CAPITOLO NONO
Come dire il falso dicendo il vero
Non diretuttoèonon èlostesso che ingannare? Un addestramento al dibattito dovrebbe comprendere anche un’operadi familiarizzazioneconil perversoeaffascinan-
temondo deldireenon dire. Come c’è unamagiadeinu
-
meri, c’è una magia delle parole
.
Lo sapeva già Gorgia che riteneva la parola generatrice d’incantesimi e alcune sue opere, come l’Encomio di Elena e l'Apologià diPala- mede, voglionodimostrareproprioquesto enorme poteredel discorso, dotatodiuna forzaparia quelladellafatali-
tà,dellacostrizioneviolentaedell’incantamentoamoroso. L’incanto della parola seduce, persuade e trasforma con lapotenzadellacostrizione,senza avernelaparvenza
.
Co- meèstato notato, i teorici degli attilinguistici, in fondo, hannosoloesplicitatoearticolato questa rilevazione-
rive- lazioneantica,sottoformadi nozionicome presupposizio- ne e implicatura-
che consentono di usare fatti veri perindurre la credenza infatti falsi
-
e performativo-
nozio-
neaustinianache rimanda all’aspetto operativodelnostro
direchediventa fare,al«farecose conleparole»1
.
Èime-
I Gliintenti eglieffetticomunicativisibasano spessopiùsullecose sottinteseche sulle cose dette apertamente. Prendiamo questi duee- nunciati.
«Rimane ignotoilvincitoredellalotteria».
«Tiziostafacendospesefolli».
II sempliceaccostamentodiquesti due eventifunzionacomelasuc-
cessionedidueimmaginisulloschermo:l’inquadratura di una pistola associataaquella diunapersonachesi accasciadeterminauncollega-
mentocausale,cheinrealtàpuò non esserci;raccostaredueeventi co-
mequelli citatilasciaintenderechisiailvincitore.Questa esigenzadi colmare inevitabili vuoti con presupposti ed implicazioni, fa sì chesi possadireilvero per direil falso.Lanozionedi performativorisale a
JohnAustinealsuonotoHowto Do ThingswithWords (pubblicato
151 estratto da:
Cattani, Adelino. 2001. Botta e risposta. L’arte della replica. Il Mulino: Bologna, pp. 151-162
Comedire ilfalsodicendo ilvero
ressante rilevareche la naturadi veraepropria azionedel
nostrodiscorsoemerge con tutta evidenza in quei tipi di'
dibattito,fortementeagonistici,incuisitendenontantoa
rappresentarele cosecomestanno, maafarleandareco
-
me si vorrebbe e in cui si cerca di imporre una tesi più che di argomentarla (mediante forme tipiche di discorso performativo,come loslogan,l’appello,l’esortazione, l’i
-
stigazione
.
Unodeglistrumentidi persuasione èla menzogna,la cuiesistenza è legata alla stessa esistenza del linguaggio
,
che essendosostitutivodelle cose rende possibilela simu*
lazione.Un fenomeno particolarmenteintrigante èquello1 percuisi puòdireil falsodicendo il vero. fl Direilfalso,sisa, è cosa disdicevole. Non dire ilfalso è una normasiaetico-religiosa siadibuonaconvivenzaci*,
vile. Ma anche dire la verità non sempreva bene. Esiste; unasana ipocrisia, chegarantisce a suavolta unaaccetta*
!
bileconvivenza. i'.J j
Baltasar Gradati e Machiavelli sono i più noti tra
|
ifautori dellasimulazione(dolosa se l’inganno ècensurabi
-
|le, giocosa se l’inganno è belloe divertente, pietosa se è
|
vantaggioso anche percolui che èingannato)
.
Fra ledut ]
posizioni, quella assolutistica che si attiene al precetto!
