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Con la radiologia interventistica il trattamento del tumore del polmone non è più inteso come intervento sul singolo organo, ma la cura del paziente con neoplasia polmonare.

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t e r a p i a

36 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVI numero 3 - aprile 2019

L

incidenza del tumore polmona- re è in continuo aumento e ri- mane la causa primaria di mor- te per neoplasia nei paesi industrializ- zati. Ci sono due forme principali di tu- mori primitivi polmonari: il tumore a piccole cellule (SCLC) ed il tumore non a piccole cellule (NSCLC). Il fumo di ta- bacco costituisce il più importante fat- tore di rischio e si ritiene sia responsa- bile dell’85% dei casi osservati. Ulte- riori fattori di rischio sono l’inquina- mento atmosferico e l’esposizione ad agenti tossici di origine industriale.

La diagnosi avviene solitamente sulla base di una radiografia del torace e di un successivo esame TC, anche se una parte dei pazienti presenta già all’esordio sintomi secondari a una dif- fusione metastatica di malattia.

La prognosi del paziente con tumore del polmone dipende dallo stadio della malattia alla diagnosi.

Il sistema ormai validato da tutte le so- cietà scientifiche si basa sulla classifi- cazione TNM che definisce i IV stadi di malattia in base alla combinazione dei tre parametri principali: l’estensione del tumore primario (fattore T), il coin- volgimento linfonodale (fattore N) e le

metastasi a distanza (fattore M).

I trattamenti attualmente disponibili sono la resezione chirurgica, la radio- terapia, l’ablazione e la chemioterapia oppure una combinazione di questi.

þ Indicazioni alla radiologia interventistica

I pazienti con malattia in stadio I e II so- no considerati potenziali candidati alla chirurgia. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti presenta una funzionalità pol- monare limitata oppure, a causa di al- tre comorbidità, non sono in grado di tollerare un intervento chirurgico.

Questi pazienti ad alto rischio sono can- didabili a trattamenti quali la radiotera-

pia oppure l’ablazione a scopo curativo.

Negli stadi avanzati il trattamento chemio-immunoterapico può essere coadiuvato dall’ablazione per miglio- rare la sopravvivenza, come dimo- strato da recenti studi scientifici.

Le tecniche ablative, inoltre, trovano in- dicazione nel trattamento delle recidive locali dopo chirurgia o radioterapia.

þ Tecniche ablative

Il radiologo interventista mediante guida radiologica (TAC/fluoroscopi- ca) posiziona l’ago/antenna all’inter- no del tessuto bersaglio general- mente con supporto anestesiologi- co in sedazione (figura 1).

Con la radiologia interventistica il trattamento del tumore del polmone non è più inteso come intervento sul singolo organo, ma la cura del paziente con neoplasia polmonare.

La scelta terapeutica viene personalizzata in modo da garantire la migliore terapia e salvaguardare la qualità di vita dei pazienti

Salvatore Alessio Angileri1, Anna Maria Ierardi1,Mario Petrillo1,Gianpaolo Carrafiello1,2

Radiologia interventistica

nel trattamento del tumore del polmone

ASST Santi Paolo Carlo Presidio San Paolo Università degli Studi di Milano

1 Radiologia Diagnostica ed Interventistica

2 Direttore Radiologia Diagnostica Interventistica, Prof. Ordinario di Radiologia

Università degli Studi di Milano

Procedura completa di termo-ablazione per tumore polmonare

Figura 1

Figura 1

L’immagine TC documenta la presenza di tumore polmonare (A); sotto guida TC viene posizionata antenna per termo-ablazione con MW (B); controllo TC eseguito alla fine della procedura che conferma completa copertura della lesione (C)

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t e r a p i a

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVI numero 3 - aprile 2019 37 Attualmente tra le tecniche ablative

più diffuse riconosciamo la radiofre- quenza, la crioablazione e le micro- onde.

