ALDO MIELI
LA STORIA
DELLA
SCIENZA IN ITALIA
SAGGIO DI BIBLIOGRAFIA
DI STORIA DELLA SCIENZA
FIRENZE
LIBRERIA DELLA VOCE
I9 I6
LA STORIA DELLA SCIENZA IN ITALIA
SAOaiO
DI BIBLIOORAFIA DISTORIA DELLA SCIENZA
Dello sfesso autore
:Storia generale del pensiero scientifico dalle origini a
tutto il secolo
XV HI. —
/ prearistotelici. I.Le
scuole ionica,pythagorica ed eleata. [Op. 34.
N.
i]Un
voi. di pag. xvi-508. Firenze, LibreriadellaVoce, 1916
L. 12,—
Vannoccio
Biringuccio,De
la pirotechnia. Edizione criticacon
prefazioneenote.Voi.Idipag.Ixxxi-i98[Op.
23.N.
i]. Bari, S.T.
E. B. 1914. . . .3,—
Lavoisier (nella collezione Profili di A. F. Forraiggini) [Op. 29]. Voi. di pag. 70.
Genova, 1916.
. . i,—
Catalogo ragionato per
una
biblioteca di cultura generale Storia delle Sciente[Op.
37, N. i] Milano, Fede-raz. delle Biblioteche Popolari, 19 15 0,50
Programma
del corso di storia della chimica tenuto al-l' Università di
Roma
durante l'anno1^1)14
Chiusi, 1914.
Programma
del corso di storia della chimica tenuto alV
Università diRoma
durante Vanno 1914 i^ij
Firenze, 1915•In corso di stampa o in avanzata preparazione^ Storia generale del pensiero scientifico etc.
—
II.Empe-
dokles,
Anaxagoras
e gli atomisti.La
medicina hìppokratica. [Op. 34.N.
2].Vannoccio
Biringuccio,De
la pirotechnia. Voli. II eni [Op.
23,N.
2 e 3].Aristoteles,
La
meteorologia, tradotta ed annotata,con
prefazione [Op. 44,N.
i].Robert Boyle,
// Chemista Scepticus, tradotto ed anno- tato,con
prefazione.La
storia della scien:(^a. Suoi scopi, estensione e metodo.Lo
sviluppo della scienza dalle origini finoad
oggi in otto lezioni popolari.Memorie, articoli, note e recensioni in Gai(;(^etta chimica, Isis, Rendic. Accademia dei Lincei, Rivista di Filosofia, Rivista scientifico- industriale, Rivista di storia critica delle scienie mediche e naturali,
Roma
letteraria, Scietitia, Suppl. annuale alla Enciclopedia di Chimica, etc. etc.
ALDO MIELI
LA STORIA
DELLA
SCIENZA IN ITALIA
SAGGIO DI BIBLIOGRAFIA
DI STORIA DELLA SCIENZA
FIRENZE
LIBRERIA DELLA VOCE
I 9 I6
DIRITTI DI PROPRIETÀ
AL LETTORE
// volumetto che ora pubblico dovrebbe essere anzitutto
un
opera di incitamento e di italianità. Esso, cioè, cerca di portareun
suo contributo di ordine pratico ad uno sviluppopiù
intenso epiù
fecondo della storia della scienza in Italia.Un
tale finepuò
raggiungersi in diverse maniere.Una
di queste è mostrarequello chein questosenso èstato fattoinItalia.La
seconda parte del volume è dedicata a questo scopo. Essa indica, cioè, lo sviluppodellastoria dellascienza nelV insegnamento,nelle società, nelle riviste. Mostrando il poco che è stato fatto rispetto al molto che rimane dafare, e dafare bene, questi appunti, spero, provocheranno in alcuni Vintenso desiderio e la volontà di fare raggiungere al nostro paese
un
livello più alto in questo genere di studi. Questi appunti, anche, additeranno, a chi non lo sap- pia, ove e comepuò
rivolgersi per trovare enti o persone che perseguono glistudiin questione.Ho
aggiunto infine qual- che notizia biografica su pochissimi nostri storici della scienza.Ufi lavoro completo in questo senso non
può
farsi in breve,ma
è da prepararsi con fatica e con tempo; come ultimamente accennavo nella Rivista di storia critica delle scienzemediche
e naturali, esso è completamente da iniziare, cominciando dalla raccolta dei documenti e delle notizie (*).
La
terza parte formaun
Saggio di Bibliografia di storia della scienza,l^on è, cioè,una
bibliografia completa, che richie- derebbe per la sua esplicazioneun
volume di ben altra mole.Lo
scopo del Saggio suddetto, essenzialmente pratico, è di orientare(*) Vedi detta Rivista,
Anno
VII (1916) p. 59.20134;
VI
lo studioso^ e s-pecialme nte il-principiante, nella letteratura della nostra disciplina, dandogli tutte quelle indicazioni che gli per- metteranno poi, con un^ulteriore ricerca personale nelle opere citate, di mettersi al corrente, edin
modo
sufficientemente completo, della letteratura che lo interessa(f).
La
grande abbondanza di operestraniere, tedesche sopratutto, mostrerà ancora al lettore ita-ne la necessità di
un
lavoro originale nostro.E
questa èuna
cosa che volevo rilevare e mettere in rapporto con quanto ho detto precedentemente.In
particolare dalla lunga citazione delle pub- blicazioni tedesche di Classici, il lettore sarà spronato, spero, a riconoscere il dovere di favorire le imprese simili nostre già esistenti, ed a promuovere anche in Italia,un
effettivo, enon
(f)
Una
bibliografia possibilmente completa ed esauriente cerco di dare invece nelle Appendici ai capitoli della miaStoria del pensiero scientifico. (Citato in questo volume, nel Saggio di Bibliografia, N. i). In detta Storia le varie opere vengono ci- tate nelle Appendici suddette solamentequando, inparte almeno, trattano del soggetto che è argomento del capitoloUn
tale ordinamento, mentre porge al lettore della Storiaun
sussidio che credo validissimo e quasi indispensabile, siprestaforsemeno
per una bibliografia generale a sé, per la quale forse sarebbe utile iniziareuna
pubblicazione a parte, che forse in avvenire potrà anche essere presa in esame.Per dare qualche esempio del
metodo
seguito in dettamia
opera,
rammenterò
che neh'Appendice al i° Cap. della Storiaho
ricordato solamente quelle storie generali della scienza che sioccupavano con
un
certo dettaglio della scienza greca, e più specialmente prearistotelica.Una
storia, di carattere filosofico,veramente importante
come
la Geschichte des Materialismus del Lance,non
sarà citata, invece, che nel capitolo che tratta degli Atomisti, perchè appunro la storia delLance
prende le sue mosse daDemokritos. Avuto
però riguardo almetodo
seguito,e tenendo conto delle successive aggiunte che dovranno mante- nere al corrente le Appendici anteriormente pubblicate, credo che la Bibliografia suddetta potrà soddisfare quasi ogni richie- sta (purché non di carattere estremamente speciale) degli storici, e potrà essere utilissima a coloro che desidereranno indicazioni più ampie e particolari che evidentemente non potevano accu- mularsi in questo breve Saggio.
