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ATTI DE L CAPITOLO S U P E R I O R E

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AT T I D E L C A P I T O L O S U P E R I O R E

Il Rettor Maggiore

Torino, F esta dell 'Immacolata Concezione 1959.

Confratelli e Figliuoli carissimi,

1 . - S g u a r d o r e t r o s p e t t i v o s u l p r i m o C e n t e n a r i o . —

L a festa di M aria SS.m a Im m a co la ta ci riunisce in ispirito anche q u e st’anno, e ci in v ita in prim o luogo a dare uno sguardo re tro sp e ttiv o , p er ringraziare la M adonna dei favori che h a concesso alla n o stra Fam iglia religiosa dal giorno della riu ­ nione dei p rim i diciassette Salesiani, nella c a m e re tta di S. Gio­

v a n n i Bosco, per iniziare la p ro v a del N oviziato, c e n t’anni or sono, fino a d oggi. Ohi può co ntare i benevoli in te rv e n ti m a te rn i in questo secolo di v ita salesiana, in ciascuna delle 2500 case (contiam o p u re quelle delle Figlie di M aria Ausi- liatrice), in ciascuno dei confratelli vivi e defunti, p resenti e dispersi; negli allievi ed ex allievi, cooperatori e cooperatrici, b e n e fa tto ri ed amici, e nei d ev o ti innum erevoli che affluiscono alle n o stre chiese e parrocchie o sono rag g iu n ti dalla n o stra stam p a?

È s ta ta M aria SS.m a l’an im a di tu tto il nostro lavoro e dobbiam o a Lei se potrem o co n tin u are con questo ritm o a d a r gloria a Dio e ad estendere il suo regno sulla Terra.

L a sto ria è v e ra m en te m a e stra della v ita , se sappiam o sco­

p rirn e l ’anim a, il filo c o n d u tto re che è la P ro v v id en za D ivina,

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p u r nella a p p a re n te v a rie tà degli ev e n ti e nei c o n tra sti san gu i­

nosi della v irtù e del vizio, del bene e del m ale.

N ella sto ria benché um ile e silenziosa della F am ig lia S a­

lesiana, e p er noi che siam o illu m in ati dalla F ede nella p re ­ senza e assistenza di Dio, ap p are lum inoso ad ogni passo il suo in te rv en to benevolo; ed è com m ovente riscon trarlo, p er a ttrib u ire a D io l ’onore e la gloria, a noi le insufficienze, i di­

fe tti, gli errori, che hann o rita rd a to e forse dim inu ito il tesoro di grazie che era messo a disposizione.

Chi n on vede in fa tti come i n o stri S an ti, i g ran d i discepoli di S. G iovanni Bosco, i pionieri fo n d ato ri delle Case, delle Isp e tto rie e M issioni furono fav o riti p iù che ta n ti a ltri nel loro lavoro apostolico; m en tre ta lo ra si videro m orire o crescere fatico sam en te opere, che n o n furono fecondate dalla s a n tità degli o p erai evangelici?

Id d io cerca la n o stra cooperazione generosa e spesso m ette alla p ro v a la v irtù dei suoi m in istri, p e r concedere poi m aggiori trionfi. Quale feco n d ità ebbero le ansie, le privazioni, le am arezze dei p rim i tem p i, d al 1841 al 52, dal 1859 al 64; e quale fio ritura di sa n ti e di eroi ne h a t r a tto il Signore, per co nfortare gli ultim i an ni del Santo! Come furono difficili i p rim i anni di questo secolo e il decennio 1910-1920, e quale m eravigliosa espansione fu concessa negli anni dei R e tto r a ti del Servo di Dio D on R i­

naldi e del com pianto D on R icaldone d al 1920 al 1952!

A nalizzando poi singolarm ente ciascuna N azione e Isp et- to ria i n o stri confratelli anziani p o tra n n o facilm ente p resen ­ ta re alle nu ove generazioni le vicende storiche in q u esta luce p rovvidenziale, p e r tra m e le conseguenze p ratich e edificanti, istru ttiv e , e in cita re t u t t i a u n lavoro personale serio, che sarà c e rtam e n te b e n e d etto d a Dio.

E d è a p p u n to a questo lavoro personale che desidero in v i­

tarv i, confratelli carissim i, p er ring raziare p ra tic a m e n te il buon Dio e la n o s tra M adre A usiliatriee dell’incom parabile favore con cui ci h an n o acco m p ag n ati finora, e m erita rc i la loro p e ­ ren n e benevolenza.

