ANNO XXXN°7/8
LUGLIO-AGOSTO 1998 -
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A E’ scomparso Antonio Mazzarolli
© di Egidio Palmiri
» Clown... specchio bambino
di Ettore Paladino
Acocatatao Basten
FORUOM aN 10 SasseniscbrNote!
ca DOSSIER
i 14 LoStato ed il Circo in Franciai
di Raffaele De Ritis
Yq “Panchina lunga”al Krone
di Flavio Michi
Raffaele De Ritis continua la sua analisi del
“Nuovo Circo” esplorando unadelle realta pit importanti, quella francese. Lo fa con un’intervista
al responsabile dell’associazione Hors les Murs.
A pagina 14.
LE RUBRICHE
Notiziario - p. 6Libri- p. 24
Estero - p. 25CIRCO Con la collaborazione di
Periodico dell’Ente Nazionale Circhi Cirque (Svizzera), Cirque dans Anno XXX -N.7/8 - Luglio/Agosto 1998 l’Universe (Francia), Circus Zeitung Direttore Responsabile (Germania), De Piste (Olanda), Le Egidio Palmiri Monde du Cirque (Francia)
Impaginazione S&M Cesenatico Fotolito e Stampa
Fazzini - Castelfranco Emilia (MO) Abbonamento 1998: versamento di Direzione, redazione, pubblicita, Lit 40.000 sul ccp n. 14701478 In redazione
6OBERTO FAZZ CMe? NIAWORLOOFICIR
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Claudio Monti - Alessandro Serena Collaboratori
Serena Bassano, Raffaele De Ritis, Roberto Fazzini, Ruggero Leonardi, Massimo Malagoli, Dominique Mauclair, Flavio Michi, Francesco Mocellin, Ettore Paladino, Roberto Pandini, Guy Puttevils, Chris Puttevils
amministrazione
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In ricordo di un grande amico
E’ gia trascorso un mese dalla dipartita del Presidente Mazzarolli, e il dolore per questa perdita non si &
attenuato. Ritengo superfluo elencare tutto quello che ha rappresentato
“amico” Antonio Mazzarolli, in quanto la stampa nazionale ne ha dato ampianotizia. Per i miei associati, che hanno poco tempo per leggerei quotidiani, desidero elencare brevemente i prestigiosi incarichi ricoperti nella sua vita: é stato esponente di spicco della Democrazia cristiana, intendendola politica come servizio e dedizione al Paese; sindaco di Treviso per ben dodici anni, consigliere comunaledella stessa citta fino a quando la mortelo ha strappato ai suoi impegni; senatore della Repubblica per otto anni. Uomo di profonda cultura e amante della musica, si avvicind allo spettacolo dedicandovi sempre maggiori energie, con lo spirito di chi concepisce il
proprio lavoro come una missione.
di Egidio Palmiri
E’ stato Vice Presidente dell’Agis, presidente del Comitato di coordinamento musica, per alcuni anni presidente del Teatro di tradizione di Treviso, membro del Consiglio d’amministrazione dell’Ente Lirico Teatro La Fenice di Venezia, e in seguito del Teatro Verdi di Trieste.
Eletto nel dicembre del ’95 Presidente dell’ Agis per il biennio ’96 — ’97, &
stato riconfermato all’unanimita per il biennio ‘98 - °99, il 30 ottobre 97.
Aveva da poco compiuto i 70 anni,
essendo nato nella citta da lui tanto amata — Treviso — il 9 febbraio 1928.
Era avvocato, ma principalmente uomo di profonda cultura, come conferma la dichiarazione del Ministro Veltroni: “La cultura italiana é in lutto”.
Quanto precede _costituisce succintamente il profilo di Antonio Mazzarolli. Noi circensi lo ricorderemo principalmente per laffettuosa simpatia e la considerazione nelle quali ha tenuto il settore del Circo. I fatti che lo confermano sono innumerevoli, ma due piccoli episodi sono comunque emblematici: Mazzarolli scelse di far parte — quale rappresentante dell’ Agis
— del Comitato “Circo, spettacolo viaggiante” ed attribui a questa decisione un valore importante.
Inoltre, malgrado la mia riluttanza (dato lo stato d’animo nel quale mi trovavo), ha insistito affinché fossi io a commemorareil decennale della
Oscar Luigi
‘oe, sotto, conil vice sidente del Consiglio Walter Veltroni.
lentedel Egidio Palmiri, : dell’ing
bustodi Italo Gemini.
morte di Italo Gemini. Per tutto questo lo ricorderemo, maprincipalmente per la sua umanita. Per quanto mi riguarda, Mazzarolli fa parte di quel gruppo di persone care che avevano
questa sua medesimadote: Cervellati,
Bassano, Gemini.
Non potrd mai dimenticare con quale solerzia ha partecipato al funerale di mia Moglie. Nell’articolo scritto di suo pugno,ricordé che quella giornata per lui era stata triste e allo stesso tempo meravigliosa, perché — spiegd
~ gli aveva permessodi rendersi conto
di persona dei sentimenti “della gente
del circo” e in modoparticolare dei suoi giovani, rappresentati dagli allievi dell’ Accademia. Nei mesi che seguironola scomparsa di mia moglie ho riletto quell’articolo decine e decine di volte, inondandolo sempre di lacrime, perché ad ognilettura vi scoprivo della nuova umanita.L’improvvisa ed inaspettata sua
scomparsa, ha creato uno sconforto
che, seguito alla comprensibile confusione, ha fatto si che venissi meno ad un dovere sacrosanto, quello di essere presente fisicamente alle esequie, e con melostaffdel settore, per rendergli l’ultimo saluto.Antonioeraun fervente cattolico e un credente autentico, come mia moglie.
Di lassi ora sa quel & stato e qual &
tuttora il miostato d’animo pensando a lui.
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In arrivo altre grane perla detenzione degli animali
La Commissione CITES ha stabilito che circhi, delfinari, aree protette, ..
detenzione degli animali.
Il Ministero dell’Ambiente, Servizio conservazione del- la natura, ha inviato una cir- colare relativa alla richiesta di idoneita delle strutture circensi alla detenzione di animali pericolosi per la sa- lute e Vincolumita pubblica (ai sensi dell’articolo 6, comma 6, della legge 150/92 e successive modificazioni).
Cosa dice questo articolo della legge? Che la Commis- sione scientifica CITES deve predisporre i criteri genera- li da applicare all’accerta- mento dell’idoneita alla de- tenzione di animali conside- rati pericolosi, a strutture quali i giardini zoologici, gli acquari, i delfinari, le aree protette, i circhi e le mostre faunistiche permanenti e viaggianti. Ed ecco cosa ha deciso la stessa Commissio- ne: “basandosi su standard internazionalmente accettati perla corretta custodia de- gli animali”, ha stabilito
“che le struttura medesime nonpossano soddisfare i cri- teri generali relativi al cor- retto mantenimento degli stessi e che quindi la Com- missione Stessa non possa ri- lasciare la relativa idoneita alla detenzione”’.
La conclusione della Com- missione scientifica CITES ricade, naturalmente, sui cir- chi: “La sopra menzionata deliberazione della Commis- sione implica che i circhi itineranti non possano, allo stato attuale, avvalersi del- la derogadi cui al citato ar- ticolo 6 comma 6. Di conse- guenza, si ritiene che gli stes- si possano detenere, previa autorizzazione Prefettizia, gli esemplari appartenenti a
. non sono idonei alla
specie considerate pericolo- se per la_ salute e Vincolumita pubblica, gia custoditi dalle strutture me- desime, senza peraltro au- mentarne il numero”.
