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Pregare, perché e come

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Academic year: 2022

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Stralci dal libro

Pregare, perché e come

di Jacques Gauthier, Edizioni Messaggero Padova

La preghiera è come il desiderio: entrambi sono di per sé inesauribili. Il desiderio non ha rimedio, diceva Teresa d'Avila. E dov'è il tuo desiderio, là è la tua preghiera, afferma Sant'Agostino.

Il corpo, “tempio dello Spirito Santo”, è fondamentale nell'alto della preghiera: aiuta a interiorizzare le preghiere più semplici e a esprimerle in una liturgia sobria e solenne, in orazione silenziosa o in formule imparate a memoria.

Il corpo parla mentre prega esprimendosi nelle forme più diverse: richiesta, supplica, intercessione, azioni di grazia, lode, adorazione, contemplazione.

Il corpo tende verso qualcosa più grande di lui. Questa trascendenza ci distoglie da noi stessi, placa l'angoscia, ci aiuta a rendere sopportabile la solitudine, ci riconcilia con la nostra finitezza mortale.

“La preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo lanciato verso il cielo, un grido di riconoscenza e di amore nella prova e nella gioia; infine è qualcosa di grande, di soprannaturale che espande la mia anima e mi unisce a Gesù” (Santa Teresa di Lisieux)

“ Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.” (Rm 8,26-27) Pregare significa prendere del tempo gratuito per Dio. Pregando ti lasci formare da lui. La preghiera è movimento di vita, abbandono al Mistero, celebrazione del tuo quotidiano, offerta delle tue ore. Il tempo speso per Dio nella preghiera rende la tua azione ancora più seconda feconda è più umile. Guadagni ore per vivere meglio con gli altri, in quanto la tua azione rischia meno di generare in agitazione o attivismo. Non conti più sulle tue forze, ma su quelle di Dio, e questo rende la tua azione ancora più efficace.

E’ venuto il momento di riaffermare l'importanza della preghiera di fronte all'attivismo e alla secolarizzazione dominante di molti cristiani impegnati in attività filantropiche (Benedetto XVI, Dio è amore, n. 37)

Una lotta spirituale

Succede che tu abbia l'impressione di perdere tempo nella preghiera, di essere un niente, diceva Giovanni della Croce. Allora Dio è tutto e tu diventi il niente del tutto. La sua mancanza di libera dal bisogno narcisistico che non può mai soddisfatti pienamente. I tuoi bisogni rassicuranti sono trasformati in desiderio di Dio. Entri nella preghiera in cui è possibile l’incontro. Il desiderio diventa dono. Il tuo corpo in attesa cerca Dio, desidera la sua presenza, ma scopre invece la sua assenza; talvolta digiuna, piange, canta, danza, si ferma, ma è sempre la preghiera che accorda il tuo cuore all'invisibile presenza di Dio,

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nella lontananza della sua assenza. Dio ti rende libero lasciandoti diventare ciò che sei davvero. la sua rivela una presenza, la sua lontananza nutre il tuo desiderio. Ma è davvero assente? Non sei forse tu a essere assente al suo mistero?

La preghiera e l’arma che ti viene data per lottare contro il male, l’orgoglio, l’odio. Sei preda delle distrazioni, è meglio che ti rassegni, lo sarai sempre. Invece di scacciarle, ritorna sempre al tuo cuore. Prega con le tue distrazioni, che ti rivelano ciò a cui sei attaccato e che diventano l'occasione per mettere di nuovo Cristo al centro della tua vita, senza preferire nient'altro al suo amore.

Prega come sei

Prendere il cammino della preghiera significa ritornare verso Dio che ti ama per quello che sei. La fede è l'amore ti guidano su questo cammino di ritorno meglio di tutti i metodi e tecniche che possono essere esterni a te. il metodo migliore per pregare è il tuo, ma bisogna ancora scoprirlo. La tecnica migliore, se davvero esiste, è quello che ti aiuta di più a liberare la preghiera che è in te.

