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Programma di ricondizionamento motorio del paziente con sindrome post Covid-19

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Programma di ricondizionamento motorio del paziente con sindrome post Covid-19

In seguito all’infezione da Covid, le persone possono avere per molti mesi una malattia cronica debilitante, il cosiddetto

“Covid lungo”. La sua gestione è una nuova sfida, perché ad oggi le esperienze sono limitate. Iniziano ad essere adottati approcci riabilitativi non farmacologici, che includono programmi di ricondizionamento per coloro che soffrono di stanchezza cronica, e sessioni con neuropsicologi per coloro che soffrono di problemi cognitivi.

di Marina Simoncelli (MD Direttore UOC Medicina Riabilitativa- Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti Marche Nord”), Lucia Paoloni (MD Medicina Riabilitativa- Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti Marche Nord”)

L’attuale recrudescenza della pandemia, ripropone il bisogno di recupero funzionale e delle autonomie nei pazienti che sono guariti dall’infezione da Sars-Cov-2, ma che presentano ancora problematiche di ordine cardiorespiratorio, neuro- muscoloscheletrico e/o mentali, variamente combinate tra di loro, correlate alla “Sindrome post-Covid” anche denominata del “Long Covid”, ovvero “Covid prolungato”, che può avere sfumature e intensità diverse.

II presente lavoro pone in particolare l’attenzione sugli esercizi respiratori, di mobilizzazione e di rinforzo muscolare dei diversi distretti articolari, nonché l’attività fisica prevalentemente aerobica, che il paziente può svolgere autonomamente al proprio domicilio, tenendo sempre ben presenti le precauzione da adottare e gli obiettivi progressivi da raggiungere.

Queste indicazioni non escludono ovviamente l’opportunità di garantire ai pazienti con sintomi gravi persistenti dopo Covid 19 acuto, un percorso riabilitativo efficiente, efficace e clinicamente appropriato da svolgere all’interno del giusto setting sanitario. Tale percorso prevede il coinvolgimento di diversi professionisti afferenti alle diverse discipline, in particolare esperti nel trattamento della fatica e dei sintomi respiratori (inclusa la dispnea).

“Long Covid”: sintomi e riabilitazione

Da Maggio 2020 è stata posta una crescente attenzione alle esperienze di persone con Covid-19 i cui sintomi persistono per più di 4 settimane (Garner, 2020). La “Sindrome post-Covid” consiste in una serie di segni e sintomi che si sviluppano durante o dopo l’infezione COVID-19, che continuano per più di 12 settimane e non sono spiegati da una diagnosi alternativa. Invece, viene definito “COVID-19 acuto”, l’insieme di segni e sintomi di COVID-19 fino a 4 settimane, ed “infezione sintomatica COVID-19 in corso” i segni e sintomi di COVID-19 da 4 a 12 settimane (NICE, 2020 ).

Da ricordare in merito che, alcuni autori preferiscono parlare, anziché di “Sindrome Post-Covid”, di “Long Covid” che comprende anche i danni a diversi organi e/o la disfunzione multisistemica, giudicati meritevoli di essere identificati e gestiti con piani riabilitativi personalizzati (Gorna et al., 2020). Nel presente lavoro verranno indifferentemente impiegati i

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. Il “Long Covid” è infatti molto raro tra i minori di 18 anni, raro tra gli over 65, colpendo in particolare gli individui in età lavorativa (Sleat et al., 2020).

La “Sindrome post-Covid” si caratterizza soprattutto per i seguenti sintomi, variamente combinati tra di loro: stanchezza o debolezza muscolare, difficoltà a dormire, ansia o depressione (Huang et al., 2021), dispnea, dolore alle articolazioni, dolore toracico, e perdita di massa muscolare (Carfi et al., 2020). Un altro sintomo comune e preoccupante è la difficoltà a pensare con chiarezza, una sorta di “nebbia nel cervello” accompagnata a problemi di memoria. In alcuni pazienti persistono invece tosse, mancanza del gusto e dell’olfatto, mal di testa, vertigini, insonnia, rash cutanei ed anche aritmia.

