Criticità:
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modello assistenziale obsoleto incentrato sull’assistenza ospedaliera (considerata costosa e tardiva rispetto alla necessità di diagnosi precoce);
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difficoltà di individuare i soggetti che hanno contratto il virus attraverso tamponi o test sierologici;
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catena decisionale lunga con una evidente incoordinazione tra Stato e Regioni.
Priorità di azione:
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assicurare sicurezza negli ospedali (percorsi di accesso, flussi separati);
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rafforzare la medicina territoriale e domiciliare per la presa in carico dei pazienti (sia Covid che cronici/fragili/disabili/non autosufficienti) con setting domiciliari e l’impiego della medicina territoriale. A tal riguardo si evidenzia la necessità di rivedere il rapporto tra ospedale e territorio, favorendo la diffusione degli ospedali di comunità per il trattamento delle casistiche intermedie attraverso il supporto delle USCA e il rafforzamento del ruolo clinico dei medici di base che potranno servirsi della telemedicina;
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adozione di piani che definiscano fasi ed interventi per ospedali e RSA in base alla diffusione epidemica.
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prevedere un testing capillare e ripetuto sul territorio attraverso: test molecolari su tecnologia aperta per verificare il livello di infezioni, test sierologici per monitorare il livello di immunità;
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effettuare uno studio di sieroprevalenza con kit diagnostici specifici al fine di definire il numero dei soggetti contagiati;
La Risoluzione impegna il Governo a mettere in atto tali azioni, ed in particolare:
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Professioni sanitarie: prevedere interventi normativi per tutelare le professioni per tutti gli eventi avversi che si siano verificati o abbiano trovato causa durante l'emergenza epidemiologica Covid-19, sia per le strutture sanitarie pubbliche quanto per quelle private.
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Piano per il sostegno psicologico: da adottare in conformità all’art. 24 DPCM LEA 2017 e per rispondere all’allarme sulla tenuta psicologica del personale, come lanciato da molte società scientifiche.
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MMG: prevedere nell’ambito del Decreto Rilancio un potenziamento del ruolo clinico dei MMG e un loro maggior coinvolgimento nella gestione del Covid-19 nella fase precedente e successiva all’ospedalizzazione.
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Ospedali di comunità/RSA/strutture intermedie: da utilizzare come strutture intermedie per le quali l’isolamento domiciliare e il ricovero non rappresentano soluzioni adeguate.
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Covid Hospital: investire sui Covid Hospital in modo da distribuire sul territorio strutture di riferimento coordinate tra loro con alte specialità.
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Test: Investire sull’effettuazione e refertazione dei tamponi rinofaringei nelle regioni e
individuare test sierologici affidabili da eseguire in lavoratori pubblici e privati.
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Digitalizzazione SSN: prevedere adeguati investimenti sulle infrastrutture digitali per lo storage dei dati, l’interoperabilità tra le strutture di riferimento, anche per integrare la medicina generale all’interno di una rete strutturata.
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Telemedicina: investire sulla tecnologia per assicurare continuità di cura e formazione all’utilizzo della telemedicina, telemonitoraggio e telecontrollo dei pazienti.
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Medicina di genere: investire nella ricerca per osservare frequenza, sintomi, farmaci ad hoc.
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Borse specializzazione medici: nell’ambito dei piani di riorganizzazione della rete assistenziale, procedere all’attivazione delle borse in area medica previste dal DL rilancio, prevedendo altresì anche l’inserimento della medicina di comunità e cure primarie.
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Pubblico e Terzo settore: favorire le attività tra pubblico e terzo settore, sia per attività sanitarie che sociosanitarie.
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Monitoraggio delle misure adottate nei vari decreti: per verificare che vengano portate a compimento.
La Risoluzione di opposizione
Tra i punti trattati dalla Risoluzione di maggior interesse si rileva:
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Medici ed infermieri di famiglia: implementare un modello sanitario basato sul modello “home care” team e una rete territoriale ad hoc attraverso la figura
dell’infermiere di famiglia che coadiuva il medico di cure primarie, negli interventi di prevenzione, assistenza e cura domiciliare dei fragili e cronici, privilegiando modelli dove i due professionisti si integrano nelle loro rispettive funzioni in équipe stabili multiprofessionali.
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Center for disease control: sulla scorta dell’ECDC, creare una centrale nazionale dell’emergenza in grado di potenziare la capacità diagnostica e predittiva
dell’emergenza, anche attraverso una maggiore diffusione degli screening (sierologici e tamponi).
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Assistenza territoriale integrata: attraverso la telemidicina e la digitalizzazione, implementando altresì il FSE.
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