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In alcune pubblicazioni, che talora risalgono al secolo scorso, viene riferito l’uso di alcuni preparati di Summac nell’attività antitumorale, riferibili a Rhus copallina

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CAPITOLO 2 LETTERATURA SCIENTIFICA SU Rhus

coriaria L.

2.1 Usi tradizionali

In alcune pubblicazioni, che talora risalgono al secolo scorso, viene riferito l’uso di alcuni preparati di Summac nell’attività antitumorale, riferibili a Rhus copallina L., Rhus syriacus L. e Rhus coriaria L.

Per quanto riguarda R. coriaria, da alcuni autori viene citato l’uso nelle ulcere cancerogene, nelle ulcerazioni cancerose del seno e l’uso del succo della pianta nelle decozioni contro i tumori della bocca (Hartwell, 1982).

Negli anni 1998-1999 è stato condotto uno studio sulle medicine tradizionali nel Regno di Giordania, esaminando sostanze medicinali vendute su mercati selezionati da comunità etniche sparse per tutto il regno. Tra tutto il materiale preso in considerazione sono stati trovati anche i frutti di Rhus coriaria di origine locale, usati per stimolare la sudorazione, contro la diarrea e per ridurre il colesterolo (Lev and Amar, 2002).

Rhus coriaria ha una notevole importanza economica nell’industria del cuoio, in quella

farmaceutica e nella tecnologia alimentare. In Turchia le foglie ed i ramoscelli sono usati per ottenere una tintura nera, mentre dalla corteccia si ottiene una tintura gialla per la lana ed il cotone. Inoltre per le loro proprietà astringenti i frutti di Summac sono utilizzati nella medicina popolare per contrastare la diarrea, il diabete, e per infiammazioni del cavo orale e per disturbi intestinali. I frutti di Summac sono usati spesso tutti interi o con il pericarpo essiccato, separato dal seme: il frutto maturo è mescolato con il sale alla carne arrostita e l’estratto bollito è usato per insaporire insalate. I frutti contengono tannini, oli volatili, diversi acidi organici, antocianine; il sapore complessivo è dovuto a sostanze aldeidiche, che ricordano il brodo di carne, l’aspetto erbaceo-piccante simile a quello del cumino (Bahar and Altug, 2009).

Nel 2010 è stato effettuato uno studio per identificare piante selvatiche che venivano raccolte per scopi medici da persone locali nella contea di Sivrice, localizzata nell’Anatolia orientale (Turchia) e per stabilire gli usi ed i nomi locali di queste piante (Cakilcioglu and Turkoglu, 2010). Tale studio è durato per un periodo approssimativamente di due anni, durante il quale sono state raccolte 146 piante vascolari, tra cui i frutti maturi di Rhus

coriaria, dei quali viene usato il decotto (uso esterno) con attività antisettica. Nella

letteratura sono ricordati anche gli usi per la digestione, per le emorroidi ed i reumatismi. Inoltre i frutti di Summac macinati sono stati usati per dare un sapore amaro alle insalate e ai piatti. Un’ulteriore informazione è stata data da un’analisi della Turkish Language Association, secondo la quale le piante usate in Sevrice sono conosciute con gli stessi o diversi nomi usati in diverse parti dell’Anatolia; nel caso di Rhus coriaria, essa è conosciuta anche come Rubus sanctus, Rumex acetosella, Portulaca oleracea in Bodrum. Nello stesso anno è stato effettuato un resoconto sulla conoscenza etnobotanica e

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preservazione naturale e quindi per la sopravvivenza di usi che sono andati perduti in altre parti del mondo. Tra le piante coloranti (rimpiazzate dalla produzione dell’industria tessile) c’era anche Rhus coriaria. Uno studio così fatto all’interno di una riserva naturale può essere interessante dal punto di vista etnobotanico, specialmente per la diversità delle specie di piante rimaste e per la sopravvivenza di culture di comunità rurali sopravvissute. Tale parco è il più antico d’Europa, risalente al 1923. La maggior parte dell’area centrale appenninica è stata sottoposta ad un drammatico spopolamento; tale fenomeno è stato poco importante nel parco, dove le comunità rurali sono sopravvissute. Ciò ha consentito la preservazione etnobotanica.

2.2 Attività biologica e farmacologica

2.2.1 Attività antiossidante

In genere l’attività antiossidante di estratti di spezie è in relazione alla presenza di composti fenolici. La capacità antiossidante dell’estratto metanolico dei frutti essiccati di

Rhus coriaria (raccolti in Turchia nel Settembre del 2000) è stata utilizzata per contrastare

l’autossidazione e la lipolisi di campioni di olio d’arachide, a confronto con un composto antiossidante commerciale sintetico di riferimento, quale il BHA ovvero il butilidrossianisolo (Ozcan, 2003b). Le concentrazioni (peso/volume) degli estratti aggiunti all’olio erano 0.1%, 0.3% e 5.0%, come pure quelle del butilidrossianisolo (BHA). Tutti i campioni sono stati mantenuti a 65° nel buio per 35 giorni. L’effetto antiossidante è stato determinato attraverso la misura del valore dei perossidi. Si è visto che dopo 7 giorni di conservazione, BHA e gli estratti di Summac sono risultati contrastare l’autossidazione dell’olio d’arachide, utilizzato come controllo.

