La norma Europea UNI CEN TR 14383-2 per la pianificazione urbanistica anticrimine Contenuti e applicazione
Umberto Nicolini
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
“Once a development has been completed the main opportunity to incorporate crime prevention measures will have been lost.”
«Safer Places», UK Home Office, 2004
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
REPRESSIONE
PREVENZIONE
Crimine =
aggressore + vittima
Crimine =
aggressore + vittima + CONTESTO
VALUTARE I FATTORI AMBIENTALI PRIMA DELLA REALIZZAZIONE
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1. Insicurezza nell’ambiente urbano :
il rischio concreto di rimanere vittima di aggressioni o altri episodi di violenza;
la rottura diffusa dei codici tradizionali di condotta civica (dormire, urinare in strada, sputare, mendicare in modo aggressivo, ecc.);
la mancanza di cura del territorio: scarsa manutenzione degli spazi pubblici, sporcizia, assenza delle forze dell’ordine e di guardiani,;
la sensazione di insicurezza, disgiunto dall’insicurezza reale, legato a fattori ambientali come lo squallore dello spazio urbano, la mancanza di vitalità
la paura intesa come sentimento soggettivo, non legato al rischio, ma
connesso a fattori più ampi, spesso lontani
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2. I concetti alla base della norma
L’organizzazione dello spazio della città influisce sulla sicurezza dei luoghi:
• può contribuire a renderli più sicuri
• ma può anche contribuire a renderli molto più
insicuri
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• Una buona organizzazione dello spazio urbano può:
• aumentare la sorveglianza spontanea da parte dei cittadini
• creare un senso di appartenenza al territorio
• contribuire a diminuire la sensazione di insicurezza e di paura
• facilitare il lavoro delle forze dell’ordine
2. I concetti alla base della norma
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Normare in un campo qualitativo non è semplice.
Non volendo prefigurare soluzioni standard la norma:
• fornisce una lista di domande chiave a cui ogni progetto deve rispondere
• propone una serie di principi-guida generali per rispondere alle domande
• raccomanda una procedura per l’inserimento di
3. La metodologia della norma
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La prevenzione della criminalità attraverso la
pianificazione urbanistica e la progettazione urbana è una questione apparentemente complessa in quanto:
• fa appello a saperi e competenze tra loro molto distanti,
• coinvolge diversi settori (uffici urbanistici, servizi sociali, forze dell’ordine, servizi di manutenzione ecc.),
• richiede il coordinamento di più decisori (enti
pubblici, investitori privati, portatori di interesse locali
3. La metodologia della norma
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La norma è riuscita a strutturare questo percorso in uno strumento guida relativamente semplice,
individuando strategie per i tre livelli significativi a cui affrontare la prevenzione ambientale della
criminalità:
• la pianificazione urbanistica,
• il disegno urbano,
• la gestione degli spazi pubblici
3. La metodologia della norma
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I contenuti:
Gli scopi ed il campo di applicazione della norma
Le indicazioni operative:
o
la definizione dell’area di intervento,
o
le diverse scale di intervento,
o
i problemi da affrontare e la propensione alla sicurezza,
o
i portatori di interessi
o
le strategie di pianificazione, di progettazione e di gestione
Le procedure di attuazione.
Allegati tecnici: l'Appendice D
4. L’organizzazione della norma
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● La scala di pianificazione urbana e territoriale, che include anche la progettazione delle infrastrutture
● La scala di progettazione di grandi complessi o quartieri
● La scala della progettazione degli spazi pubblici La scala della progettazione edilizia
Le indicazioni operative
Le diverse scale d’intervento
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La norma raccomanda di tenere conto dei diversi aspetti dell’insicurezza
• reati o offese gravi; raccolte dalle forze di polizia (quali furti, atti violenti, incendi, danneggiamenti e vandalismi gravi …);
• comportamenti antisociali e conflitti minori; raccolti dalle agenzie pubbliche (quali vandalismi minori, liti, conflitti di vicinato, bande, rifiuti ecc.);
• la paura della criminalità e il senso di disagio rispetto all’ambiente, connessi alle caratteristiche dell’area
Le indicazioni operative
I problemi da affrontare e la propensione alla sicurezza
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La propensione di un luogo ad attrarre criminalità (e
comportamenti antisociali e a generare paura) si rileva a partire dai principali elementi ambientali da prendere in considerazione
• carattere generale dell’area e utilizzo del territorio;
• caratteristiche degli spazi aperti e delle aree verdi;
• forma e densità delle costruzioni;
Le indicazioni operative
I problemi da affrontare e la propensione alla sicurezza
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• modalità di affaccio ed accessi degli edifici
• percorsi e fermate dei trasporti pubblici;
• flussi del traffico e parcheggi;
• movimenti pedonali;
• attività a piano terra e loro distribuzione nel tempo;
• attività prevalenti nei piani superiori;
• illuminazione stradale;
• presenza nell’area di elementi di degrado;
• livello di cura e manutenzione.