Pos‘la
“questione animale”
Un paio di recenti
casi televisivi con protago- nisti gli animali ci hanno fornito il pretesto per alcu- ne annotazioni a margine delle due puntate sulla no- stra “questione” (cfr. Circo di aprile e maggio), con par- ticolare riferimento all’ ap- plicazione della logica dei due “pesi e delle due misu- re” nei confronti del circo.Una recente punta- ta di “Linea verde” ha mo- strato le gesta di alcuni pa- stori sardi che dovevanotra- sbordare dei capi di bovini
verso un nuovo pascolo at-
traversando un breve tratto di mare: in alcuni punti, la profondita era notevole e le mucche, ovviamente, erano piuttosto restii a lasciarsi convincere. Lo stesso gior- nalista e i protagonisti inter- vistati lasciavano intendere che l’operazione compor- tasse spesso la perdita di qualche animale. Persino chi scrive — solitamente poco incline a schierarsi conle “anime belle” su que- sti argomenti — ha ricevuto un senso di disagio dalle immagini trasmesse. Nono- stante cid il tono di tutto ilservizio tendeva a sottoline-
are, anziché la riprovazione per le sofferenze (vere o presunte) patite dagli ani-mali come ci saremmo
aspettati, l’aspetto della7
conservazione delle tradizio- ni, della fedelta alle abitudi- ni ancestrali e del legame con la propria terra. Tutto, co- munque, proiettato in una luce chiaramente positiva col mondo agricolo che usciva ammantato dall’alone poeti- co. Un altro caso di animali
“sfruttati” dall’uomo — se- condoil linguaggio caro agli animalisti — presentati, inve- ce, in una dimensione com- pletamente diversa da quella riservata al circo ci é sembra- to quello dei delfini di Gardaland. Infatti, nel corso di uno special dedicato al
“Commissario Rex” e con- dotto da Paolo Limiti si é ef- fettuato un collegamento col famoso parco divertimenti e, specificatamente, ci si & oc- cupati dei mammiferi marini ospitati da qualche stagione in un’ apposita struttura. In un florilegio di aggettivi enfati- ci (che Limiti non fa mai mancare nel corso delle sue trasmissioni) abbiamoassi- stito alla trasformazione di una piacevolissima quanto ordinaria esibizione di ani- mali addestrati, in una sorta di esperimento scientifico di alta etologia oltre che in un meraviglioso esempio di simbiosi tra esseri viventi.
Provate a pensare per un at- timo a quale trattamento sa- rebbe stato riservato, invece, alla medesimaattrazione in- serita in un contesto circense, oppure se qualche scena di usuale addestramento, di gran lunga meno brutale ri- spetto all’attraversamento del tratto di mare da parte delle mucche,fosse stata mo- strata agli spettatori.
Questi ed altri segnali rive- latori ci dicono quanto ne- cessario sia avviare immedia- tamente da parte del mondo del circo italiano un’ opera- zione di ricostruzione della propria immagine verso Vesterno, sperando che non sia tardi.
Francesco Mocellin
jou JUD OLIeiZzi
cadec
Clown... specchio bambino
Tornovolentieri a parlare su queste pa- gine di Simona Maraviglia, socia del Cadec,con la grande passionedella fo- tografia a cui ha da pochi anni unito quella del clown. Avevamogia presen- tato la prima mostra fotografica sul clown tenutasi a Brescia a fine 1996, a cui ha fatto seguito una secondae pit articolata mostra nell’ultimo mese di marzo.II percorso compiuto da Simona ha esplorato, attraverso i momenti fer- mati dalla fotografia, nuovi e pit arti- colati aspetti della figura del clown,del suo Significato artistico ma soprattutto umano.Uncercare I’anima di questo personaggio dello spettacolo, che nel circo é nato e trova la sua massimaaf- fermazione, ma che nonsi é mai fatta troppafatica a ricollegare conaltri per- sonaggi dello spettacolodi tutti i tem- pi. Sul clown sonostate scritte miglia- ia di pagine:storici, filosofi, scrittori e tanti altri ancora hannocercato di ana- lizzare da tutti i punti di vista la figura del clown. Qualcunoci é riuscito bene, altri meno bene. Qualcunosi é limitato ad analizzare le realta viste e conosciu- te, altri ci hanno messo un po’ troppo del loro, arrivando ad una visione ne- cessariamentedistorta della realta.
Sicuramenteperscriveree percapire il clown bisogna conoscerlo, venirci a contatto e vivere, anche se solo per qual- cheora,la suavita di tutti i giorni (come delresto pertutto il mondodelcirco).
Simonaquesto lo hafatto, e credo sia importante sottolineare comele sueri- flessioni, che spesso sfioranola poesia, nascano dalla conoscenza diretta dei tanti clowndalei avvicinati, frequenta- ti e fotografati. Una figura del clown resa trascendente mache nasce da espe- rienze reali ed umane. Unarealta in cui nonesistono pid confinifra il clown che fa spettacolo e lo spettatore che lo guar- da; il clown fa ridere perché tira fuori l’allegria e la comicita da chi lo guar- da. Questa é la visione di Simona, che non a caso haintitolato la sua ultima mostra “‘Clown...specchio bambino”.
Maa questo puntolasciola parolaalla stessa Simona, ed a queste sue poche masignificative frasi. Una vocein pit tra le tante che si sono occupate del clown,una voce che porta un contribu- to nuovo,piii emotivo chestorico, ma interessante perle tante sfumature che
di Ettore Paladino Il circo continuaad ispirare mostre fotografiche. Eccola recensione di quella di una giovane socia Cadec, Simona Maraviglia.
é riuscito a cogliere: “Due annidiricer- ca sul personaggio clown:interviste, scambiartistici, libri, films, da Federi- co Fellini a Charles Chaplin a Buster Keaton.... scopro l’esistenza del clown Bianco e del clown Augusto, due op- posti che si attraggonoe si completa- no.Sulla figura di questi due personaggi traspongogli opposti presenti in ognu- no di noi (io adulto/io bambino;la gio- ia, la tristezza) situazioni che portano a far rivivere la parte bambinapresente in ognuno. La miaricetta mi porta a scoprire il magico mondodel circo ea conoscere personalmente soprattutto i clownscircensi e non. Partendodal pre- supposto che il clown é un personag- gio puro nei sentimenti, sincero e co-
scientemente in grado di raggiungere lo stato infantile proprio del bambinopic- colo, capisco che entrandoin sintonia col pubblico,riesce a farlo ridere,rilas- sare, a dargli una liberazione fisico- mentale,a far rivivere la parte bambina trovando il momento magico... Non posso quindi pensare al clown come ad un personaggio triste, ma come ad un uomoche ha capacitadi far riflettere, come uno specchio, quel tanto da far capire allo spettatore la comicita che c’é in tutti noi, ma che spesso non sappia- mocogliere. Una volta il clown Charlie Rivel disse: “Un buon pagliaccio co- stringe il pubblico a guardarsi allo spec- chio:siete tutti dei pagliacci, e non ve ne accorgete, ma io so di esserlo”. Dopo aver conosciutoil clown, ma soprattut- to ’ uomo-clown,hotrovato gli ingre- dienti: tenerezza, dolcezza, sensibilita, onesta, spontaneita per cid che ci é in- torno, essere pitl vivi, pitt bambini...
liberta di un pagliaccio che ha capito che l’uomohabisognodi ridere. Ognu- no pué trovare la propria gioia nella vita, ogni giorno, ogni momento”.
Rudy Bisbini ritratto da Simona Maraviglia.
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PROPOSITIVA LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO CADEC
Sabato 20 giugnosi é svolta presso l’Accademia del Cir- co di Cesenatico la riunione del Consiglio Direttivo del CADEC,che, come di con- sueto nella sua riunione di meta anno, ha fatto il punto della situazione attuale ed ha gettato le basi per le prossi- meattivita.
RADUNO
Si tratta sicuramente del mo- mento pitt importante della nostra vita associativa e quin- di il pid: atteso. Per il momen- to non siamo perd in grado di dare delle informazioni precise. Possiamo solo anti- cipare che |’intenzione del Consiglio Direttivo sarebbe quella di tenere il Raduno in una citta del meridionee, vi- sto il numeroe soprattutto la disponibilita dei soci locali, la scelta cadrebbe sicuramen- te su Salerno.
Nonci sono pero notizie pre- cise circa la presenza di un circo disposto ad accoglier- ci. In tal senso verranno pre- si contatti nelle prossime set- timanee speriamodi scioglie- re i dubbi al pitt presto. Si- curamente comunque nel prossimo numero della rivi- sta verranno date notizie pit precise ed ai primi di settem- bre verranno speditele circo- lari.
GITA SOCIALE Dopoil rammaricoperil fal- limento dello scorso anno,si é deciso di proporre la gita sociale nella destinazione pit comoda, ovvero Lugano, per assistere allo spettacolo del Knie. E’ unagita svoltasi gia tante volte che speriamo pos- sa attirare un numero eleva- to di soci, in modo da non perdere la consuetudine di svolgere la gita sociale. Tut- to il Consiglio ha valutato che sarebbe molto negativo se nonsi riuscisse pil a svolge- re neanche una gita sociale all’anno. Inoltre segnaliamo a tutti i soci che a Zurigo, dal 19/9 al 11/10 sara presenteil Cirque du Soleil con lo spet- tacolo Alegria. Alcuni soci sono gid intenzionati a recarvisi con mezzi propri e orientativamente é stata fis- sata la data di domenica 4/
10. Chi fosse interessato pud
contattare il Presidente (035.334047 ore serali)
INDICE DELLA RIVISTA Procede bene il lavoro di compilazione degli indici del- la rivista. Gia sette soci han- no completato il lavoro ed altri due sono prossimia far- lo. Si spera per la fine di set- tembre o simbolicamente in occasione del raduno, di con- segnareil lavoro all’ Ente Na- zionale Circhi per la pubbli- cazione nella maniera che si riterra pit idonea.