«La verità, soprattutto e sopra tutti, crolli il mondo»
< $
quellagracian
-
machiavellica,secondocuiipocrisia etolled
ranza vanno a braccetto, si colloca una norma
pragmatici
postumo,Oxford UniversityPress,1962,trad
.
it.Come farecoseconlé parole,Genova,Marietti,1987,Tultima dopo altretormentateedizioni , presso lostessoeditore). Nell’antologia,curatadaM.
Sbisà,Gliatti Un*Mistici,Milano,Feltrinelli, 1978,pp.49
-
60sipuòtrovarel’articoloPer*Jormativo
-constativo,primo passoversolateoria degliattilinguistici.Ait nostri fini,ci è utile associarealla nozionedi attolinguistico un’altriJcoppiadinozioniaustiniane,quella di felicitàe infelicità:Pirandello eb
-
'beadefinire ilteatro«azione parlata»;anche il dibattitopuòesservista comeazioneparlata,fatta cioèdidiscorsi performativi,che nonsono!
suscettibilidivalutazionein terminidi veritàofalsità,main terminidi
felicitàoinfelicità.È felice, adesempio, una cosa giustadettadallaper
-
sonagiustanelmomentogiustoeinfeUceundiscorso chenon
funzioni
con queirinterlocutoreein quel casospecifico,perchéfa cileccaopert,
chéseneabusa. |
152
Comedire il falsodicendo ilvero
sticabenista,che combina: « discrezione prudenteetolleranza per
-
Perché mentire peccando e rischiando, quando per ingannare bastaomettere?»
.
Sipuòinfattimentiredi-
cendo volutamentete) oppure qualcosa (grazie a informazioni forni
-
evitando volutamente didire qualcosa (grazie a informazioniomesse).
Unesempio realeèil seguente.
«IlNostrohadel talentoperfarepolitica.Mareputereidi- sdicevole sfruttare la notorietà acquisita come magistrato per entrareinpolitica».
A partire da questa dichiarazione un quotidiano, il giorno seguente, titolava:il Nostro ha talento per fare po-
litica.
Abbiamo qui un esempio non trascurabile del feno
-
menoper cuipresentare solo unapartedeifatti,eliminan
-
do quelli che contraddicono la nostra tesi,è un mododi dire(letteralmente)ilverodicendo(implicitamente,o me-
glio,implicandolo)il falso
.
Neivademecum ad uso degli inquisitori venivanose
-
gnalate, trale scaltrezze tipiche degli eretici, risposte del tiposeguente.
«Creditunellaresurrezionedellacarne?»
«Certo, a Dio piacendo» [sottintendendo che a Dio non piace].
«Credituchel’usurasiapeccato?»
«Evoilo credete?»
«Noicrediamo chel’usura siapeccato».
«Anch’io lo credo» [intendendo dire: io credo che voi lo crediate,ma nonèdettocheiocreda].
«CreditucheDiosiailcreatoredituttelecose?»
«Sappiatecheiocredotuttoquellocheunbuoncristianode- vecredere»[restada vedereseilbuoncristianodebbacrederci].
153
Sono tutti modi, avverte l’estensore delle istruzioni2, per risponderesenza confessare
.
Comunicare mediante l’implicito offre una serie di '
vantaggi
.
Lasciare che sia l’altro a trarre le conclusioni, anzichéesplicitarleequindi imporgliele, primo, logratifi-
caperché
Io
rendeuncomplicesolidale;secondo, rafforza la conclusione stessa in quanto uno sifida naturalmente più della propria chedella altruicapacità di giudizio;ter-
zo, consente eventualmente di prendere le distanze dalle; conclusioni suggerite, ma non apertamente formulate
.
*Dopoavere preparatoilterrenoperchéchi ascolta siain
-
dotto ad una conclusione sconfortante, basterà allargare le braccia desolati,senzaaltreparolee sigodràdeU’effica
-
cia deldettoedeibenefìcidelnon-detto.
