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Coordinate curvilinee; integrazione

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Academic year: 2021

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(1)

Coordinate curvilinee; integrazione

Antonino Polimeno

Universit`a degli Studi di Padova

(2)

Coordinate curvilinee - 1

x = x (q1, q2, q3) q1= q1(x , y , z) y = y (q1, q2, q3) q2= q2(x , y , z) z = z(q1, q2, q3) q3= q3(x , y , z)

Ad ogni superficie qi = costante possiamo associare un versore ei

perpendicolare; un generico vettore si scrive come v = v1e1+ v2e2+ v3e3

possiamo scrivere

dx = ∂x

∂q1dq1+ ∂x

∂q2dq2+ ∂x

∂q3dq3

dy = ∂y

∂q1dq1+ ∂y

∂q2dq2+ ∂y

∂q3dq3

dz = ∂z

∂q1

dq1+ ∂z

∂q2

dq2+ ∂z

∂q3

dq3

(3)

Coordinate curvilinee - 2

Assumiamo che il quadrato della distanza infinitesima fra due punti sia una forma quadratica:

ds2 =X

ij

gijdqidqj

Il quadrato della distanza infinitesima fra due punti `e ds2= dx2+ dy2+ dz2, quindi

gij = ∂x

∂qi

∂x

∂qj

+ ∂y

∂qi

∂y

∂qj

+ ∂z

∂qi

∂z

∂qj

i coefficienti gij formano il tensore metrico del sistema di coordinate (q1, q2, q3). Se il sistema `e ortogonale

gij = h2iδij

e quindi ds2 = ds12+ ds22+ ds32 con ds1 = hidqi

(4)

Coordinate curvilinee - 3

I Vettore d r e integrale di linea

d r = ds1e1+ ds2e2+ ds3e3= h1dq1e1+ h2dq2e2+ h3dq3e3

Z

v · d r = X

i

Z vihidqi

I Elemento di superficie e integrale di superficie

d σij = dsidsj= hihjdqidqj

d σ = ds2ds3e1+ ds3ds1e2+ ds1ds2e3=

= h2h3dq2dq1e1+ h3h1dq3dq1e2+ h1h2dq1dq2e3

Z

v · d σ = Z

v1h2h3dq2dq3+ Z

v2h3h1dq3dq1+ Z

v3h1h2dq1dq2

I Elemento di volume e integrale di volume

dv = ds1ds2ds3= h1h2h3dq1dq2dq3

Z

f (q1, q2, q3)dv = Z

h1h2h3f (q1, q2, q3)dq1dq2dq3

(5)

Operatori differenziali

I Gradiente: somma vettoriale dei vettori perpendicolari a qi = costante

∇f (q1, q2, q3) =X

i

ei∂f

∂si =X

i

ei 1 hi

∂f

∂qi

I Divergenza : dal teorema di Gauss

∇ · v = 1 h1h2h3

 ∂

∂q1

(v1h2h3) + ∂

∂q2

(v2h3h1) + ∂

∂q3

(v3h1h2)



I Rotore : dal teorema di Stokes

∇ × v = 1 h1h2h3

h1e1 h2e2 h3e3

∂q1

∂q2

∂q3

h1v1 h2v2 h3v3

(6)

Coordinate cartesiane

Per le coordinatecartesiane : hx = hy = hz = 1

∇f = x∂f

∂x + y∂f

∂y + z∂f

∂z

∇ · v = ∂vx

∂x +∂vy

∂y +∂vz

∂z

2f = ∂2f

∂x2 + ∂2f

∂y2 +∂2f

∂z2

∇ × v =

x y z

∂x ∂

∂y ∂

∂z vx vy vz

(7)

Coordinate cilindriche

Coordinate cilindriche: ρ =p

x2+ y2, φ = arctan yx, z. Quindi:

hρ= 1, hφ= ρ, hz = 1.

∇f = ρ∂f

∂ρ+ φ1 ρ

∂f

∂φ + z∂f

∂z

∇ · v = 1 ρ

∂ρ(ρvρ) + 1 ρ

∂vφ

∂φ + ∂vz

∂z

2f = 1 ρ

∂ρ

 ρ∂f

∂ρ

 + 1

ρ2

2f

∂φ2 +∂2f

∂z2

∇ × v = 1 ρ

ρ ρφ z

∂ρ ∂

∂φ ∂

∂z vρ ρvφ vz

(8)

Coordinate sferiche

Coordinate sferiche: r =p

x2+ y2+ z2, θ = arccos zr, φ = arctan yx. Quindi: hr = 1, hθ = r , hφ= r sin θ.