—
VII—
vano e retorico, studio dei grandi del passato, che solopermette di valutare il contributo
non
piccolo che gli italianihanno
portato alVedificio internazionale della scienza moderna. Il de- siderio miopiù
intenso è che, se questepagine dovranno ripub- blicarsi ancora sotto veste nuova e ampliata, il rapporto fra leopere nostre e quelle straniere, per numero, e sopratutto per qualità, possa subire
un
radicale mutamento in nostro favore.Nella
prima
parte, infine, ho espresso alcuni miei concetti sulla storia della scienza, sulla necessità di erigerla effettiva-mente a scienza indipendente, e
suW
importanza che per la cul- tura ed il sapere avrebbe l'istituzione del suo insegnamento uffi-ciale, dato nella piena estensione di significato e di co?npren- sione di
una
tale disciplina.E
sarebbe da augurarsi che la bella occasione di tradurre ad effettoun
taleprogramma,
occasione lasciatasi miseramente sfuggire dalla Francia che conPaul Tannery
poteva inaugurare nelmondo
il nuovo insegnamento, possa essere colta dall' Italia, inun
'momento critico e solenne della storia.Un'ultima parola sull' insieme del libro.
Mio
desiderio sa- rebbe stato poterlo ancora ampliare ed entrare in ulteriori mi- nuzie.E
questo specialmente per l'ultima parte di argomentobibliografico.
Ma —
mentre dauna
partemi
costringeva entro certi limiti il desiderio di fareuna
cosa che potesse essere di uti- lità ai molti che potevano acquistareun
breve libro, piuttosto che aduna
ristretta cerchia di persone che avrebbe compratoun
grossovolumeerudito—
alla tentazione, cosi frequente durante la correzione delle bozze di stampa, di estendere e di ampliarele indicazioni, ho,probabilmente con vantaggio dell'economia gene- raledel lavoro, dovuto rinunziareperl'avvenuta
mia
chiamata alle armi. Questo fattomi
ha consigliatoadaffrettare il lavoro. Dipen- dentemente da questo, forse,potràriscontrarsiqualche menda, che ovesiverificasse credo piccola e di poco conto, e, in tuttiicasi,da correggersi facilmente dai lettori. Sepoiilfavore di questimi
assi- ste, e seposso riconoscere che il mio lavoro offreperi nostristudiun
qualche vantaggio, spero, come già ho detto, potere constatare inuna
ventura edizioneuna
partecipazionepiù
larga,più
at- tiva, pili valevole dell' Italia al fecondo movimento rivolto allo studio della formazione e dello sviluppo del pensiero scientifico.Aldo
Mieli.La
Foce, 30 maggio 1916.PER UNA CATTEDRA
DI STORIA DELLA SCIENZA
(^)Nelle
poche
righeche seguono
iointendo
ricordare qualedovrebbe
essere il lavoroda
attendersida una
cattedra di storia della scienza, emostrare
cosìcome
la
sua
istituzionenon
solosarebbe
desiderabile,ma anche
quasi necessaria se sivuole che
l'insegnamento
supe- riore rifletta ilritmo
degli studied
assolva ilsuo com-
pito di incessante incitatore e perfezionatore delle no- stre conoscenze.A questa breve
esposizione iosono
stato spinto, inoltre, dallagrave
incertezzache
in molti do-mina
sulcompito
e l'estensione diun
corso di storia della scienza. Parecchi, infatti, loconfondono con un
corso di filosofia ; altri,indebitamente,
lo restringono all'esposizione dellevicende
diuna
disciplina specialeo ad un confuso conglomerato
di varie storie particolari.Seguendo
i concetti ricordati,ed
altri analoghi, si viene invero asformare
ilvero concetto
di storia della scienza, e, necessariamente, anon comprendere
inmodo
rettoil significato del corso e della cattedra dei quali io qui sostengo l'utilità.
(i) Questo articolo riproduce, con qualche aggiunta,
una
relazione presentata alla riunione (5marzo
191 6) della Seziona di storia delle scienze nell'Vili Congresso della Società ita- liana per il progresso delle scienze tenuto inRoma.
MiEU
La
scien~a storica*
Grande
è statasempre
l'importanza
attribuita alle scienze storiche, e senon
a tutto ilcomplesso
di esse,almeno
a quella partepiù
appariscenteed immediata
all'osservazionecomune,
cioè alla storia politica. Col sor- gere stesso del pensiero scientifico noivediamo
la storia assurgerea
dignità di disciplinaindipendente
perquanto compresa
quasiesclusivamente
sotto la rubrica dell'arte.E
così nel corso dei secoli, presso tutti i popoli civili,numerosi
capolavori di finezzae di stile, di senso politico e di intuizioneumana, sono
stati creati.Un
tal fattonon deve però condurre
in errore rispetto allo svolgersied
all'affermarsi della storiacome
disciplina scientifica.In questo
senso, invece,non siamo
lontani dalvero
sesosteniamo che
la storia,come
scienza, esiste soloda pochissimo tempo
;ed
il fattoche
essanon ha
presoun
egualesviluppo
in tutte le sue diverse particonferma
la
su accennata
opinione.Compito
della storia è di ricercareed
accertare i fattiavvenuti
eche hanno
relazionecon l'uomo
consi-derato come animale
sociale, sia nella suemutue
rela- zioni, sia nelle creazioni delsuo
spirito.Di
questi fatti, per ottenereun insieme organico
eche possa rendere
profitto,deve
compiersiuna
scelta per ordine diim-
portanza,ed
ifatti stessidevono
venirecollegati fra di loro nei loro rapporti di successione, di relazione e di casua-lità.
