2.2 Miscele polimeriche di stirene-butadiene-stirene a blocchi (SBS) e
poli(vinilbenzilcloruro) (PVBC)
2.2.1 Generalità sulle miscele polimeriche
Da molti anni si è ormai affermata la pratica di combinare opportunamente due o più
monomeri di natura diversa allo scopo di ottenere un nuovo materiale che presenti
contemporaneamente le caratteristiche favorevoli dei suoi costituenti. Sono infatti
state messe a punto diverse metodologie di sintesi basate sulla combinazione chimica
di monomeri tra loro diversi attraverso reazioni di copolimerizzazione, random o a
blocchi, e di funzionalizzazione. Negli ultimi trent’anni, tuttavia, si è sviluppato un
nuovo tipo di approccio alla preparazione di materiali innovativi: quello del
miscelamento di polimeri preformati con l’ottenimento di miscele polimeriche.
Diversi sono i fattori che giustificano il successo ottenuto da un tale tipo di
approccio: il primo di essi è correlato alla possibilità di ottenere un materiale le cui
proprietà risultino da una combinazione favorevole di quelle dei suoi costituenti: se ad
esempio, il polimero A ha un’elevata stabilità termica ma una pessima lavorabilità ed
invece il polimero B ha buone caratteristiche di lavorabilità ma scarsa resistenza
termica, la miscela A+B può risultare un materiale innovativo utile se unisce i pregi di
A e B (seppur con resistenza termica inferiore a quella del solo A e lavorabilità
peggiore di quella di B) e se globalmente soddisfa i requisiti richiesti per l’applicazione
in settori dove né A né B da soli risultano altrettanto vantaggiosi. Ovviamente, l’esatta
relazione esistente tra le proprietà della miscela e quelle dei componenti sarà
determinante per decretare il successo o il fallimento commerciale di una miscela. Le
considerazioni in merito alla stabilità termica ed alla lavorabilità possono essere estese
anche ad altre proprietà fisiche, quali ad esempio la resistenza all’urto, il modulo
elastico o la resistenza ad attacchi chimici, ma anche a proprietà commerciali come il
costo e la disponibilità sul mercato.
Un secondo fattore responsabile del grande interesse industriale per le miscele
polimeriche è infatti quello economico: in genere è meno costoso miscelare due o più
polimeri commerciali piuttosto che ricorrere a processi di copolimerizzazione, di
funzionalizzazione, o alla messa a punto di una struttura molecolare completamente
nuova.
Da tali considerazioni è nata l’idea di realizzare, attraverso la miscelazione
dell’omopolimero PVBC con un elastomero termoplastico, un nuovo materiale
polimerico in grado di coniugare le caratteristiche più favorevoli di entrambi i
componenti: i gruppi funzionali clorometilenici del PVBC, in grado di essere facilmente
convertiti in un sale d’ammonio quaternario, e le proprietà meccaniche (elasticità,
tenacità) di un composto elastomerico come ad esempio il copolimero a blocchi
stirene-butadiene-stirene (SBS). Sono state quindi realizzate miscele di SBS con
quantità variabili di PVBC disperse, che sono state poi caratterizzate e funzionalizzate
allo scopo di ottenere una membrana a scambio anionico.
Nell’ambito di questa trattazione, ed in generale in quello delle miscele polimeriche,
risulta utile esporre alcune precisazioni relative al significato con il quale vengono
utilizzati i termini miscibilità e compatibilità. Due polimeri vengono definiti “miscibili”
quando, in dipendenza da fattori termodinamici, possono dar luogo ad un’unica fase in
cui le unità ripetenti dei componenti sono intimamente ed omogeneamente miscelate
tra loro. Si definiscono invece “compatibili” quando, anche a seguito di operazioni quali
l’innesto, l’aggiunta di copolimeri a blocchi o di polimeri funzionalizzati altamente
reattivi, essi danno luogo a miscele eterofasiche con soddisfacenti proprietà
meccaniche dovute ad una particolare dispersione di una fase nell’altra e una buona
adesione tra le stesse. Proprio in virtù di questa classificazione è possibile spiegare la
grande differenza esistente tra il numero molto ristretto di sistemi polimerici
termodinamicamente miscibili ed il numero invece molto elevato di miscele compatibili
commercializzate con successo.