Gli estratti di Summac generalmente inibivano la formazione di idroperossidi, come il BHA. Tuttavia dopo 28 giorni di conservazione gli effetti antiossidanti degli estratti sono significativamente diminuiti, se confrontati con il BHA. La diminuzione nell’attività antiossidante degli estratti potrebbe essere dovuta alla diminuzione dei costituenti polifenolici, che con il passare del tempo potrebbero alterarsi. I risultati hanno mostrato che alte concentrazioni possono aumentare la potenza dell’attività antiossidante. Tale studio è stato effettuato con lo scopo di sostituire l’utilizzo di additivi sintetici nei cibi, dato che molti di questi hanno dimostrato possedere tossicità.

Nel 2003 è stata analizzata l’attività antiossidante di estratti metanolici di foglie essiccate di rosmarino, salvia e Summac e delle loro combinazioni, tutte piante raccolte in diverse regioni della Turchia (Ozcan, 2003a). Tali estratti sono stati inseriti nell’olio di semi d’arachidi. L’effetto antiossidante è stato determinato misurando il valore dei perossidi. Tutti gli estratti hanno mostrato effetti antiossidanti, se paragonati con il controllo (idrossitoluene butilato, BHT); ciò nonostante l’effetto antiossidante di tutti gli estratti è risultato più basso in confronto con l’antiossidante di sintesi. Tra gli estratti i più attivi sono risultati la combinazione di salvia e Summac; infatti le combinazioni hanno mostrato

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potente azione è dovuta alla presenza di un’alta quantità di acidi organici e/o tannini. L’osteoartrite è una malattia cronica che riguarda la cartilagine articolare, composta dai condrociti e dalla matrice extracellulare (ECM). L’equilibrio tra anabolismo e catabolismo delle macromolecole della ECM, ovvero della loro sintesi e distruzione rispettivamente, è controllato dai condrociti ed in questa patologia risulta alterato, portando la cartilagine articolare ad una perdita di funzionalità. L’effetto dannoso è dovuto all’azione del monossido di azoto, dei ROS, delle citochine infiammatorie (principalmente IL-1β e

TNF-α) e delle metalloproteasi (MMPs). L’NO, sintetizzato a partire dall’arginina, causa vasodilatazione, vasopermeabilizzazione e stimola la produzione di IL-1β e TNF-α, provocando una potente infiammazione. Inoltre inibisce la sintesi di collagene e proteoglicani (componenti della ECM) da parte dei condrociti ed induce la sintesi di proenzimi, convertiti poi da altri enzimi in metalloproteasi (MPO), e l’apoptosi di queste cellule. Probabilmente l’effetto tossico dell’NO è dovuto alla sua reazione con un radicale libero, formando perossinitrito (OONO-), il quale intacca lipidi e DNA e contribuisce alla perdita di cartilagine e alla morte dei condrociti. L’IL-1β è una potente interleuchina proinfiammatoria, induce una risposta catabolica provocando la perdita dei glicosamminoglicani solfati (GAGs, importanti componenti della ECM) attivando l’espressione delle metalloproteasi, la sintesi del collagene di tipo II e dei proteoglicani. Inibisce la proliferazione dei condrociti e favorisce infine la produzione di prostaglandina E2 (PGE2) e di altro NO. Panico et al. hanno utilizzato gli estratti etanolici di foglie di

Summac (raccolte vicino a Catania) previa macerazione (Panico et al., 2009). I condrociti sono stati ottenuti dal collo del femore di pazienti con fratture accidentali. Sono stati quindi isolati e coltivati in vitro. Lo scopo del lavoro era riprodurre con IL-1β in questi condrociti ciò che avviene in vivo, ovvero un’infiammazione che perdura, con produzione di altre sostanze proinfiammatorie (NO, PGE2, ROS e GAGs), per vedere gli

effetti antiinfiammatori della somministrazione diretta degli estratti di Summac.

La IL-1β induce la produzione di NO. Se invece viene combinata con gli estratti o con la Quercetina, si ha una inibizione dose-dipendente della produzione di NO.

La concentrazione dei GAGs si riduce con IL-1β, ma gli estratti di Summac erano in grado di prevenire l’ inibizione della loro sintesi in maniera dose-dipendente.