In
talmodo, dopo
la ricerca e l'analisi (esternaed
interna) deidocumenti,
si arriva a fare quella sintesi storicache permette
un'esposizioneveramente
scientifica degliavvenimenti
(materiali o spirituali)che
sisono
ve-rificati, e ciò nei limiti
che
cisono
consentiti daidocu- menti che possediamo.
Inoltre gliavvenimenti
stessi, giàbene
accertatied
esposti,possono
fornireun campo
di osservazioni e di studi, eformare
così labase
di quelloche
sipuò
indicarecome
filosofia della storia, perquanto una
taledenominazione,
per essere statasovente
appli- cataa
studivaghi
omal
fatti, sia oggigrandemente
screditata.
La
scien:{a storica 3Questo
insieme di operazioni,come ho
già detto, è stato fatto, inmodo
rigoroso e scientifico,solamente
in questi ultimissimitempi
; inoltre essonon
è stato ap- plicato a tutti icampi che possono
sottoporsi all'esame storico.Largamente
econ
successo è stata coltivata la storia politica,ed
in particolare quellache
si riferisce allevicende
degli Stati ; più tardi,ed
ingrado minore,
quellache
studia la letteratura e l'arte.Dei tempi
re- centissimi è lo studio storico sistematico degli usi, deicostumi
e delle istituzioni, e quello infinepiù
generale ecomprensivo,
così detto della cultura.Ultima, senza
dubbio, nelsuo
sviluppo, è la parteche
si riferisce alla storia della scienza, nel senso cheesplicheremo
fra poco,sebbene
alcune parti di essa,come
quelladellafilosofia, sipossano
direnotevolmente
avanzate.Ora anche da questo
lato del tutto generalenon
è chinon debba
riconoscere che, cosìcome
le altre parti delle scienze storiche, cosìanche
quellache
sioccupa
dellaconoscenza
scientifica èdegna
di essere presa in seria attenzione e favorita nel suo sviluppo.Non
vi èa
prioriuna
ragione per la quale sidebba
svalutare la storia della scienzaappetto ad un
altro genere di storia,ad
es. quella degliavvenimenti
politici. Forse, anzi, se fare confronti e stabilire gradi diprecedenza non
fosse spesso puerile e ridicolo,potremmo
sbizzarrirci a parlare diun primato
della disciplinache
quiraccomandiamo.
Ci basti
dunque
affermareche
la storia della scienza, senon
sitrovano
difficoltà speciali inerenti allasua
na- tura,ha
diritto altrattamento
fatto a tutti i generi di storia ed, in particolare, alla storia politica. Cerche-remo,
più innanzi, di scoprire se difficoltà diquesto
ge- nerepotranno
esservi.Ma prima
diprocedere
oltrenon
è inutile fissare
chiaramente
i limiti e l'estensione del concetto di storia della scienza.*
4: «
Con
storia della scienza iointendo
l'esame dello svi-luppo
di tutta quella parte di attività del pensieroumano
4
Concetto di storia della scienzache è rivolta alla conoscenza sistematica del reale, sia sotto
forma
speculativa che sottoforma
empirica (2).Non
è qui ilcaso
di entrare in discussioni teoriche,che
del restoho
già sollevato (3),ma che dovrò
ripren-dere
(4) e trattarenuovamente
inmodo
piùvasto
ecom- prensivo
eleggermente
variato, eche riguardano
le di-(2) Il
compito
della storia della scienza è definito daGeorge Sarton come
segue : «Vhistoire de la science afour
but d'établir la genèse et V enchainement des faiis et des idées scientifiques, en tenant compie de tous les échanges intel- lectuels et de toutes les influences que le progrèsmenu
de la civilisation met costamment en jeu».—
Vedi l'articolo Vhistoire de la science, Isis, I (1913) p. 3.—
L'articolo citato serve di introduzione e diprogramma
per la rivista « Isis», il periodico dedicato alla storia della scienza, fondato ap-punto
daGeorge Sarton,
Esso peròha un
valore che tra- scende l'ufficio anzidetto eforma un
lungo ed accurato stu- dio delle questioni relative alla storia della scienza. Sipuò
dire, anzi, che esso è l'unico studio in certo
modo
esauriente, (3) In Scienza e filosofia, «Rivista di Filosofia», II (1910) p, 599, ed occasionalmente in molti altri miei scritti. Vedi anche la recensione diun
libro diHerbertz
in «Riv. di Fi- losofia »,V
(1913) p. 300.(4) In
un
volumetto in preparazioneLa
Storia della Scienza. Suoi scolpi, estensione e metodi.In questo verranno prese
ampiamente
inesame
tutte le questioni relative ai rapporti fra storia della scienza, storia delle scienze e storia della filosofia.Le
opinioni in proposito sono invero svariatissime e contrastanti. Quimi
limito a rendere noto che, in seguitoad una
discussione sorta all'Vili
Congresso della Società italiana per il progresso delle scienze (vedi pag.39
di questo volumetto),ho
preso l'iniziativa di pubblicare sulla Rivista di storia critica delle scienze medichee naturali
un
insieme di studi e di discussioni in proposi|to.Una
tale pubblicazione si inizia col secondo fascicolo del 191 6con
un
articolo introduttivo mio. Seguiranno studi diErmi-
nio Troilo,Gino
Loria, Gius,Lombardo Radice, Antonino
Anile,Feder. Enriques,
etc.Concetto di storia della scienza 5
scusse e vessate questioni dei limiti fra Scienza e Filo- sofia,
o
quelle sullanatura
dellaconoscenza
e sulle di- verse sue specie, irriducibilio
riducibili fra di loroa
se-conda
delle varie opinioni, o altre simili.E
ciòperchè tengo ad
avvertiresubitoche
perme
le espressioniScienza e Storia della Scienza,non racchiudono
in séalcuna
re-condita
intenzione di volere assorbire la filosofìa nelle scienze particolari, cosìcome
è stato fattoda
alcune scuole positivistiche,né
di fare di quella quasiuna pura
sintesi di queste.Le
espressioni citatesono una
semplicedenominazione, senza
secondi fini,che come
tali de-vono
essere vagliate e pesate, e che,senza
portare al-cuna
