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(1)

Regione Veneto Provincia di Treviso

Comune di Trevignano

DISCARICA PER RIFIUTI INERTI DENOMINATA "POSTUMIA 2"

AMPLIAMENTO

RELAZIONE TECNICO – DESCRITTIVA

Data: marzo 2010 Cod.: 1423/1

Committente

Progetto e Studio di Impatto Ambientale:

Studio Tecnico Conte & Pegorer ingegneria civile e ambientale

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: contepegorer@libero.it

tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

Consulenza geotecnica e idraulica:

A1

(2)

INDICE

1  PREMESSE ... 5 

1.1  IDENTITÀ DEL RICHIEDENTE ... 5 

1.2  PRESENTAZIONE DELLA DITTA ... 5 

1.3  AUTORIZZAZIONI ATTUALI ... 5 

1.4  CRONISTORIA AMMINISTRATIVA ... 6 

1.5  AREA DI UTENZA / PRODUZIONE DI RIFIUTI ... 9 

2  INQUADRAMENTO DEL SITO (TAV. B01) ... 10 

2.1  COLLOCAZIONE GEOGRAFICA ... 10 

2.2  SISTEMA VIARIO ... 11 

2.3  INQUADRAMENTO CATASTALE SUPERFICI INTERESSATE ... 12 

2.4  DISPONIBILITÀ DEL SITO ... 12 

2.5  INQUADRAMENTO URBANISTICO ... 12 

3  INQUADRAMENTO NORMATIVO DEL PROGETTO ... 20 

3.1  ELENCO DELLE PRINCIPALI NORME DI COMPETENZA ... 20 

3.2  CLASSIFICAZIONE NORMATIVA DELLINTERVENTO ... 21 

3.3  VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ DEL PROGETTO ALLA PROCEDURA V.I.A. ... 21 

3.3.1  Descrizione sommaria del progetto ... 21 

3.3.2  Valutazione di Impatto Ambientale di competenza statale. ... 22 

3.3.3  Valutazione di Impatto Ambientale di competenza regionale o provinciale ... 22 

D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 s.m.i. ... 22 

L.R. 26 marzo 1999, n. 10 e s.m.i. ... 22 

3.3.4  Conclusioni ... 23 

3.4  ENTI COMPETENTI PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI NECESSARIE ... 23 

4  STATO ATTUALE (TAV. B02) ... 25 

4.1  CARATTERISTICHE DEL SITO ... 25 

4.2  LE AREE CONFINANTI ... 29 

4.3  CARATTERISTICHE VEGETAZIONALI ... 29 

4.4  CARATTERISTICHE GEOLOGICHE ... 31 

4.5  ATTIVITÀ SVOLTA ATTUALMENTE DALLA DITTA IN CORRISPONDENZA DEL SITO ... 31 

5  CARATTERISTICHE DEL PROGETTO AUTORIZZATO (TAV. B03) ... 32 

5.1  BACINO DI DISCARICA ... 32 

5.2  QUANTITÀ E MOVIMENTO MEZZI ... 33 

5.3  SISTEMAZIONE FINALE ... 33 

5.4  RICOMPOSIZIONE AMBIENTALE ... 34 

6  CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO IN PROGETTO (TAV. B04÷B10) ... 35 

6.1  PREMESSA ... 35 

6.2  IMPOSTAZIONE DELLA PROGETTAZIONE ... 35 

6.2.1  Obiettivi ... 35 

Finalità dell’intervento ... 35 

(3)

Rifiuti da conferire ... 36 

6.2.2  Vincoli e prescrizioni derivanti dalla normativa vigente ... 38 

Decreto Legislativo del 13 gennaio 2003 n. 36 ... 38 

o  Barriera geologica (punto 1.2.2.) ... 39 

o  1.2.3. Copertura superficiale finale ... 40 

o  1.3. Controllo delle acque ... 41 

Legge Regionale 21 gennaio 2000, n. 3: “Nuove norme in materia di gestione dei rifiuti”. ... 41 

6.2.3  Relazione dell’intervento con il progetto autorizzato ... 42 

6.2.4  Opere di mitigazione ... 43 

6.3  FASIPROGETTUALI ... 43 

6.3.1  Preparazione preliminare ... 44 

Piezometri di monitoraggio falda ... 44 

Vasche di raccolta percolato ... 45 

Movimenti terra ... 46 

o  Riprofilatura delle scarpate ... 46 

o  Spianamento del fondo ... 47 

o  Rilevato di contenimento ... 47 

o  Gestione delle terre di scavo e bilancio degli sterri e riporti ... 48 

Reti tecnologiche ... 49 

Aree verdi e piantumazioni ... 49 

Cartellonistica ... 49 

Sistemazione idraulica ... 49 

6.3.2  Predisposizione del bacino di discarica ... 51 

6.3.3  Conferimento rifiuti ... 54 

Capacità della discarica ... 54 

Durata della discarica ... 55 

Movimento mezzi di trasporto ... 56 

o  Traffico indotto dall’impianto ... 56 

o  Viabilità esterna ... 57 

o  Viabilità interna ... 57 

6.3.4  Sistemazione finale ... 58 

Copertura finale ... 58 

Morfologia finale ... 58 

6.3.5  Ripristino paesaggistico ... 60 

Rafforzamento della vegetazione esistente ... 61 

Inerbimento dei pendii ... 61 

Inerbimento della superficie sommitale ... 61 

Creazione di zone boscate ... 62 

Elenco delle specie vegetali impiegate ... 62 

6.4  MEZZI ED ATTREZZATURE ... 63 

(4)

7  CAUSE DI PERICOLO PER LA SALUTE DEGLI ADDETTI ... 64  8  GARANZIE FINANZIARIE ... 66  9  IMPORTO PROGETTUALE ... 66 

(5)

1 PREMESSE

Il progetto di seguito descritto riguarda l’ampliamento della discarica per rifiuti inerti denominata “Postumia 2” ubicata in comune di Trevignano, località “Pilastroni”, della Ditta POSTUMIA CAVE s.r.l.

1.1 IDENTITÀ DEL RICHIEDENTE

La proposta è avanzata dalla Ditta:

POSTUMIA CAVE s.r.l.

sede in Bassano del Grappa (VI) Viale delle Fosse, 7 Amministratore:

Sig. Ferruccio Guidolin, nato a Castelfranco V.to il 17 novembre 1943 e residente in Via scuole n.22 in Salvarosa di Castelfranco V.to (TV)

La Ditta citata ha la disponibilità dei terreni interessati e gestirà tutte le fasi di realizzazione dell’intervento.

1.2 PRESENTAZIONE DELLA DITTA

POSTUMIA CAVE s.r.l. è un’Azienda del Gruppo Guidolin ed opera nel settore estrattivo della ghiaia dalla metà degli anni 80.

La Ditta fornisce tout-venant (ghiaia in natura) dalle cave di proprietà e lavorazioni secondarie della ghiaia attraverso un impianto specializzato per la frantumazione e la vagliatura del materiale ghiaioso ottenendo: stabilizzato 0/30, ghiaione 0/60, ciottolo 0/80.

Il Gruppo è in possesso di una flotta di automezzi specializzati al trasporto ed alla lavorazione del materiale nel cantiere.

Il Gruppo Guidolin è certificato ISO 9001:2008 per le categorie: OG1, OG2, OG6 e OS1 e si attiva costantemente per il rinnovo del proprio Sistema Qualità UNI EN ISO 9001.

1.3 AUTORIZZAZIONI ATTUALI

L’attuale discarica è stata autorizzata con Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 08 luglio 2008 n. 484/2008 e con Decreto del Dirigente della Provincia del 24 settembre 2009, n. 515 (approvazione del progetto di variante).