Che la mezza veritàsia una menzogna èdiventato an
-
cheun principio giuridico. LaCorte diCassazione in
una
,sentenza3del1984 (annoorwelliano esentenzadegnadel
jj
tribunale presieduto dal Grande Fratello, ebbe a com
-
mentaresubitochi la vide comeunalimitazioneal diritto d’informazione e un attacco alla libertà di stampa) fissa\ unaseriediprincipiche regolamentano l’eserciziodel di
-
ritto dicronaca e dicritica. La esamineremo brevemente in tuttoilsuoarticolato perlasua rilevanzaed utilizzabi
-
lità nell’ambito dei botta e risposta verbali e non solo scritti.
Il diritto di stampa, secondo questa pronuncia della Suprema Corte,siesercita legittimamentesoloquando ri
-
corranoleseguenti trecondizioni.
1
.
Pertinenza: utilità socialedell’informazione (requi-
moltodiscutibilese applicato alla libertàdistampain
sito
2 Gliesempisonotrattidal volume:Fra Nicolau Eymerich,Manud
-
vile dell'inquisitore.AD.1376,a curadi R.Cammilleri,Casale Monferra
-
^
to,Piemme3 ,1998,pp.150
-
151.
;Sentenza emessa il 17 aprile e depositata il18ottobre 1984,a'>
confermadiunverdetto del tribunaledi Milanodel5 novembre1977,3 relativaadunadenuncia diunafinanziaria chesieraritenutadiffamata daunapersistente campagnadistampaostile. Il risultatofuronotrenta
-
cinque pagineincui vienestilata unasortadidecalogodel giornalista corretto.
154
;
'
quantol’utilitàsocialeèundato altamenteopinabile ela
-
sciaspazio,e anzi giustifica, ognistrumentalizzazione)
.
2
. Veridicit
à:veritàoggettivadeifattiesposti taliqua-
lidesono, con lealtà e buona fede. La verità che si preten
-
non è necessariamente una realtà oggettiva: può es
-
sere semplicemente una verità putativa, purché respon- sabilmente accertata
.
Esortare ad «un serio e diligente lavoro di ricerca» ècosa lodevole, ma leaspettative de- vonoessere ridimensionate sulla consapevolezza che uno sforzo di accertamento si esercita su una realtà che si presenta mezza vera e mezza falsa. In politica, in econo-
mia e finanza pare non si possa fare troppo gli anglo
-
sassoni
.
3. Continenza formale: forma civile dell’esposizione deifattinarrati edella loro valutazione,
In particolare, per quanto concerne la «civiltà» del
-
l’informazione e della critica, la citata sentenza prevede che sianovietati, econtestabili anche in sede civile come illeciti, cioè indipendentemente dall’esistenza del reato
penale di diffamazione, e quindi punibili, una serie di espedienti giornalistici,qui ai seguitoelencati
.
-
1sottintesisapienti,cioèl’usodiespressionichepos-
sono esser intesediversamentedallorosignificatolettera
-
le,oaddirittura insensocontrario. Ad esempio,porretra virgolette un’espressione come un uomo d’«affari»lascia intendere chesiscrive«affari»e silegge«trame».
-
Gliaccostamenti suggestionanti.
Adesempio,affian-
caread un articolo denigratorio lafotodiun personaggio estraneo
.
Ofare deinomi in un contesto difattinegativi perla reputazione.
Ofare affermazioni generali ogeneri-
che (tipo: «la corruzione è un vizio diffuso»), inducendo illettoreacollegarleconlepersonechesivoglionomette
-
rein cattiva luce.
-
Iltonosproporzionatamentescandalizzatoe sdegnato del testo esoprattuttodei titolisparati.
-
La drammatizzazioneartificiosa con cui si riportano notizieneutre.
-
Leinsinuazionidiffamanti,
più omenovelate,la più tipicadellequali è«non sipuòescludere che...».
Formula155
(ä
/1 Comedire ilfalsodicendo ilvero
che andrebbe sempre integrata da un «ma nemmeno SÌ puòincludere».