modificazione nelcontenuto, potrebbero
venire li-beramente cambiate
in un'altra qualsivoglia, se lacosa non
fosseappunto
priva di qualsiasi utilitào
significato.Ma
dalledenominazioni
verbalipassando
al conte- nuto,noterò come
nella storia della scienza, per la defi- nizioneche sopra ho
dato, iocomprendo
la storia delle varie cosidette discipline scientifiche e quella della filo- sofìa, nel sensosuo
piùampio. Un
tal fatto, sepuò
di- scordarecon
le opinioni teoriche di alcuni, quelliche
della filosofìafanno un
semplice, spesso inutileammen-
nicolo delle scienze fìsiche, o quelli
che concepiscono come
filosofìa
una vana
metafìsica, è invece confortato dal- l'esame dello sviluppo storico.E
per quelloche dovremo
esporre su queste
pagine una
taledimostrazione
é piùche
sufficiente.Le
interazioni fra ciòche
é stato detto scienza (insenso
ristretto) e ciòche
é stato detto filosofìa,sono
statesempre grandi
e continue. In alcuni periodi scienza e filosofìa sisono
confuse inmodo assolutamente
inscin- dibile.Una
di questeepoche
équella deipresokratici; altresono
ilmedioevo
cristianoed
ilRinascimento. Ma anche
nell'epoche nelle quali scienza e filosofìasono
state con- cepitecome due
termini antagonistici, esse effettivamentenon sono mai
state disgiunte.Peggio
ancora, lo scien- ziatoche credeva
ripudiarecompletamente
la filosofìa,agiva
sotto 1' influenza,tanto
più pericolosaperché
igno- rata,dipreconcetti filosofici, spesso semplicistied
assurdi;ed
il filosofo,non raramente, credendo
distrigarsida
ogni6
Concetto di storia delia scìen~asuggestione della scienza,
usava
le idee scientifichepiù
infantili, e
che
spessoerano
invecchiate o già ricono- sciute erronee o fallaci.Dimostrare
la continuità di queste relazioni è già fare la storia della scienza, equesto compito
saràda me
assolto, finchémi basteranno
le forze,con
lamia opera
sulla Storia del pensiero scientifico, della qualeho
già iniziata la pubblicazione.Qui
basti ricordare, per con- fortare ilmio
asserto,come
i piùgrandi ed
influentipen-
satori siano stati scienziati e filosofi insieme, e ciònon
peruna
sovrapposizione di attività differenti,ma
peruna intima conformazione
dello spirito : e citosolamente
i
nomi immortali
diAristoteles, San Tommaso, Leo- nardo DA
Vinci,Galileo, Descartes, Newton, Boyle, Leibniz, Lavoisier, Helmholtz, Poincaré,
etc. etc.Dopo affermato
e giustificato il fattoche
nella sto- ria della scienzadeve
esserecompresa anche
la filosofia (escludendolala storia dellascienzasarebbe
o impossibile o siridurrebbe
a cosa acefala e mostruosa), è. facile so- stenerecome
in essavengano
a risolversianche
tutte le storie delle discipline particolari, quali lamatematica,
l'astronomia, la fisica, la chimica, le cosidette scienze na- turali, la biologia, lamedicina,
la tecnica, etc. etc. So-lamente, ed
aquesto accenneremo
più innanzi,bisogna
fareuna
distinzione fra la storia delle discipline par- ticolari e quella della scienza in generale. Quelle si oc-cupano p'ù che
altro dideterminati problemi
speciali,questa
deve, invece,esaminare
losvolgimento
generale,i
mutui
rapporti fra le varie discipline edeve adden-
trarsi poi di proposito nello studio della tecnica dello storico inquanto
essa è rivolta alproblema che
ci interessa.*
* *
A questo punto può
riescireopportuno
di risolvere la questioneconnessa
alladomanda
: ache
cosa serve la storia della scienza ?Una
taledomanda
è perfetta-mente analoga
all'altra,non poche
volte sollevata : ache
cosa
serve la storia politica ? Se l'anticoadagio
la storiaScopo della storia della scìeriT^a
7
è la maestra della vita volesse significare
che
dalla storia (politica)dobbiamo
attenderci, giàpronta
per l'uso, la fornitura diuna
serie di regole pratiche,che l'uomo
po- litico o il cittadinonon deve
fare altroche
applicareconvenientemente, secondo
il bisogno, allora è evidenteche
la storia politicanon potrebbe veramente
servirea
nulla;ed
apoco
si ridurrebbeanche
se, all'uso diPlou- TARCHOS
e dei suoinumerosi
imitatori, essadovesse
avereun
soloscopo
morale, quello di eccitarea
grandiim-
prese l'alme dei forti.Ma
tutte questevedute
ristrette,che assegnavano
alla storia politica
un umile compito
utilitario,sono
stategiustamente
annientate, ebene
è stato riconosciuto ilsuo
ufficiocome
disciplina scientifica.Ma dobbiamo
forseconservare
talivedute
per la storia della scienza ? Par-rebbe
di sì, se si volessedar
ragione allanumerosa
fa- lange di scienziati dalle cortevedute che stimano che
la storia della scienza si
occupi solamente
divecchiumi ormai
sorpassati e fuori uso, oche
servasolamente
per illustrarequalche
città oqualche paese che ha dato
inatali a
un
tale che, per sentito dire, eraun gran
scien- ziato ai suoi tempi, eche
orapuò dare
occasione a di- scorsi, aconvegni
ead
onorificenze (5).Ma
se queste opi-(5)
Non
è fuor di luogo qui di accennaread un
fatto che spesso si verifica anche negli storici di singole scienze che purecomprendono
l'importanza dell'esame delle idee.Intendo cioè al risolversi
non
raro di studi storici inun
in- sieme di minuzie biografiche che spesso scivolano nell'aned- doto o nel pettegolezzo. Ionon
nego, invero, l'importanza delle ricerche biografiche, e specialmente di quelle chemo-
strandoci l'uomo e l'ambiente ci possono rendere ragione delle operazioni intellettuali eseguite, e che ci portano nelcampo
diuna nuova
scienza,estremamente
afiìne alla nostra, che è stata preconizzata dalDe Candolle,
sostenuta daOsTWALD
(che le dette ilnome
di geniologia) e coltivata anche dalSarto