A seconda del loro grado di miscibilità e del tipo di strategia seguita per il
mescolamento, due o più polimeri possono formare una fase completamente
omogenea, nella quale i loro segmenti molecolari sono intimamente mescolati, due
fasi completamente distinte, costituite ciascuna dalle macromolecole di un solo
polimero, o due fasi coniugate a composizione diversa. In Figura 2.2.1 sono riportati i
diagrammi di fase che più frequentemente si manifestano per le miscele polimeriche.
Figura 2.2.1 Diagrammi di fase di miscele polimeriche: (a) comportamento UCST, (b) comportamento
LCST
Dalla figura si osserva come delle miscele omogenee possano subire separazione di
fase, a pressione costante, sia per abbassamento della temperatura (comportamento
di tipo UCST, cioè Upper Critical Solution Temperature) sia per innalzamento della
temperatura (comportamento LCST, cioè Lower Critical Solution Temperature); se poi
uno o più componenti della miscela sono in grado di cristallizzare, il diagramma di fase
può complicarsi notevolmente. Tuttavia nel nostro caso avremo a che fare soltanto con
sistemi completamente amorfi, ed è a questi che limiteremo la presente trattazione.
2.2.2 Preparazione delle miscele SBS/PVBC e rispettivi film
Le miscele polimeriche sono state preparate mescolando tra loro soluzioni in
cloroformio dei due polimeri, PVBC e SBS, e poi deposte su capsule di Petri in teflon.
Dopo una lenta evaporazione del solvente, avvenuta in condizioni di atmosfera quasi
satura di cloroformio, sono stati ottenuti film polimerici dello spessore di circa 70 µm
con un contenuto di PVBC dal 5 al 40% in peso.
I polimeri utilizzati a tale scopo sono stati l’SBS Calprene 501 (prodotto
commerciale) e il PVBC sintetizzato mediante polimerizzazione radicalica in massa a
70°C in presenza di AIBN come iniziatore radicalico (paragrafo 2.1).
Per studiare la morfologia dei film e ottenere informazioni circa i limiti di miscibilità
dei due polimeri al variare della percentuale in peso di PVBC contenuta nelle miscele,
sono state condotte indagini di spettroscopia FT-IR associata ad un microscopio ottico,
calorimetria differenziale a scansione (DSC) e microscopia elettronica a scansione
(SEM).
2.2.3 Analisi morfologica dei film di SBS/PVBC
2.2.3.1 Microscopia elettronica SEM
L’indagine morfologica effettuata mediante microscopia elettronica SEM ha mostrato
(Figura 2.2.2, Figura 2.2.3 e Figura 2.2.4) che i due polimeri, PVBC e SBS, danno
luogo a miscele eterofasiche in cui particelle vetrose di PVBC si trovano disperse, più o
meno uniformemente, all’interno della matrice continua e omogenea di SBS (Figura
2.2.2). Inoltre, all’aumentare del contenuto di PVBC nella miscela, le particelle
disperse tendono ad aumentare di diametro e si distribuiscono in modo meno uniforme
all’interno della matrice continua.
Figura 2.2.3 Immagine SEM delle sezioni relative ai film SBS05 (sinistra) e SBS15 (destra), con un
contenuto di PVBC pari, rispettivamente, al 5 e 15% in peso.
Figura 2.2.4 Immagine SEM delle sezioni relative ai film SBS20 (sinistra) e SBS40 (destra), con un
contenuto di PVBC pari, rispettivamente, al 20 e 40% in peso.
Tali variazioni sono osservabili in Figura 2.2.3 e Figura 2.2.4 dove sono riportate le
immagini SEM dei film preparati da miscele con un contenuto di PVBC dal 5 al 40% in
peso. Nella successione di tali micrografie è facilmente riscontrabile una progressiva
sedimentazione nelle formulazioni con maggior contenuto di PVBC.
Da un’indagine condotta sui campioni mediante microanalisi EDA (Energy Dispersive
Analysis) è emerso che le particelle disperse possiedono un contenuto di cloro
sensibilmente superiore rispetto a quello della matrice. In Figura 2.2.5, ad esempio,
viene riportato lo spettro EDA relativo ad un’area circoscritta della zona di frattura del
film SBS20 (con il 20% in peso di PVBC): in tale regione viene rilevata la seguente
composizione percentuale in peso: C=87%, O=6% e Cl=7%.