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2. - P io X I I « d e f e n s o r p u k i t a t i s » . — «Salviamo la 'mora­

lità, con la modestia angelica, con Vassistema assidua, paterna e paziente, con la pietà sacramentale e m ariana ».

Ecco il n ostro lavoro specifico cui dobbiam o p o rta re uno speciale im pegno q u e st’anno. N e abbiam o sen tito il com m ento nei ricordi degli Esercizi Spirituali; m a m i p a re opportuno rito rn a re sull’argom ento, rich iam an d ov i alcuni pensieri, che siano come u n anello di congiunzione t r a il prim o secolo della n o s tra sto ria e il secondo che stiam o incom inciando.

E in prim o luogo voglio p rese n tare alla v o s tra le ttu ra e m editazione uno studio che fu fa tto e p u b b licato nel num ero ultim o di « Salesianum » (aprile-settem b re 1959) — tu tto in onore di P a p a P io X I I di s. m . — del n o stro D. N azareno Cam illeri, sul problem a della p urezza dei giovani. Lo studio è fa tto sulle parole e gli s c ritti dell’angelico Pontefice, cui g iu sta m e n te egli a p p ro p ria il tito lo di Defensor puritatis, dopo che la sto ria lo insignì del tito lo di Defensor Civitatis nelle ore tristissim e della offensiva nem ica sia R o m a del 1944. L ’A u ­ to re si ispirò alla n o s tra stre n n a in q u e sta sua am orosa ricerca, e illu strò ben 166 citazioni, ordinandole in uno schem a sa­

piente, d a cui risu ltò u n a tra tta z io n e m ag istrale sul tem a della purezza, fonte ineccepibile di norm e sicure nei problem i a ttu a li. L ’elencazione dei 7 capitoli è da sola sufficiente a d arn e u n ’id ea e ad in v ita re specialm ente i Superiori, i Sacerdoti e i confessori a leggere e tra d u r re nelle varie lingue delle no stre Case, alm eno i p u n ti p iù d eboati e salienti: 1. Im p o rta n za del problem a. 2. I g ran d i responsabili. 3. P o ssib ilità e o b ­ bligo di p u rezza oggi. 4. M etodo di educazione alla castità.

5. Cooperazione personale e m ezzi di purezza. 6. U rge « la ­ vo rare in g rande ». 7. Conclusione: Gesù vuole sa n ti t r a i fa n ­ ciulli. P a ro la d ’ordine: interv ento !

Mi è sem brato u tile ed edificante in v iare copia dell’e stra tto a tu tte le n o stre Case, anche se p er la d iv ersità della lingua n o n sarà a t u t t i accessibile la le ttu ra ; m a come ricordo del Pontefice defu nto e docum ento da consultare in caso di b i­

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sogno, spero possa fare del bene. Vi sono dei p u n ti che do ­ vrebbero essere o p p o rtu n a m en te illu stra ti, specialm ente se v i fosse qualche confratello che seguisse correnti di pensiero a p e rtam e n te rip ro v a te d al P a p a e che il nostro b u o n P a d re D on Bosco, nella in terp retazio n e solenne che ne fece il com ­ p ian to D o n R icaldone in Santità è purezza, h a p u re messe al b ando. Leggete a pag. 10 e segg. ciò che è d e tto sulla « n u o v a m orale a n tic ristia n a », e sulle cause del m ale; a pag. 26 .sulla p rem u ra della Chiesa e la resp o n sab ilità dei sacerdoti; a pag. 39 a p ro p osito di « educazione sessuale » e le p agine conclusive che esaltano il dovere n o stro di b a n d ire quasi u n a cro ciata perm an en te, che unisca t u tt e le forze cristiane p e r suscitare eserciti di giovani eroi, em uli di S. M aria G o retti e di 8. D o ­ m enico Savio e p e r c o n trap p o rre la form azione di fam iglie cristiane, cen tri di s a n tità , quale unico mezzo di resistenza e di v itto ria sull’im m o ra lità dilagante.

