ETICHETTA VINO, L’ULTIMATUM UE: UN ANNO DI TEMPO.
CONFAGRI, CIA E COLDIRETTI:
INUTILE ONERE BUROCRATICO
L’Unione europea lancia l’aut aut ai produttori di vino: avete un anno di tempo per mettere in etichetta i valori nutrizionali. Cosa che si potrebbe tradurre, secondo le organizzazioni sindacali, in un onere burocratico senza vantaggi per i consumatori.
VINO, CONFAGRICOLTURA: ETICHETTA NUTRIZIONALE INUTILE MA INCIDE SUI COSTI DI PRODUZIONE
13/03/2017 at 18:10
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“ S i t r a t t a d i c o s t o n o t e v o l e p e r i l p r o d u t t o r e – c o m m e n t a l a Confagricoltura – con un effetto nullo sulla protezione dei consumatori. La tabella nutrizionale e la lista degli ingredienti non rientrano, infatti, fra gli elementi di scelta
di un vino”.
A parere di Confagricoltura le richieste dei consumatori che chiedono questo tipo di informazioni riguardano essenzialmente le bevande alcoliche zuccherate (come ad esempio le c.d.
Alcolpops), che sono molto diverse dal vino, e di conseguenza l’approccio della Commissione dovrebbe distinguere il vino dagli altri prodotti alcolici, come è stata disponibile a fare in passato.
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli suggerisce di prendere in considerazione l’ipotesi di sostituire la tabella nutrizionale con le indicazioni dell’apporto calorico per bicchiere. E ritiene comunque che queste informazioni dovrebbero essere fornite su base volontaria.
Confagricoltura, infine, non teme la consultazione pubblica annunciata dalla Commissione, perché ritiene che le conclusioni riportate nel rapporto siano fuori dal contesto del mercato e da ciò che realmente chiedono i consumatori. Un consumatore di vino sa bene che questo è calorico, ma ricerca gusto, tradizione e unicità, che di certo non troverà in un’indicazione nutrizionale.
VINO, CIA: ETICHETTA E’ ULTERIORE AGGRAVIO BUROCRATICO 13/03/2017 at 18:11
Red Wine Pour into Glass I n o s t r i p r o d u t t o r i d i v i n o n o n h a n n o c e r t o b i s o g n o d i u l t e r i o r i a g g r a v i b u r o c r
a t i c i e d i c o s t i a g g i u n t i v i c h e , a l l a f i n e , a n d r e b b e r o a g r a v a r e a n c h e s u i c o n s
u m a t o r i f i n a l i . T a n t o p i ù c h e i d e t t a g l i s u l m o d o i n c u i v e r r e b b e r o r e a l i z z a t e
l e n u o v e e t i c h e t t e s o n o c o n f u s i e d i f f i c i l m e n t e a p p l i c a b i l i a l l a r e a l t à v i t i v i
n i c o l a e u r o p e a , f a t t a d i m i g l i a i a d i a z i e n d e d i v e r s i f i c a t e e n o n d i p o c h e i m p r e s
e a g r o - i n d u s t r i a l i . C o s ì l a C i a - A g r i c o l t o r i I t a l i a n i i n m e r i t o a l l ’ i p o t e s i p r o p
o s t a d a l l a C o m m i s s i o n e U e d i r i p o r t a r e s u l l e b o t t i g l i e c a l o r i e e v a l o r i n u t r i z
i o n a l i . Ai “burocrati” di Bruxelles sfugge evidentemente che il vino è il prodotto che origina dalla fermentazione naturale dell’uva e non da un processo industriale su larga scala -continua la Cia-. Non è pensabile realizzare specifiche etichette per ognuna delle tipologie di vino prodotte: solo in Italia si tratterebbe di mettere mano a oltre 500 denominazioni riconosciute.
In questo modo, non solo l’informazione rischia di trasformarsi in confusione -sottolinea la Cia- ma si genererebbero oneri aggiuntivi e complicazioni eccessive, che s o n o i n s o s t e n i b i l i p e r l e p i c c o l e e m e d i e i m p r e s e vitivinicole.
VINO, COLDIRETTI: ETICHETTA NUTRIZIONALE NON SI TRADUCA IN DANNO A EXPORT
13/03/2017 at 18:14
S e c o n d o l a C o l d iretti l’etichetta nutrizionale sul vino e gli altri alcolici non deve tradursi in un inutile aggravio di oneri burocratici
per le aziende vitivinicole, a partire da quelle medio-piccole che contribuiscono in misura importante al nuovo record delle esportazioni di 5,6 miliardi nel 2016. L’obiettivo comune – ricorda la Coldiretti – deve essere quello di fornire informazioni corrette senza però che questo vada a caricare le imprese agricole di adempimenti burocratici difficili da sostenere, considerata la grande varietà delle produzioni Made in Italy. La stessa “voglia di trasparenza” – denuncia Coldiretti – dovrebbe però essere garantita anche su altri aspetti del settore vitivinicolo che oggi danneggiano i produttori italiani e i consumatori di tutto il mondo, dalla possibilità consentita dall’Unione Europea ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero, pratica vietata nel nostro Paese, a quella di permettere la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua.