure di mitigazione/compensazione e per calibrare il sistema di monitoraggio.
1.4. SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCEDIMENTO
Si richiamano di seguito i soggetti con specifici compiti ai fini della presente procedura di VAS:
- Proponente: Dirigente del Dipartimento dello sviluppo locale - Autorità Competente: la Giunta Provinciale,
- Autorità Procedente: il Consiglio Provinciale;
Si individuano inoltre i soggetti competenti in materia ambientale ai quali è stato inviato il documento preliminare ai fini della loro consultazione per la specificazione dei contenuti e del livello di dettaglio delle informazioni del presente Rapporto Ambientale:
• Regione Toscana
• Comuni della Provincia
•Comunità Montana dell’Alta val di Cecina
•Unione dei Comuni
• Parco Naturale Regionale di Migliarino S.Rossore e Massaciuccoli
• Autorità di Bacino Fiume Arno
• Autorità di Bacino del Fiume Serchio
• Bacino Toscana Costa•
•Autorità di Bacino della Regione Toscana
• Province di Lucca, Siena, Firenze, Livorno e Grosseto
• ATO Gestione Rifiuti
• ATO Sistema Idrico Integrato
• Agenzie Regionali ARPAT e ARSIA
• Associazione tutela dei consumatori
• Associazioni di Categoria Economiche
• Associazioni Ambientali
• Associazioni Sindacali
• Ordini e Collegi Professionali
• Soprintendenza beni Archeologica per la regione Toscana
•Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le Province di Livorno e Pisa
• Consorzi di Bonifica.
• ASL
• ARS
• Consorzi di Bonifica
• ATO Rifiuti della Regione Toscana
• ATO Acque della Regione Toscana
• Direzione regionale del Ministero peri Beni ed Attività Culturali
• Enti Parco regionali
E ogni altro ente ritenuto opportuno consultare nel corso dello svolgimento della procedura ai sensi di legge.
2. VARIANTE AL PTCP- INFORMAZIONI PRELIMINARI
2.1. ESTREMI DELL’ATTO OGGETTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
DENOMINAZIONE
La variante al PTCP prevede l’integrazione del piano territoriale di coordinamento Provincialele per la parte relativa alla disciplina del territorio rurale ai sensi della LR 1/2005 e s.m.i. e relativo regolamento di attuazione regionale n. 7R “ Regolamento di attuazione del titolo IV, capo III ( territorio rurale) della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 ( norme per il governo del territorio )e s.m.i.;
DURATA
Tempo indeterminato RIFERIMENTI NORMATIVI
- LEGGE REGIONALE 3 GENNAIO 2005 N. 1"Norme per il governo del territorio";coordinata con le modifiche introdotte, aggiornamento al 10.
08 del 2011 e s.m.i.;
- DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 9 febbraio 2007, n. 3/R Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio).
- REGOLAMENTO 5/R DEL 9.02.2007 regolamento di attuazione del titolo IV, capo III (il territorio rurale), della Legge 3 gennaio 2005 n.1 ( norme peril governo del tetitorio)” aggiornato al Decreto del Presidente della Giunta Regionale 09 febbraio 2010, n. 7/R Modifiche al regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta Regionale 9 febbraio 2007, n.5/R (Regolamento di attuazione del Titolo IV, Capo III(Il territorio rurale), della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio).
- LEGGE REGIONALE 21 marzo 2011, n. 11 Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005,
n. 39 (Disposizioni in materia di energia) e alla legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio);
- LEGGE REGIONALE 12 FEBBRAIO 2010, N. 10. “Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza e s.m.i.;
- LEGGE REGIONALE 23 GIUGNO 2003, N. 30 “Disciplina delle attività agrituristiche in Toscana” aggiornata con le modifiche introdotte dalla LR n. 80 del 2009;
- TESTO COORDINATO DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 3 AGOSTO 2004, N. 46/R (Regolamento di attuazione della legge regionale 23 giugno 2003, n. 30 (Disciplina delle attività agrituristiche in Toscana) con le modifiche introdotte dal reg.
35/2010 del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 2004, n. 46/R - Regolamento di attuazione della legge regionale 23 giugno 2003, n. 30 (Disciplina delle attività agrituristiche in Toscana con le modifiche introdotte dal reg. 35/2010).
RIFERIMENTI PROGRAMMATICI
- Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) approvato con deliberazione del Consiglio regionale 24 luglio 2007 n. 72, e successiva implementazione per la disciplina paesaggistica adottata con Deliberazione di Consiglio n. 32 del 16 giugno 2009;
- Piano Locale di Sviluppo Rurale
- Piano d’Indirizzo Energetico Regionale”(P.I.E.R); Approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 47 del 11 luglio 2008;
- Piano Regionale di Azione Ambientale ( 2007-2010) approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 32 del 14 marzo;
- PRAER piano regionale per le attività estrattive e il PAERP il PLSR;
- PPAP( piano provinciale aree protette);
E ogni altro piano ritenuto opportuno nel corso dello svolgimento della procedura ai sensi di legge.
2.3. INDICAZIONI INERENTI LA VARIANTE AL PTCP RELATIVE AI POSSIBILI EFFETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DELLA SUA ATTUAZIONE
2.3.1. ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI DEL PROCEDIMENTO DI VARIANTE DEL PTC.
La variante al PTC ha efficacia sull’intero territorio Provinciale.
