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Etichetta del vino: come si legge?

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Etichetta del vino: come si legge?

Autore: Carlos Arija Garcia | 03/09/2021

Quali sono le informazioni obbligatorie da riportare sulle bottiglie e che cosa significano? Dalla gradazione alla denominazione fino al lotto.

C’è chi lo fa da intenditore e chi non ci capisce «un’acca» ma non vuol fare la figura dello sprovveduto. Siamo al ristorante. Fatto l’ordine delle pietanze, tocca scegliere il vino. Si dà un’occhiata alla carta. Chi sa cosa si abbina bene con quello che ha chiesto da mangiare, guarda la colonna a sinistra, quella che riporta i tipi di vino e le aziende che lo hanno prodotto. Chi, invece, non sa distinguere un Bonarda da un Lambrusco guarda la colonna di destra, quella in cui ci sono scritti i

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prezzi: non sapendo che cosa sta per ordinare, meglio non avere delle sorprese al momento di pagare. Arriva il cameriere (in certi posti, direttamente il sommelier), stappa la bottiglia davanti al cliente, annusa il tappo e serve l’assaggio mostrando al cliente l’etichetta della bottiglia. L’intenditore saprà cosa rispondere. L’altro, invece, berrà tutto di un colpo e dirà che va bene, mentre guarda la bottiglia solo per essere sicuro che corrisponda a quella economica che ha chiesto. Forse, non ha capito che il cameriere gliela mostra per fargli leggere l’etichetta. Cosa che non tutti sono capaci di fare. L’etichetta del vino, come si legge?

Se al ristorante possiamo avere l’aiuto del cameriere a cui, alla peggio, chiedere un consiglio, il momento più drammatico per chi ha invitato degli amici a cena e non vuole fare una brutta figura si vive al supermercato. Ti è mai capitato di vedere nella corsia di vini l’attento consumatore che passa in rassegna almeno una trentina di bottiglie per trovare un giusto compromesso tra qualità e prezzo? Alcuni hanno l’aria spaesata, altri vanno a colpo sicuro. Anche in quell’occasione sarebbe utile sapere come si legge l’etichetta del vino, che quasi sempre riporta delle informazioni sull’abbinamento più opportuno da fare. Ma poi ci sono altre informazioni indispensabili, non solo per chi di vino se ne intende ma anche per chi lo acquista da semplice consumatore, tanto per non bere solo acqua ai pasti.

Vediamo.

Etichetta del vino: le indicazioni obbligatorie

Anche i produttori di vino, come chiunque commercializzi qualsiasi tipo di merce, sono tenuti a riportare nell’etichetta della confezione (in questo caso, della bottiglia) delle informazioni obbligatorie per far capire al consumatore che cosa sta comprando.

L’etichetta del vino non è soltanto il biglietto da visita dell’azienda che l’ha prodotto ma è anche una sorta di «carta d’identità» che descrive le caratteristiche del contenuto: come si chiama, da dove arriva, chi l’ha fatto, quali sostanze sono state aggiunte ai due ingredienti fondamentali, cioè l’uva e l’alcol.

In totale, sono sette le indicazioni obbligatorie da riportare sull’etichetta del vino. O meglio, sulle etichette, perché quasi sempre ne troviamo due.

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La denominazione del vino

«Vino» è una risposta fin troppo generica alla domanda «che cosa c’è nella bottiglia?». Ci vuole qualcosa di specifico, la sua denominazione. E questa è una delle informazioni obbligatorie da leggere sull’etichetta del vino: il nome. Può essere (per fare solo degli esempi, non certo della pubblicità) un Brunello di Montalcino, un Montepulciano d’Abruzzo, un Nero d’Avola, un Vermentino della Liguria. Poi, ci sono i nomi di fantasia scelti dal produttore: Freschello, Inferno, ecc.

La denominazione del vino va tutelata. Ecco perché sono sinonimo di garanzia e di qualità le diciture:

Docg: denominazione d’origine controllata e garantita;

Doc: denominazione d’origine controllata;

Igt: indicazione geografica tipica.

Le prime due (Docg e Doc) devono avere a fianco l’annata, tranne nel caso degli spumanti e dei vini frizzanti o liquorosi.

Il Paese d’origine

L’etichetta del vino deve riportare il Paese in cui è stato prodotto (non imbottigliato ma prodotto). Se si tratta di un vino italiano, sarà obbligatorio poter leggere in italiano «Prodotto in Italia»: la lingua in cui si riporta tale informazione, infatti, deve corrispondere a quella del Paese produttore. Volendo (ma è facoltativo), può essere scritto in qualche altra lingua, specialmente se si tratta di un prodotto di esportazione. Se, invece, abbiamo davanti un vino francese o spagnolo, dovremmo trovare quella dicitura in francese o in spagnolo. Ma chi lo produce può decidere, in questo caso, di scriverlo anche in italiano se sa che finirà sul nostro mercato.