-
L’impiegodiaggettivi e puntiesclamativi legatiava-
lutazionisoggettive
.
Commento a caldodiun giornalista:«A rischio di incorrere nei fulmini della Suprema Corte
,
;diremo dunque che si tratta d’una sentenza “notevole
” ,
eccome!!!»4.
- Il tono ironico
.
Sottilmente lesivo fu ritenuto il se-
;guentetitolo:Ilvalore diun fondoche fusempre crescente\
Si parla di un fondo d’investimento che proprio per una
campagnadistampadenigratoriaimprovvisamentecrollò Fu questoepisodioa determinarelecondizioni perilver
-
dettodella Cone
.
-
La mezza verità.
La sentenza equipara la verità in-
completaad unafalsità: «unamezzaverità equivaleaduna falsa notizia» perché«la verità non è tale seè incomple
ta».Scrive iltribunale: nellacampagna distampaincrimi
-
nata, si configurano profili di illecito anche per il fattoi1 che«simettono maliziosamente in rilievo solole perdite?
relativead alcuniimmobili,enon anchegli incrementire
-
lativia taluni altri».
Evidentementesonodeterminantile intenzioni: un’in
-
formazione può essere incompleta perché non abbiamo accessoallaveritànella suainterezza; avere adisposizione solo una parte frammentaria della verità è la condizione normale,per un ricercatorescientifico, perun detectiveì perun giornalista.Mase l’incompiutezzadell’informazio
-
ne èvolutaehaintentidiffamatori,allora una mezzaveri
-
;jtà è una bugiaintera;indiretta, ma completa
.
Il principiofissatoèche laveritàdei fattinon viene rispettatase sono sottaciutialtrifatticonnessi ai primi in maniera tale chela loro mancata pubblicizzazione ne muti completamenteil significato.Segueesempio nonfittizio.
Citare«Noncredo a NN»a partireda untitolocheo
-
riginariamente suonava Non credo a NN genio del male *
4 E.Scalfari, Il tribunale del Grande Fratello,in«la Repubblica»,
21-22.10.1984,p.4.
t,
:i
fi
'
156 1
Comedire ilfalsodicendoilvero comporta unainversionedisensodinon pococonto, sen- zaessereletteralmentee totalmente una menzogna.
Facciamo un diversoesempio per chiarire
.
Uncomandante,nontollerando piùl'abusodialcolici da partedelsuosecondo,sidecideasegnalarnegliecces- sinel giornale di bordo:
1.Oggi, 20settembre,ilsecondo ufficialeèubriaco. Asua volta il secondo ufficiale, vista la rilevazionesul registro, vi apponela seguenteannotazione:
2
.
Oggi,21settembre,il comandantenonèubriaco. La comprensione di quest'episodio è abbastanza im-
mediata;nonaltrettanto la spiegazionedicomesi perven
-
ga a tale comprensione
.
Certe modalità espressive sono efficaci,indipendentementedallaconsapevolezza deipro- cessidisignificazionecoinvolti.
Chiunquesi trovia legge- re l’annotazione «Oggi il comandante non è ubriaco» se ne domanda il perché: quale rilevanza informativa può avere ilfatto che il comandante in un dato giorno non è ubriaco? La risposta viene naturale una volta ammesso cheilsecondoufficialeha palesementeviolatounodeico- mandamenti della conversazionesensata: «Non direcose ovvie invano»5.
Sequesti ha agitoin maniera cooperativa e havolutoeffettivamente comunicarequalcosa alpoten-
zialelettoredelgiornale dibordo, conlasua annotazione
haintesosegnalare un eventoeccezionale,che non rientra nel comportamentonormale del comandante, insinuando lasua dedizione alTalcol
.