In realtà, il fenomeno del Covid lungo non è unico in sé; la sindrome post-virale può infatti verificarsi anche dopo che un individuo ha combattuto molti altri tipi di infezione virale, tra cui l’influenza, la polmonite, il virus di Epstein-Barr, la SARS e l’HIV. Ma la novità del Covid lungo consiste nell’ampio spettro di sintomi che vengono segnalati e nel loro protrarsi per mesi, non settimane. Viene inoltre contemplata in letteratura anche la sindrome da terapia intensiva (PICS), osservata in alcuni soggetti dopo le dimissioni dalle unità di terapia intensiva, dove magari sono stati sottoposti a ventilazione meccanica per un periodo prolungato; tale sindrome si caratterizza per perdita di forza, problemi di equilibrio, declino cognitivo e disturbi psicologici (Jaffri e Jaffri, 2020). In particolare la stanchezza e la dispnea, manifestate in forma cronica, risultano altamente invalidanti, con riduzione della performance nelle principali aree di vita, ovvero mobilità, cura della propria persona, vita domestica e lavorativa.

Dopo una accurata valutazione, le persone con Sindrome Post-Covid sintomatica in corso, possono essere addestrate all’autogestione in sicurezza dei sintomi, oppure essere indirizzate a servizi di riabilitazione multidisciplinare integrata. Nel primo caso, tramite informazioni e consigli riportati su opuscoli informativi cartacei oppure in versione digitale, i pazienti vengono educati ed addestrati durante la degenza su come autogestire i propri sintomi e stabilire obiettivi realistici. Parallelamente, è necessario fornire loro alla dimissione l’opportunità di comunicare direttamente al bisogno con personale esperto, via telefonica oppure via web, per ottenere consulenze, ricevere supporto e suggerimenti (ad esempio sul ritorno al lavoro).

Mentre, i pazienti che presentano disabilità multiple e/o complesse conseguenti l’infezione da Covid 19, in particolare se precedentemente ricoverati in terapia intensiva, vengono indirizzati ai servizi sanitari riabilitativi, per seguire un piano di recupero personalizzato, condotto da équipe multiprofessionali all’interno di una stretta collaborazione interdisciplinare.

A seconda poi delle condizioni clinico funzionali emergenti, ed anche pre-esistenti, del paziente con Sindrome Post- Covid, il setting riabilitativo può essere rappresentato rispettivamente dall’ambulatorio, dal domicilio o dalla struttura di degenza.

L’obiettivo finale è comunque quello di garantire un percorso riabilitativo efficiente, efficace e clinicamente appropriato ai pazienti che hanno completato la guarigione dall’infezione Covid 19, ma che presentano menomazioni delle funzioni cardiorespiratorie, neuro-muscoloscheletriche e/o mentali (NICE, 2020).

Materiali e metodi

In questa prospettiva, l’unità operativa di Medicina Riabilitativa dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord ha dato avvio ad un progetto di educazione terapeutica per il paziente con Sindrome Post-Covid. Il progetto è basato sulla

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creazione di un opuscolo informativo (sia cartaceo che accessibile e scaricabile via web dal sito aziendale senza necessità di autentificazione), e sulla parallela attivazione di una specie di “ambulatorio virtuale” per la gestione delle diverse problematiche funzionali. Quest’ultimo intende lasciare aperto agli utenti un canale di comunicazione con i professionisti della riabilitazione (fisiatra, fisioterapista, e logopedista), che all’interno di fasce orarie predefinite (riportate nello stesso sito web aziendale) forniscono “gratuitamente” via telefono o tramite mail, consulenza e consigli sui problemi, istruzioni sugli esercizi e le attività da svolgere indicate nell’opuscolo.

Parallelamente, per i pazienti con disabilità di grado moderato, ovvero a maggiore complessità, è stato implementato un percorso riabilitativo individualizzato ambulatoriale, che vede convolti stabilmente operatori sanitari afferenti alle diverse professioni (fisiatra, infermiere, fisioterapista, logopedista) e, su consulenza, anche professionisti delle diverse discipline (psicologo, medico specialista in otorinolaringoiatria, pneumologia, cardiologia…). L’inserimento al training riabilitativo è preceduto dalla valutazione mediante “Six Minute Walking Test”, che permette di misurare la capacità funzionale residua del paziente. Il trattamento viene condotto in piccolo gruppo (massimo di tre pazienti), talvolta preceduto da approccio singolo. Il ricorso all’iniziale trattamento individuale avviene, ad esempio, in caso di severa difficoltà respiratoria, possibile esito di fibrosi residua, oppure in seguito a danni sensitivo-motori da polineuropatia degli stati critici, tipicamente deficit dello Sciatico Popliteo Esterno -SPE-, che si esprime con “piede cadente”.