Le problematiche affrontate risultano dalla seguente esposizione degli obiettivi generali di piano, integralmente tratti dal Documento di avvio del procedimento.
2.3.2 OBIETTIVI
Gli approfondimenti compiuti sulle dinamiche in atto nel territorio (verifiche dei dimensionamenti complessivi, consumo del territorio nel decennio 95-05, verifica delle ricadute dei PMAA nello stesso decennio, la redazione del PLSR con il proprio apparato conoscitivo e diagnostico, le nuove problematiche
dettate dalla Comunità Europea, le reccenti disposizioni normative nonchè l’applicazione pratica delle norme del PTC, ma soprattutto il mutato contesto socio economico del mondo agricolo, hanno portato alla determinazione di configurare una variante al PTC Provinciale relativa al territorio rurale.
Il procedimento di variante al PTC, avviato ai sensi dell’art.15 della legge regionale 3 gennaio 2005 n.1"Norme per il governo del territorio", si propone di procedere all’integrazione del PTC relativamente al Territorio Rurale, al fine di dettagliare e adeguare gli indirizzi e le prescrizioni dello strumento territoriale di coordinamento Provinciale, alle sopravvenute disposizioni normative regionali, agli strumenti urbanistici sovraordinati, in riferimento alle scelte di carattere generale, ai sensi dell’art. 4 comma 1 della disciplina generale dello stesso;
Al fine di perseguire lo sviluppo sostenibile è necessario prendere in considerazione i problemi di natura ambientale e settoriale e conseguentemente individuare obbiettivi ambientalie settoriali rilevanti per il settore o il territorio in esame. Per sviluppare questa fase si è ritenuto opportuno definire obbiettivi ambientali specifici relativi a problematiche ambientali effettivamente rilevanti per l’azione strategica in esame.
La variante al PTC assume come finalità generale l‘effettiva ed efficace tutela del paesaggio, salvaguardia e recupero dei valori culturali da esso espressi, valorizzazione, conoscenza, fruizione e riqualificazione del paesaggio stesso.
La variante al piano intende meglio precisare e meglio descrivere il patrimonio territoriale rurale della Provincia, integrando nella nozione di paesaggio gli approcci estetico-percettivo, ecologico (qualita ambientali del paesaggio e sua organizzazione eco-sistemica) e strutturale (relazioni tra insediamento umano e ambiente) per interpretare in forme processuali le relazioni fra “‘paesaggio culturale" e "paesaggio ecologico". La variante al piano assume che il patrimonio territoriale abbia un valore di esistenza e un valore d’uso in quanto risorsa, che riguarda la produzione di ricchezza a condizione che ne sia garantito il valore di esistenza. In questa prospettiva, le azioni di trasformazione del territorio devono essere valutate mediante un bilancio complessivo dei loro effetti su tutti gli elementi costitutivi del patrimonio stesso, in modo che nessuno di questi elementi possa essere ridotto o pregiudicato in modo irreversibile. Questo approccio metodologico e analitico conduce alla ridefinizione delle invarianti strutturali, intese come caratteri ed elementi identitari — materiali e immateriali —, principi generativi, saperi locali e regole di riproducibilità del patrimonio territoriale.
In funzione della necessaria chiarezza e accessibilità dell'architettura normativa e dei relativi livelli di cogenza, la variante al piano ne completa e perfeziona l’architettura, a partire dalla ridefinizione del patrimonio territoriale e delle invarianti strutturali, agli obiettivi di qualità attribuiti alle invarianti, la disciplina di piano assocerà regole per il loro conseguimento,espresse attraverso prescrizioni, indirizzi e direttive da declinare a livello provinciale e comunale.
La variante al piano affianca alla disciplina regolativa, disposizioni propositive di gestione "attiva" delle trasformazioni. Nella visione di un’analisi generale, il
piano è in grado di generare e definire intenventi di riqualificazione e valorizzazione.
In un inquadramento più generale, la variante al PTC affronta i seguenti aspetti:
Relativamente al territorio rurale, gli approfondimenti compiuti sulle dinamiche in atto sul territorio (verifiche dei dimensionamenti complessivi, consumo del territorio nel decennio 95-05, verifica delle ricadute dei PMAA nello stesso decennio, redazione del PLSR con il proprio apparato conoscitivo e diagnostico, nuove problematiche derivanti da novità regolamentari dettate dalla Comunità Europea, nonché l’applicazione pratica delle norme del PTC) hanno portato alla determinazione di configurare una variante relativa al territorio rurale che tenga conto delle novità introdotte a vari livelli, ma anche e soprattutto dal mutato contesto socioeconomico del mondo agricolo.