SCHEDE RILEVAZIONE CIRCHI
Purtroppo si é dovuto regi- strare uno scarsissimo nume- ro di schede compilate; i Con- siglieri che erano stati inca- ricati come referenti di zona hannoriportato la loro espe- rienza e gli scarsirisultati ot- tenuti. Nessuna risposta da- gli altri referenti, benché ap- positamente sollecitati dal Presidente, il che fa pensare che neanche essi abbiano avuto miglior fortuna.
MODIFICHE STATUTO Su segnalazione del revisore Di Fluri @ stato preso atto che, per nuove norme inter- venute di recente, le cariche di Revisori dei Conti dovran- no essere abolite e sostituite con altra denominazione e funzione.II Presidente predi- sporra le opportune modifi- che allo statuto che verranno portate alla prossima assem- blea per l’approvazione.
DIFFUSIONE CADEC Riprendendoil discorso in merito, nato in occasionedel- Vultimo raduno,si é discus- so a lungo su comeil Club possa ottenere maggiore vi- sibilita ed aumentare il nume- ro degli iscritti, nonché, diri- flesso, come poter svolgere un’attivita pit’ incisiva a fa- vore del circo. Sonostate pre- se in considerazione diverse possibilita. L’idea di un vo- lantino — depliant pubblicita- tio — @ stata accantonata per gli alti costi che si avrebbe- TO, rapportati ad un benefi- cio quantomeno discutibile.
Un’ attivita del genere andreb- be limitata a situazioni parti- colari (comegia era stato fat- to negli ultimi anni in occa- sione degli spettacoli del
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Gran Premio a Milano e a Genova). E’ stata valutata la possibilita di aprire un sito Internet; il consigliere Michi si & incaricato di prendere le opportune informazioni in merito ed eventualmente con- cretizzare la proposta. Si é inoltre sottolineata l’impor- tanza di avere pit ampio spa- zio sulla stampa; per questo i Consiglieri stessi si sono riproposti di essere pit attivi a livello di stampa locale o anche nazionale se si hanno le opportune conoscenze in merito. Ovviamente |’invito viene esteso a tutti i soci del CADEC,perché solo cosi si puo sperare di avere dei ri- sultati su larga scala. E” im- portante sottolineare questo aspetto in quanto sicuramen- te & avvertita da parte di tutti la necessita di rendere il Club pit’ conosciuto ed anchepit ricco in termini di iscritti. Si invitano pertanto tutti i Soci ad adoperarsi sempre ovvia- mente nel limite delle possi- bilita di ciascuno, al fine di trovare spazio sulla stampa per far conoscere il CADEC, stimolarne le iscrizioni, e dare comunque un’immagi- ne positiva del mondodelcir- co. E” questo un argomento di grandeinteresse, che sicu- ramente sara oggetto di di- scussione in occasione del prossimo raduno e percui risulta particolarmente gra- dita la collaborazione di tut- ti anche in termini di idee ol- tre che di attivita. Per con- cludere ricordiamo anche che é stato consegnato alla reda- zionedella rivista che ci ospi- ta ’elenco dei soci ordinati per regionee provincia,la cui pubblicazione dovrebbe ini- ziare a breve. Come si pud vedere da questa breve cro- naca, gli argomenti discussi sonoStati tanti e tanti sono i progetti considerati. Il con- siglio ha lavorato in un cli- ma di massimo accordoe col- laborazione di tutti i soci in termini di partecipazionealle varie iniziative e, voglio sot- tolinearlo ancora, anche in termini propositivi.
Arrivederci a presto.
Ettore Paladino
cadec
Un saggio da Premio Nobel
Il saggio di quest’ anno,svol- tosi il 22 giugno all’ Accademia del Circo, non sara forse ricordato come uno dei migliori in quanto a numero e qualita degli allievi diplomati, ma sicuramente rimarra impresso nella memoria come uno deipit scorrevoli e ben eseguiti ed il pit elettrizzante in assoluto anche per la presenza in sala del Premio Nobel della Lettera- tura, Dario Fo, accompagnato da Franca Rame.
Lo spettacolo comprendeva dodici numeri fra i quali la dimostra- zione di danza iniziale (quest’anno una tarantella) e il tradizionale mix finale di piramidi e salti a terra che rimane il frammento dove gli allievi (e persino qualcheistruttore) sprigio-
nano maggiore energia e irradiano contagioso entusiasmo agli spettato- ti. Solo quattro i diplomati: Valeria Valeriu, di origine rumena,di 13 anni, diplomata con 24/30 in trapezio sin- golo e verticalismo, ha eseguito un numerodi trapezio ed uno, in cdppia
conla sorella minore Desirée, di ver- ticali sincronizzate. Alexis Casartelli (20/30 in verticalismo, dopo un peri- odo di permanenzaall’ Accademiasu- periore al normale) ha presentato un numerodi verticali abbinato ad equi- librio di hula hoop. Daiana Dell’ Ac- qua (20/30 in funambolismo) ha pre- sentato i suoi giovaniequilibri sul filo e Sue Ellen Casu (20/30) ha mostrato un vivace numero di antipodismo.
Ricordiamo che con questi sono ben 43 gli allievi diplomati in soli dieci anni di attivita. Il saggio presentava poialtri numeri di un certo interesse, pur se eseguiti da allievi ancora in formazione. Gabriel Agosti, un origi- nale mimogiocoliere dotato di buona tecnica e notevole personalita, dal
quale ci attendiamo grandirisultati per il futuro. Michel Patrick
Guillaume che, anche se soloal se-
condo annodi studi, ha convinto tutti sul trapezio e soprattutto conle verti- cali. Il pubblico ha potuto poi apprez- zare il gruppetto di piccoli giocolieri, fra i quali emergeva quest’ anno1’ acer- bo talento di Willy Colombaioni, do- tato di una tecnica davvero notevole.
Si sono esibiti infine anchei fratelli
Nancye Terence Rossi, gia diplomati l’anno passato e di ritorno all’ Acca- demia per un breve periodo di“recupero”.
Al saggio eranopresentii di- rettori dei maggiori circhi italiani, ol- tre ad alcuni componenti della com- missione consultiva per i circhi e lo spettacolo viaggiante: Antonio Giarola, Tinin Mantegazza ed Emi- lio Vita. Tutta la sala, come detto in apertura, era elettrizzata per la pre- senza del Premio Nobel Dario Fo,as- sieme all’inseparabile Franca Rame.
I due si trovavano a Cesenatico, dove da diversi anni trascorrono le loro estati, per l’allestimento di una mo- stra a loro dedicata daltitolo Pupazzi con rabbia e sentimento. La vita e
Varte di Dario Fo e Franca Rame e sono intervenuti alla cerimonia di chiusura dell’anno scolastico insieme al sindaco di Cesenatico, Damiano Zoffoli.
Comegia ricordato da Raf- faele De Ritis nel numero di novem-
bre di questa rivista, Dario Fo é uno
dei pochi uomini di teatro ad aver apprezzato il mondodel circo ed i clown e ad aversentito sincere affini- ta con questo universo fino a traspor- ne la lezione nella pratica teatrale. Ha amato studiatoe rispettato il circo (ol- tre a tutte le sottoculture del teatro ita- liano) e ha frequentato dinastie circensi come i Colombaioni e i Cavallini, attingendo a canovacciti- pici della clownerie circense. Hainol- tre introdotto lazzi e numeri clowneschi anchenelle sue regie nel- Voperalirica (nell’ Histoire du Soldat di Stravinski inclusela classica scena circense delle “‘cascate” dalle sedie).Insomma,oltre che per gli indiscussi meriti artistici, la gente del circo lo ama anche per |’attenzione che ha sempre portato a questo mondo.A fine spettacolo,invitato dal Presidente del- l’Ente Nazionale Circhi, Egidio
il
Palmiri, a consegnare la pergamena ad unadelle allieve diplomate,il gran- de artista ha dichiarato di aver apprez- zato molto la tecnica degli allievi del-
l’Accademia, “altissima” a suodire,
ed ancor di pit lo stile “che non si apprende ovunque, mache si traman- da da maestri, di generazione in ge- nerazione”. Ha inoltre ricordato di“conoscere personalmente molti dei genitori degli allievi presenti al sag- gio e di essere stato anche affettiva- mente toccato dall’esibizione dei gio- vani circensi”. “Tl circo é la pit anti- ca formadi divertimento”, ha poi con- cluso, “e il governoe i nostri legisla- tori non vi stanno molto attenti... si spendonopochisoldi e si da pocaat- tenzione”.
Maaldi14 della presenza dei due grandi artisti, che ha di certo impreziosito tutta la serata, non biso- gna dimenticare il duro lavoro svolto
durante l’anno accademico 1997-98
che si segnalato per importanti cam- biamenti che, se confermati in futuro, dovrebbero iniziare ad apportare si- gnificativi miglioramenti a quello che viene comunquegia definito fra i mi- gliori istituti di formazione di tecni-che circensi di tutto l’occidente. Vi &
stato l’inserimento di nuove figure professionali. Fra queste, da segnala- re peril lavoro svolto, la nuovadiret- trice Ivana Gottani, fra i cui meriti é da ricordare l’utilizzo di due inse- gnanti di sostegno che si sono dedi- cati al dopo scuola degli allievi (non bisogna infatti dimenticare l’impor- tante ruolo di scolarizzazione dell’ Ac- cademia, soprattutto nei confronti dei ragazzi di famiglie circensi). A gen- naio é poi arrivato il nuovo istruttore Eugenio Larible e che ha garantito ulteriore prestigio ed autorevolezzaal gia valido corpo insegnanti. Per il prossimo annooltre all’arrivo di Oscar Caroli, é previsto il ritorno di Lucio Nicolodi, che aveva tempora-
neamentelasciato l’accademia per un contratto, sempre come formatore,
con il noto Big Apple Circus di New York. E’ stato invece Pultimo anno degli istruttori russi Vladimir Alexeev Fedorovic e Valentina Koutsnetsova, che per motivi famigliari dopo tre anni torneranno ad insegnare nella loro scuola di provenienza, quella del Circo di Mosca. Insomma con nomi quali Larible,Merzari, Nicolodi, unitamentealla por- toghese Fatima Zohra, si conferma la volonta di dare
all’ Accademia una
forte impronta stilistica tradiziona- le italiana ed euro- pea,oltre a quella di avere un validissi- mocorpoistruttori.Altra importante novita dell’anno é stata l’apertura, per § il momento solo
“sperimentale”, ad
allievi esterni, cioé
non residenti all’in-terno dell’Accade- 7? alle Nancy e Terence Rossi,
mia. In seguito al- “Tifrescare
questa prova, per |’anno prossimo &
prevista una maggiore elasticita del- l’ammissioneai corsi. Vi sara la pos- sibilita di seguire le lezioni senza sog- giornare presso I’ Accademia e di sce- gliere fra frequenza mattiniera, pome- ridiana o giornaliera. Inoltre, altra novita importante, per gli allievi
“esterni” & stato in pratica abolito il
limite d’eta, anche viste le numerose richieste pervenute da appassionati dell’arte circense che avevanogiol- trepassato i vent’anni. In ogni caso ci si sta organizzando per aumentare la capacita di ricezione della struttura.
Il secondo pianodell’ edificio che ospi- ta l’ Accademia, fino allo scorso anno assegnato esclusivamente a magazzi-
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gia diplomati l’anno scorso ma tornati per
” le loro tecniche. Qui sopra le esplosive piramidi finali. Le immagini l’esito positivo di di questo servizio sono di Foto Nanni.
no, é in corsodi ristrutturazione e sara in futuro in grado di accogliere altre stanze peristruttori e allievi oltre a dueclassiper il doposcuola entrate in funzione gia da quest’anno. Insomma un continuo lavoro in pit direzioni di cui il saggio di fine anno é solo lepifania, anche se festosa ed indi- spensabile.
spetitacoli
Elfi Jacobi - Althoff Il nome austriaco
Elfi Althoff-Jacobi (nella foto giovaneballerina), grazie ad una vo- lonta e a un carattere divenuti proverbiali, aveva saputo rendere il proprio nome un sinonimo del Circo
Nazionale Austriaco dentro e fuori i
confini del paese.Dopole note vicende che ave- vano portato alla cessione del marchio a Louis Knie e alla successiva morte
della direttrice - avvenuta il 27 feb-
braio del 1995 (dopo che aveva appe-na inaugurato un nuovo complesso con
unospettacolo di“lillipuziani”per fare concorrenzaallo stesso Louis!) - quella di Althoff - Jacobi pareva un’insegna consegnata definitivamenteall’ oblio.Nel 1996,invece, forse proprio
in esecuzione dell’estrema volonta di
Frau Elfi, Adolf Lehner, suo uomodi fiducia per anni, decideva di ripartire con lo stesso nome di sempre (senza l’appellativo “Nazionale”, ormai appannaggio di Louis Knie) confidan- do probabilmente nella buona memo- tia del pubblico austriaco.
Fin da subito, il nuovo circo di Lehnerha adottato una formula diver-
sa da quella dell’ex direttrice, esclu- dendo i numeri di animali esotici e li- mitandole grandi troupe, contenendo le dimensioni dello chapiteau senza perd rinunciare all’uso dell’orchestra e alla cura dei particolari.
La formula dello spettacolo &
di Francesco Mocellin Nonostante I’eredita pesante e V’ambiguita del nome, arriva alla terza stagioneil circo Elfi Althoff - Jacobi che riscuote buonsuccesso pur proponendo spettacoli ben diversi da quelli che lo avevanoreso celebre.
rimasta ancorata, comunque, ai pit collaudati (qualcuno potrebbedire for- se un po’ usurati) schemi della tradi- zione. Tutto cid non ha impedito al circo di Andy Lehner di affrontare lo stesso giro di piazze del complesso di Louis Knie, naturalmente con un far- dello di spese ben inferiore.
Nella prima stagionetra gli ar- tisti ingaggiati vanno segnalati Manuela Beeloo con |’alta scuola, il verticalista Rizaev, gli ungheresi Donnert con i canied il jockey, men- tre lo scorso anno stata la volta di alcune buone troupe comei cechi Haraldos con i numeri equestri, i co- nosciuti Kisfaludy conle basculee lo charivari, i funamboli Aischadas e l’entrata di Johnny Ernesto.
Quest’annoil tono dello spet- tacolo risulta qualitativamentedilivel- lo inferiore mentre gli spettatori paio- no invece aumentati rispetto alla scor- sa stagione, almeno fino a questo pun-
to della tournée. Il programma 1998
& cosi composto: Parata; Zinaida Gougkaeva, trasformista; Wasil, verticalista; Sabrina, alta scuola;
Kevin Huesca, giocoliere; Jochen Tragher, massimo e minimo; Dalotti, cani; Charls Cherry, trapezio Washington; Huesca, entrata comica;
Trio Kotin, altalena russa - sbarristi;
Krenzola junior, piccoli animali; Igor Karpov, strappate; Youri e Serghei Egorov “Reinassance”, mano a mano;
Charls Cherry, rullo; Huesca, bolas;
Finale.
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ll circo francese e Pazione dello Stato
di Raffaele De Ritis L*associazione “Hors Wes
Murs? é Vorganismo) france Se che; sostenuto dal Ministe- ro della Cultura, ha la missio- ne di diffusione & promozionedell’arte circense e del teatro di Strada tramite un) impor
tanté/céntro dijdocumentazio- ne (vedere riquadro a pag. 14)€@ varie attivita editorials, capegziate dal) bimestrale Arts dela Piste, al/suo terzo
anno) di vital Caurent Gachet, che di) Hors Les Mums é€ re- Sponsabile per le attiyita del-
le‘arti/della pista; oltre che re- dattore capo della riyista, concedendoci la’ sesuente in- teryista ci permette di capirela yivacissima’ situazione at-
tuale del circo francese:Com’é strutturata oggi in Fran- cia Vazione istituzionale in fa- vore del circo?
Dopole note vicende giudiziarie le- gate alla dissoluzione dell’ ANDAC, il Ministero ha ripensato il disposi- tivo circense con un controllo di- retto delle sovvenzioni (cioé senza pit! un’ associazione-filtro) e con un sistema “triangolare” in tre punti. Il primo é quello delle sov- venzioni alle imprese. E’ diviso in aiuto “al funzionamento”(per tut- ti), aiuto alla “creazione”(per i nuovicirchi) e aiuto “all’innova- zione scenica” (generalmente per quelli tradizionali). Per il funzio- namento, l’aiuto é erogato diret- tamente dai servizi amministrati- vi, per gli altri due casi ascoltan- do due commissioni riunite una volta |’anno ciascuna.
Quali sono i poteri delle com- missioni?
Nella foto il Circ Perillos (da L’Autre Cirque, Ed. Mermon, Paris, 1990).
Possono solo esprimere un pare- re. Esse esaminano le domandese- condo certe regole: obbligo di al- tri finanziamenti oltre a quelli pub- blici, obbligo di piano di diffusio- ne, almeno due annidi esistenza o di creazione, nonessere aiutati alla creazione per oltre due anni con- secutivi, ecc. I membri sono da 9 a 13 per ciascuna commissione.
Essi sono esponenti della profes- sione, esperti, giornalisti o perso- ne della cultura. Comunqueespri- monosolo pareri, ed é solo il Mi- nistero che decide.
