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Progetto La settimana medievale. Il Castello

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Academic year: 2022

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Il Castello

Il castello è l'evoluzione di costruzioni già presenti nell'epoca romana:il castrum.

I castelli sorgevano su luoghi ben difendibili, ma se il territorio non presentava alture adatte, si realizzavano collinette artificiali chiamate “motte” su cui costruire le opere di difesa.

Partendo dall’esterno, il primo ostacolo che incontrava chiunque avesse tentato l’assalto, era il fossato, solo a volte riempito d’acqua, ma sempre ampio e profondo, che isolava e proteggeva il castello, garantendo l’accesso solo tramite un ponte levatoio manovrato dall’interno; vicino ad esso sorgeva una porta di legno e ferro, chiamata saracinesca, che veniva alzata verticalmente.

Al di là del fossato si ergevano le mura, che col tempo andarono a sostituire le palizzate protettive dei primitivi castelli: la cinta muraria talvolta costituiva

l’elemento di difesa più impressionante, le cinte murarie infatti raggiunsero spessori massicci e altezze notevoli; merlate (o dentellate alla sommità, erano intervallate regolarmente da torri per le guarnigioni; i tratti delle mura limitati dalle torri erano chiamate cortine, qui potevano essere alloggiate catapulte per lanciare pietre o vere e proprie “palle di fuoco”, mentre alle loro spalle c'era il camminamento di ronda per le sentinelle che vigilavo il castello. Frequenti erano le aperture di feritoie, finestre strette all’esterno e più ampie all’interno attraverso le quali si scagliavano frecce al riparo dai colpi nemici.

Superate le mura si entrava nel cuore del castello, ovvero la corte, suddivisa in alta e bassa: nella bassa corte c’erano le modeste abitazioni dei contadini, e tutti gli edifici indispensabili alla vita del borgo, il forno, il mulino, le botteghe artigiane, la cappella, le stalle e i granai; nell’alta corte invece risiedeva il signore con la sua famiglia e alloggiavano i cavalieri e le guardie del castello; qui era costruito il centro dell’intero villaggio, il possente torrione fortificato, noto anche come mastio o dongione che, suddiviso su più livelli, fungeva da magazzino nel piano inferiore, nel primo piano accoglieva la guarnigione ed era provvisto di un ampio stanzone in cui il signore si radunava a mangiare con i suoi ospiti, le sue guardie e i suoi vassalli, mentre ospitava la famiglia del feudatario nell’ultimo piano.

Castelli lineari

Dotati di una o più linee di difesa per incanalare i nemici, è una difesa efficace se si ha alle spalle un territorio inaccessibile (promontorio, palude...)

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Castelli concentrici

Dotati di una doppia linea circolare di mura in grado di resistere anche se le mura più esterne vengono conquistate.

Spesso però accadeva che ci fossero fortificazioni miste che si avvicendavano nel tempo a seconda delle necessità e delle disponibilità dell'epoca e dei comandanti.

Come si costruisce un castello

Tutto inizia dalla cava da dove si prende la pietra.

Il MASTRO MURATORE (occupato come ingegnere, architetto) e gli ARTIGIANI lavorano 45000 tonnellate di pietra trasportata sollevandola con una gru a ruota con doppio tamburo.

Le tecniche erano di estrema precisione e veniva misurato il piano con una livella per sapere se la pietra veniva messa dritta.

Su ogni pietra veniva riportato il verso in cui andava posizionata, l'altezza e il nome del Mastro scalpellino.

L'interno del muro di cinta, chiamato “sacco”, è fatto con scarti di pietra, terra e altri materiali di scarto.

La fila di pietre viene tenuta insieme dalla malta e le pietre vengono posizionate in maniera che una pietra venga a trovarsi all'incrocio delle due pietre sotto, sfalsate.

Dopo tante file vengono lasciati dei fori per mettere le impalcature, detti buche pontaie.

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Vita nel Castello

Nelle case dei ricchi si dormiva nei letti a baldacchino (i materassi dei letti a baldacchino erano riempiti di piume solo in rari casi in cui il signore del castello fosse molto ricco) mentre in quelle dei poveri su sacchi fatti di paglia e foglie.

I letti a baldacchino erano piccoli e circondati da tende spesse che servivano a trattenere il calore ma anche ad avere un po' di privacy perchè spesso nella stessa camera ci dormivano le dame o i paggi dei Signori.

La bellezza

Le donne già nel Medio Evo si tingevano i capelli e usavano i profumi soprattutto per nascondere la mancanza di pulizia.

Cosa si vendeva al mercato

Nei mercati si potevano trovare frutta, ortaggi, animali da cortile e gli oggetti che potevano servire per uso quotidiano.

Le osterie

Nelle osterie si poteva mangiare e bere ma anche giocare e divertirsi.