Nella variante si dovranno comunque affrontare alcuni temi che possono così essere riassunti:
- revisione dei parametri sulla base dell’evoluzione dei sistemi agroalimentari e delle necessità aziendali (in particolare quelle relative alle attivitàconnesse);
- revisione normativa della multifunzionalità (rilevate criticità normative nell’ambito della definizione di tipologie e parametri per le cantine dovute alle mutate esigenze produttive e di mercato);
- la crescente multifunzionalità delle aziende agricole;
- revisione dei parametri per l’esercizio dell’attività zootecnica in funzione della completa applicazione delle norme sul benessere degli animali;
- verifica, per quanto di competenza, di tipologie/parametri degli annessi agricoli con fondi agricoli al di sotto dei parametri;
- istallazione dei manufatti precari;
- annessi agricoli eccedenti le capacità produttive;
- istallazione di serre fisse e di grandi dimensioni;
- problematiche legate all’inserimento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
- problematiche relative allo spandimento dei fanghi in agricoltura;
- verifica dei parametri relativi alle colture ortoflovivaistiche ai fini dei diritti edificatori;
- confronto con le schede paesaggistiche del PIT Regionale;
- ulteriori meccanismi di incentivo/disincentivo per la promozione di una corretta gestione del territorio rurale;
- la necessità di preservare il paesaggio rurale e le aree produttive agricole al fine di garantire la produzione di cibo;
- tutela del qualità del patrimonio agricolo-rurale-paesaggistico attraverso lavalutazione di tipologie insediative non urbane e a bassa densità abitativa quale elemento di qualità ambientale e paesaggistico.
Relativamente alle fonti rinnovabili in zona agricola, il PTC produrrà norme coordinate con la normativa regionale e nazionale vigente, finalizzate ad individuare uno sviluppo equilibrato, tenendo conto delle caratteristiche fisiche e sociali del territorio provinciale, ai sensi della nuova Legge Regionale 11/2011. Tutto ciò al fine di conciliare le politiche di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio con quello dello sviluppo delle energie rinnovabili;
Al fine di migliorare la localizzazione degli impianti, il PTC Provinciale, nell’ambito delle proprie competenze, prevederà di individuare ulteriori elementi di cautela negli strumenti urbanistici comunali per:
- ricorrere a criteri progettuali volti a ottenere il minor consumo possibile del territorio, sfruttando al meglio le risorse disponibili;
- favorire prioritariamente il riutilizzo delle aree degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, quali siti industriali, cave, discariche, siti contaminati, al fine di perseguire l’obiettivo della minimizzazione delle interferenze con il territorio e allo stesso tempo non sprecare territorio rurale;
- favorire una localizzazione e una progettazione legata alla specificità dell’area, con particolare riguardo alle caratteristiche delle aree agricole. In particolare in quest’ultimo punto si dovrà tenere conto della presenza di zone agricole caratterizzate da produzioni agro alimentari di qualità e/o di particolare pregi o rispetto al contesto paesaggistico- culturale.
- favorire le fonti rinnovabili, quale aspetto della multifunzionalità dell’azienda agricola, al fine dell’auspicabile raggiungimento dell’autosufficienza energetica;
- valorizzare i potenziali energetici delle diverse risorse rinnovabili del territorio (per ogni territorio, l’opportuna fonte rinnovabile).
2.3.3 TUTELA DEI PAESAGGI PROVINCIALI
Obiettivo primario dela variante al piano è la tutela del paesaggio provinciale, volta a «riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali in esso espressi, alla conservazione dei suoi aspetti e caratteri peculiari, nonché la tutela dei valori estetici espressivi della bellezza dei luoghi, A tal fine la variante al piano definisce le regole statutarie che garantiscano nelle trasformazioni, la riproduzione del patrimonio territoriale e delle invarianti
strutturali.
Nello specifico, si individuano i seguenti obiettivi per il mantenimento dei livelli di qualità dei paesaggi:
- conservare la qualità paesaggistica dell’organizzazione agricola;
- conservare e valorizzare il territorio agricolo;
- conservare e valorizzare l’architettura rurale e salvaguardia dei paesaggi rurali storici, dei suoli agricoli di pregio e del loro riconoscimento;
- tutelare e conservare la biodiversità animale e vegetale;
- recuperare le attività connesse all’agricoltura;
- utilizzare correttamente i fanghi in agricoltura;
- recuperare e riqualificare aree compromesse e degradate - mantenere I’equiIibrio idro-geomorfologico;
- salvaguardia del sistema eco-ambientale di valore paesaggistico;
-consoIidamento del carattere identitario degli insediamento storico (concentrato e disperso),attraverso la promozione di manutenzione, restauro e recupero finalizzati a mantenerne o restituirne la vitalità sociale, economica e culturale, e i valori estetici;
- consoIidare il carattere identitario dei luoghi e dei manufatti della produzione agricolo-forestale, artigianale ed industriale storicizzati;
- mantenimento e recupero degli spazi pubblici e di uso collettivo come beni comuni anche di indentità paesaggistica;
- assicurare la compatibilita, coerenza e integrazione tra gli interventi di trasformazione con ricadute paesaggistiche, e i valori ambientali, storici ed estetico - percettivl riconosciuti dalla variante al Piano.
2.3.4 VALORIZZAZIONE DEI PAESAGGI PROVINCIALI
La valorizzazione culturale dei paesaggi provinciali, da attuarsi nel rispetto delle esigenze della tutela, discende da una pluralità di attività di
«conoscenza, informazione e formazione» (rivolte alle popolazioni, nonche da attività di «riquaIificazione e fruizione» del patrimonio territoriale. Progetti di carattere paesaggistico a livello provincialel e locale, esito di interazione con le popolazioni, concorrono alla tutela e valorizzazione del paesaggio e alla sua riproduzione, anche perseguendo «nuovi valori paesaggistici, coerenti ed lntegrati.