Per quanto riguarda le PGE2, la cui produzione è incrementata dalla IL-1β, quando questa

interleuchina viene coniugata con l’estratto di Summac si osserva una riduzione della produzione di questa prostaglandina. Il trattamento con IL-1β induce una massiva produzione di ROS, ma il trattamento associato di IL-1β e degli estratti di Rhus coriaria ha provocato una diminuzione netta dei livelli di ROS in maniera dose-dipendente, rispetto al gruppo controllo. Gli estratti di Summac possono quindi essere utili per interagire in tutte le tre tappe della osteoartrosi (stress ossidativo, infiammazione e condro-degenerazione). Ciò è dovuto alla presenza in questi estratti di flavonoidi (come la Quercetina), di acidi fenolici (come l’acido gallico) ecc.. tutte sostanze antiossidanti. Contengono anche acidi polifenolici che hanno un ruolo citoprotettivo che previene la morte per apoptosi causata dai ROS.

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Nel 2010 Pourahmad et al. hanno studiato la capacità antiossidante dell’estratto acquoso dei frutti di Summac, utilizzandolo in due differenti concentrazioni, 75 e 100 µ g/ml, a paragone con acido gallico puro (Pourahmad et al., 2010) contro uno stress ossidativo indotto per mezzo dell’idroperossido di cumene (CHP) su delle cellule epatiche di ratto, isolate in vitro. Il CHP, applicato direttamente in vitro, ha causato la produzione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS), la conseguente perossidazione lipidica, la successiva deplezione del GSH (il glutatione in forma ridotta, uno dei principali meccanismi di difesa delle cellule agli stress ossidativi) e la diminuzione del potenziale della membrana mitocondriale. L’estratto acquoso di Rhus coriaria è risultato non essere citotossico nei confronti degli epatociti, ma di essere più efficace dell’acido gallico nel prevenire la perossidazione lipidica, anche se non c’è stata una significativa differenza tra i due nell’inibizione della formazione di ROS. L’acido gallico è stato riscontrato come più efficace nel prevenire la lisi degli epatociti e nel combattere la formazione di perossido di idrogeno (H2O2). Entrambi hanno diminuito la perdita della differenza di potenziale nella

membrana mitocondriale.

Più recentemente sono state effettuate valutazioni del potere riducente e dell’attività anti-ossidante degli estratti acquosi ed etanolici dei frutti di Summac, raccolti in Turchia e i Iran (Bursal and Koeksal, 2011) e (Aliakbarlu et al., 2013); l’attività antiossidante e radical scavenging activity degli estratti acquosi ed etanolici del Summac è stata studiata in modo comparato, ottenendo come risultato che l’attività antiossidante dell’estratto acquoso era significativamente più alta rispetto a quella dell’estratto etanolico. Infatti anche il contenuto fenolico e dei flavonoidi totali dell’estratto acquoso era più alto rispetto a quella dell’estratto etanolico. Il tutto è stato valutato con diversi metodi basati sull’uso di radicali liberi sintetici: metodo del DPPH e DMPD.

2.2.2 Attività ipocolesterolemizzante

Nel 2012 sono stati studiati gli effetti della dieta a base di Rhus coriaria somministrati a conigli maschi adulti, monitorando i parametri biochimici, ematologici ed il livello dello stato antiossidante in campioni di sangue, prelevati dalla vena auricolaris. Lo stato totale antiossidante, il contenuto di albumina e di bilirubina del sangue di coniglio sono stati saggiati usando uno spettrofotometro. I conigli adulti sono stati divisi in cinque gruppi, uno di controllo e quattro sperimentali (in ordine crescente di alimentazione a base di Summac) (Capcarova et al., 2012). Gli animali hanno ricevuto Summac per os per 90 giorni. I risultati sono stati una diminuzione dei livelli di colesterolo, soprattutto nei conigli trattati con la dose maggiore di Summac; inoltre sono stati riscontrati valori più alti dello stato antiossidante totale (TAS) e di albumina, probabilmente dovuti alla presenza di tannini ed acidi gallici.

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Sempre nello stesso anno Golzadeh et al. hanno testato gli effetti dei frutti di Summac in polvere (sumac fruit powder, SFP) su dei polli (Golzadeh et al., 2012). I polli sono stati divisi in quattro diversi gruppi in relazione alla dose somministrata assieme al pasto normale:

1.Dieta basale

2.Dieta con supplemento di 2.5g/kg di SFP 3.Dieta con supplemento di 5g/kg di SFP 4.Dieta con supplemento di 10g/kg di SFP

È stato misurato l’aumento di peso degli animali e alcuni parametri ematici: colesterolo totale (TC), trigliceridi (TG), LDL, HDL, VLDL ed il glucosio a digiuno (FBS). La concentrazione plasmatica di TG era più bassa nei gruppi 3 e 4 rispetto ai primi due. Sebbene il glucosio plasmatico a digiuno nel 4° gruppo fosse minore rispetto ai primi due gruppi, non c’erano significative differenze rispetto al 3° gruppo. C’era infine una significativa correlazione inversa tra la dose di SFP somministrata ed il colesterolo totale (TC) plasmatico, le VLDL ed il FBS, ma una correlazione significativamente positiva tra SFP ed il grasso addominale. La correlazione inversa tra SFP e TC e VLDL plasmatiche è dovuta al fatto che i polifenoli riducono l’assorbimento del colesterolo intestinale e incrementano l’escrezione degli acidi/sali biliari. Nel complesso ciò causa un minor assorbimento del colesterolo ed una sua maggior espulsione. Inoltre la pianta, grazie al