5 L’esempio,unitamentead altri fenomeni conversazionali(comele pseudotautologieegli enunciatienfatici)in cuil’ovvio assumeunafun-
zioneimplicativa,èanalizzatoinA.Cattani,OnImplicativeFunctionof the Obviousness;or«You shallnotTake Anything in Vain»,in Procee
-
dings of the Third ISSAConference onArgumentation, a cura diF.H. vanEemerenetalyAmsterdam, Sic Sat,1995,voi.3,pp.96-101.
157
Comedire ilfalsodicendoil vero
Asserire unfatto incontestabilmenteveropuòindurre nell’interlocutorela credenza in una situazione(inquesto caso,l’etilismo del comandante) che potrebbeessere del
tuttofalsa. Nel caso riferito la verità dei fatti non risulta ,
rispettata perché, puressendo veroche il21settembreil; capitanononèubriaco, èdolosamentee colposamenteta
-
ciutoilfatto rilevante chenonloènemmeno tuttiglialtri giorni.Ècosacheo nonsidiceo,sepropriolosivuole o si devedire, vadetta tutta.Chiscrive, perla Cassazione, deve risponderenon solodi quello che dice maanche di quello che non dice
.
È una regola che filosofielinguistiavevanogià dettatoefatta valereper chi parla, pursenza comminare sanzioni esenza possibilitàdirisarcimento.
Altri esempidi come mentire dicendoilvero6:
«Alcuni medici sonolaureati».
Èregolalogica ineccepibile checiòchevale pertutti vale necessariamente peralcuni, male regole pragmatiche•
della conversazione ci impediscono diaffermarlo, se non vogliamo fare scattare delle interpretazioni, delle «impli
-
cature», comesidicein gergo,strane.
«Hopreso menoditrenta».
In realtà èun penosodiciotto
.
Il ragazzo noncontrav-
viene alla consegna materna di non raccontare frottole e insieme salva lafaccia eforse ilmensile.
6 Qualcheesempiodi asserzionilogicamentevere,mapragmatica
-
menteinaccettabili, siritrova nelvolumedivulgativodiM. Piattelli Pai
-
.marini
.
L'artedi persuadere,Milano,Mondadori, 1995,pp.182-185.Ècertoche«Napoleoneèmortodopoil1700»,ma unostudenteinterro
-
gatoin storianonavrebbela sufficienza, puravendoaffermato qualco
-
sachel’esaminatorenon puòche riconoscereessereinnegabilmentein sé vero(il1821 vienedopoil1700). Vi èricordato chequestotipodi enunciaticontravvengonoalprincipiodimassimainformatività(si sup
-
ponechechiparladia ilmassimodiinformazione possibile)eallarego
-
la delle cosiddette«implicaturescalari» (se dico«oltre mille» magari possolasciarintenderemilleecento,milleeduecento, ma nonun mi
-
lione).
I
158
Come dire il falsodicendoilvero
«Scontifino al70%».
«Sarebbecome-commentail comicoBeppe Grillo
-
seilmiosartomidicesse cheimiei pantalonimicosteran
-
nofinoacentomila lire:ealloraio glienedo duemiladili
-
re!» Manca l’indicazione dello striscione di partenza
.
Analogo modulo,in cui resta imprecisatoinvece il termi- nediarrivoo quello diconfronto,si ritrovain:
«Prezzi a partireda£. 10.000».
«Contiene finoal50%diplastica in meno».
«Dura finoacinque voltedipiù».
Meno mercantilisticoèilseguente"esempio
.
Siamoa gennaio.Alterminedi ungirodiconsultazioniri- caricatodichiara:«Nellemieconsultazioni informali hoappura-
toche tutti i partiticoncordano nella richiesta di elezioni non
oltre l’estateprossima.Pertanto lamiapropostaèdiandarealle elezioniagiugno,nell’equanime rispettodelvoleredellatotali- tàdeipartiti». È verochetutti ipartitihannoespressolavolon- tàdiandarealvoto primadell'estate;conuna piccoladifferen-
za:alcuni vorrebberoleelezioni al piùpresto, entro due mesi, altrialpiùtardi.L’indicazione dell’estateètestualmenteveritie- ra,manon pareunasoluzioneappagantepertutti.