Lo strumentario usato è lo stesso impiegato per la riabilitazione cardiologica essendo rappresentato da cyclette, tapis roulant. Il monitoraggio poi della funzionalità cardio-respiratoria, avviene mediante ECG continuo e saturimetro, mentre l’allenamento viene verificato tramite il rilievo di alcuni parametri clinici (come P.A., frequenza cardiaca, saturazione di O2). Anche ai pazienti che eseguono trattamento ambulatoriale viene consegnato l’opuscolo informativo.

Durante l’implementazione di tale progetto, l’attenta revisione della letteratura corrente, la conoscenza tecnico-specifica di approcci riabilitativi applicati in altre condizioni patologiche, aventi ripercussioni funzionali simili alla Sindrome Post- Covid, ci hanno consentito di elaborare la proposta, di seguito riportata, di ricondizionamento motorio, che il paziente può svolgere in autonomia al proprio domicilio. Si tratta di esercizi respiratori, esercizi di mobilizzazione e rinforzo dei diversi distretti articolari degli arti superiori ed inferiori, dei quali viene singolarmente illustrata la finalità e l’esatta modalità di esecuzione e di ripetizione. Parallelamente viene indicata l’attività fisica, prevalentemente aerobica, tenendo sempre ben presenti le precauzione da adottare e gli obiettivi progressivi da raggiungere. L’intento è di fare comprendere al paziente: perché è importante rimettersi in movimento e fare esercizio; cosa esattamente fare dopo la dimissione dall’ospedale; come ricominciare ad essere attivo; quali obiettivi perseguire quando cammina; e se l’intensità dell’attività fisica che sta praticando è giusta.

Proposta per il recupero motorio post-infezione Covid 19:

consigli, esercizi ed attività fisica

I successivi esercizi sono mirati a contrastare, migliorare i disturbi più comuni che lascia la malattia Covid 19: senso di

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L’attività fisica, di seguito descritta, può essere effettuata autonomamente, 2 volte al giorno, tutti i giorni, per la durata di almeno 5 minuti a sessione. Aspettare circa 1 ora dopo i pasti prima di iniziare gli esercizi. Tutti gli esercizi vanno effettuati lentamente, senza evocare dolore o affaticamento eccessivo. In base alle condizioni si potrà incrementare o diminuire lo sforzo; è bene cambiare esercizio per non annoiarsi. Gli esercizi da seduto o in piedi vanno eseguiti con supervisione di una persona.

Limitazioni:

In caso di vertigini e/o affanno notevole o incremento della frequenza cardiaca sopra i 110 battiti al minuto è bene interrompere l’attività.

Qualora comparisse dolore al petto è bene consultare un medico.

Controindicazioni:

L’esercizio fisico è controindicato nei pazienti con:

• Polmonite in fase acuta

• Recente infarto miocardico (negli ultimi 3 mesi)

• Aritmie cardiache con palpitazioni

• Ipertensione non controllata da farmaci

• Scompenso cardiaco

• Permanente grave insufficienza respiratoria

1. Esercizi respiratori da supini

A) Respirazione corretta (prendere coscienza della respirazione).

Mettersi supino, in posizione comoda, appoggiare una mano al torace ed una mano sull’addome.

In Inspirazione (quando si introduce l’aria dentro i polmoni) la pancia si gonfia.

In Espirazione la pancia si sgonfia.

Ripetere l’esercizio 10 volte (figura 1).

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Figura 1- Prendere coscienza della respirazione

B)Respirazione nel quadrato (tecnica di rilassamento)

Sempre in posizione supina, chiudere gli occhi, immaginare un quadrato. Le fasi dell’esercizio sono quattro, come i lati del quadrato: iniziare con l’inspirazione per 3-4 secondi, fermarsi in apnea per 3-4 secondi, poi espirare per 3-4 secondi e successivamente restare in apnea per 3-4 secondi. Facendo l’esercizio respiratorio si deve pensare al quadrato e con la mente seguire i suoi lati per ogni fase dell’esercizio. Questo esercizio va eseguito per 2 minuti (figura 2).