N (nei suoi articoli, già iniziati in « Isis»:Comment
augmenter le rendement intellectuel de Vhumanité?).Ma
perònon
sipuò
pretendere che la storia della scienza o delle scienze8
Scopo della storia della scien:{anioni di filistei
non possono avere un gran
peso,potrebbe sembrare che ad una concezione
utilitaria della storia della scienza sidovesse
arrivareanche
seseguiamo
le idee espresseda uno
scienziato,Wilhelm Ostuald, che
èuno
dei piùbenemeriti
per l'odierno sviluppo della nostra disciplina, per il lavoro storico originale e perr incitamento
dato.In un
articoloabbastanza
recente (6) l'eminente organizzatore dellachimica
fisica,nonché
ilnon troppo
felice filosofo energetico e disgraziato pacifista guerra- fondaio,
diceva che
la storia delle scienze «n'est....qu'un moyen
de recherche. Elle fournitune méthode pour
l'ac-croissement
desconquétes
scientifiques,mais
elle n'estpas à
cultiverpour elle-méme en dehors de
ses appli- cations ». L' idea cosìenunciata
ècompletamente
erro- nea,ed
io credo, invero,che
essanon corrisponda nem- meno
al pensierogenuino
diOstwald, ma che
piuttosto sia effetto diuna
di quelle infatuazioni alle quali l'au- toreva
soggetto, eche
loconducono
spessoad
esa- gerare inun
sensood
inun
altro le sue espressioni. In ognimodo
iocredo che
lo studio delleopere
deimag-
giori scienziati
non debba
servireprecipuamente, com-
pito assegnatoglida Ostwald,
a trovare in esse queigermi
nascosti,non ancora
riconosciuti,che sono
su- scettibili diun
proficuo sviluppo attuale; ilvantaggio che
ci offre lo studio della storia della scienza èincom- parabilmente più grande
e diun
ordine diversissimoda
quello precitato.La
storia della scienza cipermette
di osservare losvolgimento
diuna
delle attivitàpiù im-
portanti del pensieroumano,
equesto
solo titolo baste-rebbe
per falle assegnareuno
dei postipreminenti
fra le discipline scientifiche ;ma
inpiù
essa sola cipermette veramente
di poterecomprendere
lascienzacontemporanea.
Questa,
infatti, èun prodotto
dello spirito,che non può
si riduca a questi appunti biografici, e, specialmente, a quelli di ordine infimo che pure
non mancano
nella letteratura con- temporanea.(6) «
Revue du
mois»,V
(1910) t. IX, p. 513.Scopo della storia della scieu-a
9
giustificarsi
appieno
senon esaminando
gli atti dal quale essa è sorta eche spiegano
la ragione dellasua
esistenza e delle sue particolarità.Credere
diprovarne
la validità,o
di scrutarne il valore,ponendola direttamente
a con- fronto al reale èuna
illusione,perchè
in talmodo
an- ziché porla inconfronto
alleinnumerevoli
elaborazioni del reale giàavvenute,
la simette
inconfronto ad una
sola di queste e
che
forsepuò non
essere la migliore.Noi possiamo riassumere quanto abbiamo
detto af-fermando dunque che
la storia della scienzadeve
essere coltivata per se stessa,offrendoci essanon solamente uno
deicampi
più interessanti di studio sul pensieroumano,
ma dandoci ancora
la chiave peruna completa com-
prensione della scienza e della filosofiacontemporanea
e di quella di ogni epoca.
La
storia della scienza, poi, nelle sue varie parti, cipermette
di addentrarci nell'es-senza
e nel significato delle più svariate dottrine. Inol- tre essa,non
solo, facendociriannodare
a concetti già espressi e trascurati, cirende
possibile di connetteread
essi
nuove
osservazioni, esperimenti e concetti,ma,
ren-dendoci
chiara lanatura ed
ilmodo
disvolgimento
della scienza, cipermette
dipromuovere
più efficacemente ilsuo
sviluppo,mentre,
d'altra parte,educando
lamente
e la facoltà del giudizio,rende
possibileuna
valutazione più esatta emeno
appassionata, più obiettiva vorrei dire, delle diverse dottrine (7).(7)
Accenno
qui alcuni studi recenti sul concetto di sto- ria della scienza.Rimando
inoltre alla serie di lavori che preannuncio a pag. 4.Mario Cermenati, La storia dellescienze. •Nuova Antologia» del 16 maggio 1903.
Amt.Cournot, Traile de Venchainemenl des idéesfondamentales dans lesscitnces et
dans Vhistoire, 1861.
Fr. Dannemann, Die Gexchichte der Naturwisseiischaften in ihrer Bedeutung ftir die Gegenieiari. «Programm» Barmen, 1912.
Gino Loria, Lastoria dellascienza èunascienza?«AttidellaVI Riunione dellaSoc.
peril progresso delle scienze». Genova, 1912, pag. 685.
Aldo Mieli, passim.
Wilhelm Ostwald, Lascienee et Vhistoiredela science.«Revue duMois»,V (1910),
t. X p. 513.
George Sarto.v, Vhistoire dela science. •Isis», I (1913) p. 3.
IO Corsi di storia delle sciente
*
: *
Accennato
cosìbrevemente
allanatura
della storia della scienza,passiamo ad
occuparcipiù davvicino
della questioneche
qui ci interessa, cioè dell'ufficio diuna
cattedra di storia della scienza.
Notiamo
anzituttoche
essanon
farebbedoppio im-
piegocon
dei corsi speciali di storia dialcune
discipline,che
potrebbero, e noiloauguriamo vivamente,
essere isti- tuiti innumero
assai largo(8).Noi desidereremmo,
anzi,che r insegnamento
storico particolareandasse sempre
unito a quello teorico, eche
nello stesso corso,od
in corsi paralleli, si esponessero le dottrineed
ilmodo
della loro origine.Un modello veramente
prezioso diun
talemetodo
ci èdato
dai trattati critico-storici diErnst Mach
(9), ed, inalcune sue
opere,un medodo alquanto corrispondente
vieneusato da Wilhelm Ostwald
(io).Non
Paul Tannerv, passim.
ErminioTroilo, Storiadellascienza estoria della filosofia. «Riv. distoria criticadelle scienze ined. e naturali», VII (1916), fase. III.
GiovanniVailati,Stili'importanza delle ricercherelativeallaStoria delleScienze (1897) in «Scritti», p. Ó4.