∇f = r∂f

∂r +θ r

∂f

∂θ + 1 r sin θφ∂f

∂θ

∇ · v = 1

r2sin θ

 sin θ ∂

∂r(r2vr) + r ∂

∂θ(sin θvθ) + r∂vφ

∂φ



2f = 1

r2sin θ

 sin θ ∂

∂r

 r2∂f

∂r

 + r ∂

∂θ

 sin θ∂f

∂θ



+ 1

sin θ

2f

∂φ2



∇ × v = 1

r2sin θ

r r θ r sin θφ

∂r ∂

∂θ ∂

∂φ vr rvθ r sin θvφ

(9)

L’atomo di idrogeno - 1

L’hamiltoniano del sistema `e:

H = −ˆ ~2

2µ∇ˆ2− e2 4π0

1 r

dove µ `e la massa ridotta e il secondo termine `e il potenziale coulombiano attrattivo tra il nucleo con carica +e e l’elettrone con carica −e a distanza r .

I Il potenziale `e a simmetria radiale.

I introduzione di coordinate sferiche

I fattorizzazione della funzione d’onda in una parte angolare dipendente da θ e φ e in una parte radiale dipendente da r ;

ΨE(r , θ, φ) = R(r )Ylml(θ, φ)

(10)

L’atomo di idrogeno - 2

Sostituendo nell’Eq. di Schr¨odinger:

1 r2

d drr2dR

dr −l (l + 1)

r2 R + 2m

~2



E + e2 4π0

1 r

 R = 0 Lo spettro degli autovalori sar`a discreto per E < 0, e continuo per E > 0. Gli autostati e le autoenergie dell’atomo di idrogeno a riposo sono:

Ψn,l ,ml(r , θ, φ) = Rnl(r )Ylml(θ, φ) dove le funzioni radiali Rnl sono

Rnl = − 2 na

(n − l − 1)!

2n [(n + l )!]3ρlL2l +1n+l (ρ) exp(−ρ/2) e gli autovalori corrispondenti sono

En,l ,ml = − µe4 32π220~2

1 n2 dove ρ = 2r /na ed a = 4π0~2/µe2.

(11)

La molecola di idrogeno ionizzato - 1

Considereremo il sistema molecolare H+2. Gli autostati e i livelli energetici della molecola di idrogeno ionizzata saranno in generale funzioni parametriche di R, distanza internucleare. Per R → 0 la molecola diviene l’atomo di elio ionizzato, ed i suoi orbitali e stati energetici sono quelli di un atomo idrogenoide con Z = 2. Per R → ∞ la molecola diviene equivalente alla coppia H+ + H.

Scriviamo l’equazione di Schr¨odinger (parte elettronica) nella forma



−1

2∇ˆ2− 1 rA − 1

rB



Ψ = E Ψ L’energia di un autostato elettronico `e data in funzione dell’autovalore E come

Eel = E + 1 R

(12)
(13)

La molecola di idrogeno ionizzato - 2

Introduciamo lecoordinate ellissoidali µ, ν e l’angolo azimutale φ relativo alla rotazione intorno all’asse internucleare; valgono le relazioni dirette ed inverse:

µ = rA+ rB/R ν = rA− rB/R

x =

q

2− 1)(1 − ν2)/R cos φ

y =

q

2− 1)(1 − ν2)/R sin φ

z = µνR/2

con µ ≥ 1, −1 ≤ ν ≤ 1; µ descrive gli ellissoidi di rivoluzione aventi come fuochi i nuclei, mentre ν descrive gli iperboloidi confocali di rivoluzione. Il laplaciano pu`o essere espresso in queste coordinate nella forma:

ˆ2= 4 R22− ν2)

"

∂µ2− 1)

∂µ+

∂ν(1 − ν2)

∂ν+

∂φ

2− ν2) 2− 1)(1 − ν2)

∂φ

#

(14)
(15)

La molecola di idrogeno ionizzato - 3

Sostituendo nell’equazione di Schr¨odinger, si ottiene un’equazione differenziale separabile, cio`e ponendo

Ψ(µ, ν, φ) = M(µ)N(ν)F (φ) si trovano le tre equazioni separate:

 d

d µ(µ2− 1) d

d µ − µ2+ 2Rµ − λ2 ν2− 1+ κ



M(µ) = 0

 d

d ν(1 − ν2) d

d ν + ν2+ λ2 1 − ν2 − κ



N(ν) = 0 d2

d φ2 + λ2

!