Il nome dell’imbottigliatore

Sapere chi ha imbottigliato un vino è altrettanto importante. Non a caso, è una delle indicazioni obbligatorie per chi vuole sapere come si legge l’etichetta di un vino o per chi lo sa già. Non basta sapere chi ha concluso il processo produttivo ma anche dove l’ha fatto. Sull’etichetta, dunque, si dovrebbe leggere

«Imbottigliato dall’azienda Pinco Pallino con sede a Merone (CO) – Italia».

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Solo per gli spumanti e per i vini frizzanti è obbligatorio indicare, oltre al nome dell’imbottigliatore, anche quello del produttore. Non che per un vino fermo sia vietato, ma è facoltativo.

La gradazione alcolica

Reggeranno le tue gambe il vino che stai per acquistare? Hai solo un modo per scoprirlo: sapere come leggere l’etichetta del vino e cercare la gradazione alcolica. Si tratta di un altro elemento obbligatorio. Il numero che troviamo sull’etichetta indica la percentuale di alcol etilico sul volume complessivo, ovvero i millilitri di alcol che ci sono in 100 millilitri di vino.

Come viene riportato questo dato sull’etichetta? Di solito, lo si trova in basso, in uno degli angoli, con la dicitura «vol» (volume di alcol) e la relativa percentuale:

13,5%, 14,5% ecc. Più alta è la percentuale e più dovrai stare attento quando ti alzi dal tavolo (a volte anche prima).

La quantità di prodotto nella bottiglia

Non solo la quantità di alcol ma anche – soprattutto – la quantità di prodotto che c’è nella bottiglia. Come per qualsiasi altra bevanda o anche per il cibo, occorre sapere, oltre a quello che si compra, quanto se ne compra. Per questo, l’etichetta del vino deve riportare obbligatoriamente la quantità espressa in numeri e con la sigla dell’unità di misura scelta (litri, centilitri, millilitri).

Possiamo, dunque, trovare scritto sull’etichetta «1 l», «0,75 l» oppure «750 ml».

Più raro trovare un’etichetta che riporta «75 cl» ma anche questo è possibile:

l’unità di misura è a libera scelta.

Importante notare questo dettaglio, per capire che le cose sono state fatte a regola d’arte: accanto al numero e all’unità di misura, si deve leggere la lettera «e».

Questo simbolo attesta che il contenuto della bottiglia rispetta i criteri di stima entro la soglia di errore tollerabile. Insomma, la tipica bottiglia da tre quarti di litro (la 750 ml), può avere 745 ml ma non 650 ml. Giusto per fare un esempio.

La presenza di solfiti

Pretendere di avere un vino purissimo, fatto solo di uva e di alcol etilico, significa probabilmente chiedere la Luna. Quasi sempre vengono aggiunte delle sostanze

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per mantenerlo nel tempo, altrimenti si rischia di comprare l’aceto. Sono i cosiddetti solfiti, che vengono prodotti in maniera naturale durante il processo di fermentazione, che hanno proprietà antibatteriche e antiossidanti ma che possono anche provocare delle intolleranze.

Ecco perché è obbligatorio segnalare la presenza di queste sostanze nell’etichetta del vino in modo esplicito: «Contiene solfiti» è quello che si deve leggere.

Il lotto

La battuta viene spontanea, è vero: non è che con la bottiglia di vino si partecipa ad un gioco ad estrazione. Il lotto è il numero predefinito dall’imbottigliatore che riguarda l’insieme delle bottiglie riempite e confezionate in tempi e circostanze simili. A che serve? Semplice: se al supermercato trovi una bottiglia difettosa e lo segnali al direttore, sarà possibile, attraverso il numero di lotto, risalire a tutte le bottiglie che sono state confezionate insieme a quella che hai trovato tu e controllare se presentano lo stesso problema.

Etichetta del vino: le indicazioni facoltative

C’è un altro elenco di informazioni utili soprattutto a chi sta imparando come leggere l’etichetta del vino (chi è esperto non ne ha bisogno perché sa già cosa verserà nel calice). Sono degli ulteriori dettagli sul prodotto, non obbligatori ma facoltativi, che riguardano, ad esempio:

il primo anno di produzione del vino;

il vitigno da cui proviene;

le indicazioni sul processo di vinificazione;

la temperatura ideale a cui va servito;

il cibo a cui si abbina meglio;

le caratteristiche organolettiche;

il modo ideale di conservazione.

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