(6)

1.4 CRONISTORIA AMMINISTRATIVA

Il progetto della discarica per rifiuti inerti denominata “Postumia 2” sita in Comune di Trevignano, in esercizio, è stato approvato con Decreto del Dirigente Provinciale del 27 giugno 2007, n. 383. Di seguito è illustrata la cronistoria amministrativa del sito.

• 2002 – Delibera della Giunta Regionale del Veneto del 19 luglio 2002 n. 1936: la più recente autorizzazione, della cava denominata "POSTUMIA" in località “Pilastroni”, Comune di Trevignano,

• 2005 - Nota della Ditta del 15 marzo 2005: la Postumia Cave s.r.l. presenta alla Provincia di Treviso il progetto di nuova discarica per rifiuti inerti di cui all’art. 4 del D.Lgs 36/2003 da realizzarsi in comune di Trevignano.

• 2005 - Nota della Ditta del 03 maggio 2005: inoltro alla Provincia di Treviso delle integrazioni al progetto presentato.

• 2005 - C.T.P.A. del 24 maggio 2005: parere favorevole subordinato ad alcune integrazioni aggiuntive:

− copertura di almeno 80 cm sopra i tubi di drenaggio del percolato sul fondo della discarica per evitarne lo schiacciamento;

− installazione in posto di una centralina per il rilevamento dei dati meteorologici quale condizione essenziale per l’efficacia;

dichiarazione di esaurimento della fase estrattiva della area di cava sita nella zona interessata dalla discarica.

• 2005 – Nota della Ditta del 03 ottobre 2005: trasmissione alla Provincia di Treviso delle integrazioni aggiuntive.

• 2006 – Nota della Ditta del 09 ottobre 2006: trasmissione alla Provincia di Treviso della dichiarazione di esaurimento della fase estrattiva della area di cava sita nella zona interessata dalla discarica.

• 2006 – Nota della Ditta del 03 novembre 2006: richiesta di variante non sostanziale al progetto approvato in ordine alla quale si registra:

− il rigetto della richiesta di eseguire lo scarico dei rifiuti dall’alto;

− l’accoglimento della proposta di invertire i Lotti 1 e 2;

− l’accoglimento del limitato spostamento verso Nord della collocazione del serbatoio per la raccolta del percolato.

(7)

• 2007 – Nota dell’A.R.P.A.V. del 04 giugno 2007 (prot. n. 71585) e del 27/07/2007 (prot. 97046): l’ARPAV, dipartimento provinciale di Treviso, autorizza, per la ricomposizione della cava, l’impiego del terreno argilloso limoso proveniente dai lavori di realizzazione del nuovo sottopasso S.F.M.R. – Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale – Lotto A (tratta Castelfranco Veneto-Mestre).

• 2007 – Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 27 giugno 2007, n.

383/2007: approvazione con prescrizioni del progetto di realizzazione e gestione operativa della discarica per rifiuti inerti, denominata “Postumia 2”, nel Comune di Trevignano, Fg. 8°, M.N. 30a/p, 17/p,19a/p, 33/p, 57a/p, 78/p, 62/p.

• 2007 – Dichiarazione di inizio lavori del 09 agosto 2007: la Ditta comunica alla Provincia di Treviso Settore Ecologia e Ambiente l’inizio dei lavori di approntamento del fondo discarica del Lotto 1, Lotto 2 e Lotto 3.

• 2007 - Nota della Ditta del 28 agosto 2007: rettifica della precedente nota del 09 agosto 2007 con la quale la Ditta comunica alla Provincia di Treviso Settore Ecologia e Ambiente che i lavori di approntamento non riguarderanno il Lotto 3 della discarica in adempimento a quanto previsto in premessa dal decreto di approvazione e autorizzazione.

• 2008 - Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 20 marzo 2008 n.

231/2008 di modifica dell’art. 6 del D.D.P. n. 383/2007.

• 2008 - Dichiarazione di fine lavori del 19 giugno 2008 a firma dell’Ing. Milko Roncato:

ultimazione dei lavori di approntamento del fondo del lotto 1 e 2, dei primi 3 metri della scarpata lotto 1, dell’installazione della centralina meteorologica, del ripristino della vasca di lavaggio ruote e della costruzione delle vasche di raccolta del percolato.

• 2008 - Certificato di collaudo (ai sensi del’art. 25 della L.R. 3 /2000) del 10 giugno 2008, relativo al lotto 1 stralcio 1, a firma dell’Ing. Nicola Petri.

• 2008 - Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 08 luglio 2008 n.

484/2008: autorizzazione al conferimento di rifiuti nel solo lotto 1 – stralcio 1 della discarica, per uno spessore massimo di 3 metri e richiesta di presentare un progetto di variante relativa alla predisposizione del lotto 3.

• 2008 - Nota della Ditta del 16 settembre 2008: la Ditta trasmette alla Provincia di Treviso il progetto di variante.

(8)

• 2008 - Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 23 settembre 2008, n.

650/2008: modifica dell’art. 5 del D.D.P. n. 383 del 27 giugno 2007 con cui è specificato che i materiali limosi da utilizzare come recupero R10 attraverso la realizzazione dell’impermeabilizzazione del fondo e delle scarpate della discarica devono corrispondere al codice CER 01.04.12.

• 2008 – Delibera della Giunta Regionale del Veneto del 14 ottobre 2008:

autorizzazione alla coltivazione in variante della cava.

• 2008 – Relazione istruttoria della Provincia di Treviso del 19 ottobre 2008: non è accolto il progetto di variante presentato con nota del 16 settembre 2008 mentre è ritenuta accettabile la richiesta di recuperare la distanza di 150 m dai fabbricati residenziali attraverso il riporto di limo o terreno vegetale o misto tra i due, previa verifica di stabilità delle scarpate.

• 2009 – Comunicazione della Provincia di Treviso del 30 gennaio 2009: richiesta di ulteriori integrazioni e convocazione di incontro istruttorio.

• 2009 – Decreto del Dirigente Regionale dell’11 febbraio 2009, n. 17: estinzione parziale della cava.

• 2009 – Incontro istruttorio del 19 febbraio 2009: incontro istruttorio in merito alla richiesta di variante di cui alla nota del 10 settembre 2008 riassunto nei seguenti punti:

− Il lotto 3 è da inquadrarsi nell’ambito della discarica: non è ammesso il recupero tramite operazione R10 ma solo l’operazione di smaltimento;

− chiarimenti in merito alla volumetria che deve mantenersi in ogni caso inferiore ai 100.000 m3 (limite previsto dalla normativa oltre il quale è richiesta la procedura di V.I.A.);

− non è ritenuto idoneo l’approntamento delle scarpate per stralci verticali (partendo dal fondo: 0 m – 3 m, 3 m – 15 m e 15 m – ciglio superiore) se questo riguarda anche il riporto dei terreni per mantenere la distanza di rispetto di 150 m dalle abitazioni: le terre da scavo poste in opera sopra l’approntamento rischiano di determinare un approntamento discontinuo e probabilmente interrotto nei punti di passaggio;

− chiarimenti in merito al conferimento dei rifiuti dall’alto tramite la strada di servizio sulla scarpata.

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• 2009 – Nota della Ditta dell’11 febbraio 2009: la Ditta trasmette un nuovo progetto di variante, sostitutivo di quanto trasmesso con nota del 16 settembre 2008.

• 2009 – Nota della Ditta del 23 giugno 2009: trasmissione di approfondimenti tecnici relativi la stabilità dei versanti in approntamento e il dimensionamento della rete di raccolta e smaltimento delle acque di drenaggio superficiale.