Nello specifico, si individuano i seguenti obiettivi per la valorizzazione dei paesaggi regionali:
- individuare aree di valore paesaggistico ambientale;
- individuare aree rurali con caratteri di marginalità dal punto di vista della produzione agricola;
- valorizzare e conservare le visuali paesaggistiche;
- valorizzare le produzioni agricole locali;
- promuovere sinergie tra agricoltura e ambiente;
- promuovere le relazioni tra agricoltura e aree protette;
- promuovere le fonti di energia rinnovabili;
- promuovere attività di servizio culturali e turistiche
- promuovere la conoscenza del patrimonio territoriale e delle regole che ne hanno determinato l’assetto paesistico;
- promuovere il consolidamento e la trasmissione dei saperi contestuali finalizzati alla riproduzione dei paesaggi provinciali`;
- costruzione di un quadro conoscitivo implementabile ai vari livelli istituzionali e aggiornabile;
- promuovere un adeguato livello di fruizione pubblica dei paesaggi;
valorizzare i caratteri identitari dei paesaggi attraverso interventi di ricaduta paesaggistica;
2.3.5 RIQUALIFICAZIONE DI SITUAZIONI DI DEGRADO E CONTENIMENTO DEI FENOMENI DI CRITICITÀ TERRITORIALI E AMBIENTALI
La variante al piano è finalizzata ad esprimere una disciplina indirizzata al recupero, alla riqualificazione e al «ripristino dei valori paesaggistici» delle
«aree compromesse o degradate»; al conferimento di qualità architettonico paesaggistica alla cittá contemporanea, alla sua trasformazione fisico- funzionale e «al|’individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio, in funzione della loro compatibilità con i diversi valori paesaggistici riconosciuti e tutelati,con particolare attenzione alla salvaguardia dei paesaggi rurali» ,
«assicurando al contempo il minor consumo di territorio»1/2005, art. 3, c. 4).
Questo obiettivo comporta la definizione dei criteri e parametri per il riconoscimento delle situazioni di degrado, individuate dal Piano facendo riferimento allo stato di conservazione,alle criticità e alle dinamiche in atto riferite alle componenti ambientale ,storico-culturale ed estetico-
percettiva. La riqualificazione dell‘assetto eco sistemico alla base dei paesaggi, la riqualificazione delle aree rurali periurbane finalizzata al consolidamento del rapporto città-campagna anche in termini paesaggistici, con l’obbiettiovo della restituzione di qualità sociale, economica e culturale riqualificazione di situazioni di degrado e contenimento dei fenomeni
di criticità territoriali e ambientali che hanno ricadute negative sulle qualità paesaggistiche.
La variante al PTC intende integrare la tutela, la valorizzazione e la riqualificazione del paesaggio «neIIe politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio»; l‘obiettivo di integrazione e coordinamento con le politiche settoriali incidenti sul paesaggio comporta la individuazione e verifica di azioni e misure coerenti al PIT e ai vari livelli di pianificazione e programmazione che hanno effetti diretti o indiretti sul paesaggio.
2.3.6 PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE ISTITUZIONALE
La partecipazione del pubblico è riconosciuta come uno degli elementi necessari a garantire l’efficacia delle procedure di VAS.
In coerenza con la Convenzione Europea del Paesaggio, e più in generale con le norme relative alla partecipazione, la variante al piano, nell‘ambito del processo della sua revisione, intende assicurare il più ampio livello di partecipazione pubblica attraverso il coinvolgimento delle associazioni e della cittadinanza, con particolare attenzione ai "produttori di paesaggio", oltre alla concertazione con i soggetti istituzionali. Tali processi sono orientati alla formazione e diffusione di una nuova cultura del paesaggio basata sul riconoscimento e la condivisione collettiva del suo valore in quanto fattore di benessere individuale e sociale nonché possibile motore dello sviluppo locale.
A tal fine si individuano i seguenti obiettivi:
- promuovere I’attivazione di tavoli tecnici con gli enti locali ( Regione comuni, province, enti parco, associazioni di comuni, ecc.) per assicurare un costante flusso di informazioni e garantire la condivisione delle scelte nelle diverse fasi progettuali;
- sostenere la partecipazione dei cittadini attraverso iniziative di informazione e di sensibilizzazione sui temi del paesaggio rurale, con particolare riferimento alla percezione sociale e culturale degli elementi e dei fenomeni che
compongono il patrimonio paesaggistico; pertanto stimolando e attivando una funzione propositiva di elaborazione collettiva. perseguire la condivisionedelle strategie di tutela e di valorizzazione delle risorse paesaggistiche mediante forme di discussione pubblica che assicurino il contraddittorio, la testimonianza e la capacità di proposta dei cittadini singoli e associati circa gli interventi che hanno una diretta o indiretta rilevanza paesaggistica;
- nuovo impulso all’osservatorio provinciale del paesaggio, anche attraverso la messa in rete ed il coordinamento di osservatori locali, creazione di un sito WEB di visibilità e accessibilità pubblica.
2.3.7. POSSIBILI EFFETTI AMBIENTALI
Per ognuna delle problematiche ambientali individuate, per l’azione strategica in esame, è stato necessario effettuare una accurata previsione degli impatti ambientali. Le interrelazioni del Piano con l’ambiente e con le attività antropiche o settori di governo, determinano degli mpatti ambientali.
L’individuazione degli aspetti ambientali con cui il piano potrebbe interagire viene elaborata in riferimento all ’allegato II della Direttiva Europea 2001/42 Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all'articolo 3, paragrafo 5.