• Radiofrequenza: mediante un circu- ito elettrico distrugge il tessuto target riscaldando le cellule con temperatu- re oltre i 60° per ottenere un’irrever- sibile denaturazione delle proteine.

• Crioablazione: determina la forma- zione di cristalli di ghiaccio intracellu- lari e extracellulari. Il tessuto bersa- glio è quindi riscaldato attraverso un’agitazione ionica e garantisce una morte cellulare quasi immediata.

L’altro effetto sul tessuto è la nuclea- zione del ghiaccio extracellulare, di- sidratazione delle cellule dopo l’au- mento di osmolarità nel comparto extracellulare.

• Microonde: riscaldamento citotos- sico ottenuto attraverso la rapida ro- tazione delle molecole d’acqua; ri- spetto alla tecnica di radiofrequenza, presenta alcuni vantaggi come una minore dissipazione del calore e un ri- scaldamento maggiore e più veloce.

I risultati clinici attualmente disponi- bili sulla sopravvivenza dipendono dallo stadio di malattia all’esordio.

Nei pazienti selezionati con stadio precoce le tecniche abitative sono comparabili alla chirurgia in termini di sopravvivenza.

Le diverse tecniche presentano risul- tati simili negli studi a breve termine;

tuttavia i risultati nel follow-up a lungo termine sono ancora scarsi.

þ Complicanze

Le procedure ablative sono gene- ralmente definite come sicure con un tasso di mortalità molto basso (0-5%). Le complicanze minori più frequenti sono la soffusione pleurica, lo pneumotorace e il sanguinamento.

Queste vengono gestite general- mente durante il regime di ricovero senza sequele per il paziente.

þ Trattamenti palliativi

Negli stati avanzati la radiologia in- terventistica svolge un ruolo deter- minante nella cura palliativa.

In particolare, la neoangiogenesi tumo- rale può determinare la formazione di vasi esuberanti adiacenti ai rami bron- chiali che spesso portano ad emoftoe.

Il trattamento in caso si sanguina- menti abbondanti è l’embolizzazione superselettiva dei rami afferenti alla neoplasie mediante tecniche di ra- diologia interventistica (figura 2).

La massa tumorale può inoltre de- terminare effetti compressivi sulle strutture mediastiniche e in questo caso identificare per esempio la sin- drome della cava (turgore delle giu- gulari, gonfiore ed edema)

Il trattamento radiologico mini-inva- sivo consiste nel posizionare uno stent venoso per ripristinare la per- vietà della vena cava stessa com- pressa dalla massa polmonare.

Un ulteriore trattamento palliativo consiste nel management del dolore.

Infatti, l’estensione della neoplasia al- la parete toracica, alle strutture ner- vose ed osse, determina intenso do-

lore che in alcuni casi resiste al tratta- mento farmacologico.

Il radiologo interventista può ridurre il volume della massa con le tecni- che ablative e denervare le aree do- lorose coinvolte dal invasione tumo- rale.

þ Conclusioni

Dalle recenti applicazioni della radio- logia interventistica il trattamento del tumore del polmone non è più inteso come trattamento del singolo organo ma come cura del paziente affetto da neoplasia polmonare. La scelta tera- peutica è affidata ad un team multidi- sciplinare ed è personalizzata per cia- scun paziente in modo tale da garan- tire la migliore terapia oncologica di- sponibile e salvaguardare la qualità di vita dei pazienti affetti.

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Salvatore Alessio Angileri

Embolizzazione per emottisi in tumore del polmone

Figura 2 Figura 2

Uomo di 67 anni con noto tumore del polmone, che presentava importante emottisi severa:

ricostruzione TC che documenta ipertrofia della a. bronchiale dx afferente la sede del tumore (A, freccia); l’angiografia eseguita dopo cateterismo selettivo di tale arteria che conferma la presenza di neocircoli patologici (B); l’angiografia dopo embolizzazione endovascolare mostra la chiusura dei circoli patologici (C).

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