• 2009 – Parere della Commissione Tecnica Provinciale Ambiente espresso in data 17 luglio 2009: parere favorevole con stralcio di alcuni codici CER, subordinato all’invio da parte della Ditta di alcune integrazioni.

• 2009 – Nota della Provincia del 21 luglio 2009: comunicazione alla Ditta dell’esito favorevole della C.T.P.A. del 17 luglio 2009 subordinando l’approvazione definitiva del progetto di variante all’invio delle integrazioni prescritte della Commissione.

• 2009 – Denuncia di Inizio Attività del luglio 2009: la Ditta trasmette al Comune la D.I.A. per la realizzazione di un nuovo stoccaggio provvisorio.

• 2009 – Nota della Ditta del 30 luglio 2009: la Ditta trasmette le integrazioni richieste.

• 2009 – Decreto del Dirigente della Provincia del 24 settembre 2009, n. 515:

approvazione del progetto di variante.

• 2009 – Decreto del Dirigente della Provincia del 29 settembre 2009, n. 523:

integrazione dei rifiuti conferibili.

1.5 AREA DI UTENZA / PRODUZIONE DI RIFIUTI

La discarica in oggetto è destinata ad accogliere i rifiuti provenienti dai cantieri della provincia di Treviso e, secondariamente, delle province limitrofe.

I materiali conferiti saranno prodotti dalle attività edilizie relative, soprattutto, agli interventi di demolizione, ristrutturazione ed escavazione. Si tratta, quindi, di rifiuti inerti giudicati non idonei, dal punto di vista economico, ad essere trattati in altri impianti per il recupero di materia prima secondaria.

(10)

2 INQUADRAMENTO DEL SITO (TAV. B01)

2.1 COLLOCAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è ubicato nell’alta pianura della provincia di Treviso, nel territorio compreso fra i centri abitati di Montebelluna, Castelfranco Veneto e Treviso.

La cava “Postumia 2” è ubicata, in particolare, nel settore meridionale nel Comune di Trevignano, in località “Pilastroni” immediatamente a Nord del Canale denominato “Della Vittoria” che segna anche il confine con il comune di Istrana.

Figura 1: inquadramento geografico con indicato il perimetro della cava (contorno nero) e del nuovo bacino di discarica (contorno rosso)

(11)

Il territorio si presenta pianeggiante destinato in prevalenza alla coltivazione di seminativi.

Il paesaggio è rappresentato da distese monotone di campi agricoli delimitati da siepi, canalette e dalla viabilità rurale. L’edificato si concentra, al di fuori dei centri abitati maggiori, in modo lineare lungo le arterie principali o in agglomerati di piccole e medie dimensioni in corrispondenza degli incroci stradali o delle emergenze architettoniche religiose.

2.2 SISTEMA VIARIO

La viabilità della zona è ben sviluppata e consente un facile collegamento sia con Montebelluna, sia con le aree situate nei dintorni di Treviso e Castelfranco Veneto.

Figura 2: stradario con indicato il sito d’intervento

(12)

L’accesso della discarica è posto lungo la Strada Provinciale n. 68 "Di Istrana" che permette il collegamento, a Nord, con la Strada Statale n. 248 “Schiavonesca Marosticana” (Bassano – Montebelluna – Conegliano) e, a Sud, con la Strada Provinciale n. 102 "Postumia Romana" (Castelfranco Veneto – Villorba – Maserada).

L’inserimento sulla rete autostradale è consentito tramite il casello Treviso Nord sulla A27, dopo aver percorso la S.P. n. 102.

2.3 INQUADRAMENTO CATASTALE SUPERFICI INTERESSATE

L’area oggetto dell’intervento rientra in un’area di cava iscritta al Catasto Terreni come segue:

− comune di Trevignano

− foglio 8

− mappali n. 17, 32, 33, 36, 37, 47, 48, 61, 62, 63, 64, 65, 102, 103, 104, 105, 106, 118, 119, 120, 162, 183, 184, 185, 189, 203, 204, 205, 206, 326, 426, 427, 428, 429, 430, 431, 432, 433, 434, 435, 436, 437, 438, 439, 440, 441, 442, 443, 444, 445, 446, 447.

Dei mappali elencati solo i seguenti sono utilizzati per la realizzazione del nuovo bacino di discarica:

Mappali: 17, 33, 61, 62, 105, 118, 119, 562, 578, 581, 584, 587.

La superficie interessata dall’intervento è di circa 65.000 m2.

2.4 DISPONIBILITÀ DEL SITO

La Ditta Postumia Cave S.r.l. è proprietaria del sito come dimostrato nella documentazione allegata. (ALL. A1.1 - DOCUMENTAZIONE COMPROVANTE LA PROPRIETÀ E/O DISPONIBILITÀ DELLAREA).

2.5 INQUADRAMENTO URBANISTICO

Il Piano Regolatore Generale (P.R.G.) vigente del Comune di Trevignano, approvato in origine con DGR n. 5507 del 25.09.1992, a cui sono succedute alcune varianti parziali approvate con DGR n. 3505 del 30.09.1998, con DGR n. 3515 del 19.10.1999, con DGR n. 684 del 14.03.2003, con DGR n. 3261 del 23.10.2003 e, da ultimo, con DGR n. 383 del 20/02/2007, riporta per il sito in oggetto le seguenti indicazioni:

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− Zona agricola E2

− Coltivazioni di cava

− Fasce di rispetto e distanze di sicurezza (fascia di rispetto stradale)

Figura 3: estratto dell’elaborato grafico allegato al P.R.G. con individuata l’area d’intervento (contorno nero: cava – contorno rosso:

discarica) e le indicazioni relative al sito d’intervento

Le Norme di Attuazione definiscono le zone agricole E2, più precisamente: zone di primaria importanza per la funzione agricolo-produttiva.

Le norme riportano, per le zone agricole, le definizioni e le prescrizioni per i fondi rustici, gli annessi rustici, gli allevamenti zootecnici intensivi e per gli impianti di acquacoltura; opere che esulano dal contesto dell’intervento in oggetto.

(14)

L’articolo 38 quinques “Vegetazione in zona agricola” tratta le protezioni per gli “elementi vegetali” in zona agricola. Nel lotto d’intervento sono presenti lungo il perimetro filari e siepi che corrispondono alle definizioni citate nell’articolo. Questi non saranno oggetto di modifica, salvo i normali interventi di manutenzione e di eventuale integrazione.

L’intervento comporta l’asporto di alcuni settori arborei presenti sulle scarpate. Si tratta di sesti d’impianto che non rientrano fra le macchie boscate oggetto di tutela.

La fascia di rispetto, relativa alla Strada Provinciale, interessa i terreni compresi entro i 30 m dal ciglio stradale. Entro tale fascia non sono previste nuove edificazione ma solo il ripristino morfologico della porzione di cava in essa ricadente attraverso l’attività di discarica. Gli interventi finali, inoltre, rientrano nella categoria “piantumazione e sistemazione a verde” specificatamente consentite dalle Norme di Attuazione.

Il sito rientra nell’ambito di un’area oggetto di coltivazione di cava. Si specifica che l’intervento consiste nell’ampliamento di una discarica autorizzata.

In allegato è prodotto il Certificato di Destinazione Urbanistica (A1.2 – Certificato di Destinazione Urbanistica) che conferma la zonizzazione precedente descritta specificando, inoltre, che il sito ricade in una zona a repulsione totale. Tale indicazione è riferita alla localizzazione degli insediamenti zootecnici, come specificato all’art. 38 bis delle Norme di Attuazione, ed esula dal contesto dell’intervento in oggetto.