Q u anto si spende e si fa tic a p e r p ro cu ra re svaghi e assistenza sociale, colonie m o n ta n e e m arine ai n o stri giovani! è giusto curare la loro salu te e la letizia sana; m a guai a noi e d u ca­

to ri e figli di S. G iovanni Bosco se n o n ci adoperiam o energi­

cam ente a curare la loro san a ed in te g ra form azione m orale, rim ediando sapientem en te i d ife tti delle fam iglie e delle c a t­

tiv e com pagnie, delle le ttu re e degli spettacoli. Sistem a p re ­ v en tiv o dove si può e sistem a co rrettiv o am orevole e rag io ­ n ato , qu ando si deve c o n sta tare che le anim e sono già in fe tte o ferite dolorosam ente. Ma i m ezzi di c u ra sono a b b o n d a n ti e sicuri se noi li vogliam o e li sappiam o adoperare.

A c c e tta te questo studio come u n com m ento della m assim a a u to rità alla n o stra stre n n a 1960; è il V icario di Gesù Cristo che ci p a rla del p u n to più delicato dell’educazione giovanile nei tem p i m oderni; e non vi sia alcuno che ardisca pensare o peggio p a rla re ed agire in co n tra sto con i p rin cip i ivi eloquentem ente enunciati;

ogni qual v o lta p a rla il P a p a ufficialm ente, noi non distinguiam o nè il m om ento nè il modo: così ci insegnò S. G iovanni Bosco e noi veneriam o in L ui il M aestro della fede e della m orale.

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3. - I l n o s t r o i m p e g n o n e l l ’a p e r t u r a d e l C e n t e n a r i o .

— Cari confratelli, p e rm e tte te però che vi aggiunga u n p en ­ siero p er in v ita rv i a p ra tic a re la S tre n n a in u n p u n to che to cca la n o stra personale fa tic a q u o tid ian a, il ra p p o rto con la g ioventù affidata alle no stre cure. Spesso nel firm are le d i­

spense dai v o ti e nel sentire le relazioni confidenziali dei nostri I sp e tto ri e D iretto ri, to rno col pensiero a quell’articolo fon­

d am en tale delle n o stre C ostituzioni: « 35: Chi n on h a fo n d a ta speranza di p o te r conservare, col divino aiuto, la v irtù della c a stità , nelle parole, nelle opere e nei pensieri, n o n professi in q u esta Società, perchè sovente si tro v ereb b e in pericolo ».

È certo che nove decim i delle dispense sono m o tiv a te da questo sapientissim o avviso del n ostro caro P a d re. Ma la fondata speranza che t u t t i hanno nel prim o tem po, nell’aspi- ra n ta to , nel N oviziato et ultra, perchè viene delusa o si perde nelle p rim e prove, nel periodo dai 18 ai 24 anni circa? Perchè spesso deploriam o m iserie e cad u te irrim ed iabili anche nella p ien a m a tu rità ? Oh! p u rtro p p o le cause sono b e n n o te a tu tti:

am or prop rio, in fed eltà alle p ra tic h e di p ie tà , curiosità, am or del m ondo, poca cu sto dia dei sensi... in docilità, presunzione...

in u n a parola: poca u m iltà nel riconoscere la n o stra ing enita debolezza, e poco spirito di mortificazione.

Oggi p a rla r di m ortificazione sem bra a talun o co n tro p ro ­ ducente: è vero che la v ita m oderna è ta lm e n te asserragliata p e r t u t t i d a doveri d ’ufficio, d a im pegni continui, d a leggi e regolam enti d ’ogni specie: d a im posizioni che tro viam o sulle strade, negli am b ien ti pubblici, nelle associazioni innum erevoli, nel giuoco stesso... sicché t u t t i cercano di evadere ogni ta n to in cerca di quel briciolo di lib e rtà personale, che ancora r i­

m ane al cosidetto libero cittad in o .

Ma è p u r vero che se queste leggi e prescrizioni lim itano la lib e rtà e stern a e i c o n ta tti sociali, facilitano la n o stra con­

vivenza, rendono possibile il com m ercio, l ’in d u stria , favo ri­

scono i n o stri d iritti e ricordano i doveri degli a ltri a nostro vantaggio...

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P erò se ta n te leggi e prescrizioni le rep u tiam o necessarie p er la v ita esteriore, p erchè n on dovrem o pensare a d a r qualche norm a p er la v ita n o stra interiore, p e r l ’an im a che Dio solo controlla e che è la v e ra sorgente delle no stre azioni e dei n o stri m eriti? L a m ortificazione c ristian a sostiene la v ita dell’anim a, ci ren d e v itto rio si nella lo tta n o stra in tim a t r a le buone e le c a ttiv e tendenze, regola i ra p p o rti coi sensi e facilita il dom inio della v o lo n tà nella lo tta contro il m ale; questo è il cam po in v i­

sibile e tu tto interiore nel quale dobbiam o esercitarci ogni giorno, p e r dare alla n o s tra v ita u n indirizzo ragionevole e corrispondente alla fede che professiam o.