Figura 2.2.5 Area della superficie di frattura del film SBS20 e relativa microanalisi
In In Figura 2.2.6, invece, viene riportato lo spettro EDA registrato in corrispondenza
di una particella dispersa all’interno del film SBS20. La composizione percentuale
rilevata in questo punto risulta la seguente: C=82%, O=7% e Cl=11%. Sulla base di
tale riscontro si può avanzare l’ipotesi che le particelle disperse all’interno della
matrice polimerica di SBS siano costituite in maggioranza dall’omopolimero PVBC.
Figura 2.2.6 Particella di PVCB dispersa all’interno del fim SBS20 e relativa microanalisi
Mediante l’ausilio di un software gratuito, ImageTool 3.00
68, è stato possibile
calcolare il diametro medio delle particelle micrometriche disperse nella matrice
continua, con la relativa deviazione standard.
Come si può osservare in Figura 2.2.7, all’aumentare del tenore di PVBC disperso
nella matrice sopra il 30% in peso, la deviazione standard supera il valore medio del
diametro dei domini per effetto di una marcata separazione di fase.
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 D iame tr o f a s e di s p er s a ( µ m) composizione (% peso PVBC)
Figura 2.2.7 Dimensione media della fase dispersa in funzione della composizione della miscela
Riportando, infatti, i valori della deviazione standard in funzione della composizione
della miscela (Figura 2.2.8), ed effettuando su essi un fit sigmoidale, si può osservare
in dettaglio la brusca variazione della deviazione standard per miscele con un
contenuto di PVBC superiore al 20-25% in peso.
0 10 20 30 40 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 d e v iaz io n e s tan da rd di a m et ro ( µ m) composizione (% peso PVBC)
Figura 2.2.8 Valori della deviazione standard in funzione della composizione delle miscele fittati secondo
Sulla base di queste osservazioni è plausibile attendersi che film preparati da miscele
PVBC/SBS ad alti tenori di PVBC non possano trovare applicazioni come membrane a
causa della loro natura altamente eterofasica.
2.2.3.2 Spettroscopia FT-IR accoppiata a microscopia ottica
Lo studio della morfologia dei film compositi SBS/PVBC è stato inoltre condotto
mediante l’ausilio della spettroscopia FT-IR accoppiata alla microscopia ottica. Tale
tecnica ha permesso di raccogliere, ad intervalli regolari, una serie di 40 spettri lungo
una linea di scansione di 4 mm sulla superficie dei film per poter analizzare
qualitativamente la distribuzione dei due polimeri al loro interno.
Come già evidenziato nelle microscopie SEM, la superficie dei film analizzati al
microscopio ottico mostra un grado di omogeneità decrescente all’aumentare del
contenuto di PVBC nelle miscele. Osservando, ad esempio, l’immagine del film
preparato con una miscela contenente il 10% in peso di PVBC (Figura 2.2.9) si può
notare che la superficie appare abbastanza omogenea e continua.
Figura 2.2.9 Immagine relativa alla superficie del film SBS10 ottenuta dal microscopio collegato allo
Figura 2.2.10 Immagine relativa alla superficie del film SBS40 ottenuta dal microscopio collegato allo
spettrometro FT-IR
Al contrario, nell’immagine riportata in Figura 2.2.10, relativa al film contenente il
40% in peso di PVBC, si nota invece la presenza di numerosi domini isolati di forma
circolare, dimensioni variabili e distribuzione disomogenea sulla superficie del film.
Nelle immagini sopra citate è possibile osservare anche la linea di scansione lungo cui
sono stati registrati gli spettri FT-IR. Mettendo a confronto gli spettri registrati in punti
differenti della superficie (lungo la linea di scansione) è stato possibile stabilire che
all’interno dei domini circolari vi è una concentrazione di PVBC notevolmente più
elevata rispetto ad un punto esterno ad essi. Tale valutazione può essere facilmente
verificata osservando in Figura 2.2.11 i domini circolari dislocati sulla superficie del
film SBS40, facilmente distinguibili nell’immagine ingrandita in corrispondenza della
linea di scansione utilizzata per la registrazione degli spettri. In particolare, su tale
linea sono stati evidenziati alcuni dei punti di maggior interesse ai fini di una
valutazione qualitativa della superficie.