L’analisi degli impatti ambientali è stata sarà sviluppata attraversio i seguenti passaggi:
1.selezione di indicatori ambientali;
2.applicazione di metodi di previsione degli impatti, 3.utilizzo di dati di base,
4. aggregazione di sintesi dei risultati
L’allegato 2 della L.R.10/2010 al comma f) e s.m.i. individua i possibili impatti significativi sull’ambiente .
Le misure volte a tutelare e valorizzare il paesaggio sono quindi da ritenersi a priori sinergiche rispetto alle esigenze di salvaguardia ambientale.
La variante al PTC non darà luogo a trasformazioni dirette dell’ambiente se non a quelle derivanti in recepimento al PIT e ai piani di settore. Le disposizioni della variante al piano, troveranno di regola attuazione attraverso il loro recepimento nella pianificazione territoriale e urbanistica ordinaria dei Comuni. E’ a questo livello di dettaglio che le azioni previste dal piano potranno essere sottoposte a valutazione degli effetti.
Effetti ambientali indiretti si individuano inoltre nel possibile conflitto fra le disposizioni della variante al piano relative aII‘uso del patrimonio e delle risorse di valore paesaggistico ed alcune disposizioni di piani di settore che interessano le stesse risorse, quali quello energetico o quello per lo sviluppo rurale.
Questo aspetto attiene essenzialmente alla valutazione del livello di integrazione fra il piano e la pianificazione regionale di settore.
3. STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE, METODOLOGIA DI VALUTAZIONE E PRIME INFORMAZIONI DI CONTENUTO
Nel presente capitolo viene definita la struttura del rapporto ambientale il cui indice deriva direttamente dai contenuti previsti dall'aIlegato 2 della LR 10/10.
In questa fase preliminare verranno inserite le informazioni e le analisi proprie del livello preliminare di valutazione e pianificazione.
Gli aspetti valutativi, |’individuazione delle misure di mitigazione e compensazione e gli aspetti relativi al monitoraggio verranno sviluppati in sede di rapporto ambientale.
3.1. RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI
“Ai sensi dell’allegato 2 della Lr. 10/10, e s.m.i. tra le informazioni da fornire nell’ambito del Rapporto ambientale è inclusa: “a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani e programmi”
Il rapporto ambientale illustrà i principali contenuti del Piano che derivano dal processo di valutazione svolto nel corso della sua formazione.
Nel Rapporto ambientale vengono sviluppate le relazioni del Piano rispetto ai piani e ai programmi pertinenti, ovvero quelli che rivestono interesse ambientale e che presentano possibili interferenze con I contenuti della variante al PTC Provinciale.
S prendono perciò in considerazione almeno i seguenti piani e programmi : - Piano Indidirizzo teritoriale regionale e sua implementazione Paesaggistica 2007-2009 (PIT)
- Piano di indirizzo energetico regionale (PIER) - Piano locale di sviluppo rurale;
- Piano di promozione delle risorse turistiche;
- Piano provinciale per la gestione dei rifiuti e per la bonifica dei siti inquinati;
- Programma di sviluppo rurale;
- Piano agricolo regionale;
- Piano regionale delle attività estrattive di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili (PRAER);
- Piano provinciale per le attività estrattive, di recupero delle aree di cava e di riutitlizzo dei residui recuperabili (PAERP);
- Piano forestale regionale (Pfr) 2007-2011;
- Piano regionale della mobilità e della logistica;
- Piano interventi di contenimento e abbattimento rumore sulle strade regionali;
- Piano di azione regionale per la biodiversità;
- Piano regionale di gestione integrata della costa;
- Piani dei parchi nazionali e regionali della toscana;
- Piano provinciale delle aree protette;
- Programma degli interventi per la difesa del suolo;
3.2. CARATTERIZZAZIONE DELLO STATO DELL’AMBIENTE E SUA EVOLUZIONE PROBABILE SENZA LA VARIANTE AL PTC
Ai sensi dell’AII. 2 della Lr 10/10, tra le informazioni da fornire nell'ambito del Rapporto ambientale è inclusa: b) Aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma.
Lo stato attuale deII’ambiente è definito dalla Regione Toscana dalle periodiche relazioni sullo stato dell‘ambiente di ARPAT.
Gli aspetti pertinenti alla variante del PTC riguardano:
- energia,
- emissioni climalteranti e Protocollo di Kyoto, - conservazione della natura,
- difesa del suolo ed erosione costiera, - rifiuti,
- bonifiche dei siti inquinati, - qualità delle acque,
Il piano regionale di azione ambientale( PRAA) fornisce in particolare il quadro delle emergenze e delle criticità ambientali da inserire e sviluppare nel rapporto ambientale.
Ulteriori informazioni, eventualmente da aggiornare, sono contenute nel quadro conoscitivo e valutativo del PTC vigente.
3.3 CARATTERISTICHE AMBIENTALI, CULTURALI E PAESAGGISTICHE DELLE AREE CHE POTREBBERO ESSERE SIGNIFICATIVAMENTE INTERESSATE DA PROBLEMATICHE AMBIENTALI ESISTENTI
Ai sensi deII AII. 2 della L.r. 10/10, tra le informazioni da fornire nell’ambito del rapporto ambientale sono incluse: c) Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate, d) Qualsiasi problema ambientale esistente pertinente al piano e programma.