L ’ed u cato re quindi, che deve essere guida e fo rm ato re di anim e, p rim a di dare agli a ltri i p rincip i m orali della v ita onesta e cristiana, deve com inciare d a se stesso, esperim en tare in sè ciò che poi com unicherà ad a ltri, quasi p e r p o te r rip e ­ tere la p a ro la di Gesù: Vi ho d ato l ’esempio, affinchè facciate come ho fa tto io.

4 . - I l s o g n o d e l p e r g o l a t o d i r o s e . — R ichiam iam oci u n g ran d e sogno di D on Bosco, quello del « pergolato di rose », sogno che fece nel 1847 e che, come ci n a rra il Lem oyne, ra c ­ contò so ltan to nel 1864, q u ando o tte n n e la p rim a a p p ro v a ­ zione delle Regole; egli allora dichiarò che ra c c o n ta v a « non u n sogno, m a quello che la stessa B e a ta M adre si com ­ p iacque di farm i vedere » (21 em. Biogr., I l i , 33).

Ecco d u nq u e D o n Bosco « in u n a bella via, sulla quale a v ista d ’occhio p ro lu n g avasi u n pergo lato incantevole a v e­

dersi, che era fiancheggiato e coperto d a m eravigliosi rosai in piena fioritura. I l suolo pure era coperto di rose. L a B e a ta V ergine m i disse: « T ogliti le scarpe! ». E poiché m e l ’ebbi to lte, soggiunse: « V a a v a n ti p e r quel pergolato: è quella la s tra d a che devi percorrere ». F u i co n ten to di av e r deposto i calzari, perchè m i avreb be rincresciuto calpestare quelle rose, ta n to erano vaghe. E com inciai a cam m inare; m a subito sentii che quelle rose celavano spine acutissim e, cosicché i miei piedi

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sanguinavano. Q uindi, f a tti a p p e n a pochi passi, fui co stre tto a ferm arm i e poi a rito rn a re in d ietro . « Qui ci vogliono le scarpe, dissi allora alla m ia g u id a ». « C ertam ente, — m i rispose: — ci v o ­ gliono buone scarpe ».

Mi calzai e mi rim isi sulla v ia con u n certo num ero di com ­ pagni, i quali erano ap p arsi in quel m om ento, chiedendo di c am m inar meco... ».

T u tti ricordiam o come anche con le scarpe ai piedi D on Bosco e i suoi com pagni non p o terono s o ttra rsi d a infinite e dolorose p u n tu re d a p a rte delle acutissim e spine che si nascon ­ devano t r a le fra g ra n ti rose del pergolato.

G iunti al giardino finale, u n fresco venticello li fece t u t t i guarire, e ad u n altro soffio di v e n to D on Bosco si vide a tto r ­ n iato d a u n numero immenso di giovani, e di chierici, di laici coad iuto ri e di p reti. L a M adonna to rn a a interrogarlo: « Sai che cosa significa ciò che t u vedi o ra e ciò che h ai v isto p rim a ! ».

« No — risponde il S anto — v i prego di spiegarm elo. Al­

lo ra E lla gli disse: « S appi che la v ia d a te percorsa t r a le rose e le spine significa la cu ra che t u hai d a p re n d e rti della gio­

ventù: T u devi camminare con le scarpe della mortificazione.

Le spine per terra rappresentano le affezioni sensibili, le sim ­ patie o antipatie umane, che distraggono l'educatore dal vero fine, lo feriscono, lo arrestano nella sua missione, gli im pedi­

scono di procedere e raccogliere corone per la vita eterna. Le a ltre spine significano gli ostacoli, i p a tim e n ti, i dispiaceri che vi toccano. Le rose sono simbolo della c a rità ard e n te che d ev e distinguere te e t u t t i i tu o i co llaboratori ».