Dunqueil primo punto della
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nuova politica “triangolare” é Vaiuto ai circhi. Gli altri due punti?
Il secondo é stata l’istituzione del CNAP (Conseil National des Arts de la Piste) creato presso il Mini- stero. E’ un consiglio per la
“moralizzazione della professio- ne” (dei suoi 14 membri, 5 sono responsabili amministrativi, 9 esperti di circo e 6 scelti tra i di- rettori pid’ qualificati, attualmen- te: Pinder, Arlette Gruss, Alexis Gruss, Archaos, Plume, Baroque, ndr). Tale consiglio rappresenta le maggiori insegne tradizionali e
nuove con lo scopo di controllare problemi come la compravendita di nomi, il lavoro minorile, le tas- se e altri problemi di tipo interno alla professione. Ma il CNAP non ha niente a che vedere con Verogazione dei fondi, a differen- za di come accadeva con PY ANDAC, i cui membri finivano con |’auto-sovvenzionarsi.
Il terzo punto dell’azione pubbli- ca é il nostro organismo “Hors Les Murs” (Fuori le mura, vedi tabel- la, ndr), destinato a documentazio- ne, promozione e sviluppo. Mail futuro prevede nuovi sviluppi: con la riforma dello Stato francese le leggi di “deconcentrazione” pre- vedono dal prossimo annola tota- lita delle erogazioni del Ministero della Cultura attribuite non pit dal- lo Stato ma dalle DRAC (Direzio- ni regionali affari culturali), cia- scuna delle quali avra un diverso comitato di esperti in tutti i campi dell’arte, replicando in sostanza lo stesso organigrammadel Ministe- ro. Il principio di base é che luogo di residenza fiscale sara quello da cui si percepirannoi contributi. Per un’attivita itinerante comeil circo pud essere un problema, ma biso- gna pensare che la tendenzacre- scente del circo francese é la dif- fusione per spettacoli “venduti” a
organismi culturali: festivals, ras- segne o promozioniartistiche di citta e regioni, e i circhi comincia- no a funzionare come le compa- gnie teatrali.
In quali cifre si pud quantifica- re aiuto attuale dello Stato francese al circo?
E’ difficile avere al momento dati ufficiali e attuali. In genere a favo- re del circo ci sono ogni anno una ventina di milioni di franchi (circa sei miliardi e mezzo di lire, ndr).
Di questi, circa dieci vanno a quei contributi di ‘“funzionamento”,
“creazione” e “innovazione sceni- ca” sopra esposti; 5 milioni vanno a Hors Les MursperI’attivita di documentazione e diffusione; tra 15 e 17 milioni vanno al CNAC (la scuola di Chalons), che é oggi Vistituzione di formazioneartisti- ca pil costosa di Francia. Gli aiuti ad alcune delle altre scuole sono invece compresitra i contributi del
“funzionamento”: ad esempio la scuola Fratellini percepisce 900 mila franchi annui.
In Francia il nuovo circo, a dif- ferenza di quello tradizionale, é sovvenzionato su progetti di cre- azione artistica. Ma comesi dif- ferenzia strutturalmente un’im- presa di circo tradizionale da una di nuovo circo?
Al contrario di quanto sembra, le principali differenze non sono estetiche ma di modalita dell’im- presa. Un circo tradizionale é un’impresa privata a carattere commerciale; l’impresa di nuovo circo non ha scopilucrativi o com- merciali: nel senso chegli utili non vanno nelle tasche dei proprietari o degli azionisti. Un nuovo circo importante, come Plume, ha nel proprio consiglio d’amministra- zione membri della citta o dello Stato: i nuovi circhi scelgono di sottomettersi a un controllo pub- blico molto pit stretto. Esattamen- te e assolutamente comeperle compagnie di teatro e di danza.
Tutta la logica é diversa. La logi- ca del nuovo circo é nello scopo di presentare ogni anno (o massi- mo ogni due) una creazione per un pubblico costante o in aumen- to, con spettacoli diffusi dal cir- cuito d’azione culturale francese e dunque, comeper |’impresa te- atrale, comprati dagli organismi culturali (citta, festivals, teatri pubblici, ecc.). Non é l’impresa circense che gestisce la bigliette- ria (salvo che parzialmente) ma lV’organismo che ne compra gli spettacoli. Il 70 per cento degli spettacoli sono comprati. La sov- venzione aiuta dunque la creazio-
Da Archaosa Zavatta: l’archivio di Hors Les Murs
Iniziativa senza precedenti nel mon- do occidentale, il Ministero della Cultura francese ha appena soste- nuto la costituzione, nel cuore di Parigi, di un centro di documenta- zione con collezionisul circo, spa- zi espositivi, archivio mediatico e videotecasull’attivita delle compa- gnie di circo e teatro di strada,li- breria sul circo con vendite percor- tispondenza,attrezzaturesofistica- te per un’intensaattivita editoriale capeggiata dal bimestrale Arts dela Piste. “Hors Les Mursfu creato dal Ministero nel 1990” ci spiega Laurent Gachet“inizialmente come centrorisorseperil teatro di strada, che iniziavaa svilupparsinelle pro- grammazioni culturali francesi e che avevabisognodi supporti come una lettera periodica d’informazione, un centro risorse e incontri professio- nali. Madatale struttura era del tut- to estranea I’ arte circense.In segui- to alla dissoluzione dell?ANDAC, le attivita in favore del circo vengo- no incorporate da Hors Les Murs
che avevasede a Nanterre”. Da pochi mesi la struttura, che é attualmente diretta da Jean-Luc Baillet e impiega unadecinadi persone,si é spostata in un antico edificio parigino, presso Place de la Republique. E’ organizza- tacon un saggio equilibrio tra passa- to e presente: accanto al ricchissimo archivio sull’attualita dei “nuovi cir- chi’ (3000 dossier internazionali, 400 videocassette, 70 periodici in consul- tazione),esiste il “Fondo Patrimoniale delle Arti del Circo”, che accorpa va- rie collezioni private cedutein gestio- ne. Ci sono oltre mille libri anche ra- rissimi (compreso il trattato del Tuccaro), parecchie migliaia di mani- festi dalle origini ad oggi (compresi gli originali di Astley), collezioni di incisioni ottocentescheo di fotografie
€ pezzi rarissimi come unaserie di stampe giapponesi e documenti unici sulla dinastia Chiarini. Ma c’é di pit:
recentemente é stato acquisitol’intero archivio Fratellini, con tutti gli album di ritagli dei celebri clown, Ia loro va- sta biblioteca, gli acquerelli originali
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di Prangey,svariati cimeli. Tutto cid é consultabile da studiosi e soprat- tutto sara visibile anche dal pubbli- co: infatti all’interno di Hors Les Murssi trova unagalleria attrezza- ta di 80 metri quadri in cui verranno organizzate esposizioni tematiche.
Intensa @ poi l’attivita editoriale e multimediale: il bimestrale Arts de la Piste, che da giugno é bilingue, continuaa parlare dicirchi sia nuo- vi che tradizionali conservizi ed in- terviste sul panoramainternaziona-
le; é affiancato da guide, annuari e
pubblicazioni di informazionitecni- cheperi professionisti circensi. E’
iniziata poi l’edizione di CD Rome Vattivita su Internet. Dall’ autunno
°98 prenderannoil via cicli di con- ferenze e seminari professionali.
Hors Les Murs é in Rue dela Foli- Mericourt 68, 75011 Paris. Tel 0033.1.55281010 Fax 0033.1.55281011.
Email: [email protected], sito web: www.horslesmurs.asso.fr.
DOSSTER
ne é la diffusione:e in cid lo spiri- to dell’aiuto pubblico in Francia édi rendere menocari possibili i bi- glietti per avere un maggior nume- ro di spettatori, un po’ come per Voperalirica.
E qualé invece lo specifico del- Vimpresa di circo tradizionale?
E’ quello in cui vige la logica com- merciale, che non vuol dire affat- to meno buono artisticamente. E’
solo un’altra logica, che perd ha spesso per obiettivo quello di di- minuire i costi di creazione. Si sa che molti circhi commerciali han- no interesse ad assottigliare i costi di spettacolo per avere maggior margine di guadagno. Percid oggi
per il Ministero della Cultura, che ha come missione /’aiuto alla cre- azione, questo é un problema fon- damentale: vi sono dei limiti evi- denti nell’aiutare imprese il cui obiettivo & quello lucrativo. Non a caso il Ministero non ha certo mai pensato, ad esempio, di sov- venzionare “Holiday on Ice” o il
“Parco Asterix”. Oggi vi é una ten- denza a dire: “il circo é una specie in via d’estinzione, dunqueva aiu- tato”. Ma @ giusto continuare ad aiutare tutti indistintamente? Nes- suno vuole cheil circo tradiziona- le scompaia. Oggi la domanda che deve farsi lo Stato é se deve sal- vaguardare una forma d’arte, per cui secondo menell’ambito del circo tradizionale andrebbe indi-
viduato un “circo accademico”.