F (φ) = 0

λ e κ sono costanti di separazione, mentre  = −R2E /2. In particolare, λ `e il numero quantico associato con la componente del momento angolare elettronico lungo l’asse internucleare, ed assume i valori 0, ±1, ±2, . . ..

(16)

La molecola di idrogeno ionizzato - 4

I L’autovalore E dipende da λ2, ovvero `e presente una doppia degenerazione dovuta all’equivalenza delle due direzioni di rotazione attorno all’asse.

I I valori permessi di κ e  sono determinabili numericamente.

I In generale i vari stati, doppiamente degeneri, di H+2 sono simboleggiati da una notazione del tipo nl αu,g dove: n ed l sono riferiti ai numeri quantici dell’orbitale atomico

idrogenoide, cui l’orbitale molecolare tende per R → 0

I α `e un una lettera greca σ, π, δ, φ, . . . corrispondente a

|λ| = 0, 1, 2, 3, . . .; u o g corrispondono alla simmetria dell’orbitale molecolare rispetto all’operazione di inversione rispetto al punto centrale tra i nuclei - si pu`o dimostrare che l’orbitale molecolare cambia di segno (u) o resta invariato (g ) rispetto questa operazione di simmetria.

(17)
(18)

Integrali

L’integrale indefinito

F (x ) = Z

f (x )dx

`

e una possibile soluzione dell’equazione differenziale dF dx = f I =

Z b

a

f (x )dx

`

e un numero, definito come F (b) − F (b), interpretabile geometricamente come l’area sottesa dalla curva y = f (x ) nell’intervallo [a, b].

(19)

Integrali multipli

Data una funzione f (x) definita per semplicit`a in Rn ed un dominio D ⊆ Rn, definiamo l’integrale multiplo I come

I = Z

x∈D

f (x)dxn

indichiamo semplicemente con dxn il prodotto dx1, . . . xn. Gli integrali multipli in R2 e R3 sono detti rispettivamente integrali doppi e tripli

I = Z

x∈D

f (x)dx2= Z Z

x∈D

f (x)dx1dx2

I = Z

x∈D

f (x)dx3= Z Z Z

x∈D

f (x)dx1dx2dx3

(20)

Integrali generalizzati

Un integrale generalizzato `e definito come il limite di un integrale definito.

1. Siano a e b reali tali che a < b, e la funzione sia f definita in ]a, b] ; f sia invece illimitata in un intorno (destro) di a, cio`e in pratica tende all’infinito per x → a+; allora si dice che f `e integrabile in senso generalizzato se esiste

I = lim

α→a+

Z b

α

f (x )dx

se I `e finito l’integrale converge, altrimenti se I → ∞ l’integrale diverge.

2. Se f `e per esempio definita in ] − ∞, b]

I = lim

α→−∞

Z b

α

f (x )dx in pratica di solito si scrive semplicementeRb

a f (x )dx , Rb

−∞f (x )dx .

(21)

Esempi

I Consideriamo una sostanza a pressione costante, ad una data temperatura Ti. L’entropia a una temperatura Tf `e

S (Tf) = S (Ti) +

N

X

n=1

"

Z Tn

Tn−1

Cp n(T )

T dT + ∆Hn

Tn

# +

+ Z Tf

TN

Cp N+1(T )

T dT

I Il coefficiente di fugacit`a di una gas reale `e ln γ =

Z pmis

0

 Z − 1 p



dp T cost.

I L’elemento di matrice dell’hamiltoniano della molecola H+2 rispetto a due orbitali atomici 1s centrati sui due nuclei A, B `e

H1sA,1sB = Z

0

dr Z π

0

d θsinθ Z

0

d φ1sA(r , θ, φ) ˆH1sB(r , θ, φ)

(22)

Integrali elementari

f (x ) F (x ) xa xa+1a+1 a 6= 1

1

x ln x

ax ln aax sin x − cos x

cos x sin x

1

sin2x − cot x

1

cos2x − tan x

1

1+x2 arctan x

1

1−x2 arcsin x

(23)

Integrazione per parti

Se f e g sono due funzioni generiche e G `e l’integrale di g : Z

f (x )g (x )dx = f (x )G (x ) − Z

f0(x )G (x )dx dato che (fG )0 = fg + f0G .