Sei più ricco di quello che possiedi, più bello di quanto tu veda, più amato di come senti, più grande del tuo stesso cuore. Sei unico e diverso, e anche la tua preghiera è così. Ti avvicini a Dio secondo il tuo ritmo, la tua originalità, la tua verità. Sei una parola di Dio, e quindi non essere fuori dal comune. Sei un’icona di Dio, quindi un essere di bellezza.

Non dimenticarlo mai quando preghi, in quanto Dio ti ha fatto così perché tu possa entrare in una relazione d'amore con Lui.

Ti presenti davanti a Dio sapendo che ti ama per quello che sei.

Prega come vivi

La preghiera non cammina accanto alla vita, ma è nella vita. E visto che la vita non è perfetta, nemmeno la preghiera lo è. Se aspetto le condizioni ideali per pregare, non pregherò mai. La preghiera più bella è quella che vivo oggi, nelle situazioni più diverse.

La preghiera si adatta alle circostanze della vita: non importa se siamo sui banchi di scuola o al lavoro, in casa o in un letto d'ospedale, per strada per o in treno, coricati o all’aria apertaa, felici e tristi.

Prega come credi

Dimmi come preghi e ti dirò qual è la tua fede! La preghiera comincia con un atto di fede.

E’ come una freccia che lanci verso il cielo; più è viva la tua fede, più vola in alto.

Se prego come credo, credo anche come prego.

Prega come ami

“Di qualunque tipi siano le vostre preghiere, mute o cantate, quasi senza pensiero o molto riflessive, quello che dà loro valore e l'amore con cui sono fatte: per tutti questi generi di preghiera, senza eccezioni, per tutti i possibili generi, resta eternamente vero che la preghiera migliore è quella in cui c'è più amore”. (Charles de Foucauld, Un temps avec, Cerf)

I santi vissuto questo amore-carità. La loro preghiera era un semplice sguardo d'amore.

Teresa di Lisieux ne è un ottimo esempio. Questo episodio avvenne nella notte del 2 settembre 1897, cioè un mese prima della sua morte: era costretta a letto, nell’infermeria

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del Carmelo. Durante la notte suor Geneviève si alza, come fa spesso, per vedere se ha bisogno di qualcosa. La trova con le mani giunte e gli occhi alzati al cielo. Le consiglia di dormire, ma Teresa risponde:”Non ci riesco, soffro troppo, e allora prego”. Suor Geneviève le chiede che cosa dice a Gesù e lei risponde: “Non gli dico niente, lo amo”.

Prega come parli a un amico

Pregare è intrattenersi con Lui, in amicizia, come due persone che stanno bene insieme.

Basta parlargli semplicemente, senza cercare nei libri le belle preghiere, senza voler fare delle belle frasi.

Parlare a Dio come a un amico ti svela a te stesso. E’ come se scrivessi una lettera:

racconti di te rivolgendoti a un altro. Ascolti il tuo desiderio, sei presente a te stesso.

Avviene lo stesso per la preghiera: parli a te mentre parli a Dio, ti ascolti mentre lo ascolti, sei presente mentre sei presente a Lui, ti avvicini a te e agli altri avvicinandoti a Lui che è Amore. La preghiera ci rivela la nostra identità profonda di figli Dio e la nostra missione d'amore.

Prega con il corpo

Ascolta il corpo e capirai qual è la posizione che ti sembra migliore per esprimere la tua relazione con Dio, per fare in modo che la tua preghiera si innalzi come l’incenso.

Pregare con il corpo significa pregare con la nostra fatica, con la nostra sofferenza, con la mancanza di energia e di attenzione. Non irrigidirsi, accogliere Cristo che vuole agire in noi, a modo suo: è questo il segreto, nient’altro che la pace. Quando fisso il mio sguardo su di Lui, mi dà sollievo e placa la mia anima.

“Venite e me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11,28) Pregare con la bibbia

Leggi un versetto o un episodio del Vangelo.