(8)
Lo
Statoveramente
misero dell'insegnamento supe- riore in Italia per quello che riguarda le storie delle scienzesi
può
riconoscerescorrendo
gli appunti relativi che sitrovano nel seguito di questo volumetto. Se il favore del pubblico mostrerà gradirlo preparerò,
dopo
finita la guerra,uno
studio sulla Storia della scienza aWestero.(9) Vedi in particolare le sue opere Die
Mechanik
eDie
W
àrmelehre, chehanno
avutonumerose
edizioni tedesche e traduzioni straniere.(io) Specialmente nella sua grandiosa opera Lehrbuch der allgemeinen Chemie. L'opera però è
ben
diversa, permetodo
e condotta,
da
quelle diMach.
Il Lehrbuch citato èuna
trat- tazione esauriente (nella seconda edizione) e sistematica della chimica generale o chimica fìsica. In questo senso essaha
avuto ancheun
grande valore storico,come
organizzatriceCorsi di storta delle scienzeX'^ ii
si
può
negare, però,che
in tal caso ilracconto
storico,pur
richiedendo per lasua
preparazione 1'opera
diun
valente conoscitore della nostra scienza, dix^ene per il
lettore o l'uditore
un
semplicemezzo
peruna
migliore esposizione teorica.La
storia in tal casonon
può, quindi, esserecompleta, ma deve
venir trattata inmodo che emerga solamente
quelloche
interessa per loscopo
par- ticolare perseguito.Molte
cose importanti, di per séo
per altra ragione,devono
essere allora taciute o trat- tate inmodo
insulìfìciente.Questo insegnamento
storico-criticonon
esclude quindianche una vera
trattazione storica delle singole discipline ;e
mentre
quellocon molta opportunità può
essere in-tramezzato
all'esposizione teorica,questa deve
fare og- getto di corsi speciali, nei quali all' interesse particolare delle dottrinedeve
sovrastare 1' interesse storico gene- rale.Ma nessuno
di questiinsegnamenti può
sostituire quello generale della scienza. Imutui
rapporti fra le va-rie discipline, così stretti e variabili nelle diverse epo- che,
non possono
essere esposti inmodo
chiarotrattando
diuna
singola scienza, i confini della quale, spesso,non-
ché
fìssi,hanno
nelpassato
subito le piùgrandi
varia-zioni e si
apprestano
amutare anche
nelprossimo
av- venire ;ma
quelloche
è impossibile considerare in talmodo, sono
lo spirito dellediverse epoche, icriteri direttivied emotivi che hanno guidato
scienziati e filosofi, i rap- porti fra scienza e cultura.Ed
inoltre tuttauna
parte, quella delmetodo
storico, énecessariamente compito
della cattedra generale.D'altra parte1'
insegnamento
della storia dellascienzanon può
perdersi nelleminute
disquisizioni delle storiedi
una
parte recente della scienza. I lunghi accenni storici sono ivi qualche cosa dì più di un'introduzione fatta a scopo teorico.Ma, guadagnando
in estensione, essi perdono quella forza speciale che osserviamo inMach, Di Ostwald
si deve poi ricordare, fra altre opere, il Leitlinien der Chemie,una
breve trattazione storica di alcuni dei problemi principali della chimica, fatta inmodo veramente
maestrevole.12 Ufficio di
una
cattedra di st. d. se.particolari ; se essa facesse ciò
dovrebbe necessariamente perdere
di vista iproblemi
piùampi
enon
assolvere ilsuo compito
: la sintesi storicasuprema,
l'insegnamento
del
metodo,
lapreparazione
dei futuri storici.Fra
lacattedra
generale di storia della scienza e quelle particolari delle singole scienzedeve
esserci quella differenzache
corre fra un' istituzione loscopo
dellaquale
èformare
gli storicied
agevolare epreparare
ilavori,
ed
un'altra il cuiscopo
è invece di sussidioed
aiuto, validissimi invero, allaconoscenza
delle dottrine particolari.*
La
cattedra di storia della scienzadeve
essere qual-che
cosa di assai di più diun
corsoche
si esaurisce nelle esercitazioni retoriche delle tre oreregolamentari
per set-timana.
Essa,come
ciòavviene
per molti istituti scien- tificimoderni, deve animare un
laboratorio nelquale
la storia della scienza siaamorosamente ed intensamente sviluppata
e coltivata. Oltre l'aula occorre per essa la bibliotecaed
ilmuseo.
Ho accennato
altre volte alla posizione diffìcile nellaquale
si trovano,almeno
in Italia, gli studiosi di storia della scienza (ii).E questo
èdovuto
in principalmodo
(il) Io sollevai la questione delle biblioteche speciali di storia della scienza al Congresso della Società italiana per il
progresso delle scienze tenuto a Siena nel settembre del 1913.
In esso proposi
un
ordine del giorno che,mettendo
in evi- denza i bisogni degli studiosi della nostra disciplina, richie-deva
senz'altro l'istituzione di sezioni speciali in alcune bi- blioteche.La
sezione di storia delle scienze,dopo animata
di- scussione, credette che fosse più facile raggiungere lo scopovotando un
ordine del giorno attenuato e, in fin dei conti, confuso, chenon
ebbe enon
poteva avere alcun risultato pratico.Ecco
l'ordine del giorno votato : «La
sezione di Sto- ria delle Scienze della Società italiana per il progresso delle scienze, considerando le difficoltà che i cultori della dettaLa
Biblioteca 13alla
mancanza
di biblioteche specializzate nelle quali essipossano
trovarealmeno
leopere fondamentali che
lorooccorrono
percompiere qualunque
lavoroche
oltrepassii limiti ristretti di
una
specialemonografia. Per ovviare a
ciò sipotrebbe
istituire pressoqualche grande
biblio- teca nazionaleun
repartodedicato allastoriadella scienza,ed
affidato apersone competenti
(12).Perchè
èevidenteche con
le disposizioni attualinon
sipuò
aspiraread
avere nellesuddette
bibliotecheuna
raccolta sufficiente eben
fatta, e
che possa
soddisfarecompletamente
quelliche
colti-vano
i nostri studi.Ma meglio che
in talmodo
laque-
stionepotrebbe
essere risoltaannettendo
alla cattedra di storia della scienza lasua
biblioteca speciale, cosìcome
biblioteche riferentesi alla propria specialità
hanno
i di- versi istituti di chimica, di fisica, di botanica, etc. etc.Solamente
inquesta maniera
si raggiungerebbe, eviden-temente,
lacompetenza
nella direzione alla utilitàim- mediata.