Figura 2.2.11 Ingrandimento della micrografia del film SBS40 in corrispondenza della linea di scansione 2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 994 830 1452 675 966 699 1265 P 30 P 35 P 40 P 01 P 06 P 11 P 18 P 25
As
sorban
z
a
(a.
u
)
Numeri d'onda (cm
-1)
Figura 2.2.12 Spettri FT-IR tra 2000 e 600 cm-1 registrati sul film SBS40 nei punti indicati in Figura 2.2.11
Nella Figura 2.2.12 vengono quindi riportati gli spettri registrati in corrispondenza di
tali punti e le frequenze degli assorbimenti più significativi. Come si può facilmente
notare, le bande registrate a 1265 cm
-1, attribuite alla deformazione del legame C-Cl,
risultano notevolmente più intense negli spettri registrati nei punti 11, 25 e 35 che
sono all’interno delle zone circolari. Lo stesso avviene in corrispondenza della banda a
675 cm
-1, dovuta allo stiramento del legame C-Cl. Anche le bande dovute agli
assorbimenti aromatici risultano più intense negli spettri dei punti 11, 25 e 35, dove
alle unità stireniche dell’SBS si sommano le unità benziliche del VBC. Esternamente
alle fasi circolari gli spettri mostrano che le bande più intense si trovano in
corrispondenza degli assorbimenti caratteristici dell’SBS (valori riportati nel cap.4),
tuttavia anche in tali zone è riscontrabile, seppure con minore intensità, la presenza di
unità VBC.
Figura 2.2.13 Spettri in 3D per il campione SBS40 registrati lungo la linea di scansione di Figura 2.2.11
Tali variazioni di composizione lungo la superficie del film possono essere facilmente
osservate nello spettro FT-IR in 3D, riportato in Figura 2.2.13, dove viene riprodotta
l’intera raccolta di spettri registrati lungo la linea di scansione.
Anche attraverso
questa indagine è stato possibile constatare una diminuzione del grado di omogeneità
dei film all’aumentare del contenuto di PVBC e che le particelle presenti sulla loro
superficie hanno un elevato contenuto di omopolimero clorurato. Tuttavia, le
informazioni raccolte dalla spettroscopia FT-IR non sono in grado di fornire dettagli
maggiori circa la composizione della matrice polimerica continua, se non suggerire che
essa potrebbe essere costituita prevalentemente da SBS con modeste quantità di
PVBC (disciolto).
2.2.3.3 Analisi Calorimetrica Differenziale a Scansione (DSC)
Sui film ottenuti dalle miscele SBS /PVBC e da SBS puro è stata condotta un’analisi
calorimetrica DSC al fine di determinare le loro temperature di transizione vetrosa (T
g)
dato che ambedue i polimeri sono amorfi. I campioni sono stati sottoposti ad un ciclo
di riscaldamento-raffreddamento-riscaldamento, nell’intervallo di temperatura
-120°÷200 °C con una velocità di 10 °C/min, per avvicinarsi alle condizioni di
equilibrio termico. Sono stati analizzati i dati provenienti dalla seconda fase di
riscaldamento, in quanto le proprietà termiche iniziali risultano fortemente influenzate
dai processi di purificazione a cui i campioni sono stati sottoposti. Dai dati riportati nel
termogramma in Figura 2.2.14 è possibile osservare come tutte le miscele analizzate
esibiscono una temperatura di transizione vetrosa del blocco butadienico coincidente
con quella
dell’SBS (-87 °C), mentre la T
grelativa al blocco stirenico (69 °C) mostra
trascurabili variazioni rispetto all’SBS puro.
-100 -50 0 50 100 150 200 0.0 0.2 0.4 0.6 71o C 70oC 69oC -87oC SBS puro SBS10 SBS15 SBS20 SBS40 Fuss o di ca lo re (W/g) Temperatura (o C)
Inoltre, nelle miscele con un contenuto di PVBC maggiore del 10% è visibile una
transizione vetrosa ad una temperatura superiore ai 100 °C, attribuibile alla fase
dispersa. La presenza di tale transizione potrebbe suggerire il verificarsi dell’inizio di
una separazione di fase che si manifesta con la formazione di voluminosi domini di
PVBC dispersi all’interno della matrice continua costituita essenzialmente da SBS. Tale
fenomeno indica quindi una scarsa compatibilità tra i due polimeri a concentrazioni di
PVBC superiori al 10% in peso.