limonene in essa contenuto, che viene idrossilato diventando alcool perillico che inibisce

l’attività riducente della 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A (HMG-CoA), provoca un blocco della sintesi di farnesil pirofosfato, precursore del colesterolo. Il calo del FBS può essere spiegato con l’inibizione dell’attività dell’α-amilasi. Perché invece aumenta il grasso addominale? Ciò è spiegabile in base al fatto che l’aumentato introito di tannini causa una minore digestione proteica, quindi una diminuita biodisponibilità amminoacidica e come conseguenza una diminuzione della sintesi delle proteine. In risposta a ciò l’organismo cerca di conservare energia sotto forma di grasso addominale e aumenta parallelamente il peso corporeo.

Successivamente è stato valutato l’impatto del Summac sullo stress ossidativo dovuto ad un eccesso di acidi grassi nella dieta (Madihi et al., 2013). Una dieta eccessivamente ricca di acidi grassi (e in particolare di colesterolo) causa un improvviso aumento di lipidi nel sangue e uno stress ossidativo nella fase post-prandiale. Ciò può alterare le cellule endoteliali, portando all’aterosclerosi e quindi a fenomeni trombotici o lesivi dei vasi. Le alterazioni ematiche post prandiali sono state sperimentate su dei conigli divisi in 3 gruppi:

1.Dieta normale

2.Dieta ad alto contenuto di colesterolo (1%)

3.Dieta ad alto contenuto di colesterolo (1%) ed estratti etanolici dei frutti del Summac(2%)

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Laddove è stato somministrato il Summac, sono diminuiti molti degli effetti negativi indotti dalla dieta sbilanciata. Infatti la dieta ricca di colesterolo portava ad un aumento dei livelli ematici di glucosio, trigliceridi, LDL, colesterolo totale (TC) , transaminasi (AST e ALT). Sono anche degli ottimi marcatori di stress ossidativo gli enzimi coinvolti nel meccanismo della coagulazione: fibrinogeno e fattore VII tra i pro-coagulanti e l’inibitore tissutale del plasminogeno (t-PA) e il PAI-1 tra gli anticoagulanti. Il Summac, secondo l’esperimento, era in grado di contrastare in parte le alterazioni provocate dall’eccesso di colesterolo: diminuiva il glucosio, il colesterolo stesso e le LDL-C nel sangue, le transaminasi, il fibrinogeno, i nitriti e i nitrati. Il consumo di Summac non agisce però significativamente sull’abbassamento dei trigliceridi circolanti (TG), sulla ApoB100 (che trasporta il colesterolo nelle LDL) e sul fattore VII. I meriti delle azioni benefiche della pianta sono dovute all’ alta concentrazione di antocianine, di flavonoidi e di composti fenolici, rispettivamente 23,7 mg, 45 mg e 89 mg per 100g di composto. Le antocianine hanno un effetto antiossidante che si oppone agli effetti dei radicali liberi associati al consumo di cibi molto grassi. I flavonoidi riducono i livelli di colesterolo ematico incrementando l’attività dei recettori per le LDL ed il catabolismo epatico di queste particelle. Inoltre i flavonoidi possono prevenire il diabete, inibendo l’enzima aldoso-reduttasi, il quale è in grado di convertire il glucosio in sorbitolo, inibendo la glucosio-6-fosfatasi (G6P, enzima epatico), che provoca il rilascio di glucosio libero nella cellula e quindi nel sangue. I polifenoli riducono l’assorbimento dei grassi durante la digestione e l’attività della lipasi gastrica. Le catechine inoltre contrastano significativamente l’emulsione dei lipidi ed anche la lipasi gastrica e pancreatica nel duodeno. L’ossidazione del fibrinogeno è un fenomeno che stimola l’ aggregazione delle piastrine ed incrementa la IL-6. Gli effetti antiossidanti (quindi riducenti) dei composti della pianta portano a ridurre il fibrinogeno ossidato, ad aumentare la fibrinolisi, il tempo di protrombina e ad inibire l’aggregazione piastrinica. Le migliori sostanze che inibiscono l’aggregazione piastrinica sono stati i flavonoidi come la quercetina, il kaempferol e la miricetina. Il Summac è quindi in grado di prevenire l’aumento transitorio di grassi ematici dopo un pasto.