(15)
(16)
(17)
(18)

(…omissis…)

(19)

(20)

3 INQUADRAMENTO NORMATIVO DEL PROGETTO

3.1 ELENCO DELLE PRINCIPALI NORME DI COMPETENZA

L’opera in oggetto rientra nelle competenze delle seguenti principali norme (e successive modifiche ed integrazioni):

• LEGGE REGIONALE 21 GENNAIO 2000, N. 3: “Nuove norme in materia di gestione dei rifiuti”.

Legge della Regione Veneto che detta norme in materia di gestione dei rifiuti, in conformità al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggi”, e successive modificazioni, nel rispetto dei principi di economicità, efficienza ed efficacia assicurando, nel contempo, le massime garanzie di protezione dell’ambiente e della salute nonché di salvaguardia dei valori naturali e paesaggistici e delle risorse del pianeta.

• DECRETO LEGISLATIVO 13 GENNAIO 2003, N. 36: “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”.

Stabilisce requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure procedure e orientamenti tesi a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente, in particolare l’inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica.

Gli allegati definiscono i criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica (allegato 1) e i piani di gestione operativa, di ripristino ambientale, di gestione post operativa, di sorveglianza e controllo, finanziario (allegato 2).

• DECRETO MINISTERIALE 3 AGOSTO 2005: “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica.”

Il decreto stabilisce i criteri e le procedure di ammissibilità dei rifiuti nelle discariche, in conformità a quanto stabilito dal decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36. Esso descrive la caratterizzazione di base di ciascuna tipologia di rifiuti conferiti in discarica, la verifica di

(21)

conformità, le tipologie dei rifiuti da conferire in ogni categoria di discarica con relativi limiti e restrizioni.

• DECRETO LEGISLATIVO DEL 03 APRILE 2006, N. 152: “Norme in materia ambientale” e successive modifiche ed integrazioni.

Decreto suddiviso in sei parti dove sono trattate, in particolare, le procedure per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC) (parte seconda) e la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati (parte quarta). Il cosiddetto “testo unico” abroga espressamente e sostituisce il D.Lgs. n. 22/97.

3.2 CLASSIFICAZIONE NORMATIVA DELLINTERVENTO

In base alla normativa citata in precedenza ed, in particolare, al D.Lgs. 13 gennaio 2003, n. 36: "Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti" e al D.M. 3 agosto 2005: “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica”, l’impianto rientra nella categoria delle discariche per rifiuti inerti.

3.3 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ DEL PROGETTO ALLA PROCEDURA V.I.A.

3.3.1 Descrizione sommaria del progetto

La seguente descrizione permette di individuare la categoria dell’impianto indicata nelle normative e verificarne la sua assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

Il progetto consta nell’ampliamento di una discarica controllata per rifiuti inerti della seguente superficie:

− Sup. nuovo bacino di discarica: 65.050 m2

− Sup. bacino autorizzato: 22.000 m2

− Sup. ampliamento: 43.050 m2

L’incremento di rifiuti conferiti presso l’impianto è calcolato come segue:

− capacità complessiva nuova discarica: 1.129.060 m3

− capacità discarica autorizzata: 99.000 m3

− capacità complessiva solo ampliamento: 1.129.060 – 99.000 = 1.030.060 m3

(22)

Il sito non ricade all’interno di aree naturali protette.

3.3.2 Valutazione di Impatto Ambientale di competenza statale.

L’opera NON RICADE nell’allegato II “Progetti di competenza statale” della parte II del D.Lgs 152/06 così come modificato dal D.Lgs 16 gennaio 2008, n. 4.

3.3.3 Valutazione di Impatto Ambientale di competenza regionale o provinciale

D.LGS 3 APRILE 2006, N.152S.M.I.

Gli artt. 20-28 della Parte Seconda del D.Lgs 152/2006 così come modificato dal D.Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 specificano l’ambito di applicazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

La categoria dell’impianto in oggetto RICADE nell’allegato III “Progetti di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano”:

p) Discariche di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a 100.000 m3 (operazioni di cui all'allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); discariche di rifiuti speciali non pericolosi (operazioni di cui all'allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del decreto legisaltivo 152/2006), ad esclusione delle discariche per inerti con capacità complessiva sino a 100.000 m3.

L.R.26 MARZO 1999, N.10 E S.M.I.

In base alle Deliberazioni della Giunta Regionale n. 308 del 10 febbraio 2009 e n. 327 del 17 febbraio 2009 la L.R. 26 marzo 1999, n. 10 è sostanzialmente variata in attuazione delle prescrizioni del D.Lgs 16 gennaio 2008, n. 4.

La delibera n. 327 del 17 febbraio 2009 correla le categorie d’opere soggette alla valutazione elencate negli allegati alla L.R. 10/99 con quelle riportate negli allegati III e IV del D.Lgs 4/2008, al fine dell’individuazione dell’ente competente alla procedura (Provincia o Regione).

L’impianto RICADE, come citato, nella seguente categoria d’opera riportata nell’allegato III del D.Lgs 4/2008:

“p) Discariche di rifiuti … ad esclusione delle discariche per inerti con capacità complessiva sino a 100.000 m3.”

La categorie corrisponde alla seguente lettera dell’allegato A1-bis:

(23)

“e) Discariche per inerti con capacità complessiva superiore a 100.000 m3.”

L’ente competente è la Provincia ai sensi dell’articolo 4 comma 2 della Delibera della Giunta Regionale del 17 febbraio 2009, n. 327

3.3.4 Conclusioni

Le caratteristiche tipologiche e dimensionali dell’impianto PREVEDONO l’applicazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi della normativa regionale e della normativa statale.

In allegato al progetto è prodotto, come richiesto dalla normativa, lo Studio di Impatto Ambientale.

3.4 ENTI COMPETENTI PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI NECESSARIE

Il progetto è sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di competenza provinciale ai sensi dell’articolo 4 comma 2 della Delibera della Giunta Regionale del 17 febbraio 2009, n. 327.

La presente istanza chiede, inoltre, l’applicazione dell’art. 208 comma 6 del D.Lgs 152/2006 e quindi che “l’approvazione costituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico …”.

Il progetto non è soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale poiché non rientra nelle categorie elencate nell’allegato I al D.Lgs. 18 febbraio 2005, n.59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento”.

Le discariche per rifiuti, in particolare, rientrano nella seguente categoria:

“5.4. Discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.”

Sono escluse, quindi, le discariche per rifiuti inerti.

Il progetto è soggetto alla Valutazione di INCidenza Ambientale – procedura di Screening, ai sensi della deliberazione della Giunta Regionale n. 3173 del 10 ottobre 2006 “Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R.

357/1997. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative”

(24)

Per i progetti assoggettati a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), la valutazione d’incidenza è compresa nell’ambito della stessa procedura.

Non sono previste opere che richiedono l’avanzamento al Comune di Trevignano della Denuncia di Inizio Attività o del Permesso di costruire ai sensi degli art. 22 e 10 del D.P.R.

6 giugno 2001, n. 380 e s.m.i..

La gestione delle acque comporta la richiesta di autorizzazione allo scarico delle acque reflue industriali non recapitanti in fognatura ai sensi del decreto legislativo n. 152/06.

Ente competente per il rilascio dell’autorizzazione è la Provincia di Treviso.

Con il presente progetto sono forniti gli elementi necessari per la richiesta dell’autorizzazione citata. È fornita, in allegato, relazione di compatibilità idraulica realizzata ai sensi del Dgr del 10/05/06, n.1322 (ALL. A4: RELAZIONE IDRAULICA E DI COMPATIBILITA).

L’attività svolta non rientra specificatamente, per tipologia e dimensioni, fra le categorie oggetto di visita e controllo ai fini del rilascio del "Certificato di Prevenzione Incendi" C.P.I.

ai sensi del D.M. 16 febbraio 1982.