In conlusione si può quindi affermare che i risultati forniti dall’analisi termica DSC sono
complessivamente in buon accordo con quelli forniti dalla microscopia SEM e FT-IR.
2.2.3.4 Analisi Termica Dinamico-Meccanica (DMTA) dei film
I film preparati dalle miscele di SBS/PVBC sono stati caratterizzati anche mediante
analisi dinamico meccanica termica (DMTA) nell’intervallo di temperatura compreso tra
-150 °C e 50 °C. Ogni campione è stato sottoposto ad oscillazioni periodiche forzate,
di piccola ampiezza alla frequenza di 1 Hz, e la sua risposta è stata misurata al variare
della temperatura allo scopo di studiare il comportamento meccanico del materiale
insieme ai suoi rilassamenti caratteristici, ovvero le manifestazioni di particolari
dinamiche su scala molecolare. In particolare, considerato il risultato dell’analisi DSC,
l’intervallo di temperatura sondato dovrebbe permettere di individuare solo le
manifestazioni della dinamica diffusiva inerente ai gruppi butadienici. Le proprietà
meccaniche misurate sono state il modulo conservativo (E’), che rappresenta una
misura dell’energia immagazzinata durante la deformazione, e il modulo di perdita
(E’’), che rappresenta una misura dell’energia dissipata durante la deformazione
(generalmente sotto forma di calore). Inoltre è stata determinata la cosiddetta
tangente di perdita , tan
δ, definita dalla seguente relazione:
in cui δ rappresenta l’angolo compreso tra la componente in fase e la componente
fuori fase dell’oscillazione periodica a cui si sottopone il materiale per provocarne la
deformazione.
-150 -100 -50 0 50 100 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0SBS
SBS10
SBS40
M
odulo Conserv
a
tiv
o
[
G
Pa]
Temperatura [
oC]
Figura 2.2.15 Andamento modulo/T dell’SBS e delle sue miscele con PVBC
-150 -100 -50 0 50 100 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
SBS
SBS10
SBS40
ta
n
(
δ)
oIn Figura 2.2.15 e Figura 2.2.16 sono riportati, rispettivamente, gli andamenti del
modulo conservativo e della tangente di perdita in funzione della temperatura per i
film di SBS puro e di alcune miscele SBS/PVBC. Si può osservare che la presenza di
PVBC determina un incremento del modulo conservativo a bassa temperatura nelle
miscele rispetto al campione di SBS. Facendo ancora riferimento all’analisi DSC,
questo risultato può essere riconducibile al fatto che l’aggiunta di una certa
percentuale di PVBC, avente T
g>100°C e dunque più alta di quella dei blocchi
butadienici, determini un complessivo irriggidimento della struttura. L’intero
andamento risulta comunque visibilmente influenzato tanto dalle dimensioni delle
particelle disperse nella matrice di SBS quanto dall’estensione dell’interfaccia tra le
due fasi, essendo infatti entrambi i fattori risultati crescenti con l’aumentare del tenore
di PVBC.
Lo spostamento del massimo di tanδ riscontrato nei campioni SBS10 ed SBS40
rispetto all’SBS puro potrebbe essere indicativo di interazioni chimico-fisiche tra la fase
dispersa del PVBC e quella continua dell’SBS. Queste interazioni potrebbero in
particolar modo verificarsi in prossimità dei gruppi butadienici causando una
diminuzione del loro volume libero ed un conseguente aumento della T
gassociata a
tali gruppi nel loro complesso. Una tale osservazione risulta peraltro concorde con la
buona compatibilità riscontrata tra i due componenti delle miscele. La risalita delle tre
curve di tanδ a temperature più alte dovrebbe corrispondere alla manifestazione del
rilassamento strutturale associato alle unità stireniche dell’SBS. Tuttavia, il limite
superiore di temperatura della prova non consente di osservare il fenomeno nella sua
interezza.