Come definirebbe questo circo
“accademico”?
Lariflessione oggi in atto, dopo la grande attenzione verso le forme nuove, é su come aiutare al me- glio il circo classico. I] circo “ac- cademico”é un concetto di forma d’arte che va salvaguardata tanto quanto va aiutato il circo nuovo.
E’ urgente preservareil circo “ac- cademico” come circo “di reper- torio”, che perpetri l’eredita e l’in- segnamento di discipline che ten- donoa sparire. Parlo della trasmis- sione dell’arte aerea, equestre e clownesca che in Francia sono molto indebolite, ad esempio per-
FER
ché non tra le priorita di Chalons il volteggio equestre o perché un giorno non ci saranno pit! Alexis Gruss 0 il maestro di trapezio Jean Palacy. Ora la sensibilita verso questo problema non é ancora nei dispositivi statali, anche se la ri- flessione é in atto. Credo che per ripensare cid bisogni ripartire da cid che avvienenella danza.In tale settore vi é un dispositivo di aiuto alla ricerca per la danza moderna ma c’é ancheil balletto classico con la sua formazione accademi- ca. L’Opera di Parigi e altre com- pagnie di balletto classico, sono sovvenzionate per studiare e met- tere in scenaballetti di repertorio, pur senza una vocazioneper la creazione contemporanea. Lostes-
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so avviene coni classici del teatro alla Commedie Francaise. Poi ci sonoi centri coreografici nazionali che hanno vocazione di creazio- ne, e vi sono infine compagniepri- vate di balletto.
Comesi individuerebbe un cir- co “accademico” all’interno del circo tradizionale commerciale?
Il modello di “circo accademico”
difficilmente potrebbe svilupparsi all’interno del circo commerciale.
Nel circo commerciale lo spetta- colo pud essere di qualita eccel- lente o infima, ma la responsabili- ta é solo del suo produttore. Ma in generalese piantate il vostro ten- done e lavorate a incasso non po- tete avere costantemente un buon spettacolo perché 1’investimento sara sempre troppo pesante rispet- to all’incasso che si pud ottenere.
Questo é il problemadel circo tra- dizionale e delle sue modalita di funzionamento. Nel nuovo circo non c’é questo problema econo- mico. Qui si creano spettacoli, che sono puntualmente comprati, compiono unastagione regolare:
e funziona. Dunqueperil circo
“accademico” andrebbe trovata, come nella danzae nel teatro, que- sta via di mezzotrail sostegnoalla costituzione di programmidi qua- lita e il sostegno alla diffusione.
Questo é il bivio di oggi.
Macomesi potra, tra i circhi commerciali-tradizionali, di- stinguere quelli di valore ‘“‘acca- demico” e quindi meritevoli di aiuto?
E qual é la differenza tra un bal- letto di Balachine e “Holiday On Ice’”?... Nel caso di “Holiday” en- trate in una logica di marketing il cui scopo é certo il vostro diverti- mento, ma prima ancora quello di farvi spendere pit soldi possibile una volta che avete messoil piede dentro: dolciumi, souvenirs, ecc.
Nel caso di un balletto di Balanchine vi é in generale tutto unospirito che fa passare dalla no- zione di divertimento a quella di spettacolo o di “opera”. Mala dif- ferenza & soprattutto nella nozio- ne di “creazione”. Un circo tradi- zionale quando cambia spettaco-
lo non pensadi fare una creazione.
Per questi circhi cambiare sempli- cemente i numeri significa creare uno spettacolo. Ma non @ modernizzando la musica di un numero chesi fa una creazione.
La creazionetradizionale, se esi- ste ancora, vuol dire reinventare attorno a numeri e tecniche di tra- dizione. E’ quello che fa il Cirque du Soleil. Per meil Soleil é un cir- co neoclassico: prende degli arti- sti accademicamente formati e
“veste’” il numero. E’ il Bejart del circo: usa un vocabolario artistico esistente, dove il salto sul filo re- sta un salto sul filo. Per restare nel- l’accademismo, non sarebbe for- se interessante sostenere dei pro- grammi chericostruiscano le en- trate dei Fratellini recuperando un repertorio? Si potrebbe scoprire se cinquant’ anni dopo la comicita dei Fratellini, o la cavallerizza a panneau di Franconi hale stesse virtt: ed avrebbe senso comeri- montare oggi, nella danza, |’ Apres Midi d’Un Faunenella versione di Nijnski per misurarne|’impatto sul pubblico odierno. Perchési rimon- tano cose vecchie? Perché porta- no qualcosa al patrimonio cultu- rale. E poi, comeper la danza, an- che nel circo c’é un ottimo pub- blico di puristi o di amanti del ge- sto perfetto. E i giovani innovatori potranno vedere che un certo la- voro esiste e ha delle radici: solo a partire da li la loro trasgressione avra un senso reale. Bisogna ave- re un possesso ed una maestria totale di cid che si decostruisce, altrimenti si fa solo della moda senza senso. Oggi il nuovo circo decostruisce quello classico ed é altrettanto interessante: ma solo se si sa che cosa decostruire. E” un po’ comeperla nouvelle vague nel cinema degli anni ’60. Se non ci fosse stato il cinema realista, VPavanguardia non avrebbe potuto decostruire e reinventare. Ci vo- gliono antichi e moderni. Se si perde l’antico da decostruire, si andra talmente lontano nella decostruzione che non vi saranno pit punti reali di riferimento e si tornera a fare del circo puro senza saperlo... Il migliore esempio é Zingaro: a forza di dire “io non faccio circo” & tornato alla forma quasi pit: pura del circo, quella di Franconi... Riassumendo,é altret- tanto importante sia incoraggiare
Nell’ archivio di Hors Les Murssonoraccolti documenti che testimoniano Vevoluzione delle discipline circensi da Leotard (nella pagina precedente)
fino a Les Arts Sauts (qui in alto).
Le foto sono tratte da Arts de la Piste, il trimestrale edito da Hors Les Murs.
la trasmissione della memoria sto- rica sia permettere ognitipo ditra- sgressione e ricerca. Bisogna che i due aspetti coesistano.
Esistono oggi forze e capacita per un lavoro accademico all’in- terno del circo tradizionale?
L’ambiente del circo tradizionale non pare interessato a raccogliere tale sfida perché non ha abbastan- za abnegazioneartistica, preferen- do una volontaé commerciale che non @ compatibile. Vivere in ma- niera semplice e per l’arte non é la preoccupazione di chi fa oggiil circo. Non sonocerto tutti dei mi- liardari: ma confrontato a loro, un direttore di un nuovocirco ha sem- plicementeil proprio salario di di- rettore artistico, o i suoi benefici di diritti d’autore e niente pit, poi- ché una buona parte dei soldi é danaro pubblico. Tali cifre sono trasparenti e controllate. Se si sco- prisse che ha tre Ferrari sarebbe condannabile. La distinzione é semplicemente in una logica dif- ferente. Se fate uno spettacolo in una mentalita di servizio pubblico avete una massa di danaro in cui, pagandotutti e correttamente, tut- to fino al minimo centesimo é in- vestito nello spettacolo. Se siete privati, invece, farete prima il vo- stro guadagno, e quello che resta andra allo spettacolo. La prova é
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che tanti circhi anche grandi pre- feriscono usare cassette invece che pagare i musicisti. Oserei dire che il sostegnoa tali imprese esce qua- si dalla competenzadi un Ministe- ro della Cultura.
In Italia, seppureil circo é assi- stito da decenni, resta la
“cenerentola dello spettacolo”, ed in generale trova poco sensi- bili le istituzioni. In Franciaa li- vello istituzionale attenzione é maggiore?
Chiaramente, vista l’entita dei dispositivi in atto, il Ministero ri- conosce l’importanza delle arti circensi. Oggi si tratta di ridefinire le modalita per meglio aiutarle.
Basti pensare che nel corso di giu- gno sara pronto un rapporto del Consiglio economico e sociale di Francia sulle condizioni di diffu- sione, creazione e formazione del circo, che dara elementi di rifles- sione importantissimi poiché é un lavoro svolto ai massimi livelli dello Stato. Inoltre é appena usci- to il nuovo sondaggio del Ministe- ro della Cultura (svolto ogni sette anni, ndr) sulla frequentazione dei circhi, che apparira sul prossimo numero di ‘Arts de la Piste”. Oggi l’atteggiamento dello Stato sta nel- la volonta di rispondere e consi- gliare insiemecirchi tradizionali e nuovi, con aiuti per tutti. Nello
stesso tempo essa é una “non ri- sposta” proprio per tale inglobamento. E’ una gestione po- litica che risponde a esigenze del presente e del passato, dunque é un momento di definizione di una reale politica.