(25)

4 STATO ATTUALE (TAV. B02)

4.1 CARATTERISTICHE DEL SITO

Il rilievo topografico eseguito nel novembre 2008, e i vari sopraluoghi effettuati in tempi diversi, hanno permesso di realizzare la rappresentazione grafica dei luoghi. La documentazione fotografica allegata (ALL. A1.3 – Documentazione fotografica) fornisce ulteriori indicazioni sulle caratteristiche degli spazi oggetto dell’intervento.

Le operazioni di rilievo topografico sono state eseguite con l'ausilio di una stazione totale integrata e sono state riferite alle quote della Carta Tecnica Regionale del Veneto.

Il rilievo è stato infine georeferenziato sulle coordinate cartografiche Gauss Boaga fuso Ovest.

All'interno dell'area di cava sono posizionati n° 4 capisaldi, da utilizzare per le verifiche future, individuabili sul posto come segue:

• CS1: quota 66,63 m s.l.m. – Chiodo su piattaforma in calcestruzzo sita vicino all’ingresso Sud della cava e in prossimità del piezometro P3.

• CS2: quota 66,91 m s.l.m. – Chiodo su pilastro calcestruzzo a quota campagna posto a circa metà del lato Sud della cava.

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• CS3: quota 68,91 m s.l.m. - Chiodo su piattaforma in calcestruzzo lungo il lato Nord della cava.

• CS4: quota 68,40 m s.l.m. – Spigolo Sud/Est sopra marciapiede del fabbricato ad uso ufficio.

Il rilievo topografico, e i sopralluoghi successivi accompagnati da rilievi fotografici, hanno messo in luce le caratteristiche morfologiche, vegetazionali e dei manufatti presenti all’interno dell’area in disponibilità.

Si fa presente che la cava presenta dei settori attivi e, quindi, le caratteristiche morfologiche descritte di seguito, e rappresentate nella tavola allegata, potranno non corrispondere allo stato luoghi rilevabili in tempi successivi alla data del rilievo (novembre 2008).

L’intervento è realizzato all’interno di una cava di ghiaia di superficie di circa 32 ettari.

Il sito è dotato di recinzione perimetrale di diversa tipologia che lo rende completamente inaccessibile, se non dagli ingressi stabiliti. L’area è delimitata frontalmente, lato Ovest verso la provinciale, da una recinzione, in elementi prefabbricati, abbinata ad una siepe sempreverde. Sul lato Sud il muretto è sostituito, dopo 140 m dal vertice Sud Ovest, dove è presente un ingresso secondario, da una rete metallica e dalla stessa tipologia di siepe.

La rete e la siepe percorrono i rimanenti lati del confine dell’area fino all’ex discarica di rifiuti di amianto presente in prossimità del vertice Nord Ovest. La siepe è assente, in

(27)

pratica, solo in corrispondenza dei punti di accesso e nel tratto di delimitazione con l’ex discarica.

Lungo il lato Est e parte del lato Nord è presente anche una canaletta in calcestruzzo consortile.

L’ingresso principale ha larghezza 10 m ed è posto lungo la provinciale e in posizione rientrata rispetto al nastro stradale. È dotato di cancello in carpenteria metallica ad apertura a doppia anta.

Nell’area d’ingresso è presente una pavimentazione in asfalto, un edificio ad uso uffici e servizi con annesso locale e tettoia per il ricovero di veicoli e mezzi d’opera e un contenitore gasolio con distributore.

Ai margini dell’area d’ingresso è presente uno stoccaggio provvisorio realizzato in tempi più recenti rispetto alla data del rilievo topografico.

La superficie pavimentata dell’area d’ingresso è collegata all’unica rampa, anch’essa asfaltata, che conduce al fondo cava.

Lungo il ciglio superiore è presente un’ampia fascia con strada perimetrale che permette un agevole transito dei mezzi d’opera. L’ampiezza di questa fascia ha permesso, in alcuni tratti, lo sviluppo di evidenti aree alberate che integrano la sistemazione paesaggistica prevista dalla ricomposizione finale del progetto della cava.

La depressione di cava ha una forma rettangolare non particolarmente allungata con lati maggiori che si sviluppano in direzione Est - Ovest.

Le scarpate sono, in prevalenza, ricomposte e regolari con pendenza non elevata (angolo di pendio inferiore a 35°) e rinverdite. La scarpata Nord è, invece, meno regolare perché ancora oggetto dell’attività estrattiva. I versanti sono interrotti da un gradone regolare che ripercorre gran parte del perimetro e presentano, in alcuni settori, gli impianti arborei ed arbustivi previsti dal progetto di ricomposizione finale della cava.

La scarpata Ovest è anch’essa oggetto di trasformazione perché è in corso la predisposizione e la coltivazione dei lotti della discarica per rifiuti inerti autorizzata.

Le caratteristiche della morfologia del fondo cava testimoniano lo stato di avanzamento dell’attività estrattiva:

− il settore Sud, che copre circa un terzo del fondo, presenta lo strato di terreno di copertura;

− un’ampia fascia centrale ad andamento pianeggiante, mostra ancora i terreni in posto;

(28)

− la restante porzione Nord presenta un terrazzamento in corso di sbancamento.

Il terrazzamento ha un dislivello di circa 10 m ed è collegato al fondo da una rampa posta in corrispondenza della base della rampa principale.

L’attività estrattiva è ancora attiva in prossimità del vertice Nord Est dove è installato un impianto mobile di vagliatura e un sgrossatore.

La porzione Ovest della cava, come citato, è sede della discarica di rifiuti inerti oggetto della presente istanza di ampliamento. In quest’area stanno terminando i lavori di predisposizione del lotto 3.

In corrispondenza del sedime della discarica è presente la struttura, in c.a., che contiene due vasche di raccolta del percolato di capacità complessiva di 70 m3, posta a ridosso del lotto 1, collegata alle tubazioni drenanti installate sul fondo di ogni lotto. Si tratta di due vasche prefabbricate in monoblocco, dotate di chiusino di ispezione e bocchettone alla base in uscita. Sono due elementi distinti accoppiati all’interno di un bacino di contenimento in calcestruzzo armato eseguito in opera.

Altri elementi rilevati sono:

• una pesa automezzi, di dimensioni 14 x 3 m, con relativa cabina di controllo, ubicata alla fine della rampa asfaltata;

• un lavaggio gomme, costituito da platea delimitata da cordoli con grigliato centrale, situato a lato della rampa;

• 6 piezometri di controllo falda;

• una centralina meteo situato in prossimità dell’edificio uffici e servizi;

• impianto di videosorveglianza con diversi punti di ripresa collocati nell’area d’ingresso;

• impianto di illuminazione esterna installata nell’area d’ingresso;

• un’ex discarica di rifiuti di amianto, citata in precedenza, collocata in prossimità del vertice Nord Ovest, e adeguatamente recintata, di superficie 11.736 m2;

• un appezzamento utilizzato a prato di superficie 18.032 m2.

L'area non è interessata dal passaggio di elettrodotti ed in generale da nessun tipo di servitù.

Di seguito sono illustrati i dati dimensionali principali che caratterizzano il sito.

− Sup. di proprietà (sup. recintata): 322.850 m2

− Sup. cava (da ciglio superiore): 258.040 m2

(29)

− Quota media del fondo: 36,00 m s.l.m.

− Quota massima del ciglio superiore: 69,58 m s.l.m.

− Quota minima del ciglio superiore: 65,05 m s.l.m.