Figura 2 – Respirazione nel quadrato

Se l’esercizio B. dovesse risultare troppo difficoltoso, in alternativa fare:

C. Esercizi respiratori con le braccia In posizione supina a gambe piegate:

– Fare una profonda inspirazione e contemporaneamente portare le braccia verso l’alto.

– Mentre le braccia sono sollevate, trattenere al massimo il respiro, e quando le braccia scendono espirare lentamente e profondamente.

Ripetere per 2 volte e riposare per circa 30” tra una ripetizione e l’altra (figura 3/A e 3/B).

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Figura 3/A – Esercizi respiratori con le braccia

Figura 3/B – Esercizi respiratori con le braccia

Lo stesso esercizio può essere effettuato a braccia distese verso l’esterno. In posizione supina stai attento a non inarcare la schiena, tienila sempre aderente al materassino (figure 4/A e 4/B).

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Figura 4/A – Esercizi respiratori con le braccia

Figura 4/B – Esercizi respiratori con le braccia

2. Esercizi respiratori in decubito laterale A. Esercizi respiratori a bocca aperta

In decubito laterale sul fianco con un arto superiore appoggiato sopra la testa, prendere aria dal naso profondamente e una volta raggiunta la massima espansione trattenere l’aria per circa due secondi e lentamente espirare (buttare fuori l’aria) a bocca aperta come per appannare un vetro.

Ripetete per 3 volte e poi riposare per circa 30” tra una ripetizione e l’altra. L’esercizio può essere ripetuto anche in decubito sul fianco controlaterale (figura 5).

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Figura 5- Esercizi respiratori a bocca aperta

3. Esercizi di mobilizzazione e rinforzo dei distretti articolari degli arti inferiori da supini A. Flesso-estensione di caviglia da supino

Distesi comodamente sul letto, braccia e gambe allungate, portare verso di sé la punta dei piedi, poi abbassala.

Ripetere il movimento per 5 – 8 volte, poi riposare per 30 secondi ed infine ripetere un’altra serie (figure 6/A e 6/B).

Figura 6/A e 6/B – Flesso-estensione di caviglia da supino

B. Estensione di ginocchio

Distesi sul letto, con un asciugamano arrotolato o un piccolo cuscino sotto il ginocchio, sollevare il tallone dal piano del letto senza staccare il ginocchio dall’asciugamano, poi tornare alla posizione di partenza. Ripetete 6-8 volte poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie. L’esercizio va eseguito anche con l’altro arto (figure 7/A e 7/B).

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Figura 7/A e 7/B – Estensione di ginocchio

C. Flessione di anca

Distesi sul letto, piegare una dopo l’altra le gambe appoggiando bene i piedi. Poi sollevare la gamba come per avvicinare il ginocchio al corpo. Tornare alla posizione di partenza e ripetere il movimento con l’altra gamba. Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 8/A e 8/B).

Figura 8/A e 8/B – Flessione di anca

D. Abduzione di anca

Distesi sul letto, braccia e gambe allungate, piegare una gamba appoggiando il piede sul letto, poi piegare l’altra.

Avvicinare gambe e piedi tra di loro, poi aprire le gambe, mettendo a contatto le piante dei piedi. Di seguito aprire e chiudere le gambe. Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 9/A e 9/B).

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Figura 9/A e 9/B – Abduzione di anca

E. Ponte

Distesi sul letto, flettere entrambe le ginocchia e quindi sollevare il bacino dal piano del letto, per 5 secondi. Ripetere 4-6 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figura 10).

Figura 10 – Ponte

4. Esercizi di mobilizzazione e rinforzo dei distretti articolari degli arti inferiori e superiori da seduti A. Flesso estensione della gamba da seduto

Sedersi comodamente e in equilibrio con piedi appoggiati a terra, cercando di non curvare la schiena.

Estendere il ginocchio sinistro in avanti, poi piegarlo nuovamente mentre viene allungato il ginocchio destro.

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Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra volta (figure 11/A e 11/B).

Figura 11/A e 11/B – Flesso estensione della gamba da seduto

B. Flessione dell’anca da seduto

Nella stessa posizione dell’esercizio precedente, alzare leggermente la coscia destra dal piano del letto, poi ritornare in appoggio. Alzare la coscia sinistra e ritornare in appoggio. Ripetere il movimento per 5-8 volte poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 12/A e 12/B).