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• proprietari e autorità contraenti (cioè i soggetti che decidono) e futuri gestori;
• specialisti che portano la loro esperienza al progetto (quali progettisti, polizia e professionisti della sicurezza, sociologi ecc.);
• residenti e utilizzatori dell’area (negozianti, imprese locali, fornitori di servizi ecc.).
Le indicazioni operative
I portatori di interesse
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6. Le strategie
Non potendo e non volendo fornire soluzioni standard - perchè non compatibili con le scelte che tanto variano secondo i contesti specifici nazionali e locali - la norma indica tre famiglie di possibili strategie a seconda che si stia operando:
• alla scala di progettazione urbanistica;
• alla scala dell’urban design (una scala locale che può andare dal quartiere, al singolo parco o spazio pubblico);
• a livello della gestione degli interventi.
Le indicazioni operative
Le strategie
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Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura e Società
Dipartimento Architettura e Pianificazione
LABORATORIO QUALITÀ URBANA E SICUREZZA
Esempi di criteri di strategie a livello urbanistico:
• garantire l’accessibilità ed evitare le enclaves;
• creare vitalità mischiando le funzioni;
• creare densità urbane adeguate per garantire sorveglianza spontanea;
• creare mix socioeconomici ed evitare la segregazione;
• evitare le barriere fisiche.
Le indicazioni operative
Le strategie
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Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura e Società
Dipartimento Architettura e Pianificazione
LABORATORIO QUALITÀ URBANA E SICUREZZA
Esempi di strategie a livello di urban design:
• continuità di percorsi e continuità delle trame urbane;
• coordinamento degli orari per garantire la continuità della sorveglianza spontanea;
• visibilità (chiarezza dell’impianto e dei percorsi, illuminazione ecc.).
Le indicazioni operative
Le strategie
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
I contenuti:
Gli scopi ed il campo di applicazione della norma
Le indicazioni operative:
o
la definizione dell’area di intervento,
o
le diverse scale di intervento,
o
i problemi da affrontare e la propensione alla sicurezza,
o
i portatori di interessi
o
le strategie di pianificazione, di progettazione e di gestione
Le procedure di attuazione.
Allegati tecnici: l'Appendice D
4. L’organizzazione della norma
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L’Ente Responsabile (Autorità locale)
Il "Gruppo di Lavoro" e programma di lavoro
Il Documento di programma
La delibera dell’Autorità locale
L’accordo con i portatori di interesse
L’attuazione degli interventi
Il monitoraggio
Le procedure di attuazione
Lo schema
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• assume ufficialmente l’impegno in materia di sicurezza
• formula gli obiettivi generali
• istituisce (opzionale) una struttura tecnica di supporto all’intervento
• nomina il Responsabile del Procedimento
• crea il Gruppo di Lavoro
Le procedure di attuazione
Definizione dell’ Ente Responsabile (Autorità locale)
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• stabilisce il programma di lavoro
• risponde all’ Ente Responsabile (Autorità locale)
• definisce i meccanismi di consultazione con gli altri portatori di interesse
• conduce l’analisi sulla criminalità
• individua quali aspetti dell’ambiente urbano incidono sulla sicurezza
Le procedure di attuazione
Il gruppo di lavoro
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viene elaborato dal Gruppo di Lavoro
• illustra il contesto
• identifica le strategie e definisce le azioni
• stima i costi
• valuta gli effetti e i possibili rischi
Le procedure di attuazione
Il documento di programma
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definisce:
• le strategie e le azioni da intraprendere
• gli aspetti da approfondire
• il programma di realizzazione
Le procedure di attuazione
La delibera dell’Autorità locale
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Definisce:
• le responsabilità di tutte le parti coinvolte (chi fa che cosa)
• il Programma Dettagliato per la
• realizzazione degli interventi / azioni
• i controlli intermedi
Le procedure di attuazione
L’accordo con i portatori di interesse
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Ogni attore realizza le azioni di cui è responsabile con controlli di ogni fase
dell’implementazione
Le procedure di attuazione
Azioni e realizzazione degli interventi
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• definizione dei criteri e delle metodologie di valutazione
• decisioni sulle possibili azioni correttive
Le procedure di attuazione
Valutazione dei risultati
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I contenuti:
Gli scopi ed il campo di applicazione della norma
Le indicazioni operative:
o
la definizione dell’area di intervento,
o
le diverse scale di intervento,
o
i problemi da affrontare,
o
i portatori di interessi
o
le strategie di pianificazione, di progettazione e di gestione
Le procedure di attuazione.