Le caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche della Provincia di Pisa sono temi della variante al PTC e quindi vengono descritti nel suo quadro conoscitivo, in esso saranno anche descritte le specifiche problematiche ambientali.
3.4. IL QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO COMPRENSIVO DELL’ACCERTAMENTO DELLO STATO DELLE RISORSE INTERESSATE E DELLE ULTERIORI RICERCHE DA SVOLGERE -ART. 15 COMMA 2 LETT b. LR 1/2005 - DOCUMENTO DI AVVIO DEL PROCEDIMENTO.
3.4.1 IL QUADRO CONOSCITIVO DISPONIBILE E LE CONSEGUENTI ELABORAZIONI
Il Quadro conoscitivo del PTC approvato con delibera n. 100 del 27 luglio 2006 descrive, le principali dinamiche e i fenomeni nello spazio provinciale, i principali aspetti settoriali, i caratteri dei territori e dei paesaggi della Provincia Pisana l'individuazione degli Ambiti di paesaggio in cui e stato articolato il territorio provinciale, le relative schede di paesaggio contenenti il riconoscimento dei caratteri
strutturali, gli obiettivi di qualita definiti rispetto ai valori naturalistici, storico»culturali ed estetico - percettivi,
Inoltre, nell'ambito del recepimento dell’implementazione paesaggostica del PIT regionale, sono state sviluppate attività che dovranno essere recepite.
3.4.2 AGGIORNAMENTO E INTEGRAZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO -INTERPRETATIVO
Allo scopo di definire il Quadro conoscitivo/interpretativo, a scala provinciale e d'ambito, si prevede la stesura di nuovo materiale d’analisi (cartografie, descrizioni fondative, ecc.), a partire dalle conoscenze contenute nei documenti del piano vigente o e con I'acquisizione dei dati disponibili nei quadri conoscitivi di specifici piani di settore e delle loro varianti e presso altri enti o organismi titolari di informazioni territoriali, nonche con I'attivazione di specifiche ricerche di stretta pertinenza con le tematiche del paesaggio rurale.
Tale Quadro sarà costruito in modo tale da essere implementabile e aggiornabile.Il Quadro conoscitivo/interpretativo dei caratteri strutturali relativi al territorio rurale a scala Provinciale — composto da descrizioni cartografiche, testuali, grafiche e fotografiche.
Nello specifico le ulteriori ricerche da svolgere interesseranno almeno le seguenti tavole e normativa correlata che già fanno parte integrante e sostanziale degli elaborati grafici del QC del territorio rurale:
_ Tav.Q.C.7a Risorse agro-ambientali - la potenzialità agricola dei suoli e patrimonio edilizio rurale d’interesse tradizionale;
_ Tav.Q.C.7b Risorse agroambientali - le aree aree vocate alla produzione di vini a denominazione di origine controllata D.O.C.e D.O.C.G. e le aree tartufigene;
_ Tav.Q.C.7c Risorse agroambientali – Uso del suolo;
_ Tav.Q.C.7d Risorse agroambientali – La risorsa idrica;
_ Tav.Q.C.7e.1 Risorse agroambientali – il sistema vegetazionale;
_ Tav.Q.C.7e.2 Risorse agroambientali – Il sistema vegetazionale del Monte Pisano;
_ Tav.Q.C.7f Risorse agroambientali – Carta della biodiversità rilevata;
_ Tav.Q.C.7g Risorse agroambientali – Aziende agricole per classe di S.A.U.
_ Tav.Q.C.7h Risorse agroambientali – La mano d’opera agricola;
_ Tav.Q.C.15 Condizioni di fragilità ambientale del territorio;
_ Tav.Q.C.18 gli istituti faunistico-venatori;
_ Tav.Q.C.19 il sistema ambientale;
_ Doc.Q.C.4a, La vegetazione del Monte Pisano;
_ Doc.Q.C.5a Analisi delle conoscenze faunistiche della provincia di Pisa;
_Doc.Q.C.5b La flora della provincia di Pisa –Aspetti corologici e biogeografici;
_ Doc.Q.C.6 S.I.R. in Provincia di Pisa – Schede;
_ Ulteriori documenti legati ai Piani di settore.
Pertanto gli ulteriori approfondimenti del quadro conoscitivo del P.T.C.
saranno perseguiti accertando lo stato delle risorse interessate e sviluppando ulteriori ricerche necessarie, in relazione biunivoca, con gli obiettivi specifici finalizzati allo sviluppo sostenibile nei sistemi territoriali locali e quindi con le
discipline delle invarianti, (che costituiscono la struttura identitaria del territorio Provinciale) dei sistemi funzionali e con le discipline di valutazione volte a garantire la sostenibilità dello sviluppo e la strategia dello sviluppo delle risorse.
I risultati del Quadro conoscitivo/interpretativo di livello Provinciale forniscono conoscenze per la riconsiderazione degli Ambiti di paesaggio rurale del PTC approvato.
Si prevede di individuare e disciplinare i seguenti ambiti:
- Ambiti a prevalente carattere agricolo paesaggistico (caratterizzati dalla prevalenza di aree di interesse naturale e ambientale);
- Ambiti ad alta vocazione agricolo- produttiva (caratterizzati dalla presenza di attività agricola vitale);
- Ambiti periurbani (caratterizzati dalla continuità con l’urbanizzato).