E qual é invecela sensibilita del- le amministrazioni locali?
Per gli organismo di diffusione culturale (comuni, teatri, ecc.) cioé quelli che compranospettacoli con soldi pubblici, |’ attitudine é di con- siderare il circo come arte minore e divertimento, e complicata da gestire tecnicamente (installare il tendone, ecc.). Mala posizione di tali istituzioni é chiara nel compra- re gli spettacoli: i nuovi circhi
“perché no?”, i circhi tradizionali
“sicuramente no”. E cid sia per- ché la qualita artistica del nuovo circo @ ritenuta da essi superiore, sia perché nell’ambito del circo tradizionale si ritroveranno clowns, animali e acrobati ma non in una proposta specifica di spet- tacolo, bensi come qualcosa di ripetitivo. Dunquei diffusori lo- cali non riconosconotali circhi nel- la loro missione culturale. Ma se vi fosse un circo accademico sa- rebbe diverso.
Esistono realmente, comedel re- sto in molti campi imprendito- riali, forme di protezionismo lobbistico da parte dei circhi tradizionale?
C’é una certa tendenza alla prote- zione soprattutto del mercato in- terno. Masetale protezione si mantiene e non si permette una facile circuitazione di insegneclas- siche o neoclassiche cid impedira allo spettatore di avere alternati- ve. Lo spettatore che vede per la prima volta il Cirque du Soleil di- viene immediatamente pit esigen- te. E’ comeil passaggio dal disco in vinile al CD. Finché lo spettato- re viene mantenuto nell’ignoran- za delle cose pit interessanti che accadono al mondo, il pubblico francese restera purtroppo fermo.
E’ possibile quantificare le pro- porzioni del fenomenodel ‘‘nuo- vo circo” in Francia e l’interes- se di pubblico e media?
Con ben dieci milioni di spettatori all’anno, il circo sembra la prima pratica di divertimento e cultura in Francia. E’ molto difficile in tali cifre distinguere il pubblico del
“nuovo” da quello tradizionale. Il
pubblico del nuovo circo di certo é quello sensibile alle varie attivi- ta culturali: urbano, colto, che va al cinema, al teatro e alla danza, tra i 18 e i 35 anni. Persone cioé che si recano allo spettacolo non come solo divertimento ma con Veducazione di apprezzare un’opera d’arte.
Se stasera in Francia voglio an- dare a vedere un “nuovo circo’’, quante proposte trovo?
In questo momento quaranta nuovi circhi. Le proposte 1998-99 sono anzi 70, di cui 40 gia in tournée e le restanti in cantiere per i prossimi mesi. Di sicuro i nuovi circhi sono oggi di pid di quelli tradizionali. La forza del nuovocirco sta anche nel- la capacita di strutturarsi. In Fran- cia é emblematicala situazionedelle associazioni di categoria. Per i cir- chi tradizionali esistono sindacati di categoria, ma mi sembra uno di 3 Valtro di soli 4 membri. Quello dei nuovicirchi é unosolo,il “Syndacat National des Nouvelles Formes de
Cirque”, é appena nato e ha gia 28 aderenti! Nel CD rom che “Hors Les Murs” ha appena pubblicato, vi sono appunto 70 schede di 70 pro- duzioni, ciascuna con dati storici, artistici e tecnici, foto, indirizzi e costi per comprare gli spettacoli.
Parliamoinfine del sostegnoalla documentazionee alla diffusio- ne. Qual @ la vocazione che lo stato incoraggia sostenendo
“Hors Les Murs’?
Il ruolo di “Hors Les Murs” non é certamente quello di fare pubblici- ta alle compagnie. Qui possiamo co- munque presentare ciascuna com- pagnia, al servizio degli organizza- tori culturali. La vocazione alla do- cumentazione serve a conservare un patrimonio storico per far rendere conto dell’importanza presente e passata di un settore comeil circo, anche per mantenere e seguire |’ at- tenzione dei media. Poi serviamo a incoraggiare ricercheo tesi, a incre- mentarela letteratura del settore an- che con i nostri progetti editoriali.
Il dispositivo istituzionale per le Arti Circensi in Francia
La Direzione Teatri e Spettacoli del Ministero della Cultura distribuisce cosi le sovvenzioni al circo:
1) Aiuto alla creazione
Contributi destinati agli “spettacoli di ricerca che segnano in un insieme sce- nico omogeneo unosforzo di rinno- vamento”, dunque riguardanti soprat- tutto il “nuovo circo”. Sonoattribuiti ascoltandoil consiglio di una commis- sioneriunita annualmente.Peril 1996
la cifra é stata di Ff 2.150.000
2) Aiuto all’innovazione scenica Contributi “aventi per oggetto il mi- glioramentodi unospettacologiaesi- stente”, quindi pit mirati al circo tra- dizionale. Anche in questo caso esi- ste un’apposita commissione consul- tata una volta l’anno. Ff 1.080.000nel1996.
3) Aiuto al funzionamento Sovvenzioni gestite sia dall’ammini- strazione centrale che dalle DRAC, Direzioni Regionali Affari Culturali, senza commissioni, e applicate con le stesse modalita degli aiuti alle com- pagnieteatrali. Ff 5.610.000 nel 1996.
4) Promozionee diffusione: “Hors Les Murs”.
Hors Les Murs, con sede a Parigi, &
un centro con la missione di “infor- mazione, promozione e sviluppo nel settore delle arti della pista”. Cura un centro di documentazione, svolge at- tivita editoriali e organizza incontri professionali. Ff 5.000.000 nel 1996.
5) Formazione: il CNAC di Chalons
Il Centre National des Arts du Cirque, nato nel 1985 a Chalons Sur Marne sviluppa “l’insegnamentoartistico e la formazionealle arti del circo” e perfeziona insegnanti e formatori. Ff
16.000.000 nel 1996.
6) Controllo: il CNAP
Il Conseil National des Arts de la Pi- ste, istituito presso il Ministero, é non pit un’associazione come |’ANDAC ma un organo consultivo e moralizzatore per“trattare le questio- ni legate all’esercizio delle arti della pista, l’organizzazione della profes- sione, le regole di deontologia e sicu- rezza, i rapporti con le collettivita ter- ritoriali.
Citazioni e cifre da: Annuaire Professonnel International des Arts de La Piste 1997/98, coed. Hors Les Murs — CNAC.
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spettacoli
Krone senza problemi di sostituzioni
Lo spettacolo di questa stagione presenta alcune novita rispetto alla produzione iniziata nel 1995 e che continuera fino a tutto il 1999, quandoil colosso tedesco visitera anche la vicina Austria.
Gia nel 1996 era avvenuta una sostituzione molto rilevante: i Borzovi avevano preso il posto dei Vasquez pili) o meno licenziati. La pubblicita puntava molto sul quadruplo di Miguel, che pero era riuscito ad eseguire raramente nel corso della stagione estiva del 1995, appunto. Cosi l’anno seguente i Borzovi hanno iniziato il loro contratto pit: lungo a partire dal debutto veronese del 1993.
Sempre impeccabili, costanti,
di Flavio Michi La Signora Christel Sembach, direttrice del Krone, non sembra scoraggiarsi dalla perdita di
“pezzi” importanti. Sostituiti i Vasquez con i Borzovié stata poi la volta di Banda Vidane,il cui posto é stato preso da Patricia Zerbini. In entrambi i casi le
“mosse”si sono rivelate azzeccate.
dei veri e propri professionisti, chiudono il ricco spettacolo con la loro esibizione aerea.
Ma tutto lo spettacolo pud contare su grandi artisti quali i Balkanski, con i tre numeri (i salti al tappeto, la ruota della
morte e la fortissima acrobatica), Jaqueline Alvarez bravissima verticalista, il padre Manuel, giocoliere, Trudy Strong con le tigri, il clown Pierino e i numeri di casa: la cavalleria della Signora Christel, l’alta scuola con Jana Mandana e Sylvia Schickler. I clowns invece sono cambiati dato che il Trio Tony Alexis ha terminato anzitempoil contratto lasciandoil posto ad un altro trio, quello di José Mitchels con l’entrata dell’acqua. In questo caso, anche se i Mitchels
sono simpatici e abbastanza
bravi, c’é stato sicuramente un calo di livello rispetto a Tony Alexis.
Discorso totalmente inverso,
invece, per quanto riguardagli elefanti.
L’americana (di antica origine italiana) Patrizia Zerbini, sorella della bella _—trapezista Silvia, 6 una vera sorpresa, ovviamente per chi non aveva avuto occasione di
vederla ° di
conoscerla prima, come chi scrive!