Allegati tecnici: l'Appendice D
4. L’organizzazione della norma
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Contiene
• una serie di “principi fondamentali”, cioè criteri guida per un approccio corretto a progetti o azioni da intraprendere
• una “check-list” di domande chiave utili a
ragionare/verificare se un progetto/azione risponde anche a requisiti di sicurezza urbana.
• La check-list può essere utile sia ai progettisti
nell’organizzare un intervento, sia all’ente pubblico nella valutazione di un progetto.
L’appendice D
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Il senso di appartenenza e l'identificazione con il luogo aumentano sia la sicurezza che la percezione di sicurezza perché le persone
rispettano e proteggono i luoghi che sentono propri . L’appendice D
I principi fondamentali
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La vitalità delle strade e degli spazi pubblici è un importante fattore di prevenzione del crimine perché l’uso degli spazi pubblici produce sorveglianza spontanea .
L’appendice D
I principi fondamentali
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
Ogni proposta in materia di sicurezza dovrebbe essere tarata sulle fasce più vulnerabili della popolazione
L’appendice D
I principi fondamentali
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
I luoghi frequentati soprattutto da utenti temporanei (stazioni, centri di interscambio ecc) sono i più vulnerabili rispetto alla criminalità e al disordine, perché gli utenti hanno scarso senso di appartenenza.
L’appendice D
I principi fondamentali
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
Evitare di creare spazi senza vitalità , indefiniti o nascosti perché vandalismo e criminalità tendono a concentrarsi in questo tipo di luoghi .
L’appendice D
I principi fondamentali
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
Maglia urbana continua e chiaro disegno degli spazi pubblici
migliorano l’orientamento degli utenti e la loro sensazione di sicurezza . L’appendice D
I principi fondamentali
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La progettazione dei percorsi che conducono a residenze e servizi L’appendice D
I principi fondamentali
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Le aree e gli edifici degradati e abbandonati, cosi come i luoghi
squallidi , comunicano paura e attirano comportamenti antisociali e
.
L’appendice D
I principi fondamentali
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In molti casi, per migliorare la prevenzione del crimine è necessario rafforzare la sorveglianza spontanea con sorveglianza organizzata (polizia).
L’organizzazione degli spazi deve consentire e facilitare il lavoro degli L’appendice D
I principi fondamentali
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
La video-sorveglianza non è la risposta a una progettazione
inadeguata. E' utile solamente quando è integrata in un piano generale L’appendice D .
I principi fondamentali
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
Le situazioni temporanee (cantieri, deviazioni, barriere e recinzioni temporanee) non solo producono disagio ma creano luoghi
potenzialmente pericolosi; pertanto devono essere progettate anche L’appendice D
I principi fondamentali
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
•
il rapporto con le strutture fisiche e sociali esistenti;
•
il garantire accessibilità evitando enclaves;
•
la creazione di vitalità, miscelando attività, funzioni e layout attraente;
•
il mix sociale, con la presenza diverse categorie socio-economiche, evitando isolamento e segregazione;
•
la densità urbana, adeguata a generare vitalità e sorveglianza spontanea;
•
evitare barriere fisiche (create da infrastrutture) e aree non utilizzate.
Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura e Società
Dipartimento Architettura e Pianificazione
LABORATORIO QUALITÀ URBANA E SICUREZZA
Le domande da porsi a livello di pianificazione urbanistica (quindi decisioni di piano regolatore, progetti di infrastrutture ecc.) riguardano:
L’appendice D
La checklist
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•
il layout e la continuità del tessuto urbano e dei percorsi pedonali e ciclabili;
•
la specifica ubicazione delle attività e funzioni;
•
gli orari delle attività per garantire una sorveglianza spontanea continua;
•
la visibilità tra alloggi/attività e spazi pubblici e l’illuminazione notturna;
•
accessibilità (orientamento, itinerari alternativi, limitazioni di accesso a persone non autorizzate);
•
territorialità, cioè rapporto con la scala umana, chiara delimitazione dello spazio pubblico e privato, compartimentazioni;
•
attrattività (colore, materiali, illuminazione, rumori, odori, arredo urbano);
Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura e Società
Dipartimento Architettura e Pianificazione
LABORATORIO QUALITÀ URBANA E SICUREZZA
Le domande attinenti la scala della progettazione urbana:
L’appendice D
La checklist
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•
previsione di misure di sicurezza per persone e cose in spazi ad alto rischio;
•
sorveglianza;
•
regolamentazione della condotta delle persone negli spazi pubblici;
•
la fornitura di attrezzature e infrastrutture per gruppi particolari;
•
la comunicazione al pubblico di messaggi preventivi e regole di comportamento .
Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura e Società
Dipartimento Architettura e Pianificazione
LABORATORIO QUALITÀ URBANA E SICUREZZA
Le domande attinenti la gestione degli interventi/degli spazi urbani riguardano:
L’appendice D
La checklist
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Il caso francese
Legge Lops (1995):
Obbligo di svolgere, per determinate categorie di interventi, uno studio di valutazione sulle caratteristiche di prevenzione ambientale del crimine come parte integrante del Permesso di Costruire
L'impulso legislativo rimane a lungo senza seguito, in mancanza dei decreti attuativi.
La città di Lione anticipa gli sviluppi normativi ed istituisce una
commissione cittadina consultativa (2002)
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Il caso francese
Il Decreto Attuativo (2007):
Definisce:
- Il campo di applicazione delle valutazioni di sicurezza - Il contenuto dello Studio di Pubblica Sicurezza
- La necessità di creare le Commissioni Dipartimentali di
Pubblica Sicurezza
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Il caso francese
Campo di applicazione
Nei comuni con più di 100.000 abitanti
- Per progetti che coinvolgano una superficie complessiva netta superiore a 100.000mq
- Per insediamenti con ricezione di pubblico con una capacità prevista di almeno 1500 persone.
In tutte le aree identificate dal prefetto, su indicazione dei Consigli Locali di Sicurezza, come zone a rischio.
LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI IMPONE AI PROGETTISTI ED AGLI
IMPRENDITORI DI INTRODURRE CRITERI DI SICUREZZA Già NELLA
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Diagnosi della
situazione urbana e sociale e
dell'interazione del progetto con il contesto
L’esperienza francese
Il processo di valutazione avviene in 4 fasi:
Analisi del progetto, dei potenziali rischi per la sicurezza.
Misure proposte (urbanistiche, architettoniche, tecniche, sociali, gestionali)
Valutazione da parte della Commissione Dipartimentale
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L’esperienza francese
LA COMMISSIONE DIPARTIMENTALE
Prefetto, o suo rappresentante, in qualità di presidente,
Direttore di dipartimento della sicurezza pubblica,
Comandante di dipartimento della Gendarmerie,
Capo servizio di dipartimento per incendio e soccorso,
Direttore dipartimentale del settore infrastrutture,
Il Sindaco del comune interessato,
3 persone qualificate scelte dal prefetto, rappresentanti
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Il modello amministrativo
Caratteristiche Punti di forza Debolezze
• Sistema nazionale con attribuzione dei ruoli
• Obbligo per legge della valutazione
• Definizione di strumento tecnico
• Obbligo di valutazione in determinati ambiti
• Uniformità sul territorio
• Chiara definizione di competenze
• Mancanza di cultura di base
• Alta soglia per l’obbligo
• Rigidità e complessità del modello
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione
La norma UNI CEN è un passo decisivo per il miglioramento della sicurezza nelle nostre città
Apre la strada a una pianificazione e progettazione più consapevole e attenta ai problemi di sicurezza
Avrà una notevole influenza sulle pratiche di operatori pubblici e privati , che non potranno ignorarne i contenuti
Prepara il terreno per una legislazione che - come in altri paesi (vedi Francia) - introduca una valutazione preventiva, in termini di sicurezza, per i grandi progetti.
Ricadute della normativa
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Il MANUALE
“Pianificazione, disegno urbano, gestione degli spazi per la sicurezza” è stato sviluppato nell'ambito di un progetto co- finanziato dalla Commissione Europea – Direttorato Giustizia, Libertà e Sicurezza
La nuova versione del MANUALE , edita da HOEPLI,
contiene in appendice anche un esempio di applicazione della Norma UNI CEN ad un caso concreto di intervento per
migliorare la sicurezza
Ricadute della normativa
La Norma UNI CEN TR 14383-2 – Contenuti e applicazione