In riferimento all’uso del territorio rurale sarà opportuno individuare : le zone interessate dall’attività agricola o agro forestale (presenza di aziende agricole o forestali);
- censimento delle attività nelle aree non interessate dalla presenza di aziende agricole ai fini di un loro recupero;
- approfondimenti relativi al ruolo economico ed ambientale/paesaggistico di ambiti agricoli caratterizzati da produzioni locali, tipiche o connesse ad itinerari enogastronomici;
- individuazione dei condizionamenti e delle potenzialità legate alla attività agricola(spandimento fanghi, colture irrigue, usi collettivi ecc.)
3.4.3 ACCERTAMENTO DELLO STATO DELLE RISORSE INTERESSATE
L’accertamento dello stato delle risorse interessate dalla presente variante integrativa al PTC avverrà a partire dalla ricognizione dei piani e programmi di settore inerenti e dei relativi quadri conoscitivi. In questa fase verra fornito un quadro generale dei riferimenti conoscitivi di tali risorse, che sarà successivamente integrato e approfondito con specifiche ricerche.
Nella fase di elaborazione della variante si intende sviluppare e integrare la disciplina della pianificazione territoriale con la politica gestionale del territorio rurale, recependo e integrando le indicazioni che emergeranno dai nuovi piani di settore, tra i quali il nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale e il Piano Ittico Provinciale, il Piano di Sviluppo Rurale, il Piano di Indirizzo Territoriale, il Piano regionale delle attività estrattive, in coerenza con gli indirizzi espressi nell’atto di indirizzo politico sul Piano del cibo, approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.26 in data 22.04.2010.
Pertanto gli ulteriori approfondimenti del quadro conoscitivo del P.T.C.
saranno perseguiti, verificando l’accertamento dello stato delle risorse interessate e sviluppando ulteriori ricerche necessarie, in relazione biunivoca, con gli obiettivi specifici finalizzati allo sviluppo sostenibile nei sistemi territoriali locali e quindi con le discipline delle invarianti, dei sistemi funzionali e con le discipline di valutazione volte a garantire la sostenibilità dello
sviluppo e la strategia dello sviluppo delle risorse.
Nella Provincia di Pisa sono presenti zone a protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici ai sensi della direttiva 79/409/CEE e siti classificati di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica ai sensi della direttiva 92/43/CEE, e territori
con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui aII’art.21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228. Di tali aree, già considerate a livello di quadro conoscitivo, si terrà debitamente conto nelle fasi successive di formazione del piano .
3.5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DI INTERESSE DA TENERE IN CONSIDERAZIONE NEL PROCEDIMENTO DI PIANIFICAZIONE
Ai sensi dell’All 2 della Lr 10/10, tra le informazioni da fornire nell'ambito del Rapporto ambientale sono incluse: " [...] e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale]
In questa fase preliminare si indicano i principali obiettivi di sostenibilità ambientale di interesse per la variante al PTC .
ll paragrafo sarà implementato in fase di rapporto ambientale attraverso I’analisi di come la variante del PTC (obiettivi e azioni) ha tenuto conto di tali obiettivi sia in maniera diretta che indiretta.
ln particolare si prenderanno in considerazione:
- Strategia europea per lo sviluppo sostenibile
- Sesto programma d’azione per |’ambiente della Comunità europea
- Convenzione europea del Paesaggio (firmata a Firenze il 20/10/2000) ratificata in Italia con legge14/2006.
La variante al PTC definirà inoltre propri e specifici obiettivi di tutela de|
I’ambiente, secondo l’accezione che di esso viene data alla lettera f) dell’allegato 2 alla l.r. 10/2010, che comprende aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, I’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico e il paesaggio. Molti di questi aspetti sono assunti dal Piano come componenti paesaggistiche o di diretto interesse per la tutela del paesaggio.
3.6. INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE IMPA TTI SIGNIFICATIVI
[Ai sensi dell’áll. 2 della Lr 10/10, tra le informazioni da fornire nell'ambito del Rapporto ambientale sono incluse:[...] t) possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la (...) devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi]
Gli effetti indotti dalla variante al PTC sono quelli dovuti alle azioni previste dal piano,che consisteranno in disposizioni normative e elaborazioni grafiche a diversa scala.
Le norme ovviamente tenderanno alla tutela del patrimonio culturale e dei valori identitari riconosciuti dal piano e definiranno vincoli e prescrizioni per I’utiIizzo del patrimonio e delle risorse considerati di valore paesaggistico.
L'insieme di tali dispositivi potrà determinare limitazioni rispetto all’uso di tale patrimonio e di tali risorse.
Per quanto riguarda in modo specifico gli effetti di tipo ambientale, occorre precisare che I’allegato 2 della LR 10/2010 include il paesaggio fra gli
"aspetti" da considerare per definire i possibili impatti significativi
suI|’ambiente di piani e programmi. Le misure volte a tutelare e valorizzare il paesaggio sono quindi concorrenti rispetto alle esigenze di salvaguardia ambientale. Tuttavia la pianificazione del paesaggio interessa in modo più o meno diretto molti temi ambientali, andando talvolta a confliggere con le politiche di protezione e gestione delle risorse ambientali definite da specifici piani e programmi di settore Provinciale. Si puo quindi ritenere che, in un quadro di ampia comunione di intenti, possa risultare necessario valutare la compatibilita di alcune politiche ambientali rispetto ai dispositivi del PTC.