L’integrazione per parti `e utile con integrali del tipo Z

xneaxdx Z

xnsin bx Z

xncos bx

(24)

Cambio di variabili - 1

Per un generico integrando f (x ), supponiamo di cambiare la variabile indipendente esprimendola in funzione di un’altra variabile, x = x (q), da cui dx = dxdqdq. L’integrale indefinito generico diventa

I = Z

f (x )fx = Z

f [x (q)]dx dqdq =

Z

g (q)dq dove g (q) = f [x (q)]x0(q). Nel caso di integrali multipli, la trasformazione di variabili richiede l’introduzione dello jacobiano.

poniamo x1 = x1(q1, . . . , qn), . . . , xn= xn(q1, . . . , qn) ovvero x = x(q). L’integrale diventa

I = Z

q∈D0

f [x(q)]|J|d q

(25)

Cambio di variabili - 2

D0 `e il dominio corrispondente a D, ma nello spazio q, mentre J `e il determinante della matrice delle derivate prime di x = x(q), detto appunto jacobiano

J = ∂x

∂q =

∂x1

∂q1

∂x2

∂q1 . . . ∂xn

∂q1

∂x1

∂q2

∂x2

∂q2 . . . ∂xn

∂q2 . . . .

∂x1

∂qn

∂x2

∂qn . . . ∂xn

∂qn

(26)

Funzioni razionali - 1

Dati due generici polinomi A(x ) e B(x ), consideriamo l’integrale I =

Z b a

A(x ) B(x )dx

I se il grado di A `e maggiore di quello di B possiamo scrivere la funzione integranda come la somma di un polinomio e di una funzione razionale di due polinomi, in cui il polinomio al numeratore ha un grado minore di quello al denominatore.

I Quindi l’integrazione della funzione A/B si pu`o ricondurre ad un integrale triviale (integrando polinomiale) sommato all’integrale di una funzione razionalecon grado del numeratore inferiore al grado del denominatore.

Assumeremo quindi che il grado di A sia minore di quello di B.

(27)

Si dimostra che

B(x ) = b0(x −α1)p1. . . (x −αm)pm(x21x +γ1)q1. . . (x2nx +γn)qn dove p1+ . . . + pm+ 2q1+ . . . + 2qn `e uguale al grado di B.

Quindi A/B si pu`o scrivere A(x )

B(x ) = A(1)1 x − α1

+ A(1)2

(x − α1)2 + . . . + A(1)p1

(x − α1)p1 + . . . + A(m)1

x − αm + A(m)2

(x − αm)2 + . . . + A(m)pm

(x − αm)pm + + B1(1)x + C1(1)

x2+ β1x + γ1 + B2(1)x + C2(1)

(x2+ β1x + γ1)2 + . . . + Bq(1)1 x + Cq(1)1

(x2+ β1x + γ1)q1 + . . . + B1(n)x + C1(n)

x2+ βnx + γn + B2(n)x + C2(n)

(x2+ βnx + γn)2 + . . . + Bq(n)n x + Cq(n)n

(x2+ βnx + γn)qn + . . .

(28)

Integrazione numerica - 1

I Dividiamo l’intervallo [a, b] in sottointervalli

[x1= a, x2], [x2, x3], . . . , [xn−1, xn= b] ciascuno della stessa lunghezza h,

I Approssiamo l’arco della funzione f (x ) in ciascun intervallo con una retta che va dal punto (xi, f (xi) = fi) al punto (xi +1, f (xi +1) = fi +1)

I l’integrale pu`o essere approssimato alla somma delle aree dei trapezi adiacenti cos`ı formati.

I = h f1

2 + f2+ . . . + fn−1+fn 2



(29)
(30)

Integrazione numerica - 2

I Possiamo utilizzare schemi pi`u complessi, per esempio considerare terne successive, invece di coppie successive di punti, trovare la parabola che passa per essi ed integrare in ciascun intervallo [xi −1, xi +1].

In questo caso si trova I = h f1

3 +4f2

3 +2f3

3 + . . . +2fn−2

3 + 4fn−1

3 +fn

3



I L’algoritmo pi`u comune (detto diRomberg) costruisce approssimazioni successive all’integrale aumentando via via l’ordine del polinomio interpolante, fino a convergenza.

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