2.2.3 Attività antimicrobica

Nel 1998 è stata valutata l’attività antibatterica dell’estratto metanolico delle foglie di Rhus

coriaria (Iauk et al., 1998) su batteri Gram positivi e Gram negativi e l’attività

antimicotica su diverse specie di Candida. E’ stata calcolata la MIC ovvero la “minima concentrazione inibente”, definita come la più bassa concentrazione di droga che inibisce la crescita microbica visibile dopo 18-24 ore. Questa è stata determinata utilizzando un totale di 12 concentrazioni, che andavano da 25g/L a 12.25mg/L. Inoltre è stata determinata anche la MBC ovvero la “minima concentrazione battericida”, definita come la concentrazione alla quale si verifica una riduzione del 99.9% della popolazione batterica iniziale. I risultati di tale attività antimicrobica sono riportate nella seguente tabella:

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L’azione inibitoria dell’estratto di questa pianta è risultata essere elevata sia contro i Gram-negativi sia contro i Gram-positivi.

Nel 1999 è stata testata in vitro l’attività antibatterica su 14 specie di batteri patogeni dell’estratto etanolico (etanolo al 95%) di 15 specie di piante usate nella medicina tradizionale in Giordania e nei paesi Medio Orientali, usando il metodo della diffusione in agar (Nimri et al., 1999). Le specie batteriche comprendevano sia specie Gram positive che Gram negative. Delle 15 piante testate solo tre hanno mostrato un’azione antibatterica ad ampio spettro alle concentrazioni di 25 mg per pozzetto: Punica granatum L., Quercus

infectoria Olive e Rhus coriaria L.. Il range della MIC per Rhus coriaria è stato 1.95-31.25

mg/mL; il range di MBC è stato invece 3.9-62.5 mg/mL. La più bassa MIC e MBC è stata osservata con lo Streptococcus pyogenes, mentre la più alta è stata evidenziata

nell’Yersinia enterocolitica.

Metin Digrak et al. (2001) hanno studiato l’attività antibatterica ed antifungina di diverse specie, raccolte in Turchia, appartenenti alla famiglia delle Anacardiaceae (Rhus coriaria), Lauraceae, Liliaceae, Lamiaceae, Solanaceae, utilizzando come solvente il cloroformio. L’effetto antimicrobico è stato testato mediante il metodo della diffusione su dischi, utilizzando diversi ceppi batterici e fungini. L’estratto dei frutti di Rhus coriaria ha mostrato un notevole effetto antimicrobico con anelli di inibizione superiori a quelli di tutte le altre specie messe a confronto, mentre non ha avuto effetti sui miceti, come si evidenzia dalla tabella riportata di seguito.

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Osman e Musa (2003) hanno testato in vitro l’attività antibatterica delle acque aromatiche di 16 specie, tra cui Rhus coriaria (frutti, Turchia) su 15 batteri (varie specie di Bacillus, di

Salmonella, Staphilococcus). L’acqua aromatica è stata ottenuta dopo aver sottoposto ad

idrodistillazione 50 g di materiale per ogni specie per un’ora ed aver separato l’olio essenziale dall’acqua. Le acque aromatiche di Rhus coriaria non hanno mostrato alcuna attività sui tutti i ceppi batterici.

Nello stesso anno Bonjar et al. hanno valutato l’attività antibatterica di estratti in metanolo di 180 specie di piante, tra cui Rhus coriaria (semi), tutte raccolte in Iran. È stata studiata l’eventuale formazione dell’anello di inibizione sui seguenti microorganismi: Bacillus

subtilis, B. cereus, B. pumilis, Pseudomonas aeruginosa e P. fluorescens (Shahidi Bonjar

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Dalla tabella precedente si evince che l’estratto di Rhus coriaria mostra anelli di inibizione su tutti i microrganismi ad eccezione di P. aeruginosa (d) e P. fluorescens (e).

L’anno successivo Nasar-Abbas S.M e Kadir Halkman A. hanno saggiato l’attività antimicrobica dell’estratto acquoso dei frutti, privati dei semi, di Rhus coriaria alle concentrazioni di 0.1%, 0.5%, 1.0%, 2.5% e 5.0% sulla crescita di 12 ceppi batterici: 6 Gram positivi e 6 Gram negativi (Nasar-Abbas and Halkman, 2004). L’effetto inibitorio sulla crescita dei vari ceppi batterici è aumentata a partire dalla concentrazione di 0.5% a 5.0%, mentre la concentrazione dello 0.1% è risultata inefficace. Dei Gram positivi la specie dei Bacillus ha mostrato essere la più sensibile, seguita dallo Staphylococcus

aureus, mentre la Listeria monocytogenes è risultata essere la meno sensibile. Dei Gram

negativi, andando dal più resistente al meno resistente, abbiamo: la Salmonella enteritidis, seguita dall’Escherichia coli, Proteus vulgaris, Hafnia alvei ed infine il Citrobacter

freundii.