− Dislivello medio: 31 m

4.2 LE AREE CONFINANTI

Nelle aree confinanti si rilevano:

• Sud

Il Canale consorziale "della Vittoria" di Ponente, oltre il quale ricadono diversi appezzamenti coltivati a seminativo ed alcune abitazioni in prossimità del vertice Sud Est.

Questo lato fa anche da confine con il Comune di Istrana.

• Ovest

La Strada Provinciale n. 68, denominata "Di Istrana". Oltre la strada, si riconoscono campi agricoli coltivati a seminativo, alcuni edifici produttivi ed alcune abitazioni.

• Nord

Alcuni ridotti appezzamenti di seminativo, alcune case e la strada comunale dello Stradone Cazzaiti.

• Est

La strada comunale sterrata via Madonnetta dei Pieri, diversi appezzamenti di seminativo, qualche area destinata a prato e alcune abitazioni situate in prossimità del vertice Nord Est.

Si precisa che le aree confinanti descritte sono relative alla cava, mentre l’intervento sarà realizzato all’interno dell’area estrattiva.

4.3 CARATTERISTICHE VEGETAZIONALI

L’area oggetto d’intervento presenta diversi sistemi vegetativi di tipo spontaneo o risultanti da impianti previsti dai progetti autorizzati che hanno interessato il sito.

Si rileva lungo il perimetro:

• Lato Ovest (lato fronte strada), partendo da Nord: siepe di lauroceraso (Prunus laurocerasus), filare misto con robinia (Robinia pseudacacia), cipresso azzurro (Cupressus arizonica), acero riccio (Acer platanoides), tuia (Thuja plicata), tiglio (Tilia sp.), pioppo (Populus sp.), filare misto con acero saccarino (Acer saccharinum), cedro

(30)

(Cedrus), melo (Malus communis), pioppo (Populus), robinia (Robinia pseudacacia), filare misto con robinia (Robinia pseudacacia), bagolaro (Celtis australis), cipresso azzurro (Cupressus arizonica), acero campestre (Acer campestre), acero riccio (Acer platanoides), abere rosso (Picea abiers), maggiociondolo (Laburnum anagyroides), tiglio (Tilia).

• Lato Sud, partendo da Ovest: filare misto con tiglio (Tilia), robinia (Robinia pseudacacia), cipresso azzurro (Cupressus arizonica), mirobalano, acero riccio (Acer platanoides), tuia (Thuja) e noce (Juglans regia L.), siepe di lauroceraso (Prunus laurocerasus).

• Lato Est: siepe di lauroceraso (Prunus laurocerasus).

• Lato Nord, partendo da Est: siepe di lauroceraso (Prunus laurocerasus), siepe di robinia (Robinia pseudacacia), siepe di cipresso argentato (Cypress silver).

L’ex discarica di inerti ricomposta ed in gestione post chiusra, posta in corrispondenza del vertice Nord Ovest, è delimitata nei tre lati esterni da:

• Lato Est: siepe di cipresso azzurro (Cypress silver), cipresso di Leyland (Cupressocyparis leylandii), tiglio (Tilia), conifere e tuia (Thuja).

• Lato Nord: filare con tiglio (Tilia), tuia (Thuja) e robinia (Robinia pseudacacia).

• Lato Ovest: filare, in parte doppio, con robinia (Robinia pseudacacia), ciliegio (Prunus avium), mirobalano (Prunus cerasi fera).

Nelle parti ricomposte della cava si rilevano in genere: boschetti di robinia (Robinia pseudacacia), sanguinella (Cornus sanguinea), rovo (Rubus ulmifolius), noce (Juglans regia L.), sambuco (Sambucus nigra), pioppo (Populus sp.), salice (Salix), salice bianco (Salix alba), olmo (Ulmus minor), carpino bianco (Carpinus betulus), quercia (Quercus sp.), frassino maggiore (Fraxinus excelsior), nocciolo (Corylus avellana), cipresso azzurro (Cupressus arizonica), mirobalano (Prunus cerasi fera), acero riccio (Acer platanoides), tuia (Thuja).

Nella scarpata Ovest, oltre alla robinia (Robinia pseudacacia), si rileva: cedro (Cedrus), gelso (Morus alba e Morus nigra), ciliegio (Prunus avium), nocciolo (Corylus avellana), lauro (Laurus nobilis), bagolaro (Celtis australis). Lungo il ciglio Ovest di cava si rileva un filare misto con alberi da frutto misti, robinia (Robinia pseudacacia), cedro (Cedrus), abete

(31)

bianco (Abies alba), abete rosso (Picea abies), pioppo nero (Populus nigra), pioppo bianco (Populus alba).

4.4 CARATTERISTICHE GEOLOGICHE

Le indagini eseguite indicano la presenza di un materasso costituito da depositi grossolani sciolti di natura ghiaioso-sabbiosa classificabili, più precisamente, come ghiaia medio- grossa con sabbia, molto addensata.

Secondo l’Ordinanza n. 3274 del 20/03/03 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” il comune di Trevignano viene a ricadere in zona 3.

I rilievi freatimetrici recenti mostrano la superficie della falda freatica attorno alle quote di 27 ÷ 28 m s.l.m. con deflusso che va da Nord Ovest verso Sud Est.

La falda attualmente è collocata a circa 9 ÷ 10 m dal fondo cava.

I dettagli dello studio geologico sono illustrati nella relazione geologica (ALL. A2 – RELAZIONE GEOLOGICA.)

4.5 ATTIVITÀ SVOLTA ATTUALMENTE DALLA DITTA IN CORRISPONDENZA DEL SITO

La Ditta svolge presso il sito:

• l’attività di cava per i lotti non ancora esauriti (lotto 2 e 3) autorizzata con Delibera della Giunta Regionale del Veneto del 19 luglio 2002 n. 1936;

• l’attività di discarica per il conferimento di rifiuti inerti autorizzata con Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 08 luglio 2008 n. 484/2008 e con Decreto del Dirigente della Provincia del 24 settembre 2009, n. 515 (approvazione del progetto di variante)

L’attività di cava consta nello sbancamento dei terrazzamenti residui, nel carico nei mezzi del materiale ghiaioso e nel trasporto alle sedi stabilite. Nell’attività è compresa anche l’operazione di selezione eseguita tramite impianto di vagliatura mobile e le relative operazioni di accettazione e controllo.

L’attività di discarica consiste nell’abbancamento dei rifiuti inerti nei lotti predisposti.

I rifiuti, scaricati tramite ribaltamento dei cassoni dei mezzi, sono ripresi dalle macchine operatrici per la formazione di morfologie stabili. Nell’attività sono comprese le operazioni di accettazione, eventuale prestoccaggio e controllo dei materiali conferiti e delle matrici ambientali, come previsto dai piani operativi.

(32)

Entrambe le attività sono svolte con l’ausilio delle attrezzature e dei servizi presenti in sito, quali: ufficio e servizi, stoccaggio provvisorio, impianto di pesatura e lavaggio ruote.

5 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO AUTORIZZATO (TAV. B03)

Di seguito sono riassunte le caratteristiche del progetto autorizzato con Decreto del Dirigente della Provincia del 24 settembre 2009, n. 515, oggetto di ampliamento.

5.1 BACINO DI DISCARICA

Il bacino di discarica interessa un’area di circa 22.000 m2 ubicata nel settore Ovest della cava. E’ suddiviso in tre lotti con le seguenti dimensioni:

− Lotto 1: 10.460 m2

− Lotto 2: 9.530 m2

Lotto 3: 1.970 m2

Ogni lotto si sviluppa sul fondo cava e sulle scarpate.