Io credo, anzi,che
la bibliotecadebba
essereuna
dellecure
principali del titolare della cattedra di storia della scienza.Essa forma
quel laboratorioche
per-disciplina incontrano nei loro studi per non poter seguire
completamente
la letteratura relativa,—
si augura che ilgoverno faciliti in Italia gli studi complessivi e sintetici in tale disciplina, favorendoli con opportuni acquisti e forma- zioni di speciali cataloghi presso qualche grande biblioteca pubblica ». Vedi in proposito quanto scrissi in «Isis», I (1913) p. 479, in occasione del resoconto che feci di tale congresso.
(12)
Un'esempio
del cattivo funzionamento di bibliote- che specializzatequando
sono poste sotto l'organizzazione generale delle Biblioteche Nazionali, ed affidate al personale ordinario chenon ha
cheuna
cultura letteraria^ mentremanca
di quella scientifica, si
ha
nellaBiblioteca Lanci-
sia na di
Roma
che versa inun
deplorevoleabbandono,
mentre potrebbe e dovrebbe esercitareun
ottimo ufficio nelcampo
della medicina ed, in particolare, della storia della medicina. Vedi in proposito qualche breve accenno di G, Bi- LANciONi nella «Rivista di storia critica delle scienzeme-
diche e naturali»Anno VII
(1916) p. 21.34 La
Bibliotecamette
il lavoro proficuo eche
è così necessario per lo storicocome
per l' istitutochimico
il laboratorio di chi- mica, perr
istituto fisico il laboratorio di fisica, etc.La natura
speciale della storia della scienzaimpone
alla biblioteca certe condizioni speciali. Essa,oltre i
ma-
nuali della propria disciplina
deve
possedere i materiali necessari per i lavori storici. Questiperò sono
innumero sterminato
: tutta la scienza, tutta la filosofia del pas- sato, e quella del presente, anche,formano
ilcampo
dellesue
indagini.È ovvio pensare che una
bibliotecacompleta, o
al-meno
esauriente,per
la storia della scienza è assoluta-mente
impossibile.A
parte tutti idocumenti
di archivioo
rari,sarebbe
folliapensare ad
istituire ex;novo una grande
biblioteca inquesto
senso.La
biblioteca di sto- ria della scienzadeve quindi
essere in strettissimi rap- porti, topografici sopratutto,con qualche
nostragrande
bibliotecanazionale, nellaquale abbondanti
siano leopere moderne ed
antiche raccolte, nella quale, possibilmente,abbondino anche
idocumenti
rari o manoscritti.Alla biblioteca di storia della scienza resterebbe
da colmare
i vuoti di quella,rendendosi
esauriente, se è possibile, per quelloche riguarda
leopere strettamente
storiche, e quelle diuso
continuo.Contemporaneamente
alla biblioteca, perquanto
di necessitàmeno
urgente, si riscontra ilbisogno
diun museo. Non importa che questo contenga
cimeliappar-
tenenti agrandi
scienziati, eche
nellamaggior
parte dei casisono
oggetto dipura
curiosità ; ciò che occorre invece èuna
raccoltaben
ordinata deglistrumenti
usati nelle varie epoche, o, inmancanza
degli originali, di modelliesattamente
riprodotti, eche mettano
in luce sopratutto il lorofunzionamento
(13).(13)
Un
principio dimuseo
ed anche di biblioteca che ri-guarda direttamente la storia della scienza si ha in Firenze, annesso al
Museo
di fisica e storia naturale, dipendente dal-l' Istituto di studi superiori. Ivi, ancora ai tempi del grandu- cato, fu eretta la «Tribuna di Galileo» che fu inaugurata in
// museo 15
Mentre
la biblioteca richiedeun primo impianto
lar-gamente
effettuato, inmodo che
essapossa cominciare a
corrispondereimmediatamente
alsuo
scopo, siapure
inmodo
ridotto, ilmuseo potrebbe
formarsilentamente, ed
amano
amano che
sene
presentasse l'opportunità.Il
compito
del titolare della cattedra di storia delle scienze si presentadunque
triplice :cura
della bibliotecaeoccasione del III Congresso degli scienziati italiani (1841).
Più tardi alla «Tribuna» fu annesso
un Museo
di strumenti antichi. In dettomuseo
si trovano molti importanti cimeli che meriterebbero di essere ricordati a parte, se qui avessi spazio maggiore disponibile. IlMuseo
è stato posto alle di- pendenze dell'Istituto di fisica. Ultimamente, con la venutaalla cattedra di fisica del Prof.
Antonio Garbasso,
ilMuseo ha
subitoun
notevole incremento, in quanto che ilGarbasso non
solamente si è dato a riordinare ed ampliare ilMuseo
stessoper la parte degli istrumenti,
ma
in quanto cheha
co- minciatoad
arricchirlo diuna
biblioteca, che, per ora,com-
prende quasi esclusivamente antiche opere dimatematica
e di fisica.È
da augurarsi chead un
rapido incremento della biblioteca corrisponda ancheun ampliamento
del genere di libri raccolti e che per l'opera illuminata delGarbasso
siformi
un
primo nucleo della Biblioteca e delMuseo
che pro-pugnamo.
Non
devesi dimenticare qui di aggiungere che si sono avute in Italia alcune esposizionitemporanee
cheavevano
interesse perla storia della scienza e in qualche casopotevano considerarsi
come
nuclei di musei. Quella di gran lunga più importante fu dovuta al Prof.Piero
Giacosa, che durante l'esposizione del 1898 in Torino ne preparòuna
che riguar-dava
la storia della medicina. Per quello che la riguarda ri-mando ad una
pubblicazione delGiacosa
stesso : Magistri salernitaninondum
editi.—
Catalogo ragionato della Esposi- zione di storia della medicina aperta in dorino nel 1898. To- rino, Bocca, 1901.Accenno
a quest'opera più oltre nel Sag- gio di Bibliografia.i6 // corso
del
museo
; iniziazione epreparazione
pratica degli stu- denti e studiosi al lavoro storico ; esposizioneannuale
del corsoregolamentare.
Questi trecompiti sono
indicati in ordine diimportanza
decrescente.È
naturale infattiche
l'importanza precipua
sia asse-gnata all'ordinamento
della biblioteca e delmuseo.