Sempre nello stesso anno gli stessi autori sopra citati hanno indagato sugli effetti inibitori dell’estratto alcolico dei frutti di Summac, raccolti in Turchia, alle concentrazioni dello 0.1%, 0.5%, 1.0%, 2.5% e 5.0% sulla crescita di 12 ceppi batterici (6 Gram positivi e 6 Gram negativi), incluso patogeni di prodotti alimentari (Nasar-Abbas et al., 2004). Nel terreno di crescita utilizzato per la determinazione della MIC sono state impiegate diverse concentrazioni dell’estratto della spezia da 100 a 5000mg/L. L’estratto è risultato attivo su tutti i microorganismi testati, anche se la maggiore attività è stata valutata sui Gram positivi (Bacillus e Staphylococcus), essendo più sensibili rispetto a quelli negativi. L’attività inibente si è manifestata a partire dalla concentrazione di 500mg/L sulla specie più sensibile (Bacillus). La Salmonella enteritidis e l’Escherichia coli sono invece risultati i più resistenti, in quanto sono sopravvissuti fino alle concentrazioni di 3000mg/L.

Successivamente Adwan et al. hanno testato l’attività antibatterica di estratti di Rhus

coriaria e di Thymus vulgaris, raccolti in Palestina. Tale studio è stato effettuato

esclusivamente sullo Pseudomonas aeruginosa usando il metodo della diffusione su agar (Adwan et al., 2006). Di entrambe le piante sono stati fatti tre estratti: con acqua calda, in metanolo all’80%, e ed in etanolo all’80%; gli estratti ottenuti sono stati saggiati singolarmente o in miscela tra loro. Tutte le possibili combinazioni degli estratti sono state testate per saggiare l’ attività microbicida contro lo P. aeruginosa, riscontrando un’azione sinergica in ogni caso.

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L’estratto idroalcolico (80%v/v) del Summac (epicarpo del frutto) raccolto in Iran è stato utilizzato per valutare l’attività antibatterica dei batteri che vivono negli alimenti (Fazeli et al., 2007). L’attività antibatterica dell’estratto è stata investigata alle concentrazioni di 0.05%, 0.1%, 0.2%, 0.4%, 0.8% ed 1.6%, calcolando poi la MIC e la MBC. Sui batteri Gram positivi (Bacillus cereus e Staphylococcus aureus) le concentrazioni di 0.05% e 0.1% hanno avuto effetto; mentre i batteri Gram negativi (Escherichia coli,

Salmonella typhi, Proteus vulgaris, Sighella flexneri) sono stati inibiti da più alte

concentrazioni (0.1%-1.6%). La Salmonella typhi è risultata la più resistente, mostrando una MIC compresa fra 0.2% e 0.8%.

Adwan et al. (2009) hanno valutato l’interazione fra gli estratti etanolici delle foglie di

Rhus coriaria, Psidium guajava, Lawsonia inermis e dei semi di Sacropoterium spinosum

con farmaci antimicrobici come oxytetracyclina cloridrato, enrofloxacina, gentamicina solfato e sulfadimetossina su 4 ceppi di Staphylococcus aureus, meticillin-resistenti (Adwan et al., 2009). 30g del materiale essiccato di ciascuna pianta è stato estratto con etanolo all’80% e, dopo esser stato concentrato sottovuoto, 100mg del residuo è stato disciolto in 1mL di acqua sterile distillata. I risultati hanno dimostrato che gli estratti delle piante trattate aumentano la zona di inibizione di oxytetraciclina HCl, gentamicina solfato e sulfadimetossina, mentre le concentrazioni tra gli estratti delle piante e l’enrofloxacina diminuisce la zona di inibizione. Erturk O. ha testato l’attività antibatterica ed antifungina dell’estratto etanolico di 41 piante medicinali appartenenti a 26 famiglie, fra le quali Rhus coriaria. Tale test è stato effettuato su 4 batteri (Bacillus subtilis, Escherichia

coli, Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa) e su due funghi (Candida albicans

ed Aspergillus niger) (Erturk, 2010). Nel caso del Rhus coriaria è stato preparato un estratto etanolico delle foglie fresche al 95%, mostrando un’elevata attività antibatterica ed antifungina su tutti i microorganismi trattati. Gunduz et al. (2010) hanno valutato l’attività dell’estratto acquoso di Rhus coriaria per inattivare l’azione della Salmonella

Typhimurium, a cui il pomodoro è stato sottoposto a trattamento (Gunduz et al., 2010).

Sono stati utilizzati i frutti, privati del seme, e l’estratto acquoso è stato utilizzato alle concentrazioni dell’1%-3%-4%. I pomodori dopo l’inoculo sono stati sottoposti a lavaggio con acqua sterile distillata per controllo e poi all’estratto di Summac per 5-10-15 minuti. Il trattamento con Summac ha provocato una significativa riduzione della popolazione di

Salmonella, soprattutto alle concentrazioni del 4%, riscontrata attraverso l’analisi statistica,

rispetto al controllo, suggerendo che l’uso dell’estratto può migliorare la sicurezza e la qualità del prodotto. Ghaleb et al. (2010) hanno studiato l’attività antibatterica dell’estratto etanolico dei semi di Rhus coriaria, provenienti dalla Palestina (Adwan et al., 2010). E’ stata valutata l’attività antibatterica dell’estratto preso da solo, in combinazione con altre piante e con antibiotici per valutare l’eventuale sinergia. Tale studio è stato effettuato contro 3 ceppi di Pseudomonas aeruginosa resistenti a molte droghe attraverso il metodo della microdiluizione. E’ stata evidenziata un’alta diminuzione della MIC per l’estratto etanolico di Rhus coriaria in associazione con gli antibiotici, quali ossitetraciclina