Indubbiamente, dato che lavorava per Ringling e si era occupata, tra l’altro, dei due elefantini Romeo e Giulietta, é un’ artista d’esperienza e di valore oltre ad essere unabella donna, che certo non guasta! Ha preso il posto del quasi leggendario Banda Vidane che ha lavorato per Krone per parecchiannie il suo lavoro ha gia dato degli ottimi risultati. L’ ultimo numero che aveva preparato Vidane per la_ stagione estiva di Krone era molto diverso dall’attuale: pit lento, con le ballerine e la bellissima africana Leila (che é un elefante), ora in
pensione qui in
Italia.Nella scuderia Krone ha adesso
nove elefanti, sei indiani e tre africani. Nel numeroattuale della Zerbini ne lavorano otto. La routine inizia con cinque indiani, continua con le tre africane, che sono piuttosto grandi e che non erano maistate presentate in pista fino ad ora, e termina con una serie di esercizi con uno o due
elefanti in pista, prima della
consueta piramide. Era gia. stato presentato in uno degli scorsi
spettacoli invernali al Krone-Bau
di Monaco. E’ molto veloce, ben fatto e altrettanto ben presentato e quello che stupisce di pit é l’enormesicurezza che Patricia dimostra. Oltre a lei (e ovviamente agli elefanti) in pista non c’é nessuno. Impartisce i20
Nella pagina accanto Banda Vidane (che da poco temposié ritirato dalla pista), qui sopra Patricia Zerbini.
comandi ed esegue lei stessa esercizi con i pachidermi. Tanto per fare un esempiobasti dire che esegue la spaccata sulle teste di due elefantesse indiane senza
sostenersi! Ma é@ solo un
esempio. E’ veramente da vedereper poterla apprezzare come merita. Che donna! E che
spettacolo!Ii domatore,il saltatoree ...i politici
it
i
5
Cominciamo dalla foto qui sopra, che ritrae tre personaggi per i quali non sono necessarie ie mike : rd troppe presentazioni: Moira Orfei, Egidio Palmiri e Walter Nones. Correva l’anno 1971 si trovavano a Romaper uno spettacolo organizzato dall’Enc in onore di deputati e senatori.
Sempre a Roma,“Gigino” Gerardi (in alto) polarizza l’attenzione del pubblico con uno dei suoi splendidisalti alla “battuta bassa’’ (perla cronaca, I’annoé il 1959). A fianco,il domatore Aldo Fumarola, nel 1944 al circo Arbell (Foto segnalata da Mario e Roberto Bellucci).
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anmniversari
Nell’“occhio del ciclone”’, artisti italiani all’estero e
vecchie compagnie in scena al Politeama di Trieste...
SraeCe eToeve
3() ann ch 'CIRCO’
Nel giugno del 1999la nostra rivista festeggerail suo 30° anniver- sario. Abbiamoin progetto una pub- blicazione che raccogliera quanto di pit significativo prodotto in tre de- cenni di attivita. Per il momentopro- poniamolarilettura di alcuni scrittirisalenti a vent’ anni orsono.
In coperti
naEcco la didascalia del numero di luglio del 1978:“In una foto di Gio- vanni Sanquirico, Viviana Togni so- stenuta da uno degli elefanti mandati dal fratello Elvio”.
“Continuando ad usare termi- ni marinareschi simbolicamente appli- cati al nostro burrascoso mondo del Circo,diciamoche, mentre scrivo que- ste righe, siamonell’ occhio del ciclo- ne.” Cosi esordiva I’editoriale di lu- glio di Egidio Palmiri che ancora una volta era costretto a tornare sulle man- cate disposizioni governative in me- rito al settore circense. II Presidente iniziava col criticare la definizione di
“capacita tecnico professionali”ri chieste dal legislatore per entrare in possesso di un Nulla Osta. “Appare chiaro l’intento di salvaguardare la Categoria, ma purtroppo non sempre si pud applicare lo spirito di una leg- ge... La soluzione adottata dei cinque e dieci anni di appartenenza al setto- re non stata che un paliativo di scar- sa efficacia: non solo per i documenti falsi che si presentano, ma anche per il fatto che uno puélavorare in un cir- co per vent’anni, essere un buon la-
voratore, un buon artista, ma al mo-
mentodi prendere le “redini” in mano, rivelarsi una nullita.
Abbiamoprove lampanti di gente nata e cresciuta in circo, con buoni e anche ottimi maestri, e che purtroppo si é ri- velata un “fallimento” comedirigente...
Questa situazione non puddurare a lun- go ed ecco perché ho affermato che non possiamoattendereoltre per avere quel- Vaiuto dallo Stato, chealtri settori han- no sempre avuto: mi ripeto affermando che l’opinione pubblica, comprese le Autorita periferiche, & gia convinta che
noi si sia sovvenzionati.” Mail Presi- dente continuava:“Lasituazione é quel- la che é, e pitt volte descritta, ma vaga- mente ho accennato a quelle che sono le nostre colpe; se vogliamo essere meno severi definiamole “mancanze”... le pubbliche relazioni sono diventate la questionepit importante di ogni azien- da. Un prodotto pudessere buonofin- ché si vuole, ma se non ha unlancio modernoe intelligente e non é sorretto
da una buona organizzazione di pub- bliche relazioni, difficilmente avra suc- cesso.” E concludeva: “Ecco: conilti- tolo di questo scritto ho voluto richia- mare |’attenzione ditutti sul fatto chei tempi sono cambiati e che bisogna ag- giornarsi. Analizziamocied in coscien- za riconosciamose siamoall’altezza di continuare a fare i comandanti o se dob- biamofarparte dell’equipaggio.” Paro- le ancora attuali, in maniera sinistra.
ItalianialV’estero”
Il numerodi Circo del luglio del 1978 contenevaarticoli su vari complessi europei di un certo livello fra i quali Jean Richard, Nock, Krone e Jacobi - Althoff.
Comeaccadeva Spesso - € come adesso,
purtroppo,capita piti di rado- in alcunidi essi si esibivano validi artisti italiani. Da Krone eranoscritturati, per il terzo anno di seguito, i Caroli conI’entrata comica e le piramidi a cavallo. E vi era inoltre la troupe di Ketty Jarz. Da Jacobi - Althoff erano invece in tourneégli italo-francesi Rossyan, Pierre, Mauro e Jan. Da Nock
vi erano infine i Larible (nella foto) “con loro tre numeri da tutti ben cono- sciuti: Eugenio in coppia col fratello Sergio, e con Vivienne ed Eliana come partneres sul trapezio Washington; il pattinag- gio acrobatico di Sergio, David, Rosannaed Eliana ed il numero di folklore | argentinoditutta la fami- glia”.
r
aIl Politeamaospita ilcirco—
es
Nel 1978 ricorreva il centena- rio del Politeama Rossetti di Trieste che fino al 1928 avevaospi-
tato una pista, con banchetti |
quel tempoprima della diffusione dello chapiteau a due e poi a quattro anten-
POLITEAMA ROSSHETTE
ne, era il luogo tradizionale, sicura- menteil pitt comodo disponibile, per ' lesibizione di acrobati, ca-
i valli, clowns... Doveva esse-
in muratura, per spettacolicircensi. Giancarlo Pretini, come sempre puntiglioso nel
raccontarne la storia, pre-
sentava un completo elencodi tutte le compagnie
circensi ospitate nel prestigioso teatro dalla fine dell’ 800 ai primi del ‘900.“T circhi ospitati dal Rosset- ti, dal lontano 1878 al 1928, sono stati venticinque, per
un totale di
novecentosettanta rappre- sentazioni, nella maggior parte sempre con grande af- fluenza di pubblico, ed il numero delle repliche sta a dimostrarlo: (trentanove in media, continuative, per complesso).” Poi Pretini, scriveva: “Molti teatri italia- ni, quantomenoi pit capaci
sitazioni+
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Gran Circo Equestre Malo-Egiz
FERDINANDO AMATO
re quasi un’avventura, ecci- tante, assistere a questi spet- tacoli nella luce delle torce, dei bengala, in un luogo chiuso. La folla con i bambi- ni che percorreva le strade buie perarrivare al teatro,gli artisti che si preparavano nei camerini, arrampicati tra le strutture dell’ edificio. I car- 7 riall’esterno,le scuderie e gli animali, lontani dal teatro e il loro continuo andirivieni per le rappresentazioni”.
Pretini concludeva infinesti- molando un’ulteriore appro- fondimento: “Per la nostra storia del Circo sarebbe im- portante censire quanto fat- to nei teatri. Un invito agli Amici del Circo per questa ricerca.”
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ed attrezzati, hanno ospita-
to compagnie viaggianti. In + Prezzo del Vregroumta 10 eoldt +