2.2.4 Caratterizzazione dei film SBS/PVBC funzionalizzati mediante
quaternizzazione con la DABCO
2.2.4.1 Film trattati con la DABCO in acetonitrile (AcN)
I film ottenuti dalle miscele di SBS/PVBC sono stati sottoposti ad una reazione di
amminazione quaternaria mediante trattamento con l’ammina Dabco in acetonitrile. I
campioni sono stati immersi in una soluzione di Dabco 1M in acetonitrile alla
temperatura di 60 °C per circa 72 h e, dopo alcuni lavaggi con il solvente, sono stati
condizionati in una soluzione acquosa di KOH 1M per una notte a temperatura
ambiente.
Per verificare l’avvenuta formazione del sale d’ammonio quaternario, tra la Dabco e i
gruppi clorometilenici del vinilbenzil cloruro, è stata condotta un’indagine
spettroscopica FT-IR.
1796 1600 1400 1200 1000 800 600 400 1073 1372 1057 1265 SBS15-Dabco-AcN SBS15Asso
rb
an
z
a
(a
.u.)
Numeri d'onda (cm
-1)
Sono quindi stati registrati degli spettri sui film prima e dopo il trattatamento con
l’ammina terziaria e raffrontati tra loro. Da tale confronto è emerso che i film trattati
con la Dabco rivelano una banda 1265 cm
-1(δ
s
C-Cl) molto attenuata, se non assente,
ed nuovi assorbimenti a 1372, 1073 e 1057 cm
-1, riconducibili ad un legame C-N. Tali
considerazioni possono essere ricavate dalla Figura 2.2.17 dove vengono riportati gli
spettri del film SBS15 prima e dopo il trattamento con la Dabco.
In Figura 2.2.18 sono riportati gli spettri FT-IR relativi ad alcuni film amminati,
insieme a quello di un film non amminato (SBS15), nella zona compresa tra 1550 e
1250 cm
-1. In tale zona è possibile osservare che nei film che sono stati sottoposti ad
amminazione compaiono delle bande a 1404, a 1372 e a 1314 cm
-1. Tali assorbimenti
potrebbero essere indicativi della presenza di un sale d’ammonio quaternario formato
dalla Dabco
2con le unità metiliche del VBC.
1550 1500 1450 1400 1350 1300 1250 1265 1404 1447 1372 1314 SBS10-Dabco(AcN) SBS15-Dabco(AcN) SBS20-Dabco(AcN) SBS25-Dabco(AcN) SBS15
Asso
rb
an
za (u.a.)
Numeri d'onda (cm
-1)
Figura 2.2.18 Confronto tra gli spettri FT-IR dei film amminati con Dabco 1M in AcN e quello del film non
1550 1500 1450 1400 1350 1300 1250 1455 1335 1388 1383 1371 1316 1314 1351 1422 1420 DABCO Dabco-BzCl-mono Dabco-BzCl-bis
Assorba
n
za
(u.a.)
Numeri d'onda (cm
-1)
Figura 2.2.19 Spettri FT-IR della Dabco e dei suoi sali, mono e bis, con il cloruro di benzile nella zona tra
1550 e 1250 cm-1.
Osservando infatti in Figura 2.2.19 gli spettri FT-IR relativi alla Dabco e ai suoi sali
(mono e bis) con il cloruro di benzile (schema riportato nel capitolo 2.1) si può notare
che anche nello spettro del sale mono (dove la Dabco è salificata solo su un azoto) è
presente un picco a 1371 cm
-1, picco che invece non risulta nello spettro della Dabco
tal quale. Naturalmente tale osservazione non è sufficiente per ipotizzare la presenza
di un sale della Dabco, anche perché le bande registrate sui film dopo l’amminazione,
nella zona 1550-1250 cm
-1, risultano poco intense. Probabilmente si è avuta una
scarsa funzionalizzazione dei gruppi clorometilenici del VBC con la Dabco.
Per approfondire l’indagine sull’esito della reazione di amminazione dei film è stata
condotta anche un’analisi di microscopia elettronica a scansione (SEM) accoppiata ad
una microanalisi EDA. Tale indagine ha evidenziato la presenza di una superficie
microporosa (Figura 2.2.20 e Figura 2.2.21), attribuibile molto probabilmente ad una
estrazione della microfase di PVBC da parte del solvente durante la procedura di
amminazione.