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2.2.4 Attività ipoglicemica

Il diabete è un termine derivato dal verbo greco διαβαίνειν, che significa passare attraverso ed identifica alcune malattie caratterizzate da poliuria (abbondante produzione di urina) e polidipsia (abbondante ingestione di acqua). Comunemente il termine è utilizzato per indicare una malattia cronica, inquadrabile nel gruppo delle patologie note come diabete mellito, caratterizzata da un'elevata concentrazione di glucosio nel sangue, a sua volta causata da una carenza (assoluta o relativa) di insulina nell’organismo umano, dovuta ad una disfunzione delle cellule β del pancreas. Uno dei più importanti enzimi digestivi è l’α-amilasi pancreatica, un enzima appartenente alla classe delle idrolasi, che catalizza l'endoidrolisi dei legami 1,4-α-D-glucosidici in oligosaccaridi e polisaccaridi contenenti tre residui o più. Un secondo enzima detto α-glucosidasi o maltasi catalizza lo step finale del processo digestivo dei carboidrati, agendo sui legami α-1,4-glicosidici e dando come risultato il glucosio (Etxeberria et al., 2012). L’uso perciò di inibitori di amilasi e di α-glucosidasi potrebbe risultare un buon trattamento contro il diabete, sebbene abbiamo a disposizione pochissimi dati sugli effetti negativi che possono produrre. L’attività di inibizione dell’α-amilasi pancreatica e dell’α-glucosidasi, riconducibile agli estratti di piante medicinali, è dovuta a composti fenolici, quali: flavonoidi, la cui attività dipende dalla quantità ed anche dalla loro struttura chimica (in particolare le catechine sono capaci di ridurre la biodisponibilità dei carboidrati, inibendo il trasportatore intestinale del glucosio così da provocare un calo dell’assorbimento del glucosio ed inibendo anche l’α-amilasi pancreatica, così da ridurre la digestione degli zuccheri); tannini idrolizzabili (gallotannini), in quanto hanno la capacità di complessarsi con i carboidrati e con le proteine.

Nel 2006 l’attività ipoglicemica di diversi estratti di frutti essiccati e macinati di Summac (metanolo, n-esano ed etil acetato) è stata investigata attraverso l’inibizione dell’α-amilasi, enzima responsabile della divisione dell’amido in più zuccheri semplici (maltosio, maltotriosio e glucosio). I risultati hanno rilevato che l’estratto metanolico ha mostrato il 48.3% di inibizione di α -amilasi e l’87% di inibizione per gli estratti di etil acetato. L’analisi TLC ha poi rilevato la presenza di tannini, flavonoidi e terpenoidi negli estratti metanolici: i flavonoidi erano presenti nell’estratto di etil acetato, mentre i terpenoidi nell’estratto in n-esano. I composti principali della famiglia di Rhus sono i gallotannini idrolizzabili ed i flavonoidi, quali la quercetina, mircetina ed il campferolo. E’ possibile che l’inibizione dell’α-amilasi sia relazionata alla presenza di questi composti, che sono precedentemente descritti come inibitori dell’α-amilasi.

Successivamente sono state studiate le proprietà antidiabetiche dell’estratto etanolico dei frutti di Rhus coriaria, raccolti in Iran (Mohammadi et al., 2010). Gli effetti dell’estratto etanolico sono stati misurati valutando i livelli di glucosio, lipidi ed enzimi antiossidanti nel sangue attraverso l’uso di kit commerciali su topi maschi (Rattus norvegicus), divisi in cinque gruppi ciascuno di sei componenti, ai quali è stato indotto il diabete. Inoltre i livelli dei geni codificanti l’ mRNA di insulina e del trasportatore del glucosio (GLUT4) sono

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I risultati ottenuti hanno evidenziato che l’estratto riduce significativamente i livelli di glucosio ematico postprandiale (lo riduce del 24% in 5 ore), ciò probabilmente è dovuto all’inibizione di α-amilasi, come già dimostrato da studi precedenti. Inoltre l’estratto della pianta ha aumentato considerevolmente le HDL del 34%, diminuendo le LDL del 32%. L’estratto etanolico di Summac ha inoltre evidenziato notevoli effetti antiossidanti, aumentando l’attività di SOD (superossido dismutasi) e CAT (catalasi) rispettivamente del 46% e del 77%. Da ciò si è concluso che i costituenti dei frutti di Rhus coriaria possono essere utilizzati per alleviare le complicazioni del diabete.