Il fondo ha quote del piano di posa dei rifiuti variabili fra i 37÷36 m s.l.m. che convergono verso il punto più depresso dove sono collocate le due vasche monoblocco di accumulo del percolato. Il drenaggio del percolato, verso le vasche, è favorito da una serie di tubazioni fessurate ricoperte da materiale ghiaioso. Le tubazioni confluiscono in un pozzetto, posto all’esterno del bacino di discarica, dove è presente una pompa per l’invio dei liquidi nelle vasche adiacenti.

Le scarpate presentano angoli diversi che passano da un minimo di 13° (lotto 2) ad un massimo di 35° (lotto 3). Il limite superiore delle scarpate è fissato da un gradone, utilizzato anche per la viabilità, situato fra le quote di 51 e 52,55 m s.l.m.

La barriera sul fondo ha le seguenti caratteristiche:

• Strato di limo con permeabilità k ≤ 1 x 10-7 m/s di sp. 100 cm

Sul tetto dello strato di limo è posata la rete di drenaggio del percolato costituita da:

• tubazioni drenanti fessurate, da 200 mm disposte secondo la linea di massima pendenza;

• tubazione drenante fessurata, da 400 mm, disposta lungo il piede scarpata, con funzione di raccolta del percolato proveniente dai versanti e dalle tubazioni drenanti da 200 mm sopra citate;

(33)

• tubazione drenante non fessurata di raccolta da 400 mm di collettamento della rete fessurata al serbatoio di raccolta.

Le tubazioni fessurate, e non, sono a multistrato in polietilene ad alta densità del tipo

“Tubox drain” forniti dalla ditta Palbox industriale s.p.a. Esse sono ricoperte da un geotessile e da un riporto, localizzato solo lungo le tubazioni, di almeno 80 cm, misurato dall’estradosso dei tubi, di materiale ghiaioso di grossa pezzatura.

La barriera sulle scarpate è caratterizzata da uno strato di spessore inferiore al metro ma comunque superiore ai 50 centimetri di terreno con permeabilità k ≤ 1 x 10-8 m/s (che garantisce così l’equivalenza delle condizioni).

Il bacino di discarica è realizzato all’esterno del vincolo dei 150 m dalle abitazioni più vicine (Art. 32 L.R. n. 3/2000) ed, in particolare, in corrispondenza del vertice Sud Ovest, per rispettare tale prescrizione, è attuato il riporto di terre da scavo secondo le modalità previste dalla DGR del 08.08.2008, n. 2424.

5.2 QUANTITÀ E MOVIMENTO MEZZI

Il volume di rifiuti complessivo da conferire è di circa 99.000 m3, corrispondente ad una quantità in peso di circa 150.000 ton. Il tempo di esaurimento della discarica previsto è di circa 5 anni, a partire dalla data di inizio del conferimento, con un traffico medio di 4÷5 mezzi in entrata giornalieri.

5.3 SISTEMAZIONE FINALE

Il pacchetto di ricopertura definitiva è caratterizzato dalla seguente successione:

− strato di terreno vegetale sp. 100 cm

− geotessile

− strato di ghiaia sp. 50 cm

− geotessile

− strato di limo con k ≤ 1 x 10–7 m/s sp. 50 cm

− strato di regolarizzazione morfologica sp. 10/20 cm La morfologia risultante alla fine dell’esercizio è caratterizzata da:

• una zona sommitale baulata di superficie di circa 9.200 m2 con quote lungo il perimetro attorno ai 52,58 ÷ 54,65 m s.l.m. e quote del colmo comprese fra i 53,25 ed i 56,57 m s.l.m., con pendenza del 15 %;

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• una zona di scarpata di superficie di circa 13.000 m2 con dislivello di circa 16 ÷ 20 m ed angolo prevalente di 25°

Si precisa che:

• la zona sommitale baulata è raccordata con la strada di mezza costa con una breve scarpatina, di larghezza di 2,30 m che determina un incremento delle quote di 2,10 m rispetto al piano stradale finito esterno. La scarpatina è necessaria per garantire la sovrapposizione della copertura finale sul ciglio discarica e realizzare così una protezione della discontinuità scarpata/corpo rifiuti;

• gli angoli di pendio della morfologia finale corrispondono, come citato, ai 25° per il lotto 1 e 2. Sul lotto 3 e, quindi, per una ridotta porzione, incrementano fino a raggiungere i 33° come la scarpata sottostante nascosta dal corpo rifiuti. Ciò è dovuto alla riduzione progressiva del fondo a disposizione da Sud verso Nord che comporta un rastremamento del sedime e un parallelismo del pendio della sistemazione finale con la scarpata della cava. A nord, infine, i due piani si raccordano definitivamente.

Le quote della sommità della sistemazione finale (53,25 ÷ 56,57 m s.l.m.) sono, quindi, inferiori alle quote del ciglio cava (69 ÷ 65 m s.l.m.) di oltre 12 ÷ 15 m.

5.4 RICOMPOSIZIONE AMBIENTALE

Il progetto di ricomposizione ambientale è stato realizzato considerando le vocazioni vegetazionali del territorio e permettendo una corretta integrazione con le sistemazioni agronomiche previste dal progetto della cava.

La ricomposizione ambientale della discarica consta nei seguenti interventi:

• rafforzamento della vegetazione arbustiva presente nelle parti perimetrali alla cava e nella realizzazione di nuovi impianti nei tratti ove la vegetazione è compromessa in modo sostanziale;

• inerbimento delle scarpate tramite la tecnica dell’idrosemina;

• realizzazione di una strada di servizio lungo il piede della scarpata;

• sistemazione della superficie sommitale per il suo riutilizzo prevalentemente ecologico – forestale, senza prevedere, tuttavia, produzioni di tipo agricolo;

• creazione di zone boscate sulle scarpate;

• realizzazione di impianti al piede scarpata;

• realizzazione di impianti lungo la rampa di accesso cava

(35)

6 CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO IN PROGETTO (TAV.

B04÷B10)

6.1 PREMESSA

La discarica in progetto rientra fra quelle tipologie di opere che prevedono l’applicazione di tecniche ben conosciute e collaudate e non implicano la realizzazione di strutture che, per dimensione o per tecnologia, possano essere definite impegnative.

Il progetto consta nell’ampliamento dell’attuale bacino di discarica con interessamento di nuove aree di cava in cui è ultimata l’attività estrattiva. Il nuovo intervento non è da considerarsi variante del bacino autorizzato il quale, quindi, manterrà le attuali caratteristiche.

Di seguito è descritta l’impostazione della progettazione e le caratteristiche tecniche di dettaglio dell’opera in programma.

6.2 IMPOSTAZIONE DELLA PROGETTAZIONE

La progettazione dell’opera, intesa come dimensionamento delle strutture e definizione della modalità di gestione dell’impianto, è stata impostata sui seguenti criteri generali:

• obiettivi dell’intervento: realizzare l’ampliamento di una discarica controllata per rifiuti inerti e conseguente parziale ripristino paesaggistico dell’ex cava;

• individuazione dei vincoli e delle prescrizioni derivanti dalla normativa vigente:

fattibilità dell’intervento e caratteristiche tecniche delle opere;

• definizione della relazione dell’intervento con il progetto autorizzato: accorgimenti tecnici che garantiscono il corretto raccordo dell’attuale bacino di discarica con le nuove aree di conferimento;

• definizione delle opere di mitigazione: salvaguardia delle matrici ambientali.

6.2.1 Obiettivi

FINALITÀ DELLINTERVENTO

L’obiettivo del progetto è l’ampliamento di una discarica per rifiuti inerti pertanto il progetto non interviene, in un sito ex-novo. L’area si presenta dotata delle strutture necessarie e collaudate a svolgere tale attività.

(36)

Con l’obiettivo descritto potrà essere perseguita la finalità di ripristino morfologico della porzione di cava interessata e il suo reinserimento naturalistico nel paesaggio agricolo del contesto territoriale.