Figura 2.2.20 Immagini SEM del film SBS15 amminato con Dabco 1M in AcN a due ingrandimenti
Figura 2.2.21 Immagini SEM del film SBS20 amminato con Dabco 1M in AcN a due ingrandimenti
Figura 2.2.23 Microanalisi su una particella dispersa nella matrice di SBS del campione SBS20 amminato
con Dabco 1M in AcN
Contrariamente a quanto rilevato dall’analisi spettroscopica FT-IR, la microanalisi
EDA effettuata su un’area di frattura dei film (Figura 2.2.22) o in corrispondenza di
una particella dispersa nella matrice di SBS (Figura 2.2.23) non rivela la presenza di
azoto. Oltre alla minore accuratezza dei dati forniti dalla tecnica EDA rispetto a quelli
forniti dalla spettoscopia FT-IR, si può ipotizzare che la quantità di azoto presente sia
talmente piccola che il suo segnale (posizionato a 0.39 keV) risulta essere coperto da
uno più intenso dell’ossigeno (a 0.52 keV) o del carbonio (a 0.28 keV). La scarsa
presenza di azoto potrebbe essere imputata al fatto che le particelle di PVBC rimaste
nella matrice di SBS sono molto poche ma, alla luce dell’analisi FT-IR associata al
microscopio ottico, queste potrebbero comunque esser state funzionalizzate dalla
Dabco.
L’indagine condotta sui film trattati con la Dabco è stata completata mediante
l’utilizzo della microscopia ottica associata alla spettrometria FT-IR. In tal modo è
stato possibile registrare una serie di spettri lungo una linea di scansione sulla
superficie dei film allo scopo di raccogliere ulteriori informazioni sulla sua
composizione.
Figura 2.2.24 Immagine al microscopio ottico di SBS15 prima e dopo il trattamento con la Dabco 1M in
AcN
Osservando l’immagine fornita dal microscopio ottico si può innanzitutto notare una
variazione della colorazione del film avvenuta a seguito della reazione di amminazione
(Figura 2.2.24). Su alcune delle aree circolari distinguibili lungo la superficie del film
amminato (Figura 2.2.25), precedentemente ipotizzate essere dei domini di PVBC, è
stata effettuata una raccolta di spettri FT-IR (Figura 2.2.26) da cui si rileva la
presenza di assorbimento del legame C-N a 1057 cm
-1, oltre che la scomparsa
dell’assorbimento del legame C-Cl (tranne nel punto 4).
Figura 2.2.25 Ingrandimento della superficie del film SBS15 dopo il trattamento con la Dabco in AcN, con
2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 1057 1265 15-1 15-2 15-3 15-4 15-5 15-6
Ass
o
rbanz
a (a
.u
.)
Numeri d'onda (cm
-1)
Figura 2.2.26 Spettri FT-IR effettuati nelle zone circolari indicate in Figura 2.2.25 del film SBS15 trattato
con la Dabco in AcN
1550 1500 1450 1400 1350 1300 1250 15-1 15-2 15-3 15-4 15-5 15-6 SBS15
Ass
o
rb
a
n
z
a
(a
.u
.)
Numeri d'onda (cm
-1)
Figura 2.2.27 Ingrandimento degli spettri FT-IR effettuati nelle zone circolari indicate in Figura 2.2.25 del
film SBS15 trattato con la Dabco (AcN) nella zona tra 1550 e 1250 cm-1 e di quello dello
Osservando gli assorbimenti presenti nella regione tra 1550 e 1250 cm
-1(Figura
2.2.27) e confrontandoli con quelli relativi ai sali della Dabco con il cloruro di benzile
nella stessa zona (Figura 2.2.19), è possibile notare che non vi sono bande di
assorbimento riconducibili al sale d’ammonio quaternario della Dabco, o che sono
troppo deboli per essere rilevate.
Figura 2.2.28 Immagine del film SBS15 trattato con la Dabco (AcN) ingrandita al microscopio ottico in
corrispondenza dei punti su cui sono stati registrati gli spettri FT-IR riportati in Figura 2.2.29. 1550 1500 1450 1400 1350 1300 1250 0 2 4 15-7 15-9 15-10 SBS15 Asso rb anz a (a.u.) Numeri d'onda (cm-1)
Figura 2.2.29 Spettri FT-IR del film SBS15 funzionalizzato (Dabco in AcN) registrati in corrispondenza dei
Dall’analisi degli spettri registrati in punti esterni alle aree circolari (Figura 2.2.28) è
poi emerso che anche in tali zone risultano presenti bande di assorbimento a 1057
cm
-1, ma nessuna nuova banda nella zona compresa tra 1550 e 1250 cm
-1(Figura
2.2.29).