Non eseguite questo esercizio se avete subito un intervento di impianto di artroprotesi d’anca.

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Figura 12/A e 12/B – Flessione dell’anca da seduto

C. Elevazione delle braccia

Sedersi comodamente ben in equilibrio con piedi in appoggio, cercando di mantenere la schiena diritta.

Sollevare il bastone fin sopra la testa, estendendo bene le braccia. Tornare in posizione di partenza con il bastone appoggiato sulle ginocchia.

Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 13/A e 13/B).

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Figura 13/A e 13/B – Elevazione braccia da seduto

D. Flesso-estensione dei gomiti da seduto

Nella stessa posizione dell’esercizio precedente piegare ed estendere i gomiti tenendo il bastone con le mani.

Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 14/A e 14/B).

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Figura 14/A e 14/B – Flesso-estensione dei gomiti da seduto

E. Flesso-estensione dei gomiti ed elevazione delle spalle da seduto

Sedersi comodamente ben in equilibrio con piedi in appoggio, cercando di non curvare la schiena.

Appoggiare le mani sulle spalle, poi portare in fuori la mano destra girandosi a guardarla e tornare in posizione iniziale.

Ripetere con l’arto superiore sinistro.

Eseguire il movimento 4-5 volte per parte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 15/A e 15/B).

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Figura 15/A e 15/B – Flesso-estensione dei gomiti ed elevazione delle spalle da seduto

F. Esercizi di coordinazione per gli arti superiori da seduto Riprendete la posizione precedente.

Appoggiare le mani sulle spalle, poi portarle in fuori, tornare alla posizione iniziale, quindi in alto sopra la testa e tornare alla posizione iniziale, infine in avanti e ritorno. Ripetere la sequenza 2-3 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 16 A/B/C/D/E/F in sequenza).

Figura 16/A, 16/B, 16/C, 16/D, 16/E, 16/F, – Esercizi di coordinazione per gli arti superiori da seduto

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5. Esercizi di mobilizzazione e rinforzo dei distretti articolari degli arti inferiori in stazione eretta A. Esercizi di piegamento sulle ginocchia

In piedi, con le mani appoggiate su un tavolo, piegare ed estendere le ginocchia lentamente.

Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 17/A e 17/B).

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Figura 17/A e 17/B – Esercizi di piegamento sulle ginocchia

B. Esercizi di estensione sulle punte dei piedi

In piedi, con le mani appoggiate su un tavolo, sollevarsi sulle punte dei piedi lentamente, mantenendo la postura corretta.

Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 18/A e 18/B).

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Ripetere il movimento per 5-8 volte, poi riposare per 30 secondi e ripetere un’altra serie (figure 19/A e 19/B).

Figura 19/A e 19/B – Esercizi di estensione sulle punte dei piedi

6. Riallenamento allo sforzo

Il riallenamento allo sforzo si ottiene mediante attività fisica.

I vari tipi di attività fisica sono fondamentalmente classificabili in due categorie:

1. Attività aerobica: forma di esercizio che mette in movimento le grandi masse muscolari con movimenti ciclici e ripetuti (es. camminata a passo veloce, bicicletta su percorso pianeggiante, nuoto prolungato)

2. Attività di resistenza e di forza (anaerobica): quando in un breve lasso di tempo ci si sottopone ad uno sforzo intenso, essa prevede l’uso di pesi o di resistenze come elastici, bilancieri, macchine da palestra (pesistica, body building, cento metri, bicicletta su salite…).

Delle due tipologie di attività fisica, per il paziente post-Covid 19, è prioritariamente consigliata l’attività aerobica.

Tuttavia, in alcuni casi, si può integrare l’attività aerobica con alcuni elementi dell’attività di resistenza.

Per evitare un affaticamento eccessivo e precoce, nonché diminuire i rischi di infortunio muscolo-scheletrico è opportuno incoraggiare la moderazione nella fase iniziale.

Necessariamente l’attività aerobica deve essere:

Graduale Adatta all’età

Di intensità Lieve-Moderato (a seconda dello specifico livello individuale di forma fisica).