RIFIUTI DA CONFERIRE

I rifiuti che saranno abbancati risponderanno ai criteri previsti dal Decreto Ministeriale del 3 agosto 2005 “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica”.

Di seguito sono elencati i codici dei rifiuti che saranno conferiti presso l’impianto. Le tipologie attualmente autorizzate saranno integrate da nuovi codici (evidenziati con lo sfondo giallo) al fine di rispondere alle attuali richieste di mercato di smaltimento.

C.E.R. Descrizione

01 RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE, ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHÉ DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI MINERALI

01 01 rifiuti prodotti dall’estrazione di minerali 01 01 01 rifiuti da estrazione di minerali metalliferi 01 01 02 rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi

01 04 rifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi 01 04 08 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 01 04 09 scarti di sabbia e argilla

01 04 12 sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci 01 04 07 e 01 04 11 01 04 13 rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07

01 05 fanghi di perforazione ed altri rifiuti di perforazione 01 05 04 fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci

10 RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI

10 11 rifiuti della fabbricazione del vetro e di prodotti di vetro 10 11 03 scarti di materiali in fibra a base di vetro

10 12 rifiuti della fabbricazione di prodotti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione 10 12 08 scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico) 10 13 rifiuti della fabbricazione di cemento, calce, gesso e manufatti di tali materiali 10 13 14 rifiuti e fanghi di cemento

15 RIFIUTI DI IMBALLAGGIO, ASSORBENTI, STRACCI, MATERIALI FILTRANTI E INDUMENTI PROTETTIVI (NON SPECIFICATI ALTRIMENTI)

15 01 imballaggi ( compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata) 15 01 07 imballaggi in vetro

(37)

16 RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI NELL'ELENCO

16 11 scarti di rivestimenti e materiali refrattari

16 11 06 rivestimenti in materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 05

17 RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI)

17 01 cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche 17 01 01 Cemento

17 01 02 Mattoni

17 01 03 mattonelle e ceramiche

17 01 07 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06

17 02 legno, vetro e plastica 17 02 02 Vetro

17 05 terra ( compreso il terreno proveniente da siti contaminati) rocce e fanghi di dragaggio

17 05 04 terra e rocce diverse da quelle di cui alla voce 17.05.03 17 05 06 fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce 17 05 05

17 08 materiali da costruzione a base di gesso

17 08 02 materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01

17 09 altri rifiuti dell’attività di costruzione demolizione

17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17.09.01, 17.09.02 e 17.09.03

19

RIFIUTI PRODOTTI DA IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE FUORI SITO, NONCHÉ DALLA POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA E DALLA SUA PREPARAZIONE PER USO INDUSTRIALE

19 12 rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti

19 12 05 Vetro

19 12 09 Minerali ( ad esempio sabbia e rocce)

19 13 rifiuti prodotti dalle operazioni di bonifica di terreni e risanamento delle acque di falda 19 13 02 Rifiuti solidi delle operazioni di bonifica dei terreni diversi da quelli di cui alla voce 19.13.01

20 RIFIUTI URBANI (RIFIUTI DOMESTICI E ASSIMILABILI PRODOTTI DA ATTIVITÀ COMMERCIALI E INDUSTRIALI NONCHÉ DALLE ISTITUZIONI) INCLUSI I RIFIUTI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA 20 01 frazioni oggetto di raccolta differenziata)

20 01 02 Vetro

20 02 rifiuti prodotti da giardini e parchi (inclusi i rifiuti provenienti da cimiteri 20 02 02 terra e roccia

Nel bacino di discarica, oltre ai rifiuti citati, saranno conferiti, in un apposito settore ricadente entro la fascia di 150 m dalle abitazioni più vicine, terreni provenienti da scavi. Si

(38)

precisa che il riporto comprende, oltre i terreni, anche i residui della lavorazione della pietra rientranti, come per le terre, nei limiti delle concentrazione dei parametri elencati nella colonna B della tabella 1, allegato 5, titolo V, parte IV del Decreto Legislativo 152/06 e s.m.i. (Legge 27 febbraio 2009, n. 13 art 8 ter).

I residui della lavorazione della pietra rientrano nelle seguenti tipologie di rifiuti:

• 01 04 12 sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci 01 04 07 e 01 04 11

• 01 04 13 rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07.

6.2.2 Vincoli e prescrizioni derivanti dalla normativa vigente

La progettazione ha osservato i vincoli e le prescrizioni della normativa in vigore, allo scopo di:

• garantire l’idoneità dell’opera dal punto di vista della sua collocazione geografica;

• adottare gli accorgimenti tecnici previsti per la categoria dell’opera in oggetto.

In merito all’idoneità del sito alla realizzazione del progetto, si rimanda all’analisi eseguita nello Studio di Impatto Ambientale allegato (ALL. C – D – E) in cui sono esaminati in dettaglio gli strumenti urbanistici pianificatori e che dimostrano la fattibilità dell’intervento.

Di seguito sono illustrati i vincoli e le prescrizioni derivanti dalla normativa vigente che intervengono sui criteri della progettazione dell’opera.

DECRETO LEGISLATIVO DEL 13 GENNAIO 2003 N.36

Il Decreto Legislativo del 13 gennaio 2003, n. 36, recante “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti” rappresenta la principale normativa del settore delle discariche di rifiuti.

In esso sono definiti gli accorgimenti tecnici che le discariche devono possedere in relazione alla tipologia di materiali conferiti, in particolare nel nostro caso sono state seguite le prescrizioni indicate nell’Allegato 1 (“Criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica”) punto 1 (“impianti di discarica per rifiuti inerti”).

Si citano di seguito le prescrizioni principali (punti 1.2.2, 1.2.3 e 1.3).

(39)

o Barriera geologica (punto 1.2.2.)

“Il substrato della base e dei lati della discarica consiste in una formazione geologica naturale che risponda a requisiti di permeabilità e spessore almeno equivalente a quello risultante dai seguenti criteri:

- conducibilità idraulica k minore o uguale a 1 x 10 alla -7 m/s;

- spessore maggiore o uguale a 1 m.

Le caratteristiche di permeabilità della barriera geologica naturale devono essere accertate mediante apposita indagine in sito.”

La norma specifica, inoltre, che “La barriera geologica, qualora non soddisfi naturalmente le condizioni di cui sopra, può essere completata artificialmente attraverso un sistema barriera di confinamento opportunamente realizzato che fornisca una protezione equivalente”. Continua più avanti “La barriera messa in opera artificialmente deve avere uno spessore non inferiore a 0,5 metri.”

Le caratteristiche geologiche dei luoghi non rilevano la presenza di barriere naturali. Sarà, di conseguenza, steso e compattato sul fondo uno strato di terreno con k ≤ 1 x 10 –7 m/sec e spessore 1 m.

Sulle scarpate, per garantire la stabilità e la corretta posa in opera dello strato di terreno su piano inclinato, si prevede la riduzione del suo spessore a 0,50 m. La permeabilità sarà di k ≤ 5 x 10 –8 m/sec. e corrisponderà a quanto previsto dalla norma per il principio dell’equivalenza, come dimostrato nella tabella seguente:

k spessore

m/sec m sec ore giorni

1,00E-07 1,00 1,00E+07 2.777,78 115,74 5,00E-08 0,50 1,00E+07 2.777,78 115,74

tempo di attraversamento

“Il piano di imposta di una eventuale barriera di confinamento deve essere posto al di sopra del tetto dell'acquifero confinato o della quota di massima escursione della falda, nel caso di acquifero non confinato, con un franco di almeno 1,5 metri.”

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