Attraverso la meditazione, poni attenzione a una certa parola, rifletti sui benefici che ti procura Dio con quel versetto.

“Dalla lectio, che consiste nel leggere e rileggere un passaggio della Sacra Scrittura raccogliendone gli elementi principali, si passa alla meditatio, che è come un tempo di pausa interiore, in cui l’anima si volta verso Dio cercando di capire quello che la sua parola dice oggi per la vita concreta. In seguito viene l’oratio, che permette di intrattenerci con Dio in un dialogo diretto, e che infine ci porta alla contemplatio, quest’ultima ci aiuta a mantenere il cuore attento alla presenza di Cristo” (Benedetto XVI, giornata mondiale della gioventù 9 aprile 2006)

Prega con la liturgia

La liturgia è un fare che aiuta a essere preghiera.

Con i riti, le parole, i gesti, canti e le musiche la liturgia insegna a pregare proponendo allo stesso tempo un’esperienza: l’incontro con il Risorto che conduce al Padre attraverso il dono dello Spirito. Per mezzo della liturgia eucaristica, tra l’altro, la Parola e il pane sono offerti perché noi facciamo chiesa, cioè comunità, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo.

Prega con il silenzio

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Dio è parola, ed è per questo che stiamo in silenzio. Questo silenzio è abitato da qualcuno che ci parla in segreto. Come pregare? Ascoltando Dio che parla nel silenzio, di mattina o quando rientraimo dal lavoro. Il silenzio modella il cuore di chi lo ascolta.

Il silenzio di cui parliamo è innanzitutto interiore, prima di tutto di essere esteriore. Non è tanto l’assenza di parole, quanto una presenza amorosa di fronte al mistero, una comunione con quello di più sacro e profondo che c’è in noi.

“Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.” (Mt 6,6)

Perchè pregare?

Perchè Dio è Dio, e questo mi rende felice Tutto passa. Solo Dio resta.

Per rispondere a una chiamata

Non prego prima di tutto perché serva a qualcosa, ma per rispondere alla chiamata di qualcuno che desidera entrare in relazione con me.

Per permettere a Dio di nascere

Con la preghiera, Dio nasce ogni mattina in me, affinché appaia sempre di più la sua immagine. Il suo regno dentro di me.

Il suo sguardo di Padre mi fa uscire dal nulla, mi riconcilia con il dolore di essere gettato nel tempo, quando invece sono fatto per vivere eternamente in lui e con lui.

La preghiera affretta la rinascita della creazione.

“La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.” (Rm 8,19.22-23)

Per fare in modo che Dio esista

Prego per lasciarlo esistere in me perché mi trasformi, e non è cosa da poco, in quanto gli do il controllo della mia vita.

Teresa d’Avila consigliava, nella preghiera, di non cercare tanto le grazie di Dio, quanto il Dio delle grazie.

Per entrare nel desiderio di Dio

Pregando aspiro a ciò per cui sono stato chiamato: amare ed essere amato. Inocntro un Dio d’amore che mi cerca più di quanto non lo cerchi io.

Mi modella secondo la sua volontà e mi allontana progressivamente dal desiderio di possedere e dominare gli altri. In questo modo la preghiera viene sempre esaudita ed è efficace in se stessa.

Essa cambia il mondo perché cambia me.

Per arrivare al cuore

La preghiera non è un salto verso l’alto, ma un tuffo in profondità. Frequentando le sue strade, ritrovi poco per volta la via del cuore; diventi sempre più presente a quello che ti ispira lo Spirito. Ci guadagni in leggerezza e profondità, perché doni al tuo cuore la parte

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d’infanzia che gli è dovuta.

“Non abitiamo i luoghi, ma il nostro cuore” (John Milton) Per ricevere lo Spirito Santo

Jean Lafrance, un maestro della preghiera, pregava sempre cominciando con questa semplice formula: Padre, nel nome di Gesù, donami il tuo Spirito”.