Da una review del 2011, in cui sono stati presentati 50 frutti di piante che mostrano attività ipoglicemica, è stato riportato anche il Summac siciliano: l’estratto etanolico dei frutti ha mostrato attività ipoglicemica su topi ai quali era stato indotto il diabete (Sharma and Arya, 2011). Nel 2013 sono stati investigati gli effetti dell’estratto metanolico dei semi di Rhus

coriaria sull’iperinsulinemia, intolleranza al glucosio e sulla sensibilità all’insulina nei ratti

affetti da diabete mellito non-insulino dipendente (diabete di tipo2) (Anwer et al., 2013). In tali topi il diabete è stato indotto con iniezioni intraperitoneali di streptozocina (STZ), un antibiotico alchilante antineoplastico del gruppo delle nitrosouree che, avendo affinità per le cellule β delle isole di Langerhans, provoca sintomi riferibili al diabete, quali l’aumento dell’insulinemia e della glicemia, l’insensibilità delle cellule β al glucosio e un’alterata curva da carico al glucosio. Gli estratti dei semi di Rhus coriaria sono stati somministrati tramite via orale previa diluizione in acqua distillata. Gli animali sono stati quindi separati in sei gruppi:

1. Gruppo di controllo, trattati col citrato

2. Gruppo di controllo con iniezione intraperitoneale di STZ in singola dose e con conseguente induzione del diabete mellito di tipo II (NIDDM)

3. Ratti affetti di NIDDM che hanno ricevuto gli estratti dei semi in dose 200 mg/kg 4. Ratti affetti di NIDDM che hanno ricevuto gli estratti dei semi in dose 400 mg/kg 5. Ratti sani, trattati con gli estratti dei semi in dose 400 mg/kg

6. Ratti affetti di NIDDM che hanno ricevuto pioglitazone, farmaco antidiabetico attualmente in uso.

La somministrazione degli estratti ha ridotto significativamente i livelli di glucosio ematico in maniera dose-dipendente.

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2.2.5 Attività insetticida

Nel 2004 Mansour F. et al hanno valutato l’attività acaricida dell’estratto etanolico (70%) di diverse piante, tra cui Rhus coriaria (foglie), sull’acaro Tetranychus cinnabarinus, valutando la repellenza confrontata con una sostanza di controllo dopo 48 ore di incubazione. Rhus coriaria è stata una delle piante che hanno mostrato più del 75% di repellenza: ha causato una riduzione significativa del numero di uova preparate, paragonate con il controllo (Mansour et al., 2004).

Uno studio successivo nel 2007 è stato effettuato sull’effetto insetticida di alcuni estratti di piante, tra cui Rhus coriaria, sulle larve e sugli adulti dell’insetto Leptinotarsa

decemlineata (Ertürk and Uslu, 2007). L’estratto alcolico di Rhus (frutti), raccolti nella

regione del mar Nero in Turchia, non ha mostrato effetti tossici, ma una forte attività repellente del 77.77% sulle larve e sugli adulti, ed una forte diminuzione del peso corporeo delle larve per mg di cibo consumato. L’azione repellente è dovuta a composti quali: triterpeni, sesquiterpeni, alcaloidi, cucurbitacine e fenoli.

2.2.6 Effetto protettivo sul DNA

Sappiamo che le specie reattive all’ossigeno (ROS) giocano un ruolo importante nell’eziologia di diverse malattie umane, tra cui il cancro (es. al colon, al fegato), i disordini relazionati all’età, le malattie neurodegenerative (Alzheimer e Parkinson).

Nel 2009 Chakraborty et al. hanno studiato l’effetto protettivo sul DNA dell’estratto etanolico del Summac su linfociti umani; tale effetto è stato poi monitorato su diversi organi interni di topi, aventi le stesse condizioni (Chakraborty et al., 2009). Dopo la somministrazione di Summac è stato possibile notare che i linfociti non hanno mostrato alcuna modifica della struttura del DNA, ma una diminuzione della lunghezza della coda dei topi, dovuta alla formazione di purine ossidate e pirimidine (52% e 36%) dovuta ad una lesione di enzimi specifici; inoltre il danno causato da H2O2 e BPDE

(anti-benzopyrene-7,8-dihydro-diol-9,10-epoxide-induce DNA-damage) è stato ridotto significativamente da 30% a 69%, rispettivamente. L’effetto successivo potrebbe essere dovuto all’induzione del glutatione-S-transferasi (GST), in quanto dopo la somministrazione del Summac risulta aver aumentato la sua attività. Inoltre gli esperimenti animali hanno mostrato che il Summac causa protezione degli organi interni. L’effetto antiossidante dell’estratto è probabilmente dovuto all’acido gallico, il composto più attivo del Summac.

2.2.7 Proprietà anti-ischemica

Gli estratti delle foglie di Summac hanno mostrato avere effetti protettivi cardiovascolari. Tale proprietà è stata investigata usando cuori di conigli (Beretta et al., 2009).

La presenza di gallotannini nell’estratto di Summac ha provocato l’aumento di free-radical e ROS scavenging, del fattore di inibizione di necrosi tissutale (TNF-α), dell’attivazione della via delle cicloossigenasi, della sintesi di ossido nitrico endoteliale, che sono i

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