Possibilmente:

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Costante Autogestibile

Gli obiettivi progressivi da raggiungere inizialmente saranno due:

Contrastare la sedentarietà (imperativo valido per tutte le persone!): spesso le persone in fase di convalescenza o per abitudine passano molto tempo seduti o in posizione reclinata per guardare la televisione, guidare l’auto, leggere, stanno seduti alla scrivania, in poltrona, ecc.). Si raccomanda a tutti di interrompere tali posture fisse almeno ogni 30 minuti, con periodi anche brevi (2-3 minuti) di attività (pause attive). Le “pause attive” peraltro favoriscono il controllo glicemico in soggetti adulti con o a rischio di malattie metaboliche.

Riprendere a camminare: Inizialmente per camminare potrebbe essere appropriato utilizzare un ausilio (carrello deambulatore, canadese, tripode…) come talvolta indicato prima della dimissione dal reparto. Una volta acquisita una certa padronanza negli spostamenti, è possibile abbandonare l’ausilio.

Al raggiungimento di una buona mobilità generale, sarà possibile avviare un allenamento aerobico in base alle condizioni funzionali globali ed all’età, al fine di raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS:

Per gli adulti (18 – 64 anni): almeno 150 minuti alla settimana di attività aerobica moderata o 75 minuti di attività aerobica vigorosa (o combinazioni equivalenti delle due) in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte alla settimana

Per gli anziani (dai 65 anni in poi): le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l’avvertenza di svolgere anche attività orientate all’equilibrio per prevenire le cadute. Chi fosse impossibilitato a seguire in pieno le raccomandazioni deve fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni.

In tutte le età, i livelli raccomandati vanno intesi come un limite minimo: chi riesce a superarli ottiene ulteriori benefici per la propria salute. L’attività aerobica moderata, se ben condotta, essa può avere molti effetti benefici sull’organismo.

Permette, infatti, di migliorare le funzionalità cardiocircolatoria, respiratoria e metabolica ed il tono dell’umore. Con un allenamento costante si diminuisce gradualmente la frequenza cardiaca e aumenta la capacità respiratoria (maggiore ossigenazione dei tessuti); ciò significa anche maggiore resistenza allo sforzo e minor senso di fatica. L’attività fisica e gli sport aerobici più praticati sono: camminata veloce, ciclismo, nuoto a bassa intensità, sci di fondo, cyclette, tapis roulant, ballo, e Tai Chi (che consiste in una serie di movimenti gentili, lenti e continui, in grado di migliorare o conservare l’equilibrio, la stabilità di postura e la flessibilità, con una conseguente riduzione delle cadute negli anziani).

Definizione dell’attività fisica aerobica

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Come svolgere l’attività aerobica

La preparazione all’attività aerobica prevede un riscaldamento. Il riscaldamento che consiste in una mobilizzazione delle diverse articolare (vedi esercizi di mobilizzazione presenti nella prima sessione dell’opuscolo), serve per prevenire traumi mio-articolari (contratture e stiramenti ai muscoli –strappi- e lesioni ai tendini e legamenti).

Passaggio all’attività aerobica moderata con gradualità, mantenendo una costanza nella frequenza (almeno 2- 3 volte a settimana) e nel tempo.

Infine, eseguire lo stretching (esercizi di allungamento) dei diversi distretti articolari in particolare degli arti inferiori.

Risultati e conclusioni

C’è ancora molto che non sappiamo sul rischio e sulle conseguenze del Covid-19. Una parte del recente dibattito nasce dalla consapevolezza che, i sopravvissuti possano avere una malattia cronica debilitante per molti mesi, il cosiddetto

“Covid lungo”. Comprendere correttamente la portata del problema del “Covid lungo” è fondamentale sia per comunicare, che per bilanciare il rischio complessivo del virus. Come dice il professor Spector: “il Covid lungo è probabilmente un problema più grande delle morti in eccesso a causa del Covid, che sono comprese tra lo 0,5% e l’1%”

(Spector, 2020). I professionisti sanitari hanno fatto molta strada nell’apprendimento del trattamento dei pazienti con Covid-19, ma la gestione del “Covid lungo” è una nuova sfida, poiché la gestione del Covid-19 dopo tre settimane è attualmente basata su prove limitate.

Tutte le figure riportate nell’articolo sono immagini riprese dagli autori.

Bibliografia

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