Le cucine

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La cucina del castello sforna i pasti per un gran numero di persone: i signori e i loro invitati, ma anche i soldati e la servitù. E' di solito molto ampia e divisa in due parti:

la prima, dove si cucina per i servi, funge da dispensa, con l’appiccatoio per la selvaggina, i barili di carne salata, le forme di formaggio, la stia per il pollame.

Nella seconda si cucina per i signori, con grandi spiedi nei camini, vasellami raffinati, spezie e alimenti rari.

Tutti i cibi venivano portati insieme in sala.

Il tavolo da pranzo poteva venire addobbato in ogni stanza del castello perchè era costituito da una tavola di legno appoggiata su due supporti. Il tutto veniva nascosto da un drappo che arrivava fino al pavimento.

Le posate fecero la loro apparizione molto tardi e solo alla tavola dei ricchi; di solito si mangiava su scodelle di pane usando le mani.

La zuppa veniva bevuta dalle zuppiere passando al commensale il mestolo da cui si era appena mangiato. Non esistevano bicchieri ma venivano usati dei boccali da cui bevevano in due-tre persone.

Il galateo dell'epoca diceva di non gettarsi sui cibi, di pulirsi la bocca prima di bere e di buttare gli ossi sotto al tavolo (dove di solito si trovavano polli, maiali, gatti e altri

animali che ripulivano il pavimento dagli scarti di cibo).

I signori spesso avevano la compagnia dei suonatori.

Le case esterne

Le abitazioni al di fuori del castello erano in misere condizioni.

C'era un letto solo dove dormiva tutta la famiglia dormendo sfalzati (capo-piedi).

Nelle case c'erano pochi mobili.

Facevano luce con le candele ma anche quelle erano molto costose per cui nelle case del popolino c'era sempre molto buio infatti le abitazioni erano prive di finestre

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vetrate.

Solo nelle case dei ricchi si trovavano delle specie di servizi igienici costituiti da una buca che scaricava fuori dal castello, mancavano totalmente in quelle dei poveri che facevano i loro bisogni all'aperto.

Nei castelli c'erano più mobili che nelle case dei popolani e venivano spostati ogni volta che i Signori cambiavano residenza stagionale da una dimora ad un'altra.

Quando il Signore del castello si sposava la nuova signora portava in dote anche delle cassapanche decorate secondo l'uso del suo paese che diventavano parte dell'arredo del castello.

Quando un contadino si sposava, invece, il signore aveva il diritto di dormire con la sposa la prima notte. Era una specie di tassa di nozze.

Il cibo

In linea di massima i cuochi medioevali avevano i cibi che abbiamo noi: carni, pesci, pollame, uova, cereali, legumi, erbe e spezie, vino, latte e latticini.

Tra gli alimenti presenti sulle tavole dell'epoca e possiamo trovare: ciliegie, pere, mele, prugne, cotogne, nespole, pesche, noci, nocciole, fichi, uva, salvia, cardo, finocchio, cavolo, borragine, senape, solo per citarne alcuni.

Lungo le strade venditori, che non curavano certo l'igiene, vendevano oltre ai già citati alimenti, formaggi, frutta e verdura d'importazione come fichi, uva secca di Damasco, latte, burro, uova e cacciagione. Venivano poi venduti prodotti già lavorati come salsa all'aglio, fagioli cotti e salsa verde.

Le modalità di conservazioni dei cibi non erano certo quelle di oggi.

Pensiamo al latte che non era certo refrigerato; dopo la mungitura veniva trasportato in giro per le città sottoponendolo a scosse e calore.

Ben presto i cuochi si accorsero che era meglio utilizzare il latte appena munto oppure latte di mandorle o noci.

Il sale veniva usato come condimento esattamente come oggi.

Sulle tavole dei ricchi potevamo trovare pesci, selvaggina, e come bevande acqua, vino, vini speziati, birra e altro.

I vini speziati, a volte serviti anche caldi, fungevano da aperitivo; al vino veniva aggiunta salvia, chiodi di garofano o petali di rose.

Troviamo anche altri tipi di bevande come l'idromele (bollitura di acqua e miele) o il

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sidro di mele o pere.

Proprio il Medioevo rappresenta forse l'epoca storica di maggior diffusione del consumo di spezie che venivano largamente utilizzate per conferire sapori estremamente decisi , anche se dal punto di vista culinario non è da escludersi l'ipotesi secondo cui la loro diffusa presenza nelle cucine fosse per la necessità dei cuochi di mascherare cattivi sapori .

Vittoria Pecchi Classe 1° D

scuola sec. di 1° grado “F.C.Marmocchi”

Istituto Comprensivo 1 Poggibonsi anno scolastico 2014-15

disegno di Vittoria Pecchi

Prof.ssa Elisabetta Bazzetta

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