Dinaturadiversa, mausatecon lostessointento, sono replichediplomatiche deltipo:
«Nondubiti:lasuarichiestaavràiltrattamentochemerita» [Cestinatasenzapietà.]
Belloeletterarioèl’esempiopropostodaMarina Miz- zau
.
Quando il Visconte deValmont,volubile e cinicoli-
bertino,dichiara,rivolgendosiallaignaraPresidentessade Tourvel7, chei sentimenti cheuniscono ilsuocuorea lei
7 P.-A.-F.Choderlosde Laclos, Lesliaisonsdangereuses,trad.it.Le relazionipericolose,Roma,Newton Compton,1993,lettera52,p.79.
159
Cornedire il falsodicendo ilvero
sonoinalterabili come le virtù cheli hanno fatti nascere, letteralmentedice ilvero,mapoichéil perfidoscrivente,al
contrariodellasignoradestinatariadelmessaggio,conosce benequantopocodurevolisiano lesuevirtù,ciòche affer
-
maèvero alivelloletterale, falsoalivello dipresupposti8
.
Per finire su toni più leggeri, il meccanismoqui ana
-
lizzatoèben illustratodauna vignetta9:
«Andremoafondo! Indagini severissimesuchispiava».
«Andremoafondo! Indaginiseverissime».
«Andremoafondo!»10
Altri modi di far passare un’informazione falsa sotto una copertura di verità si realizzano con manipolazioni linguistiche come l’eufemismo o il tecnicismo
.
Una pel-
licciadirat musqué èmoltopiùeleganteesivendemeglio di una di sorcio
.
La tecnica è dettata dai pubblicitari e messa in atto dai malviventi. In fondo è incontestabile che un furto siasostanzialmente un trasferimentologisti-
co dibeni
.
L'accentuazione,graficao fonica, permettea voltedi
ottenererisultati analoghi, perfidio giocosi. Giocava pro
-
babilmenteiltitolistachescelsequesta impaginazione per
8 M.Mizzau,Il falso e ilfinto, in Menzogna esimulazione,acuradi M. Bonfantinietal.,Napoli,EdizioniScientificheItaliane,1997,p.126.
9 Vistaeapprezzatasul«CorrieredellaSera»,14.10.1996.
10 Una varietà dicasiin cui siaffermail vero,maconil«sovrasco
-
po»difarassurgereilfalsosonoanalizzati daJ.M.Vincent eC.Castel
-
franchi.(C. CastelfranchieJ.M.Vincent,On theArt of Deception.How toLie whileSayingtheTruth, inPossibilitiesand Limitations ofPragma
-
tics,acura di H.Parret,M.Sbisà eJ. Verschueren, Amsterdam,John
Benjamins,1981,pp.749
-
777.)Casotipico è costituitodallastoria del fazzoletto regalato da Otelloa Desdemona evisto in mano aCassio(fattovero)perlasciar supporreche lastessa Desdemona lo avesse dato aCassio(credenza falsa).I due autori(di cuisipuòvedereancheL'arte
dell'inganno, in Menzognaesimulazione, acuradiBonfantinietal.,cit
.
fpp
.
155-
201)organizzano ifenomeni delmentiredicendoilverosotto leseguentivoci:1.Menzogne indirette.2.Insinuazioni.3.Reticenze.4.
Mezze verità.5.Presupposizioni mendaci
.
6. Ambiguità deliberata.7.
Usodi tecnicismiascopo mimetico
.
8. Fingere di voleringannare.9.
Fingeredischerzare.
h
i)
160
Comedire ilfalsodicendoilvero
darelanotiziadi una manifestazione controla criminalità organizzata:
LOTTAALLA CRIMINALITÀ,ALLAMAFIA EALGOVERNO LARICHIESTA DI UNA PRESENZA PIÙFORTE.