Nello stato attuale delle cose,questa
è laprima condizione per rendere
possibileun
lavoro proficuoed
organizzato.Mentre però
è facile riconoscerequesto
fatto in gene- rale, è difficile, esarebbe
quilungo e
noioso, entrare nei particolari sull'ordinamento predisposto e sui criterida
seguire.Più che con
le parole ciò sidimostra con
l'azione. Perciò
credo opportuno
di sorvolarci sopra.Dopo aver
preparati glistrumenti da
lavoro, lacosa
piùimportante che rimane
è quella diguidare
e di facilitare la via agli studentied
agli studiosi,sebbene
questi,oramai
in possesso deglistrumenti
stessi,potrebbero da
sé,sebbene
spessocon maggiori
diffi- coltà,procedere
nel lavoro. Inquesta
funzione di guida, credo,debba
risiedere lamaggiore importanza
del ti- tolare della cattedra, nellasua
qualità di insegnante.Ed
il lavorodovrebbe
essere fatto consigliandoed
iniziando lavori originali di ricerca e di sintesi. Il pro- fessore, in questi casi,dovrebbe
essere l'assiduo colla-boratore
dello studente. Nella scelta deitemi
e delle indagini,pur seguendo un suo piano
organico,dovrebbe
essere eclettico e vario, in
modo da
potereabbracciare
tutti i diversi periodi della storia della scienza.Tutto questo
lavoro, oltreche
valore pedagogico,potrebbe
inol- tre essere prezioso per losviluppo
della nostra disciplina, e,con una
collaborazione volenterosaed una
direzione intelligente,potrebbero
così essere tentate econdotte a
fineopere
collettive poderose.Resta
infineda
parlare dell'ultimocompito,
quello delle lezioni regolamentari.Sebbene questa
sia la parte più appariscente del lavoro professionale, io lacredo
lameno
proficua, perquanto possa
agireopportunamente
su
alcunicome
stimolo allo studio. Infattipiù che
alle lezioni cattedratiche e retoriche, ilvero
studiosoapprende
dai libri, dalle conversazioniprivate, dalle pratiche esercì-Il corso 17
tazioni.
Esse però non possono
dirsiassolutamente
inutili,specialmente
per il professore che, nellapreparazione
alla esposizione orale,non
soloha campo
diincitamento a
scriverequalche
libro, che forse altrimentiavrebbe
tra- scurato di fare,ma anche perchè
nella ricerca dell' espres- sione le idee siappianano
e si precisano, e nella visione dell'effettoprodotto
e delle obbiezioni, siapure mute, ma
espressive, dei discepoli, si rettificano e si chiariscono.
Nei
corsi lamateria
svoltadeve
essere didue
spe-cie.
Con una vanno
esposti i criteri metodologici eva
fatta la storia della storia delle scienze.
Questa
parte,benché apparentemente
più arida,deve
essereanche
la più importante,perchè può
esercitareun'ottima
influenzaquando
sia corredata diopportuni esempì
e collegata alle esercitazioni pratiche.Con
l'altra specie sidevono
caratte- rizzareed esaminare
levarieepoche, nelle qualisipuò
divi- dere lo sviluppo della scienza e sidevono
studiare, nel lorosvolgimento
storico, imutui
rapporti fra le varie disci- pline, glielementi che maggiormente
influirono sulle av-venute
variazioni, i risultatimano a mano
ottenuti. Sipossono
anche,aggiungere
considerazioni generalisopra
losvolgimento
della scienza (14).(14)
Giova
ricordare che l'insegnamento di storia della scienzapuò
essereopportunamente
dato anche nell'insegna-mento
secondario.Una
tale opportunità era stata sostenuta fra altri dal ben noto storico della scienza,Paul Tannery
(f 27
novembre
1904) ; questi, in seguitoad una
richiesta pervenutagli daun
direttore dell'insegnamento secondario (Rabier) a proposito diuna
riforma che dovevasi proporre inFrancia(1892),aveva
stesounProgramme
d'uncours dhistoire des Sciences che, ritrovatofra le carte del defunto, è stato pub- blicato a cura del fratelloJules
nel fascicolo del 1° aprile 1907 della «Revue du
Mois» (Voi. III). Questoprogramma,
perquanto
rivolto all'insegnamento
secondario, è interes- santissimo a leggersi perchè mostrauna
larghezza di vedute eduna
concezioneampia
e giustificatadella storia della scienza.All'esposizione del
programma,
chemi
dispiace dinon
poter riprodurre per intiero, data la sua lunghezza, precedono al-MlELI 3
i8
La
st. d. se. nell'ordinamento universitarioA quale
facoltàdeve
essereaggiunta
la cattedra di Storia della Scienza.Se
l'ordinamento
degli studi fosse razionale,ed augu- riamoci che
ciòpossa avvenire
assai presto, la storia della scienzadovrebbe
essereuna
delle cattedre piùimportanti
della facoltà filosofica (15Ì.Con l'ordinamento
attuale essapotrebbe egualmente
esserebene posta tanto
nella facoltà di filosofìa e letterequanto
in quella di scienze.Non
visarebbe
ragione,poi,perchè
lafacoltà dimedicina
(checom- prende
i corsi piùimportanti
di biologia) sene dovesse
tenere estranea,ed anche
i politecniciavrebbero
ragione di interessarsene.In
ognimodo
dev'essereteoricamente
indifferente lascelta della facoltàche dovrebbe prenderne
cura,purché
sia dalle altre interessate sostenuta, coldare
validitàed importanza
al corsoanche
per i propri studenti. Forse, in Italia, l'istituzioned'una
cattedra di storia delle scienze siaddirrebbe convenevolmente ad un
istituto superiore diperfezionamento, come
quello dicuni Conseils et Directions nei quali, fra altro, si ricorda che
«le but que le professeur devra chercher à atteindre est prin- cipalement de
montrer
l'enchaìnement rationnel qui alié revo- lution dechacune
des sciences, soit avec celle des autres, soit avec celle de la civilisation en general». Riporto infine la suaraccomandazione
finale : «Enfin il ne devra pas per- dre de vue, en thèse generale, que l'étude historique des scien- ces ne doit pas seulement s'attacher à retracer les progrès de l'esprithumain
dans la connaissance de la vérité ; qu'elle a aussi à en rappeler les erreurs, et que c'est précisément la saine appréciation de ces erreurs qui seule peut bien fairecomprendre
l'importance véritable des sciences».(15)