O ra chi non vede il legam e strettissim o di q u e sta n orm a d e tta ta d alla M adonna al suo p red iletto figlio, fin dai prim i ann i della su a a rd u a m issione, nel 1847, con l ’articolo 35 delle C ostituzioni sopra cita to ? L a bellezza del pergolato, lo sp e t­

tacolo della com itiva che cam m in a t r a le rose fanno esclam are agli o sservatori lo n tani: « Oh come cam m ina tra n q u illo D on Bosco t r a le rose: tu tto gli v a bene ». E non è forse l ’esclam azione che sentiam o rip etere anche noi freq u en tem en te dai no stri p a ­

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re n ti ed amici? E d è u n a v e rità consolante che il vivere t r a i giovani, il p a rte c ip a re alla loro co stan te gaiezza e spensiera­

tezza, il v ed erli sereni e co n ten ti, influisce anche su di noi e ci ren d e p a rte cip i dei loro sentim enti.

E d è anche verissim o che le no stre spine p a ra g o n a te a quelle di coloro che vivono nel m ondo degli affari e dei sensi, sono assai m eno p u n g e n ti e possiam o so p p ortarle facilm ente con l ’aiu to della g razia e con la speranza del prem io.

5 . - Le n o s t r e m o r t i f i c a z i o n i . — Ma « t u devi cam m inare con le scarpe della m ortificazione » dice la M adonna al Sale­

siano edu catore. « Le spine p e r te rra rap p re sen ta n o le affezioni sensibili, le sim p atie o a n tip a tie u m an e, che lo feriscono, lo a rre sta n o nella sua m issione ».

E d ecco il com m ento, che dobbiam o sem pre te n e r presente, d e tta to d a D on Bosco dopo lunghi an n i di esperienza e di il­

lu strazio n i celesti. È l’in tiero capitolo dell’in trod uzio ne alle Regole, sulla p ra tic a della c a stità , ove ci indica « alcune cose che, m esse in p ra tic a , v i a p p o rte ra n n o g ran d e van tagg io, anzi p a rm i p o te rv i assicurare che vi conserveranno q u e sta e le a ltre v irtù ».

a) E v ita te la fam iliarità con le persone d ’altro sesso, n è m ai c o n tra ete am icizie p a rtico la ri coi giovani alle n o stre cure affidati.

b) T enete a freno i sensi del corpo. U n a speciale tem p e ­ ra n z a vi raccom an do nel m an giare e nel bere.

c) Scogli terrib ili della c a stità sono i luoghi, le persone e le cose del secolo.

d) T rio n fan te d ’ogni vizio e fedele custode della ca­

s tità è l’osservanza e s a tta delle n o stre san te Regole, special­

m en te dei v o ti e delle p ra tic h e di p ie tà ».

Oh q u a n te vocazioni si sarebbero co nservate alla C ongrega­

zione e avrebbero m oltip licato il no stro lavoro p e r il regno di Dio nelle anim e, se avessero p ra tic a te queste sem plici norm e;

e q u a n te preoccupazioni sarebbero s ta te risp a rm ia te ai Superiori

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delle Case, ove ta li m an can ze m inacciarono di avvelenare l ’am b ien te e di isterilire il lavoro di anni!

Cari confratelli, so di p a rla re ad anim e co n sacrate e sen­

sibilissim e a questo richiam o: l ’anno centen ario che celebriam o sia tu tt o p ro fu m ato di rose e di gigli, di lavoro c aritatev o le e di purezza angelica: q u e sta è la g ara n z ia delle divine benedizioni e delle com piacenze m a te rn e della n o s tra A usiliatrice. A noi s p e tta oggi p re p a ra re i nu ov i trionfi del secolo fu tu ro , p e r la m aggior gloria di Dio e p er la salvezza di innum erevoli anim e.

6 . - La n o s t r a a s p e t t a t i v a d e l P.A .S. — Carissim i con­

fratelli, u n a g ran d e a s p e tta tiv a tiene sospeso il cuore di t u t t i i Superiori, degli allievi ed am ici del P.A .S. A tten d ia m o d alla V ergine Im m a c o la ta la grazia della definitiva approvazione dei n o stri p ro g e tti d a p a rte del M unicipio di P o m a . È l ’ultim o passo burocratico! U n itev i t u t t i nella p reg hiera e, a p p en a p otrem o d arvela, n e ricev erete la n o tiz ia e v i im pegnerete t u tt i a fondo p er concorrere a realizzarlo q u a n to prim a.

Con questo « arrivederci p resto », v i rinnovo gli auguri del S an to N a ta le e del nuovo A nno, e v i invio la benedizione dell’A usiliatrice e di D on Bosco S an to a nom e di t u t t i i S u­

periori C apitolari.

Aff.mo in C. J.

Sac. R e n a t o Z i g g i o t t i

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