Persino i numeri si prestano ad essere interpretati, scomposti e manipolati. I dati di una statistica, ad esem-
pio, non sono quasi mai distribuiti in modo omogeneoe quindi all’interno di un sondaggio nazionale si possono trovarenicchie locali chedanno risultatiin controtenden
-
za rispetto a quelliglobali. Ognuno,scorrendo i risultati elettorali, puòscoprireecitare qualchedatoa propriofa
-
vore e nessuno potrà accusarlo di avere detto il falso: è sempre unaverità, perquantodimezzataed enfatica
.
Sipossonodareviceversa situazioniin cuidire ilfalso èl'unico modo per ripristinare ilvero.Illustriamoilcaso con una storiella mutuata da Casamayor
.
Un bel giorno, davvero radioso, capita che uno dica: «È bello».Parolebanali,parolesolodettee nonscritte,ma non ne- cessariamente volatili, come recita un proverbio ingannevole.
Passail tempoeilclima siguasta,vienel’invernoe unabufera dineve.Unodeitantimalevolidicui èpienoilmondo rinfaccia pubblicamentealmalcapitato,cheinpienaestatesierarallegra-
to perlasplendidagiornata, lasuaaffermazione:«Sapete cosa ha detto,questoqui?Cheèbello».Risultato:sbalordimentodel
pubblicoe ridicolo sullosventurato. «È fuori di testa. Nonsa piùquelchedice.»Il poveracciotenteràdiprotestarenegando l’affermazioneincongrua.Ma l’aggressore,contuttala disinvol- turaelaseverità inquisitoria richiestedalruolochesiè assunto,
dirimando: «L’hai detto,sìono?».Perluinonv’èscampo,se nonponendosialla pari del perfidosobillatore,mentendo spu- doratamente come lui, più di lui e insistendo: «No, non l’ho detto. Ti sfido a dimostrarlo». Solo la menzogna, sguainata al
momentogiusto,lo salveràeripristineràlaverità.
Seinveceuno resta paralizzatodall’impudenza dell’aggres- soreedalla propriaonestà,èfinito. Cominceràcoli’ammettere
chesì,èverochelo ha detto.Ildiffamatoreallargheràle braccia inungestodi definitiva confermae condanna: «Cosa vi avevo
detto?»
161
Il calunniato cercherà allora di giustificarsi con un «Sì,
ma...». Questo«ma»saràlasuafine.Perquantotentidispiega
-
reche l’ha sì detto, ma era agosto, si trattava di una naturale»
espressione di gioia di vivere, verrà nuovamente interrotto;
«Cerca cavilli,l’ipocrita!»
Quanto piùilbersaglio è bravoeonesto,comedovrebbero essere gli uomini,tantopiùsiindignerà esprofonderà nella ver
-
gognall
.
Lamorale provocatoria diquestastoriella èche«se si vuole essere onesti, si ricordi che non si può vivere da
onesti, se non si èesperti nell'arte diingannare»
.
L'accu-
satore impudentevincesoloacondizione cheabbia ache fare con un uomo onesto ingenuo. Se questo individuo
onestoconosceitrucchi lisapràsmascherare;esesareci
-
tare discretamente, capovolgerà il risultato rimettendo le cose a posto.
Sipotrà utilizzarequestoaneddotoperfarfronteasi
-
tuazioni imbarazzanti,da cui èdifficile uscire bene conle
purae sempliceveritàoconlasupremafinezza dellamez
-
za verità
.
11 Casamayor,L'aridetrahir,Paris,Gallimard, 1972,pp.118
-
12}Significatividellospirito provocatoriamenteeterodossodiquestoauto re,solo inapparenza cinicamenteamorale,sonoaltri titoli disueopere Désobéissance,Paris,Seuil,1968,Si/étaisjuge,Paris,Arthaud,1970,
^
bas la vertu, Paris,Julliard, 1976, La mystification,Paris, Gallimard
1977. 162