Si ritiene pertanto che la valutazione degli impatti ambientali derivanti dalla messa in opera della variante al PTC corrisponderà almeno in parte ad un approfondimento della valutazione di coerenza dei piani e programmi di settore interessati in riferimento alle azioni da essi indicate.
Oltre a questa valutazione di coerenza, il Rapporto ambientale conterrà le seguenti fasi di valutazione:
- individuazione de|l’ambito di valutazione;
- definizione di ragionevoli ipotesi alternative;
- diagnosi dello stato attuale deIl’ambiente utilizzando indicatori descrittivi delle componenti ambientali oggetto degli obiettivi di protezione ambientale di cui al precedente punto e). Secondo
I'aIlegato 2 alla L.r.10/2010 il paesaggio rientra fra gli "aspetti" da considerare per la individuazione degli impatti ambientali, quindi per esso dovranno essere definiti indicatori specifici. Per quanto
riguarda gli altri temi ambientali, il riferimento privilegiato e costituito dalla Relazione sullo stato del|‘ambiente di ARPAT. Tali indicatori costituiranno il set di riferimento per le successive fasi di monitoraggio della variante al PTC.
DaII’analisi dello stato delle risorse ambientali deriva la constatazione delle condizioni di criticità in atto, comprese quelle direttamente pertinenti al paesaggio rurale. Da queste analisi derivano le misure da assumere rispetto alle criticità riscontrate;
- definizione di una matrice di interferenza fra obiettivi e azioni della variante al PTC per il teritorio rurale, ai temi ambientali considerati dagli obiettivi di cui al precedente punto e). l punti diinterferenza indicano i probabili impatti. Come si è accennato in precedenza, potrebbe anche risultare che il Piano non produca effetti diretti su|I‘ambiente, in questo caso la valutazione degli impatti si ferma qui, altrimenti si procede con le fasi:
- definizione di indicatori di impatto ambientale da applicare alle alternative prese in considerazione
- attribuzione dei valori agli indicatori di impatto nelle diverse ipotesi alternative che si saranno assunte;
- conclusioni.
3. 7. POSSIBILI MISURE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI NEGA TIVI SULL'AMBIENTE A SEGUITO ALL ’ATTUAZIONE DELLA VARIANTE AL PTCP
Ai sensi dell’All. 2 della Lr 10/10, tra le informazioni da fornire nell'amblto del Rappono ambientale sono incluse: “ [...] g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell'attuazione del piano o del programma.
In questa fase non risulta possibile sviluppare questo paragrafo in quanto si basa sulla valutazione degli effetti.
Nel rapporto ambientale saranno fornite eventuali indicazioni di compatibilità ambientale degli interventi. Le informazioni che saranno frutto della considerazione di tutte le variabili ambientali utilizzate nella valutazione e faranno riferimento a:
— valutazione di significatività degli effetti;
— definizione di possibili indirizzi di compatibilità o compensazione.
3.8. LE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE
Ai sensi dell’All. 2 della Lr 10/10, tra le informazioni da fornire nell’arnbito del Rapporto ambientale sono incluse: h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione.
La valutazione delle alternative, la scelta e le motivazioni di tale scelta saranno sviluppate nel rapporto ambientale.
Le alternative possono riguardare diversi livelli di efficacia e quindi di incidenza sulle pianificazioni di settore ma anche le ipotesi assunte nella definizione dei progetti di paesaggio.
3.9. INDICAZIONI SU MISURE DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Ai sensi dell’All. 2 della L,r. 10/10, tra le informazioni da fornire nell’ambito del Rapporto ambientale sono incluse: i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio.
L’impostazione del sistema di monitoraggio degli effetti significativi sarà oggetto dei contenuti del rapporto ambientale, II sistema, oltrechè comprendere la definizione degli indicatori, indicherà anche le responsabilità per la sua attuazione.
3.10 SINTESI NON TECNICA
Ai sensi della L.r. 10/10, All. 2 punto l, il presente capitolo avrà le caratteristiche di una sintesi non tecnica delle informazioni contenute nel Rapporto ambientale.
La sintesi non tecnica, (che ilustrerà con linguaggio non specialistico i contenuti del Piano e del rapporto ambientale), verrà redatta a conclusione della stesura del rapporto ambientale, e accompagerà il rapporto ambientale, costituendo un fascicolo a se stante facilmente consultabile da parte del pubblico.
4. RAPPORTO CON LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA
AIl’interno della Provincia, ambito territoriale di efficacia del PTC, sono presenti numerosi siti classificati di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica ai sensi della direttiva 92/43/CEE.
Ai sensi della LR 10/2010, articolo 34, si ritiene non necessario procedere alla valutazione di incidenza di cui all'art. 5, comma 3 del DPR 357/1997 in quanto la variante al PTC, per sua natura e finalità, non prevede azioni incidenti negativamente sulle qualità degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, che vengono anzi da esso assunti dal PIT Regionale quali elementi di valore concorrenti, attraverso i relativi specifici obbiettivi e le specifiche azioni, alle proprie finalità di tutela e valorizzazione dei paesaggi dellaToscana.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO ARCH SERGIO VITI