Per placare la sete

“Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva” (Gv 7,37)

“Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?” (Gv 4,11)

E tu gli risponderai: dalla preghiera. Infatti la preghiera è la corda e il secchiello che permettono di attingere quest’acqua viva che desidera il tuo cuore e che Cristo ha sete di donarti.

“L’Amore non è amato” diceva San Francesco d’Assisi.

Per diventare santo

Prego per diventare santo, e quiundi me stesso, pienamente.

Dio esaudisce tutte le preghiere?

“Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie.” (Col 4,2)

“vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.” (Lc 11,8)

“ E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».” (Lc 18,7-8)

“Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.” (Gc 5,16)

Pascal diceva che nei miracoli c’è abbastanza chiarezza per coloro che vogliono credere davvero, e abbastanza dubbio peer quelli che non volgiono credere.

“Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.

Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.” (Lc 11,9-10)

“Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi” (Ef 6,18)

“Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».” (Lc 11,11- 13)

“Agisci come se tutto dipendesse da te. Prega come se tutto dipendesse da Dio”

(Sant’Ignazio di Loyola)

Il dono della liturgia: preghiera in azione

La liturgia permette alla mia preghiera di entrare a far parte del movimento della preghiera

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comunitaria della chiesa. E’ questo il luogo per eccellenza in cui la salvezza di Dio è annunziata e celebrata con riti, parole, canti, gesti e silenzi. Proprio come la preghiera, la liturgia è una chiamata e un dono di Dio che ci accompagna sia nei giorni di gioia che in quelli di dolore.

Il mistero pasquale, celebrato lungo tutto l’anno liturgico, ci radica nel presente di Dio. La liturgia rende attuale la salvezza di Cristo, anche se non cogliamo tutto ciò che viene detto e fatto.

La liturgia parla da sola: è un’azione da compiere con il corpo, che apre a qualcosa di più grande. Non dice che cosa fa, fa ciò che è detto, come il pane, durante la consacrazione, diventa il corpo di Cristo.

Le nostre parrocchie sono spesso anonime e le celebrazioni a volte impersonali. Eppure, da duemila anni a questa parte i cristiani ripetono le stesse parole e rifanno gli stessi gesti ogni volta che ricordano l’ultima cena di Gesù Cristo. Nella Messa formiamo il popolo di Dio, l’assemblea dei convocati, il corpo di Cristo. Spesso dimentichiamo che la Messa è più un privilegio che un dovere.

Cristo Risorto invita e chiama a diventare una vera comunità.

“Egli è in me, io sono in lui, devo soltanto amarlo, lasciarmi amare, in ogni tempo, attraverso ogni cosa” (Elisabetta della Trinità, opere complete lettera 252)

“Più pregheremo, più desidereremo la preghiera” (Renè Voillaume, Pregare per vivere) Pregare con i salmi

Dal salmo 4

Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

In pace mi corico e subito mi addormento:

tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.

Dal salmo 15

Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.

Dal salmo 26

Il tuo volto Signore io cerco Dal salmo 27

A te grido, Signore;

non restare in silenzio, mio Dio, perché, se tu non mi parli,

io sono come chi scende nella fossa.

Dal salmo 40

Per la mia integrità tu mi sostieni,

mi fai stare alla tua presenza per sempre.

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Dal salmo 41

Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio.

L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:

quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi?

Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

Dal salmo 62

O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia,

a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua.

Dal salmo 118

Con tutto il cuore ti cerco:

non farmi deviare dai tuoi precetti.

Venga al tuo volto la mia supplica, salvami secondo la tua promessa.

Dal salmo 138

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri,

mi scruti quando cammino e quando riposo.

Ti sono note tutte le mie vie;

la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta.

Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.

Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza?

Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti.

Se prendo le ali dell'aurora

per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.

Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»;

nemmeno le tenebre per te sono oscure,

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e la notte è chiara come il giorno;

per te le tenebre sono come luce.

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