Si può quindi ipotizzare che le bande osservabili sugli spettri FT-IR relativi ai film
sottoposti ad amminazione, in corrispondenza di 1057 cm
-1siano dovute a tracce di
Dabco non reagita e rimasta depositata, nonostante i lavaggi, in alcune zone della
superficie del film. Una tale supposizione sembrerebbe coerente anche con quanto
rilevato da un’analisi elementare condotta su alcuni film trattati con la Dabco. Essa,
infatti, ha individuato soltanto delle tracce di cloro ed una concentrazione di azoto pari
allo 0.7% in peso (Tabella 2.2.1).
Tabella 2.2.1 Composizione percentuale degli elementi indagati dall’analisi elementare nei film amminati
C H Cl N
(% in peso) (% in peso) (% in peso) (% in peso)
SBS15 84.7% 9.6% — 0.6%
SBS20 86.0% 10.2% — 0.7%
Campione
2.2.4.2 Film trattati con la DABCO in metanolo (MeOH)
Per verificare se nella precedente reazione di amminazione dei film l’acetonitrile
possa esser stato responsabile di un’eventuale estrazione del PVBC, e quindi della
formazione di pori all’interno della matrice polimerica di SBS, la reazione di
amminazione con la Dabco è stata anche condotta impiegando come solvente il
metanolo. Il metanolo, infatti, è in grado di sciogliere completamente la base (Dabco)
ma non i polimeri costituenti il film (SBS e PVBC). La procedura seguita è stata
identica a quella applicata con l’acetonitrile. I film sono stati immersi in una soluzione
di Dabco 1M in metanolo alla temperatura di 60 °C per circa 72 h e, dopo alcuni
lavaggi con metanolo, sono stati condizionati in una soluzione acquosa di KOH 1M per
una notte a temperatura ambiente. Infine i film sono stati asciugati in stufa a 80 °C
per una notte e caratterizzati mediante microscopia ottica associata a spettroscopia
FT-IR.
Dall’immagine ottenuta dal microscopio ottico del film SBS15 trattato con la Dabco
in metanolo (Figura 2.2.30 ) è possibile osservare una superficie omogenea e priva di
pori.
Figura 2.2.30 Immagine (microscopia ottica) del film SBS15 trattato con la Dabco 1M in MeOH
Figura 2.2.31 Raccolta di spettri registrati sul film SBS 15 trattato con Dabco 1M in MeOH lungo la linea
Anche i segnali FT-IR di alcuni spettri (Figura 2.2.31) collezionati lungo una linea di
scansione sulla superficie di SBS15 (evidenziata in Figura 2.2.30 ) confermano un
buon grado di omogeneità del film.
Osservando però un’immagine dal microscopio ottico ingrandita dello stesso film
(Figura 2.2.32) si nota che alcune regioni sembrano avere una struttura diversa.
Figura 2.2.32 Immagine (microscopia ottica) del film SBS15 trattato con Dabco in MeOH, ingrandita in
corrispondenza di tre punti su cui sono stati registrati spettri FT-IR
Sono stati quindi registrati degli spettri in corrispondenza dei tre punti evidenziati in
Figura 2.2.32 per indagarne la composizione. Tali spettri (Figura 2.2.33) rivelano che
la composizione nelle tre zone, apparentemente diverse, è la stessa. Inoltre non vi è
alcuna traccia di legami C-N (manca l’assorbimento a 1057 cm
-1) e manca anche
l’assorbimento a 1265 cm
-1relativo al legame C-Cl. Sembra inoltre che gli spettri siano
1800 1600 1400 1200 1000 800 600 15-p10 15-p11 15-p12 SBS
Asso
rban
za (u.a.)
Numeri d'onda (cm
-1)
Figura 2.2.33 Spettri FT-IR del film SBS15 trattato con Dabco in MeOH, registrati nei punti evidenziati in
Figura 2.2.32, e di un film di SBS puro.